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Ankazoberavina 2007

Ankazoberavina 2007

Impressioni di un viaggio straordinario

(diario di viaggio 3 – 20 ottobre di Roberto B.)

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Non ho mai viaggiato molto per vacanza, piuttosto preferivo crogiolarmi al sole del resto splendido della Croazia e specialmente a Pola in cui ho trascorso 20 anni delle mie ferie. Ad un certo punto mi è scattata una molla in testa, ho 60 anni suonati ed ho detto perché non cambiare? Ho scelto Madagascar. L’Africa la conoscevo già dal 1975 avendo soggiornato per lavoro in Nigeria e Sudan per circa 3 anni e forse per questo ho scelto inconsciamente di tornarci anche se tra il continente e l’isola c’è qualche differenza; non troppa a mio parere. Partenza il 3 Ottobre 2007, viaggio alla fantozzi. 30 ore per arrivare a Nosy Be causa ritardi aerei.

1°- 4 ottobre – a Fascene viene a prelevarmi un signore che risulta essere il maggiore interlocutore di Ankazoberavina, isola in cui io sono diretto dopo averla scoperta casualmente su internet ed averla scelta quasi per scommessa dato che solo da quest’anno è stata introdotta in qualche depliant. Il signore, tale Mario M. è il socio fondatore di una società, nature sauvage, che ha come scopo unico il mantenimento e la conservazione assoluta di Ankazoberavina. E’ stata una grossa fortuna per noi che le nostre vacanze coincidessero con quelle di questo signore con moglie al seguito e due coppie di amici venuti con lui da Roma; perché con una guida di questo spessore e di tale esperienza una vacanza si può trasformare da bella ad indimenticabile. Dopo tutto questo lungo prologo ritorno al primo giorno. Fuori dell’aeroporto ci attende un taxi che ci porta alla spiaggia di Madirokely, dove ci aspettano due motoscafi, uno per i bagagli, siamo in 8, e l’altro per le persone. Partiamo a velocità sostenuta e dopo circa un ora si avvista in modo nitido il contorno di Anka, mentre resto esterrefatto dalla spettacolarità dell’isola il marinaio malgascio, certo Magic  si ferma in mezzo all’oceano a contrattare con un pescatore su una minuta piroga il pasto di mezzogiorno. Alla fine, dopo un quarto d’ora di trattative porta a bordo un enorme carango di circa 25 Kg. E 2 cernie di media grandezza. Riprendiamo il viaggio e mentre siamo in prossimità dell’isola scorgo, cioè mi fanno scorgere, accovacciati su un albero della fittissima foresta che incornicia l’isola, 2 splendidi esemplari di aquile di mare. Facciamo il giro a nord dell’isola, scorgo i bungalows sulla spiaggia ma si prosegue per poter attraccare in una laguna a sud della stessa. Lì  l’acqua è sempre calma e l’attracco è possibile. Scendiamo a terra e un po’ stanchi ci dirigiamo verso il nostro bungalow.
Sull’isola ce ne sono solo 8; costruiti in modo spartano, il bagno piccolissimo è diviso dalla camera da una semplice tenda. L’acqua calda per farsi la doccia si può adoperare solo nel pomeriggio perché c’è un solo generatore e l’acqua è razionata dato che su anka non c’è sorgente e dev’essere presa e portata dalla costa del Madagascar che qui dista solo 3 Km., non è potabile, i denti bisogna lavarseli con bottiglie confezionate.

2°- Il secondo giorno escursione immediata con il capo Mario che ci porta tutti attraverso l’unico sentiero largo un metro in mezzo ad una vegetazione incontaminata verso la spiaggia Est dove c’è un giardino di coralli. Ci arriviamo dopo circa un quarto d’ora di scarpinata dolomitica e affaticato mi immergo con la mia maschera nell’acqua dell’oceano per la prima volta. L’acqua è splendidamente calda e sotto c’è l’inverosimile; migliaia di pesci coloratissimi etc. A mezzogiorno si rientra e si pranza tutti assieme su una veranda in legno sotto la quale c’è un lungo tavolo il tutto coperto dalle foglie di palma che qui usano per fare i tetti. Arrivati alla frutta, mentre sbuccio una banana, sento uno schiamazzo intorno a noi. E’ una colonia di lemuri che dopo un secondo aver sentito l’odore della frutta si sono precipitati per avere la loro parte. Alla sera si va a letto presto perché dopo aver cenato e fatto quattro chiacchiere, siamo stanchi e decidiamo di andare a dormire. Per andare dalla sala pranzo al bungalow abbiamo la torcia elettrica, sull’isola non esistono faretti esterni per non disturbare le tartarughe che hanno fatto di questo luogo il loro ritiro preferito. Loro sentono quando sono amate. Nel letto sotto un’enorme zanzariera sento a 10 metri il rumore incessante del mare che da questa parte nord dell’isola non è mai calmo ed è per fare un paragone come dormire in un appartamento vicino all’autostrada del Brennero in centro a Bolzano. C’è una sola differenza; qui il rumore non disturba e dopo un po’ ci si abitua fino a diventare conciliante e melodico.

3°- il terzo giorno decidiamo di fare il giro dell’isola a piedi; ci incamminiamo sotto un sole implacabile che batte sul basalto nero dell’isola ma dopo un’ora decidiamo di tornare perché l’alta marea ha fatto un brutto scherzo e non riusciamo a passare in un punto frastagliato; ci fermiamo un po’ ad osservare la splendida insenatura sulla spiaggia nord coloratissima da una splendida colonia di Mangrovie, quindi ci dirigiamo sulla baia sud per fare un lungo bagno con maschera e pinne; anche qui c’è un piccolo giardino di coralli, meno bello del precedente e comunque affascinante per la grande quantità di pesci ed il contorno smeraldo della foresta fittissima che si riflette. Il pranzo a mezzogiorno è sempre più che discreto perché improvvisato ad alzata di mano da tutti i componenti la colonia la sera precedente. Il pomeriggio facciamo un giro con motoscafo alla piccola isoletta di antsoa e alla spiaggia dei Russi; bello.

4°- si colaziona alle otto e poi tutti in barca verso Nosy Yranja. Dopo aver superato lo splendido faraglione, meta di moltissimi uccelli, a sud dell’isola di Anka, in poco più di mezz’ora siamo in vista di yranja. Vale la pena vederla; è tutta una fantasia di colori nel mare e la spiaggia che unisce le due isole è di un candore accecante e fine come il borotalco. Ci dirigiamo dall’approdo dove c’è il resort; mi sembra un po’ troppo per vips e le quote per soggiornarvi sono da capogiro. Facciamo tutta la lingua di sabbia ammirando i colori che si sovrappongono tra cielo, sabbia e mare tanto da escludere quasi l’orizzonte e dando l’impressione quasi di un miraggio, meraviglie. Arriviamo dopo essersi immersi nell’acqua una decina di volte all’altra isola abitata da Malgasci. Qui troviamo su un tavolo apparecchiato sotto delle palme lo spuntino preparato dai nostri accompagnatori Malgasci e mangiamo in beata contemplazione dei dintorni. Dopo una piccola sosta, il mio capo Mario, il suo amico di sempre, tale Fausto S., navigatori a vela di tutte le parti terracque, sempre in perenne movimento ci ordinano di seguirli a bordo per la partenza verso Anka. Partiamo stavolta con velocità moderata perché il Mario ha fatto installare 3 canne per pesca al traino ed il ritorno è stato deliziato da un’avventura di pesca con tra l’altro 2 grosse prede, caranghi, e con il mare molto mosso.

5°- visita a Tanikeli; un’oretta di barca e siamo in vista del piccolo lembo di terra ; l’isola non è granché; la sorpresa è sotto. I coralli iniziano ad una profondità di 30 cm. E continuano intricatissimi e coloratissimi sino a circondare metà sud dell’isola. Un’emozione unica ed indimenticabile. Non perdetela. Sono rimasto ad Anka per 10 giorni; che dire, per me e mia moglie è stata un’esperienza unica ed indimenticabile, tanto che alla partenza ringraziando Franco il direttore ci siamo commossi sino alle lacrime consci che stavamo lasciando un vero paradiso.
Non dimenticheremo mai quei giorni fortunati in un posto così lontano e fuori dalla portata del più banale turismo. Grazie Ankazoberavina, ma soprattutto grazie ancora a Mario, Carmela ed ai loro simpatici amici  che da maestri del mare hanno fatto in modo che ogni giorno non ci mancasse nulla e che noi vedessimo il tutto.

6°- I 7 giorni che ho poi trascorso a Tsarabanjina sono una storia a parte perché è risaputo che l’isola è una perla vera e propria e descriverla nei particolari mi sembra quasi di cadere nel retorico perché chiunque ho letto nei vari siti ha detto esattamente quello che io ho visto e pensato.
L’isola è di un’accoglienza unica, quasi imbarazzante  per il turista, tanto è coccolato. Con Nadia, ragazza di Vicenza abbiamo fatto un’escursione ad Ankarea e di seguito alla Grande Mitsio; molto bella Ankarea e selvaggia al punto giusto. Le canne d’organo alla Mitsio sono un’esplosione di forma e colore da mozzafiato. Dopo essere approdati, scarpinata per 2 ore nell’interno della Mitsio per visitare la flora molto interessante e i villaggi di pescatori; mi sono ricordato un po’ qui della somiglianza con l’Africa del continente; rientro quasi col buio a Tsara. I giorni seguenti non ho perso occasione per accodarmi a Cecile, una ragazza francese che parla molto bene Italiano; lei guida il branco di visitatori subacquei nei dintorni nord–ovest dell’isola. Tsara, a 400 mt. dalla spiaggia è tutta contornata da giardini di corallo spettacolare e ben conservato; pesci moltissimi. Solo nella zona nord, davanti al mio bungalow c’è un cimitero molto vasto di corallo, conseguenza del tifone del 2004; dicono quelli che sanno più di noi, si stia riprendendo. La cucina a Tsara è gradevole ed il servizio ottimo; specie a mezzogiorno, a buffet, si può scegliere tra una ventina di piatti tra i quali non manca mai il pesce; alla sera è un po’ più lunga perché il servizio è al tavolo e la scelta non vasta; sicuramente un po’ meno gradevole del pranzo. I sentieri all’interno di Tsrara sono per noi l’unica nota stonata. Sono sentieri ricavati con sabbia riportata da un punto sulla spiaggia e sono un tormento per i piedi visto che non si cammina mai in modo solido. Comunque è un mio parere da pelandrone che non vuole mai camminare. In conclusione devo dire che nel mio primo viaggio lungo da vacanziere sono stato fortunato.
Ho visto un’isola da sogno anche se non la più bella, Ankazoberavina, in cui ho passato dieci giorni indimenticabili. Ho visto Tsarabanjina che credo sia tra le isole più belle al mondo, penso di ritornarci; un consiglio: se potete scegliete Ottobre, io mi son trovato benissimo come clima, e poi se avete la voglia di andare ad Anka potreste avere la fortuna di fare le vostre ferie assieme a quel fenomeno di Super Mario Sun shine. Ciao

roberto.buttura@gmail.com


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