Istanbul: il fascino della città a cavallo tra oriente e occidente
Su Istanbul sono stati scritti libri interi. Non essendo mia intenzione scrivere una vera e propria guida, in questo articolo mi limiterò a raccontare un breve viaggio arricchito con le foto.
A febbraio del 2018, esattamente 10 anni dopo la prima volta, sono tornata in questa meravigliosa città. Ci andai con Carlo, il mio compagno dell’epoca, Per lui era la prima volta, ma decidemmo comunque di tralasciare le classiche visite “istituzionali” ai monumenti più importanti, per dedicarci all’esplorazione di vari quartieri della città.
All’arrivo (era ancora operativo l’aeroporto Ataturk, ora sostituito dal nuovo aeroporto di Istanbul) abbiamo acquistato la comodissima IstanbulKart per i trasporti pubblici, una carta ricaricabile che può essere usata per viaggiare su tutti i vari mezzi di Istanbul: metropolitana, tram, tunel, traghetti, teleferiche, autobus.
Un’unica tessera può essere usata da un massimo di 5 persone, e si può acquistare e ricaricare negli appositi chioschi nelle metropolitane o vicino alle principali fermate degli altri trasporti.
Per dormire avevamo scelto un bell’albergo in zona Sultanahmet: Garden House Hotel. Avevamo una bella suite con tanto di doccia/bagno turco all’interno del bagno.
Come la prima volta che ci ero andata, faceva freddissimo. Ma per fortuna non ci capitò la neve, e il freddo non ci impedì di farci 12/15km al giorno camminando per la città.
Piccola Santa Sofia
Questa piccola moschea (Küçük Ayasofya Camii), costruita su una chiesa bizantina del 530d.C. e convertita in moschea nel 1500, è antecedente, e di pianta e stile architettonico simili, alla sua omonima più grande e famosa. Ci siamo andati subito dopo l’arrivo poiché era a due passi dall’albergo.
Come le altre moschee, è visitabile gratuitamente ma solo negli orari in cui non si svolgono funzioni religiose.
Mentre eravamo lì fuori, un anziano signore si offrì di farci da guida all’interno, e abbiamo accettato, ascoltando con piacere i suoi racconti.
Abbiamo poi concluso la serata con passeggiata e cena vicino alla moschea blu.
Sultanahmet
Il quartiere più conosciuto dai turisti, perché in esso sono concentrati i principali monumenti e attrazioni della città, come la Moschea Blu, Santa Sofia, la Cisterna Basilica e altri. Noi dormivamo lì, ma per il resto abbiamo attraversato il quartiere diverse volte a piedi principalmente per andare a visitare tutto il resto, scoprendone comunque ogni volta nuovi vicoli e scorci. La sera, a parte qualche ristorante, non è molto vissuto. Viene considerato la parte antica della città.
Galata e Beyoğlu
Questi due quartieri si trovano dall’altra parte del Corno d’Oro rispetto a Sultanahmet. Il ponte di Galata collega le due rive, e pur non essendo l’unico ponte è il più antico e famoso. Al livello superiore passano auto e mezzi, lateralmente i pedoni e nel livello inferiore si trovano numerosi ristoranti e le tipiche bancarelle che preparano i panini col pesce grigliato.
Beyoğlu e Galata vengono considerati il cuore pulsante della città “moderna”.
Dedichiamo il secondo giorno all’esplorazione di questa zona, e quindi dopo aver attraversato il ponte di Galata, saliamo con il Tünel, una storica funicolare sotterranea che collega le due stazioni di Karaköy, non lontano dal ponte, e Beyoğlu. La stazione si trova a due passi dalla Istiklal Caddesi, il corso principale di quest’area della città, pedonale, con negozi, ristoranti e uffici, librerie e cinema, frequentatissima di giorno e di sera, che sbuca dopo circa 1.5km nell’importante Piazza Taksim, centro nevralgico dell’intera città.
La Via è percorsa dal tram storico linea Taxim-Tunel.
Noi la facciamo tutta a piedi, fermandoci per una pausa in un vecchio bar che fa il caffè al modo tradizionale turco, il Cafè Butimar, un ambiente sereno e rilassante su una piccola traversa della Istiklal. Purtroppo è ormai definitivamente chiuso. Proseguiamo fino a Taksim e torniamo indietro facendo un larghissimo giro per le strade del quartiere.
Nel Pomeriggio, riscendendo verso il ponte, ci fermiamo a visitare la Torre di Galata. È uno dei simboli di Istanbul, una torre medievale costruita dai genovesi come parte della fortificazione che circondava la cittadella di Galata, all’epoca una colonia genovese.
Per visitarla c’è una lunga fila, ma una volta saliti ci appare un panorama straordinario su tutta la parte antica della città, nonostante la foschia. Oltretutto, quando saliamo su, ci troviamo casualmente durante uno degli orari delle preghiere musulmane: all’improvviso, dinanzi a quel panorama, da tutte le moschee si alza contemporaneamente il canto del muezzin. È stato un momento veramente emozionante.
Terzo giorno: Fatih, Fener e Balat
Si tratta di tre quartieri vicini tra loro e molto tradizionali, e ancora relativamente poco turistici. Sono, come Sultanahmet, nella parte antica della città.
Fatih è il quartiere più strettamente islamico della città, dove è abituale vedere donne completamente velate, e anche gli uomini per la maggior parte indossano lunghe tuniche nere. Con il tram siamo arrivati nei pressi dell’acquedotto di Valente (un acquedotto romano del IV sec.) e da lì ci siamo incamminati per le stradine di Fatih.
C’è un interessante mercato alimentare dove vendono spezie di ogni tipo, poi non so come ci ritroviamo su un belvedere dove abbiamo un’altra panoramica della città. Non riesco però a ricordare esattamente dove fosse. Si passa poi per la grande Moschea di Fatih, cuore del quartiere, che è composto da ripide stradine e vicoli. Anche per mangiare, qui non ci sono veri e propri ristoranti ma piccoli locali frequentati solo da gente della zona.
Continuiamo a scendere fino a ritrovarci a Fener, che era l’antico quartiere greco. Troviamo un baretto delizioso, sembra più una piccola cucina privata, dove una gentilissima ragazza ci porta un ottimo caffè. Il locale è piccolissimo, caldo e accogliente, con uno strano arredamento, tavoli e banchetti minuscoli, e le tazzine tutte spaiate. Un’oasi di calore nel pomeriggio gelido.
Fener e Balat non hanno confini definiti. Ci ritroviamo in una bella zona con le case di legno dai bellissimi colori sgargianti.
Balat era il quartiere ebraico, ma dopo un violento terremoto alla fine dell’800 gli abitanti si spostarono in altre zone della città.
La nostra giornata dovrebbe teoricamente culminare con la visita di San Salvatore in Chora, una chiesa bizantina ortodossa, oggi moschea, considerata tra le maggiori espressioni di architettura sacra bizantina, che contiene all’interno dei mosaici ancora più belli e preziosi di quelli di Santa Sofia.
Purtroppo quando arriviamo, la troviamo chiusa per restauri.
Il lato asiatico: Üsküdar e Kuzguncuk
Sul lato asiatico di Istanbul mi ero affacciata già durante il primo viaggio, ma all’epoca era talmente pieno di neve che dopo una breve camminata e un veloce pranzo tornai indietro.
Il quarto giorno di questo breve viaggio, decidiamo quindi di esplorare una (minima) parte di questo lato della città. Il modo migliore per raggiungere il lato asiatico, è in traghetto. Numerosi vapur partono dal molo di Eminönü, vivace zona vicina al ponte di Galata, per raggiungere, in una ventina di minuti, Üsküdar. Ci incamminiamo per le vie di questo quartiere e sul lungomare, per arrivare di fronte a Kız Kulesi, una piccola storica torre costruita su un’isoletta nel Bosforo.
La giornata nuvolosa non mi consente di fare foto particolarmente belle.
Üsküdar è un antico quartiere dell’epoca ottomana, nato già come quartiere residenziale, ma in realtà le sue origini sono antichissime, poiché risalgono addirittura al VII sec. a.C.
Proseguiamo il cammino e con un lunghissimo giro (sbagliando strada) arriviamo a Kuzguncuk. Una vera scoperta, questo quartiere è bellissimo. La sua strada principale è perpendicolare al lungomare, dove va a sbucare. Le traverse sono vicoli in pendenza, e le case del quartiere sono quelle tradizionali ottomane, in legno e colorate. Sulla strada principale, Icadiye Caddesi, ci sono numerosi ristorantini, forni tradizionali e localetti vari. C’è un’atmosfera pacifica e affascinante, multiculturale, sembra più “europea” questa zona che alcune sul lato europeo. Forse è proprio questo il grande fascino di Istanbul, la commistione tra antico e moderno, tra tradizioni e culture diverse, il tutto trasversalmente da una sponda all’altra della città.
Kuzguncuk fu abitata fin dal 1500 dalla popolazione ebraica, a cui nei secoli si sono aggiunti armeni e greci, ed è quindi normale in questo quartiere vedere chiese ortodosse, moschee e sinagoghe le une accanto alle altre.
Al ritorno, invece del traghetto, prendiamo la metro sottomarina che attraversa il Bosforo da una sponda all’altra.
L’ultimo giorno restiamo in giro per Sultanahmet, in attesa di andare a prendere il volo di ritorno nel pomeriggio
Info pratiche
Anche se il viaggio risale al 2018, le informazioni che seguono sono aggiornate al momento della scrittura di questo articolo, luglio 2024.
Moneta: lira turca, 1 TRY = 0.027 €
Documenti: per entrare in Turchia dall’Italia serve il passaporto, o la carta di identità valida per l’espatrio (se avete quella cartacea, verificate che sia in buone condizioni). Non è necessario visto di ingresso per viaggi brevi; i documenti devono avere 5 mesi di validità residua.
Trasporti pubblici a Istanbul: la rete dei trasporti pubblici comprende autobus, metropolitane, traghetti, il tram normale e quello storico, il tunel già menzionato e altre teleferiche e funicolari. Tutti sono pagabili con lo stesso tipo di biglietti.
Ci sono carnet di biglietti elettronici da 1 a 10 (25L a corsa, carnet da 10 200L); la IstanbulKart, che ha un costo di emissione ma permette di pagare una tariffa scontata, e una volta caricato il credito si può utilizzare in più persone. Inoltre è ormai possibile pagare quasi dappertutto semplicemente con sistema contactless.
Alloggi: ce ne sono un’infinità per tutti i gusti e le tasche. In generale, soggiorno, cibo e trasporti sono ancora abbastanza economici, mentre gli ingressi a musei e monumenti sono molto aumentati negli ultimi anni.
Istanbul, comunque, è per me una delle città più belle in assoluto, e merita di essere visitata anche più volte, per andare oltre ai “soliti” monumenti e scoprirne l’essenza più profonda e autentica.
Ultimo aggiornamento 8 Ottobre 2024 da cipiaceviaggiare
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