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Australia 2012

Australia 2012


Australia surf and wildlife

(diario di viaggio dall’8 marzo al 1 aprile di Davide&Barbara)

Ciao a tutti siamo Barbara e Davide di Cuneo.
Quest’anno come meta delle nostre vacanze invernali abbiamo optato per  l’Australia. Scelta dettata dalla “fissa” che Barbara aveva per questo stato grosso quasi due volte l’Europa.
Dopo aver visto molte foto e documentari anch’io mi sono fatto contagiare da questa sua euforia. Molti ci hanno detto che tre settimane sono un periodo troppo corto, ci vuole quasi un giorno di volo solo per arrivare, ma noi ci siamo detti: ”Tanto più di questo non riusciremo mai ad avere” e  abbiamo deciso di partire lo stesso.
Abbiamo visitato lo stato di Vittoria con Melbourne e l’Ocean Road, il South Australia con Adelaide e Kangaroo Island e il New South Wales con la sua città simbolo: Sydney.
Durante il viaggio ci siamo trovati immersi in una natura incontaminata e fantastica nella quale siamo stati a stretto contatto con un’infinità di animali liberi e indisturbati quali canguri, wallaby, koala, leoni marini, otarie, pinguini, pappagalli e wombat oltre a moltissime specie di uccelli.
Come ogni viaggio fai da te ci siamo armati di guide (Lonely planet e National Geographic) e letto moltissimi racconti ma devo dire che non ci sono serviti un granché. L’Australia è una delle mete per viaggi di nozze e quindi tante persone che si recano in questo paese hanno un itinerario prestabilito concordato con un’agenzia di viaggio. Noi cercheremo, con questo racconto, di essere i più precisi possibile per consentire, ad ogni lettore, di avere delle informazioni utili sul dormire e sulle cose da fare e da vedere (almeno spero). Partiamo dal presupposto che non siamo in un paese del terzo mondo, anzi, quindi le nostre difficoltà sono state solamente quelle di evitare di farsi spennare.
L’Australia è un paese carissimo per noi italiani e noi abbiamo sforato di gran lunga il nostro consueto budget. Alla  luce di quanto detto, abbiamo sempre optato per gli ostelli con letto in camerata e spesso e volentieri ci siamo cucinati i pasti. Nonostante tutto la nostra vacanza di tre settimane c’è costata meno di tremila euro a testa. Bisogna tener conto di una spesa media per dormire di circa 30-35$ a testa per notte. Il resto delle spese vanno in escursioni, benzina, noleggio dell’auto, traghetti, visita dei parchi, pasti ed eventuali spese extra. Abbiamo constatato che i mezzi pubblici, a noi tanto cari nei viaggi precedenti, sono praticamente impossibili da usare visto il poco tempo a nostra disposizione.

Partiamo dall’inizio.
Prima cosa prenotazione del volo. Noi ci siamo appoggiati ad un’agenzia che ci ha dato assistenza sia prima che al nostro ritorno. Poi vi spiegherò.
I prezzi dei voli su internet  erano gli stessi che ci ha proposto il titolare.
Costo del pacchetto volo con  assicurazione medico bagaglio e annullamento dello stesso c’è costata 1257 euro p/p con partenza l’otto marzo e ritorno il primo di aprile. Arriveremo a Sydney per poi ritornare in Italia da Melbourne.
Considerando le grandi distanze australiane prenotiamo anche un volo interno tra Sydney e Melbourne (185 $ a coppia) e sedici giorni di noleggio auto con la Europecar per 490 euro. Per il noleggio siamo andati sul sito www.easycar.it che è una sorta di broker assicurativo (l’agenzia viaggi era troppo cara) che ci ha fornito una Hyunday i30 con cambio automatico (molto utile per la guida a sinistra). Alla fine del noleggio faremo circa 3700 chilometri.
La scelta del noleggiatore non è stata facile. Noi abbiamo cercato quella più completa annullando tutte le franchigie sia in caso di furto, di incidente o urto con animali (sembra che in Australia sia una causa molto frequente).
Fissiamo alcune tappe per il nostro itinerario ma, essendo autonomi, ci siamo organizzati giorno per giorno.
Volevamo assolutamente fare due cose. La  prima era di andare a Kangaroo Island, un’isola situata a circa due ore a sud di Adelaide, e l’altra  di percorrere la mitica Great Ocean Road una strada leggendaria come  la Route66 americana.
Abbiamo cercato e ricercato su internet ma non abbiamo trovato nessuna compagnia di noleggio auto che ci facesse traghettare la macchina su Kangaroo Island. Sembrava un posto molto pericoloso soprattutto per le strade sconnesse e per l’alto rischio di investire qualche animale selvaggio.
Noleggeremo l’auto direttamente sull’isola dalla Budget al costo di 108$ al giorno con duecento chilometri d’autonomia (sforeremo la soglia di trentacinque chilometri).
Altra prenotazione fatta dall’Italia è stato l’ostello di Sydney. Non conoscendo la città abbiamo scelto quello più comodo ai servizi con una valutazione complessiva alta soprattutto per quanto riguarda la pulizia.
Prenotiamo l’Elephant backpacker di Sydney che è situato a Woolloomooloo per tre notti  al costo di 211,85$ comprensivo di trasporto dall’aeroporto e cauzione per la chiave della stanza.
Posto tranquillo e pulito non lontano da tutte le attrazioni della città. Noi abbiamo sempre girato a piedi e, essendo una città molto cara, abbiamo prenotato anche alcune attrazioni. Una di queste è l’Acquario con sconti anche del cinquanta per cento dal sito internet (www.sydneyaquarium.com.au). Tutto il resto della vacanza è stato prenotato in loco.

 Alcune info prima di iniziare il racconto:
Durata del viaggio:             25 giorni
Periodo:                               08/03/12 – 01/04/12
Carte di credito:                  Visa electron / Carta di Credito (cauzione noleggio auto)
Pagamento:                        Visa Electron/Contanti (Dollaro Australiano)
Mezzi utilizzati in loco:       Mezzi urbani -Voli interni – Traghetti
Compagnia aerea:             Ethiad Airways – Milano-Abu Dhabi-Sydney (Andata) – Melbourne-Sydney-Abu Dhabi-Milano (Ritorno)
Spesa totale:                       4550 euro (Aereo compreso) esclusi souvenirs e pasti

CONSIGLI UTILI:
·          Auto indispensabile (per periodi corti).
·          Patente internazionale obbligatoria per il noleggio dell’auto.
·          Limiti di velocità molto rigidi con autovelox fissi.
·          Autostrade a pagamento nella zona di Melbourne (vedi www.citylink.com.au/)
·          Tempo meteorologico molto variabile. (Abiti invernali ed estivi)
·          Temperature dell’acqua basse. (almeno a marzo)
·          Portarsi creme da sole con protezioni alte (qui non si scherza con il sole).
·          Collegamento internet molto caro dagli internet point circa 4$ 15min.
·          Fate la tessera per gli ostelli ed avrete subito lo sconto di 5$ per notte.
·          Gli Ostelli sono molto utilizzati sia dai turisti che dagli stessi australiani.
·          Prenotare con un po’ d’anticipo i pernottamenti ed informarsi sugli orario di accettazione (di solito dopo le 13).
·          Negozi e bar chiudono alle 17.30 (gli australiani cenano verso le 18.30)
·          Supermercati aperti fino alle 22-23 Pm

RiASSUNTO STILIZZATO DEL VIAGGIO:
1.   Partenza da Milano terminal 1 08/03/12 alle  21.00 Pm. Arrivo Sydney il 10/03/12 7.05 Am scalo ad Abu Dhabi
  211,85$ Ostello +Navetta  
2.   Sydney visita città
3.   Sydney visita città
4.   Sydney visita città
42$ Multipass mezzi pubblici zona 1
70$ Visita Opera House
35$ Acquario di Sydney
155.55$ volo Sydney 12.35 – Melbourne 14.00 (Compagnia Lowcost Jetstar)
12$ p/p  Navetta aeroporto
5.   Sydney – Melbourne – Torquay
490Euro Noleggio Auto
56$ Ostello Torquey
6.   Torquay – Strathalbyn 700km 8h 20min.
90$ Robin Hood
7.   Strathalbyn – Cape Jervis – Kangaroo Island
92$ Traghetto Kangaroo Island (solo passaggio ponte)
216$ Noleggio auto Kangaroo Island (2g con 200km al dì) + 49$ Abbassamento franchigia in caso di incidente
59$ Ostello Penneshaw
26$ Penguin Parade
8.   Kangaroo Island Tour
60$ Seal Bay (Parco per vedere i leoni marini)
10$ Koala Park
20$ Flinders National Park (Otarie Neozelandesi)
50$ Ostello Flinders Chase
9.   Kangaroo Island Tour – Cape Jervis
25$ Parndarna National Park (Koala)
43,8$ Traghetto Kangaroo Cape Jervis
95$ Hotel Cape Jervis
10. Cape Jervis – Glenelg – Adelaide 100km 1h 30min.
56$ Ostello Glenelg
5,8$ Tram per Adelaide 20min.
11. Glenelg – Warrnambool 621km 7h 14min.
56,8$ Warrnambool beach backpackers
12. Warrnambool – Prince Town
50$ Hotel
13. Prince Town – Apollo Bay
50$ Apollo Bay Backpackers
14. Apollo Bay – Anglesea
60$ Ostello Yha
15. Anglesea – Sorrento (Mornigton Penisula)
62.10$ traghetto (macchina+persone)
60$ Ostello Yha Sorrento
16. Sorrento – Phillip Island 147km 2h
43,20$ Pinguine Parade
24$ Fabbrica del cioccolato
38$ Circuito motociclistico
80$ AmarooPark (Caves) www.amaroopark.com
17. Phillip Island – Foster 105km 1h30min.
32$ Wild life Park (Phillip Island)
60$ Ostello Yha Foster
18. Foster – Wilsons Promontory Park – Foster
60$ Ostello Yha Foster
19. Foster – Lakes Entrance 228km 3h
 45$ Ostello Yha
82$ Crociera sul lago
20. Lakes Entrance – Melbourne 318km 4h
56$ skybus Aeroporto Melbourne – City A/r
128$ Ostello Yha Melbourne x 2 notti
21. Melbourne
22. Partenza Melbourne terminal 3 31/03/12 alle 13.00 Pm. Arrivo Milano terminal 1 01/04/12 alle 7.05 Am con scalo a Sydney e ad Abu Dhabi.

Racconto di viaggio:
08/03 – 10/03/2012 Partenza
Dopo qualche mese di letture e preparativi siamo pronti per partire. Entusiasti per aver scelto l’Australia ed altrettanto consapevoli del lungo viaggio in aereo che ci aspetta. Partiamo da Cuneo verso le 15 direzione Malpensa con il pieno di benzina e non vediamo l’ora di arrivare a destinazione. Come sempre prenotiamo il parcheggio all’Hotel ristorante da Mariuccia che è il posto più economico per lasciare l’auto per un periodo così lungo. (www.ceriamalpensa.it)
Alle 18.30, con largo anticipo, siamo già a Malpensa terminal 1. Sbrighiamo i soli controlli doganali e ci dirigiamo al nostro gate pronti ad affrontare le prime sei ore di viaggio. L’aereo dell’Ethiad è molto bello e le hostess sono molto cordiali. Il volo notturno trascorre bene tra un pasto, un film e una pennichella. La nostra prima tappa è Abu Dhabi dove resteremo in aeroporto per circa cinque ore. Prima di partire ci siamo registrati al sito della compagnia ottenendo la guest card (una sorta di mille miglia Alitalia) per farci caricare i punti volo. Vedere nuovi aeroporti è sempre carino ma non  vediamo l’ora di arrivare a Sydney. La seconda tratta, quella più impegnativa, è durata circa 14 ore. Noi non avevamo mai volato così tanto ma devo dire che è passata abbastanza bene grazie anche a tutti i confort che questi aerei hanno.
Arriviamo a Sydney alle 7.05 puntualissimi e nel giro di poco tempo facciamo il check-out e passiamo velocemente la dogana.
Fortunatamente i bagagli arrivano a destinazione e devo dire che è già un buon inizio.
Finalmente ci siamo. Non ci sembra vero dopo tutte queste ore di volo. Il tempo è bello e il sole illumina il nostro prima giorno australiano. Prima cosa andiamo a far razzia di mappe, pubblicità e quant’altro ci potrà essere utile al punto informazioni dell’aeroporto. Noi abbiamo lo sconto per il trasporto verso l’ostello prenotato dall’Italia. Ci dirigiamo verso la partenza dei pulmini e dopo un’oretta siamo all’Elephant backpacker. Prima di arrivare, non essendo gli unici turisti, ci siamo fatti un bel giro della città per portare gli altri ai loro hotel.
Come primo impatto Sydney c’è sembrata molto pulita e poco caotica. L’Ostello è situato a Woolloomooloo un quartiere non lontano dal centro della città e risulterà un posto pulito e un’ottima location per la visita di Sydney. Sappiamo che il check-in non sarà prima delle 13, come letto dal loro sito internet, e quindi lasciamo i bagagli nel deposito. Noi siamo stanchissimi, anche se in aereo abbiamo dormito, ma non vediamo l’ora di iniziare la nostra visita. In attesa di prendere le chiavi della stanza andiamo a rilassarci in un parco non lontano dall’ostello. Sydney è una città molto verde piena di parchi botanici con al loro interno un’enorme varietà di uccelli e animali. In attesa della stanza facciamo la passeggiata consigliata dalla National Geografic. Passiamo attraverso i bellissimo giardini botanici per arrivare alla meravigliosa baia di Sydney da dove si può vedere l’Opera House e L’harbour Bridge. Una cosa stupenda e magnifica. Pensare di essere qui a migliaia di chilometri dall’Italia fa un certo effetto. Vedere queste opere meravigliose che avevamo visto solo in televisione non ha prezzo. E’ veramente emozionante. Sembriamo due bambini pieni di curiosità. Il parco è enorme ed è pieno di pappagalli coloratissimi, di uccelli grandi come cicogne che beccano l’erba e appollaiati sugli alberi ci sono una sorta di pipistrelli che emettono strani versi. Sembra di stare alla zoo ma qui è tutto “wild”. E’ domenica e c’è moltissima gente sdraiata sull’erba. Devo dire che come primo impatto non è stato male anzi.
Arriva finalmente l’ora di prendere la chiave della stanza e ci dirigiamo verso l’ostello. Lasciamo 10$ di cauzione per la chiave, ci verrà restituita alla partenza e prendiamo possesso del nostro letto.
Per fortuna in stanza siamo solo in tre. Barbara, io e un giovane operaio.
Ci rinfreschiamo e siamo pronti per ripartire. Torniamo in prossimità dell’Opera House per scattare un’infinità di foto. Quando ci ricapiterà di tornare qui. La costruzione è bellissima ed è messa su una sorta di penisola e, come sfondo, c’è l’imponente Harbour Bridge. Visiteremo l’Opera House il giorno seguente. Camminiamo per la baia e raggiungiamo il quartiere The Rocks proprio ai piedi del ponte. Qui ci sono moltissimi locali e bancarelle dove si può comprare qualche oggetto d’artigianato locale. Percorriamo tutto il ponte a piedi e immaginiamo come dev’essere uno spettacolo vederlo a capodanno quando viene illuminato dai fuochi d’artificio. E’ enorme e c’è un continuo viavai di auto, tram, treni, autobus, biciclette e persone. Si può anche  scalare il grande arco prendendo parte ad un bridge climb ma noi decidiamo di non salire.
All’altro lato del ponte c’è il quartiere degli affari di north Sydney con il suo Luna park stile Coney Island di New York.
Sydney ha anche un pullman turistico che gratuitamente ti porta in giro per la città. Incominciamo a prendere confidenza con la city e con il caro vita degli australiani. Qui tutto costa un botto compreso il mangiare. Giriamo in cerca di un ristorante, in Australia non c’è una cucina tipica ma un miscuglio di stili americani ed inglesi, che non ci spenni tanto.
La loro parola d’ordine è take-away sono dappertutto. Finalmente riusciamo a trovare un locale che ci propone un menù decente ad un prezzo modico. Qui in Australia bisogna far attenzione agli orari perché alle 17.30 chiudono tutti i negozi compresi i bar e, se uno non vuole mangiare al McDonald’s, non deve cenare dopo le 21.
Stanchi morti facciamo ritorno all’ostello.

australia411/03 Sydney (sole)
La nostra prima meta è il Fish Market dove è vivamente consigliato mangiar  pranzo. Il mercato dista qualche chilometro dal nostro ostello e noi decidiamo di farceli a piedi. Per fortuna Sydney è una città a misura d’uomo infatti ci sono molte zone pedonali. Prima di arrivare a destinazione attraversiamo alcuni quartieri tra cui la zona del Darling Harbour che, di sera, si trasforma in un locale a cielo aperto dove tutti i giovani si ritrovano. Il fish Market non è nient’altro che un grosso mercato dove si può gustare del buonissimo pesce australiano.
All’interno della struttura ci sono diversi stand che puliscono e cucinano i pesci. Incontriamo molta gente che, come noi, vuole mangiare del buon pesce. Conviene venir qui di buon’ora dato che all’ora di pranzo si fa fatica a trovare un posto per poter mangiare.
Il quartiere tutt’intorno è molto verde. Ci sono tantissimi campi dove la gente gioca a rugby, calcio o semplicemente si rilassa al sole. Lasciamo questo quartiere con la light rail (trenino cittadino) per andare al Padding Market.
Il mercato è nel cuore di ChinaTown e qui si può comprare di tutto dai souvenirs al mangiare tutto a prezzi più che ragionevoli rispetto al resto della città. Passiamo un po’ di tempo in questa zona anche se il quartiere cinese lascia un po’ a desiderare. Prossima tappa è l’Opera House. Arrivati all’ingresso prenotiamo la visita della 17 che è l’ultima della giornata (ingresso 35$ p/p). La struttura è magnifica ed è stato un giro molto bello. Unica pecca è la guida che parla solo in inglese. Poco male qualcosa l’ho capito anch’io.
Terminata la visita siamo andati a Circular Quay dove abbiamo comprato i biglietti giornalieri per la zona 1 (21$ p/p). Questo vuol dire che domani gireremo su tutti i mezzi pubblici (navi, autobus, metrò ecc.) senza pagare più niente.
Per cena decidiamo di andare a King Cross un quartiere non lontano dal nostro ostello.
Ci sono molti locali a luci rosse ed il posto non è dei migliori ma noi dobbiamo solo mangiare. Troviamo un bar-ristorante che per 30$ ci da due piatti combinati e il bere. Non male per essere in Australia.
Stanchi morti ritorniamo all’ostello.

12/03 Sydney (nuvoloso-pioggerellina)
Oggi sfrutteremo al massimo il nostro biglietto dei mezzi pubblici.
Prima cosa facciamo colazione al Mc e poi sosta al supermercato per comprare il pranzo. Comprato tutto il necessario saliamo su un autobus direzione Circular Quay ed attiviamo il nostro multipass giornaliero.
Alle dieci prendiamo il nostro primo traghetto che in mezz’ora ci porta a Manly Beach. Per fortuna siamo ancora in traghetto quando si scatena un bell’acquazzone. Finalmente smette di piovere e noi possiamo guardare i surfisti dalla spiaggia. Le onde non sono altissime ma alcuni di loro danno già sfoggio della loro bravura. Ci incamminiamo lungo la passeggiata e incontriamo molti studenti che, invece di far lezione in palestra come da noi in Italia, fanno lezione sulla spiaggia per diventare baywatch. Che fortuna vivere in Australia.
Ritorniamo a Circular Quay con il traghetto delle 12.45.
Facciamo pranzo con vista Opera House e poi via con il traghetto delle 13,40 direzione Watsons Bay.
L’isola è molto tranquilla ed è piena di villette dove la gente passa le vacanze. Facciamo una bella passeggiata lungo la costa per arrivare ad una bella spiaggia isolata.
Siamo a poca distanza dalla città ma si respira una bella aria di relax circondata da moltissimo verde.
Tornati con il ferry a Sydney siamo pronti per un’altra isoletta. Questa volta prendiamo la linea arancio direzione Cockatoo Island.
Prendendo tutti questi traghetti riusciamo a vedere molte zone della baia di Sydney.
L’isola è sede di un vecchio cantiere navale usato durante la guerra. Ci sono ancora le gru e gli hangar per la costruzione delle navi e l’isola è un museo a cielo aperto. Facciamo il giro e trascorriamo qualche ora.
Ritorniamo in centro e alle 18,30 prendiamo la linea viola direzione Darling Harbour per vedere la città e l’Harbour Bridge al tramonto.
Volevamo prendere anche la Mono Rail che fa il giro del porto ma, non essendo compresa nel biglietto giornaliero, abbiamo desistito. Non c’è che dire oggi abbiamo sfruttato al massimo il biglietto giornaliero.
Per cena andiamo al 333 un  bar sulla George Street angolo Margaret str. che, ogni sera, propone un menù a 10$ p/p. e in più c’è il WI-FI gratis.
Come ho detto prima Sydney è una città molto tranquilla, come i suoi abitanti, e non è strano, dopo una certa ora, trovare tutti i locali chiusi.

13/03 Sydney Bondi Beach (sole)
Sveglia 7.30 per andare a Bondi Beach un spiaggia molto popolare tra gli abitanti di Sydney.
Prendiamo l’autobus 380 da Oxford Street che dista solo poche traverse dal nostro ostello.
Compriamo il biglietto in un 7eleven che è una catena di supermercati molto famosa.
Passiamo l’intera giornata sulla spiaggia sotto un sole cocente. Attenzione alle ustioni qui il sole picchia davvero.
Ci sono i soliti surfisti e gli immancabili guardia spiagge che richiamo in continuazione i bagnanti.
La spiaggia è molto grande ed è bellissima. Fa impressione che, appena finisce la sabbia, c’è un bellissimo prato verde.
Sembra un altro mondo a solo mezz’ora dal caos cittadino.
Verso le 16 prendiamo l’autobus super affollato di surfisti e bagnanti per tornare a Sydney. Alle 18 dobbiamo andare all’Acquario con i biglietti presi già dall’Italia. Il posto non è male anche se devo dire che l’acquario di Genova è fin più bello. Usciti facciamo cena all’Helm che questa sera propone bistecca con insalata e patatine a 15$. Il ristorante è molto bello con vista direttamente sul Darling Harbour. Se uno fa attenzione alle promozioni anche qui si può risparmiare qualcosa. Terminiamo la serata con una bella passeggiata verso l’ostello.

14/03 Sydney – Melbourne (sole)
Oggi si vola direzione sud direzione Melbourne da dove inizieremo il nostro viaggio on the road.
Sveglia verso le 7.30 Am per preparare le valigie e per prenotare la navetta che ci porterà all’aeroporto.
Alle 9.30 ci vengono a prendere direttamente all’ostello al costo di 12 $ p/p per arrivare dopo un’oretta all’aeroporto secondario di Sydney per le partenza domestiche con  la compagnia Jetstar.
Il terminal due dista dall’uno solo cinque minuti e, tra i due scali, la tratta viene effettuata sia da un treno che da un autobus al costo di 5$ p/p. Questa info ci sarà utile per il ritorno in Italia data che la ripartenza sarà dal T1 di Sydney.
Arrivati all’aeroporto veniamo informati che il nostro volo è stato spostato di circa un’ora e mezza. Appresa la notizia andiamo subito alla nostra compagnia di noleggio auto, che ha un ufficio in aeroporto, per farci spostare l’ora della consegna del mezzo. Per fortuna non c’è nessun problema ma noi volevamo essere sicuri di non pagare penali.
Dato il tempo d’attesa ci colleghiamo un po’ su internet e facciamo pranzo. Per fortuna l’aereo parte puntuale, anche se abbiamo perso mezza giornata, e alle 15,30 siamo a Melbourne.
Check-out veloce e poi via verso l’ufficio dell’autonoleggio. La nostra compagnia scelta è l’europecar la quale ci ha messo a disposizione una nuovissima Hyundai i30 con cambio automatico. La terremo fino al 29 marzo.
Prima difficoltà con la guida a sinistra è stata l’uscita dal parcheggio. Io non avevo mai guidato una macchina con il cambio automatico, e dopo alcuni strattoni, sono riuscito a prendere la giusta via d’uscita senza bocciare.
Appena usciti dal parcheggio ci immettiamo subito su una freeway a tre corsie cercando di rispettare le giuste corsie di marcia. La compagnia di noleggio ci ha lasciato una specie di cartina stradale ma, nonostante le loro indicazioni, ci siamo persi dopo pochi chilometri. Melbourne ha una serie di strade a pagamento contrassegnate dal cartello citylink che noi dovevamo assolutamente evitare. Chiediamo indicazioni ad alcuni passanti e poco dopo siamo nella direzione giusta. Arriviamo a Torquay che ormai è buio, causa ritardo volo, e ci sistemiamo nell’ostello in camerata mista da dieci. Lasciati i bagagli decidiamo di fare un giro per il paese ma non incontriamo più nessuno.
Troviamo aperti solo due supermercati, una pizzeria e un fish and chips. Mangiamo qualcosa e facciamo un po’ di spesa per la colazione di domani. La cosa bella è sugli alberi ci sono tantissimi pappagalli bianchi con la cresta gialla che animano questa città deserta. La notte in camerata è trascorsa tra una russata incredibile e rumori vari.
Per fortuna noi abbiamo il sonno pesante.

15/03 Torquay – Strathalbyn 700km 8h 20min (Pioggia mattino – Nuvoloso pomeriggio)
Ci svegliamo sotto un tremendo acquazzone e la domanda è cosa fare?
Non ci conviene stare al mare visto il tempo e allora decidiamo di andare verso Adelaide e Kangaroo Island.
Poco male faremo l’Ocean Road al contrario.
Prima cosa ritorniamo al supermercato per fare un po’ di provviste d’acqua e generi alimentari e poi puntiamo diretti verso sud. Tra limiti di velocità, camion e cantieri stradali perdiamo tutto il giorno. Per arrivare alla nostra meta percorriamo la A300 fino a Ballarat per poi prendere la A8 fino a Jervois. Passiamo attraverso molte zone dedicate alla pastorizia. Ci sono dei posti meravigliosi ma anche zone quasi desertiche. Facciamo molte tappe, anche solo per fotografare i cartelli stradali che indicano canguri e koala, ma per adesso non abbiamo ancora visto niente. Prima di arrivare a destinazione passiamo il confine tra lo stato del Victoria e quello del South Australia. Preoccupati per tutti i cartelli che vediamo lungo la strada in merito alla quarantena decidiamo di buttare via tutta la frutta che abbiamo. In Australia sono molto fiscali sul portare roba fresca tra uno stato e l’altro e, per evitare multe, abbiamo deciso di privarcene. Arrivati al confine troviamo solo un cestino ma di polizia neanche l’ombra. Poco male noi eravamo dalla parte della ragione. Arriviamo a  Bordertown, un paese subito dopo il confine, e qui abbiamo il nostro primo incontro con i canguri. Li avevamo sempre e solo visti alla televisione e finalmente eccoli. Sono animali possenti e in apparenza mansueti ma non so se avrei il coraggio di accarezzarli. Ci sono quelli bianchi, di cui non conoscevamo l’esistenza, e i tipici canguri marroni. Il nostro primo incontro con i canguri è stato molto bello anche se confidiamo di rivederli anche in libertà e rinchiusi in un parco.
Riprendiamo il viaggio fino a Strathalbyn, un piccolissimo paese a cento chilometri dalla nostra meta, dove passeremo la notte. Alloggiamo al Robin Hood Hotel al costo di 90$ a stanza con bagno in comune. Un posto niente di speciale ma ormai è notte e siamo stanchi morti. Col senno di poi devo dire che abbiamo fatto bene a sfruttare la brutta giornata per  percorrere i circa 700 chilometri d’avvicinamento verso Kangaroo Island.

australia616/03 Strathalbyn – Kangaroo Island (Pioggia mattino – sole pomeriggio)
Partiamo da Strathalbyn direzione Cape Jervis.
Abbiamo ancora un centinaio di chilometri da fare prima di imbarcarci per l’isola. La strada è un susseguirsi di sali e scendi e ci becchiamo anche un bell’acquazzone. Siamo fortunati perché riusciamo a vedere molti canguri tra le colline. Ci sono dei paesaggi fantastici peccato solo per il tempo. Dopo qualche ora arriviamo al porto e decidiamo di imbarcarci senza auto. La lasciamo in un parcheggio gratuito. La nostra assicurazione non copre l’imbarco della nostra Hyunday sulla nave e quindi la lasciamo qui. Vedremo dopo come fare per gli spostamenti. Per l’attraversamento ci affidiamo all’unica compagnia che si occupa della tratta. La Sealink ha anche il monopolio delle escursione organizzate. Paghiamo 92$ a coppia ma se avessimo voluto portare con noi l’auto la somma sarebbe stata  altissima 364$.
Per fortuna è spuntato il sole anche se l’aria è fresca. Prendiamo il traghetto di mezzogiorno e, dopo circa quarantacinque minuti, siamo a Penneshaw. Il paesino è piccolo ma ci sono le cose essenziali. Qualche casa, un paio di hotel, un agenzia di noleggio auto, un distributore di benzina, un supermercato e qualche bar-ristorante.
Insomma è un posto rilassante. Abbiamo letto delle cose fantastiche su quest’isola e speriamo di poter vedere tanti animali. Prima cosa andiamo alla ricerca di un punto informazioni per prendere cartine e quant’altro e per prenotare una stanza per la notte. Usciti dal punto info ritorniamo verso il porto per andare all’ufficio della sealink. Vogliamo capire come muoverci sull’isola senza spendere un capitale. Il personale è molto gentile e ci prenotano l’auto per due giorni alla modica cifra di 216 $ (si fa per dire). La  ritireremo alle 9 Am direttamente all’ufficio della Budget per riconsegnarla il 18 marzo alle 18 poco prima della partenza del traghetto delle 19.30 per far ritorno sulla terraferma.
Prenotiamo anche il traghetto del ritorno ad un prezzo molto più basso di quello dell’andata solo 43,48$ in due contro i 92$. Sarà stata l’ora tarda.
Tirando le conclusioni c’è convenuto noleggiare l’auto sull’isola. Usciti dall’agenzia andiamo verso l’ostello, per vedere se c’è posto per la notte. La reception dell’YHA apre alle 18 e, fino a quell’ora, non avremo la certezza della stanza. Nell’attesa facciamo un giro per il paese e scattiamo già le prime foto ai wallaby che si nascondono sotto gli alberi. Facciamo ritorno in ostello e fortunatamente troviamo posto. Un letto in camerata femminile per Barbara e uno in quello maschile per me. Totale 59$. Le stanza sono pulite e c’è anche una bella cucina fornita di tutto il necessario.
In stanza siamo in quattro. La connessione ad internet è un po’ cara 4$ all’ora oppure 7,95$ per tutto il giorno. L’ostello è gestito da una signora molto gentile che ci da molte info sull’isola e ci dice che siamo fortunati dato che proprio da oggi è possibile vedere la famosa Pinguine Parade.
Facciamo spesa al supermarket, stasera bistecche di canguro cucinata alla piastra.
Prima di cenare andiamo a vedere l’arrivo dei pinguini. Noi scegliamo il turno delle 20,30 ma avessimo voluto c’era la possibilità di fare quello delle 21,30. Ormai è buio pesto e, dopo una breve spiegazione sulle cose da non fare e un filmato informativo, siamo pronti a partire. I pinguini che arrivano su questa isola sono piccolissimi. La loro altezza si aggira attorno ai 25-30 cm con il manto color blu.
Ci dirigiamo, con l’ausilio delle torce fornite dai rangers, verso gli scogli e incominciamo a sentire i loro richiami.
Fantastico e emozionante sentirli ma ancor di più quando nel buio della notte riusciamo a vederli. Sono simpaticissimi con i loro movimenti ondulatori con il petto bianco e la schiena blu. Le torce emettono una luce rossa, per non disturbare questi animaletti. Cerchiamo di far più silenzio possibile, anche se il gruppo è molto numeroso, per non disturbarli. E’ un’esperienza incredibile che consiglio a tutti ad un prezzo contenuto 13$ p/p.
Facciamo ritorno verso l’ostello, soddisfatti dal nostro incontro con i pinguini, dove ci aspetta la famosa cena con la carne di canguro. Ci prepariamo una bella insalata e poi siamo pronti a provare questa nuova esperienza. Devo dire che non è male anche se ha un gusto abbastanza forte. Si può paragonare un po’ alla carne di cavallo. Finita la cena ci colleghiamo un po’ ad internet e, nel prato davanti a noi, ci viene a trovare un piccolo wallaby.
Che giornata incredibile… mi sa che  domani sarà ancora meglio.

17/03 Kangaroo Island (Sole)
Lasciamo la stanza con la consapevolezza di aver trovato posto per la notte. Staremo in un ostello nel cuore dell’isola per poter vedere meglio la natura. Questa Farm è consigliata anche dalla manager dell’ostello di Penneshaw ed è nel Flinders Chase National Park. Io vado a ritirare l’auto alla Budget mentre Barbara prenota gli hotel per le notti successive. Arrivato in agenzia mi faccio convincere ad abbassare la franchigia in caso di incidente con qualche animale. Passiamo dai 2500$ ai 300$ al costo di 48$ al dì. Ci noleggiamo una Nissan micra bianca con cambio automatico e con il pieno di benzina e dopo le varie raccomandazioni sulle strade da non prendere sono pronto per andare a prendere Barbara in ostello.
Prima tappa Seal Bay visitor Center nel sud dell’isola, non prima di esserci persi in una strada sterrata.
Un posto incredibile dove per 30$ p/p abbiamo il nostro incontro ravvicinato con i Leoni marini.
La guida del parco ci ha accompagnati lungo una passerella che ci ha condotto fino alla spiaggia. Ci sono tantissimi animali che entrano ed escono dall’acqua. Mamma mia come sono possenti. Ci viene spiegato la differenza tra i maschi adulti e quelli giovani e riusciamo anche a vedere dei cuccioli. Questo è un posto ideale per i leoni marini dato che è protetto da una specie di barriera corallina. Ci saranno almeno 30-40 mammiferi in tutta la spiaggia intenti a crogiolarsi al sole e a giocare tra l’ora. Siamo a pochi metri di distanza e riusciamo a scattare delle bellissime foto.
Finito il tour percorriamo un’altra passerella, questa volta senza accompagnatore, per vedere un altro lato della spiaggia.
Qui non si può scendere in spiaggia ma, dalla nostra posizione, riusciamo a vedere un maschio enorme. Cavolo sarà almeno 500kg. Che figata siamo stati fortunati. Riprendiamo la macchina e puntiamo diritti verso la nostra seconda tappa. Koala arriviamo.
Il centro è pieno di eucalipto è qui si possono vedere diversi animaletti. Tra i rami riusciamo a vedere 5-6 koala.
Sono tenerissimi con i loro musetti sembrano dei peluches. Nel parco ci sono anche molti pappagalli, wallaby, canguri e l’Echinodea una specie di porcospino che scava in continuazione la terra.
Sembra di stare in uno zoo ma qui gli animali sono tutti nel loro habitat naturale. Il parco c’è costato 5$.
Riprendiamo la macchina e puntiamo verso il Flinders Chase visitor Center che si trova nella parte più a ovest dell’isola. Dopo aver pagato 10$ p/p andiamo a vedere una colonia di Otarie Neozelandesi all’Admiral Arch.
Il posto è chiamato così per via della conformità della roccia fatta appunto ad arco che, col passare degli anni, ha subito l’erosione del vento e dell’acqua. Qui risiede questa colonia di otarie che da anni ritorna in questa zona. Ci sono delle correnti bestiali, e pensare che dall’altra parte c’è il polo sud, fa un certo effetto.
Lasciamo gli animali per andare a vedere un’altra attrazione: le Remarkable Rocks.
Una conformazione rocciosa anche questa erosa dal vento e della furia del mare. Lasciamo il parco per dirigerci verso l’ostello. Sono ormai le 18.30 e non vorremmo avere uno scontro frontale con un big canguro. Il momento migliore per vedere questi animali è proprio al calar del sole oppure al mattino presto. Non passa molto che ne avvistiamo uno enorme che bruca nell’erba. Ci fermiamo per scattargli qualche foto ma, all’arrivo di una macchina di cinesi, il canguro compie un balzo e si nasconde nel bush. Peccato.
Ripartiamo verso l’ostello e, nel giro di pochi chilometri, arriviamo.
La struttura è tutta in legno con un corpo centrale formato da quattro stanze. Due matrimoniali, una zona comune con televisione e tavolo e un dormitorio con dieci letti. I bagni e le docce sono esterni situati sotto una tettoia. Immancabile la zona barbecue e i tavoloni sotto il porticato. Per la notte optiamo per la soluzione più economica ovvero il dormitorio che, per nostra fortuna è vuoto. Costo del letto in camerata 25$ p/p. Le altre stanze sono occupate da due coppie di giovani. Sapevamo già della mancanza di un supermercato nelle vicinanze quindi non siamo arrivati a mani vuote. Per la cena siamo a posto.
La “figata” del posto è che siamo immersi in un parco naturale e ancor più bello è stato che al calar del sole siamo stati  invasi da canguri e wallaby quasi come fossero animali domestici. Chissà quando ci capiterà un’altra cosa del genere.
Facciamo un giro di perlustrazione con la torcia come se fossimo due esploratori ma, ad ogni rumore sospetto, saltiamo anche noi come canguri. Ritorniamo all’ostello per pianificare i giorni seguenti e per scrivere le cartoline.
Oggi è stata una giornata incredibile ricca di emozioni.

australia18/03 Kangaroo Island (Sole)
Sveglia alle 7.30 per vedere ancora qualche canguro pascolare vicino alla casa. Oggi andiamo al Parndana Wildlife Park (ingresso 25$). Percorriamo la strada asfaltata che taglia in due l’isola e il bello è che ogni attraversamento secondario è fatto di sterrato rosso. Il tipico colore delle terre australiane. E’ proprio un paradiso quest’isola.
Prima di arrivare al parco vediamo ancora un sacco di canguri che saltellano per le strade.
Il Parndana è un parco pieno di animali. Ci sono canguri di tutti i colori a cui si può anche dar da mangiare, koala e molti altri animali australiani. Appena arrivati puntiamo subito nella zona dei koala. Alla reception ci avevano detto che avremmo potuto anche accarezzarli. Nel recinto ce ne sono alcuni. Bellissimo sembra di accarezzare un peluches morbidissimo. I custodi ci spiegano che possiamo solo accarezzargli la schiena e che non possiamo prenderli in braccio.
Hanno le unghie per arrampicarsi sugli alberi e non vorremmo mai farci graffiare. E’ stata un’esperienza unica.
Facciamo anche qui molte foto per portarci a casa un ricordo incredibile.
Un’altra particolarità del parco è quella di poter dar da mangiare ai canguri e wallaby. Compriamo per 1$ un sacchetto di cibo e poi via verso i recinti. Appena varcato il cancello ci siamo spaventati nel vedere 5-6 canguri venirci contro.
Non essendo un animale a noi familiare siamo usciti di corsa dal recinto. Sono quasi alti come noi e non vorremmo mai prenderci un calcio. Dopo un consulto tra di noi ci siamo fatti coraggio e siamo rientrati. Si è ripetuta la stessa scena di prima ma stavolta siamo rimasti dentro. I canguri mangiamo il cibo direttamente dalle nostre mani utilizzando le zampette anteriori per aggrapparsi al braccio. Uno di loro ha provato a scalciarmi, graffiandomi la gamba, ma ormai avevo preso confidenza e con uno scossone l’ho subito allontanato. Col senno di poi posso dire che è stata una bella esperienza ma lì per lì abbiamo avuto un po’ di paura.
Finito il giro ripartiamo per Stokes Bay una spiaggia di sabbia bianchissima sulla costa a nord. Per raggiungerla bisogna attraversare delle rocce ma devo dire che è ben segnalata. Peccato solo l’aria fresca e l’acqua gelida altrimenti avremmo potuto anche fare il bagno vista la bellezza del posto.
Passiamo un po’ di tempo al sole prima di ripartire per Emu Bay. La guida la descriveva come una spiaggia molto bella ma a noi non ha entusiasmato più di tanto. La sabbia è piena di alghe. Facciamo pranzo in una della tante aree attrezzate e poi riprendiamo verso Kingscote. La città è piccola ed è quasi deserta ma la sua particolarità è che ogni giorno alle diciassette viene dato da mangiare ai pellicani. Noi non aspettiamo lo spettacolo, essendo in anticipo, e ci limitiamo a vederli appollaiati sul molo in attesa del cibo. Saranno una ventina.
Riprendiamo la macchina direzione Penneshaw per lasciarla all’autonoleggio. Facciamo circa venticinque chilometri in più rispetto ai quattrocento compresi nel noleggio. Chissà se li pagheremo oppure no.
Alle 19.30 prendiamo il traghetto per Cape Jervis dove avevamo prenotato l’hotel Cape Jervis Station. Situato a pochi chilometri dal  porto in direzione Adelaide sulla sinistra. Per 95$ a stanza abbiamo un mini appartamento con un letto matrimoniale, un bagno, la cucina con tanto di frigo e l’aria condizionata e tv. Insomma c’è proprio tutto.
Il ristorante è già chiuso ma noi abbiamo la nostra scorta di cibo.
Adesso che siamo stati a Kangaroo Island possiamo dire che merita veramente la pena. Costerà qualcosetta di più ma abbiamo potuto vedere tantissime specie di animali nel loro ambiente naturale. Insomma se uno viene in Australia non può certo rinunciare a Kangaroo Island.

19/03 Adelaide (Sole)
Oggi puntiamo direttamente verso nord e precisamente ad Adelaide. Percorriamo circa cento chilometri i primi dei quali in un paesaggio stupendo pieno di animali al pascolo e colline verdeggianti.
Decidiamo di non soggiornare direttamente in città ma a Glenelg un piccolo sobborgo non lontano dal centro.
Da qui, con l’ausilio di un tram, si raggiunge il centro di Adelaide in venti minuti (5,8$ in due).
Come ogni paese australiano che si rispetti ha un suo punto informazioni. Vi facciamo tappa per prendere cartine e per sapere dov’è l’ostello. La struttura è situata in un ex discoteca con il bar al pian terreno e le stanze nei restanti due piani.
Il letto in camerata da sei ci costa 56$ a coppia con internet e fortunatamente c’è parcheggio gratuito nelle vicinanze. Resteremo qui solo una notte già sapendo che ad Adelaide passeremo solo mezza giornata.
Lasciati i bagagli in camera siamo pronti per fare un giro del paese e per prendere il tram per il centro.
Le corse sono molte frequenti e, come ho detto prima, nel giro di una ventina di minuti arriviamo nella city. Adelaide è molto semplice da girare dato che le strade sono tutte parallele. Prima tappa Central Market peccato che il lunedì non sia del tutto aperto. Poi, come suggerito dalla lonely, incominciamo una bella passeggiata tra i quartieri e i monumenti più caratteristici tra un susseguirsi di fast-food e ristorantini etnici.
Noi mangiamo in una steak house all’interno di un centro commerciale. Il centro non è male pieno di gente che passeggia nelle isole pedonali e tanto verde. Giriamo per un po’ ma verso le 17.05  riprendiamo il tram per ritornare a Glenelg. La città c’è piaciuta ma abbiamo fatto bene a restare solo mezza giornata.
Il ritorno è stato un po’ caotico, essendo l’ora di punta, e il tram era stracolmo di gente. Noi, da buoni italiani, ci siamo risparmiati il costo del biglietto. Facciamo cena con fish and chips seduti in una piazza del centro e, dopo una breve passeggiata lungo mare, siamo andati a nanna.

20/03 Glenelg – Warrnanbool (Sole)
Oggi giornata di trasferimento da Glenelg fino a Warrnanbool sulla costa sud. Una tappa di ben 621 km  verso la Great Ocean Road.
Percorriamo le strade australiane attraversando paesini ricchi di fascino e grandi praterie stracolme di mucche e pecore. Il traffico non è molto e capiamo come mai gli Australiani preferiscano di gran lunga l’aereo. Con il limite dei 90-100 chilometri all’ora sembra di non andare avanti. Prima di arrivare a destinazione facciamo tappa a Port Fairy che, a detta della guida, ha una bella passeggiata da fare su un’isoletta.
Il posto non è male e, durante i tre chilometri di passeggiata, abbiamo visto una colonia di “berte coda corta” e qualche wallaby.
Riprendiamo il viaggio verso il nostro ostello di Warrnanbool prenotato su internet. Al nostro arrivo siamo stati di nuovo fortunati. Camerata da sei ma siamo solo noi due al prezzo di 56,8$. Posto pulitissimo gestito da una famiglia che fa della pulizia e dell’ordine il proprio credo. Siamo provati dal lungo viaggio e, dopo aver fatto cena, andiamo subito a dormire.

20/03 Warrnanbool – Princetown (Pioggia – sole- variabile) Dodici apostoli – Great Ocean Road
Puntiamo la sveglia verso le 7.30 ma tutti i nostri piani della sera prima vanno in fumo. Durante la notte ha piovuto da paura e decidiamo di lasciare questa città direzione dodici apostoli.
Iniziamo la famosa strada panoramica che costeggia tutta la costa sud dell’Australia e, a detta del cartello segnaletico, la più bella strada del mondo. Facciamo tappa nei moltissimi look-out e devo ammettere di non aver mai visto dei paesaggi e delle scogliere così belle… da togliere il fiato. Peccato che c’è un vento fortissimo e la temperatura è abbastanza rigida. Siamo su dieci undici gradi. Capiamo perché questa è una zona di naufragi. Il mare è talmente mosso che gli schizzi d’acqua arrivano fin sulle scogliere. Facciamo tappa a Port Campbell per un fish and chips e poi puntiamo diritti verso Loch Ard Gorge e i dodici apostoli.
Due delle attrazioni più belle dell’intera costa. Il momento ideale per vedere i 12 apostoli è al calar del sole o all’alba.
Noi ci siamo stati al tramonto ed è stato stupendo. Mi sa che tra qualche anno queste rocce calcaree non ci saranno più anche perché già adesso se ne vedono solo più nove. Molti altri turisti hanno avuto la nostra stessa idea e sembrava di stare al mercato. Ci sono anche i soliti fotografi che, per rubare uno scatto, si spingono fin al limite della scogliera. Con il vento che tira sono proprio pazzi completi.
Facciamo due passi tra le scogliere e percorriamo anche una scalinata che ci ha portati fin in riva al mare e poi via verso Princetown dove passeremo la notte.
Il paese è veramente piccolo. C’è un negozietto, una pompa di benzina e un hotel/ostello. Prendiamo una doppia con letti a castello per 50$. Il posto non è male anche se verso sera si è riempito con una colonia di crucchi in gita. Fine del relax e via di birre..
Programmiamo il giro per i giorni seguenti e confidiamo nel bel tempo.

australia322/03 Princetown – Apollo bay (pioggia – sole – nuvole)
Partiamo direzione Cape Otway un vecchio faro australiano. Dai racconti, che avevamo letto, molta gente sconsigliava questa deviazione ma noi seguendo la nostra curiosità abbiamo deciso che poteva valer la pena.
Prendiamo la strada verso il faro e dopo poco ci accorgiamo di essere entrati in una foresta di eucalipto. Che figata ci sono tantissimi Koala sugli alberi. Saranno una ventina tutti svegli, strano, e intenti a mangiare. Mi sa che sentono la pioggia ma l’importante è che riusciamo a vederli bene e in movimento. L’eucalipto per loro è come una droga salgono, scendono, mangiano insomma siamo fortunatissimi. Meno male che non dovevamo venire verso il faro.
Facciamo una marea di foto e io mi arrampico anche su un albero per vederli meglio. Mi sembrava di toccarlo e non so chi dei due è più incuriosito. Nell’appollaiarmi sul ramo sono stato attaccato da una sanguisuga. Anche Barbara ha avuto un contatto ravvicinato con questo brutto animaletto. Sarà stato il mio che ho lanciato via con uno scossone????
Chi lo sa. Proseguiamo verso il faro ma decidiamo di non salirci, visto il costo di diciannove dollari, e ritorniamo lungo la strada per scattare altre foto ai koala. Scopriremo in seguito che il biglietto per il faro sarebbe costato tre dollari in meno se acquistato all’info point di Apollo Bay.
Arrivati a Apollo facciamo subito tappa al supermercato e dopo cerchiamo da dormire. Fortunatamente al backpackers ci accettano anche se non sono ancora le 17. Camerata da cinque per 50$ a coppia con internet  free. Lasciamo i bagagli e, dopo esserci informati al punto informazioni sul da farsi, ci addentriamo nell’Otway National Park.
Facciamo tappa al lago Elizabeth dove la guida riportava la possibilità di vedere gli Ornitorinchi. Un animale molto schivo e difficilissimo da vedere. Facciamo un bel percorso sterrato, gioia per le sospensioni della macchina, e poi circa un’oretta a piedi ma di ornitorinchi neanche l’ombra. Poco male ci siamo divertiti lo stesso e il tempo ha tenuto.
Finita la gita facciamo ritorno, sotto un’acquazzone d’altri tempi, all’ostello. Nel frattempo tutti gli ospiti della struttura sono ritornati e noi facciamo conoscenza dei nostri coinquilini. Un italiano e un Australiano di settant’anni in giro per l’Australia. Facciamo due parole con l’italiano e ci facciamo raccontare la sua storia. Beato lui è qui ormai da sei mesi e, dopo un’esperienza lavorativa a Sydney, ha deciso di fare un giro per l’Australia. In ostello c’è anche un altro italiano che, per pagarsi le spese, fa qualche lavoretto in un ristorante e a tempo perso rassetta le stanza dell’ostello.
Passiamo la serata parlando finalmente un po’ di italiano e raccontandoci le nostre esperienze. Ogni tanto ci va.
Di notte la temperatura è scesa ai minimi storici per fortuna in stanza c’è la stufetta.

23/03 Apollo bay – Anglesea (notte diluvio – sole – pioggia – variabile)
Non sappiamo se rimanere un’altra notte qui all’ostello visto il tempo e, per adesso, aspettiamo che arrivi la ragazza che gestisce l’ostello. Ci mettiamo d’accordo dato che dovevamo stare due notti ma non ci sono problemi andiamo via.
Riprendiamo l’Ocean road costeggiando un mare bellissimo e agitato. Facciamo molte tappe lungo la strada a veder le onde e i surfisti che le cavalcano. Sono molto bravi e coraggiosi nello sfidare queste onde alte almeno 3-4 metri.
Ci fermiamo al Kennett river dove si possono vedere koala e dar da mangiare ai pappagalli. Il tempo è in continua evoluzione tra un acquazzone e un po’ di sole. Riusciamo a vedere qualche koala tra gli alberi ma la cosa più bella è dar da mangiare ai pappagallini. Sono coloratissimi e beccano i semini direttamente dalle nostre mani. Qualcuno di loro si posa anche selle nostre teste concedendosi alle nostre foto. Riprendiamo la strada verso Lorne un paesino un po’ più grande di Apollo Bay. Nel centro ci sono qualche negozio di surf e alcuni ristorantini. Ci informiamo sulle cose da fare e da vedere al solito punto info. Andiamo al molo dove riusciamo a vedere una foca intenta a disturbare i pescatori, alle cascate e al Teddy’s lookout sulla collina. Le cascate Erskine si trovano a circa 10 chilometri di distanza dal centro e, se uno ha un po’ di tempo, vale la pena farci una visita. Tornati verso il paese andiamo al lookout un posto fantastico da cui si può vedere l’oceano e un tratto dell’ocean road. Tornati in centro facciamo un giro tra i negozi che praticano gli sconti ma hanno sempre dei prezzi allucinanti. Perfino la birra non è così economica.
Partiamo in direzione Anglesee la cui attrazione principale è il campo da golf. Infatti al suo interno risiede una colonia di canguri. E’ stranissimo vedere questi grossi animali brucare tra le buche  incuranti dei giocatori.
Passiamo la notte nell’ostello non lontano dal campo. Il backpackers è pulitissimo ed è composta da una camera con quattro letti e una stanza con letto matrimoniale bagno in comune e cucina fornitissima.
Optiamo per la camerata in cui c’è già un ragazzo olandese. Paghiamo 60$ per un posticino molto tranquillo.

australia124/03 Apollo bay – Anglesea (notte diluvio –sole -pioggia –variabile)
Prima di lasciare Anglesea facciamo ancora tappa al golf per rivedere i canguri ma, al mattino presto, non se ne vedono molti. Oggi andiamo a Bells Beach dove, la prossima settimana, ci saranno i campionati mondiali di surf della Rip Curl.
Al nostro arrivo ci sono già i primi surfisti intenti ad allenarsi. Che spettacolo e che onde saranno alte almeno sei metri. Peccato solo che manchi il sole e l’aria è gelida. Rimaniamo un po’ ad ammirarli ma poi ripartiamo verso Torquay dove facciamo sosta al  supermercato. Mangiamo qualcosa e poi puntiamo verso Queenscliff sulla Ballarine Penisula da dove prenderemo il traghetto delle 15 per andare a Sorrento (62,10$ con la macchina). La traversata è stata breve e nella baia siamo riusciti a vedere anche i delfini. Dormiamo all’YHA sulla Mornington Peninsula al costo di 60$ in camerata da cinque. Il paesino è talmente piccolo che, nel giro di mezz’ora, si percorre tutto il centro. Come al solito alle diciassette è tutto chiuso e dobbiamo fare in fretta a comprare la cena. Questa sera BBQ in ostello.

25/03 Sorrento – Phillip Island (nuvoloso)
Partiamo direzione Phillip Island sede del famoso circuito di moto gp. Peccato per il tempo nuvoloso con il sole sarebbe stato  tutta un’altra cosa. Decidiamo di percorrere strade secondarie così possiamo vedere com’è questa zona dell’Australia. Andiamo prima verso Portsea per vedere le scogliere e poi percorriamo la C777 che costeggia la costa sud.
Attraversiamo zone isolate ma verdissime con paesaggi bellissimi. Essendo domenica facciamo sosta anche alcuni in alcuni mercatini. Finita la C777 imbocchiamo la A420 direzione Phillip island. L’isola è collegata alla terraferma da un ponte. Appena attraversato troviamo il punto informazioni. Prenotiamo tutte le escursioni da fare.
Per cento cinque dollari prenotiamo la visita alla fabbrica di cioccolato, l’entrata al circuito di moto gp e la famosa pinguine parade. La fabbrica è vicinissima all’info point ed è la nostra prima tappa. La visita non è un granché ma per 24$ in due ci poteva stare. Ci spiegano come viene prodotto il cioccolato e ci danno anche vari assaggi dei loro prodotti.
Tutto è fatto per i bambini anche se alla fine ci siamo divertiti lo stesso. Usciti dalla fabbrica e dall’annesso negozio siamo andati a cercare un posto per dormire. A Cowes c’è l’Amaro Park che è un ex Yha dove, per 40$, passeremo la notte. La stanza ha il riscaldamento e il bagno e ci sembra di stare  in un vero albergo. Nell’attesa della Pinguine Parade decidiamo di andare a vedere il punto più estremo di Phillip Island da dove è possibile vedere i leoni marini.
L’isola è molto piccola, solo venticinque chilometri, quindi nel giro di poco arriviamo al centro visite.
La struttura non è molto grande ma la zona è piena di passerelle che ti permettono di avvicinarti il più possibile agli scogli. Noi cerchiamo di guardare in lontananza, anche con l’ausilio dei binocoli, ma di otarie neanche l’ombra.
Ci dicono che stazionano sull’isolotto proprio davanti a noi ma è impossibile vederle. Se uno vuole, pagando, può scattare delle foto tramite una webcam posta vicino all’isola. Noi le avevamo già viste a Kangaroo Island quindi facciamo a meno di pagare per delle foto mezze sfuocate. Un po’ delusi facciamo il giro sulle passerelle ma, ad un certo punto, la nostra attenzione viene richiamata da un cinese che, sotto le strutture in legno, riesce a vedere alcuni pinguini.
E’ stato bello vederli anche di giorno così, altre al milione di foto, abbiamo fatto anche il video. Siamo rimasti un bel po’ ad osservarli per vedere se uscivano dal loro nascondiglio ma niente da fare. Li si sentivano più al sicuro.
Facciamo ritorno in albergo e, in mezzo al bush, incrociamo anche alcuni wallaby.
Il paesino di Cowes è molto piccolo ma c’è una bella colonia di ristorantini e pizzerie italiane. Di interessante c’è anche il negozio di souvenirs nel quale si possono comprare gadget della moto gp e dei piloti di F1 d’altronde siamo a Phillip.
Ceniamo e poi, verso le 19.30, siamo pronti per andare a vedere la pinguine parade.
Siamo tutti seduti in una specie di anfiteatro con alcune luci arancione che illuminano la spiaggia.
I rangers vietano qualunque tipo di ripresa e non si possono fare neanche le foto per non disturbare i pinguini.
Paghiamo 43.30$ ma devo dire che sono stati soldi spesi bene. Siamo tutti in attesa quando eccoli arrivare. Prima uno poi a centinaia. Si avvicinano agli spalti incuranti della gente a gruppetti di 20-30 unità e, appena raggiungono le dune, incominciano a correre verso le loro tane. Bellissimo. L’uscita dall’acqua è durata circa un’oretta ed è stato bellissimo vederli sfilare a pochi centimetri da noi. Ci spiegano che in tutta l’isola arrivano migliaia e migliaia di pinguini. Continuerà così finche ci saranno persone che cercheranno di proteggerli.
E’ un’esperienza magnifica che consiglio vivamente a tutti.
Finito la parata facciamo ritorno in hotel facendo attenzione agli autovelox e ai wallaby. Ormai è buio “pesto” e non vorremmo rimangiare carne di canguro!!!!

26/03 Phillip Island (nuvoloso)
Oggi ci aspettano per le 10.30 al circuito di moto gp per effettuare la visita guidata. (38$ a coppia).
Arriviamo giusto in tempo per visitare il museo e poi via verso la pista. Un gentile signorina ci accompagna dapprima nei box e nella postazione dei giudici di pista e poi nella stanza dei commentatori tv. Il giro dura circa quarantacinque minuti e terminiamo giusto prima che scoppi il temporale. Non è stata male come visita anche se è pur sempre una striscia d’asfalto con delle costruzioni intorno. Ma a noi è piaciuto lo stesso soprattutto fantasticare sulle varie staccate e le velocità che fanno questi piloti.
Usciti decidiamo di andare al Phillip Island Park. Qui, per 32$ a coppia, possiamo di nuovo dar da mangiare ai canguri e ai wallaby. Il parco è abbastanza grande e al suo interno ci sono molti animali che non avevamo ancora visto tra cui il diavolo della tasmania e i woombati una specie di talpa enorme.
Siamo stati fortunatissimi nel vedere anche due wallaby con il cucciolo nel marsupio. Il piccolo esce e rientra nel marsupio compiendo un vero e proprio salto di testa nella sacca. Siamo stati un po’ a guardarli e siamo riusciti a fare anche delle belle foto. La visita c’è piaciuta molto soprattutto per l’avvistamento dei cuccioli.
Usciti siamo di nuovo pronti per partire. Prossima meta la Bass Cost. Il brutto tempo ci da la possibilità di visitare aree che non avevamo programmato. Percorriamo i centocinque chilometri fino a Foster per andare a visitare un parco che ci hanno consigliato. Li dovremmo trovare delle spiagge immacolate e ci sarà la possibilità di  fare delle belle passeggiate immersi nella natura. Speriamo solo nel tempo.
Prendiamo la B460 direzione Wonthaggi. Qui facciamo tappa all’info point per farci prenotare l’ostello di Foster e per prendere i soliti volantini. Ci consigliano di fare la C435 una bella strada panoramica soprannominata la piccola Great Ocean Road. In effetti è proprio bella con delle spiagge deserte l’unica cosa che manca il sole.
Arriviamo verso le 18 a Foster e prendiamo posto nella nostra stanza. Per 60$ ci danno una matrimoniale con bagno in comune  e c’è anche la connessione internet gratis. Se uno volesse c’è la possibilità di lavare la roba. Facciamo il giro del paesino, giusto per far la spesa per la cena, e poi ritorniamo all’ostello. La struttura è gestita da un personaggio molto simpatico di Melbourne. A noi sembra un po’ pazzerello ma è simpatico ed è disponibile a ogni nostra domanda.

27/03 Phillip Island – Fosters (sole – nuvoloso- pioggerellina – sole)
Stamattina partenza verso il Wilsons Promontory. Sulla nostra macchina non siamo soli come al solito. Questa volta abbiamo un’ospite. Un altro backpacker che ci terrà compagnia fino a destinazione. Lui trascorrerà  qualche giorno nella penisola per fare trekking armato di tenda e viveri.
Percorriamo circa un’oretta di strada per arrivare alla stazione dei guardiaparco con in cielo un bel sole. Speriamo duri.
Ci facciamo consegnare tutte le mappe della zona per evitare di perderci e per decidere i sentieri da fare.
Faremo un po’ di bushwalking un’attività molto praticata da queste parti. Primo itinerario direzione Squeaky beach sono circa due chilometri e mezzo. Peccato che il tempo si è guastato. La camminata è semplice. Costeggiamo il fiume fino ad un’altura sul mare da dove c’è un paesaggio bellissimo. Da una parte la spiaggia immacolata e dall’altra la vegetazione rigogliosa. Dobbiamo stare attenti all’alta marea che in queste zone non scherza. Nel giro di pochi minuti si rischia di essere travolti dalle onde. La seconda camminata è chiamata Lilly Pilly natural walk. Un percorso facilissimo tra foresta e bush dove abbiamo incontrato solo uccellini.
Terzo sentiero scelto è il Woodland. Per accedervi dobbiamo prendere l’auto e spostarci di una ventina di chilometri direzione Fosters verso l’uscita del parco. In questa zona si possono vedere molti animali tra cui gli immancabili canguri e wallaby, i woombats e gli Emu.
Non è stato facile trovare l’inizio del sentiero anche se avevamo la mappa ma siamo stati molto soddisfatti di quello che abbiamo visto. Anzi è stata un’esperienza incredibile. Iniziamo la camminata anche se cadono già due gocce di pioggia per fortuna noi abbiamo sia gli ombrelli e i Kway. Dopo poco si vedono già i primi animali. Fantastico sembra di stare all’interno di uno zoo ma qui non ci sono recinzioni. Incrociamo decine di grossi canguri sdraiati nell’erba che sonnecchiano e ci guardano con occhi incuriositi. La passeggiata è un po’ più lunga delle altre. Saranno circa sei chilometri ma è stato bellissimo. Nel tragitto incontriamo alcuni Emu che sono simili agli struzzi e riusciamo a vedere anche due Woombats. Cerchiamo di fotografarli ma sono talmente veloci che scompaiono veloci all’interno del bush. Il sentiero è segnalato da alcune strisce di nastro color fucsia posizionate sui rami degli alberi anche se, in alcuni momenti, c’è sembrato di girare in tondo. Alla fine riusciamo a ritornare alla nostra macchina sani e salvi.
Questo promontorio è stato proprio una bellissima sorpresa anche se un po’ al di fuori dai circuiti convenzionali. Vale sicuramente la pena venirci inserendolo ai primi posti della nostra classifica delle cose più belle viste in Australia. Siamo stati fortunati a parlare con le persone giuste che ce l’hanno consigliato.
La notte la passiamo di nuovo all’ostello di Foster nella solita camera matrimoniale. Prima di coricarci prenotiamo anche la notte seguente. Domani andremo a Lake Entrance un paese di pescatori a tre ore di macchina da qui direzione est.

australia528/03 Fosters – Lake Entrance (nuvoloso – sole)
Percorriamo la A1 fino a Lake Entrance un piccolo paese in una zona piena di laghi. La guida raccomanda di mangiar pesce quindi stasera cercheremo un posto dove mangiarlo. Ci sistemiamo all’Yha che è situato lungo l’Esplanade che è la strada che costeggia il mare. L’ostello ha una grande cucina con le camerate collocate in un’altra dependance. Siamo in un dormitorio da cinque al costo di 45$ a coppia. Ci sistemiamo e poi via verso il porto. Ci sono moltissime barche attraccate e alcuni pellicani sono in attesa di qualche pesce. Prenotiamo per le quattordici un’escursione di 70km lungo i fiumi per vedere le insenature delle baie e forse anche i delfini. Il giro ci costa 82$ a coppia. Per fortuna esce il sole e noi cerchiamo di abbronzarci un po’. Entriamo con la barca all’interno di baie piene di yacht con case da far invidia ma di delfini neanche l’ombra. In ogni caso passiamo due ore e mezza all’insegna del relax e del sole.
Ritornati in porto facciamo ancora due passi e, attraversato un ponte, ci troviamo davanti una lingua di sabbia di almeno 5-6 chilometri. Questo paesino è anche famoso per il surf. Immancabile la torretta dei guardaspiagge posizionata in mezzo alla spiaggia. Facciamo ritorno in ostello per cambiarci e per assaggiare il pesce locale.
Oggi giornata relativamente tranquilla ma domani ci aspetta un lungo viaggio verso Melbourne.

29/03 Lake Entrance – Melbourne 318km (sole)
Partiamo presto per coprire le quattro ore di macchina che ci separano dalla città di Melbourne. Cercheremo di evitare le autostrade a pagamento che circondano il centro studiandoci un percorso alternativo. Alla fine ci siamo riusciti riconsegnando l’auto in perfetto orario. Per arrivare in centro città prendiamo lo skybus che per 56$ andata e ritorno a coppia ci porta a destinazione.
L’ostello Yha, che avevamo prenotato da Foster, è a pochi isolati a piedi dalla stazione dei pullman. La struttura è molto bella e pulitissima. E’ il miglior ostello che abbia mai visto con un’organizzazione impeccabile. Ha una terrazza al quinto piano da cui si vede uno scorcio della città e dove si può anche prendere il sole.
Il letto in dormitorio da quattro c’è costato 128$ per due notti. L’unico inconveniente che ci sistemano in camere separate. Io sono nella 404 e Barbara nella 101. Ad ogni piano c’è una fornitissima cucina e per entrare sia in camera che nei vari piane serve una chiave elettronica. Ci sistemiamo e incominciamo il giro a piedi della città consigliato dalla Lonely planet. Non male. A primo acchitto ci sembra molto più viva di Sydney e, cosa più importante, fa caldo e c’è il sole. Facciamo cena al ristorante Thailandese e poi riprendiamo il giro dei monumenti illuminati dalle luci della notte.
In effetti qui la gente fa molta più festa che in altre parti dell’Australia. Una residente ci dice che a Melbourne ogni giorno dell’anno è buono per una festa o per visitare una mostra. In effetti è proprio così.
Stanchi del viaggio ritorniamo in ostello.

30/03 Melbourne (sole)
Oggi continuiamo con il giro di Melbourne. Prima tappa il solito Central Market punto focale per gli acquisti.
Ci passeremo alcune ore per vedere un’infinità di bancarelle. E’ molto simile a quello di Sydney anche se di dimensioni inferiori. Facciamo pranzo tra i colori e i profumi del mercato. Riprendiamo il tour utilizzando i mezzi pubblici gratuiti. C’è una linea di autobus e una di tram che ti fanno fare il giro della città. Vediamo molti monumenti e parchi ma soprattutto l’enorme stadio di rugby che qui è considerato quasi sacro. Sembra che ci sia una partita ogni sera e la gente lo considera lo sport nazionale. Nella piazza principale (Federation Square) c’è addirittura un maxi schermo per seguire le squadre quando sono in trasferta. Terminiamo la serata al porto prendendo l’ultimo sole Australiano e ripensando alla vacanza che sta volgendo al termine. Facciamo ritorno in ostello e già ci prende la malinconia. Facciamo le valigie ed è proprio l’ultimo ostacolo che mancava.

31/03 Melbourne – Milano (sole) parte I
Abbandoniamo l’ostello, dopo aver fatto colazione, e ci avviamo verso la fermata dello skybus. I biglietti li avevamo già acquistati due giorni prima. Nel giro di mezz’ora siamo al Tullamarine international airport in attesa di imbarcarci con il volo delle 13 per Sydney.
Fortunatamente i bagagli ce li spediscono direttamente a Milano.
Da qui in poi è solo più una questione di tempo prima di ritornare nel nostro paese.
Bye Bye Australia see you soon.

31/03 Melbourne – Milano (sole) parte II
Come avevo detto aspettiamo come tutti il nostro aereo per Sydney ma, prima di imbarcarci, ci fanno sapere che l’aereo è stato spostato alle 15.40 per un problema tecnico. No no disastro.. e la nostra coincidenza per Abu Dhabi? Ci affrettiamo a chiedere spiegazioni perché non siamo gli unici ad avere dei problemi con le coincidenze internazionali.
Dopo un’oretta d’attesa ci danno dei ticket per far pranzo. Otto dollari (mi sembra di stare al lavoro) peccato che un panino costi 7,5$ e l’acqua con cosa la paghiamo?
In ogni caso, dopo varie contrattazioni, non riusciamo a salire su un altro volo. Siamo vicini a Pasqua e tutti gli aerei sono pieni. Passiamo ancora un po’ di tempo in aeroporto e, dato che non si trova una soluzione, ci alloggiano per una notte al Park Royal Hotel che è dall’altra parte della strada.
Ci danno di nuovo due ticket ma, questa volta, sono da 50$ per mangiar cena. L’albergo è bellissimo ma noi vogliamo ritornare il più presto possibile in Italia. Siamo un po’ agitati dato che il due aprile avremmo dovuto lavorare e tra contattare le aziende e mandare e-mail a casa passiamo l’intero pomeriggio su internet. Per fortuna che è gratis. Facciamo cena con i nostri buoni ma l’umore non è dei migliori e Barbara non ha tutto questo appetito. Su internet non troviamo voli disponibili prima del quattro aprile e quindi decidiamo di andare diretti in aeroporto per avere informazioni.
Fortunatamente verso le otto ci arriva un sms direttamente sul televisore dell’Hotel che ci da news sui voli.
Domani mattina check-in alle 9,30 con imbarco per Sydney delle 11. Meno male. Arriveremo così a Milano solo con un giorno di ritardo. Ci corichiamo più sollevati e ci godiamo un po’ le comodità della stanza.

01/04 Melbourne – Milano (sole) basta pesci d’aprile
Ci svegliamo presto per poter far colazione e per andare subito in aeroporto. Questa volta ci siamo e, puntuali come un orologio, partiamo alla volta di Sydney per poi prendere la coincidenza per il volo internazionale.
Adesso si che possiamo dire Bye Bye Australia.

Conclusioni Finali
E’ stato un viaggio fantastico nel quale siamo stati a diretto contatto con una natura per certi versi incontaminata.
Abbiamo visto moltissimi animali liberi e indisturbati nel loro habitat naturale.
Il viaggio è stato relativamente semplice, nella sua programmazione, ma un po’ costoso. Secondo me non bisogna prendere troppi voli interni per vedere il più possibile ma bisogna prendersela con calma dedicandosi ad una zona ben specifica da vedere. L’Australia è un paese enorme. Speriamo di ritornarci per poter vedere anche la Gold Coast e il nord.
Per qualsiasi informazione e consiglio noi siamo a disposizione su skype (Davide12100), facebook (DavideBarbara) o via mail
(Cato_75@yahoo.com).

Davide e Barbara


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