Tour della Croazia in camper
di Daniela
1 GIORNO
Partiti da casa di primo mattino, siamo giunti in poco più di un’ora e mezzo a Trieste per poi proseguire verso il confine passandolo a Basovizza. Tutto bene fino a Fiume, dove per le un po’ “confuse” indicazioni stradali, seguendo l’indicazione E65 che è la strada costiera che porta a Spalato, quella che avevamo intenzione di fare, ci siamo trovati ben presto a non vedere più il mare scoprendo di trovarci in autostrada direzione Karlovac. Non avendo programmi rigidi abbiamo accolto la novità con una risata. Controllata la cartina decidiamo di uscire a OGULIN dopo aver attraversato un territorio brullo, poco abitato e tutt’altro che interessante.
Studiata la strada per raggiungere Plitvice, la nostra meta, facciamo sosta nell’unico paesino incontrato composto da più di due case per comperare del pane. Subito dopo, lungo l’unica strada che conduceva ai laghi un improvviso blocco con dei cartelli strani. Una cosa così non ci era mai successa prima. Bloccati da uno sminamento di mine di guerra!!!
Non esistendo alternative a quella strada chiediamo in qualche modo indicazioni per proseguire. Ci mostrano una stradina di campagna, noi abbiamo un camper lungo quasi 7 metri!!!
Sperando che la deviazione sia breve, ci avventuriamo timorosi per ritrovarci dopo qualche centinaio di metri dentro un cortile di una casa dalla quale sbuca una rubizza donnetta sorridente che in una lingua completamente incomprensibile, cerca di dirci qualcosa. Se ne aggiunge poi una e di seguito un’altra, alla fine capiamo che dovremo continuare su quel quasi tratturo per ricollegarci con la strada principale. Disperati dopo una ventina di chilometri in cui in ogni momento temevamo la foratura o di rimanere incastrati, reincontriamo la strada principale. Passati infiniti paesi fatti di una due case, dai nomi più fantasiosi, decidiamo di fermarci in un borghetto chiamato CUNIC, incuriositi dalle case trivellate dai colpi di mitragliatrice della guerra.
Mentre preparo il pranzo i miei compagni di viaggio, Arrigo e i due pelosi Ari e Ugo si fanno un giretto tra i campi dove pascolano mucche legate.
Si prosegue sempre per strette strade tra boschi meravigliosi fino ad arrivare alla meta in tardo pomeriggio. Come sempre io organizzatissima sono a conoscenza che per entrare al parco ci sono due ingressi, andiamo a controllare i parcheggi sperando di potercisi fermare per la notte, ma ci rispondono di no invitandoci ad andare a 7 km in località Rastovaca dove c’è un grande campeggio. Circa 500 metri prima sulla sinistra c’è però un altro piccolo campeggio dove ci fermiamo (scarico, elettricità e acqua il tutto per 20 euro, cani compresi!!).
2 GIORNO
Presto al mattino siamo già nel parcheggio numero 1 ancora vuoto,dove lasciamo il camper. I fedelissimi cani verranno con noi con qualche dubbio da parte del mio compagno che preferirebbe lasciarli nel camper. Ingresso piuttosto costoso intorno ai 30.00 € a persona, comprensivo però di trasporto in barca elettrica sul lago più grande, trenino per il rientro e autobus.
I percorsi sono molteplici con durata diversa uno dall’altro, minimo 3 ore a un massimo di 6-8. In internet si trovano buone indicazioni, mentre sul biglietto d’ingresso si trova una cartina sommaria, non molto chiara (attenzione a qualche cartello nel parco posizionato male e quindi facile sbagliarsi se non muniti di piantina).
Non è bellissimo il tempo, fa freschino, ma confidiamo in un miglioramento meteorologico nel corso della mattinata. I più felici sono i pelosi che hanno capito che se ne staranno a zonzo per un bel po’. Meno Arrigo che vede per loro enormi pericoli per i precari passaggi sulle pedane in legno sopra l’acqua e preoccupandosi per la loro stanchezza. L’idea era di fare il percorso più corto. Io mi scateno con la macchina fotografica mentre man mano che si procede i miei compagni di viaggio si entusiasmano sempre di più. I pelosi bravissimi sulla barca suscitano la curiosità di molti e giapponesi si scatenano a fotografarli anche lungo il percorso. Presi dall’entusiasmo decidiamo di continuare a camminare dopo la traversata col battello ritrovandoci poi alla fine a fare il percorso più lungo, quello che dal lago situato al livello inferiore porta a quello più in alto, i laghi in totale sono sedici.
Il rientro fatto sul trenino (una serie di piccoli bus agganciati tra loro) ci risparmia l’ulteriore fatica per raggiungere il parcheggio.
Dopo il pranzo si riparte lungo un percorso di circa 140 km che da Pljtvice ci porterà sulla costa nei pressi di Zara. Nelle vicinanze dei laghi, per rispondere alle richieste del turismo, sorgono villette e case adibite a b&B, ma appena ci si allontana di qualche chilometro, ci si immerge in un percorso su un altipiano brullo circondato da montagne. Chilometri e chilometri di nulla, nessun paese, nemmeno una persona, un animale. In alcuni posti avevamo la stessa impressione avuta in Africa, in certe zone della savana. Poi all’improvviso, vicino alla costa, ancora invisibile per la presenza di una imponente catena montuosa, inizia un’autostrada nuova, poi un tunnel lunghissimo, quasi sette chilometri ci fa sbucare dall’altra parte dei monti e sul mare.
L’idea di dormire al di fuori di un campeggio ci porta nella zona di NIN, deliziosa cittadina nota per avere la più piccola Cattedrale al mondo. Dopo aver vagato di qua e di là arriviamo su un posto fantastico a Vrsi Mulo dove dormiremo su una spiaggia, a 2 metri dal mare e un’immensa pineta alle spalle. Uscite le due sedie, stiamo seduti tutti e quattro ad aspettare la calata del sole, godendo di un tramonto fantastico. Nel buio e nel silenzio più assoluto, trascorreremo la nostra seconda notte.
3 GIORNO
Con dispiacere lasciamo questo posto, dopo aver dato da mangiare ai pesci che venivano fino a riva in un mare totalmente privo di increspatura, liscio come l’olio.
Lasciato il camper in parcheggio, visitiamo NIN, cittadina dalle antiche origini romane di cui conserva ancora alcune vestigia. Pregevole la sacrestia di una delle due chiese dove sono conservati oggetti d’oro e d’argento., la piazzetta e visitiamo la famosa Cattedrale, talmente piccola da suscitare tenerezza. Una passeggiata lungo il mare mi permette di scattare una foto fantastica. Si riparte alla volta di ZARA ritrovandoci all’improvviso di nuovo immersi nella realtà di una città. La parte antica di Zara si trova su una penisola circondata da alte mura. Dopo varie ricerche riusciamo a parcheggiare nei pressi del porto, vicino al ponte pedonale che congiunge la città nuova alla vecchia. Sempre accompagnati dai pelosi impettiti ed eleganti nell’incedere, entriamo dalla porta principale della città vecchia.
Incredibile la lucentezza delle pietre su cui stiamo camminando. Da istruzioni lette sulla guida, visitiamo i luoghi di maggiore interesse rimanendo letteralmente delusi dal poco rispetto riservato ai monumenti più antichi, di epoca romana e a una chiesa, utilizzati come sfondo per bar e panchine su cui sedersi. Girovaghiamo per un’ora, senza particolare entusiasmo fino alla piazza delle cinque fontane e al giardino dal quale si possono ben vedere le mura dell’antica città e il Leone di San Marco simbolo della città di Venezia.
Ritornati al camper optiamo per la ricerca di una bella spiaggia dove passare qualche ora prima di andare a Pag passando per il ponte che congiunge la terraferma all’isola.
Nella località di Ljubac, sulla sinistra all’inizio del paese, notiamo una stradina che imbocchiamo con il convincimento di arrivare su una spiaggia. In effetti ci fermeremo alcune ore in questo posto dalla sabbia sottilissima e solitario, anche se alle nostre spalle ci sono delle abitazioni e probabilmente anche un ristorante un po’ più in là. Quasi quasi ci verrebbe voglia di fermarci anche per la notte.
Proseguiamo però il viaggio avendo la necessità di entrare in un campeggio per avere dell’acqua e scaricare. Passato il ponte, ci appare subito Pag con le sue rocce bianche che si tuffano in un mare blu. Dalla cartina abbiamo visto che i campeggi sono pochi, ed essendo già tardo pomeriggio decidiamo per il primo che avremmo incontrato.
Dal paese di Povljana proseguiamo in direzione spiagge. Un campeggio è proprio sul mare, ci fermiamo, ma il proprietario è così arrogante e maleducato che ce ne andiamo prontamente (Camping Dubrovnik). Troviamo poi il Camping Rastovac (spero di ricordare il nome bene!) vicino a un porticciolo e immerso in una pineta, dove siamo gli unici ospiti, cosa che non ci meraviglia molto, visto che siamo a fine settembre. I cani scorrazzano felici senza alcun timore e passiamo una tranquilla serata guardando le luci del porto riflettersi sul mare.
4 GIORNO
Si riparte, con calma, la mattina, arrivando a Pag città, senza incontrare nulla degno di particolare attenzione. Lo scorcio del paese una volta attraversato il ponte e cominciata la salita, è mozzafiato, tanto che costringo Arrigo a una fermata in un posto che lui non apprezza molto. Due foto al volo e si riparte. Un grande campeggio si trova sul mare a Simuni ma noi procediamo coerenti con la nostra idea di vedere sempre il posto più lontano.
Non ci fermiamo a Novalja, e proseguiamo convinti di trovare il…”meglio” davanti. La strada si allontana dal mare e procede tra stretti muretti a secco, senza sbocchi verso il mare se non qualche strada bianca non percorribile col camper. Siamo un po’ delusi, avendo immaginato qualche spiaggetta solitaria dove passare la notte. Ultima chance, visto che c’è una strada asfaltata è quella di scendere al paese di Jakisnica, si rivelerà una delle solite situazioni in cui ci andiamo ogni tanto a cacciare, ma che poi si risolve al meglio. La strada è strettissima e non è un senso unico, ha pure una notevole pendenza. Siamo fortunati e arriviamo al paese senza incontri. Una piccola baia, qualche casa tra gli alberi, alcuni ristoranti e alla fine del piccolo golfo la strada finisce su un molo di cemento dove sono attraccate alcune barche. E’ ora di pranzo, decidiamo pertanto di fermarci comunque.
Poi, studiata la situazione, giriamo il camper e riusciamo a posteggiarlo vicino a un muretto così da non dare noia. Passeremo tutto il pomeriggio là, chi a dormire chi a leggere sul molo insieme ai cani, cercando l’ultima abbronzatura di stagione.
C’è pure un piccolo supermercato aperto e la signora parla un po’ di italiano. Mi conferma che non essendoci turisti, possiamo rimanere parcheggiati dove siamo anche per la notte. Scende la sera dopo averci regalato un magnifico tramonto, ceniamo e ci concediamo una romantica passeggiata serale.
5 GIORNO
La sveglia stamattina è prestissimo, per la paura di incontrare dei mezzi durante la salita, alle sei siamo già in viaggio, nemmeno fatta colazione. La fortuna ci assiste e arriviamo sulla strada principale solo un secondo prima di vedere il pulmino delle scuole imboccare la discesa.
Siamo salvi anche questa volta.!! Mancano alcuni chilometri alla fine dell’isola e noi li percorriamo tutti. L’ultimo paese è LUN che si trova ancora in alto rispetto al mare, ma c’è una strada asfaltata che scende. L’imbocchiamo e qui, per fortuna hanno avuto l’intelligenza di fare dei sensi unici. Si scende da una parte e si risale dall’altra evitando così situazioni imbarazzanti.
Sulla baia, un bar aperto dove beviamo dell’ottimo caffé espresso e un piccolo negozio dove acquistiamo del pane fresco.
Si riparte. Prima di Novalja giriamo a sinistra, dove un cartello indicava la presenza di una spiaggia. In effetti non è male, anche se è fatta di piccoli sassi, l’acqua è azzurra e trasparente e c’è pure un grande parcheggio vuoto. Curiosi come sempre, proseguiamo fino a Stara Novalja e poi fino alla fine della strada dove c’è un faro che si raggiunge a piedi, un attracco per traghetti e un ristorante. Esce il proprietario che ci dice che avremmo potuto parcheggiare là anche per la notte. Il posto in effetti era bello, ma senza possibilità di fare il bagno.
Tornati sui nostri passi, parcheggiamo vicino alla spiaggia vista in precedenza, decisi di trascorrere il resto della giornata, pigramente là. Il tempo è bellissimo e il mare liscio come l’olio. Incontriamo due persone in bicicletta, che si sono messi in spiaggia vicini, camperisti come noi e passiamo la giornata a raccontarci le nostre esperienze di viaggio. Di nuovo sera, il parcheggio è illuminato per cui stiamo proprio bene.
6 GIORNO
Ci svegliamo e oggi il tempo è decisamente brutto, non promette nulla di buono, decidiamo quindi di prendere il traghetto e tornare sulla terraferma per imbarcarci dopo per l’isola di Rab. Ci accorgiamo di essere senza Kune la moneta locale, perchè ancora non hanno introdotto l’Euro pur essendo entrati nella Comunità Europea, per fortuna ci accettano il pagamento in euro al traghetto, circa 34,00 euro per due persone e un camper fino a 7 metri. Nell’attesa controlliamo la cartina e scopriamo che abbiamo trascurato una parte di isola che poteva riservare belle sorprese in fatto di spiagge. Sulla strada che porta al traghetto c’è una deviazione a destra, indicazione Caska. I due signori del giorno prima ci parlavano di belle spiagge in quella zona. Se la giornata fosse stata bella, avremmo ancora una volta cambiato programma per andare a scoprire qualche bel posto. Ma minaccia pioggia per cui ci imbarchiamo. Il tragitto è breve, una quindicina di minuti.
Sulla costa piove e percorriamo i circa 20 chilometri di strada tutta curve a un’andatura piuttosto lenta, osservando in basso Rab invece illuminata dal sole. Altro traghetto (circa 35 euro!!) e in venti minuti scarsi siamo su Rab che ci accoglie pure essa con rocce bianche fino al mare blu e un territorio inizialmente desertico e ostile. Incontriamo un’amica che ha preso in affitto un appartamento a Barbat e con lei andiamo sulla prima spiaggia, vicinissima al traghetto. Spiaggia piccola ma dall’acqua trasparente, cristallina e piena di pesci.
Poi andiamo a controllare se possiamo avere la possibilità di parcheggiare per la notte davanti la sua casa. Una strada stretta e un po’ sopraelevata sul mare, dove passiamo giusti giusti ci porta nel giardino e la posizione è decisamente ottima, siamo praticamente sul mare. Il pomeriggio facciamo un giro esplorativo dell’isola spingendoci fino a Lopar per finire il pomeriggio sulla spiaggia di Livacina, poi rientro con cena ottima a base di pesce dall’amica.
7 GIORNO
Arrigo e Cinzia si alzano presto per andare al mercato a comperare il pesce fresco e le verdure.
Al rientro partiamo di nuovo tutti per visitare Rab città. Una lunga passeggiata che riempie tutta la mattina, percorrendo le varie vie caratteristiche, fino a salire sulle mura per avere una vista d’insieme e ammirare i quattro campanili che svettano in un cielo un po’ grigio. A mezzogiorno prendiamo strade diverse. Col camper noi raggiungiamo la spiaggia di Kampor, pranziamo e poi ci mettiamo in spiaggia che si trova a due metri da noi. Con meraviglia ci accorgiamo che si può camminare nell’acqua per centinaia di metri senza che superi mai l’altezza che lambisce le ginocchia, mentre pesci giocherellano intorno a noi senza paura. L’acqua è freschina ma piacevole.
Al rientro ci aspetta una pantagruelica cena di pesce e una lunghissima partita di burraco.
8 GIORNO
Dopo una concitata riunione mattutina, per scegliere in quale spiaggia andare, a causa delle dimensioni del camper, decidiamo di affrontare le spiagge di Lopar. Con una manovra azzardata Arrigo riesce a superare un punto strettissimo della strada, ma poi ci arrendiamo tutti e due e parcheggiamo nel primo spazio sufficientemente grande. Proseguiremo per un tratto tutti stipati nella macchina di Cinzia, io, Arrigo, Augusta e ben tre mitici pelosi!!! Poi, a causa del fondo dissestato io e Augusta scendiamo coi tre cani e proseguiamo a piedi. Alla fine anche Cinzia è costretta a fermarsi. Da quel punto inizia un bellissimo sentiero che in circa 30 minuti ci porterà alla spiaggia designata, quella chiamata Sahara, per la presenza di piccole dune, una sabbia chiara e mare dai mille colori.
Davanti a noi i tre pelosi scorrazzano liberi e felici percorrendo la strada avanti e indietro senza stancarsi mai. Sono i primi ad arrivare in spiaggia e a tuffarsi in mare, non mancando poi di rotolarsi sulla sabbia. Confesso ora che trattasi di tre barboncini bianchi, ma che adesso non potrei più riconoscere. Ugo, il maschietto, addirittura è riuscito a infilarsi in chissà quale cespuglio, è pieno di “peta petò” in altro modo non saprei definirli, quei semini uncinati che hanno fatto del suo candido pelo, degli ammassi ingarbugliati. Seduta nell’acqua e costringendolo a fare altrettanto, riesco in una mezzoretta a liberarlo quasi del tutto. Il tempo non è bellissimo, per cui la sabbia non è così chiara, né il mare così blu, anche se è indiscutibilmente con dell’acqua trasparente meravigliosa. Noi, fortunatamente abituati a spiagge fantastiche, siamo un po’ delusi per cui lasciamo le amiche a concludere la giornata su quella spiaggia, mentre noi, rifatta la salita per tornare al camper, ci portiamo in una pineta dove pranzeremo. Io poi vado a “riposare” nella spiaggia vicina (Livacina) mentre compagno e cani restano a dormire in camper. Raggiunti dalle amiche, aspettiamo l’ora di cena giocando a carte in spiaggia.
Altra pantagruelica cena di pesce che, acquistato dai pescatori costa nulla o quasi, grazie anche alla bravura come cuoca di Cinzia la mia amica.
9 GIORNO
E’ giunto il giorno del rientro, il tempo non promette nulla di buono, ma forse meglio così, si lascia il mare senza tanta nostalgia. Il traghetto per KRK parte alle 9.45 da Lopar che dista poco lontano da noi (costo circa 80.00 euro) ma la strada non è buona per cui partiamo presto salutando le amiche che si fermano ancora sull’isola.
Imbarcati, visto che piove, soffia il vento e il mare è mosso restiamo nel camper e ci facciamo una dormita (durata della traversata un’ora e quaranta). A Krk piove per cui proseguiamo senza sosta fino a Omisali l’ultimo paese prima di attraversare il ponte che unisce l’isola alla terraferma. Mangiamo al porto.
Toccata la terraferma, i soliti confusi segnali ci fanno di nuovo prendere un abbaglio, per cui, sotto una pioggia infernale arriviamo a Fiume per la strada costiera alla ricerca dell’imbocco dell’autostrada che ci porterà a Trieste (indicazione non riportata se non molto più avanti già in autostrada). La pioggia è incessante e così forte che ci costringe a una sosta, ci accompagnerà fino a Trieste. Prima di Trieste ci fermiamo per visitare le Foibe di Basovizza, sperando in una pausa dell’acqua, ma è una pura illusione. Il programma era di fermarci a dormire a Trieste nelle vicinanze di Piazza Unità d’Italia, ma dopo una passeggiata rallegrata pure dalla bora, decidiamo di cenare là e poi rientrare a casa.
Spesa complessiva 1.766,00 euro, di cui 980.00 noleggio camper