INDIA: TOCCATA E FUGA
(diario di viaggio dal 1 al 10 luglio di Cinzia)
In un impeto di pazzia Luca, mio marito, ha deciso di regalare a me e a nostra figlia, un biglietto andata e ritorno per Delhi…
Come lamentarsi di un simile dono? Unico problema si parte esattamente la settimana dopo… E i visti?
Lunedì di corsa ci si reca al consolato di Milano, con foto, passaporti e soldi alla mano e loro ci promettono che venerdì pomeriggio i visti saranno pronti, il nostro aereo parte da Malpensa alle 21, ci dobbiamo credere!
La permanenza in India sarà di soli 8 giorni, quindi dobbiamo ottimizzare il tempo per vedere più cose possibili. La scelta ideale è il “Triangolo d’Oro”, che comprende oltre alla stessa Delhi, Agra e Jaipur.
Settimana intensa di preparazione leggendo guide e resoconti di viaggio, si contatta un amico di Tania che ci dovrebbe ospitare per la permanenza a Delhi e si prepara uno zaino povero, del resto là farà caldo, giusto?
Evviva venerdì puntuali ritiriamo i visti e con grande anticipo arriviamo in aeroporto.
Si parte in orario e dopo un volo notturno molto tranquillo si arriva a Delhi.
Sabato
L’aeroporto è bellissimo, fresco e pulito. Le pratiche burocratiche sono abbastanza veloci, c’è solo da compilare un modulo in inglese con tutti i dati personali prima del ritiro dei bagagli che arrivano velocemente.
Poi si esce… Una botta di caldo umido accentuato dalla stanchezza accumulata durante il viaggio insonne ci coglie impreparate, ma noi non ci spaventiamo. Tentiamo di contattare l’amico che non risponde e poi chiediamo ad un taxista di accompagnarci al suo indirizzo.
E qui incominciamo a toccare con mano, quello che più volte avevamo letto nei vari racconti di viaggio: “attenzione a tutte le persone che girano intorno agli ingenui turisti”!
Noi non siamo tanto ingenue in quanto già esperte di viaggi in autonomia, malgrado ciò nonostante gli occhi aperti e le assidue contrattazioni con l’autista e pure suo fratello, complice il fatto che l’amico non si fa vivo, ci vediamo scodellate presso un albergo fatiscente “raccomandato” dal taxista. Stufe di discutere accettiamo rassegnate la sistemazione.
Posiamo i bagagli e dopo un’ora siamo già comodamente sistemate sul TucTuc del già citato fratello che alla “modica” cifra di 20 euro, ci porterà in giro per circa 7 ore facendoci visitare tutti i siti importanti della città. In origine la sua richiesta era di 50 euro per 4 ore, per cui ci sentiamo molto orgogliose della contrattazione, in seguito scopriremo che con 5 euro avremmo ottenuto lo stesso trattamento… E va bene, è solo il primo giorno, deve crescerci ancoro un po’ di pelo sullo stomaco!!! Visitiamo la moschea Sikh che ci dicono essere la più grande di Delhi e che contiene simboli di religioni diverse, tanto che è frequentata sia dai musulmani che dagli indù e dai buddisti. All’interno è coloratissima e le numerose svastiche scolpite e dipinte, fanno molta impressione, anche se il simbolismo come ben sappiamo è completamente diverso da quello occidentale.
Vediamo il Palazzo del Governo, il Parlamento, l’Osservatorio astronomico, il Mausoleo di Gandhi e alcune tombe, il tutto sempre circondato da parchi pieni di uccelli schiamazzanti.
Il giro è molto bello, anche se contrastare i continui tentativi di portarci nei negozi di “pertinenza” dell’autista a volte sia un po’ stancante. Riusciamo a non farci abbindolare un granché e apprezziamo i vari luoghi della città nuova che ci mostra. Non si capisce per quale imprecisato motivo si rifiuta di portarci nella Old Delhi, ma non importa ci andremo domani con altri mezzi, anche perchè incominciamo a risentire della stanchezza del viaggio.
Ci fermiamo in un’agenzia e prenotiamo un giro con macchina e autista sempre a nostra disposizione, che dal lunedì al sabato ci scarrozzerà in giro per il Triangolo. Ribadiamo il concetto più volte, compreso il fatto che nel prezzo pattuito è inclusa anche la mancia dell’autista, ma, attenzione! Mai fidarsi di ciò che dicono, sempre farselo scrivere e dopo vi racconterò il perché!
La cena della sera consiste in spezie condite con un po’ di riso e spaghettini, ma siamo così stanche che pur con un incendio in bocca ci addormentiamo facendoci un lungo sono fino al mattino dopo.
Domenica
In mattinata dopo esserci svegliate con un geco nel letto, viene a prenderci il famoso amico, che fra uno spinello e l’altro ci elenca per filo e per segno quante volte siamo state ingannate il giorno prima e ci dà saggi consigli per non cadere nuovamente in fallo.
Oggi, cartina in mano, ci dedichiamo alla Old City, il caldo è oppressivo e in breve ci ritroviamo bagnate fradice di sudore a differenza dei numerosi turisti indiani che non sembrano soffrire di tale clima. In effetti sono pochissimi i turisti occidentali e questo probabilmente ci rende esotiche ai loro occhi tant’è che numerose famiglie ci chiedono di fare una foto ricordo con loro e spesso ci accorgiamo che ci fotografano di nascosto con i telefonini… Ma come, siamo sudate, scarmigliate e decisamente conciate da buttar via e ci trattano come dive di Bollywood? Che ci abbiano scambiato per qualcun’altra? Passiamo la mattina visitando il Red Fort (che come dice il nome è ovviamente rosso) e girando per il Bazar anche se resistiamo alla tentazione di buttarci negli acquisti, rimandandoli al ritorno per non viaggiare cariche come muli.
Visitiamo anche quella che ci dicono essere la più grande moschea dell’India, ma pur essendo una moschea, non è dedicata ad una sola religione. Le piastrelle del cortile esterno sono rosse e roventi e più che camminare, saltelliamo da un punto all’altro. Poi Tania piena di energia decide di salire anche sulla torre per godere del panorama, più che di quello gode della entusiastica attenzione dei giovanotti che, complice l’ambiente ridotto, approfittano per fare la sua “conoscenza”!
Nel tardo pomeriggio passeggiamo nel bellissimo Lodi Garden, entrata gratuita, con visita di tre tombe e passeggiata in mezzo ad aiuole fiorite e alberi secolari. Consigliamo decisamente la visita.
Per essere una grande città con 18 milioni di abitanti, Delhi è abbastanza pulita ed ordinata, almeno le zone che abbiamo visitato, ricca di parchi e con una grande facilità nel reperire mezzi di trasporto.
Lunedì
Alle nove il nostro autista ci attende fuori casa per portarci ad Agra. E’ abbastanza giovane e considerato il modo di guidare locale, decisamente abile nel evitare collisioni con persone, macchine ed animali vari che costellano le strade.
Durante il tragitto ci fermiamo a visitare due tombe, un forte e il piccolo Taj, tutte molto spettacolari all’esterno e circondate da giardini ben curati, ma scarne all’interno. Visto che siamo in ballo, ci visitiamo anche il Forte di Agra, che è infinito e molto bello, anch’esso rosso. Evitiamo la lunga fila dell’ingresso approfittando del privilegio di incolonnarci alla fila delle donne e dei bambini che è decisamente più breve.
Arrivati ad Agra, alloggiamo in un albergo consigliato dall’autista (e ti pareva…) ma ad un prezzo deciso da noi molto vicino al Taj Mahal.
Martedì
Alle 5.30 siamo già sveglie, pronte per la visita al Taj come consigliato da tutte le guide per approfittare della luce dell’alba. In realtà in tutta la vacanza non abbiamo mai avuto l’occasione di vedere il sole sempre coperto da nuvole d’afa.
Tania si è vestita con il classico sari, acquistato il giorno prima e sembra un uovo di pasqua mal incartato, infatti le persone che incontriamo la guardano ridendo. Per fortuna un gruppo di donne impietosite dalla sua inesperienza la fanno accomodare in un negozio e la rivestono da capo. Io che indosso il mio tipico e nuovissimo completo casacca lunga e pantaloni extra extra large, inciampo in una buca, mi strappo il bel completino e mi regalo un ematoma sulla gamba che mi durerà circa un mese. Decisamente la giornata non è iniziata bene!
L’ingresso alla tomba è molto costoso (circa 12 euro), ma non si può evitare la visita al monumento simbolo dell’India.
In effetti è spettacolare, il bianco del marmo si specchia nell’acqua delle fontane e contrasta con il verde del parco pieno di scoiattoli.
Lo visitiamo con calma e dopo circa due ore e un’abbondante colazione, ripartiamo direzione Fatehpur Sikri.
Arriviamo a questa città fortezza a mezzogiorno e veniamo subito assaliti dallo stuolo di venditori, guide e personaggi di ogni tipo in cerca di rupie. Per raggiungere la fortezza saliamo su un pulmino straripante di indiani che impiega 10 torridi minuti per compiere il percorso.
Anche Fatehpur è bellissima e soprattutto molto vasta, costruita con mattoni rossi come la maggior parte dell’architettura di questa zona, si staglia sulla pianura circostante. Dicono che sia stata abbandonata perché costruita in una zona povera di acqua, per cui poco idonea alla coltivazione, ma il paesaggio circostante sembra essere abbastanza verde.
Prossima meta il pozzo-palazzo di Abhaneri molto particolare. Si entra gratis, ci si libera della guida estemporanea e si ammira l’architettura. E’ un sito poco pubblicizzato, ma molto suggestivo forse perchè visto in completa solitudine. L’architettura è così insolita che ricorda quei rompicapi fatti di scale che vanno su e giù riempiendo il campo visivo e il tutto è circondato da un tipico villaggio pastorale. Ci è piaciuto veramente tanto.
Arriviamo a Jaipur, detta anche, forse con un po’ di esagerazione, la città rosa. In effetti molti edifici hanno un colore rosato, ma sono talmente scrostati, pieni di insegne pubblicitarie, fili elettrici, tubi e chi più ne ha, più ne metta, che il colore rosato passa spesso in secondo piano.
L’albergo in cui ci porta il nostro autista è veramente appariscente, costruito in vero stile mogul, con tanto di finestrelle traforate, balconcini e dipinti che richiamano le divinità locali.
Mercoledì
Prima visita all’Amber Fort che, costruito su una collina, domina la città. Come rinunciare a salirci con gli elefanti?
Alla base della collina c’è un parcheggio con una trentina di questi pachidermi, che aspettano pazientemente noi turisti pigri o eccitati dalla novità.
L’andatura dell’elefante è alquanto oscillante e dopo 20 minuti di salita, scendiamo in preda alla nausea. E’ inutile dirlo, visto che utilizzando questi animali noi stessi contribuiamo al loro sfruttamento, ma penso che questi elefanti siano trattati veramente con poca cura e il percorso che fanno, su e giù dalla collina e sulla strada per ritornare alle loro stalle, è veramente alienante.
Per entrare al forte, paghiamo un biglietto cumulativo che ci permetterà di visitare altri siti a Jaipur, anche se dovremo insistere con il nostro autista che di giorno in giorno diventa più pigro e meno disponibile a portarci dove richiesto.
Come gli altri siti, anche questo è grandioso e ci si perde durante la visita nei suoi numerosi anfratti.
Prossima tappa il Tempio delle Scimmie. Per arrivarci si percorre una lunga strada in mezzo al verde e si arriva fino alle montagne. Entriamo e rimaniamo incantate a guardare tutte queste scimmie che con i loro piccoli in braccio o attaccati sulla schiena, entrano ed escono liberamente dalle porte e dalle finestre del tempio. Alcune si avvicinano per prendere dalle nostre mani dei pezzi di crackers e si indispettiscono se non siamo più che veloci a darglieli.
Ad un certo punto, non sappiamo se per un temporale in arrivo o per altri motivi, incomincia un esodo verso l’alto di tutti questi animali. Li seguiamo lungo la strada fino a perderli di vista e il sito rimane vuoto. Rimaniamo ancora per circa un’ora, ma gli animali non ricompaiono, per cui i turisti arrivati dopo di noi, non hanno la possibilità di vedere il sito con la sua caratteristica dominante: le scimmie. Durante l’inseguimento degli animali, ci imbattiamo in una specie di vasca in cui molti giovanotti del luogo si tuffano con grandi schiamazzi e un “pizzico” di esibizionismo. Invitano Tania a fare altrettanto e con il caldo che c’è si potrebbe anche fare, ma valutato il grado di inquinamento della pozza, decidiamo di rimandare il tuffo in acque meno “solide”!
Trascorriamo il pomeriggio vagando qua e là per la città, visitando l’Osservatorio e facendo compere. Poi visto che il nostro autista ci ha abbandonato, decidiamo di farci portare in albergo da un risciò. Contrattiamo il prezzo per 10 minuti, poi ottenuto lo sconto voluto ci accomodiamo sul carrozzino. Il signore che pedala ha apparentemente 70 anni e l’albergo è più lontano di quanto pensassimo, in breve tempo ci sentiamo delle schiaviste coloniali, per cui sulle salite scendiamo aiutandolo a spingere il veicolo e giunti a destinazione, paghiamo per intero la cifra pattuita in origine con l’aggiunta di una piccola mancia. Poverino se l’è veramente meritata!
Giovedì
Oggi in programma abbiamo l’Hawa Mahal, che se non fosse su una via super trafficata, spiccherebbe molto di più sia per il suo colore rosato, che per la forma architettonica molto particolare. Seconda meta, l’Albert Hall, che è il museo cittadino, interessante già per l’edificio che lo ospita e poi per la grandissima raccolta di manufatti. Unica pecca i piccioni che svolazzano qua e la per le sale d’esposizione.
Ripartiamo direzione Pushkar, ultima tappa di questa avventura. Bell’albergo con annessa piscina per nostra somma gioia. Posati armi e bagagli, dopo aver nuovamente contrattato per una gita nel deserto con dromedario al tramonto, ci buttiamo nell’acqua fresca e sufficientemente pulita.
Verso le 17, partiamo per la gita sul dromedario. Non è la prima volta che utilizziamo questo “mezzo di trasporto”, anche in Marocco avevamo fatto quest’esperienza veramente emozionante nel Sahara: per cui quasi esperte, saliamo in groppa all’animale fiduciose di godere una gita memorabile… Ebbene, memorabile è stata ma non per la bellezza! Innanzi tutto gran parte del percorso è stato nel paese e già questo ha tolto del fascino all’avventura, poi il deserto in realtà è un campaccio incolto e il tramonto non si vede, sempre per colpa delle nuvole d’afa, ma soprattutto il cammello ha galoppato su lunghi tratti non sulla soffice sabbia del deserto, ma su terra dura o asfalto e la sella vi posso assicurare non era affatto comoda….Per cui vi lascio indovinare le condizioni del nostro fondoschiena al termine della gita con i cammellieri che seduti dietro di noi, secondo me, se la ridevano di gusto!
Venerdì
In questo paese famoso per i mille templi, il nostro autista ci abbandona e non si farà trovare fino a sera dicendoci che siccome il paese è piccolo, ce lo possiamo girare anche a piedi.
E così facciamo, in effetti il paese è molto caratteristico, con il suo lago che al momento è quasi privo di acqua e i molti templi che lo circondano. Peccato che in molti di loro non ci fanno entrare perché siamo straniere. In compenso alcuni sedicenti “bramini” con molta insistenza vogliono coinvolgerci in un rito propiziatorio da effettuarsi sulle rive di detto lago alla modica cifra di 20/30 euro e dico euro non rupie! I commenti sono superflui.
E’ particolarmente interessante osservare l’uso degli orinatoi all’aperto, senza nessun riparo a 2 metri di distanza da negozi e ristoranti. Mentre si è comodamente seduti a sorbirsi una gustosa spremuta di frutta fresca, si possono ammirare alcuni uomini che senza pudore alcuno espletano i propri bisogni fisiologici a due passi da te.
Passiamo la mattina in visita e a far compere, il pomeriggio in piscina. Mentre io mi dedico alla lettura, Tania fa un corso accelerato di nuoto ad un ragazzo proveniente dall’India del nord in ferie con la famiglia.
In serata ceniamo con un ragazzo olandese, quasi al termine del suo giro del mondo, durato circa un anno. Decidiamo di mangiare in un albergo a metà strada fra il nostro e il suo. Evidentemente non è una buona scelta, aspettiamo 2 ore in un giardino al buio, mangiati dalle zanzare, prima che ci servano un’insalata di pomodori e cetrioli. Per fortuna l’attesa è allietata dai racconti di viaggio di Ben, lui ordina anche una salsa strana, convinto ormai di essere immune da ogni malattia, visto l’anno trascorso nei luoghi più remoti senza problemi intestinali di nessun tipo. Alla cena partecipano, non invitati, anche il presunto cuoco e il cameriere che fra uno spinello e l’altro ascoltano i nostri discorsi. Al termine della lauta cena ci diamo appuntamento per il giorno dopo, per visitare il tempio dei pavoni, che a detta degli abitanti del luogo è bellissimo e in cui vivono dei monaci che si nutrono solo di patate.
Sabato
Ben non si fa vivo, al suo posto si presenta un ragazzo del suo albergo che ci comunica che il nostro nuovo amico è stato male tutta notte con vomito e diarrea… Gli avremo mica portato sfortuna?
Anche il famoso tempio dei pavoni è a detta del nostro autista inesistente, ma ci resta il forte dubbio che sia un ennesimo modo per risparmiare energia.
Per cui iniziamo il lento rientro a Delhi che durerà circa 9 ore, anche se i chilometri da percorrere sono circa 300.
L’autostrada è intasata di mezzi e animali, di macchine che vanno contromano e almeno 2 incidenti con camion ribaltati rallentano ulteriormente il percorso.
A noi urge anche trovare un collegamento ad internet per effettuare per tempo il check in on line, in modo da prenotare due posti vicini. E anche questo rappresenta un impresa, perché il nostro autista non vuole fermarsi con scuse varie. Alla fine ci imponiamo e lo obblighiamo fermarsi in una stazione di servizio manovra che esegue percorrendo un pezzo contromano in autostrada. Qui un commesso in un outlet della Adidas, si fa veramente in quattro per aiutarci stampandoci i biglietti: malgrado tutta la faccenda duri un’ora con il coinvolgimento di altre 3 persone, miracolo dei miracoli, non vuole niente in cambio, neanche una tazza di caffé!
Arriviamo a Delhi e prima di raggiungere l’albergo, litighiamo con l’autista che ci chiede la mancia. Forti delle rassicurazioni iniziali del suo capo, gli telefoniamo chiedendo spiegazioni. Lui prendendoci in giro, ci dice che non abbiamo capito niente e visto che non c’è niente di scritto, non possiamo neanche appellarci alla polizia turistica. La goccia che fa traboccare il vaso è quando l’autista con una scusa, ci chiede di vedere la nostra guida Lonely Planet (prezzo 35 euro in prestito dalla biblioteca) e approfittando della nostra distrazione dovuta alla ricerca dell’albergo e alla raccolta dei bagagli, la nasconde. Ci saluta in fretta e furia, con la scusa che non può parcheggiare in quel punto e scappa via. Subito ci accorgiamo del maltolto e tramite l’albergatore lo chiamiamo al telefono. Ma che strano il suo cellulare è spento e lo riaccenderà solo dopo mezz’ora. Quando lo sentiamo fa finta di cadere dalle nuvole, dice di essere già lontano da Delhi e di non poter più tornare personalmente a riportarci la guida. Il nostro albergatore che ha mangiato la foglia, gli propone un riscatto, 5 euro per la restituzione che pagheremo ad un autista di TucTuc che ce la riporterà nel giro di mezz’ora… Non abbiamo neanche la soddisfazione di sputargli in un occhio!!!
E va be’ tutto bene quel che finisce bene. La guest house è vicino all’aeroporto, il gestore è gentilissimo, le camere non sono malaccio, ma lungo i corridoi scorrazzano i topi, niente di male, del resto era nostra intenzione visitare anche il tempio dei topi, che purtroppo era troppo lontano per i pochi giorni a disposizione!
Domenica
Un taxi ci porta in aeroporto, tutto si svolge in maniera efficiente e veloce anche se ci controllano i passaporti e le carte d’imbarco almeno 10 volte. Anche il volo è perfetto e arriviamo a Malpensa in orario, esauste ma soddisfatte dell’esperienza vissuta.
COMMENTI:
Questa zona dell’India merita veramente di essere visitata, ovviamente con un clima più mite e più giorni a disposizione, perché la necessità di vedere tutto il possibile in così poco tempo e il caldo esagerato che abbiamo patito e ve lo diciamo noi che anche a luglio qui in Italia spesso indossiamo una felpina, ha reso la visita molto faticosa con conseguente diminuzione della tolleranza verso i disagi e i piccoli inconvenienti di un viaggio “fai da te”.
Quello che veramente ci è mancato è stato il rapporto con la gente. Le persone che si avvicinano in continuazione per spillarti denaro in modi più o meno leciti sono veramente tantissime e questo ci ha reso diffidenti e intolleranti verso chiunque tentasse di interloquire con noi. Non sono mancati gli esempi e ne ho citati alcuni, in cui persone si sono rese disponibili ad aiutarci o a conoscerci, senza chiedere nulla in cambio, ma la nostra breve permanenza, il fatto che ci fossero pochi occidentali e i luoghi molto turistici, ci ha fatto conoscere gli aspetti peggiori di questa popolazione.
Nonostante questo, non ci siamo mai sentite in pericolo, neanche passeggiando di sera da sole, niente molestie, non paura di furti, solo i piccoli raggiri di cui ho parlato in precedenza.
INFORMAZIONI UTILI:
Portare abiti e calzature molto comodi e facilmente lavabili.
Essenziale la carta igienica!
Buoni i succhi di frutta appena spremuta ma cibi altamente speziati. Prezzo medio di un pasto per persona 3, 4 euro.
Attenzione alle “guide per caso” che sono talmente insistenti da toglierti a volte il piacere della visita.
In caso di contratti con le agenzie, far scrivere e controfirmare gli accordi presi, confrontare diversi prezzi e fidarsi poco dei consigli di taxisti e affini.
Collegamenti Internet circa 1 euro/ora
I ticket per telecamera e macchina fotografica sono a volte più costosi del prezzo dei biglietti, una volta entrati, nessuno controlla cosa fate, per cui decidete voi se essere onesti o risparmiare rupie.
VISTI
I visti vengono rilasciati da un apposita agenzia associata al consolato di Milano.
SOLDI
Valuta: 1 euro = 62 rupie
Sia gli euro che le carte di credito sono accettate raramente, soprattutto nei luoghi e negli alberghi frequentati da noi.
Consiglio di cambiare i soldi direttamente all’aeroporto dove il cambio è corretto anche se c’è una commissione di circa 4 euro su un cambio di 300.
VOLO
Compagnia: Jetairways AR Malpensa Delhi
Prezzo 1248,92 euro per 2 persone comprensivi di spese amministrative
Aerei comodi con sufficiente spazio per le gambe, discreta la qualità del cibo, schermo personale con musica, giochi e film di ogni tipo.
ALBERGHI
Delhi:
Hotel Chanakya
2245-47 Rajguru Road, Chuna Mandi (near Imperial Cinema)
Pahar Ganj, New Delhi
Camera 10 euro
Sporco, rumoroso, con un bagno indecente e ubicato in un quartiere abbastanza degradato.
Agra
Hotel Maya
Purani Mandi, Fatehabad Road
282 001 U.P. India
Camera 12 euro
email: mayaneartaj@gmail.com / info@mayainmagic.com
Bello, pulito, molto vicino al Taj Mahal
Jaipur
Hotel Sajjan Niwas
D1/2B, Via Bank Road, Behind Collectorate, Bani Park, Jaipur
Camera 10 euro
email: sajjan_niwas@hotmail.com / info@sajjanniwas.com
Molto spettacolare in una zona tranquilla, ristorante accogliente con vista sulla città e musica “italiana”.
Pushkar
Hotel: New Park
Panch Kund Road, Pushkar
Purtroppo il più bello non ci ha rilasciato lo scontrino per cui non ho la mail.
Camera 10 euro
Bello, pulito, circondato da un grande giardino con fiori e piante aromatiche e soprattutto piscina!
Delhi
Guest House nei pressi dell’aeroporto
Camera 10 euro
A parte il gentilissimo albergatore, è meglio stendere un velo pietoso!
MONUMENTI
Abbiamo speso circa 100 euro in biglietti di entrata nei vari monumenti visitati. I prezzi vanno dalle 100 rupie, fino alle 750 del Taj Mahal. In media comunque si spendono sulle 250 rupie pari a circa 4 euro a persona.
MEZZI DI TRASPORTO
Taxi: dall’aeroporto fino in città sembra esserci una tariffa fissa di 10 euro, per il resto è tutto contrattabile.
TucTuc: non più di 5 euro per 5/6 ore
Dromedario: 3 ore al tramonto 5 euro per ognuna, compreso due bottiglie di acqua e due bibite.
Elefante:circa 15 euro per entrambe, tariffa fissa decisa dallo stato
TOUR CON MACCHINA E AUTISTA
Agenzia: TOURIST INFORMATION AND RESERVATION CENTRE
M-22/1, Outer Circle, Connaught Place, New Delhi-110 001
email: indiatoursdevelopmentco@gmail.com, indiatoursco@live.com
Prezzo pattuito dal lunedì mattina al sabato sera, con itinerario Delhi, Agra, Jaipur, Pushkar e ritorno, comprensivo di escursioni nei dintorni, macchina e autista a nostra disposizione a qualsiasi ora, tasse e mancia incluse nel prezzo: 285 euro, pagando con carta di credito 20 euro in più.
In realtà l’autista dopo i primi 2 giorni si è mostrato sempre meno collaborante, fino a rendersi irreperibile per lunghi periodi. Spesso con scuse varie si rifiutava di portarci nei luoghi prescelti e al termine del viaggio ha preteso una mancia di 25 euro.
Sconsiglio decisamente questa agenzia e questo autista di nome Suri, non tanto per il prezzo che per noi italiani potrebbe sembrare molto basso (in realtà abbiamo scoperto che altre agenzie facevano alle stesse condizioni prezzi migliori) ma soprattutto per la disonestà del gestore e per la pigra indifferenza dell’autista, conclusasi con la furbata della guida “dimenticata”.
PREZZO COMPLESSIVO DELLA BREVE VACANZA: 2000 EURO
Ultimo aggiornamento 25 Giugno 2024 da cipiaceviaggiare