Alla scoperta di Panama


racconto di viaggio di Chantal

Il nostro viaggio a Panama è iniziato nel febbraio del 2009. Ci siamo ritornati ben tre volte, vi abbiamo trascorso 5 mesi e… probabilmente… finiremo per trasferirci lì definitivamente nel 2012 a Las Lajas, una località nella provincia del Chiriqui, dove vorremmo realizzare il sogno della nostra vita: costruire un piccolo eco-lodge che chiameremo “Naturalmente”, un Bed & Breakfast immerso nella natura verdeggiante a pochi passi da una spiaggia lunga oltre 15 km, considerata una delle più belle di tutta la costa dell’Oceano Pacifico, dalla quale si possono godere tramonti mozzafiato.
Prima però vorrei raccontarvi di tutti quei luoghi incantevoli visitati durante quei 5 mesi che ci hanno portato alla decisione di trascorrere la nostra vita futura a Panama.

PANAMA CITY
L’arrivo in città (c’è un volo diretto IBERIA da Madrid e un volo KLM da Amsterdam, i prezzi variano da 800 $ e oltre a seconda della durata del soggiorno) presenta una straordinaria sorpresa. Nel quartiere finanziario si ha l’impressione di essere stati catapultati in una metropoli modernissima con grattacieli da capogiro, negozi e locali di ogni categoria, mentre nel quartiere Casco Viejo, o Casco Antiguo, sembra di vivere nel passato, tra chiese e palazzi in stile rigorosamente coloniale con il loro antico fascino. Molti di essi in evidente stato decadente sono in fase di ristrutturazione nel pieno rispetto del loro stile originario.
Gabriele ed io abbiamo prenotato il soggiorno già dall’Italia presso Casa de Carmen, un confortevole ostello con un bellissimo giardino tropicale (camera matrimoniale con bagno privato o in comune a partire da 35 $, prima colazione compresa).
Per i pernottamenti e gli itinerari abbiamo consultato la guida Lonely Planet, tuttavia abbiamo potuto constatare che la stessa non è aggiornata circa il numero di strutture ed i servizi a disposizione, che nel frattempo sono ovviamente o migliorati o di natura diversa. So che è uscita una nuova edizione, da tempo reperibile in America, ora di certo anche in Italia, tuttavia non sarà ancora aggiornatissima, poiché Panama è in continuo sviluppo economico e turistico.
Durante la nostra permanenza in città abbiamo visitato vari luoghi interessanti: il canale con le chiuse di Miraflores, la Calzada de Amador – una strada di 2 km in mezzo al mare che unisce la terraferma a quattro isolotti – ideale per una passeggiata o una gita in bicicletta lontano dal frastuono del traffico cittadino. Ci sono molti negozi che noleggiano biciclette e molti locali dove gustare le prelibatezze panameñe (il mio locale preferito è il Mi Ranchito, prezzi medi e cibo ottimo, quindi sempre affollato). Siamo stati anche nel Parco Naturale Metropolitano, vicino ad Albrook, considerato il polmone della città di Panama, che offre riposanti ed interessanti passeggiate in un ambiente tropicale e permette di raggiungere la collina che lo sovrasta, dalla quale si gode una magnifica veduta sulla città, sulla baia e sul canale.
Agli escursionisti consiglio inoltre una visita al Parco Nazionale Soberania, un’estesa foresta tropicale percorsa da una buona rete di sentieri dai quali si possono ammirare varie specie di animali. La guida non da indicazioni molto precise su come raggiungerlo, consiglio quindi di farsi accompagnare da una guida locale o di informarsi bene prima di intraprendere l’escursione. Noi abbiamo preso l’autobus per Gamboa e l’autista ci ha gentilmente scaricati lungo la strada dove c’era la sede amministrativa del Parco stesso, che ci ha fornito una cartina dei sentieri. Da lì, purtroppo, senza mezzi propri, il percorso a piedi per raggiungere il Parco è piuttosto lungo.
Per sfuggire invece dalla calura della città l’ideale è una gita in barca sull’Isla Taboga, un isolotto non lontano dalla città, dove durante la settimana si può fare un bel bagno in gran tranquillità. Il traghetto parte alla fine della Calzada de Amador. L’isola è molto frequentata dai cittadini in cerca di relax (da evitare quindi durante le festività ed i fine settimana, c’è troppa gente e la musica diventa quasi assordante per l’unica piccola lingua di spiaggia di tutta l’isola).

SAN BLAS E BOCAS DEL TORO – COSTA CARAIBICA
Con un volo aereo interno (Air Panama oppure Aereoperlas, prezzo circa 80 $, si può effettuare il viaggio anche con una Jeep 4 x 4) – rivelatosi piuttosto burrascoso per i vuoti d’aria ed il maltempo – abbiamo raggiunto l’isola di El Provenir; scalo importante da cui partono varie barche per raggiungere le isole caraibiche che formano l’arcipelago di San Blas. Le isole sono abitate dagli indios Kuna Yala, un popolo molto fiero della propria indipendenza e delle proprie tradizioni che non gradisce il turismo di massa (per questo motivo solo alcune isole offrono pernottamento). Noi abbiamo scelto Isla Robinson, poiché offriva strutture tra le meno costose. Direi che la scelta si è rivelata ottima. Nei quattro giorni successivi abbiamo vissuto una vita molto semplice ma ricca di emozioni nuove,a stretto contatto con la natura ed i nativi. Abbiamo dormito in una capanna di bambù col pavimento di sabbia e fatto la doccia dietro un separè di foglie di palma, a ridosso delle cabañas, pescando l’acqua da una cisterna (tipo barile di petrolio) con una noce di cocco. Il Wc poi… si trattava di una passerella di legno che si inoltrava nel mare, alla cui estremità, dietro il solito separè di foglie di palma, c’era la ciambella del wc appoggiata su una struttura in legno.
La bellezza dell’isola è senza pari: sabbia finissima bianca, palme da cocco, miriadi di conchiglie di varie forme e misure sparse qua e là, un mare color turchino e serate sotto un cielo tempestato di stelle.
Un’esperienza unica ed emozionante: mi è piaciuto moltissimo condividere il mènage familiare quotidiano dei Kuna. (Le gite in barca sulle isole vicine, tempo permettendo, in genere sono comprese nel prezzo). Il viaggio di ritorno, con sveglia alle 4 di mattina ed una luna piena che sembrava di essere in pieno giorno, è stato più tranquillo.
Il giorno dopo abbiamo prenotato il viaggio per Bocas del Toro, scegliendo l’autobus quale mezzo di trasporto, per un tragitto molto meno costoso del volo aereo, ma anche molto più spericolato e lungo (ca. 9-10 ore in autobus contro 3/4 d’ora in aereo). La cosa migliore sarebbe noleggiare un’automobile, si risparmia tempo e si è più liberi di girare a piacimento. (Ottimo l’autonoleggio Sixt, a Panama City in via Mendez, una laterale di via Espana: ha i prezzi migliori).
Dopo un lungo percorso notturno in autobus siamo arrivati, alle 5 di mattina, ad Almirante, da dove ci siamo imbarcati per Isla Colon, l’isola più grande e più sviluppata dell’arcipelago di Bocas del Toro. Giunti nel centro abitato ci siamo subito resi conti che è uno dei luoghi più turistici di tutta Panama. Il villaggio è diviso al centro da una strada costeggiata su ambo i lati da numerosi alberghi, ostelli e locali per “tutte le tasche”, anche se, rispetto ad altri posti di Panama, i prezzi sono abbastanza elevati. Noi ci siamo trovati benissimo presso Hostal de Hansi e Hotel Dos Palmas. Le case, di vari colori, sono costruite su palafitte in legno.
Assolutamente da vedere è Playa Estrella a Boca del Drago, raggiungibile sia con un taxi via mare, che con un autobus. Noi abbiamo noleggiato una bicicletta per arrivarci, ma lo sconsigliamo, per via della durata del percorso e dei continui dislivelli da affrontare. Playa Estrella è una tipica spiaggia caraibica, di sabbia bianca, lambita da acque limpide piene di stelle marine di varie misure. Se siete affascinati dalle onde e dai surfisti recatevi nelle vicine spiagge di Playa Bluff, magari noleggiando una bicicletta.
La visita di Cayo Zapatilla è stata un’altra gita indimenticabile. Lungo la via principale della cittadina si trovano vari tour operator, con i prezzi esposti, che organizzano un’infinità di escursioni.
Cayo Zapatilla, una delle più belle isolette dell’arcipelago, fa parte del Parco Nazionale di Bastimento ed è veramente da sogno. Non meno bella è Isla Bastimento, molto più selvaggia di Bocas del Toro, raggiungibile con un Taxi via mare, dove sono presenti anche meno strutture ricettive. Dal paesino di Old Bank, (dove l’atmosfera rivela ancora un vero spirito caraibico e dove si parla ancora il gali-gali, la lingua creola della Provincia che sembra un miscuglio tra spagnolo ed inglese) parte un sentiero che attraversa la foresta, scavalca una collina e porta a due spiagge incantevoli: Playa Wizard e Red Frog. La seconda prende il nome da un piccolo esemplare di rana rossa che non si avvista così facilmente. E’ sconsigliabile avventurarsi sui sentieri se è piovuto di recente poiché una spessa coltre di fango li rende impraticabili.

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PLAYA LAS LAJAS – COSTA PACIFICA
Dopo la nostra permanenza ai Caraibi abbiamo deciso di proseguire verso il Pacifico. Ad Almirante abbiamo preso un autobus di linea verso David, attraverso la Cordillera Centrale, una catena di montagne che separano la provincia di Bocas del Toro da quella del Chiriquì.
Da David con un altro autobus abbiamo raggiunto Las Lajas. Sono rimasta subito colpita dalla natura incontaminata di questo luogo e dalla serenità che infondeva. C’erano tante mucche che pascolavano su distese verdeggianti a breve distanza da una lunga e bellissima spiaggia tropicale dove, passeggiando a piedi nudi, si possono ammirare incantevoli tramonti.
Il connubio tra pascoli ed oceano ci ha stregati. Con l’aiuto di una coppia di italiani  che risiedono a La Playa, abbiamo acquistato un lotto di terra immaginandovi già il nostro eco-lodge “Naturalmente”.
La spiaggia offre varie strutture ricettive: un Hotel, diverse cabañas, un Bed & Breakfast e vari ristoranti. Anche in paese, distante 10 km dalla spiaggia, ci sono un Hotel, una struttura con cabañas, un Bed & Breakfast, un ristorante italiano e un piccolo bar gestito da una signora tedesca, come pure alcuni ristorantini tipici. Insomma, Las Lajas ha tutte le caratteristiche per divenire una nuova meta turistica destinata a chi ama immergersi nella natura e nella quiete. Può essere anche una meta ideale per surfisti principianti, le onde non sono assolutamente pericolose quindi perfette per imparare.
Qui ha avuto fine il nostro primo viaggio che abbiamo ripreso nel novembre del 2009. Questa volta abbiamo noleggiato un’automobile e percorso la Panamericana o Interamericana (una strada che attraversa tutto il continente americano da nord a sud) per 360 km fino a Las Lajas. Ci siamo subito precipitati al nostro appezzamento di terra  curiosi di scoprire se qualcosa era cambiato. Considerato che non potevamo ancora iniziare la costruzione della struttura abitativa abbiamo deciso di visitare con cura il Chiriquì.

BOQUETE
E’ una località sull’altopiano del Chiriqui, famosa per il suo clima mite, sembra che tutto l’anno sia primavera. Molti americani scelgono Boquete per trascorrervi la loro vita dopo il pensionamento. Il paese offre varie attività: visite alle varie coltivazioni di caffé, lunghe passeggiate in un ambiente incontaminato ricco di fiori e profumi diversi, visite a giardini privati, rafting e molto altro (vicino al Cafè Ruiz ci sono delle agenzie che organizzano tantissime escursioni). Sicuramente da segnalare è il Sendero de Los Quezales, un sentiero che da Boquete arriva fino a Cerro Punta, lungo il quale i più appassionati bird-watchers cercano di avvistare il famoso uccello Quezal, simbolo del Guatemala. Noi speriamo di poterci andare prossimamente. Dopo alcune piacevoli camminate ed un veloce pranzo al locale ristorante La orchidea (qualità e prezzi ottimi) abbiamo raggiunto le pozze di Caldera, sorgenti termali di acqua calda, in cui è molto piacevole fare il bagno quando c’è brutto tempo. Abbiamo poi continuato in direzione di Gualaca per i Canguinoles, un piccolo canyon formato da un fiume dove è molto divertente tuffarsi e nuotare. Altre mete da tenere presente sull’altopiano chiricano sono Volcan e Cerro Punta, due paesi immersi in un paesaggio che ricorda molto la Svizzera, circondati da estese coltivazioni di ortaggi e fragole, che vengono venduti nei molti negozi del centro a prezzi modici. Rispetto a Boquete, qui si respira ancora un’aria tipicamente panameña. Dopo aver riposato una notte a David, capoluogo del Chiriqui e seconda città per estensione dopo Panama, siamo ripartiti per Punta Burica, una penisola che si estende nel Pacifico al confine con il Paese di Costa Rica. Questo viaggio è da intraprendere esclusivamente durante la stagione secca, da dicembre ad aprile, poiché le strade sono sterrate e con la pioggia diventano piste di fango. Inoltre è preferibile partire al mattino da Puerto Armuelles per Punta Burica perché il viaggio dura molto tempo.
Dopo una lunga ed avventurosa camminata di notte sotto la pioggia siamo arrivati al Mono Feliz, una struttura immersa nella foresta tropicale abitata dai mono (bellissime scimmiette dal musetto bianco). Abbiamo trascorso il nostro soggiorno a stretto contatto con la natura; con la bassa marea abbiamo addirittura raggiunto a piedi, attraverso il mare, l’isola Burica situata proprio di fronte al Mono Feliz. Il ritorno è stato altrettanto avventuroso: una coppia di americani ci ha dato un passaggio sulla loro jeep, guadando con facilità i laghi di fango formatisi causa la pioggia e per finire ci ha dato ospitalità nella loro villa a Playa Barqueta, una spiaggia che non dista molto da David. Abbiamo trascorso giorni meravigliosi oziando a bordo della piscina dei nostri nuovi amici americani, persone squisite che ci hanno veramente coccolati. Ciò che ci ha maggiormente colpito in questo posto è stata la potenza dell’oceano, le onde e le correnti sono molto forti, bisogna stare attendi quando si fa il bagno, ma è un posto ideale per il surf. Purtroppo la spiaggia è disseminata di ville che si susseguono per un lungo tratto disturbando la naturale bellezza del paesaggio, inoltre c’e pochissima vegetazione. Con dispiacere abbiamo lasciato la villa, che per noi è stata una vera beauty-farm – era tutto troppo perfetto – per dirigerci verso Santa Catalina, cittadina in provincia di Veraguas.

SANTA CATALINA
Da David abbiamo raggiunto Santiago in autobus. Con un ulteriore bus siamo arrivati a Sona, e con l’ultima corsa dopo circa 8 ore siamo giunti a destinazione. In automobile il tragitto è sicuramente più breve. Santa Catalina è una meta ambita dai surfisti perché offre le migliori onde del Paese. Sono presenti varie strutture ricettive e diversi ristoranti. Noi abbiamo scelto l’Oasis Surf Camp, gestito da un ragazzo italiano, locale molto accogliente che si trova vicino alla foce di un fiume, sull’unica spiaggia di sabbia presente a Santa Catalina, ulteriore luogo ideale per imparare il surf e da partire per una gita verso l’Isla Coiba, un Parco Nazionale Marino: un vero paradiso ecologico per gli amanti del sub e dello snorkeling. Si tratta di un’isola dalla natura incontaminata circondata da spiagge bianche e acque dalle varie tonalità di turchese. Non abbiamo avuto il piacere di visitarla ma rimedieremo presto a questa mancanza. Dopo due giorni di relax all’Oasis Surf Camp siamo partiti per Pedasì, citadina della penisola di Azuero, nella provincia di Los Santos.

PEDASI’
Per arrivare a Pedasì da Santiago si prende un autobus fino a Divisa, da lì si prosegue verso Chitre, e poi Las Tablas dove si fa un cambio di autobus che porta infine a Pedasì, piccola cittadina che già da qualche anno ha avuto un notevole sviluppo turistico. E’ frequentata sia da Panamensi che da stranieri ed è stata anche presa di mira da investitori stranieri, soprattutto israeliani che hanno comprato diversi ettari di terra sui quali verranno costruiti grandi residence che deturperanno inevitabilmente l’ambiente per ora ancora di naturale bellezza. Nel paese ci sono varie strutture ricettive, ristoranti ed una pittoresca piazzetta con la sua chiesa bianca, animata a tutte le ore del giorno, che ricorda  più un tipico paese messicano. Gli alberghi sono un po’ costosi, più accessibile è la pensione Moscoso con camere matrimoniali per 20 $ a notte. Noi abbiamo dormito in un bellissimo Bed & Breakfast: La Rosa de Los Vientos, non molto distante dalla spiaggia, spendendo 45 $ a notte per la matrimoniale. La sera ci siamo fatti viziare dalla cucina di Elena e Danilo, due giovani italiani che, qualche anno fa, hanno aperto un ristorante italiano, Pasta e Vino, e con i loro piatti gustosi hanno sorpreso non solo noi, ma anche buona parte dei residenti locali e stranieri. Pedesì è anche una buona base di partenza per esplorare le vicine spiagge pittoresche e solitarie come Playa el toro, Playa la Garita e la splendida Playa los Destiladeros, una spiaggia di colore bruno bordata di palme, lambita dal mare, a ridosso della quale si allineano lussuose residenze e belle ville. Accompagnati da Elena e Danilo abbiamo raggiunto in barca e visitato Isla Iguara partendo da Playa el Arenal. Trattasi di una riserva naturale che comprende spiagge bianche e deserte davanti alle quali si estende una magnifica barriera corallina e che ospita la più numerosa colonia di una specie di uccello grande, nero, con delle sacche rosse e bianche gonfiabili sul collo, chiamato la Fregata del Panana; luogo ideale per immersioni e snorkeling. Ovviamente non ci sono alberghi, ma credo sia concesso campeggiare con la propria tenda, provvisti di cibo ed acqua. Trascorsi alcuni giorni in compagnia dei nuovi amici italiani abbiamo raggiunto Playa Venao, spiaggia prediletta dai surfisti, dove si svolgono anche gare internazionali di surf. Vi si trovano due strutture alberghiere fatte a Rancho – strutture aperte con il tetto in foglie di palma – gestite da Israeliani che offrono pernottamento, servizio ristorante e una scuola di surf. I prezzi sono piuttosto alti, destinati a soddisfare un turismo “di lusso”. Sono in costruzione ulteriori edifici lussuosi, da non promuovere, a mio parere, in ambienti naturali come questi. Grazie alle indicazioni di Elena e Danilo abbiamo dormito a Eco-Venao, un complesso turistico costituito da un ostello per chi vuole spendere meno, da bungalows nascosti nella foresta in cui scorre anche un ruscello e da case caratteristiche da affittare. Tutti gli edifici si trovano su una collina verdeggiante dalla quale si ammira l’imponenza del Pacifico. L’ostello non ha un ristorante, quindi per mangiare è necessario andare ai ristoranti sulla spiaggia oppure fare la spesa prima di arrivare a Playa Venao,  visto che non ci sono negozi, e prepararsi i pasti nella cucina che l’Eco-Venao mette a disposizione degli ospiti. Dopo due giorni impegnativi nello sforzo di cavalcare le onde con una tavola a noleggio siamo ripartiti per Cambutal.

CAMBUTAL
Il viaggio per Cambutal si può affrontare in due modi, partendo da Las Tablas via Tonosi, oppure partendo da Pedasì via Canas e Tonosì. Dipende dall’itinerario scelto. Il tratto stradale da Canas a Tonosì è ghiaiato e abbastanza difficoltoso da percorrere causa la presenza di buche (che a volte diventano veri e propri crateri). Lungo questo tragitto il paesaggio cambia. Dalle colline brulle, soprattutto in estate, di Pedasì  si giunge in una zona di colline con una  vegetazione rigogliosa e verdi vallate sino a Cambutal, con la sua lunga e solitaria spiaggia: un angolo di paradiso dimenticato dal mondo. Turisticamente la zona non è ancora molto conosciuta, e probabilmente è proprio questo il motivo della sua bellezza. Pochi hanno costruito e comunque in armonia con l’ambiente circostante. Anche qui abbiamo conosciuto due italiani che hanno costruito due bellissimi bungalows sulla spiaggia, denominati Boomshiva, che vantano una fantastica posizione a due passi dall’Oceano. Vi si trova anche il B & B di una coppia basca , situato in cima ad una collinetta, il Kambutaleko con una vista mozzafiato sulla baia.
E’ giunto il momento di salutare Panama e tornare in Italia, purtroppo……Rientrati a Las Lajas abbiamo preso commiato da tutti i nostri nuovi amici, come pure dalla nostra terra, che dovrà attendere ancora un po’ la prossima visita… che sarà  un trasloco definitivo.
Ci siamo veramente innamorati di questo incantevole Paese, che ci permetterà, come già detto, di realizzare un sogno.

Spero tanto che il mio racconto possa esservi utile e vi trasmetta l’entusiasmo da noi provato per questo Paese, che merita di esser visitato, sia per il popolo molto ospitale che vi abita, sia per la sua intensa bellezza.

Per qualsiasi informazione consultateci al nostro sito: www.naturalmentepanama.com oppure scriveteci una mail: info@naturalmentepanama.com. Saremo lieti di rispondervi.

Cordiali saluti.
Chantal e Gabriele


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