Giappone 2016


Giappone

(racconto di viaggio agosto 2016 di Manuela&Andrea)

“Le persone non fanno i viaggi, sono i viaggi che fanno le persone.” -John Ernst Steinbeck-

kyoto
Una piovosa mattina di agosto ha inizio il nostro lungo viaggio che ci porterà nel lontano Giappone per vivere una vacanza diversa ma non meno affascinante e coinvolgente delle altre avventure vissute.
Sarà un viaggio per noi insolito dove il protagonista non sarà la natura e la gente, ma un paese super organizzato, iper tecnologico, con città immense caratterizzate da una meravigliosa architettura.
Non vediamo l’ora di vivere questa nuova avventura che ci porterà a visitare Kyoto, Hiroshima, Osaka, Kanazawa ed infine Tokyo.
Da Milano con Alitalia dopo circa 12 ore arriviamo di mattina a Tokyo che ci accoglie con uno splendido sole e un afa pesantissima che ci toglie immediatamente dal torpore: il tipo di calore che ti investe quando apri lo sportello del forno per controllare la cottura.
Le pratiche di controllo passaporti e dogana sono state velocissime e in meno di 1 ora ci troviamo negli uffici della Japan Rail muniti del nostro voucher per ottenere il pass necessario per viaggiare liberamente sui treni giapponesi.
Consigliamo assolutamente di acquistare il Japan Rail Pass http://www.jrpass.com/it visto che offre la possibilità di effettuare viaggi illimitati su treni, alcuni autobus e traghetti per il periodo scelto.
Ottenuto il Pass e il primo biglietto prendiamo il treno superveloce che ci porterà in meno di 2 ore e 30 minuti a Kyoto che dista poco oltre 500 km.
Eccoci a Kyoto da dove finalmente inizia il nostro viaggio!
Kyoto, città di quasi 1,5 milioni di abitanti fu la capitale del Paese per più di un millennio (precisamente dal 794 al 1868) ed è nota come “la città dei mille templi”. Essendo stata quasi interamente risparmiata dalla seconda guerra mondiale, è considerata il più grande reliquiario della cultura giapponese e per questo inserita nei siti protetti dall’UNESCO. È una sede universitaria di importanza nazionale e centro culturale di livello mondiale.
Alloggiamo al Mitsui Garden Hotel molto comodo in quanto dista 10 minuti di metropolitana dalla stazione di Kyoto (30’ a piedi), è in una posizione centrale ed è inoltre molto confortevole.
Decidiamo di trascorrere la serata nel quartiere Pontocho che si trova a sinistra della Shijo-dori lungo la sponda occidentale del fiume Kamo.
E’ una lunga strada di circa 600 metri con locali molto caratteristici in pieno stile giapponese: sono ambienti bassi con le porte scorrevoli di legno con appese all’esterno le lanterne tradizionali giapponesi di forma tonda o ovale di colore rosso o bianco; sono per lo più ristoranti di cucina locale, molti piatti di sushi e bar dove trovare un buon sakè (bevanda alcolica) ma anche ochaya (case da the) e okiya (case di geishe).
I locali che si trovano a Pontocho hanno grandi terrazze all’aperto che si affacciano sul fiume Kamo: ci sono tavolini bassi e cuscini per mangiare secondo la tradizione giapponese seduti a terra.
Il momento migliore per recarsi a Pontocho se si vuole godere della sua atmosfera da antico quartiere Giapponese è la sera dove ci si può immergere in mezzo alla folla godendo dei magnifici colori che caratterizzano questo rione.
Il giorno successivo decidiamo di andare a visitare il castello Nijo, circondato da splendidi giardini molto ben curati; ammiriamo i dipinti Kano sui paraventi e immaginiamo di tornare indietro al tempo dei Samurai.
Consigliamo di andare molto presto la mattina (non come noi che ci siamo svegliati tardi!!) sia per evitare le ore più calde ma soprattutto per anticipare i numerosi gruppi di turisti.
Stanchi per il caldo e anche per il fuso orario decidiamo di uscire per andare a cercare un ristorantino dove poter mangiare qualcosa; consigliamo Gomacro Salon che offre una vasta scelta di cibi tutto a base di verdure condite da 3 tipi di olio di sesamo.
“Ricaricate le batterie” andiamo con l’autobus al Tempio d’oro – Kinkakuji.
E’ uno dei templi buddisti più conosciuti e visitati del paese, ogni anno meta di un gran numero di visitatori.
Lo splendido giardino che circonda il lago artificiale rende questo posto unico in quanto emerge la grande armonia compositiva caratterizzata dagli splendidi giardini ben curati e da edifici spettacolari che fa di questo posto uno dei più ammirati.
Il nome del tempio deriva dalla foglia d’oro con cui è ricoperto il padiglione: l’oro ha infatti un forte valore simbolico di purificazione da ogni pensiero negativo ed è inoltre funzionale a creare un particolare riflesso sullo stagno, grazie alla luce del sole.
La prima giornata è stata decisamente interessante anche se molto faticosa, il giorno seguente decidiamo di alzarci presto per andare a vedere il tempio di Kiyomizudera per poi visitare il quartiere Gion conosciuto per la presenza delle Geishe.
Alle 7.00 usciamo dall’Hotel e con l’autobus andiamo verso il tempio dove per arrivare dobbiamo percorrere un tratto di strada in salita.
A quest’ora c’è poca gente e il percorso che sale verso il tempio è piacevolissimo, in quanto possiamo girare agevolmente e liberamente per le strade deserte.
Il tempio che risale all’8° secolo è decisamente imponente, tutto in legno circondato da una fitta natura che sembra voglia abbracciare questi luoghi di grande spiritualità e ricchi di storia.
Dopo aver girovagato fra i vari templi e il grande giardino circostante decidiamo di uscire per dirigerci verso il quartiere Gion percorrendo vicoli e stradine che offrono degli scorci molto interessanti.
Gion è caratterizzato dalle abitazioni tradizionali giapponesi (machiya), alcune delle quali sono le famose “case da tè”, ochaya, in cui generazioni di ricchi maschi di Kyoto, dai samurai dei tempi antichi ai moderni intellettuali e uomini d’affari, sono stati e vengono intrattenuti dalle geishe.
Le geishe di Gion prendono il nome di geiko, termine del dialetto giapponese di Kyoto che significa letteralmente “figlia delle arti” o “donna d’arte”. La casa da tè è un mondo appartato e privato in cui l’intrattenimento viene offerto attraverso bevande, piacevoli conversazioni, giochi e l’esecuzione di musica tradizionale giapponese. Il via vai serale delle maiko (apprendiste geishe) e delle geiko, che dalle loro abitazioni si recano ai loro appuntamenti presso le varie case da tè, è ancora oggi un elemento caratterizzante il panorama notturno del quartiere.

Il giorno successivo decidiamo di andare a Nara, interessante località situata ad un’ora di treno da Kyoto.
La città di Nara è una delle più antiche del Giappone; ne è stata capitale dal 719 al 794 e nel 1998 è stata dichiarata Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO. Con i suoi templi e i quartieri tradizionali è un concentrato di arte e cultura giapponese.
Dalla stazione di Nara, dove abbiamo fatto un’ottima colazione, prendiamo l’autobus che ci porta all’ingresso della vasta area dove sono situati 2 templi con un budda gigante collegati da un’ottima rete di sentieri.
Scendiamo e ci dirigiamo verso Il tempio Todai – Ji una delle attrazioni più gettonate non solo di Nara, ma dell’intero Giappone. Il tempio è un luogo di culto buddista ed è costruito interamente in legno. La parte più interessante è il Daibutsu – Den, una grossa costruzione in legno che ospita il Buddha Daibutsu (il più grande al mondo, alto 15 metri). Sul retro del Daibutsu – Den è situato un pilastro con un foro al centro: si dice che le persone che riescono ad attraversarlo ricevano una sorta di “illuminazione”, ma essendo uno spazio stretto, solo i bambini generalmente riescono ad attraversarlo. Un altro punto di sicuro interesse è la porta Nandai – mon, situata a pochi metri ad est del Daibutsu – Den.
Ci spostiamo verso Il santuario Kasuga Taisha, uno dei maggiori santuari shintoisti della città di Nara.
Il santuario, con le sue colonne color vermiglio, i muri bianchi e i tetti in legno emana un’aura di spiritualità ed è perfettamente incastonato nel parco che lo circonda, anch’esso un’opera d’arte grazie ai 300 tipi diversi di alberi e piante presenti, al complesso intreccio di viali e in particolare alle lanterne di pietra che lo caratterizzano.
L’ultimo tempio che visitiamo è Kofuku – Ji; fu costruito al tempo in cui Nara divenne capitale. Degli originali 150 edifici solo alcuni sono arrivati fino a noi; due di essi sono una pagoda a tre piani ed una a cinque piani; quest’ultima, con i suoi cinquanta metri, è seconda in altezza solo a quella situata nel tempio Toji a Kyoto.
Il caldo è molto pesante ed è una fortuna trovare numerosi distributori di bevande automatiche perché l’importante per “combattere” l’afa opprimente è bere molto!!
Decidiamo verso le prime ore del pomeriggio di tornare a Kyoto con l’intenzione di rimanere in stazione per ammirare la splendida ed enorme struttura e già che ci siamo prenotare il trasferimento a Hiroshima e le tratte successive.
Concludiamo la serata cenando in un ottimo ristorante giapponese della stazione.
Mangiare in un ristorante giapponese è uno dei momenti più belli dell’intero viaggio: cordialità e cibi gustosissimi.
In ogni ristorante veniamo accolti da un caloroso benvenuto accompagnato da una salvietta calda, un bicchiere di acqua o te e dal menu che fortunatamente contiene la traduzione in inglese.
E arriva il giorno di Hiroshima situata a sud del paese lungo la costa San-yo raggiungibile con i comodi treni Shinkansen.
Non potendo prenotare i posti in quanto tutto pieno (consigliamo di prenotare i posti con largo anticipo) ci presentiamo in stazione 1 ora prima della partenza prevista nella speranza di non trovare lunghe code.
In meno di 2 ore arriviamo ad Hiroshima che piace per la sua modernità: numerosi i grattacieli attorno alla stazione e lungo il percorso per arrivare all’Hotel Chisun non molto distante (15’ a piedi).
Depositiamo i nostri bagagli e decidiamo di andare a visitare l’isola di Mijajima; per arrivarci bisogna prendere un treno regionale per raggiungere in 40’ circa l’attracco del battello.
Treno e battello sono sfruttabili dal Pass Japan Rail http://www.japanrailpass.net/en/.
Quest’oasi naturale è allo stesso tempo un luogo sacro, in cui sin dall’antichità gli uomini hanno convissuto con le divinità. La sue montagne ricoperte da una fitta vegetazione e la natura incontaminata hanno da sempre affascinato i monaci e le persone comuni che considerano questo luogo un vero e proprio rifugio spirituale in cui potersi isolare meditando e godendosi la pace della natura; tutto questo ha contribuito ad accrescere la popolarità dell’isola di Miyajima, che oggi è una
celebre attrazione turistica che attira pellegrini e visitatori da tutto il mondo.
Siamo colpiti dall’incredibile folla che si dirige sull’isola e poco dopo capiamo che quello stesso giorno sono previsti i fuochi d’artificio a cui noi non abbiamo intenzione di assistere per evitare al termine il grande caos.
L’isola comunque è molto carina, piena di bancarelle dove è possibile trovare ogni cosa… dai souvenir al cibo, di fiumi di gente osservati dai cervi speranzosi di un po’ di cibo.
Decidiamo di percorrere una stradina che ci porterà a visitare il tempio buddista Daisho-in situato a sud della cittadina.
Uno dei più prestigiosi templi Shingon, in passato questo luogo era strettamente legato alla famiglia imperiale; una delle sale di preghiera di questo tempio fu realizzata dall’imperatore Toba.
E’ costituito da 3 “padiglioni” dai quali è possibile ammirare anche uno splendido panorama.
E’ un tempio ornato da numerose opere d’arte fra le quali le ruote delle preghiere, un mandala donato dai buddisti tibetani, simulacri buddisti ed infine una grotta con il soffitto pieno i lampade che illuminano le numerose statue presenti all’interno.
Verso metà pomeriggio decidiamo di scendere per dirigerci verso il vaporetto con l’intento di fare il ritorno verso l’albergo.
Hiroshima è da sempre legata a ciò che accadde il 6 agosto del 1945 quando alle 8.15 venne letteralmente distrutta dalla bomba atomica e che provocò più di 200.000 morti senza dimenticare coloro che morirono negli anni successivi a causa delle devastanti radiazioni.
La città, completamente ricostruita dopo l’esplosione atomica, ha l’attenzione turistica puntata nel Parco del memoriale della pace, dove è stato costruito il Museo della Pace di Hiroshima, ricco di oggetti, foto, plastici, filmati del prima e del dopo bomba. Sulla spianata davanti a questo museo è presente il Cenotafio per le vittime della bomba atomica che conserva al suo interno i registri con i nomi delle vittime della bomba (quelle immediate e quelle che sono seguite nel corso degli anni).
La prospettiva segue la fiamma che arderà finché nessuna bomba atomica resterà sul pianeta, per arrivare, sull’altra riva del fiume Kyobashi-gawa, fino al rudere della Camera di promozione industriale di Hiroshima, denominato Memoriale della pace di Hiroshima, recentemente restaurato e consolidato nella struttura distrutta dall’esplosione. Con i resti della cupola che perse le lastre di bronzo al momento dell’esplosione, rappresenta il simbolo della città e dal 1996 è stato dichiarato patrimonio dell’umanità dall’Unesco.
Il parco della pace rappresenta la memoria di quel triste giorno; è un luogo visitato in silenzio da migliaia di visitatori proveniente da tutto il mondo.
Molto toccante sono le immagini che raccontano com’era la città prima e dopo il disastro ma soprattutto le conseguenze devastanti per diverse generazioni.
E’ triste dirlo ma ahimè ciò che è successo non ha insegnato nulla considerato che a distanza di tanti anni il mondo è sempre invaso da odio e violenza.

Nel pomeriggio decidiamo di partire per Osaka dove arriviamo dopo 1 ora e mezzo di viaggio.
Osaka è la terza città del Giappone, completamente diversa dalla misteriosa e antica Kyoto.
Consigliamo per il pernottamento: Shin-Osaka Sunny Stone Hotel
Decidiamo di trascorrere il poco tempo a disposizione per visitare Dotonbori e Namba che sono le zone più vibranti e caotiche della città bella di giorno ma soprattutto di notte dove i palazzi si illuminano da rimanere incantati.
A Namba è interessante visitare i due centri commerciali situati in due grattacieli collegati.
Qui è possibile trovare numerosi negozi di tutti i generi oltre a 2 piani interamente dedicati al cibo: ristoranti per tutti i gusti anche italiani qualora qualcuno avesse nostalgia.
Vicino ai centri commerciali è possibile ammirare lo Skylight: grattacieli di 40 piani circa dove è possibile salire per ammirare il panorama a 360 gradi sulla città (consigliabile per il tramonto).
A Dotonbori è bello trascorrere qualche ora la sera girovagando lungo i canali stracolmi di gente che affollano i numerosi bar, ristoranti e centri commerciali e ammirando le insegne sgargianti presenti sulle facciate dei palazzi.
Ciò che ha stupito è la quantità di gente presente a tutte le ore per strada, nei metro, nei locali…. la vita qui è molto frenetica.
Da Osaka prendiamo il treno per raggiungere Kanazawa.
Situata nella regione di Ishikawa la città da alcuni anni ha assistito a un incremento sorprendente del turismo. Son ben 8 milioni i turisti che raggiungono questa località durante l’anno, interessante soprattutto per i giardini, che dicono siano famosi in Giappone per la loro bellezza, per il mercato del pesce, per i quartieri di Higashi Choya Gai, dove le Geishe intrattenevano i loro ricchi protettori, Teramachi che è il quartiere dei templi e Nagomachi che un tempo era il quartiere dei samurai.
Interessante il parco considerato un giardino fiorito, di rara bellezza, dove si sente, anche se quasi impercettibile, uno scroscio d’acqua che scorre tra le fontane di bambù.
In complesso la città ci ha un pochino deluso ma ci ha permesso di rifiatare in vista degli ultimi 6 giorni nell’immensa Tokyo.
Consigliamo per il pernottamento: Daiwa Roynet Hotel.

osaka
La mattina successiva infatti partiamo per raggiungere in poco più di 2 ore la stazione di Tokyo da dove in metropolitana arriviamo a Shinjuku l’affollato quartiere situato ad ovest della città.
La stazione è gigantesca ed è la più trafficata al mondo considerato che ogni giorno transitano più di 2 milioni di persone.
Uscendo dalla metro e dirigendosi verso l’uscita sembra di essere nel mezzo di un formicaio impazzito!! Gente che sbuca ovunque la maggior parte con lo sguardo incollato sul cellulare.
Trovare l’uscita giusta non è affatto semplice ma con google maps si riesce a trovare la direzione giusta verso l’albergo Shinjuku Grandbell Hotel.
Uscendo dalla stazione ciò che appare ai nostri occhi è una distesa di strade con altissimi edifici.
Arrivati in hotel decidiamo di andare alla ricerca dell’ufficio turistico situato presso il metropolitan government offices situato ad ovest della stazione.
Vale la pena esplorare la zona ricca di splendidi grattacieli e salire al 45° piano del palazzo governativo da dove si può ammirare la vista sulla città rendendosi conto di quanto è immensa.
Purtroppo piove e quindi dopo aver cenato rientriamo in Hotel.
Il giorno successivo ci svegliamo con un cielo sereno e quindi decidiamo di esplorare la zona di Shibuja Harajuku e Omotesando.
Omotesando è conosciuta come una delle più importanti vie dello shopping al mondo, con una moltitudine di negozi monomarca e boutique di moda a breve distanza l’uno dall’altro; è anche il quartiere dove è possibile ammirare splendidi palazzi: Tod’s, Luis Voutton, Gucci oltre a girovagare per i numerosi centri commerciali, che aiutano a combattere il gran caldo, in particolare Omotesando Hills ricco di un centinaio di negozi.
Vale la pena visitare il santuario Shimbuista Meiji Jungu che risale al 1920 ed è situato in un vasto giardino adatto a splendide passeggiate.
Verso sera ci spostiamo nel quartiere di Shibuja famoso per l’incrocio all’uscita della stazione dove incredibili fiumi di gente transitano in tutte le direzioni.
Palazzi di colori vivaci musica ed anche ragazzi vestiti in modo sgargiante con i capelli ossigenati rendono questo rione eccentrico e privo di mezze misure.
Il giorno successivo il tempo è brutto ma decidiamo di andare a visitare il quartiere di Makunouchi per visitare il giardino del palazzo imperiale e qualora dovesse piovere infilarci in uno dei numerosi centri commerciali.
Il caldo già di primo mattino si fa sentire ma dopo una buona colazione a base di brioche e caffé vicino alla stazione partiamo alla volta del quartiere.
E’ una zona molto diversa dai rioni eccentrici visti finora: palazzi moderni, privi delle sgargianti insegne, che delimitano l’enorme parco che circonda il palazzo imperiale nijubashi residenza dell’imperatore.
Visitato il parco decidiamo di andare in luoghi più freschi; andiamo così a vedere il Tokyo International Forum, un gigantesco complesso di spazi e strutture che ospita diverse manifestazioni culturali. Per gli amanti dell’architettura il suo futuristico atrio in vetro è unico.
Altro centro commerciale interessante e ricco di negozi è Kitte gestito dalle Poste Giapponesi.
Da vedere infine i palazzi Marounochi che offrono circa 300 negozi e ristoranti.
Tutti questi palazzi sono situati vicino alla stazione di Tokyo costruita in stile rinascimentale nel 1914 con mattoni di colore rosso.
Sarebbe un bel contrasto con i moderni palazzi, peccato che il piazzale antistante è un immenso cantiere in quanto stanno rimodernando tutta l’area.
Verso le 13 decidiamo di rientrare in Hotel considerato che il tempo è sempre più minaccioso, rimanendo a causa della forte pioggia fino a quasi alle 17.00 per poi uscire alla volta di Ginza per ammirare gli splendidi palazzi della moda fra i quali da non perdere Dior, Hermes Building realizzato da R.Piano.
Stanchissimi rientriamo per concludere la serata nell’ottimo ristorante Blumare di Shinjuku.
Il giorno successivo ci svegliamo col sole che filtra dalla finestra illuminando la nostra stanza.
La bella giornata ci porta a visitare il quartiere antico di Asakusa.
Arrivare da Shinjuku è un po’ lunga ed è necessario prendere 2 metro: Jr Yamanote fino a Shibuya e poi la Ginza Line fino alla fermata di Asakusa.
Arrivati ci dirigiamo verso la strada commerciale Nakamise che inizia dalla porta Kaminarimon che conduce al tempio Sensoji; la via è occupata da 90 negozi risalenti al periodo Edo dove è possibile trovare articoli di artigianato, souvenir e cibo di ogni genere.
Molto bello il tempio Sensoji che è il più antico di Tokyo risalente al 628. Anche se affollato da tantisimi turisti è comunque piacevole passeggiare in questo insolito e differente angolo di questa incredibile città.
Nel primo pomeriggio il caldo è quasi insopportabile pertanto decidiamo di rientrare in albergo per prenderci una pausa.
Verso sera decidiamo di rimanere nella zona della stazione girovagando per i centri commerciali e scattando qualche foto notturna.
Come nelle previsioni la mattina successiva il tempo è pessimo e quindi cosa fare a Tokyo quando piove?
L’unica cosa da fare è girare per i centri commerciali e per gli appassionati di elettronica consigliamo di visitare Yodobashi Camera vicino alla stazione: macchine fotografiche, cineprese, computer e molto altro ancora.
Altro centro commerciale che consigliamo è Tower records: 4 piani di musica giapponese ma proveniente anche da ogni parte del mondo… fantastico!
Un quartiere molto interessante è UENO che abbiamo deciso di visitare l’ultimo giorno. Altro quartiere ricco di templi e piccole vie piene di negozi ristoranti e tantissima gente.
Purtroppo siamo arrivati al termine di questo splendido e intenso viaggio anche se faticoso per il gran caldo siamo molto soddisfatti.

Il nostro aereo lascia con fatica l’aereoporto di Narita e chiudendo gli occhi ripercorriamo con la mente tutte le tappe del nostro viaggio: i templi di Kyoto, le sgargianti illuminazioni delle città supermoderne di Osaka e Tokyo, i treni ad alta velocità puntualissimi e pulitissimi.
Ciò che del Giappone ci ha colpito è l’originalità del paese: nonostante l’alta densità della popolazione le città sono pulitissime segno della precisione e dell’alta educazione del popolo giapponese.
Penso che questa atmosfera pacifica rientri nella loro continua ricerca di armonia in ogni cosa; basti pensare nel meraviglioso mix tra moderno e antico facilmente riscontrabile nelle grandi città, come soprattutto a Tokyo: palazzi giganteschi che presentano un bel contrasto ordinato con le case in legno frutto della tradizione.
E’ un popolo con il quale è complicato comunicare (pochi conoscono l’inglese) ma la loro gentilezza nei comportamenti è la miglior comunicazione e qualità che notiamo: cedono il passo e si mettono in file ordinate ovunque, non alzano mai la voce e in compagnia ridono spesso.
Per chi può è sicuramente meglio visitarlo in primavera anche per i colori che offre la natura; per coloro invece che come noi possono viaggiare solo in agosto è bene prepararsi al gran caldo con molto umidità.
Oramai il Giappone è lontano e scrivendo questo diario abbiamo rivissuto questo splendido viaggio anche se pensiamo che sia impossibile riuscire a raccontare la bellezza e la serenità che questo paese ci ha dato e non possiamo fare a meno di pensare che vorremmo ripartire ancora per il Giappone!!
Manuela & Andrea
andreamanu1@virgilio.it


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