Malinalco pueblo magico
Malinalco pueblo magico

Malinalco pueblo magico

indicazioni per il sito archeologico

Comincio dalla fine, Malinalco è stato l’ultimo posto visitato durante il mio recente viaggio in Messico.
Malinalco: non è un posto famoso tra i viaggiatori stranieri, tra le mie conoscenze che sono state più volte in Messico non ricordo qualcuno che ci sia stato. Ma questo è un dettaglio. Questo paesino è turistico per i messicani, uno di quei posti non troppo distanti dalla capitale, dove si va per passare il weekend.
Come ci siamo capitati? Lo avevo letto sulla guida, ed era uno di quei nomi che mi ispirano. La guida parlava di un piccolo sito archeologico, importante perché è uno dei pochissimi templi scavati nella roccia, sul fianco della montagna. Diceva anche che sdraiandosi a terra dentro il tempio e appoggiando l’orecchio sulla roccia, se ne sentivano i rumori all’interno. Peccato che quella parte del tempio non è più accessibile e si può solo guardare da fuori.
Avendo anticipato la partenza dalla Baja California, ci rimanevano due giorni da passare da qualche parte, e così abbiamo optato per questa cittadina.
È uno dei “pueblos magicos” messicani, cittadine che per conservazione dell’architettura tradizionale, caratteristiche culturali, bellezze naturali o rilevanza storica, sono state incluse in questo progetto del ministero del turismo.
Si trova a circa 1800mt, in una valle circondata da montagne, con clima mite e ricca di vegetazione. Nelle campagne intorno la vita si svolge ancora con ritmi antichi, È consueto vedere persone spostarsi tra i villaggi a cavallo. La mattina le donne anziane, di evidente origine india, scendono in paese a vendere le proprie merci al mercato; quasi tutte indossano dei grembiulini a quadretti e portano i capelli intrecciati in lunghissime trecce.
Nonostante sia un paese non molto grande, ho trovato alimenti e piatti che non c’erano in altre zone del Messico.
Ci siamo arrivati un lunedì di novembre, in tarda mattinata. Il pomeriggio lo abbiamo passato in giro per il paese, molto carino, colorato e ben tenuto, con la tipica architettura coloniale. In piazza era allestito un mercato, non solo alimentare ma con varie bancarelle di oggetti artigianali in cuoio, ceramica o scolpiti nel legno. Ci siamo fermati spesso, incuriositi, a guardare la preparazione di tacos e altri piatti, o i vari tipi di frutta e verdura che non conoscevamo, e loro, ancora più incuriositi da noi insoliti stranieri in paese, rispondevano con piacere alle nostre domande.
Posti come questo vivono principalmente nel fine settimana, e durante i giorni feriali tutto chiude molto presto, e alcuni degli alloggi aprono solo dal venerdì. Abbiamo trovato per fortuna da cenare in una bancarella del mercato ancora aperta, perché il resto era tutto già chiuso.
Il giorno seguente siamo saliti al sito archeologico: per arrivarci si segue un sentiero e poi bisogna salire circa 400 gradini, si passa tra le montagne in mezzo alla vegetazione tropicale, il paesaggio è molto bello. Arrivati al sito, si può anche godere di un bellissimo panorama sulla vallata. Il sito si gira in poco tempo, massimo mezz’ora.
Dopo la visita, abbiamo ancora girato un po’ per le strade del paese, e nel passeggiare a un certo punto ci siamo trovati davanti una tipica, vera, cantina messicana. Non ho resistito e sono dovuta entrare, avevo sempre sognato di andare in una cantina (in epoche passate, le cantine erano proibite alle donne, erano dei postacci malfamati dove gli avventori si ubriacavano e cantavano ma spesso si finiva a coltellate).
Il posto è piuttosto grezzo, con vari oggetti attaccati ai muri e un paio di carabine sulla parete sopra il bancone. Oltre al proprietario, don Emiliano, c’è un’altra coppia di stranieri, e un ragazzo messicano alticcio.
Ci siamo istintivamente seduti al bancone e forse per questo il proprietario ci ha preso subito in simpatia. Abbiamo chiacchierato un po’ bevendo mezcal artigianale (il mezcal è un liquore messicano, distillato dall’agave), e dopo cena -in una taqueria, cenato decisamente presto per non rischiare il digiuno- siamo tornati per il bicchiere della staffa e un’altra bella chiacchierata con Emiliano. E’ stato uno dei momenti più belli di tutto il viaggio.

Info pratiche:
Malinalco è a circa 120km da Città del Messico, e a 65 da Toluca.
Per arrivarci dalla capitale, bisogna prendere un autobus alla stazione Central del Sur Taxqueña (metro linea 2 blu fermata Tasqueña), direzione Santa Maria Jajalpa (54pesos). Ci sono anche bus diretti, ma solo uno o due al giorno, nel pomeriggio.
A Jajalpa, che si raggiunge in circa un’ora, si scende ad un incrocio (chiedere al conducente di lasciarvi lì) e da lì si prende un combi per Malinalco (circa 40min., 17p). Stessa cosa al ritorno.
L’ingresso al sito archeologico è 48p. In zona ci sono vari siti di pitture rupestri molto antiche, informatevi in loco perché io non sono andata.
Alloggio: Hotel Asoleadero (Del Comercio 24, San Juan +52 714 147 0184), 900p per due notti, camera con 1 matrimoniale e 1 singolo, bagno, TV, piscina con terrazza panoramica, cortesia di caffè o tè, wifi.
La cantina di Emiliano è questa: Bar Arca Noe


Ultimo aggiornamento 20 Luglio 2024 da cipiaceviaggiare


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4 commenti

  1. susanna

    Questa per me è una novità: il tuo blog! Bene sono contenta di leggerti e scoprire qualcosa in più del tuo sentire….Qui si va sul sicuro, leggere di Messico è un ritorno a momenti felici, la riscoperta dell’ America latina dopo tanta India ed i primi confronti fra Oriente e Occidente. Pensa, ti sto scrivendo da un localino trendy in un paese sulle montagne colombiane bevendo aguila e la voglia di Mexico si fa sentire ancora dopo tanto…Brava Ale, continua così. …..

    1. Grazie Susanna cara, a parte che vorrei essere da quelle parti lì con te 🙂
      Il blog c’è da un po’ di tempo ma non ci ho messo le mani per oltre due anni. Ora vorrei tentare di scrivere vari articoletti sui posti visitati in Messico, vediamo. Comunque è qui che avevo pubblicato anche il tuo ABC del viaggio!!
      Baci

  2. …e scrivendo “questo paesino è turistico per i messicani” hai catturato da subito la mia attenzione!

    Bel post, molto coinvolgente… chissà se scriverai anche della Thailandia (oltre che il bellissimo pezzo su Bangkok) qualcosa di così particolare nel suo essere unico!

    1. grazie Andrea, siamo entrambi appassionati dei posti “turistici per i locali” anche se, a volte, per noi abituati ai Colossei certi posti non hanno proprio nulla di interessante. La Thailandia, a parte Bangkok, la conosco talmente poco… magari riordinando i ricordi posso tirare fuori qualcosa su Ubon Ratchatani

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