Sarawak, Borneo malese 2013


Sarawak, Borneo malese: il mio primo viaggio in solitaria

(diario di viaggio dal 13 al 28 aprile di Alessandra)

fiume sarawakPremessa: come sempre saremmo dovuti partire in due, io e il mio compagno Marco, ma stavolta a causa di un problema di salute ha dovuto rinunciare.
Alla fine ho deciso di partire comunque da sola, e questo è il resoconto del mio primo viaggio in solitaria.
Il vero è proprio viaggio è stato quello dei primi sei giorni, nello stato malese di Sarawak, nel Borneo.
La seconda settimana l’ho passata a Bali e di quella darò giusto un accenno in quanto di Bali ho già scritto abbondantemente nei miei racconti passati.
Aggiungerò al racconto alcune delle impressioni che ho condiviso “in diretta” online durante i giorni del viaggio.

13 aprile
Partenza da FCO con volo Qatar airways per Singapore (scalo a Doha), come sempre ottimo servizio.

14 aprile
Arrivo puntuale a Singapore nel pomeriggio e mi trasferisco al terminal 1 da dove partirà il volo Airasia per la mia destinazione finale: Kuching, Sarawak, che raggiungo all’imbrunire: dall’aereo in atterraggio si vede solo una nerissima e fittissima foresta attraversata da un fiume dalle innumerevoli anse.
Col taxi arrivo alla guesthouse che avevo prenotato il giorno prima, Threehouse B&B, in zona Chinatown. Mi accoglie Bindi, la gentilissima proprietaria svedese.
Visto che sono sola ne approfitto per stare comoda e prendo una camera matrimoniale.
Vado a cena in uno dei pochi ristoranti aperti, il Life Cafè, (chiude tutto molto presto) e dopo cena approfitto per fare le prime piccole spese: repellente per le zanzare, sim card ecc, c’è un centro commerciale in zona aperto fino alle 22.

Dal diario:
Sono a Kuching e sto per andare a dormire. A primissimo impatto la città mi piace (vista al buio finora), dormo in una gh a Chinatown (si, qui c’è una Chinatown, tipica: casette basse, col negozio al piano terra e la casa al primo piano). Mi sto già divertendo, non so bene perché. Questo posto è molto Asia…
Domani con un po’ di calma e sperando nel funzionamento della connessione cercherò di mettere qualche dettaglio in più e qualche impressione.
A domani cari amici”

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15 aprile
Ha piovuto forte tutta la notte, e ho dormito poco, ma poi mi riaddormento e quando alla fine mi alzo è quasi mezzogiorno. Faccio colazione in gh -la cucina è a disposizione degli ospiti e ci sono alcune cose per fare la colazione- ed esco a fare un primo giro. Vado a cercare l’ufficio del turismo e quello dei parchi nazionali, e prenoto il pernottamento al Bako NP per il 17.
L’ufficio è molto organizzato e fornisce informazioni per tutto il sistema dei parchi del Sarawak (in alcuni dei quali si può restare a pernottare; https://sarawakforestry.com/). Conosco una coppia di giovani italiani che hanno prenotato per la stessa notte in cui andrò io, e abbiamo appuntamento per dividere anche la spesa della barca che ci porterà al parco.
Poi continuo col mio giro perlustrativo della città, faccio i primi acquisti di regalini da portare a casa e nel pomeriggio vado a fare una gita in barca sul fiume, l’atmosfera è molto rilassante, e restiamo in barca fino al tramonto.
Vado a cena in uno dei chioschi sul lungofiume e a dormire presto.

“Sto bene, è l’aria dell’Asia.
E’ una bella giornata, soleggiata con un bellissimo cielo limpido, fa caldo, umido, tutto è placido e  tranquillo.
Kuching a mio parere è molto carina, è uno dei posti più rilassanti in cui sia mai stata. Qui si respira ancora quell’aria tranquilla e sonnolenta da colonia tropicale. In alcune zone ci sono ancora tracce dell’architettura coloniale inglese (che secondo me non è bella come quella francese o spagnola); c’è un bello e curatissimo lungofiume pedonale dove passeggiare, con un bellissimo giardino (e dove inoltre ci sono numerosi bagni pubblici pulitissimi). Nonostante siamo in un paese islamico, non sembra essere particolarmente opprimente la religione, forse a causa della forte componente cinese della città. La mattina sento il suono delle campane della vicina chiesa cristiana, per strada ho visto dei monaci buddisti, ci sono templi cinesi e un paio di moschee.”

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16 aprile
Mi alzo alle 5.30 per andare a visitare il Semenggoh Wildlife Centre, il centro di riabilitazione degli Orang Utan del Borneo. Ci si arriva con un autobus di linea, anche se le agenzie organizzano escursioni private.
Il mio parere: se siete da quelle parti e non avete mai visto gli oranghi allora dovete andare. E’ molto regolamentato, si entra nei sentieri solo ad un determinato orario, dopo che hanno dato da mangiare. Perché in questo centro alcuni oranghi ancora vengono nutriti dai rangers. Però gli oranghi sono liberi in natura per cui c’è il rischio anche di non vederli, anche se secondo me è un rischio bassissimo.
Quello che non mi è piaciuto è l’impressione quasi di artificialità, e il fatto che c’era troppa gente, almeno un centinaio di persone. Fortuna che i pochi arrivati col primo autobus della mattina (eravamo 7/8 persone) abbiamo visto qualche orango senza il resto della folla. L’altra nota negativa è che -così mi hanno spiegato- non si può vagare in santa pace per i sentieri della foresta, ma solo in compagnia dei rangers, che non fanno avvicinare e non fanno fare nulla, e inoltre molti dei sentieri sono stati chiusi perché ci sono stati incidenti con gli oranghi. Il tutto è un po’ costrittivo.
Ma c’è da dire che io gli oranghi li avevo già visti a Sumatra e in una situazione totalmente diversa, e più libera e selvaggia (anche se pure lì eravamo accompagnati da guide) quindi forse per quello non sono rimasta del tutto soddisfatta.
Torno in città in tarda mattinata e approfitto per fare una dormitina, non ho ancora smaltito il fuso orario e il sonno si fa sentire.
Faccio una lunga camminata e resto sul lungofiume ad ammirare il tramonto, poi ceno in un ristorante sempre sul lungofiume, un po’ più carino.

“Impressioni di questo scorcio di Malesia al secondo giorno (quindi potrei anche sbagliare): contrariamente a quanto si dice dei malesi di solito, qui sembrano molto gentili e amichevoli e disponibili ad aiutare. Quasi tutti mi salutano e mi sorridono. Inoltre rispetto ad altri paesi dell’Asia questo sembra un gradino più su, sia a livello economico che di organizzazione. E non sembra essere ancora eccessivamente turistico. Le persone non danno l’impressione di volerti fregare e quasi ovunque i prezzi sono esposti e gli stranieri pagano lo stesso dei locali. Non ti senti osservato come se fossi un portafoglio con le gambe e questo secondo me è un gran punto a favore.”

borneo2013 252_117 aprile
Anche oggi sveglia presto, alle 8 devo prendere l’autobus per il Bako NP.
Sull’autobus sono quasi tutti locali, forse dell’entroterra, e a differenza dei volti visti in città, quasi tutti con lineamenti di chiara origine cinese, questi hanno proprio l’aria da “pirati della Malesia”, più piccolini e scuri, con naso e zigomi diversi. Alla fine del viaggio riuscirò quasi a distinguere bene i malesi-cinesi dagli abitanti originari del Borneo.
E’ una bellissima giornata, calda.
In circa 40 minuti si arriva dove c’è la prima reception del parco e l’imbarcadero. Avevo appuntamento sul bus con i due ragazzi italiani ma non sono saliti, suppongo che non si siano svegliati. Comunque trovo altri viaggiatori con cui condividere la barca. Il Bako NP si trova su una penisola, e l’ingresso principale dove ci si registra e da cui partono i percorsi trekking si raggiunge con 20min. di barca.

La procedura è solo un tantino complicata, unico neo secondo me di tutta l’organizzazione: si deve prenotare, già dall’andata, anche la barca per il ritorno. La barca si può dividere max in 5 persone. Di conseguenza, se come nel mio caso, quelli con cui ho diviso all’andata tornavano in giorni diversi dal mio (una coppia tornava la sera stessa, io il giorno dopo e gli altri due, due giorni dopo), per il ritorno abbiamo dovuto prenotare (e pagare) tre barche differenti.
Io a quel punto ho un po’ insistito con la signorina addetta dicendole che dovevano raggiungermi altri due italiani e che avrei diviso con loro la barca per il ritorno, quindi pur pagandola le ho detto che loro poi non dovevano prenderne un’altra. Le ho lasciato anche il mio nome e numero. Fortuna che i ragazzi (che effettivamente si erano svegliati tardi) quando sono arrivati lì, prima di prendere la barca mi hanno chiamato, gli ho spiegato tutto e loro hanno insistito con la tipa che sarebbero tornati insieme a me.

borneo2013 417_1Comunque…
arrivata alla reception del parco, mi sono registrata e ho lasciato il bagaglio; loro forniscono le mappe dei sentieri chiedendo solo di comunicargli quale sentiero si ha intenzione di percorrere e l’orario di partenza. Volendo si può anche prendere la guida per il trekking, ma secondo me non è necessaria, i percorsi sono tutti ben segnalati, anche come tempi di percorrenza, quindi sta poi al singolo visitatore valutare bene le proprie condizioni fisiche e scegliere il sentiero adeguato.
C’è un ristorante self-service dove si può acquistare cibo, frutta e acqua. Prendo un caffé e mi incammino.
Ho deciso di percorrere due sentieri, il primo è il Telok Paku, un sentiero relativamente breve (1.30/2hr tra andata e ritorno) che raggiunge una piccola spiaggia, poi tornata all’inizio devio per il secondo sentiero, che è un giro quasi completo del parco, il Lintang Trail (5.2km, 3.30/4hr).
Passo attraverso una vegetazione lussureggiante alternata a zone aride con sentieri rocciosi, verso la fine c’è anche uno splendido belvedere che affaccia sul mare.
Fa un caldo bestiale e devo dire che in alcuni momento ero veramente stanca, ho bevuto moltissimo e sudato ancor di più, ma comunque tra cammino e soste varie riesco a completare entrambi i trails in 5 ore e mezza totali.
Alle 16 sono di ritorno alla reception (o come loro lo chiamano, l’Headquarter) e riprendo il bagaglio, dalle 14 in poi si può fare il check-in per le stanze, così mi faccio dare la chiave di quella dove dormirò. Ho prenotato un posto in una camerata da quattro, e scopro che nella stessa stanza c’è un’altra ragazza italiana, Fabiana. Facciamo conoscenza alla reception e ci incamminiamo in camera, anche lei è molto stanca, io come arrivo mi butto sul letto perché sono veramente distrutta e sta per scoppiarmi un gran mal di testa. Dormo un po’ e più tardi vado a farmi la doccia e a vedere il tramonto sul mare, e in quell’occasione, proprio vicino al ristorante e alla reception, comincio a vedere un bel numero di scimmie nasiche, e anche se sono un po’ lontane sui rami alti degli alberi mi scatta il momento fotografico e ne scatto moltissime. Il fatto è che queste rare scimmie sono uno dei motivi principali che mi hanno portato a visitare questo parco. E ho scoperto che mentre è piuttosto difficile vederle dentro la foresta, a quell’ora è facile trovarle vicino alla spiaggia. Anche la mattina presto sono lì, per cui ho capito che chi viene al parco solo in visita giornaliera ha pochissime probabilità di avvistarle perché quando si arriva dalla città sono già sparite, e quando si riparte (le ultime barche partono alle 15.00) non sono ancora scese.

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Ceno insieme a Fabiana e agli altri due italiani che nel frattempo ci hanno raggiunto, ceniamo presto perché alle 20.00 è prevista una passeggiata notturna insieme ai rangers e noi abbiamo deciso di partecipare.
Non si vedono molti animali, riusciamo a vedere solo in lontananza su un albero gli occhi di un mammifero raro, il loris lento, e per il resto alcuni uccelli kingfisher e parecchi insetti, tra cui vari insetto stecco, un paio di scorpioncini, vari ragni, un serpente e una minuscola rana albina, velenosa.
Andiamo a dormire presto

18 aprile
Ho dormito poco, durante la notte piove moltissimo.
Comunque mi alzo verso le otto e raggiungo Fabiana al bar per fare colazione, abbiamo deciso stamattina di fare insieme un altro trekking di tre ore a/r, il Telok Pandan Kecil, un bellissimo percorso, nemmeno particolarmente faticoso, che porta ad un plateau roccioso da cui c’è una spettacolare vista della baia sottostante. Durante il percorso, forse a causa delle piogge di stanotte, incontriamo strane piante che il giorno prima né io né lei avevamo visto, e vari insetti tra cui un enorme scorpione di almeno 12cm che avvistiamo all’improvviso proprio sul gradino di roccia su cui ci stiamo arrampicando!
Inoltre chiacchierando il percorso scorre facilmente. Pure oggi però sudiamo moltissimo nonostante il cielo un po’ coperto.
Siamo a poche decine di metri dal rientro quando si scatena un violento acquazzone, andiamo a sederci al ristorante e nel frattempo ci raggiungono i ragazzi che volevano fare lo stesso nostro trail ma vengono colti in pieno dalla pioggia e rinunciano. A quel punto pranziamo, Fabiana ha l’appuntamento per la sua barca alle 13. Noi alle 13.30 decidiamo di andare via, piove e non c’è altro da fare, e telefoniamo al nostro barcaiolo. Arrivati all’imbarcadero troviamo Fabiana, la sua barca non è arrivata e nemmeno il tipo con cui doveva dividerla. Sale con noi e avrà un’accesa discussione con le ragazze del servizio barche. Comunque tutto si conclude per il meglio. Nel breve tragitto in barca prendiamo ancora un sacco di pioggia ed arriviamo completamente zuppi. Mentre aspettiamo l’autobus per tornare in città, vedo sulle locandine del parco foto di coccodrilli e di uomini aggrediti da questi ultimi (c’è da quelle parti anche un centro di riabilitazione dei coccodrilli). Chiedo info ad un ranger e lui mi spiega una sua strana e affascinante teoria, secondo la quale gli uomini che vengono aggrediti dai coccodrilli, sono persone che in passato (o i loro antenati) hanno cacciato e ucciso coccodrilli. Come se il coccodrillo sentisse chi è il suo nemico, invece che scegliere vittime a caso e per chissà quale motivo. Sarà vero? Non lo so, lui sembrava crederci, comunque l’idea è davvero affascinante.

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Secondo me il Bako NP vale da solo la pena di venire in questo angolo di Malesia, soprattutto per chi non avesse mai visto una vera jungla, e nonostante la relativa facilità per raggiungerlo e l’organizzazione, resta comunque un posto davvero selvaggio e abbastanza incontaminato. Ci sono altri parchi nel Sarawak, quasi tutti raggiungibili dalla città, e quindi è un’ottima destinazione per gli amanti della natura e del trekking.

Torniamo in città in bus e ognuno torna alla sua gh. Mi riposo un po’ e poi ho appuntamento con Fabiana per cena, andiamo in un chiosco sul lungofiume e poi passeggiamo un po’ fermandoci ad ascoltare un ragazzo che suona uno strumento tradizionale del Sarawak, che fa una musica davvero piacevole. Poi ci fermiamo fuori dalla sua gh (che è a due passi dalla mia) e restiamo un po’ a chiacchierare, lei domani mattina presto volerà a Kota Kinabalu, nel Sabah, mentre io avrò a tarda sera il volo per Kuala Lumpur.

19 aprile
Mi sveglio con calma e decido di andare a vedere l’Orchid Garden, su consiglio di Fabiana, che si trova dall’altra parte del fiume. Ci sono barche che fanno il servizio di attraversamento del fiume tutto il giorno. Il giardino è ad ingresso gratuito e seppur non molto grande è curatissimo e veramente piacevole per una passeggiata, inoltre ci sono decine di specie di meravigliose orchidee e bromeliacee. Alla fine del giro resto un po’ a chiacchierare con uno dei custodi che mi chiede di me e del mio paese e mi parla del suo, e mi consiglia di provare alcuni piatti tipici. Poi vado a pranzo e resto in giro praticamente tutto il giorno per gli ultimi acquisti. Nel pomeriggio rientro in gh dove nel frattempo è arrivata un sacco di gente, alcuni come me di ritorno dal Bako. Scopro pure che è arrivato un signore italiano di 67 anni, Bruno, con cui mi metto a chiacchierare scoprendo che dopo essere andato in pensione ha deciso di andare in Asia e sono 4 anni che è in giro tra India e SE Asiatico. Una bella conoscenza. Vado a cena presto nel vicino food court cinese e poi mi prendo un paio di birre da bere in gh nell’attesa di avviarmi all’aeroporto. In gh mi rimetto a chiacchierare con Bruno che nel frattempo si è cucinato la cena, e c’è anche un ragazzo statunitense che fa il cuoco di professione e si è cucinato un piatto di penne dall’aspetto veramente appetitoso. Hanno organizzato una spaghettata per la sera successiva ma purtroppo non ci sarò.
Il bello del viaggiare soli e frequentare questi posti (ostelli o guesthouses) è che si incontrano un sacco di altri viaggiatori e non ci si annoia mai.

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Alle 22.00 parto, ultimo addio a questa città che mi ha conquistato davvero, è andato tutto bene ed è stato tutto bello, il posto, l’atmosfera, il clima, la cucina, la gh, tutto, veramente sono rimasta sorpresa. Una città profondamente asiatica e allo stesso tempo pulita, poco caotica, sicura, economica e piacevolissima.
Ho un volo per Kuala Lumpur dove arriverò verso le due di notte, e ho deciso di restare in aeroporto per la notte senza arrivare in città, è troppo tardi, e domani mattina ho un altro volo per Bali, dove passerò i restanti otto giorni.

Dettagli viaggio e costi:

Cambio – aprile 2013
10myr (ringgit malese) circa 2.50 €
10.000idr (rupie indonesiane) poco meno di 0.80 €

Visto:
non necessario per la Malesia, il timbro che viene messo sul passaporto all’ingresso nel paese permette un soggiorno di 90gg. Nessuna tassa di uscita dal paese.
In Indonesia all’entrata nel paese viene rilasciato un visto di 30gg (estendibile per altri 30) al costo di 25usd, o 20 €, o 248.000rp. All’uscita si paga una tassa di 150.000rp.

Trasporti:
In Malesia:
Taxi Kuching apt/città 26myr tariffa fissa
Bus per Semenggoh 3myr a tratta
Bus per Bako NP 3.50myr a tratta
Barche attraversamento fiume 0.50myr a tratta
In Indonesia:
taxi Bali aeroporto/Seminyak circa 50.000rp con tassametro, le auto private dentro l’aeroporto chiedono 100.000
Noleggio bicicletta 20.000rp al giorno

Escursioni:
Gita in barca sul fiume Sarawak (1ora e ½) 28myr
Semenggoh Wildlife centre: ingresso 10myr
Bako NP:
ingresso 20myr
barca 47myr (che si può dividere fino a 5 persone) a tratta
pernottamento in camerata da 4  – 15.90myr
escursione serale coi rangers 10myr

Telefono:
ho acquistato una scheda sim della Digi al costo di 30.80myr (inclusi 26myr di credito) con cui chiamavo al fisso di casa in Italia ad un costo veramente irrisorio (circa 4cent di euro al minuto)

Cucina:
buona la cucina malese, in Sarawak ci sono delle specialità locali. Spendevo tra gli 8 e i 13myr a pasto (piatto unico con bottiglietta di acqua)
la birra prendevo la Tiger in lattina che costava 4/5myr; l’acqua circa 3myr/1.5lt; caffè 3/4myr
Attap Corner Kopitiam (Jl. Carpenter): cucina semplice e discreta, proprietari gentilissimi e attenti al cliente
Life Cafe (Jl Carpenter): carino il posto, cibo non eccezionale, aperto anche per cena, fino circa alle 9.30
Deli Cafe (88 Main Bazaar, di fronte al Kuching waterfront): pasticceria, art cafe e spuntini, ambiente molto carino, free wifi, ottimo caffé

Pernottamento:
Three House B&B, 60myr per la camera matrimoniale con bagno condiviso, colazione inclusa e uso della cucina, frigo ecc; the e caffé tutto il giorno, wifi, area relax, terrazza, ambiente carino e informale. L’ultima notte ho dormito in camerata da 6 al costo di 20myr.


4 commenti

  1. il viaggio in solitaria… penso sia un’esperienza che almeno una volta nella vita bisognerebbe vivere. sarà arrivato quel momento anche per me? sentimenti e pensieri contrastanti… emozione e paura. Grazie per il tuo bel racconto. Eventualmente posso farti qualche domanda su Bali?

  2. Il loris lento
    .. Lol!
    Slow loris… In italiano si chiama lemure…

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