Buenos Aires e dintorni, 23 – 31 ottobre 2017
È difficile raccontare nei dettagli un viaggio tanto lontano nel tempo. Proverò a farne un breve resoconto, accompagnato da una piccola galleria fotografica.
Avevo solo 8 giorni, e tanta voglia di vedere Buenos Aires.
Ma la decisione di andarci la presi all’improvviso e senza alcuna organizzazione, e avendo pochi giorni a disposizione decisi di soffermarmi solo sulla città e un paio di località limitrofe (scelte, queste ultime, direttamente quando ero lì).
Col solo biglietto aereo e una prenotazione fatta al volo per un ostello, atterrai in città di mattina presto, lunedì 23 ottobre.
Buenos Aires, 23/25 ottobre
Dall’aeroporto con un autobus e poi la metro raggiungo la sistemazione, nel quartiere Palermo. Ho scelto quella zona perché c’è anche una mia amica di Roma, Cristina, arrivata da pochi giorni e con la quale mi incontro poco dopo il mio arrivo.
Insieme a lei e un suo amico, ci dirigiamo in centro, raggiungendo la famosa Plaza de Mayo, dove si trova la Casa Rosada, residenza dei presidenti argentini, e dove ancora oggi, ogni giovedì il movimento delle “Madri di Plaza de Mayo” manifesta per ottenere la verità sui propri cari desaparecidos.

Non si può parlare di Argentina senza accennare, almeno brevemente, alla drammatica storia dei desaparecidos. Il termine, che in spagnolo e portoghese significa scomparsi, si riferisce alle persone arrestate per motivi politici dalla polizia di regime, durante la dittatura militare tra gli anni ’70 e ’80.
Si ritiene che tra il ’76 e l’83 furono fatte scomparire, in totale segretezza, almeno 30.000 persone, tra dissidenti politici o semplici sospettati di esserlo. La maggior parte furono uccisi e non se ne seppe mai più nulla.
Tra gli arrestati, molte donne incinte furono fatte partorire e i loro figli dati a famiglie sostenitrici del regime.
In quel periodo, e successivamente alla caduta del regime, le madri dei desaparecidos si organizzarono in un’associazione per avviare le ricerche dei loro figli, nipoti e parenti. Le Madri e le Nonne di Plaza de Mayo, il cui simbolo è un fazzoletto bianco che copre la testa, sono attive ancora oggi.
Insieme proseguiamo la passeggiata verso Puerto Madero, e la Cattedrale. In serata ci salutiamo, loro l’indomani si sposteranno da BA.
Dedico le due giornate successive alla visita delle zone di La Boca, di cui fa parte anche El Caminito; San Telmo, Florida, Palermo, dove risiedo e dove ci sono numerosi ristorantini e locali. Mi sposto sia con la metro e l’autobus, sia percorrendo moltissimi chilometri a piedi; una delle cose che noto di Buenos Aires, è la quantità enorme di linee di autobus che attraversano la città, che è veramente immensa.
























Ho deciso di passare un paio di giorni in un paesino della Pampa, San Antonio de Areco.
L’Argentina è un paese vastissimo: non avendo tempo a sufficienza per andare più lontano, ho scelto questa località che si trova a circa 2 ore dalla capitale.
San Antonio de Areco 26/27 ottobre
San Antonio de Areco è un piccolo e semplice paesino ordinato di pianura, dalle strade ampie e le case coloniali basse e colorate, con un interessante centro storico. Non c’è quasi nulla, ma è considerato il centro della cultura gaucha; i gauchos erano uomini a cavallo: mandriani, custodi e allevatori del bestiame che pascolava nelle immense pianure della Pampa – che significa appunto “pianura priva di alberi”. Oggi ne restano ancora alcuni, ma le loro usanze e tradizioni sono ancora vive e vengono celebrate ogni anno nel mese di novembre, durante la Fiesta de la Tradición.
È un paese regolarmente frequentato dai porteños (gli abitanti di Buenos Aires) per gite giornaliere, ma non è per niente turistico: quando vado lì, sono l’unica straniera in paese.
L’ostello dove trovo alloggio ha anche un bar, che è uno dei pochi punti di ritrovo di giovani e meno giovani del paese, che dal pomeriggio si radunano lì per bere e chiacchierare. Mi ritrovo a parlare con uno di loro, Juanchi, che ha vissuto alcuni anni tra Italia e Spagna: ha origini in entrambi i paesi, e sta costituendo un’associazione per radunare tutti gli abitanti del paese che hanno origini italiane.
Tramite lui mi prenoto per una passeggiata a cavallo per il giorno dopo, uno dei motivi per cui sono venuta qui.
Mi dice che per la sera sta organizzando una cena al bar dell’ostello, dove cucinerà, e se voglio unirmi a loro. Ovviamente accetto con piacere, viaggiare mi ha spesso insegnato che le esperienze più interessanti si fanno nei posti dove non te le aspetti.
Passo una bella serata, chiacchierando e ascoltandoli suonare la chitarra e cantare.
La notte purtroppo viene giù un violento temporale, per cui la mattina dopo la passeggiata a cavallo salta: essendo io inesperta, la proprietaria dei cavalli non se la sente di farmi percorrere i sentieri fangosi intrisi di acqua. Ne approfitto per fare una lunga passeggiata per il paese e i campi intorno prima di riprendere il pullman per Buenos Aires.







El Tigre, 28 ottobre
El Tigre è una cittadina situata circa 30km a nord di Buenos Aires, sul delta del Rio Paraná. Nacque come porto, da dove i prodotti provenienti da varie zone del delta venivano inviati a Buenos Aires.
Oggi è una tranquilla cittadina dove i porteños vanno a passare la giornata o il fine settimana; alcuni di loro vi si sono trasferiti o hanno lì le seconde case, e la cittadina ha avuto un importante sviluppo turistico, piena di alloggi e ristoranti. Però il contesto naturale in cui si trova, fatto di ramificazioni del fiume, canali e isolotti, è molto bello.
Una delle attività tipiche quando si va a El Tigre consiste nel fare un’escursione in barca sul fiume, sia con i battelli di linea, che con imbarcazioni private.
A El Tigre, inoltre, si trovano i più importanti circoli canottieri.
Vi si arriva facilmente in treno dalla stazione Retiro.
Colonia del Sacramento, Uruguay 29/30 ottobre
Il Rio de la Plata, il grande estuario dove sfociano il Rio Uruguay e il Rio Paraná, fa da confine tra l’Argentina e l’Uruguay. Sulla sponda opposta a Buenos Aires, sorge Colonia del Sacramento, una deliziosa cittadina coloniale uruguaiana.
Da Buenos Aires ci sono frequenti traghetti per la città, che partono da Puerto Madero e impiegano circa 1h15′ per la traversata.
Decido di passare lì gli ultimi due giorni.
Fondata dai portoghesi nel 1680, è la più vecchia città dell’Uruguay. Il suo centro storico è stato dichiarato patrimonio UNESCO nel 1995.
Passeggio piacevolmente per le sue strade acciottolate e le case colorate, è molto ben tenuta e il centro storico è in gran parte pedonale. Nonostante sia una località molto turistica, mi è piaciuta tanto, ho apprezzato la sua tranquillità.















La sera del 30 ottobre faccio ritorno a Buenos Aires, da dove la mattina successiva ho il volo di rientro per Roma.
L’Argentina è un paese dove mi sono ripromessa di tornare, per visitarne le zone più selvagge e naturali, ma ad oggi non ho ancora, purtroppo, potuto farlo.
Per viaggiare in Argentina è necessario il Passaporto con validità residua superiore alla durata del viaggio. Per soggiorni fino a 90 giorni, non è necessario il visto d’ingresso.
È altresì necessaria, da maggio 2025, un’assicurazione sanitaria. Consultare sempre Viaggiare Sicuri per aggiornamenti.
Anche per entrare in Uruguay, naturalmente, è necessario il passaporto, e non c’è bisogno del visto.
Ultimo aggiornamento 22 Agosto 2025 da cipiaceviaggiare
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