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Thailandia e Cambogia 2008

Thailandia e Cambogia 2008


racconto di viaggio di Davide B.

Itinerario: Bangkok, Sihanoukville, Phnom Penh, Chiang Mai, Ko Phangan, Ko Tao

Arrivato il grande giorno, si parte per una nuova avventura verso il misterioso Oriente. L’arrivo nella grande metropoli di Bangkok, come poi in tutti i posti Asiatici è un impatto non tanto piacevole per via delle stagioni delle piogge che provocano un tasso di afa non indifferente pari a un 90%. Sono però  fortunato il sole ne fa da padrone. Tra canyon di grattacieli di cemento, rombanti veicoli che sfrecciano con rumori assordanti, questa è la vera Bangkok, strade a 12 corsie e sopraelevate questa è la capitale delle Thailandia dal 1782 come stabilito dal primo Re della dinastia Chakri Rama I. Il nome è una contrazione di Bang Makok, che sta a significare “Villaggio delle prugne selvatiche” e il nome ufficiale in Thai è una specie di scioglilingua. Mi fermo tre notti, il giusto per vedere le cose più importanti. La prima visita e sicuramente la più bella è quella al tempio del Buddha di Smeraldo che sarebbe il Wat Phra Kae. E’ una meraviglia architettonica di luccicanti Chedi (Stupa) dorati apparentemente sospesi in aria, di lucide tegole arancioni e verdi tetti che trafiggono il cielo umido di colonne rivestite di mosaici e di ricchi frontoni di marmo. Dopo passo al Palazzo Reale oggi usato dal Re soltanto in occasione di alcune celebrazioni ufficiali senza dubbio nel vedere tale costruzione si rimane senza fiato. A 15 minuti di strada c’è  il Wat Pho che ospita il più importante Buddha disteso e la più ricca collezione di statue del Buddha della Thailandia e anche la sede nazionale per l’insegnamento e la conversazione della medicina tradizionale Thai. Passando dall’altra parte del fiume (Tamburi) c’è uno straordinario tempio il Wat Arun con una torre stile Khmer di 82 metri, costruito durante la prima metà del XIX secolo su commissione di Rama II, molto spettacolare. Da vedere c’è ne parecchio dalla parte centrale di Siam Square dove ci sono i vari centri commerciali e dove si possono trovare nuovissime tecnologie con prezzi ottimi e i vari quartieri di Chinatown, Phahunat e Banglamphu dove è possibile fare acquisti in vari e svariati mercatini. Penso che 3 giorni siano più che sufficienti per visitarla. Dopo la visita della capitale thailandese parto via terra per la Cambogia passando per Trat e cambiando vari mezzi arrivo al confine, mi fermo alla prima cittadina Ko Kong e pernotto per aspettare la mattina seguente il pullman che mi porta a Sihanoukville. Non è la prima volta che visito la Cambogia, ci sono stato nel 2005 quando mi sono fermato per visitare i Templi di Angkor Wat a Siem Reap, che dire un posto fantastico la gente anche se povera è disponibile e sempre pronta ad aiutare e a regalare un sorriso. Oggi i cambogiani sono circa 14 milioni, praticamente 7 milioni in più rispetto al periodo che ha preceduto il genocidio perpetrato dai Khemr rossi o per meglio dire dall’organizzazione di Pol Pot, a partire dal 1975 che secondo le parti sarebbero 3 milioni di vittime sterminate; per dimenticare il genocidio i cambogiani si sono messi a fare sempre più figli, questo almeno quanto da loro raccontatomi. Solo alla fine di luglio del 1997, la radio ufficiale dei Khmer annuncia uno scoop: l’arresto e il processo di Pol Pot la cui morte avvenne l’anno successivo anche se rimane sempre un mistero. Dopo questo piccolo excursus storico torniamo al mio viaggio. Arrivo a Sihanoukville, località di mare che rimane nel golfo della Thailandia ed è il porto principale della Cambogia. Chiamata anche Kompang Sam attira sia i residenti che gli stranieri che possono passare un weekend tranquillo per riposare sotto gli alberi di cocco e le spiagge bianche nonché appassionati d’immersioni che partono all’esplorazione dei fondali delle magnifiche isolette tropicali al largo delle costa. Il primo giorno di visita mi prendo un tuc- tuc e vado ad esplorare le varie spiagge, come città artistica non offre tanto, si possono visitare due templi e il piccolo porto. Per la sera, se amanti di serpenti, si può andare a cenare alla The Snake House, ristorante molto carino il cui proprietario è un russo, dove si possono gustare piatti tipici cambogiani e russi, naturalmente senza essere mai persi di vista da questi simpatici rettili. Ah, dimenticavo, questi ultimi a loro volta sorvegliati da un coccodrillo di circa 1,5 m. A Sihanoukville ho pernottato da un amico italiano che possiede una Guest House. Dopo avere passato 3 notti parto per la capitale Phnom Penh che rimane a 5 ore di viaggio dalla località di mare. Le strade sono ben gestite e mentre mi osservo il panorama suggestivo mi faccio scappare qualche click della macchina fotografica sulle varie abitazioni a mo’ di palafitta. Non ho detto che la guida è come in Italia, invece in Thailandia al contrario.

Phnom Penh deve il suo nome a una certa Madame Penh, secondo la leggenda scoprì 4 statue di bronzo in un tronco di albero che galeggiava sul Mekong. Per mettere il suo tesoro al riparo costruì una collina di pietre: il Phnom sul quale fu edificato uno Stupa e l’antico villaggio di pescatori divenne la residenza dei Re Khmer verso il XV secolo. Inizio la visita alla città dal Palazzo Reale che risale all’inizio del XX secolo  i suoi edifici principali sono stati commissionati da architetti Khmer e Francesi del Re Nordom e successivamente dal Re Sisowath, è estremamente affascinante, con i tetti ricoperti di tegole dipinte, fronte pizzi intarsiati e cortili fioriti con lunghe gallerie. Passo poi a una realtà triste ossia al museo del genocidio o S21, costruito dai francesi come edificio scolastico e trasformato in seguito nella più terribile prigione di tutta la Cambogia. Qui dall’aprile del 1975 al gennaio 1979 quasi 15 mila persone sono state rinchiuse e sottoposte alle più orribili torture prima di essere uccisi dai Khmer rossi di Pol Pot nel campo di sterminio di Choueng Ek. Lo visito, ma preferisco non parlare di questa cruda realtà. Ciò non significa però far finta di niente e chi volesse può rendersi conto di tali atrocità guardando alcune  foto nel mio sito che valgono più di mille parole. Ci sono poi varie pagode e templi da visitare, molto bella è la pagoda d’Argento a Wat Phom in cima ad una piccola collina alta 30 m. Da non perdere inoltre i vari mercatini, da quello centrale con più di 2 mila bancarelle, a quello russo che vanta le preferenze dei turisti in quanto meglio assortito se si vogliono acquistare i più svariati souvenirs. Molto carine sono anche le gite in battello sul fiume Sisowath. Chi cercasse invece vita notturna, qui, come poi nella maggior parte dei paesi orientali capita male. Bisogna accontentarsi dei tipici locali “del turista”. Dopo aver  passato una settimana in un paese così emozionante lascio con il cuore la bellissima Cambogia e rientro in Thailandia con un volo verso Chiang Mai. Una delle molte domande che i thailandesi sono soliti porre a uno straniero in visita è: “sei già stato a Chiang Mai?” come sottolineare che è una tappa obbligatoria. La città vecchia è un quadrato preciso delimitato da canali e resti di mura dove è possibile visitare molti templi importanti tra i quali, Wat Chian Man, costruito nel 1296  tipico esempio di architettura tradizionale del Nord con possenti colonne in Tek e  Wat Phra Singh iniziato nel 1345 dal Re Pa Yo e portato a compimento tra il 1385 e il 1400 che ospita la statua di Phra Singh. L’attrattiva turistica principale è il bazar notturno che rappresenta un  retaggio di carovane di mercanti provenienti dallo Yunnan, che percorrevano l’antica via commerciale fra Simao (Cina) e Mawlampaing (Mynmar) facendo tappa in questa città. Il primo giorno di permanenza noleggio una macchina con autista ed assieme ad una coppia di Milano che ho conosciuto all’aeroporto di Bangkok (Matteo ed Elisa che qui calorosamente saluto) ci dirigiamo  a visitare  uno spettacolo di scimmie. Tra l’altro all’ingresso di consegnano con 20 Bath un cestello con dentro un po’ di arachidi e banane per far si che si avvicinino più a noi. Dopo mezz’ora che facciamo conoscenza con i vari simpaticoni, inizia il primo spettacolo della mattina, dove questi animaletti  vanno in bici e giocano a pallacanestro, fanno le flessioni e nuotano. Non lontano da quel complesso si possono poi andare a visitare le tigri. Qui con 300 bath si può scegliere l’opzione di entrare nel loro recinto chiaramente con varie persone della security che tengono sotto controllo queste belve, esperienza unica! L’ultima tappa della giornata è un tempio sopra alle colline di Chiang Mai. Per arrivarci bisogna salire circa 360 scalini ma ne vale la pena, è veramente carino e il panorama che si può ammirare da lassù lascia senza fiato!!! Il giorno seguente facciamo un tour nella giungla con gli elefanti.  Mi sono molto divertito nel vedere come questi animali fanno la doccia utilizzando la proboscide, esperienza anche questa che vivamente consiglio di fare almeno una volta nella vita!

Stilled Lives - Chi causò tutto questoDopo andiamo a visitare il villaggio delle “donne giraffa”,così chiamate in quanto fin da piccole utilizzano degli anelli intorno al collo che aumentano di numero man mano che crescono proprio con l’intento di allungare il collo. Viste dal vivo fanno veramente impressione, un po’ triste questa cosa ma ovviamente è loro tradizione.

Ragazza giraffaPranzo a base di verdure e poi si parte per il rafting per chiudere in bellezza la giornata!
Resto un attimo basito quando vedo la “canoa” sulla quale dovevo salire. Tante canne di bambù legate assieme senza nessuna protezione nei lati, adrenalina allo stato puro!Partiti però mi rendo conto, un po’ deluso, che quello che si stava andando a fare era un giro turistico tranquillo lungo il fiume dove di tanto in tanto si incontrava  qualche piccola “cascata”, lungi quindi dal potersi chiamare rafting!!! L’ultimo giorno mi noleggio uno scooter e mi avventuro nelle strade che circondano la città. Dopo quasi tre settimane trascorse in giro a visitare quanto più possibile, mi concedo, prima di ritornare in Italia, qualche giorno di puro semplice e meritato relax! Si va ora alla scoperta delle isole e per fare questo prendo un volo per Ko Samui. Appena prendo una barca e mi sistemo per 3 giorni a Ko Phangan definita isola selvaggia. L’assenza di un aeroporto e di strade asfaltate ha finora salvato questa isola dal turismo anche se è abbastanza visitata. Ci sono spiagge per tutti i gusti molto belle e se vi piacciono le feste aspettate la luna piena e andate a Hot Rin, che in quell’occasione ospita la più grande festa sulla spiaggia di tutto il mondo chiamata “The Full Moon Party” ma se non fa per voi potete andare a fare snorkeling e scoprire belle formazioni coralline. Mi prendo un scooter e me la giro tutta, se posso consigliare visitate Hat Yaoo, Hat Yang, Hat Sadet, ritengo siano le spiagge più belle. Dimenticavo ci sono anche delle cascate Thom Sadet nella parte orientale dell’isola, ci sono massi sui quali sono state scolpite insegne reali di Rama V  e VII in occasione delle loro visite ma sono un po’ deludenti. Il quarto giorno prendo di nuovo una barca e mi sposto a Ko Tao che significa “Isola delle Tartarughe”, deve questo nome alla sua forma. Per ragioni di tempo non mi fermo, prendo subito un’altra barca per spostarmi in un isola il cui nome è “Ko Nang Yang”. Due sole parole per descrivere quest’isola a 10 minuti da Ko Tao ..UN PARADISO!!

Ko NangyanMonopolizzata da 3 isolette collegate tra loro da un idilliaco banco di sabbia, sopra vi è un unico resort dove è possibile pernottarvi solo previa prenotazione visto che i posti sono limitati. Possono comunque entrarci tutti, ma la permanenza in caso di non pernottamento è ammessa solo nella fascia oraria 10:00- 17:00. Posto incantevole dove regole ferree nel rispetto della natura incontaminata ne fanno da padrone, tra le altre ad esempio l’obbligo di non portare con sé bottiglie di plastica. Per gli amanti delle immersioni è un vero parco marino. Tra l’altro prenotando direttamente sul sito del resort, è previsto uno sconto del 40% sulla camera se si fanno minimo 2 immersioni al giorno. Qui ho fatto anche la prima esperienza di immersione notturna, che dire, uno spettacolo a mare aperto. Ci siamo immersi fino ad una profondità di 20 metri e la sensazione è quella di nuotare all’interno di un acquario: barracuda, razze, pesci di mille colori e coralli di tutti i tipi. Il Diving del resort è gestito molto bene. Vi è la possibilità di iniziare un corso Open e per chi non volesse portarsi dietro tutta l’attrezzatura può tranquillamente noleggiarla all’interno dello stesso. Ma il posto è l’ideale anche per i non amanti delle immersioni in quanto permette di potersi  rilassare al sole godendosi il paradisiaco panorama, oppure fare delle passeggiate lungo il pontile che circonda l’isola.

Tramonto a Ko kongDopo 35 ore d’aereo, 25 di pullman, 7 di boat, 20 di scooter e all’incirca 90 di spedita camminata, tornato in Italia, come sempre restano le riflessioni personali e i ricordi che non smetterò mai di conservare all’interno nel mio cuore.
Lungo il mio cammino ho potuto scontrarmi con realtà sicuramente lontane dal nostro modo di vivere ma non smetto di chiedermi se le persone “povere” siano loro o viceversa.
Non aggiungo altro in quanto le mie foto parlano da sole!!!!!

gonzo_d@libero.it


Ultimo aggiornamento 11 Luglio 2024 da cipiaceviaggiare

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