Patagonia 2009: Viaje a la fin del mundo
(racconto di viaggio dal 30 ottobre al 17 novembre di Valentina)
“Ho sognato che il vento dell’ovest mi prendeva leggero per mano…mi posava alla fine del mondo, tra isole e terre lontane…”, così dice una famosa canzone dei Modena City Ramblers e proprio così ho fatto per anni, immaginando di arrivare alla “fine del mondo” e di visitare la Patagonia. Le puntate di “turisti per caso”, dedicate a questa splendida terra, mi avevano colpito profondamente e, finalmente, quest’anno il sogno è diventato realtà! Non ci credo ancora!!!
Partiamo io e Roby, mio marito, organizzazione totalmente fai da te, tramite l’aiuto di internet e di Elisabetta, una cara amica, che ha affrontato lo stesso viaggio lo scorso anno e i cui consigli su dove alloggiare, mangiare, ecc.. sono risultati davvero molto utili!
Il periodo scelto per il viaggio è stato buono: il mese di novembre coincide con l’inizio della primavera, che, bisogna ammetterlo, non ha molto a che vedere con la nostra, in quanto le temperature sono rigide, ma siamo riusciti a fare tutto quello che avevamo programmato, abbiamo goduto a volte di tariffe leggermente più basse e abbiamo trovato sicuramente meno turisti che nei congestionatissimi mesi di dicembre – gennaio – febbraio. C’è da dire che i turisti erano comunque molti ovunque e quindi non osiamo immaginare la situazione in alta stagione…
Abbiamo prenotato tramite il portale volagratis il volo intercontinentale con Alitalia, Genova- Buenos Aires con scalo a Roma a 650€ a persona e tramite expedia i 3 voli interni che abbiamo preso nel corso del nostro viaggio.
Sempre tramite volagratis, abbiamo anche stipulato l’assicurazione medico – bagaglio – annullamento con elvia.
Abbiamo letto con attenzione la parte della Lonely Planet “Argentina”, dedicata alla Patagonia (guida che ci tornerà sicuramente utile, viste le nostre future intenzioni di visitare anche il nord di questo fantastico paese!!!) e abbiamo comprato anche, sempre della EDT, “Trekking in Patagonia”, per avere informazioni dettagliate sui percorsi che avremmo affrontato.
Purtroppo non abbiamo, causa motivi lavorativi, a disposizione più di 2 settimane e mezzo, quindi ci dobbiamo accontentare e dobbiamo scegliere su che zone concentrarci: decidiamo di tagliare la Penisola di Valdes, che viene spesso inserita nei viaggi patagonici, ma che, tra le varie zone, era quella che ci ispirava di meno… il nostro itinerario è stato così strutturato, cercando di ridurre il più possibile i tempi dei trasferimenti:
venerdì 30/10: volo Genova – Roma – Buenos Aires
sabato 31/10: arrivo a Buenos Aires, trasferimento all’aeroporto nazionale e volo per Ushuaia
domenica 01/11: Ushuaia
lunedì 02/11: Ushuaia
martedì 03/11: volo Ushuaia – El Calafate ed autobus per El Chaltén
mercoledì 04/11: El Chaltén
giovedì 05/11: El Chaltén
venerdì 06/11: autobus El Chaltén – El Calafate
sabato 07/11: El Calafate
domenica 08/11: El Calafate
lunedì 09/11: autobus El Calafate – Puerto Natales (Cile) – Torres del Paine
martedì10/11: Torres del Paine
mercoledì 11/11: Torres del Paine
giovedì 12/11: autobus Torres del Paine – Puerto Natales
venerdì 13/11: autobus Puerto Natales – El Calafate
sabato 14/11: volo El Calafate – Buenos Aires
domenica 15/11: Buenos Aires
lunedì 16/11: volo Buenos Aires – Roma
martedì 17/11: volo Roma – Genova
Nel dettaglio:
30/10/09
Partenza comodissima dall’aeroporto di Genova alle 19.35, che diventano, però, le 20.00, accompagnati un po’ dall’ansia di perdere a Roma la coincidenza per Buenos Aires… fortunatamente anche il volo intercontinentale è in ritardo e parte alle 22.30, invece che alle 21.50.. Purtroppo, non abbiamo neanche i posti vicini…il meglio che siamo riusciti a trovare sono 2 posti corridoio uno davanti all’altro, che diventano poi adiacenti nel corso del volo… Il volo è interminabile… 13h e 40 minuti… cerchiamo di dormire il più possibile e di passarcela vedendo qualche film in italiano…l’unico aspetto positivo di viaggiare con la nostra compagnia di bandiera…
31/10/09
Arriviamo a Buenos Aires alle 08:50 del mattino e, per le pratiche di immigrazione, facciamo una coda lunghissima, che termina alle 10. Siamo agitati in quanto dobbiamo raggiungere l’aeroporto nazionale, che si trova a più di 40 km di distanza per prendere il volo in partenza alle 12.30, che ci porterà ad Ushuaia. Ritiriamo con somma gioia i bagagli, cambiamo 100€ in pesos argentini e cerchiamo un modo per raggiungere l’aeroparque. Chiediamo alla famosa Tienda Leon, ma ci vogliono proporre una macchina con autista al costo di 141 pesos a persona…pazzi!!! Andiamo così all’agenzia dei taxi, che si trova sempre dentro all’aeroporto, e scopriamo che con 115 pesos abbiamo il trasferimento: ottimo! Raggiungiamo l’aeroporto nazionale, facciamo il check in con LAN sempre un po’ di corsa, quando scopriamo che non sono le 11.30 come credevamo, ma le 10.30… Alitalia, una volta atterrati a Buenos Aires, ci ha detto l’ora sbagliata!!!!!! Mannaggia loro!!! Molto più rilassati, ci prendiamo un caffè e girolonziamo tra i negozi, fino a che non viene l’ora per l’imbarco. La compagnia LAN, già testata in Perù, è ottima: il volo è in orario e il servizio a bordo impeccabile. Ci vogliono ancora 4 h per arrivare alla fine del mondo… sorvoliamo il Canale di Beagle e lo troviamo molto agitato…chissà se domani riusciremo a fare la navigazione? Atterriamo nel simpatico aeroporto di Ushuaia, tutto in legno, ritiriamo i bagagli e troviamo, come concordato via mail con il nostro albergo, un tassista che ci viene a prendere e ci porta alla bellissima Posada della fin del mundo, gestita dalla simpatica Ana, che scopriamo avere un nonno genovese! Dopo una bella doccia calda, cominciamo ad esplorare la “ciudad mas australe del mundo”… che freddo!! Inizia pure un po’ a piovere…no, non è pioggia, è neve!! Guardiamo tutti i negozietti di Avenida San Martin, la via principale, fino a che non raggiungiamo il ristorante Bodegon Fuegino, dove mangiamo la “Picada”, un insieme di antipasti misti caldi e freddi, con pollo, agnello, granchio, verdure, veramente ottimo!
Prendiamo un taxi per 6 pesos (poco più di 1 euro!) per rientrare in albergo e alle 10.30, stanchi morti, siamo a nanna!
01/11/09
Riposati da una bella notte tranquilla, alle 8 siamo in piedi al suono della sveglia: testiamo la buonissima e abbondantissima colazione della Posada e vediamo su uno dei tanti fascicoli a disposizione con le informazioni turistiche che l’agenzia Canoero organizza escursioni sul Canale di Beagle, combinate alla visita dell’Estancia Harberton: proprio quello che vogliamo fare noi!
Scendiamo in centro, accompagnati da un bel sole e al porto troviamo subito il chioschetto dell’agenzia Canoero, dove per 540 pesos in 2 ci propongono il tour completo. Accettiamo, in pochi minuti saliamo sul catamaro “Elisabetta” e partiamo per la nostra navigazione! Che meraviglia vedere Ushuaia dal mare! Le isole del canale, la neve sui monti circostanti, il cielo infinito e l’azzurro dell’acqua creano proprio quel paesaggio estremo che ti fa sentire di essere alla fine del mondo! Wow! Ci avviciniamo, dopo poco, all’isola dei cormorani, che sono talmente grandi, che, da lontano, possono essere quasi scambiati per pinguini!! Passiamo poi all’isola dei leoni marini che sonnecchiano sugli scogli al sole. Arriviamo davanti al famosissimo faro di Eclaireus, quello presente in tutte le foto del canale di Beagle: è molto bello e le foto si sprecano! La navigazione ci porta ancora all’isola dei pinguini, dove ci fermiamo con la barca sulla spiaggia, ma logicamente non possiamo scendere. Vediamo moltissimi esemplari di pinguini di Magellano camminare sulla spiaggia con la loro buffa andatura e nuotare nelle acque gelide: che carini!
Arriviamo così all’Estancia Harberton, che si trova a 100 km dal Ushuaia ed è la più grande Estancia della Tierra del Fuego. Il posto è a dir poco meraviglioso, non c’è un rumore ed il luogo è completamente immerso nella natura, in uno scenario da “fine del mondo”. Guidati da una ragazza volontaria visitiamo la piccola riserva naturale, dove possiamo ammirare tutte le specie principali della foresta fuegina, vediamo il luogo dove venivano tosate le pecore, quello dove venivano costruite le barche ed infine entriamo in un bel giardino con fiori provenienti dall’Europa. Arriviamo così alla “cafeteria”, dove mangiamo una bella zuppa calda e una fetta di torta! Che buone! Visitiamo anche il museo di mammiferi marini ed uccelli, collezione privata della signora Natalie, la proprietaria dell’Estancia e qui una simpatica guardia-parco ci spiega tutto il lavoro che viene fatto per pulire e classificare le varie ossa degli animali che vengono ritrovati. A questo punto, ci viene a riprendere un pullman, che ci deve riportare ad Ushuaia, ma prima di arrivare, abbiamo ancora da scoprire altri luoghi: una “castorera”, cioè una zona di foresta completamente distrutta dai castori, con tanto di diga; gli alberi bandiera, così chiamati perché piegati dal forte vento costante che soffia nella zona; il Passo Garibaldi, dal quale possiamo vedere il Lago Escondido e Fagnano ed, infine, una baita, dove vengono allevati cani da slitta. Quest’ultima è l’unica parte dell’escursione che avremmo volentieri evitato. Per il resto, la giornata è stata fantastica, tutto molto ben organizzato e le guide veramente preparatissime!
Dopo essere rientrati in albergo, usciamo nuovamente per mangiare, vorremmo provare il granchio di Tia Elvira, ma la domenica è chiusa, così torniamo al Bodegon, dove io prendo un buonissimo bife de chorizo e tiramisù, Roby cordero alla portoghese e flan. Ottimi! Seduti fianco a noi, ci sono Mariangela ed Emiliano, che sono ormai alla fine del loro viaggio argentino, con i quali chiacchieriamo tutta la sera e con cui decidiamo di darci appuntamento domani sera per mangiare insieme la famosa centolla, cioè il granchio!
02/11/09
Sveglia alle 6, il fuso si fa sentire; solita colazione super alla posada e poi subito alla stazione degli autobus di Ushuaia per prenderne uno che ci porti al Parco Nazionale della Terra del Fuoco. Il tragitto costa 50 pesos a testa e non comprende l’ingresso al parco, che è di altri 50 pesos. Il tempo sembra assisterci: a volte viene giù qualche fiocco di neve, ma spesso esce anche il sole, quindi, iniziamo i nostri trails! Decidiamo di scendere dal bus alla fermata Lapataya e di riprenderlo al ritorno a Lago Roca. L’autista ci consiglia il giro da fare e così possiamo piano piano fare tutti i brevi sentieri di questa parte del parco. Sono tutti molto belli e suggestivi, in quanto l’ambiente del parco nazionale è davvero unico nel suo genere, essendo completamente immerso nella foresta “fuegina”, popolata da lepri e uccelli di ogni tipo, che ci accompagnano nei nostri percorsi; ci sono torbiere, lagune e fiumi, il tutto contornato da colori che vanno dal verde brillante delle nuove foglie primaverili, al grigio – marrone dei tanti alberi caduti.
Cominciamo con il sentiero della Laguna Negra, dove osserviamo un’enorme torbiera; proseguiamo con il Mirador Lapataya, dal quale si può godere di una bella vista su tutta la Baia; continuiamo sui pontili della Baia e poi prendiamo, sempre a piedi, la Ruta 3 per tornare al Lago Roca e, lungo la strada, ci fermiamo ad ammirare una grandissima “castorera” e facciamo ancora un breve sentiero lungo un piccolo lago, al termine del quale ci sediamo sull’erba e rimaniamo un po’ in contemplazione della natura, cercando di imprimere nelle mente il ricordo della sensazione di essere insieme a godere di questa bella sensazione di pace con il mondo!
Arriviamo dopo circa altri 5 km al Lago Roca, dove ci rifocilliamo con una picada per 2 persone, un bel tagliere pieno di salumi e formaggi misti e, non ancora sazi, con 2 belle fette di torta alla ricotta e 2 tazze di tè caldo. Forse sentendoci un po’ in colpa per il lauto pranzo, decidiamo di affrontare ancora il sentiero Hito XXIV, che porta fino al confine cileno. Sono previste 3 ore per percorrerlo, ma noi non vogliamo perdere l’autobus delle 5 e ci impegniamo ad avere un buon passo e riusciamo a percorrerlo in 2! Il sentiero ci è piaciuto molto: si snoda, in parte, lungo il lago Roca ed in parte all’interno della foresta con ponticelli di legno da attraversare e splendidi scorci da vedere. Siamo contenti di averlo fatto e di aver fatto la foto al confine argentino – cileno. Arriviamo dal bus giusto in tempo (sono le 4.45) (gli autobus in Argentina sono puntualissimi!) e torniamo alla Posada, dove ci attende una bella doccia bollente! Abbiamo appuntamento alle 8.30 con Mariangela ed Emiliano per mangiare il granchio da Tia Elvira: meno male che Mariangela, passando nelle vicinanze nel pomeriggio, aveva pensato di prenotare, se no, non avremmo trovato posto! La compagnia è ottima, mentre, purtroppo, non rimaniamo molto soddisfatti della cena… proviamo il granchio all’aglio, ma rimaniamo delusi… pensavamo di trovarci nel piatto un bel granchio intero, invece, ci ritroviamo 4 terrine con la polpa di granchio piccantissima… uhm… peccato! Ci rifaremo da qualche altra parte! Salutiamo i nostri compagni di cena, che staranno ancora un giorno ad Ushuaia e poi rientreranno a Buenos Aires e rientriamo in albergo, dove, come sempre, crolliamo!
03/11/09
Dormiamo fino alle 9, facciamo colazione, paghiamo il conto ad Ana, la proprietaria della Posada della Fin del Mundo, ricevendo il 10% di sconto, pagando in contanti, lasciamo i bagagli alla posada e andiamo a fare un po’ di spese: Roby si compra un portachiavi per la sua “nuova” Guzzi del 1982, io un chullos, il tipico cappellino sudamericano con le orecchie lunghe, con la scritta “Ushuaia” sulla fronte; all’ufficio postale ci facciamo mettere i timbri sul passaporto, a testimoniare il nostro passaggio nella città più a sud del mondo; prendiamo una cioccolata calda alla pasticceria “Laguna Negra” e poi torniamo in hotel, dove chiamiamo un taxi per raggiungere l’aeroporto. Il volo, Aerolineas Argentinas, prenotato sempre tramite Expedia, parte alle 16, invece che alle 15.35 e faccio una brutta figura: il mio trolley non sta negli scompartimenti superiori… gli steward mi insultano un po’ e alla fine me lo mettono “seduto” accanto con tanto di cintura!! Roby non smette un secondo di prendermi in giro per tutta la durata del volo!! Atterriamo ad El Calafate, dove abbiamo il primo assaggio con il vento patagonico…che raffiche!! Nella sala di attesa del piccolo aeroporto è possibile prenotare per 80 pesos a testa direttamente il bus per raggiungere El Chaltén (prima di partire non sapevamo questa cosa e pensavamo di dover andare alla stazione dei bus di El Calafate e da lì prendere il bus per El Chaltén, mentre, poterlo prendere direttamente dall’aeroporto risulta molto comodo!). Il minivan parte alle 19.30 e l’attesa la trascorriamo comodamente al suo interno a leggere ed ascoltare musica. Arriviamo ad El Chaltén alle 22.30 e veniamo gentilmente lasciati direttamente davanti al nostro hotel prenotato via internet dall’Italia, l’Infinito Sur, bellissimo!!!!! Ordiamo il box lunch per il giorno dopo e ci mettiamo a nanna.
04/11/09
Ci svegliamo alle 7, avendo in programma di fare uno dei trekking di El Chaltén… guardiamo fuori dalla finestra e scopriamo che nevica… ma non ci scoraggiamo e dopo una buona colazione partiamo alla volta della Laguna Torre. Qui ad El Chaltén, definita la capitale nazionale del trekking, i sentieri partono direttamente dal paese: molto comodo! Lungo il sentiero non siamo affatto soli! Ci sono molti altri trekkers che, nonostante il tempo, sono partiti lo stesso. Camminare accompagnati dalla neve non è poi così male, anzi!! Il sentiero è ben marcato, gli alberi sono tutti innevati, c’è poco vento, tutto è un po’ ovattato e magico… l’unico problema: del Cerro Torre neanche l’ombra!! E’ completamente avvolto dalle nubi! Arriviamo, così, dopo 3 ore, alla Laguna Torre: è da mozzare il fiato! Il ghiacciaio Torre la lambisce e sull’acqua, in parte ghiacciata, galleggiano dei piccoli iceberg: stupendo! Di fronte a questo bel panorama, ci mangiamo parte del nostro box lunch, ma comincia a nevicare più forte e a fare molto freddo, così ci rimettiamo in marcia. Non prendiamo la deviazione per il Mirador Maestri, in quanto non avremmo avuto modo di vedere nulla e torniamo indietro. Dopo circa 1 h di cammino, ci fermiamo sotto un albero innevato a mangiare la seconda parte del nostro box lunch: una buonissima frittata di patate! Così rifocillati, riprendiamo il nostro cammino e alle 3 del pomeriggio siamo ad El Chaltén a prenderci un bel the caldo in una caffetteria. Telefoniamo a casa da un locutorio, visto che qui i cellulari non prendono e rientriamo in albergo, sempre accompagnati dalla neve.
Dopo il meritato riposo, facciamo un giretto per il paese, troviamo la birreria artigianale, dove vorremmo mangiare, ma il primo tavolo libero è il 7 novembre…scegliamo così un ristorante suggerito dalla Lonely, l’Estepa: mai scelta fu più azzeccata!! Io scelgo pansotti agli spinaci con olive e pomodori, Roby dei ravioli ai formaggi ripieni di agnello: davvero entrambi ottimi!! Non ancora sazi, proviamo una pizza… incredibile!!! È buonissima! La pasta è più spessa e croccante rispetto alla nostra, ma è davvero buona! Il tutto è stato accompagnato da 2 cervezas artigianali per il costo di 100 pesos: meno di 20€ in 2! Torneremo domani sera per provare il lomo!
05/11/09
Che ci crediate o no, stamattina ci svegliamo con il sole!! Evviva!! Possiamo fare il sentiero per il Fitz Roy!! Dopo colazione, partiamo subito, passiamo in una “panaderia” a comprare 2 empanadas a testa, che costituiranno il nostro pranzo e poi ci avviamo alla fine del paese, dove inizia il sentiero.
La prima parte è in salita e si hanno delle visioni fantastiche sul Rio Vuelta e la sua piana… il cielo è azzurro, ma per ora il Fitz è sempre avvolto dalle nubi e non si vede… Nel frattempo, più saliamo, più la giornata diventa bella soleggiata e più troviamo neve sul sentiero! E’ bellissimo!! Sembra di essere in un paesaggio da fiaba: il bosco tutto innevato e tra i rami degli alberi i raggi di sole! Arrivati ad un bivio, prendiamo la via per la Laguna Capri che in 20 minuti ci porterà prima ad incontrare dei “pazzi” che hanno dormito in tenda al “campamento Capri”, poi alla splendida laguna dalla acqua azzurrissima! Ma qui abbiamo una sorpresa: le nuvole si fanno sempre più velate e rade ed eccolo!!!!!! Di fronte a noi il maestoso Fitz Roy dalla cima inconfondibile!! Siamo davvero felicissimi di aver avuto questa fortuna!! Purtroppo, abbiamo letto di viaggiatori che, rimasti anche più di 3 giorni a El Chaltén, non hanno mai avuto l’opportunità di vedere le sue famose montagne…
Proseguiamo così per un’altra ora, sempre su un sentiero totalmente innevato, dove si riconoscono solo le orme degli escursionisti che ci hanno preceduto, fino ad arrivare al bel campamento Poincenot in mezzo al bosco. Qui, seduti su un tronco (dopo aver tolto la neve!!) mangiamo un po’ di cioccolata. Sono le 11.30 e in 2 ore e 30 siamo arrivati fino a qui: buono! Possiamo proseguire e cercare di raggiungere la laguna de Los Tres. Arriviamo al campamento Rio Blanco e da qui il sentiero comincia a salire; il problema è che la neve è sempre più alta e siamo un po’ preoccupati, soprattutto per il ritorno… in discesa si scivola tantissimo.. uhm… ne facciamo ancora un pezzo, ma poi vediamo degli escursionisti in cima al sentiero… bisogna passare il valico che abbiamo di fronte… siamo indecisi se proseguire.. andiamo ancora, ma alla fine rinunciamo… Torniamo al campamento Rio Blanco, dove mangiamo le nostre buone empanada e scopriamo da una ragazza che ha raggiunto la cima che in certi punti la neve arriva fino alle ginocchia e che la laguna è totalmente ghiacciata e ricoperta di neve e quindi non riconoscibile… forse, non abbiamo rinunciato ad una tappa così importante! Il dispiacere di non essere arrivati fino in cima rimane, ma possiamo assolutamente ritenerci soddisfatti: nonostante le condizioni climatiche, sia ieri che oggi siamo riusciti a fare 2 bellissimi trekking!
Ritorniamo, così, con calma indietro e, questa volta, invece di prendere la deviazione per le la Laguna Capri, prendiamo il sentiero per il Mirador Fitz Roy, dove possiamo ammirarlo ancora, anche se il tempo è peggiorato e diventato grigio. Nel frattempo, lungo il percorso, si è sciolta la maggior parte della neve e ha creato quella che in gergo dialettale io chiamo “puciacca”, che rende difficoltoso il cammino. Alla 16, comunque, siamo ad El Chaltén, dove entriamo in un negozietto e compriamo delle belle tele dipinte dagli indios da regalare ai nostri amici e un paio di occhiali da sole per Roby; telefoniamo a casa dal solito locutorio e andiamo in albergo a farci una doccia bollente. Prima di ciò, prendiamo un mate caldo nel salottino dell’albergo, seduti sui comodi divani con davanti la vista del maestoso Fitz Roy e scopriamo, con somma gioia, che la ragazza alla reception può telefonare per noi all’agenzia dei bus e prenotarci per domani il trasferimento ad El Calafate e che sarà compreso anche un trasporto in taxi al terminal. Ottimo! Dopo esserci riposati, torniamo a mangiare all’Estepa, dove entrambi prendiamo una bella zuppa calda, poi Roby lomo con salsa malbec e io lomo relleno, cioè un filleto impanato. Entrambi sono ottimi!! Abbiamo ancora lo spazietto per la mousse al cioccolato: divina! 160 pesos in 2! Torniamo in camera e, neanche a dirlo, crolliamo immediatamente!
06/11/09
Stamattina ci alziamo con un po’ di calma, facciamo colazione, paghiamo il conto e facciamo un bel giretto per El Chaltén comprensivo di qualche acquisto, ma fa veramente freddissimo, così, dopo un po’, rientriamo in hotel e passiamo i minuti che ci separano dal nostro trasferimento alla fermata dei bus per El Calafate, leggendo, seduti sui morbidi divani, al calduccio, con in fronte a noi ancora la vista del Fitz Roy.
Dopo essere stati accompagnati alla stazione della Caltur, una delle 2 compagnie che effettuano i trasferimenti giornalieri tra El Chaltén ed El Calafate (l’altra è la Chaltén Travel), ci sediamo su questo comodo autobus, ed, in poco più di 2 ore, percorrendo un tratto della famosa Ruta 40, la Carrettera Austral, arriviamo ad El Calafate.
Al terminal del bus di El Calafate, compriamo subito i biglietti per Puerto Natales per il 09 novembre con l’agenzia Cootra Rio Turbio e poi con un taxi raggiungiamo Las Cabanitas, l’albergo–ostello prenotato via internet. Ad accoglierci c’è il simpaticissimo Gerardo, che ci fa vedere la nostra “cabanas”, una piccola casetta in legno, con il tetto molto spiovente, con il letto sul soppalco e tutto l’occorrente (comprensivo di forno microonde e bollitore) eventualmente per fare la colazione in camera, pur essendo compresa nel prezzo e servita a qualsiasi orario. Nel complesso, è possibile anche usare la cucina; c’è una zona con tavoli di legno, dove, ad esempio, farsi i panini, che possono essere lasciati nel frigo, internet è gratis e velocissimo e Gerardo, allo stesso prezzo delle agenzie, può prenotare, al posto vostro, le escursioni per i giorni successivi e farvi trovare i biglietti pronti per la sera! Insomma, come avrete capito, ci siamo trovati benissimo e consigliamo questo ostello a tutti! Vi sentirete come a casa!
Dopo aver lasciato i bagagli, facciamo subito un giretto per Calafate, che è molto turistica e piena di vita! Mangiamo 2 empanadas e un hamburger a facciamo qualche acquisto per me: una maglietta e una felpa! L’artigianato qui è bellissimo e ci perdiamo tra i negozietti, fino a che non ci troviamo davanti all’agenzia Hielo y Adventura, che stavamo cercando, e ci prenotiamo per l’indomani il mini-trekking sul Perito Moreno: una mazzata!! 450 pesos a testa, circa 90 euro… ma possiamo già anticipare che li vale tutti!!!!! E’ assolutamente da fare!!!
Facciamo anche un po’ di spesa in un supermercato per avere il necessario per il pranzo al sacco per domani e torniamo alla Cabanitas a mettere prosciutto e formaggio in frigo. A questo punto, siamo pronti per la cena! Dopo aver girato un po’, in una traversa della via principale, un po’ defilato, troviamo “El Chucharon”, un ristorante che ci ispira tantissimo! Un’altra scelta azzeccata!! Mangiamo del lomo fantastico e un dolce buonissimo, il tutto innaffiato dalle solite “dos cervezas artesanal” per una trentina di euro in 2! Ottimo! Torniamo così all’ostello per la meritata nanna!
07/11/09
Sveglia comoda, il pullman per l’escursione al Perito Moreno ci viene a prendere alle 11, quindi, colazione con calma, preparazione dei panini per oggi e domani, un bel giretto su internet e poi via verso il Parco Nazionale de Los Glaciares, dove dobbiamo pagare ancora 60 pesos a testa per l’ingresso, non compreso nel prezzo dell’escursione…e va beh… quello che stiamo per vedere riempirà talmente i nostri occhi e cuori, che non ci importa nulla!!! Riteniamo che quelli per i viaggi siano i soldi meglio spesi!!!
Per prima cosa, veniamo lasciati di fronte a “sua maestà”, il Perito Moreno: è a dir poco meraviglioso, un portento, uno spettacolo della natura, toglie il fiato!!! E come dice la Lonely, di fronte al Perito, non si ha solo un’esperienza visiva, ma anche uditiva!! E’ fantastico sentire il rumore dei blocchi di ghiaccio che si staccano e cadono nel Lago Argentino: WoW!!! Abbiamo a disposizione 2h prima del mini-trekking e così possiamo fare il giro di tutte le passerelle, dai balconi più alti, a quelli più bassi! La vista è fantastica e le foto si sprecano!! Mangiamo i nostri panini al secondo balcone di fronte a sì tanto spettacolo ed illuminati dal sole: impagabile!! Alle 15.30, ci facciamo trovare al punto di raccolta dei bus e veniamo portati ad un molo, dove ci imbarchiamo su una piccola barca, che in 20 minuti ci porta su una delle morene laterali del ghiacciaio. Facciamo circa 500m nel bosco e sulla spiaggia, con viste fantastiche sul Perito, fino a che non arriviamo al “crampon’s place”, dove ci vengono messi i ramponi! Cominciamo così a salire sul ghiacciaio: è meraviglioso potersi aggirare tra tutte le forme che il ghiaccio prende: le piscine dall’azzurro intenso, i crepacci, la superficie tutta accidentata! Insomma, è davvero bellissimo!! Camminiamo circa 1 h, facendo un percorso circolare, accompagnati dalle guide e alla fine della ramponata, abbiamo una sorpresa: è stato allestito un piccolo tavolino con tutti i bicchieri sopra e da una cassa viene estratta una bella bottiglia di whisky.. viene tirata una picconata sul ghiaccio… ed ecco per noi pronto whisky con il ghiaccio del Perito Moreno!! A me, generalmente, il whisky non piace, ma sarà stato il freddo, l’atmosfera, il gruppo, ma, insomma, me lo sono bevuto tutto e mi è sembrato buonissimo!!! Dopo questa piccola pausa, tolti i ramponi, percorriamo a ritroso i 500 m nel bosco, arriviamo al molo, vicino al quale è stato costruito un piccolo rifugio in legno, perfettamente inserito nell’ambiente circostante, dove sono a disposizione gratuitamente delle tazze di tè e caffè; riprendiamo barca e bus e alle 21 siamo ad El Calafate a restituire i sovra-pantaloni, che ci eravamo affittati per il mini-trekking. L’esperienza è stata fantastica ed è assolutamente da fare! Forse siamo stati anche aiutati dal tempo, che è stato clemente, ma pensiamo davvero che sarà una cosa che non dimenticheremo mai e che ricorderemo con grande gioia, pensando al nostro viaggio in Patagonia. Ciò che ricorderemo invece con meno gioia è la ricerca disperata di un bancomat con ancora contanti disponibili… Tutti gli sportelli hanno finito i soldi, solo uno in fondo al paese ne ha ancora e non potete immaginare la fila interminabile… Ci mettiamo in coda e una volta arrivati al nostro turno, abbiamo altre 2 sorprese: pur essendoci scritto che si possono utilizzare carte del circuito “Maestro”, questo non c’è e la mia carta risulta fuori servizio, nonostante l’avessi usata il giorno prima senza problemi… Sconsolati ed incavolati, rientriamo alla Cabanitas, dove Gerardo è il nostro salvatore, in quanto ci cambia 50€ e ci fa una buonissima pizza che ci sbaffiamo alle 22.30, stanchi morti!
08/11/09
Ci svegliamo alle 6, doccia bollente, colazione e poi un bus ci viene a prendere per l’escursione sul Lago Argentino, che abbiamo prenotato presso l’agenzia Fernandez Campbell, tramite Gerardo, che ieri ha comprato per noi i biglietti. Il pullman ci lascia a Punta Banderas, dove, dopo aver pagato nuovamente l’ingresso al Parco Nazionale del Los Glaciares, saliamo su una bella e grande imbarcazione per iniziare la navigazione. Cominciamo a vedere degli iceberg, che diventano sempre più grossi, fino a che non arriviamo di fronte al ghiacciaio Uppsala… gli iceberg sono talmente tanti e talmente grossi che non possiamo entrare in Baia Onelli, dove saremmo dovuti scendere per fare una piccola passeggiata. Continuiamo così la navigazione fino al ghiacciaio Spegatzini: è enorme e si getta nel lago come il Perito Moreno! Dato che non siamo riusciti ad approdare a Baia Onelli, ci portano a navigare sotto il braccio nord del Perito Moreno: anche visto dall’acqua è fantastico! Assistiamo pure al distacco di un blocco enorme di ghiaccio che cade nel lago: Wow!! La navigazione non è stata male, ma, rispetto agli altri giorni, che sono stati molto dinamici, qui, in alcuni momenti ci siamo un po’ annoiati…era molto freddo e non si riusciva a stare all’aperto, quindi, abbiamo passato il nostro tempo seduti al calduccio.. c’è da dire, però, che abbiamo visto per la prima volta in vita nostra gli iceberg e quindi è stata nel complesso un’esperienza positiva.
Rientriamo ad El Calafate, dove su suggerimento di Gerardo, raggiungiamo un supermercato un po’ fuori mano, dove dovrebbe esserci un bancomat, che non essendo frequentato da turisti, speriamo abbia ancora contanti disponibili, ma, purtroppo, è fuori servizio. Facciamo un po’ di spesa per l’indomani, prepariamo gli zaini e il mini-trolley per i 4 giorni nella Patagonia cilena. Il resto delle valigie possiamo lasciarle alla Cabanitas e riprenderle il 13, quando dormiremo nuovamente qui! Ottimo! Andiamo così al famosissimo ristorante ‘La Tablita’, ma tutto è riservato, così anche noi riserviamo un tavolo per il 13… indecisi su dove andare a mangiare, alla fine torniamo al Chucharon, dove ancora una volta mangiamo benissimo! Roby prende una bella bistecca con l’osso con patate fritte e uova, io un bel lomo stufato con patate rustiche. Entrambi prendiamo il ‘vulcano’ come dolce, cioè una cupola di cioccolato, ripiena di cioccolato fuso, accompagnata da marmellata ai frutti rossi e gelato all’arancio: divino!
Torniamo così a salutare Gerardo, prepariamo i panini per domani e andiamo a nanna!
09/11/09
Sveglia alle 6.30, colazione e poi a piedi alla stazione dei bus, dove prenotiamo anche il biglietto di ritorno da Puerto Natales ad El Calafate, che scopriamo costa 50 pesos, invece che 60, perché facciamo andata e ritorno con la stessa compagnia.
Alle 8.30, l’autobus parte puntualissimo ed è molto comodo. Arriviamo alla frontiera cilena dalla città mineraria di Rio Turbio…questa è un’altra Argentina…quello che vediamo dal finestrino ci ricorda molto di più la nostra esperienza peruviana: la povertà è tangibile ed il turismo è inesistente. La coda alla dogana è lunga, fa freddo e nevica, ma, mentre l’uscita dall’Argentina è abbastanza veloce, in quanto comporta solo un timbro sul passaporto, l’ingresso in Cile è terribile: tutti i bagagli devono essere ispezionati, per controllare che non abbiamo con noi prodotti alimentari che potrebbero contaminare l’agricoltura cilena e tra questi sono compresi: prosciutto, formaggio, qualsiasi tipo di frutta e verdura ed addirittura oggetti di cuoio! Noi non abbiamo nulla di tutto ciò…sapendo che ci sarebbero stati questi controlli, ci siamo mangiati i panini alle 11 sull’autobus!
Arriviamo a Puerto Natales alle 14.15; ci dirigiamo subito ad un bancomat per ritirare pesos cileni; troviamo un’agenzia che offre trasferimenti per il Parco delle Torres del Paine e siamo sul bus alle 14.30! Che velocità!
Avvicinandosi al parco, il panorama è fantastico: ci sono guanachi ai lati della strada, laghi, montagne… insomma, abbiamo già un assaggio di quello che vedremo nei prossimi giorni!. Entriamo nel Parco, paghiamo l’ingresso, vediamo in lontananza le famose Torres, coperte dalle nubi e veniamo accolti dal “vento austral”: raffiche a 50-60 km/h! Terribile!! Non si riesce a stare in piedi!
Veniamo lasciati dall’autobus all’Hosteria Pehoe, dove avevamo prenotato una notte, sempre tramite internet. L’albergo è in mezzo al Lago Pehoe, collegato alla terraferma con una passerella: la posizione è veramente invidiabile con una vista pazzesca sui Cuernos del Paine!! Ma logicamente, se la fanno anche pagare!! Il simpatico proprietario decide, allo stesso prezzo, di darci la possibilità di dormire in una camera superior e, secondo lui, la più bella, perché proprio di fronte ai Cuernos! In effetti, è veramente stupenda, ma ha tante finestre e ci sono un sacco di spifferi: che freddo!!! Facciamo una bella doccia bollente e poi andiamo a mangiare: la cena, purtroppo, non è delle migliori: mangiamo del pollo che non sa di niente e delle patate con un’erbetta che sembra quella del mate e anche il dolce, una mousse al cioccolato, ha ben poco di buono…e va beh! Ci attacchiamo ad internet (2000 pesos cileni per 1/2h di connessione), chiacchieriamo con 2 simpatici israeliani e poi nanna!
10/11/09
Nonostante il freddo, abbiamo dormito benissimo! Ci svegliamo con un bel sole, che illumina le acque azzurro-turchese del lago Pehoe e i bizzarri Cuernos del Paine; l’unica cosa che “disturba” è il vento fortissimo! Facciamo colazione, anche questa non troppo buona, ma abbondante, con un “transfert” pagato in albergo ci facciamo lasciare nella zona del Parco detta Pudeto, dove potremo prendere il catamarano per attraversare il Lago Pehoe e raggiungere il rifugio Paine Grande, dove pernotteremo le prossime 2 notti. Abbiamo, però, un po’ di tempo a disposizione e quindi lo dedichiamo al sentiero per il Salto Grande, una bellissima cascata con tanto di arcobaleno e poi a quello per il Mirador Los Cuernos. Il vento è fortissimo, non si riesce in certi momenti a stare in piedi, ma il paesaggio è davvero stupendo!!
Il Paine è decisamente un luogo “estremo”, dove la natura regna sovrana e sprigiona tutta la sua forza e bellezza: il vento che impedisce alle piante di crescere troppo in altezza, l’acqua azzurrissima dei laghi alimentati dai ghiacciai, le rocce granitiche e sedimentarie che si stagliano nel cielo e che, erose dal vento, prendono forme stranissime! Insomma, ti senti davvero piccolo piccolo di fronte a tutta questa natura!
Terminato il nostro trekking (il ritorno molto più veloce dell’andata, dato che avevamo il vento a favore…un valido aiuto soprattutto durante i tratti in salita!!!), andiamo all’imbarco del catamarano, ma è già pieno. Fortunatamente, eccezionalmente, faranno 2 viaggi e dobbiamo aspettare le 13. Ci sediamo al sole e ci riposiamo un po’ bruciacchiandoci! Terminata la traversata, arriviamo al Paine Grande, un grande e moderno rifugio, in una zona ancora più remota del parco; prendiamo possesso della nostra cameretta piccolissima, con 2 letti a castello e senza riscaldamento, prenotata su internet. Pensavamo pure di doverla condividere con altri, invece, è solo per noi! Ottimo! In questo rifugio, è possibile usufruire del comodissimo servizio della “cama armada”, cioè di avere a disposizione, logicamente pagando, lenzuola, coperte e 1 asciugamano, evitando così di doversi portare durante gli spostamenti anche il sacco a pelo! Lasciamo i bagagli nella nostra cameretta e cominciamo il sentiero per il Lago Grey, sempre accompagnati da un vento fortissimo… per di più, si attraversa un tratto detto la “Quebrada de los vientos”!! Roby, purtroppo, ha male ad un ginocchio e quindi in salita e discesa fatica un po’… Sappiamo che, essendo partiti alle 15.40, non potremo mai raggiungere il Rifugio Grey (sono previste 3 ore solo andata), quindi, facciamo solo un pezzo del sentiero, fino ad intravedere il Lago Grey, dopo 1h e 30 di cammino. Torniamo così indietro, cercando di fare in fretta, visto che il tempo è cambiato ed è diventato bruttissimo ed ogni tanto viene giù qualche goccia d’acqua… Arriviamo al Paine Grande, vorremmo farci una bella doccia, ma è impossibile: hanno un problema con il riscaldamento e c’è solo acqua fredda… impensabile!!!! Prendiamo una “cerveza austral” al bar del rifugio e poi i vaucher per cena e colazione, che avevamo sempre pagato via internet, al momento della prenotazione. La cena è un self-service senza infamia e senza lode: zuppa di funghi annacquata, insalata mista, spezzatino con riso e pesche sciroppate. Dopo cena, ci mettiamo a leggere i nostri libri vicini alla stufa e scopriamo con somma gioia, alle 22, che il riscaldamento in camera funziona, ma fa tantissimo freddo lo stesso!! Non osiamo immaginare quanto possa soffrire chi è in tenda!!!!
11/11/09
Oggi sono 9 anni che io e Roby stiamo insieme! Auguri!!
Ci svegliamo “vivi” e abbastanza caldi… di notte i caloriferi sono rimasti accesi e sotto il piumino non si stava malissimo!
Dopo colazione, ci prepariamo per partire verso il Campamento Italiano: c’è meno vento di ieri, ma il tempo è brutto…camminando vengono giù spesso delle gocce di pioggia, ma si resiste! Il sentiero è molto bello e i paesaggi che abbiamo di fronte a noi sono meravigliosi! Tutto va bene a parte il fatto che Roby continua ad avere male al ginocchio e fatica a camminare; siamo quindi più lenti, perché siamo costretti a fermarci ogni tanto e, quindi, invece, delle 2h e 30 previste ce ne mettiamo 3. Per arrivare al Campamento dobbiamo anche attraversare un ponte tibetano, che con il vento, non è proprio il massimo!! Aiutooo!!! Sani e salvi, mangiamo in una piccola capanna di legno il box lunch del rifugio: a parte il panino, il resto è pessimo… Andiamo verso la Valle dei Francesi, ma comincia a piovere sempre più forte, così desistiamo…peccato! Doveva essere molto bella…già da quel poco che abbiamo visto, ci siamo accorti che valeva sicuramente la pena percorrerla, ma tra acqua e ginocchio, è meglio non rischiare, così, dopo un po’, torniamo indietro. Il ritorno lo facciamo per buona parte sotto l’acqua e siamo più veloci: 2h e 15 minuti! Arrivati al rifugio prendiamo un tè caldo e andiamo a farci una bella doccia: oggi l’acqua calda c’è! Che bello! Facciamo un giretto su internet per ristabilire i contatti con il mondo esterno, dato che qui, logicamente, i cellulari non prendono e non c’è neppure un telefono, solo internet! Ci mettiamo poi davanti alla stufa a leggere e a far asciugare giacche e zaini, attendendo la cena, che non è di nuovo il massimo: solita zuppa annacquata, insalata, pasta e asado e pesca sciroppata… ci compriamo un pacchetto di biscotti al cioccolato al piccolo mini-market del rifugio per chiudere con qualcosa di decente!! Finiamo la serata sempre a leggere davanti alla stufa e poi nanna!
12/11/09
Ci svegliamo accompagnati da una forte pioggia e, quindi, dopo colazione, aspettiamo il catamarano all’interno del rifugio. Nel frattempo, smette di piovere: il lago Pehoe prende un colore bellissimo illuminato dal sole e i Cuernos, liberi dalle nubi, ci lasciano proprio un bel ricordo di questo posto!
Prendiamo il catamarano alle 12.30 e poi subito in coincidenza alle 13.30 il bus per Puerto Natales. Arriviamo all’Hostal Loreto Belen, prenotato come sempre via internet, che è veramente bellissimo: per 35€ a notte in 2 abbiamo una camera matrimoniale riscaldata con bagno privato, phon, tv e colazione! Assolutamente da consigliare! Al momento, siamo gli unici ospiti dell’ostello!
Facciamo un bel giretto per Puerto Natales, borgo di pescatori incassato nel Seno dell’Ultima Speranza, dove spiccano tante casette colorate in lamiera e negozietti, che lo rendono molto carino. Dopo aver fatto un giro per il mercato dell’artigianato e comprato dei pinguini in legno per casa, andiamo a mangiare alla Pica de Carlitos: ottimo!! Io prendo chevice di salmone, Roby di pescato bianco, poi io merluzza grigliata con patate fritte, mentre Roby salmone con una salsa ai frutti di mare; lui ha pure lo spazietto per un budino, che gli ricorda la “crema volteada” del Perù, rimasta nel suo cuore… o meglio, nel suo stomaco!!! Dopo cena, facciamo ancora un giretto per osservare tutte le tipiche casette di Puetro Natales, ma fa molto freddo, quindi, dopo poco, rientriamo in ostello al calduccio e ci guardiamo il filmino girato con la nostra telecamera!
13/11/09
Autobus alle 8.30 per rientrare ad El Calafate. Meno male che lo abbiamo prenotato con anticipo, perché è sempre pieno e non c’è nemmeno un posto libero! Il passaggio delle frontiere questa volta è molto più veloce e possiamo goderci dal finestrino gli infiniti spazi della Patagonia, dove cielo e terra si mescolano insieme regalandoci ancora quella sensazione di trovarsi ai confini della terra che porteremo sempre con noi.
Arriviamo ad El Calafate alle 14.30, torniamo con grande gioia da Gerardo alla Cabanitas, prepariamo le valigie per il giorno dopo e poi ci dirigiamo in centro per fare acquisti! …. E ne facciamo parecchi! Soprattutto al mercato artigianale, dove compriamo regalini per i nostri amici e oggetti per la nostra casetta! Alla sera, abbiamo il nostro tavolo prenotato alla Tablita, dove mangiamo una bella e buona parilla, anche se dobbiamo ammettere che al Chucharon abbiamo mangiato meglio. Dopo cena, facciamo ancora una passeggiata: sembra davvero essere scoppiata la primavera: stiamo senza berretto e si cammina con piacere! Arriviamo alla nostra cabanas e tanta nanna!
14/11/09
…Tanta nanna proprio!!! Soprattutto perché ho regolato male la sveglia, che quindi non suona, e ci svegliamo così di soprassalto alle 8.30 con il trasferimento prenotato ieri per l’aeroporto che ci viene a prendere alle 9!! Facciamo velocissimamente colazione e alle 8.55 siamo pronti a salire sul bus che, prima di portarci al terminal, fa il giro di molti altri alberghi ed ostelli. Una volta arrivati, la coda per il check in è interminabile, così come quella per le tasse, che si devono sempre pagare per i voli interni…arriviamo al gate che lo stanno aprendo…oggi tutto veramente di corsa! Il volo passa in fretta ed arriviamo puntuali a Buenos Aires, dove ci attende un remise, cioè una macchina con autista, mandata dal nostro albergo, così come avevamo concordato via mail. Arriviamo all’Art Hotel, bellissimo, situato nel “barrio” residenziale della Recoleta, dove abbiamo una bella camera con tanto di opere d’arte appese! Usciamo, così, alla scoperta di Buenos Aires e cominciamo dal vicino cimitero della Recoleta, dove vediamo la tomba di Evita Peron e di tanti altri argentini illustri. Gironzoliamo per le bancarelle davanti al cimitero, vediamo i primi ballerini di tango, che si esibiscono per strada e poi ci mangiamo delle buone empanadas e una “provoletta”, formaggio cotto al forno con origano. Camminiamo per l’Avenida Santa Fè, piena di negozi di tutti i tipi e poi rientriamo in hotel, dove ci attende un minivan, che ci porterà a vedere uno spettacolo di tango. Abbiamo scelto, tra gli show convenzionati con l’albergo, quello che si tiene nel locale “El Viejo Almacen”, dove assisteremo ad uno spettacolo di tango tradizionale veramente bellissimo! Finito lo show, nel prezzo è compresa anche la cena, che non è fantastica, ma non importa! Sicuramente in Argentina non possiamo dire di non aver mangiato bene! Anzi, è sicuramente il paese, tra tutti quelli visitati, dove abbiamo sentito meno la mancanza della cucina italiana!! Il solito minivan ci riporta all’Art Hotel, dove arriviamo a mezzanotte: crolliamo!! Non siamo più abituati a queste “ore tarde”!!
15/11/09
Oggi tutta la giornata è dedicata alla visita di Buenos Aires: con un taxi andiamo a San Telmo, dove ogni domenica si tiene una fiera dell’antiquariato e tutte le vie pedonali sono occupate da bancarelle di ogni tipo!! Che bello!!! Sono nel mio!!! Facciamo altri acquisti, tra cui un piccolo presepe indios veramente carino! Con un altro taxi, ci facciamo portare al Caminito, a la Boca, dove passeggiamo tra le case in lamiera pitturate dai nostri conterranei genovesi.
Sempre in taxi, andiamo in Plaza S.Martin, dove scattiamo delle belle foto sotto gli alberi dai fiori pervinca e poi percorriamo a piedi tutta la Calle Florida, piena di negozi e centri commerciali, fino ad arrivare nella bella Plaza de Mayo, su cui si affacciano tutti gli edifici più importanti: la Casa Rosada, dai cui balconi tenevano i discorsi i Peron, la cattedrale, il Banco della Nation ed altri. Dopo averli ammirati con calma, prendiamo un altro taxi (come avrete capito è molto economico e veloce muoversi con questo mezzo!) e andiamo a fare una bella passeggiata a Puerto Madero, la zona nuova del porto. Prima di rientrare in hotel, ci dedichiamo agli acquisti di alcuni regalini di Natale in Avenida Santa Fè.
Che dire di Buenos Aires? E’ una città piena di contrasti: per certi versi è molto “europea” e moderna, per altri è una tipica metropoli del Sud America con tanta povertà… basta allontanarsi dai luoghi turistici per vedere molto degrado…
La nostra ultima sera la dedichiamo ancora al tango (“ultimo tango a … Buenos Aires!!). Scegliamo lo spettacolo di Madero Tango, dove vedremo uno show di altissima qualità che passa dal tango tradizionale a quello moderno con influssi di musica jazz ed elettronica. La cena è ottima (un fantastico bife de chorizo per chiudere in bellezza!) e il locale è nuovissimo e molto elegante…noi con i nostri jeans e maglietta siamo un po’ fuori luogo, ma l’importante è lo spettacolo!!
16/11/09
Oggi sveglia con calma, colazione abbondante, sistemazione dei bagagli e poi attesa del “trasfert” per l’aeroporto Ezeiza, prenotato in albergo.
Lasciamo così Buenos Aires e l’Argentina, pronti per il lungo volo intercontinentale ed il rientro a casa…
Abbiamo visto lande desolate spazzate dal vento, alcuni dei ghiacciai più grandi ed imponenti della terra, abbiamo percorso sentieri “mitici” per gli amanti dell’escursionismo, al cospetto di maestose montagne, abbiamo navigato sul Canale di Beagle, attraversato parte della Ruta 40, siamo stati in balia del vento austral e accompagnati dalle note del tango di Buenos Aires… insomma, il viaggio è stato fantastico, è andato tutto alla perfezione e ricorderemo sempre con grande gioia la nostra avventura in Patagonia…
…“e i giorni son secoli, aspettando di poter tornare di nuovo alla fine del mondo, cullato dal canto del mare”…
Hasta luego Argentina!
Ultimo aggiornamento 14 Ottobre 2024 da cipiaceviaggiare