Corsica 2009


racconto di viaggio dal 4 al 12 settembre di Roberto Buracchini

VENERDI 4 SETTEMBRE
Sono appena le 5 del mattino ma la sveglia già sta suonando. Quest’anno non ce l’abbiamo fatta ad aspettare Gennaio per ritornare in viaggio e quindi senza spingerci troppo lontano abbiamo comunque deciso di farsi un viaggetto in Settembre.
Saliamo in macchina, ben allestita per trascorrere le notti corse e ci dirigiamo verso il porto di Livorno. Ci imbarchiamo circa 20 minuti prima di partire e dopo aver trovato una sdraio sul ponte ci sdraiamo sotto il sole che per fortuna ci accompagnerà per tutta la vacanza.
Dopo esserci lasciati alle spalle Livorno e poi la bellissima isola di Capraia sbarchiamo presso il porto di Bastia che decidiamo di lasciare immediatamente.
Imbocchiamo la D31 che sale attraverso una strada tortuosa per raggiungere un bellissimo panorama sulla città di Bastia. E’ veramente emozionante guidare attraverso le strade della CORNICHE che serpeggiano sui fianchi scoscesi della montagna. Dopo aver attraversato i piccoli villaggi di S. Martino di Lota e Santa Maria di Lota, ripiombiamo sulla costa lasciandoci alle spalle il paese di Miomo.
Una volta raggiunta la costa iniziamo a salire verso nord su per Cap Corse e ci fermiamo per un panino al prosciutto con birra presso il paesino di Erbalunga.
Siamo ad appena 9 Km nord da Bastia ma è molto interessante fermarsi qua.
Una visitina al porticciolo con vista sulla torre genovese rovinata e poi di nuovo in marcia verso nord.
Risaliamo lungo la splendida costa orientale del Cap e in poco meno di un’ora raggiungiamo il nostro primo posto di pernottamento.
Ci fermiamo al Camping U Stazzu poco più di un km a nord del paese a circa 800 metri dalla spettacolare spiaggia di Tamarone.
Dopo aver lasciato la nostra auto, ci dirigiamo verso la spiaggia attraverso una bellissima vegetazione costituita per la maggior parte da maquis.
Per sfortuna c’è un po’ troppo vento ma comunque io non mi faccio assolutamente intimidire e mi immergo in mare per il mio primo bagno corso.
Il vento però sembra aumentare e la permanenza in spiaggia diventa quasi sgradevole e decidiamo dunque di rientrare per una visita al paese.
Centro più importante dell’estremo nord corso, Macinaggio è caratterizzato dal suo piccolo porto naturale dove sono ormeggiate barche di tutte le dimensioni.
Cena a lato della nostro auto e poi dopo una breve passeggiata inauguriamo il nostro letto matrimoniale all’interno della nostra Skoda Roomster.

SABATO 5 SETTEMBRE
Notte all’insegna del vento.
Come prima notte all’interno dell’auto non possiamo lamentarci anche se in qualche momento ho pensato che il forte vento avrebbe anche potuto provocare qualche problemino. Niente di tutto ciò che è passato nella mia mente e la giornata incomincia con un bellissimo caffé alla Moka.
Lasciamo Macinaggio di buon ora e raggiungiamo e in poco tempo attraverso una strettissima e tortuosa strada raggiungiamo Barcaggio, la punta più estrema dell’isola. Da qui è possibile ammirare la Ilè de la Giraglia che ricorda in maniera vago un alligatore ben comodo sul filo dell’acqua.
Il vento di questi giorni è un ottimo incentivo per il windsurf che viene praticato da queste parti in maniera assidua. La spiaggia però, complice questo maledetto vento, è quasi coperta completamente dalle alghe provenienti dal mare.
Risaliamo attraverso la D153 fino a raggiungere il Col de la Serra da dove si gode di un bellissimo panorama sulla costa occidentale del Cap.
Dopo esserci lasciati alle spalle il paese di Centuri, iniziamo a ridiscendere il Cap Corse fino a raggiungere la deviazione per la Tour de Seneque
Vale veramente la pena fermarsi per un paio di ore da queste parti anche se è un po’ faticoso raggiungere la cima della torre. Lasciamo la nostra auto presso il parcheggio di fronte alla chiesa di santa Lucia e ci incamminiamo verso la torre.
La prima mezz’ora è una bellissima passeggiata immersa nel bosco, ma poco più in su inizia una vera arrampicata. Qualcuno ci dice che il sentiero è un po’ disconnesso per via delle piogge della settimana precedente e infatti alcuni tratti sono abbastanza impegnativi.
Raggiunta la torre ci dimentichiamo della fatica per la salita e ci godiamo seduti sui massi della torre il bellissimo panorama a 360°.
Dalla torre pericolante è possibile avvistare sia la costa orientale che quella occidentale nonché la dorsale che attraversa da nord a sud la fantastica penisola di Cap Corse. Dedichiamo in totale circa due ore a questa escursione e poi ci dirigiamo nuovamente verso sud. Fermata breve a Pino presso la Despar per comprare e terminare, seduti su un muretto panoramico, il nostro pranzo.
Raggiungiamo Nonza per un caffé e un buon bicchiere di pastis.
Nonza ci lascia un buon ricordo, centro più importante della costa occidentale della penisola, è caratterizzata dal cafè de la tour. Cuore affascinante di Nonza nonché luogo di incontri è un luogo dove puoi rilassarti e sorseggiare una fresca bevanda prima di incamminarti verso la torre.
Lasciamo il cafè e il centro del paese per raggiungere la torre, da dove si ha una spettacolare vista sulla spiaggia nera sottostante.
La visita di Nonza non ci porta via molto tempo e decidiamo di incamminarci per raggiungere la nostra prossima tappa di pernottamento.
Dopo aver attraversato St-Florent con il suo carattere snob, entriamo nella regione del Nebbio, caratterizzata a nord dal deserto des Agriates e a sud da bellissime valli ornate di vigne. A pochi km dal centro di Casta, svoltiamo a destra per entrare nel cuore del deserto. Pur non avendo un fuoristrada avevamo saputo da fonti certe che saremmo riusciti a raggiungere Saleccia anche con la nostra auto, ma se siete gelosi del vostro mezzo e soprattutto ci tenete molto a non rovinarla meglio evitare queste zone. Una ora e 15 minuti per raggiungere gli undici km che separano la strada principale dalla spiaggia. Il paesaggio arido costituito da rocce di gesso del deserto è qualcosa di estraneo a tutto il resto dell’isola e sembra di essere sbarcati in una terra a noi sconosciuta. Raggiungiamo il campeggio U Paradiso intorno alle 17.30 e dopo aver lasciato i nostri averi presso una simile piazzola, raggiungiamo la bellissima spiaggia di Saleccia. Due ore di mare all’insegna del relax anche se le persone non mancano da queste parti. Vale comunque la pena intraprendere il viaggio all’interno del deserto per ammirare una delle spiagge più belle dell’isola se non d’Europa.
Dopo un bel bagno rinfrescante rientriamo per una birra presso il bar del campeggio.
Da oggi rimarremo fedeli alla Pietra, birra ricavata dalle castagne con un color ambrato e un buon sapore.

DOMENICA 6 SETTEMBRE
Questa mattina mi alzo con in mente ciò che avevo letto la sera prima sulla guida.
“Alcuni sostengono che in Plage de l’Ostriconi ci sia la sabbia più sottile e bella di tutta Europa”. Come evitare una simile opportunità?
Situata all’estremità occidentale del deserto des Agriates proprio sulla foce del fiume omonimo, questa spiaggia è veramente una delle più belle di Europa, per lo meno per quello che riguarda le mie conoscenze.
Arriviamo a Plage de l’Ostriconi dopo aver riattraversato la impervia strada di Saleccia e ci distendiamo sulla sua finissima spiaggia.
Di prima mattina non è molto affollata e ci godiamo sia il sole che la fresca acqua del mare. Quando è il nostro momento di andare incominciano ad arrivare orde di gente dai paesi vicini che affollano la bellissima spiaggia.
Percorriamo la statale N197 che costeggia la riviera nord dell’isola e ci fermiamo per un pranzo a base di pizza al taglio presso il parcheggio di Lumio, dominato da una piccola cappella e una grossa croce che sovrasta il golfo di Calvì.
Raggiungiamo verso le 14:30 il campeggio che ci ospiterà la prossima notte.
Il simpatico ragazzo spagnolo che ci accoglie al camping Paduella ci fornisce tutto il materiale occorrente per una breve visita alla città e ci indica la strada più breve per la spiaggia. Sistemiamo la nostra autovettura e ci dirigiamo verso la deliziosa distesa di sabbia che segue per 4 km la baia di Calvì in direzione sud-est.
Alle nostre spalle il TRENINO MAI VISTO, così lo definisce la guida, ci avverte che è passata una ulteriore mezz’ora. Collega Calvì a Ilè Rousse e segue la costa con la possibilità di fermarsi nelle spiagge meno affollate di questa parte dell’isola. Avere più tempo probabilmente sarebbe un’ottima idea poter visitare altre spiagge, noi ci accontentiamo della Spiaggia di Calvì.
Dopo esserci bagnati sulla baia di Calvì rientriamo per una doccia in campeggio e ci dedichiamo alla visiti in notturna della cittadina. Prendiamo lungo Av. Christophe Colomb e raggiungiamo la Marina dove sono attraccate yacht di tutte le dimensioni e una volta raggiunta la Tour de Sel saliamo verso la cittadella.
Entriamo all’interno dei bastioni e ci facciamo una idea della piccola fortezza con i suoi bastioni che si innalzano uno dopo l’altro e danno la possibilità di ammirare sia la baia
di Calvì che il promontorio de la Revellata. Una veloce visita alla Cattedrale di Saint-Jean Baptiste e poi ridiscendiamo le scale che ci riportano in piazza Cristoforo Colombo. Da qui ci immergiamo nelle vie della città sorseggiando un paio di Pietra prima di rientrare nel campeggio e prepararci per la notte.

LUNEDI 7 SETTEMBRE
Sono le 9 e siamo già in strada.
Dopo il nostro solito caffé mattutino ci siamo messi in marcia lungo la bellissima D81B. Da non confondere con la più interna D81, questa strada serpeggia lungo la costa da Calvì fino a Galeria attraversando dei bellissimi scenari sul litorale occidentale. Da queste parti i tornanti sono molto stretti e la guida è piuttosto impegnativa, soprattutto nei momenti di scambio con altre vetture, evitando a tutti i costi di non precipitare per il dirupo. Non parliamo poi degli scambi con i Camper.
Dopo circa 2 ore raggiungiamo il Col de Croix, a cui dedichiamo una mezzoretta per rilassarsi dalla guida e per osservare in lontananza le splendide rocce rosse che caratterizzano il parco naturale della Scandola. Risaliamo in macchina per raggiungere in poco tempo un’altra fantastica spiaggia. A circa 7 km nord di Porto, la originale spiaggia di Bussaglia è contraddistinta da grossi ciottoli ed è la più tranquilla che abbiamo trovato dal nostro arrivo. Con una impressionante vista sulle Calanques, questa spiaggia rimarrà per me la più interessante di tutta l’isola.
Qui l’acqua è leggermente più fresca ed Elisa decide di non avventurarsi in acqua dove puoi tranquillamente nuotare a pochi metri dalla riva insieme a una miriade di pesci.
Sono le 14 e il caldo è quasi insopportabile e decidiamo di raggiungere il piccolo centro di Porto. E’ la località più frequentata della costa ovest ed è situata all’interno di una insenatura con scogliere a dirupi dai colori tendenzialmente rossi.
La invidiabile posizione fa di Porto una meta prelibata per i turisti e noi decidiamo di dedicarli appena un’ora, giusto il tempo per un pastis e una passeggiata lungo il porto.
La bellezza di avere un proprio mezzo è proprio quella di poter scegliere i tempi e i luoghi senza dover rendere conto a nessuno.
Lasciamo quindi Porto e attraverso la D824 arriviamo nel primo pomeriggio alle Calanques. Parcheggiamo lungo strada e ci inoltriamo lungo la macchia. Sono state dichiarate patrimonio dell’Umanità dell’Unesco e queste formazioni rocciose mi ricordano vagamente alcune terre australiane. Il cammino andata e ritorno verso lo Chateau Fort dura circa un’ora, ma credo che la vista dalla strada sia quasi più interessante. Il cammino infatti porta ad una piattaforma dalla quale si gode una bellissima vista sul golfo di Porto, ma per osservare meglio le formazioni rocciose è preferibile fermarsi lungo la stretta strada che da Piana raggiunge Capo Rosso. Lasciate queste composizioni gi dirigiamo verso sud in direzione del Capo Rosso fino a raggiungere la Plage d’Arone dove rimarremo per la notte. Lasciamo la nostra auto in campeggio e via verso il mare per goderci le ultime 3 ore di sole. Molto isolata e con poca gente lungo tutta la baia, questa spiaggia è un buon punto rilassante dove magari passare più di una notte.

MARTEDI 8 SETTEMBRE
Lasciamo Plage d’Arone con un po’ di malinconia e ripercorriamo a senso inverso la strada fino a Porto, da dove imbocchiamo la D84 che ci porta nei pressi di Ota.
Lasciamo la macchina sul lato della strada e ci incamminiamo verso il ponte vecchju.
Da qui inizia una passeggiata di circa un’ora attraverso lo spettacolare Gorges de Spelunca che porta fino al ponte Zaglia. E’ un bellissimo itinerario immerso nel bosco che fa parte del percorso trekking Mare Monti nord, che da Ota arriva sino a Evisà.
I due ponti che uniscono questa passeggiata sono strutture costruite dai genovesi durante il loro dominio sull’isola e sono ancora ben stabili.
Alla fine della passeggiata una serie di pozze con acqua freddissima possono essere motivo di un buon tuffo prima di ripercorrere l’itinerario in senso inverso.
Per noi è sufficiente immergere i piedi per accorgersi che la temperatura non è delle più adatte per fare un bagno. Rientriamo dopo circa 2 ore di escursione ad Ota e prendiamo l’autovettura che da ora in poi salirà attraverso la D84 fino al Col Verghio.
Da queste parti ci vuole un occhio in più per evitare i maiali che si aggirano tra la foresta e che di tanto in tanto si spingono sino all’asfalto. I maiali saranno motivo di rallentamenti fino in cima al colle che arriviamo giusto giusto per l’ora di pranzo.
Qui si incrociano il famoso GR20 con l’altro trekking Mare Mare nord ed è un bellissimo punto panoramico, ma per noi è troppo freddo per fermarsi a mangiare.
Situato a 1467 m è il passo carrozzabile più alto dell’isola ed è caratterizzato da una statua di Gesù Cristo. Questo colle separa due zone simili tra loro e costituite prevalentemente da foreste di pini: La foresta d’Aitone e quella di Niellu. Quest’ultima sarà un ottimo punto di riposo per consumare il nostro pasto a base di fagioli e pomodori. Da qui la strada incomincia a scendere fino alla diga di Calacuccia da dove è possibile ammirare le cinque vette conosciute con il nome di I Cinque Frati, nonché la vetta più alta dell’isola: Il Monte Cinto. Qui ci fermiamo per un buon caffé ammirando le cime alla nostra sinistra. Ogni momento è un esperienza nuova e mai come in Corsica il paesaggio cambia così velocemente. Poche ore fa eravamo al mare, poi, passando per i 1467 abbiamo raggiunto la valle del Niolo e adesso di nuovo su lungo la famosa Scala di Santa Regina. E’ un bellissimo passo di montagna fiancheggiato da gole di granito che scendono a picco fino a raggiungere il fiume. Anche qui la strada è molto stretta e varie piazzole di emergenza si susseguono permettendo lo scambiarsi delle auto, tra un tornante e l’altro. Arrivati a Francardo svoltiamo a destra e ci dirigiamo verso Corte. Attraversiamo la cittadina senza neppure darle uno sguardo, ma siamo stanchi e vogliamo raggiungere il nostro punto per la notte.
Imbocchiamo la D623 e ci immergiamo nella famosa Vallè de la Restonica e dopo circa 6 km raggiungiamo il campeggio Tuanì. E’ molto grande, ma c’è veramente tanta gente, più che lungo le spiagge, e dobbiamo perdere un po’ di tempo per trovare una piccola piazzola per la nostra auto. Una volta sistemati scendiamo per il fiume e ci sistemiamo tra le rocce della valle in attesa che se ne vada il sole per una doccia calda. Ceniamo a base di pasta e ceci e poi al bar per un paio di Pietra. Che bella questa zona. Non so perché ma anche se preferisco il mare, la montagna ha un certo fascino che ogni volta mi attrae sempre più.

MERCOLEDI 9 SETTEMBRE
Che fresco ragazzi !!!!
Alle 7 di mattina il termometro segna 9° C, considerando che ieri mattina ci siamo svegliati in spiaggia con 23° C, sembra di essere in un nuovo viaggio. Percorriamo in macchina i 9 km che ci separano dal campeggio al parcheggio de Grotelle (5€) e poi iniziamo l’ascesa al Lac de Melu. Il freddo non è più un problema dopo i primi 10 minuti di passeggiata e lo spettacolo che ci circonda comunque sia ci ripaga della sveglia anticipata. E per fortuna abbiamo deciso di intraprendere questa scalata alle prime ore del mattino, perché al rientro, una massa uniforme di turisti, ci ha incrociato in senso inverso. Raggiungiamo il lago dopo una ora e mezzo di percorso (facile ma non troppo) e ci sediamo su alcune pietre ad ascoltare il Niente. Che silenzio ragazzi, da queste parti la natura fa veramente da padrona e noi ce la godiamo fino all’ultimo istante. Poi il freddo ritorna alle nostre menti e decidiamo di ridiscendere dalla parte opposta del percorso. Doveva essere più complicato ma a dir la verità non ho visto tanta differenza tra i due percorsi, anzi da questa parte un paio di funi e scale aiutano a scalare le pareti in maniera più facile…. Altri 90 minuti e siamo di nuovo al parcheggio e lasciamo il lago a tutti gli altri turisti che si sono alzati più tardi di noi per fortuna. Scendiamo giù per la valle fino a tornare al centro di Corte che decidiamo di lasciarci alle spalle, e imbocchiamo la N193 in direzione Vizzanova. All’altezza della Foce, in un parcheggio riparato dai pini, ci fermiamo per un pranzo e osserviamo un paio di persone che con zaini in spalla stanno sicuramente effettuando il GR20. Stanno arrivando dalle cascate des Anglais e si fermeranno sicuramente a Vizzanova. Intanto mi domando se la sera prima presso il rifugio de l’Onda a circa 1346 m abbiano sofferto il freddo, ma non riesco a domandarglielo intento come sono a consumare la mia baguette con prosciutto. Dopo il pranzo, giù verso strade più larghe e meno tortuose, passando per Bocognano e raggiungendo il golfo di Ajaccio in poco più di un’ora.
Lasciamo Ajaccio alle spalle e ci dirigiamo verso Porticcio, per cercare qualcosa di più rilassante. La prima spiaggia che incontriamo è la Viva, ma ci pare un po’ troppo affollata, anche se non sembra niente male. Noi decidiamo di proseguire e pochi km più avanti ci fermiamo a Plage d’Agosta.
Niente da invidiare alla rivale Viva e soprattutto meno affollata. Ci sistemiamo presso il Campeggio Europa che non sembra di prima qualità ma che per una notte più essere più che sufficiente. Prendiamo lungo la strada principale e in pochi minuti di passeggiata raggiungiamo la spiaggia.
Faccio il mio solito bagno pomeridiano e poi saliamo in strada per una fresca Petra comprata al supermercato. Proprio di fronte a noi, all’estremità occidentale del golfo di Ajaccio le isole Sanguinaires sembrano volersi allontanare dalla costa lasciando ad Ajaccio il predominio della costa. Ajaccio è la città più grande dell’isola e con i suoi 50.000 abitanti circa è anche il capoluogo del dipartimento della Corse-Sud.
L’idea di calpestare le strade della città che ha dato i natali a Napoleone Bonaparte mi alletta un po’, ma come al solito decidiamo di rimanere anonimi, tra i piccoli centri e le zone meno affollate. Aspettiamo il tramonto sulle isole e poi rientriamo in campeggio.

GIOVEDI 10 SETTEMBRE
Questa mattina dormiamo un po’ più del solito anche se alle 9.30 siamo già in strada.
Da queste parti le strade sono meno tortuose e i calcoli di percorrenza sono un po’ sballati. Avevamo pensato precedentemente di fermarci per la notte a Plage de Taravo, ma quest’ultima la raggiungiamo in poco più di un ora e quindi decidiamo di proseguire verso sud. “Ah!!! Tizzano“ Recita la guida. E con ragione.
Raggiungiamo la spiaggia di Tizzano verso le 11.30 e lo spettacolo dell’acqua cristallina è tra i migliori visti dai miei occhi. Riposiamo sotto il sole nell’insenatura di Tizzano immergendosi di tanto in tanto nelle magnifiche acque della baia e poco prima di pranzo salutiamo uno dei migliori luoghi dell’isola. Rientriamo in direzione di Sartenais e poi proseguendo lungo la N196 raggiungiamo uno dei simboli della zona.
Roccapina è una formazione rocciosa che assomiglia vagamente ad un leone e sovrasta l’omonima baia con spiaggia bianca e acqua cristallina. Ci sediamo lungo strada su un muretto con le spalle ad una immagine riprodotta su rocce, che al presidente francese non farebbe certo piacere vedere “SARKO dentro una bara“.
Ammiriamo il panorama sorseggiando una birra e poi proseguiamo il nostro itinerario.
Dopo aver lasciato quest’ultimo punto panoramico proseguiamo in direzione sud alla volta di Plage de la Tonnara, sito tra i più belli per praticare surf o kitesurf.
Non che sia un amante degli sport a vela ma avendo un amico che pratica windsurf, mi fa piacere di tanto in tanto ammirare acrobazie aeree da parti di questi surfisti.
Oggi però non sembra un buon giorno, a parte la minaccia di pioggia c’è poco vento, e i surfisti si trovano tutti in spiaggia allineati con i loro surf in attesa che salga un po’ di vento. Il vento non arriverà mai, ma la minaccia di pioggia scompare e noi ci immergiamo nelle limpide acque della baia sotto l’ombra di tre canadair che ci sorvolano recuperando acqua dal mare per estinguere uno dei tantissimi incendi che distruggono giornalmente la natura dell’isola. Risaliamo in macchina e scendiamo ancora a sud, per raggiungere la città di Bonifacio. Poco prima di raggiungere il centro, ci fermiamo al campeggio l’Araguina e dopo le solite carte burocratiche raggiungiamo Capo Pertusato, per ammirare la città dal mare sotto un sole rosso pronto a scendere oltre il mare. Da qui, la vista sulla città di Bonifacio, lascia a bocca aperta e le scogliere in falesia rendono il paesaggio inconfondibile che dà a questa città la sua caratteristica principale. Lasciamo l’autovettura in un parcheggio situato a un paio di km dal campeggio in direzione est, e da qui proseguiamo a piedi fino al faro da dove si gode di una vista ineguagliabile sia sulla città che sull’isola Lavezzi.
Poco più a sud la Sardegna sembra talmente vicina da essere raggiunta a nuoto; da quelle parti si confondono le isole che comprendono l’arcipelago della Maddalena.
Decidiamo di anticipare la cena per uscire a visitare la città in notturna e così rientriamo in campeggio e poi fuori lungo le vie di Bonifacio.
Passando per la marina, saliamo le ripide scale di Montèe Saint-Roch e raggiungiamo la porta genovese, ingresso principale per i pedoni alla cittadella. Da qui ci immergiamo nelle strette vie di Bonifacio tra i vari ristorantini e negozi di souvenir e tra un bastione e l’altro raggiungiamo prima place du Marchè e poi place de la Manichella. Da entrambe le piazze, è possibile avvistare la Sardegna anche se noi dobbiamo accontentarci di un mosaico di luci provenienti dalle città della costa sarda.
Ci fermiamo per una birra in uno dei numerosi bar per le stradine della città e poi scendendo dalla parte opposta in prossimità dell’ufficio turistico rientriamo alla marina e poi al nostro campeggio. L’idea di fare un’escursione in mare tra l’isola Lavezzi e le grotte che caratterizzano la costa in questa zona è piuttosto forte, ma optiamo per proseguire il nostro viaggio on the road e quindi domani ci incammineremo verso nord.

VENERDI 11 SETTEMBRE
Ancora un buon caffé e via di nuovo in marcia.
Sono le 9.00 e siamo già lungo la N 198 in direzione nord. Questo tratto di costa è considerato uno dei migliori dell’isola anche se per noi non è assolutamente vero; a noi riamane ancora impressa nella mente la costa nord nonché il Dito (Cap Corse).
A parte lo sfruttamento maggiore da parte dell’uomo anche se non eccessivo, anche le spiagge non sono all’altezza delle meno frequentate del nord. Dopo aver letto sulla giuda di prepararsi ad inginocchiarsi alla vista di Plage de Rondinara non possiamo evitare di fermarci da queste parti. Sì certo mi sono inginocchiato, ma come in tutte le altre spiagge per stendere il mio telo da mare. Non vedo il motivo per elogiare così tanto questa spiaggia, sì bella, ma come una comune spiaggia caratterizzata da una baia a forma di cavallo. Oltretutto è l’unica spiaggia in cui devi pagare un parcheggio assolato situato a poche centinaia di metri dalla spiaggia. Forse per chi è abituato alle spiagge affollate e insignificanti della riviera romagnola può risultare un sogno, ma venendo dal nord dell’isola rimane una comune spiaggia.
Comunque a parte critiche e osservazioni a riguardo, ci distendiamo al sole e facciamo un paio di bagni nel momento in cui la situazione si fa sempre più affollata decidiamo di andarcene. Proseguiamo in direzione di Porto Vecchio e dopo pochi minuti di strada passiamo per la plage de Palombaggia che decidiamo di evitare dopo aver dato un’occhiata al parcheggio. Troppa gente da queste parti, il nord rimane un bellissimo ricordo. Ci fermiamo a bordo strada per un pranzetto e poi decidiamo di andare a cercare un po’ di fresco. A pochi km dalla città di Porto Vecchio siamo già immersi in una vegetazione montana e la temperatura si è già abbassata. Ci troviamo nell’Alta Rocca, una regione fantastica composta da foreste e piccoli paesi di pietra situati in cima a colli rocciosi. Il primo paesino che incontriamo è L’Ospedale che ha la fortuna di essere situato in un punto strategico da dove è possibile ammirare il golfo di Porto Vecchio. Proseguendo ancora sulla D368 raggiungiamo un luogo assai bizzarro e particolare. La diga de L’Ospedale, è una riserva di acqua per la città sottostante di Porto Vecchio, ma ciò che più attira l’attenzione ai passanti è lo scenario lunare che trasmettono le migliaia di tronchi bruciati che pin piano si immergono nella diga.
A pochi km dalla diga una ennesima tappa. Ci fermiamo per una bella passeggiata alle cascate di Piscia di Gallo, che sono facilmente raggiungibili con una escursione, immersa nei pini, di circa un’oretta. Noi ce la prendiamo con calma e ci fermiamo sopra una delle tante rocce disseminate lungo il sentiero e ci godiamo lo spettacolo naturale che offre, non solo la cascata, ma tutto il paesaggio intorno.
Al rientro dall’escursione ci fermiamo per un caffé al bar situato all’imbocco del sentiero e ci riposiamo un po’ prima di rimetterci in marcia. Proseguiamo lungo la D368 fino a Zonza e poi imbocchiamo la D268. Le nuvole si sono fatte veramente basse e tornante dopo tornante ammiriamo uno spettacolo della natura costituito dalle Guglie di Bavella. Sembra di poterli toccare con un dito questi stupendi pinnacoli in granito che raggiungono altitudini al di sopra dei 1600 metri. Bisogna sempre tener conto che pochissime ore fa eravamo immersi in una spiaggia dorata. Ogni piazzola di sosta che incontriamo lungo il tragitto raggiungere il colle è motivo di fermarsi per scattare una foto o solamente ammirare questo spettacolo così imponente.
Che spettacolo !!!!! Artisti fermi lungo la strada intenti a riprodurre su tela o su carta queste meraviglie ti ricordano che stai attraversando veramente un luogo da sogno.
Poi, raggiunto il colle, la desiderata sosta con il Monte Incudine che raggiunge i 2134 m di fronte a noi si allunga più del solito. Qui tantissimi escursionisti con zaino in spalla si accingono a risalire lungo GR20 tutta la dorsale dell’isola, oppure si preparano a scendere verso Conca, per raggiungere l’ultima tappa di questa magnifico trekking. Noi invece ci limitiamo ad una breve passeggiata e poi scendiamo sempre lungo la D268 per raggiungere Solenzara.
Invece di continuare verso nord, svoltiamo a sud per circa 15 km e raggiungiamo la baia di Tarco, dove depositiamo la nostra autovettura e dove approfittiamo per l’ultimi minuti di sole per immergersi nelle acque mosse del mar Tirreno.
I proprietari del campeggio parlano tutti molto bene l’italiano essendo la signora originaria di Pisa. Ormai si è trasferita da una vita e anche se ogni tanto rientra per le visite dei parenti si sente più corsa che italiana. Una cosa però ci invidia: il cibo e il vino. Ben detto !!!

SABATO 12 SETTEMBRE
Oggi è l’ultimo giorno, ma non per questo meno interessante. Noi come al solito ce la godiamo sino all’ultimo istante e alle 9 in punto siamo già in spiaggia. Passiamo un paio di ore sulla spiaggia de Canella, piccola ma deliziosa spiaggia, prima di raggiungere il nord della costa sotto Bastia, che non regala niente di interessante.
La piccola ma interessante baia de Canella è veramente interessante e non ha veramente niente da invidiare alle bellissime spiagge del nord. Dopo un bel bagno rinfrescante, ci rendiamo conto solo adesso che è l’ultimo della nostra vacanza e quasi quasi l’idea di rientrare un’altra volta ci entra nella testa. Ma ormai sono le 12 e dobbiamo risalire verso nord se vogliamo visitare anche la città di Bastia.
Lungo il tragitto ci fermiamo nei pressi del pacifico Etang de Diane, un luogo ottimo per fare pic-nic, sempre che siate in grado di trovarlo un posticino per sedersi.
Da queste parti allevano ostriche e dice che i ristorantini da queste parti ne offrano a buon mercato. Noi rimaniamo fedeli ai nostri pranzi al sacco e mangiamo un buon panino con brocciu (ottimo cacio corso) e prosciutto.
Prima di arrivare in città, diamo una lavata alla macchina visto che sembra di essere stati in un safari e poi parcheggiamo nei pressi del terminal nord dei traghetti.
Ci diamo una breve avversata tanto per non dare troppo nell’occhio e con gli unici pantaloni ormai indossati per i giorni precedenti mi accingo alla visita di Bastia.
Anche se molti turisti giustamente tendono a scappare immediatamente da questo posto non appena arrivati con il traghetto, c’è da dire che alcune ore sono ben spese nei vicoli di questa caratteristica città. Entriamo in Place St-Nicolas circondata da bar con tavolini all’aperto e qui per la prima volta ci rendiamo conto di essere in Francia.
Con la statua di Napoleone che svetta nella zona sud della piazza questo luogo è ideale per i ragazzini e non per esibire i loro skateboard oppure i loro pattini. Un po’ come accade nei pressi della torre Eiffel a Parigi. Ci fermiamo ad ammirarli un po’ e poi passando per la città vecchia, denominata Terra Vecchia, raggiungiamo il porto che però rimane solo un piccolo approdo per le barche più piccole.
Saliamo su per i giardini Romieu e, costeggiando le mura della cittadella raggiungiamo Place du Donjon. Denominata Terra Nuova per distinguersi appunto dalla Vecchia sottostante, questa piccola ma piacevole citadel, è un luogo ricco di storia con bei palazzi e cattedrali risalenti al XIV sec.
Facciamo un giro per le sue strette viuzze e poi scendiamo per raggiungere un supermercato. Momento di compere. Cosa c’è di meglio di un po’ di gastronomia per ricordare questa bella isola. Fegatellu corso, un paio di formaggi e brocciu a volontà e per finire un bello scatolone di birra Pietra, giusto per non dimenticare in fretta.
Riposti i nostri acquisti in macchina, risaliamo per la cena. Oggi per la prima volta in onore dell’ultimo giorno, cena al ristorante. Mamma mia !!!!! e che ristorante.
Raggiungiamo nuovamente Place du Donjon, ci fermiamo per un paio di birre sui tavoli panoramici del Bar la Citadel e poi tutti a mangiare.
La nostra scelta cade su uno dei ristorantini situati sui bastioni con vista porto e mangiamo veramente di buon gusto. Non poteva mancare dopo 9 giorni di campeggio ristretto un’ottima cena francese. Complimenti Chez Vincent !!!!!!
Dopo cena scendiamo al porto digerendo il nostro pasto sostanzioso e alle 10.30 ci imbarchiamo in direzione Italia.
Dormire neanche per idea questa notte, a parte pochi minuti su una sdraio rotta …
Meno male appena sbarcati in Italia dobbiamo andare ad un Matrimonio !!!!!!

Costi per due persone:
Il costo dei campeggi è veramente più economico rispetto all’Italia e se vi arrangiate con pasti al sacco durante il giorno e cene in campeggio non vi rimarrà una meta assolutamente cara.

Traghetto 56€
Campeggi 136€
Pasti Market 85€
Ultima cena 70€
Birra 80€
Varie 120€
Benzina 80€
Totale x 2 per. 627€

http://robertoburacchini.blogspot.it/


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