diario di viaggio dal 9 al 25 luglio di Deborah
Finalmente, dopo quasi quattro mesi di lavorazione, si parte per la Namibia, per la nostra prima volta nell’Africa vera! La scelta è ricaduta (e non per caso) sulla Namibia in quanto è un paese che si può veramente girare da soli, scegliendo ciò che piace di più da vedere. Il nostro viaggio ha inizio il 9 luglio 2010 e durerà 15 giorni. I partecipanti al viaggio siamo io (Deborah) e mio marito Massimo, una famiglia toscana. Quando ho studiato questo viaggio, ciò che mi era più oscuro erano i tempi di percorrenza da una località ad un’altra perché non volevo fare un tour de force, bensì volevo godermi appieno ciò che mi circondava, e sinceramente credo di essere riuscita a conciliare le tappe in modo da rispettare la tipica vita africana, scandita non dall’orologio e dalle corse contro il tempo bensì dal sole e dall’alternanza del giorno e della notte. La guida a cui mi sono affidata (dopo aver letto la Routard e la Lonely) è stata la Footprint Ed. Whitestar, ed è precisa e molto dettagliata. Mi sono affidata alla Xenia viaggi, agenzia online di Prato (www.etosha.it) consigliata dalla guida Footprint e da molti utenti di TPC: ora consigliata anche da me, perché mi sono trovata veramente bene, sono seri e affidabili, e si appoggiano ad un’agenzia locale, la Namibia Travel connection. Abbiamo noleggiato con la Budget (sempre tramite la Xenia viaggi) un’auto Nissan X-trail 2×4 ed è stata una scelta ottima, un giusto compromesso fra un’auto normale (strade un po’ dissestate) e una 4×4 (troppo costosa, e eccessiva x il viaggio da noi intrapreso); la macchina era nuova e non abbiamo avuto alcun problema nemmeno di forature. Abbiamo percorso 4000 km.
Ed ora la nostra Namibia in pillole:
9/7: volo Lufthansa Firenze 17.05/Monaco 18.40 – SAA Airlines Monaco 21.55/Johannesburg 8.25 del 10/7 – Johannesburg 9.45/Windhoek 10.45 acquisto per euro 1160 A/R
10 e 11/7: The Elegant B&B a Windhoek (piccolo B&B carino, curato nei particolari, pulito, ottima colazione, parcheggio interno, silenzioso, vicino al centro ma non a piedi)
12 e 13/7: The Desert Homestead a 30 km. da Sesriem (lodge tipico e molto particolare, vicino all’entrata per Sossusvlei, bungalows tutti vista tramonto, ottima cena, abbondante colazione, quando si fa l’escursione alle dune offrono una breakfast bag senza sovrapprezzo)
14 e 15/7: The Pelican Bay a Walvis Bay (hotel lussuoso, con tutte le camere vista laguna, a due passi dal molo dove vengono fatte le escursioni in mare e a un passo da un famoso e ottimo ristorante su palafitte; ottima colazione a buffet)
16/7: Brandberg rest camp a Uis (spartano, poco pulito, scadente e trasandato nelle camere e nei luoghi comuni, lenti nel servizio seppure ce la mettono tutta come gentilezza… Non lo consiglio)
17/7: Twyfelfontein country lodge (sistemazione spettacolare, a ridosso della montagna, ristorante romantico a lume di candela, buffet a cena non eccelso ma ottima colazione; camere carine e funzionali, uno dei lodge più belli)
18/7: Ugab terrace nella valle dell’Ugab (vista mozzafiato perché il lodge rimane su un’altura alla quale si accede solo con un 4×4 o portati dal personale del lodge; non scegliete le tende, perché quelle invece si trovano in basso e sono scomode; i bungalow sono spettacolari, con vista tramonto o alba, su un panorama che è chiamato la Monument Valley della Namibia; gestori gentili e accoglienti, vale la pena fermarsi anche solo per vedere com’è)
19/7: Toshari Inn a 25 km. dall’Anderssen gate in Etosha (lodge carino e pulito, vicinissimo all’entrata dell’Etosha)
20/7: Okaukuejo camp in Etosha (camera un po’ piccola, ma di contro il campo ha una pozza frequentatissima da animali abituali, quali anche il rinoceronte. Il campo l’ho fissato io a Marzo)
21/7: Namutoni camp in Etosha (oltre a essere bello il forte al cui interno ci sono il ristorante e vari negozi, le camere sono di lusso, enormi, con un bagno altrettanto grande, tutto vetrato… Uno spettacolo! Anche questo campo l’ho fissato io a Marzo)
22/7: Out of Africa a Otjiwarongo (comodo per una tappa, ma penso si possa trovare di meglio; così e così anche la cena, seppure tanto decantata)
23/7: Gross Barmen vicino a Okahandja (lasciate perdere, fatiscente, trasandato, sporco, solitario, sperduto… Aggiungo altro?)
24/7: volo SAA Windhoek 15.15/Johannesburg 18.00 – Johannesburg 20.40/Monaco 7.20 del 25/7 – Lufthansa Monaco 9.25/Firenze 10.40
Ed ora lui, il viaggio…
9/10 luglio: Firenze/Monaco/Johannesburg/Windhoek
Siamo partiti da un’afosissima Firenze e siamo arrivati in una Windhoek un pochino più fresca ma comunque vivibile, diciamo da maglia a maniche corte. Dopo l’incontro con la corrispondente che ci ha dato qualche dritta e ci ha assistito nel disbrigo di formalità come il cambio dei soldi e il noleggio dell’auto, siamo partiti alla volta della capitale. Abbiamo cambiato 900 euro e ci sono bastati a pelo, nonostante abbiamo usato anche la carta di credito (che peraltro ci è stata clonata, pertanto usatela pure ma attivate il servizio di alert SMS – fidatevi che ve lo dice una che lavora in banca!). Già fuori dall’aeroporto, lungo la strada principale, abbiamo avuto il nostro primo incontro con la popolazione locale: babbuini e facoceri! Iniziamo bene! A Windhoek abbiamo un po’ gironzolato, ma purtroppo il sabato pomeriggio e la domenica i negozi sono chiusi. Abbiamo pranzato e cenato al Cafè Zoo (ottima qualità e ambiente informale), al prezzo rispettivamente di Nad 150 e 350.
11 luglio: Windhoek/Daan Vilijoen park/Windhoek: 200 km.
Oggi abbiamo deciso di visitare un parco a circa 20 km. da Windhoek, il Daan Vilijoen park, dove si può guidare o camminare liberamente e dove abbiamo visto le nostre prime giraffe, gli gnu e i red hortebeest. La giornata è buona, non tira vento e sembra primavera. L’ingresso al parco costa Nad 90 in tutto, ma al momento è in ristrutturazione quindi non c’è niente da bere e da mangiare. Noi abbiamo comprato dei sandwich ad un supermercato (quelli sono aperti anche la domenica, e conviene fare scorta di acqua, biscotti, snack, succhi di frutta e qualche frutto). La cena è stata al famosissimo e buono Joe’s beerhouse, a 270 Nad.
12 luglio: Windhoek/Sesriem: 400 km.
Partiamo per la prima tappa lunga che ci porterà ai margini del deserto del Namib. Il contachilometri della macchina ci dice che abbiamo già fatto 200 km. da quando siamo arrivati in Namibia e al momento di affrontare questa tappa segna 5148 km; all’arrivo ne segnerà 5538, circa 400 km. fatti in circa 7 ore. Abbiamo scelto di lasciare subito la strada comoda e asfaltata e ci siamo diretti sulla C26, strada sterrata che attraversa il Gamsberg pass a 2200m slm. Il paesaggio è spettacolare, cambia ogni pochissimo e non ci si annoia, anche perché ci siamo fermati un sacco di volte a fare le foto più assurde, soli in mezzo al nulla, io, Massimo e la nostra Nissan… Sul passo tira un vento freddo che ci fa dubitare di essere finiti sulle Dolomiti…A Solitaire abbiamo fatto la prima tappa (d’obbligo, per fare rifornimento tutti e tre!) ed è un posto dimenticato da tutti ma molto particolare, ricorda un po’ i paesi americani che si trovano sulla vecchia route 66, con carcasse d’auto semisepolte ad arte dalla sabbia… Un inizio di deserto, dove si trova la torta di mele più famosa del mondo sfornata da Moose. Il pranzo a Solitaire con i sandwich ci è costato 22 nad… mi scappa da ridere, veramente una sciocchezza! La tappa prosegue e macinando qualche altro chilometro, cominciando a mangiare un po’ di polvere, fermandosi ai controlli della polizia, scansando le macchine che lisciano l’ “asfalto” e divertendoci a vedere springboks saltellanti intorno a noi, arriviamo verso le 16 al The Desert Homestead, un po’ stanchi ma felici. Cena al lodge e poi a letto presto, perché domani mattina ci aspettano le dune di Sossusvlei!
13 luglio: Sesriem/Sossusvlei/Sesriem: 200 km.
Stamani sveglia alle 5.00 con un vento che ci ha fatto dormire poco e male la notte, piccola colazione e poi partiamo – con le breakfast bags preparate dal lodge – alla volta di Sesriem, dove c’è l’entrata per Sossusvlei. Incredibile a dirsi, alle 6.30 siamo i primi al cancello… WOW! Fortunatamente il vento forte è calato, vediamo sorgere l’alba, dopodiché il gate viene aperto e – fatta la registrazione e pagati 170 Nad – iniziamo a percorrere la striscia d’asfalto in mezzo al deserto che ci porterà, fra infinite soste e paesaggi incantati, fino al parcheggio dei 2×4, dove lasciamo la nostra auto e saliamo su una jeep fino al successivo parcheggio per i 4×4. Qui inizia la marcia verso la scalata di Deadvlei, una duna altissima e molto ripida… Non ce lo ordina il dottore di scalare le dune, ma la fatica che si fa arrampicandosi e salendo ‘a gattoni’ sulla sabbia è ampiamente ripagata dal panorama che si domina dall’alto: dune e dune, di un colore indescrivibile, mosse dal vento, e sotto quella che viene chiama ‘Valle della Morte’ o Deadvlei, un pan bianco punteggiato da sparuti alberi, in netto contrasto con il colore del deserto circostante! Uno spettacolo che si può vedere solo qui… Dall’alto della duna, ci ha colpito il silenzio, rotto soltanto dal rumore del vento… E’ incredibile, bisogna ‘ascoltarlo’ il silenzio della Namibia… E per scendere dalle dune? Basta levarsi le scarpe, farle rotolare giù e rotolare giù anche noi… Arrivata in fondo avevo la sabbia dappertutto, anche nel passaporto!!!!! Foto di rito agli alberi del pan e quindi rientro verso il parcheggio del 2×4 sempre con la jeep-navetta al costo di 110 Nad a testa. Il pranzo ce lo siamo goduto accanto a dove abbiamo parcheggiato la macchina, all’ombra di un albero, circondati da dune, sabbia, uccellini e tanto tanto silenzio… Sulla via del ritorno, ci siamo fermati a vedere la mitica duna 45, color albicocca, e il Sesriem canyon all’entrata per Sossusvlei. Rientro al lodge, dove ci siamo goduti uno dei tanti tramonti africani prima della cena. A nanna sotto un caldo piumino.
14 luglio: Sesriem/Swakopmund/Walvis Bay: 550 km.
Oggi partenza per la costa oceanica. Colazione al lodge e tappa successiva a Solitaire per i soliti sandwich praticamente regalati (34 Nad comprese 3 banane!) e la torta di mele. Il viaggio verso l’oceano non ci regala particolari emozioni se non quando arriviamo sulla striscia d’asfalto che collega Walvis Bay a Swakopmund e vediamo la sabbia dorata delle dune alla nostra destra portata dal vento verso l’oceano alla nostra sinistra… Arrivati a Swakopmund pranziamo al sacco di fronte ad onde spumeggianti, e poi decidiamo di acquistare i permessi per la Welvitschia drive (90 Nad), che si trova poco fuori Swakopmund. Facciamo qualche tappa di questo percorso fino alla Moonlandscape, che è veramente un paesaggio lunare… Non arriviamo alla Welvitschia perché sono veramente troppi chilometri e siamo un po’ stanchi, per cui decidiamo di rientrare e prendiamo una strada secondaria, la D1991, che ci porta all’interno di una vera e propria oasi con tanto di palme nel letto di un fiume. Ci fermiamo lungo la strada a goderci un altro rosso tramonto (purtroppo sferzato da un vento parecchio freddo) e quindi rientriamo a Walvis Bay dove si trova il nostro hotel con camera vista laguna, e da lì decidiamo di andare a piedi al ristorante ‘The Raft’ , un famoso e ottimo locale su palafitte, dove si mangia il pesce con una spesa di 370 Nad.
15 luglio: Marine Dune day/Swakopmund/Walvis Bay: 70 km.
Giornata di escursioni: abbiamo prenotato con Mola Mola Safari un tour combinato, mattina in barca e pomeriggio in 4×4 nel deserto al costo di Nad 1200 a testa. Alle 9.00, vestiti come per andare a sciare (o quasi) ci imbarchiamo da un grazioso molo tutto colorato sulla Olin, la nostra barca, e subito siamo circondati da pellicani che – becco aperto – aspettano di contendersi la colazione! Poi, siamo appena partiti, è la volta della foca del Capo che ci insegue e si profonde in moine… anche lei reclama la sua colazione! Poi decide di salire sulla barca (!) per cui facciamo le presentazioni: lei è Sally, e si farà lisciare e accarezzare da tutti nelle risate generali! Vediamo fenicotteri rosa, delfini e tante foche del Capo, fino a Pelican Point, una lingua di terra dove ad attenderci ci sono le nostre jeep per l’escursione a Sandwich Harbour. Il nostro autista, un ragazzone biondo mezzo tedesco e mezzo sudafricano, ci farà divertire un sacco su e giù per le dune a picco sull’oceano fino a fermarsi in mezzo al deserto per un romantico pranzo a base di ostriche e vino bianco frizzante! Che lusso! Per cena invece decidiamo per una pizza (!) al Napolitana di Swakopmund per soli 135 Nad.
16 luglio: Walvis Bay/Swakopmund/Cape Cross/Uis: 430 km.
Mattinata di relax prima di intraprendere il viaggio verso il Damaraland; abbiamo fatto un giro con shopping al mercatino di Swakopmund e poi ci siamo diretti alla colonia (90 Nad) di foche del Capo di Cape Cross… Se uno non ci va, non può rendersi conto di cosa sia lo spettacolo di circa 250.000 mila esemplari spiaggiati al sole o saltanti tra le onde… E non potete rendervi nemmeno conto dell’odore!!! Il mare è infestato da foche che pescano, giocano, nuotano, mentre sulla spiaggia i grandi calpestano i piccoli, le mamme allattano, chi dorme, chi urla… Uno spettacolo! Dopo un pranzo al sacco lì alla colonia, siamo ripartiti per Uis, prossima tappa, alle pendici del Brandberg. L’idea sarebbe di andare a vedere la White Lady, il famoso dipinto su pietra, ma poi la fatica del viaggio – che in questo tratto è un po’ monotono – ci ha fatto propendere per una giornata più tranquilla. La sera abbiamo cenato al lodge con 135 Nad e quindi a nanna, con Monna Lisa (la gatta del lodge) a letto con noi.
17 luglio: Uis/Twyfelfontein: 160 km.
Oggi la strada è molto più varia di ieri, cambia spesso il paesaggio, siamo passati anche nel guado di un fiume (chiaramente SECCO!), le rocce diventato a tratti rosse come al tramonto, e anche il clima è molto piacevole… Ci voleva dopo le temperature piuttosto fredde che abbiamo trovato nei giorni scorsi. 3 km. prima del Twyfelfontein country lodge raggiungiamo il traguardo dei nostri primi 2000 km. in Namibia! Visitiamo le Organ pipes, la Burnt Mountain (di giorno però non è un granché) e cerchiamo invano il Wondergat… Noi non siamo riusciti a trovarlo! Raggiungiamo il lodge e pranziamo qui con 170 Nad in attesa di partire per l’escursione Ephemeral river drive (prenotata dall’Italia 616 Nad) alla ricerca degli elefanti del deserto con una jeep enorme. L’escursione è veramente carina, la consiglio perché si vedono tante cose: il paesaggio cambia, dalla savana gialla, brulla e con la terra rossa, alla montagna nera di basalto e dolerite, punteggiata di sparuti cespugli biancastri, agli alberi di mopane, il cibo degli elefanti… Ci fermiamo a bere qualcosa nel letto del fiume Aca Uhab, dopodiché alla ricerca degli elefanti; la nostra pazienza è stata premiata, infatti vediamo prima un esemplare di maschio che sta cibandosi con un albero, poco più avanti ci sono una mamma con il suo piccolo (si fa per dire!) e successivamente altri gruppi familiari… In totale riusciamo a vedere da vicinissimo una decina di elefanti… E’ veramente un bello spettacolo. Al rientro, fermata nel deserto per brindare con ‘sparkling white wine’ al tramonto, rosso come non ne avevo mai visti… Rientro per le 18.30 e cena al lodge fra i canti del personale damara. Le stelle in cielo brillano più che mai e andiamo a letto veramente contenti delle giornate trascorse finora.
18 luglio: Twyfelfontein/Ugab Terrace: 190 km.
Stamani ci siamo dedicati alle pitture rupestri di Twyfelfontein (70 Nad) ed abbiamo scelto di fare il giro lungo, tanto avevamo tempo e così abbiamo potuto vedere tutti i pittogrammi e un ottimo paesaggio fatto di rocce rosse e tanto verde. I pittogrammi sono impressionanti se si pensa che hanno dai 2000 ai 6000 anni… Tappa successiva, la foresta pietrificata (65 Nad), con spiegazioni in lingua anglo-damara (con tanto di click!) e visita delle Welvitschia. Pranzo con un sandwich a Khorixas (attenzione all’assalto di tutti quelli che vogliono vendere le noci di zucca, tipiche palline damara su cui incidono il nome) e ripresa del viaggio verso l’Ugab terrace, una splendida vallata chiamata l’Arizona della Namibia perché le formazioni che si vedono qui ricordano molto la Monument Valley americana. Percorriamo la D2743 anziché la più facile C39, per poterci divertire un po’ in stradine dissestate, quindi arrampicata sul Vingerklip (dito di roccia) per godere del panorama sottostante. Una volta giunti al lodge, si pone un problema: per salire fino ai bungalow c’è una strada percorribile solo in 4×4… mi incammino a piedi per la strada, ma il dislivello da pista nera di sci mi mette subito ko! Mi accorgo però che ci hanno visto dall’alto e stanno venendo a prenderci con un mezzo del lodge… Meno male! Il lodge ha una posizione invidiabile, domina tutta la vallata e i bungalow, spettacolari, hanno la vetrata che guarda al tramonto o all’alba… Mooolto romantico!
19 luglio: Ugab Terrace/Etosha park: 430 km.
Guardiamo l’alba dal nostro bungalow, colazione e poi via, per l’avventura nell’Etosha. Ci fermiamo a Outjo, città carina, per due sandwich a 56 Nad e poi ci dirigiamo all’Anderrsen gate. Alle 10.00 varchiamo il cancello e dopo esserci registrati a Okaukuejo e pagato 170 Nad, seguiamo la guida sul parco Etosha che abbiamo comprato a Solitaire e ci dirigiamo a Nord, alla pozza di Okondeka, che sembra butti bene come animali! Lungo la strada, che attraversa la savana, troviamo le zebre in fila che sembrano effettuare una transumanza. La pozza è piacevolmente piena di ogni specie di animali: leoni e leonesse (che fortuna vederli subito!) sono spaparanzati al sole lungo l’acqua della pozza, mentre gli orix gli fanno la guardia e sembrano statue di sale! Tutto intorno ci sono gnu, zebre, struzzi e spingboks incuranti dei felini che – probabilmente – sono satolli! La pozza successiva, Gemsbockvalkte, ci regala le giraffe che si abbeverano con fatica, e i facoceri. Ad Aus vediamo kudu femmine e impala, e per finire, prima di uscire dal parco, ci fermiamo a Ombika, una pozza a soli 3 km. dall’Anderssen gate, ma molto molto interessante: ci sono un leone e due leonesse vicinissime nella savana, intenti a fare le proprie abluzioni, e un nutrito gruppo di elefanti che sguazza nella pozza! Come fine di giornata non potevamo aspettarci di meglio!! Ci dirigiamo felici e increduli verso il nostro lodge che per stanotte sarà fuori dal parco, a circa 20 km. Cena e a nanna, perché già siamo in fibrillazione per la giornata di domani sempre all’Etosha.
20 luglio: Etosha: 320 km.
Sveglia presto, colazione veloce e poi di nuovo Etosha (Nad 340 per due gg.)! Cosa ci riserverà oggi? A Nebrowni ci sono un sacco di struzzi, ad Aus i facoceri, a Goas gli impala, ma la pozza che ci riserverà oggi lo spettacolo più bello è quella del campo di Halali, la Moringa whaterhole. Arriviamo alla pozza che non c’è nemmeno uno springbok, per cui un po’ delusi decidiamo di mangiare (ci siamo fatti fare delle lunch bags per 104 Nad). Dopo poco arrivano degli impala, poi qualche specie di faraona… a un tratto arriva un elefante, seguito da altri due, poi 5, poi ancora 2, 3, 6… in pochissimi minuti la pozza è popolata da 44 elefanti che giocano, si spruzzano, sguazzano, si inzaccherano come bambini nel fango… Uno spettacolo da guardare a bocca aperta… Dopo un’ora, così come sono arrivati, piano piano lasciano la pozza lasciandoci felici di aver deciso di fermarsi lì! Rientriamo al campo di Okaukuejo dove dormiremo stanotte e dopo cena, alla pozza illuminata, abbiamo lo spettacolo di mamma e papà rinoceronte nero con il suo piccolo… Cosa possiamo volere di più? Ci fermiamo un po’ alla pozza prima di deciderci a sdraiare le nostre stanche membra sotto il solito caldo piumone…
21 luglio: Etosha: 300 km.
Stamani decidiamo di tornare alla pozza di Okondeka che ci aveva regalato tanti animali il primo giorno, ma la troviamo vuota… Sappiamo però che spesso la pazienza viene premiata, per cui decidiamo di fermarci un po’ lì; dopo poco una leonessa scende da una collinetta e si dirige verso la pozza, con il suo incedere felino… E’ sola, noi speriamo che presto venga raggiunta dai suoi simili, invece ci dobbiamo accontentare di lei, guardata a vista da un piccolo sciacallo un po’ preoccupato… La leonessa guarda a destra, a sinistra, e poi decide di sdraiarsi nell’erba al sole… Non sono molto attivi questi felini! Ci spostiamo alla pozza di Nebrowni e ci troviamo un bel po’ di macchine: ci sono 6 esemplari fra leoni e leonesse, ecco il perché di tanto affollamento. Troviamo un posto in prima fila, scattiamo un sacco di foto e ci beiamo di questi animali che giocano fra di loro come gattoni, si rotolano, si fanno le coccole… Che teneri! A malincuore lasciamo la pozza per continuare il nostro percorso verso il campo di Namutoni dove dormiremo stanotte. Alla pozza di Olifantsbad vediamo i Red Hortebeest, prima di Namutoni troviamo una giraffa con due giraffini, ad Aroe abbiamo un incontro ravvicinato con un elefante, mentre sulla strada per la pozza di Ngabib troviamo tante ‘tracce’ di grossi animali, e dobbiamo avanzare a zigzag, ma di grossi animali troviamo soltanto un elefante… Avrà fatto tutto lui? Al ritorno verso il campo, quando già comincia a tramontare il sole e quindi non abbiamo molto tempo, abbiamo un imprevisto: un elefante procede lentamente sulla strada nel nostro senso di marcia… Che facciamo, gli sfanaliamo per vedere se ci fa passare???? Decidiamo di stargli dietro piano piano finché lui non decide di scansarsi… Bontà sua, altrimenti ci chiudevano i cancelli! Non contenti, si incastra un ramo sotto alla nostra macchina, per cui Massimo decide di scendere per andare a toglierlo, ma una giraffa con i suoi piccoli è molto incuriosita da questo diversivo… Un umano a piedi? Deve esserle sembrata una cosa alquanto strana, visto come ci guardava… Finalmente siamo rientrati al campo, abbiamo preso possesso della meravigliosa stanza e abbiamo cenato per 270 Nad.
22 luglio: Etosha/Otjiwarongo: 440 km.
Stamani lasciamo l’Etosha, e due lacrimucce cercano di scendere… Come ultimo regalo, il parco ci saluta facendoci incontrare sulla nostra strada un branco di elefanti che procedono verso di noi… E’ un’emozione forte, le auto davanti alla nostra sono tutte scansate a destra e a sinistra, loro – gli elefanti – hanno ovviamente la precedenza! Lasciamo il parco alle ore 8.30 e facciamo una tirata unica fino ad Otjiwarongo, dove raccogliamo informazioni sul Chetaa Conservation Fund, e decidiamo di andare a vederlo. Si trova 40 km. a est del paese, ed è un centro nato circa 20 anni fa per il recupero del ghepardo, che purtroppo era in via di estinzione e veniva deliberatamente ucciso dagli allevatori ai quali mangiava i capi di bestiame. I ghepardi sono ovviamente dentro recinti, ma grandissimi, e alcuni (quelli che dimostrano di riuscirci) vengono inseriti in un programma di recupero in una zona vicina controllata e da qui – se dimostrano di saper cacciare – vengono poi reinseriti nel loro ambiente libero. Merita una visita, anche perché il centro si fonda su volontariato e donazioni e anche una piccola cifra come il biglietto di ingresso (230 nad in due) può far loro comodo. Pernottamento all’ Out of Africa e nanna.
23 luglio: Otjiwarongo/Okahandja: 200 km.
La tratta di oggi è forse l’unica che a posteriori avrei evitato, andando direttamente all’aeroporto, ma dal momento che fino a domani il nostro aereo non c’è, tanto vale sfruttare al meglio questa giornata… Lungo la strada vediamo un cartello che segnala il pericolo di attraversamento facoceri: mai cartello fu più azzeccato! Ai bordi della strada ci sono facoceri di tutte le dimensioni e bisogna stare molto attenti, perché il rischio che ti finiscano sotto la macchina è veramente alto. Arriviamo a Okahandja in mattinata, e decidiamo di andare a vedere i mercatini di oggetti in legno tipici della città, ma ci rendiamo presto conto che – oltre ad avere tutti più o meno i soliti articoli – ci vorrebbe il portafogli a organino. L’unico acquisto che ci concediamo è la tipica giraffa di legno, alta più di un metro e mezzo che ho dovuto portare come un ombrello per tutto il viaggio di rientro in aereo! Andiamo al nostro lodge e nel pomeriggio decidiamo di recarci alle terme che fanno parte del lodge stesso. La sera cena e poi nanna.
24 luglio: Okahandja/Windhoek/aeroporto: 116 km.
Oggi lento rientro verso la capitale, ultimo tour della città, per riacciuffare i ricordi di 15 gg. fa, quando siamo arrivati ed eravamo ignari di ciò che ci sarebbe rimasto nel cuore e negli occhi… Ultimi babbuini sulla strada dell’aeroporto e saluto alla Namibia… Torneremo?