racconto di viaggio dal 28 luglio al 16 agosto di Roberto Buracchini
28 LUGLIO LUCCA
Sono da pochi minuti passate le ore 12 della notte e dopo aver salutato con un abbraccio Elisa, finalmente sono di nuovo in viaggio.
A differenza di tutti gli altri viaggi, questa volta sarà la macchina il mio mezzo di trasporto, e alle 00.12 entriamo in autostrada.
Il mio compagno di viaggio si chiama Ivan, eravamo stati insieme un paio di anni fa a Barcellona, ma questa volta sarà tutto differente. Quest’anno ad attenderci ci saranno tutti i miei amici conosciuti in Guatemala.
Considerando che il viaggio sarà lungo, prendiamo tutto con molta calma, visto che abbiamo davanti a noi circa 20 giorni. Il primo turno di guida è a carico mio, mentre il caro pugliese si schiaccia un bel pisolino. All’altezza di Massarosa, tutto ad un tratto, mi cade il mondo addosso. Sveglio immediatamente Ivan con due semplicissime parole. ABBIAMO FUSO……
Ci fermiamo con la macchina in una piazzola S.O.S. e ci guardiamo negli occhi a vicenda, mentre una grossa risata allenta un po’ la tensione. Non posso crederci, abbiamo fatto solo 180 km e già siamo fermi. Con la nostra calma, cerchiamo di affrontare questo inconveniente, chiamiamo un carro attrezzi, e attendiamo i soccorsi.
Porteremo la macchina a Lucca, e dopo un’ora di sonno all’interno della macchina in cima al carro attrezzi, il meccanico ci comunica che non potremo ripartire fino a giovedì prossimo (una settimana!!!!!!!!); se vogliamo proseguire con quella macchina. In quel momento avrei preferito ricevere un bel pizzico nella guancia e rendermi conto che stavo facendo un brutto incubo…. Però questa è la pura realtà.
29 LUGLIO ON THE ROAD
Con una panda ultimo modello a noleggio, ritorniamo verso casa per poter prendere la macchina di Ivan. La stanchezza sta prendendo il sopravvento, ma non dobbiamo demordere, e dopo un pranzo veloce dai miei genitori, ci rimettiamo subito in marcia ognuno con una macchina. Alle 15.00 partiamo di nuovo da Sinalunga, e dopo aver lasciato la panda all’autonoleggio, ripartiamo in direzione Spagna. L’unico problema, a cui avevamo pensato prima di partire erano le code, e proprio per questo eravamo partiti il giovedì notte. Adesso però è venerdì 30 e quindi le code non possono mancare. Una miriade di marocchini per raggiungere la loro terra e tanti altri italiani in cerca di mare o in Francia o in Spagna. Quindi code e code interminabili.
Distrutti dal viaggio, dal traffico e dal caldo di questo primo giorno spagnolo, raggiungiamo, dopo 22 ore di strada, Alicante. Prima tappa a casa di Sandra, dove resteremo ospiti per un paio di giorni, prima di ripartire per l’estremo sud.
30 LUGLIO ALICANTE
Sono stremato dalla fatica, e dopo un leggero pasto a casa di Sandra e una doccia ben fredda, ce ne andiamo a letto per recuperare. Ci svegliamo per l’ora di cena, un po’ confusi e ancora un po’ stanchi. Con la mia cara amica Sandra e il suo fidanzato Carlos, usciamo per visitare il piccolo paese dove abitano; El Campello, situato a circa 10 km da Alicante. Approfittiamo del fresco serale per una passeggiata lungo mare, ci fermiamo per un paio di birre, e dopo una lunga chiacchierata per ricordare i tempi passati insieme in Guatemala, rientriamo in casa per dormire.
Ma prima di dormire, tisana in terrazza, e con Sandra rimaniamo a parlare fino a notte inoltrata con un solo tema: Casa Guatemala.
Andiamo a letto alle 3 del mattino sperando di svegliarci con un po’ meno caldo dello scorso giorno. Ieri per strada, abbiamo veramente sofferto molto caldo.
31 LUGLIO ALICANTE
Che dormita cavolo, finalmente!!!!!
Mi sveglio, molto tardi questa mattina, sono quasi le 13 e penso a questo punto di aver recuperato le ore perse la scorsa notte.
Una cosa però non è cambiata, fa un caldo impressionante. Per sfuggire alla calura di questa giornata, con il mio compagno Ivan, decidiamo di uscire per andare a bagnarci un po’ nel mare che si trova a pochi metri dall’appartamento.
Ce ne stiamo un’oretta a sguazzare nel mare e poi rientriamo in casa, dove ci aspetta una profumata e colorala Paella fatta da Carlos. Bel pranzetto, oserei dire.
Alle 17, scendiamo tutti insieme alla spiaggia, dove il mare si è leggermente agitato.
Da queste parti il mare non è certamente dei migliori, anche se di buono c’è il fatto che non c’è nessuno a disturbarci. Come dei bambini piccoli, ci divertiamo sulle onde di Alicante, e dopo una bella giornata di bare, non possiamo mancare all’appuntamento con la cerveza. Dopo una doccia rilassante, stanchi un po’ della giornata, decidiamo di uscire per la cena, e scegliamo un malconcio ristorante cinese. L’abito non fa il monaco. E come spesso accade dal cinese, piatti tanti e spesa poca. 28€ in 4 con birra e dolce. Certo, come sempre la qualità è quella che è, ma il cinese è sempre un’ottima alternativa. Ritorniamo a casa intorno alle 22 e, preparate le nostre cose, ringraziamo Sandra e Carlo della loro ospitalità, poi alle 00.30 saliamo in macchina e partiamo per l’estremo sud.
01 AGOSTO SAN FERNANDO – SANTI PETRI
Ok…. Ci siamo.
Dopo un tranquillo viaggio notturno da Alicante, arriviamo la Barrosa, dove ci attende Maria del Mar. La Barrosa è una splendida spiaggia di San Fernando, a pochi km sud di Cadice, e per un po’ di giorni saremo ospiti dalla mia cara amica Maria. Sono le 9 del mattino quando raggiungiamo la nostra meta, Maria, ci viene a prendere lungo la strada principale. La sua casa, è situata all’interno di una pineta, e dopo aver ricevuto un’ottima colazione, ce ne andiamo in spiaggia a goderci il sole e il mare. Questa splendida spiaggia, bagnata dall’oceano Atlantico, mi ricorda vagamente le immense spiagge di Salvador de Bahia e una cosa in comune, ce l’hanno veramente. L’acqua del mare non è assolutamente calda.
Dopo la mattinata in spiaggia veniamo presi da un forte attacco di sonno, visto la scorsa notte, e decidiamo di rientrare per riposare durante le ore più calde.
Maria del Mar ci sveglia con un buon caffé, e ci mettiamo subito in moto, andando a visitare un piccolo e abbandonato villaggio di pescatori, situato a 15 minuti da casa.
Il nome del villaggio è Sancti Petri ed è molto suggestivo, sembra di essere in un villaggio del far west, anche se gli edifici abbandonati hanno il caratteristico color bianco andaluso. Ci fermiamo ad ammirare il tramonto sulla spiaggia, bevendo una birra, proprio di fronte al castello situato in mezzo al mare. Poi, dopo una leggerissima cena, ce ne andiamo a dormire, stanchi del viaggio della scorsa notte.
Prima di dormire però, mi fermo a parlare con Maria e Angeles, dei bei tempi passati insiemi, all’interno di Casa Guatemala, giusto un anno fa.
Anche qui, come lungo le rive del rio Dulce, le zanzare mi stanno mangiando vivo.
02 AGOSTO SAN FERNANDO
Ci svegliamo alle 9.30, perché il mio carissimo amico Ivan ha lasciato il cellulare acceso, e lo hanno chiamato dall’Italia. Diciamo però, che può andar bene, abbiamo dormito abbastanza, in confronto alle scorse notti.
Facciamo colazione con un buon caffé, pane e burro e poi tutti in spiaggia.
E’ veramente bella questa lunghissima spiaggia.
Anche oggi il caldo è asfissiante, però per fortuna, il mare è molto più calmo di ieri e meno freddo del solito; io ne approfitto per passare un paio d’ore immerso nelle acque dell’Atlantico. Come da buoni spagnoli, pranziamo alle 15.30, con pollo e fagioli; e due bei bicchieri di sangria. Nel pomeriggio, andiamo alla stazione di San Fernando a recuperare un’amica di Maria del Mar. Situato a circa 30 minuti dalla spiaggia della Barrosa, San Fernando, chiamato anche la Isla, è una cittadina di circa 90.000 abitanti, ed è il luogo dove abita Maria del Mar. Dopo aver recuperato la francese Pasqualin, andiamo a visitare un po’ la città e ci fermiamo in centro per un paio di birre. Con le sue piccole stradine strette, mi ricorda vagamente le cittadine coloniali del centro America e del Messico. Case basse, colorate, e con le inferriate alle finestre del piano terra, situate su un reticolo di strade a quadre, sono le caratteristiche di queste cittadine andaluse. Dopo essere rientrati alla Barrosa per una doccia, le ragazze ci accompagnano ad un ristorante di un loro amico spagnolo che cucina pizza italiana. Ristorante O Mamma Mia. Ho sempre detto che la pizza va mangiata in Italia e anche questa volta le mie aspettative non mi deludono; buona, ma niente a che vedere con le nostre pizze.
Andiamo in un locale lungo la spiaggia, ma questa sera ho un grande mal di schiena e non posso esibire il mio reportage di balli latinoamericani..
Tra un cuba libre e l’altro comunque la serata va avanti e rientriamo a letto alle 3.00 del mattino.
03 AGOSTO SAN FERNANDO
Ci svegliamo con un forte vento.
Il Levante, anche se molesta un po’, è decisamente un ottimo rimedio per le zanzare.
Oggi siamo invitati a casa dei genitori di Angeles per un pranzo da capogiro.
I genitori di Angeles vivono a circa 10 minuti dalla Barrosa, e con la macchina, raggiungiamo la loro casa intorno alle 14.30.
Dopo le presentazioni, ci prendiamo un aperitivo in salotto; patatine fritte, olive ripiene, qualche tapas e sangria: Cominciamo bene.
Il padre è fuori di testa, inizia a parlare del periodo in cui lavorava in Germania con italiani, e finirà il suo monologo solo dopo la fine del pranzo.
Ci sediamo intorno ad una tavola imbandita per un’occasione alquanto speciale, l’apparecchiatura poi, mai viste cose del genere: 2 forchette, 1 cucchiaio, 2 coltelli, 2 bicchieri e una miriade di bevande da scegliere a seconda della portata. Io mi sento un po’ in imbarazzo, come del resto anche le stesse ragazze spagnole, ma dicono che deve essere così. La prima portata è un ottimo baccalà con cipolle e capperi, accompagnato da una immensa tortilla spagnola con patate. Poi un bel piatto di lenticchie cucinate con scarti di salsiccia e aglio; ottimo ma siamo già pieni.
Tanto per gradire, la madre di Angeles si presenta alle 16.30 con un vassoio pieno di polpette di carne con salsa alle mandorle. E come rifiutare una delizia del genere.
Per finire un dolce per festeggiare l’onomastico di Angeles.
Dopo tutto questo ben di Dio, non riusciamo neppure a raggiungere la macchina e decidiamo tutti quanti di schiacciare un pisolino tra i vari divani della casa.
Ci svegliamo che è già ora di cena, ma chi può avere il coraggio di sedersi un’altra volta. Ringraziamo i genitori di Angeles ed usciamo in direzione di Conil de la Frontera. Facciamo un giro per lo splendido paesino lungo il mare e ci fermiamo per un caffé in uno dei tanti bar della piazza centrale. Ci dicono che questo è un ottimo posto per le uscite notturne, e molta gente dalle città se ne viene da queste parti per passare le notti andaluse.
Senza cenare, decidiamo di rientrare alla Barrosa, farci una doccia e poi dirigerci verso la Grutas. Modesto bar di copas, dove passiamo un paio d’ore tra una bevuta e l’altra.
04 AGOSTO SAN FERNANDO – CONIL DE LA FRONTERA
Bellissima giornata dedicata al dolce far niente.
Con il mio compagno di viaggio, ci prepariamo una ghiotta colazione, visto che ieri sera avevamo saltato la cena, e poi ci dirigiamo verso la spiaggia.
Anche oggi, il problema n° 1 è il Levante, anche se non rinunciamo prima ad una lunga passeggiata e poi ad un rinfrescante bagno.
Rientriamo in casa intorno alle 14, e Maria del Mar ha già preparato il pranzo; oggi, carne di vitella con patate arrosto. Questa Spagna, non ci fa assolutamente desiderare la nostra cucina abbondante. Tra una bevuta e l’altra e una chiacchiera di troppo, ci alziamo da tavola alle 16 e decidiamo di sdraiarci per una bella siesta spagnola.
Alle 19, quando ci alziamo dal letto, riponiamo le stoviglie, e visto che da queste parti il sole tramonta molto più tardi che in Italia, decidiamo di scendere in spiaggia, bere un caffé e attendere le 21.30, ammirando il tramonto.
Alle 22 rientriamo in casa, mangiamo gli avanzi del pranzo, e poi tutti fuori.
Sono ormai le 01.30 quando prendiamo un taxi per Conil. Prima tappa ad un bar di un amico di Angeles, ci beviamo 2 bicchieri di sangria, e poi al giro tra le piccole e colorate vie del paese. Questa sera siamo fortunati, c’è una rivisitazione del carnevale di Cadice, lungo le strade, con canti e balli in maschera. Ma la notte non finisce qui, dopo aver ammirato lo spettacolo delle maschere, decidiamo di andare presso un locale frequentato dalle nostre amiche durante l’estate. Icaro.
Usciamo in ginocchio dal locale alle 05.30 del mattino e grazie ad un paio di taxi rientriamo a casa alle 06.45. Che notte brava.. e che sbornia.
05 AGOSTO SAN FERNANDO – MEDINA SIDONIA
Visto l’ora che abbiamo fatto la scorsa notte, non potevamo alzarci che nel pomeriggio. Sono le 15.00 quando scendo le scale di casa, ma questa mattina non sono il primo. Maria del Mar è già sveglia e sta facendo colazione con latte e biscotti. Come al solito, passiamo un paio d’ore in spiaggia, poi, alle 16.30 rientriamo per il pranzo. Oggi lenticchie, carote cipolle e salsiccia. I tempi sono veramente differenti rispetto all’Italia. Finiamo di mangiare alle 17.30 e dopo una fresca doccia, decidiamo di uscire per visitare un altro caratteristico villaggio andaluso. Il paese, si chiama Medina Sidonia, e dista circa 30 minuti di macchina dalla Barrosa. Questo piccolo villaggio, situato sempre all’interno della provincia di Cadice, è caratterizzato dalle sue casette bianche, e da una cattedrale appollaiata su una collina.
Visitiamo la cattedrale di stile barocco e saliamo anche sul campanile, da dove è possibile avvistare la bahia di Cadice. Sotto di noi un’innumerevole quantità di terrazzi e tetti di color rossi, mentre all’orizzonte, un sole ormai privo della sua forza, sta già tramontando. Sulla strada del ritorno ci fermiamo a Chiclana della Frontera, entriamo in un tipico ristorante andaluso e iniziamo a TAPEAR (pizzicare, stuzzicare). Poniamo sul tavolo 6 piatti con alimenti differenti, e iniziamo a mangiare pizzicando le varie pietanze con le mani (come gli Arabi??).
Mangiamo gamberetti, polipo, gamberi cozze e vongole, nonché l’immancabile tortilla spagnola con patate. Un litro di birra cadauno e paghiamo. Impressionante, 10 euro a testa come se avessimo mangiato un panino e una birra in Italia e poi, tutti a continuare la serata all’interno di una tipica Bodega Andalusa. Questa Cantina è circondata da una miriade di Botti appese alle pareti e al centro tavoli e seggiole per assaporare i vini del sud. Noi assaggiamo il Moscatel, vino dolce della zona, mentre Maria del Mar decide per qualcosa di più secco. Alla fine ce la caveremo con 5 € in 5.
Un bicchiere di vino tipico andaluso all’interno di uno stupendo locale solo 1€?
Provate a bere un dito di Chianti o di Nobile in una qualsiasi cantina toscana.
06 AGOSTO SAN FERNANDO – SANTI PETRI
Nonostante fossi andato a letto molto presto, apro gli occhi che sono appena passate le 12.00, tutti hanno già fatto colazione e io li raggiungo al piano di sotto.
Oggi è veramente una bella giornata e finalmente se n’è andato anche il Levante.
Con la dovuta calma tipica dell’Andalusia, ce ne andiamo a riprendere Pasqualin che nel frattempo era scesa in spiaggia di prima mattina. Ce ne andiamo a Sancti Petri, il paesino che avevamo visitato al nostro arrivo.
Oggi però, invece di visitare il paesino abbandonato, decidiamo di noleggiare una canoa, per farci una visitina al castello, che si trova a circa 30 minuti dalla riva.
Dopo aver contrattato il prezzo, prendiamo una canoa per due, dove saliamo io e Angeles, e Ivan se ne va da solo. Al principio costa un po’ prendere il ritmo con la mia compagna, ma pian piano il ritmo si fa costante, ma vista la forte corrente contraria impiegheremo circa un’ora per approdare al castello.
Ci soffermiamo sulle rovine del castello per un’oretta circa, anche per riprendere le forze e prepararsi al rientro. Di fronte a noi il mondo sconfinato dell’oceano Atlantico. Il rientro è pressoché una passeggiata, con la corrente a favore, raggiungiamo la riva in meno di 30 minuti, e ad aspettarci in riva al mare, Maria del Mar e Pasqualin ci incitano per raggiungere al più presto terra.
A questo punto ci dedichiamo ad un bel bagno rinfrescante, facciamo una bella passeggiata lungo la spiaggia, e poi rientriamo in casa. Sono le 21.00 e sono con una tazza di latte e biscotti delle 12.30; la fame si fa sentire e tiro fuori dal frigorifero un piatto di lenticchie avanzate del giorno prima.
Nonostante la stanchezza procurata dall’uscita in canoa, decidiamo per una bella uscita notturna, visto che oggi è sabato, e ci dirigiamo verso Conil de la Frontera.
Le strade del paese sono affollate di gente che sono pronti per la notte brava.
Tutti i locali sono stracolmi di persone intente a sorseggiare la loro birra o il loro drink, noi dopo un paio di sangria decidiamo di spostarci un po’ fuori Conil, per sfuggire alla calca. Lungo la strada incontriamo un locale dal nome Eden, e le ragazze ormai inebriate dai fumi dell’alcool decidono di entrare nonostante siano le 4 del mattino. Arriveremo a casa alle 8.30.. Erano 5 anni che non facevo così tardi e un po’ mi sembra di esser tornato adolescente.
07 AGOSTO SAN FERNANDO – CADICE
Giornata persa nel letto.
Ci svegliamo ormai a pomeriggio inoltrato, e dopo uno yogurt mi metto sul divano a vedere un film (Ciudad de Dios).
Alle 20.30, dopo un panino con chorizo, usciamo per un buon caffé presso un tipico chiringuito lungo spiaggia. Le zanzare ci infastidiscono durante la nostra conversazione che si era dilagata sui racconti guatemaltechi e decidiamo di abbandonare la spiaggia per non farci mangiare da questi noiosi insetti.
Al rientro in casa, decidiamo tutti insieme di farsi un bagno sotto le stelle.
Rientriamo per una doccia, e poi ci dirigiamo verso Cadice. Di notte, non è sicuramente il momento migliore per ammirare la bahia, però è sempre un bel vedere.
Ci addentriamo nelle piccole viuzze della città, che mi ricordano un po’ quelle della fantastica capitale cubana: Havana.
Le strade sono costituite da piccole pietre quadrate, tipo sanpietrini a Roma, e le casette, sono caratterizzate dal tipico patio andaluso, situato all’entrata di ogni singola casa. Visitiamo piazza della Libertà, piazza di Spagna e piazza Candelaria. Da piazza San Antonio raggiungiamo il lungomare, dove il suggestivo Alameda ricorda il più affascinante Malecòn di Havana. Stanchi e stremati dalla notte scorsa, passiamo per la magnifica cattedrale, e poi rientriamo verso casa.
08 AGOSTO SAN FERNANDO – SIVIGLIA
Questa mattina ci svegliamo molto presto, sono le 8.00 e tutti già stiamo facendo colazione. Decidiamo di farci una bella doccia rinfrescante, prima di affrontare il calore andaluso. Saliti in macchina, percorriamo la Autopista A-4, che in meno di un’ora ci porta a Sevilla, capoluogo del sud nonché una delle più affascinanti città dell’intera Spagna. Parcheggiamo lungo le rive del fiume Guadalquivir, e ci dirigiamo verso il centro. Come prima cosa, visitiamo l’immensa cattedrale, che, se non ho capito male, la 3^per dimensioni dopo San Pietro in Roma, e San Paolo in Londra.
Dalla cattedrale, dove è situata la tomba di Cristoforo Colombo, raggiungiamo la vetta della Giralda, la torre della cattedrale. Alta più di 90 metri è un esempio perfetto dell’architettura islamica in Spagna. Dall’alto della torre si può ammirare tutta la città, e noi ci sediamo giusto alla fine della scala. Dalla cattedrale ci dirigiamo verso sud attraverso Avenida della Constitucion, e ci fermiamo ad ammirare la vita sonnolenta del giardino di Alcazar. Visitiamo il bellissimo palazzo (5€), e poi ce ne andiamo nella caratteristica piazza di Spagna con delle bellissime raffigurazioni in stile Andaluso di tutte le province spagnole.
Dopo essersi seduti su una panchina che rappresenta la regione della catalogna, raggiungiamo il centro della città per approfittare dei tanti ristorantini e ci sediamo per un pranzo a base di pollo alla piastra e tortilla. Nel rientrare verso la macchina, ci soffermiamo ad ammirare la torre di avvistamento del XIII sec. In stile arabo. La torre del Oro, è situata lungo l’argine del fiume e il suo nome sembra derivi dal fatto che un tempo, tutta la torre era rivestita di mattonelle in oro. Al rientro alla Barrosa, mi faccio lasciare in spiaggia, dove ammiro per l’ultima volta il magnifico tramonto sull’oceano Atlantico. Domani si parte per nuove destinazioni.
09 AGOSTO TARIFA – RONDA
Sono le 7.00 quando suona la sveglia. Decidiamo per una pulita a fondo della casa che ci ha ospitato per questa ultima settimana, e poi dopo una colazione lungo mare, partiamo per l’estremo sud. Il paesaggio è molto spoglio, con colline basse alternate da immense pianure, tutto però caratterizzato da tori e vacche che pascolano immersi nella natura. Ad un certo punto, la natura viene interrotta da un numero esorbitante di pale bianche, per l’energia eolica. E anche se non sono il massimo da vedere, sono un’ottima soluzione per il risparmio energetico.
Raggiunta Tarifa lungo la statale N-340, ci fermiamo sul mirador che permette di avvistare terra africana. Oggi non è ben visibile il continente africano, visto la foschia che divide i due continenti, ma la voglia di raggiungere terre esotiche al di là del mediterraneo inebriano la mia mente. Subito dopo aver superato Algeciras, lasciamo la autopista del mediterraneo e imbocchiamo una stretta ma bellissima strada di montagna che ci porta fino al paese di Ronda. Questi 45 Km che separano la costa da Ronda, è caratterizzata da innumerevoli curve, e l’andatura è ben ridotta rispetto al solito. Inoltre il caro Ivan ha avuto la sensazione che la macchina abbia dei problemi.. chissà.. !!!
La sensazione di Ivan si trasformerà ben presto in una dura realtà. Dopo aver pranzato, siamo andati presso un meccanico della zona industriale, e finalmente abbiamo avuto la conferma dal meccanico che i nostri dubbi erano certezze. Bene!!!! E due.
Si è rotta la pompa dell’acqua della Toyota di Ivan.
Non sapevo se piangere o ridere, comunque, meglio restare calmi e non rovinarsi la vacanza. La spesa, si aggira intorno a 250€, ma il problema fondamentale è che la macchina sarà pronta non prima di Venerdì.. (3 giorni senza macchina).
Il signor Rafael Caballero della Cumaca Motor, ci fa un bel sorriso e ci invita a noleggiare una macchina, ma noi decidiamo di affrontare questi giorni di viaggio con i mezzi pubblici. Nel centro di Ronda troviamo un piccolo Hostel a conduzione familiare (Aguilar Hostel 10€ cad), con camere carine e pulite, e con il bagno in comune. Ci facciamo una doccia, e usciamo a visitare questo piccolo paese di montagna. Prima che se ne vada il sole, approfittiamo per una visita nelle caratteristiche viuzze di Ronda, la quale è divisa in due parti dal El Tajo Gorge.
Il ponte nuovo unisce le due parti del paese conosciute con il nome di Ciudad e Mercadillo. Facciamo due passi all’interno della Ciudad visitando prima la chiesa di Santa Maria, la piazza Maria Auxiliadoria, il palazzo de Mondragon, e infine, passando attraverso la Puerta de la Exijara, raggiungiamo i bagni arabi.
Passando poi sul ponte vecchio, rientriamo in piazza di Spagna e visitiamo la plaza de Toros nella parte nuova della cittadina. Ci fermiamo per una cena nei pressi di Plaza del Socorro, e poi ce ne andiamo nel nostro hostel.
10 AGOSTO GRANADA – BENALVA
Ci svegliamo molto presto e ci dirigiamo verso la stazione ferroviaria.
Alle 8.40, il nostro treno lascia la cittadina di Ronda per raggiungere in poco meno di 3 ore la bellissima Granada. Come prima cosa lasciamo i nostri zaini in un deposito, visto che passeremo tutto il giorno in giro per la città, e poi ci mettiamo in marcia.
Questa città mi affascina fin dalla prima vista, e la sua architettura che ricorda il dominio arabo è tra le migliori di tutta l’Andalusia. Raggiungiamo il centro città dopo una fugace visita ai giardini del Triunfo, e giusto nei pressi della bellissima cattedrale ci fermiamo a tapear (mangiare con tapas … 3 birre con 3 panini 4.80€).
Che bella invenzione le tapas, soprattutto qua a Granada, la capitale di questo tipo di alimentazione; prendi una birra per 1.60€ e ti danno un panino al seguito.
Dal centro, raggiungiamo la zona araba, ci sediamo su una tetteria a gustare un the marocchino, mentre Ivan e Angeles si godono un bel bagno turco.
Noi continuiamo la nostra visita della città e ce ne andiamo in un mirador, dal quale vi è una vista sorprendente sull’Alhambra. Domani entreremo a visitarla.
Da Sacromonte, scendiamo di nuovo lungo le stradine dell’Albayzin, e ci fermiamo a sorseggiare un caffé in plaza Nuova. Prima che il sole se ne vada, prendiamo un treno alla stazione, e ci dirigiamo verso Benalva, dove è situata la casa degli zii di Angeles.
Arrivati a tarda sera, sembra di essere giunti nei paraggi di un piccolo paesino del sud Italia; mangiamo ai bordi della strada in un diroccato ristorantino. Ci sistemiamo in casa con i nostri zaini e prepariamo le nostre camere, e alle 00.45 andiamo a dormire.
11 AGOSTO GRANADA – BENALVA
Da queste parti le vie di comunicazione non sono delle migliori e per nostra sfortuna la macchina ancora si trova a Ronda. Intanto Ivan si sveglia un po’ ammalato, e decide di rimanere in casa senza essere disturbato. Per fortuna, dopo aver salutato Ivan, un camionista che è diretto a Granada ci offre un passaggio.
Il simpatico camionista di Almeria ci lascia a 10 km dalla città, e da lì un bus ci accompagna al centro. Ma nonostante i soli 10 km che ci dividono dal centro, il prossimo bus passerà solo dopo 3 ore; di nuovo autostop. La signora che ci offre il passaggio è una simpatica infermiera di Baza, che lavora presso l’ospedale della città, e per fortuna ci lascia vicino al centro, nei pressi di plaza de Toros.
Appena raggiunto il centro, ci incontriamo con una amica di Maria, con la quale condividiamo una bella pizza al Mamma Rosa, ristorante a gestito da una famiglia calabrese. A fine pranzo, salutiamo Pila, la ragazza amica di Maria e ce ne andiamo a visitare l’Alhambra, monumento principale di Granada.
L’Alhambra fu palazzo, cittadella e residenza dei sultani Nazaries, più o meno dal sec XIII al sec XV. Questo maestoso monumento, si divide in 4 parti ben distinte: i palazzi, l’alcazaba, la Medina e infine il Generalife. All’interno, troviamo anche edifici di altre epoche, come la struttura rinascimentale denominato Palazzo di Carlo V. Sempre all’interno, il museo delle belle Arti, circondato da bellissimi giardini e boschi. Per 5 € visitiamo il Generalife, l’Alcazaba e infine i giardini del Portal.
Usciamo dal sito alle 20.30 e con un bus rientriamo fortunatamente l’insediamento di Benalva.
RONDA – BENALVA
Oggi, dedichiamo la giornata al recupero della macchina.
Da Benalva, raggiungiamo Granada con un bus, poi dalla stazione della città prendiamo un treno alle 13.45 e raggiungiamo Ronda alle 16.35.
Con un taxi ci facciamo portare alla zona industriale, dove il gentilissimo Rafael ci attende per restituirci la macchina. Sconto di 40 € e finalmente siamo di nuovo con un mezzo con cui spostarsi. Rientriamo a Benalva giusto per l’ora di cena e le ragazze stasera ci hanno preparato un buon piatto a base di uova e cipolle con del pollo alla piastra. Stanchi della giornata, andiamo a letto che non sono neppure le 23.00
13 AGOSTO CABO DE GATA
Dopo un’ottima dormita, decidiamo di passare gli ultimi giorni della nostra vacanza al mare. Prendiamo la nostra macchina, e alle 9 del mattino partiamo in direzione di Nijar, il paese più vicino per raggiungere Capo de Gata.
Cosa dire…. Bellissimo tratto di costa sul Mar Mediterraneo.
Raggiungiamo Nijar alle 12 e compriamo le provviste per i prossimi 2 giorni.
Poi ce ne andiamo verso le spiagge del Capo. Scegliamo la Playa de los Muertos, che a dir la verità non promette molto bene. Ma le ragazze ci assicurano che è la migliore.
Non so come sono le altre, ma questa vale davvero la pena.
Pochissima gente, e un immensa spiaggia tutta per noi. Oggi è sabato, e Angeles ci ha detto che stasera arriveranno famiglie e non a cenare, e a preparare le tende per dormire sotto le stelle. Ed è così veramente, dopo un pomeriggio passato a giocare con le onde, alle 19 incominciano a scendere dalle colline dietro di noi uomini e donne, con figli e no con le loro borse, pronti per accampare.
Passiamo una serata indimenticabile, intorno ad un fuoco con altre 20 persone, che non conoscevamo prima,e dopo aver scolato almeno 5 bottiglie di rhum crolliamo sulla sabbia.
14 AGOSTO CABO DE GATA – BENALVA
Cosa ribadire…… Questo litorale è veramente affascinante.
Ci svegliamo sotto gli schiamazzi dei bambini che già giocano con la sabbia e dopo un bagno rinfrescante in mare facciamo una colazione spartana.
Stiamo tutto il giorno a vagabondare nella spiaggia, e a rinfrescarsi nel mare.
Niente di particolare da segnalare, se non che questa parte della Spagna mi rimarrà senza dubbio impressa nella mente per molti anni.
Dopo una giornata passata al sole andaluso, risaliamo la collina e dopo aver raggiunto la nostra macchina, rientriamo a Benalva per passare la notte. Siamo giunti alla fine del nostro viaggio andaluso.
Domani partiamo.
15 AGOSTO BENALVA – ALICANTE
Giornata dedicata alle pulizie di casa, nonché ad un pranzo di prima qualità a casa di amici di Angeles. Rimaniamo a casa di Josè fino alle 17 del pomeriggio, tra una chiacchiera e l’altra e poi, rientriamo a casa per recuperare i nostri zaini.
Salutiamo con un grosso abbraccio le nostre amiche andaluse, che oltre a invitarci nelle loro abitazioni, ci hanno mostrato una faccia ben diversa di questa regione, rispetto ad un viaggio da soli. Tristemente, lasciamo Benalva e le Ninas alle 19.00.
Lungo la strada, ci fermiamo a dormire da Sandra, la mia amica di Alicante, che da buona spagnola, ci aspetta fino alle 23 per cenare.
Approfittiamo di questa ultima tappa per farsi un bel riposino prima di mettersi in cammino verso l’Italia.
16 AGOSTO VERSO CASA
Al mattino dell’ultimo giorno spagnolo, usciamo per fare alcuni acquisti con Sandra, e dopo averla ringraziata per la sua ospitalità, le lasciamo un libro in italiano che prima o poi dovrà imparare, e partiamo per l’Italia.
Sono le 14.00 quando prendiamo l’autopista N340 e dopo 17 ore di viaggio, interrotto solo un paio di volte per un caffé o un panino, raggiungiamo casa la mattina del giorno 17 agosto
Hasta la vista andalucia
http://robertoburacchini.blogspot.it/