Cronaca e foto di un breve viaggio in Galizia nel dicembre 2018.
28 – 31 dicembre
Capita a volte, quando ho dei momenti “storti” o difficili, che prendo e vado a fare un viaggetto. In questa occasione, c’era ancora il volo diretto da Roma a Santiago de Compostela, ho così approfittato per fare un giro di questa regione della Spagna che ancora non conoscevo.
Non sapevo che ci sarei tornata in seguito più volte facendo il Cammino di Santiago.
La Galizia è una regione, o per l’esattezza, una comunità autonoma della Spagna, situata nell’estremo angolo nordovest del paese. Confina a sud con il Portogallo, e a est con le regioni di Asturias e León. A nord e a est è tutta circondata dall’oceano Atlantico. La particolarità della costa galiziana, soprattutto di quella ovest, sono le rías, profonde insenature simili a fiordi, dove l’oceano entrando si mischia all’acqua dolce proveniente da tanti piccoli fiumi che sfociano nella parte più interna di queste insenature, creando un ambiente acquatico davvero particolare. Lungo le coste di queste rías sorgono numerosi paesini tipici di mare e di pesca, e anche alcune città più importanti, come Vigo, Pontevedra e La Coruña. Altre città importanti della Galizia sono Lugo, Ourense e, naturalmente, Santiago de Compostela.
Cucina galiziana


Naturalmente, con i suoi oltre 1500km di costa, in Galizia pesce e soprattutto frutti di mare sono alla base di molti piatti tipici della cucina.
Il piatto forse più famoso (e mio preferito) è il pulpo a feira, polpo cotto in acqua bollente e tagliato a fettine, servito su un piatto di legno con patate lesse, condito con sale, olio e paprika dolce.
I percebes sono una specie di crostacei (che in realtà si trovano un po’ in tutto il nord della Spagna), reperibili solo in determinati periodi dell’anno, che vengono serviti in genere come antipasto.
Il caldo gallego è una zuppa di verdure a cui si possono aggiungere pezzetti di salsiccia o di pancetta.
I pimientos de Padrón, piccoli peperoni verdi più o meno piccanti, che vengono fritti o arrostiti, e serviti semplicemente con sale grosso.
Il lacón con grelos, cioè spalla di maiale con cime di rapa, un piatto unico ricco e completo.
Tra i dolci, tipici sono la tarta de Santiago, un dolce delicato a base di pasta di mandorle, limone, cannella e zucchero, e le filloas, una sorta di crepes che si possono accompagnare con miele, crema, marmellata.
Una bevanda tipica, che mi è capitato di assaggiare in un’altra occasione, è la queimada, fatta con aguardiente che viene posta in una ciotola di terracotta. Si aggiungono zucchero e pezzi o scorze di frutta, cannella o chicchi di caffè. Si raccoglie parte del liquore e dello zucchero con un mestolo, e gli si dà fuoco. Poi si versa il contenuto del mestolo nella ciotola, in modo che tutto il liquido prenda fuoco, e lo si mescola alcune volte in modo da farlo riscaldare, mentre lo zucchero si caramellizza un po’. Si spegne, per non far evaporare troppo l’alcool, e viene servito caldo in vasetti di terracotta.
Santiago de Compostela
Santiago è la città capoluogo della Galizia. Si trova quasi al centro della regione, e pur non essendo una città molto grande, poco meno di 100.000 abitanti, è una delle tre più importanti città della religione cristiana, e cattolica in particolare, perché nella sua cattedrale sono sepolti i presunti resti di San Giacomo. Insieme a Roma e Gerusalemme, era una delle mete principali dei pellegrinaggi in epoca medievale.
Narra la leggenda che Giacomo il Maggiore, uno degli apostoli di Gesù, si recò in Spagna (allora parte dell’Impero Romano), per portare il Vangelo. Fece ritorno dopo pochi anni a Gerusalemme, dove fu fatto uccidere e decapitare da Erode Agrippa. Due dei suoi discepoli trafugarono le spoglie di Giacomo e le riportarono in Spagna attraverso un lungo viaggio in mare, approdando sulle coste della Galizia. Si spostarono poi all’interno del territorio, per dargli una sepoltura.
Si racconta che intorno all’anno 820, un eremita di quelle zone ebbe una visione di luci a forma di stelle; l’allora vescovo dell’attuale Padrón, venuto a conoscenza della cosa, si recò sul luogo della visione e scoprì un sepolcro con tre corpi, uno dei quali riconducibile alle spoglie di Giacomo.
Il re di Galizia e Asturie, Alfonso II, fece quindi costruire un tempio sul luogo delle sepolture, e da quel momento cominciarono i pellegrinaggi.
La costruzione dell’attuale Cattedrale, uno dei massimi santuari cattolici del mondo, fu iniziata nel 1075, e i lavori vennero completati nel corso del XIII sec.
Il pellegrinaggio in questa città non ha mai conosciuto soste, anche perché San Giacomo è il patrono di Spagna, ma negli ultimi decenni è andato sempre aumentando il numero di coloro che da ogni parte del mondo, e per i più disparati motivi (non più solo quello religioso) percorrono i numerosi Cammini che da tutta la Spagna, e anche dalla Francia e dal Portogallo, portano a Santiago.
La città insieme al suo cammino è stata dichiarata patrimonio UNESCO nel 1985, il Cammino è stato inoltre certificato come Itinerario Culturale Europeo nel 1987.
Santiago, a parte l’importanza culturale e religiosa, è una bella città dall’architettura tipica di quelle zone della Spagna, e del nord del Portogallo. Le strade sono acciottolate, e le case basse in granito (la pietra più diffusa in Galizia) e intonaco bianco; le strade e i vicoli hanno numerosi portici. La città è tutto un saliscendi ed ha un centro storico in gran parte pedonale, bello, curato, in un susseguirsi di stradine e piazzette.
Arrivata nel pomeriggio del 28, per prima cosa sono andata a cercare un’auto a noleggio per i due giorni seguenti, e sono poi andata a vedere la famosa Praza do Obradoiro, la piazza della Cattedrale, entrando a visitare anche quest’ultima. Ovviamente, a parte l’interesse della visita da un punto di vista culturale, la piazza lì per lì mi piacque ma senza particolari sensazioni, non conoscevo minimamente l’emozione che si prova arrivandoci invece al termine di un lungo cammino. Tra l’altro, essendo i giorni tra Natale e Capodanno, non c’erano pellegrini in arrivo, ne vidi solo uno.
Però una cosa mi colpì, nonostante fosse inverno, e la notai anche nei giorni successivi: c’è un’atmosfera serena in quella città, direi quasi gioiosa, oltre che di estrema convivialità. La sera, già dal tardo pomeriggio, tutti i locali si riempivano di gente (cittadini) di tutte le età, seduti ai tavoli o in piedi al bancone, con un bicchiere in mano a chiacchierare tra loro. È una cosa che in realtà ho notato nella maggior parte delle città spagnole, e mi piace molto.
29 dicembre
Il secondo giorno, presa l’auto mi sono diretta verso l’oceano, a fare un bel giro tra paesini e costa.
Devo essere onesta, non ricordo con precisione tutti i posti che ho visto, ho girato parecchio e non me li sono segnati, ero un po’ “distratta da altri pensieri” quei giorni.
Ricordo però che mi sono diretta verso la costa ovest, passando per Pontevea dove c’è un bel ponte medievale; Combarro, paesino di mare particolare e un po’ turistico, dove i classici horreos (depositi per i cereali) galiziani venivano invece usati per essiccare le sardine. Poi Cambados, altro paesino sul mare, una passeggiata alle dune di Corrubedo e al faro di Corrubedo, per tornare a Santiago in serata.
30 dicembre
Il terzo giorno mi sono diretta verso la costa nord. Cominciando da Malpica, altro paesino di mare, fermandomi a Praia de Seaia, un’altra bella spiaggia oceanica di sabbia chiara, e al Mirador de San Adrián, un punto panoramico da cui si vede Malpica, e di fronte un piccolo isolotto.
Ho poi continuato verso ovest lungo la Costa da Morte e i suoi numerosi fari, fino a fermarmi a Finisterre, uno dei fari più famosi, la “fine della terra” e considerato uno dei punti finali del cammino di Santiago.
Come ultima sosta della giornata, il minuscolo paesino marinaro di Ézaro, che ha la particolarità di una cascata che cade direttamente nell’oceano.
Tornata a Santiago, ho riconsegnato l’auto e ho passato l’ultima serata a passeggio per la città.
La Galizia è una terra bellissima.
In generale, la parte nord della Spagna ha un fascino particolare, completamente diversa dalla Spagna “classica” dell’immaginario, dall’Andalusia o comunque dalla Spagna mediterranea.
La presenza dell’oceano, in queste zone tumultuoso e potente, si percepisce nell’atmosfera e nel carattere degli abitanti.
Ovviamente parlo delle zone costiere, c’è poi una parte interna della Galizia di cui non parlo in questo articolo, ma che ho avuto occasione di attraversare a piedi facendo il Cammino di Santiago.
È una regione che può essere visitata comodamente in auto con pochi giorni a disposizione, o con qualche giorno in più abbinata alla confinante Asturia, di cui parlo in questo articolo.
Pernottamento: Hostal Pumar
Per ulteriori info, il sito ufficiale Turismo Galicia
Ultimo aggiornamento 12 Ottobre 2024 da cipiaceviaggiare
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Ci sono passata in macchina anni fa ma non ho avuto l’occasione di fermarmi. Deve essere una regione molto intereassante! 🙂
si, molto interessante, bella, molto verde, con coste aspre e rocciose dove si aprono bellissime spiagge di sabbia bianca. molto bello anche l’interno