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Voglia di libertà: Thailandia da riscoprire

Voglia di libertà: Thailandia da riscoprire


note di viaggio di Andrea Bicini (23/05/2010)

muccaLa Thailandia è uno dei paesi più affascinanti e spettacolari che abbia visitato nel mio girovagare per il mondo. Quando oramai 2 anni fa casualmente esplorai da Nord a Sud una buona percentuale dei suoi oltre 500.000 km², partendo da Chiang Mai, passando per l’antica capitale Sukhothai e la tecnologica Bangkok, e terminando nella spettacolare e poco nota isola di Koh Lipe, non avrei immaginato che dopo solo un mese avrei fatto le valige, chiuso casa e che mi sarei ritrovato a vivere e lavorare nella “terra del sorriso”.

Il termine Tailandia, o Thailandia, origina dall’aggettivo “Thai” che significa “libero”. La vitalità del popolo tailandese, la sua gentilezza, il senso di ospitalità conquistano facilmente chiunque abbia trascorso gran parte della vita a lottare con il senso di superiorità dei popoli occidentali. Per di più la possibilità di poter approfittare di prezzi economici per gli spostamenti, per i ristoranti e per gli alloggi ha contribuito a far crescere nel tempo l’afflusso turistico in questo paese. Persone provenienti da tutto il mondo, con aspettative diverse, hanno trovato in Tailandia molto più di quanto non si aspettassero prima di partire.

Ma la Tailandia è anche un paese ricco di contrasti, soprattutto socio-culturali ed economici. Bangkok è una metropoli cosmopolita che conta ufficialmente oltre 10  milioni di abitanti; ultramoderna, offre tutto ciò che si possa desiderare, sia ai turisti di passaggio che ai suoi residenti. Chiang Mai, la seconda città per importanza economica e turistica del paese, oltre ad un aspetto moderno, conserva un ritmo di vita sicuramente più rilassato e monumenti antichi dal fascino irresistibile. Krabi e tutte le maggiori località balneari, offrono ai turisti spiagge bellissime, angoli incontaminati alternati a luoghi in cui la vita non si ferma mai, giorno e notte. Ma al di fuori di Bangkok e delle località turistiche c’è un mondo diverso, tutto da scoprire, in cui la gente vive con poco, per non dire niente, e conserva intatta una gioia genuina e un senso di cortesia davvero unici.

Proprio questo divario culturale, di ricchezze e di risorse hanno determinato nel tempo una certa instabilità politica. Inutile negare che i recenti episodi verificatisi nella capitale abbiano creato disagio ai turisti e ancora di più a tutti noi non tailandesi che abbiamo deciso di vivere in questo splendido paese. Ora è il momento di rimboccarci le maniche e di cercare al più presto di ritornare alla normalità. Su Facebook fin dalla scorsa settimana è stato creato un gruppo di volontari per organizzare la pulizia delle strade da quanto rimasto dopo i disordini.

Proprio questa voglia di ritornare al più presto alla normalità e i controlli intensificati per garantire la sicurezza nel paese, fanno si che questo sia il momento giusto per fare un viaggio in Tailandia. Il prezzo dei voli andata e ritorno si è abbassato notevolmente ed è ora possibile trovare voli a meno di 500 €. I negozi espongono cartelli “Sale” con offerte davvero convenienti sugli articoli Made in Thailand, dalle raffinate sete ai souvenir in legno. Nei ristoranti il servizio, notoriamente impeccabile, è di un livello ancora superiore. Gli alberghi offrono tariffe ancora più convenienti: hotel a 4/5 stelle al centro di Bangkok sono ora prenotabili per meno di 40 € a notte. Nonostante sia la stagione delle piogge, le giornate sono solitamente soleggiate e gli acquazzoni durano poco e portano un po’ di sollievo alla calura tropicale. Le aziende turistiche tailandesi sono disponibili ad aiutare chiunque desideri organizzare un soggiorno, breve o lungo che sia, in questo paese dove le orchidee fioriscono tutto l’anno, la gente sorride quando un turista si rivolge loro in modo educato, i bambini corrono per le strade senza scarpe ma con tanta voglia di imparare e  gli occhi a mandorla sprigionano una vitalità davvero unica.


2 commenti

  1. …a 5 anni di distanza rileggere questo breve post mi fa rendere conto che le cose cambiano sia in termini assolutistici – Koh Lipe non è più un’isola poco conosciuta – sia relativi a come vediamo le cose noi…

    Grazie per avermi portato indietro nel tempo 😀

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