Messico 2007


MESSICO DEL SUD & YUCATAN (Fly & Drive)

(diario di viaggio 15 febbraio – 4 marzo di Letizia)

1100829948Itinerario: Città del Messico, Teotihuacan, Temixco, Acapulco, Puerto Escondido, Huatulco, Tuxtla Gutierrez, San Cristobal, Palenque, Campeche, Chichen-Itza, Playa del Carmen, Tulum, Cancun

Con l’occasione del matrimonio di un’amica messicana, decidiamo di farci una bella vacanza di due settimane abbondanti tra il Messico del Sud e lo Yucatan, in quello che pare sia il periodo migliore; e confermiamo! : clima ottimo (tipo estate piena da noi, ma caldo secco al sole e subito fresco all’ombra, mai pioggia); poca affluenza e tariffe più basse (nonostante tutto sembra che anche in mex l’alta stagione coincida con i mesi di luglio-agosto). Dimenticavo: abbiamo visto qualche zanzara solo un giorno in un sito archeologico immerso nella jungla (ma mai ragni, scorpioni ecc.), … e comunque sono sempre più convinta che le zanzare ci sono solo in Italia .. boh !!
Dopo aver studiato la guida Mondadori (ci era piaciuta molto anche per altri viaggi precedenti), letto decine di diari di viaggio e siti internet dedicati, abbiamo fatto un piano di massima per una combinazione Fly & Drive.

FLY
Dopo varie ricerche, l’opzione più conveniente è risultata quella di Expedia, con tratte Firenze – Madrid (Meridiana) – Città del Messico (Aeromexico) e Cancun – Madrid – Firenze, al prezzo di 750 Eur a testa (a/r, tasse incluse).
Devo dire che Aeromexico ci ha veramente impressionato per i suoi apparecchi nuovissimi con sistemi di video on demand (avevamo a disposizione circa 10 film da poter vedere in varie lingue, quando e come volevamo), buon cibo e servizi (kit notturno – calzettoni, mascherina, spazzolino & dentifricio – anche in Economy).
L’aereoporto di Città del Mex, poi, è tutto completamente nuovo, pulito e dall’architettura “futuristica…. chissà dove ci aspettavamo di andare … 100 volte meglio di quelli nostrani….
Solo una nota: la partenza dalla nostra città (a metà mattina, con rientro a metà pomeriggio, peraltro..) ci è sembrata comoda, ma uno sforzo in più per andare in treno a Roma o Milano per prendere un volo diretto ci avrebbe limitato il rischio di perdita bagagli (all’andata sono arrivati il giorno dopo, per fortuna ce li hanno portati dove nel frattempo ci eravamo spostati) e forse ci avrebbe anche fatto risparmiare qualcosa.

DRIVE
Sembra che praticamente nessuno scelga questa opzione, ma preferisca affidarsi ai servizi di autobus locali: saranno anche efficientissimi ed economici, ma la sensazione di passare 10-12 ore alla volta in celle frigorifere, dipendendo da orari, itinerari ecc. non ci faceva sentire tanto “confortable” (questi poi viaggiano per lo più di notte, e fanno risparmiare tempo solo a chi è in grado di dormirci; e poi a svegliarsi ogni giorno in un posto diverso credo si perda il senso del viaggio … passi per una crociera in mare ..).
E comunque un po’ di preoccupazione c’era … questa scelta di massa non poteva dipendere solo dal salasso che abbiamo dovuto subire per il noleggio dell’auto: la combinazione più “vantaggiosa” per la cat. economica con A/C (che comunque serve) con Europecar ci è costata 518 Eur + 493 Eur per quello che loro chiamano dropo, ovvero la restituzione del mezzo (Cancun) in un posto diverso da quello di ritiro (Mex City). Già perché, anche se sembra che in un paese enorme come il Mex l’unica possibilità pratica sia di non compiere un itinerario ad anello, questa opzione risulta poco gradita (e a volte addirittura non contemplata dalle compagnie di autonoleggio) ed economicamente disincentivata…. diciamo che per gli italiani l’unica consolazione viene dal risparmio sulla benzina che costa la metà che da noi.
A proposito, i distributori nelle zone da noi visitate erano tutti Pemex (una sorta di monopolio) con insegne verdi .. sono molto frequenti nelle strade statali, ma INESISTENTI lungo le autostrade per cui attenzione ! I Pemex sono sempre aperti ed offrono servizi igienici a 4 stelle rispetto a queli cui siamo abituati in Italia (e comunque anche quelli trovati negli altri posti ci fanno vergonare: pulizia, carta igienica e sapone ovunque..), minimarket (acqua !!!) e spesso anche piccoli snack bar dove poter mangiare qualcosa in condizioni non certo turistiche ma dignitose.
Mentre fate benzina vi puliscono sempre anche i vetri (serve ..!)  e non necessariamente per avere la mancia (propina).
Unica cosa: quasi mai accettano la carta di credito, per cui munirsi di effectivo (contante).
Di autostrade (cuota – a pagamemnto, vs libre – libera/gratuita) ultimamente ne sono state fatte molte, ed altre sono in costruzione .. ne abbiamto trovate molte di più di quelle indicate sulla nostra cartina stradale (nuova).
Altre note riguardanti il drive:
1- non viaggiate di notte (o comunque quando è buio)
verissimo, confermiamo anche noi … non so quanto queste strade siano realmente pericolose, ma di sicuro non si vede NIENTE ! Non c’è illuminazione, catarifrangenti, strisce bianche sulla carreggiata.. nulla. Partite sempre presto, vi rilasserete la sera .. noi ci svegliavamo alle 6:30-7:00 (la differenza di 7 ore con l’Italia aiuta parecchio.. vedrete che almeno i primi giorni sarete già pronti a partire all’alba !) e andavamo a dormire tra le 21:00 e le 22:00, tanto la vita notturna nell’80% dei posti da noi visitati è totalmente inesistente: sarà per questo che lungo l’itinerario abbiamo trovato solo gruppi di pensionati !!??
2- occhio alle topes (dissuasori di asfalto sulla carreggiata)
sono in prossimità dei centri abitati, ovvero OVUNQUE fuori dalle quotas, e sono enormi: non basta andare piano, non ci si può distrarre un attimo ed alla lunga la guida è molto faticosa.
La cosa che più colpisce è che questi centri abitati hanno più gommai e meccanici che alimentari, spesso proprio in prossimità delle gobbe più grosse .. (sarà un caso ?) Comunque anche noi abbbiamo lasciato una mascherina di plastica sulla strada .. e relativo obolo al meccanico di zona che, va detto, è stato rapidissimo; ci ha revisionato tutto e ci ha chiesto talmente poco – 100 pesos (circa 7 Eur, il cambio è 1 peso = 0,070 Eur) che ci siamo sentiti in dovere di dargli il doppio e ringraziarlo pure parecchio per averci rimesso in viaggio subito (già si prospettava una tappa notturna..).
3- tempi di percorrenza
sono molto diversi da quelli cui siamo abituati noi .. quasi mai ha senso misurare in Km, ma occorre ragionare in termini ore necessarie; e poi ci vuole sempre di più di quanto previsto per 1000 ragioni (vedi anche punti 1 e 2 sopra)
4- carta stradale: sceglietene una adeguata
noi ce l’eravamo fatta consigliare da un negozio specializzato, in scala 1:1 350 000 del solo Mex del Sud e Yucatan  (sulle due diverse facciate) ma ci siamo subito resi conto che il dettaglio non era sufficiente per cui, dopo aver penato la prima settimana, nella successiva ci siamo decisi a comprare in loco una mappa della sola penisola dello Yucatan (abbiamo scoperto che lo stato/regione dello Yucatan è, in realtà, un piccolo spicchio in alto di questa penisola), in scala 1:700.000, praticamente il doppio .. e molto meglio !
Per visitare i centri abitati è poi consigliato dotarsi di una piantina con le varie strade… si trovano ovunque, negli alberghi e nei centri di informazione turistica, sono quelle con le pubblicità di Hotel, locali e opportunità di intrattenimento, ma vanno benissimo anche per questo.
In ogni caso preparatevi a fermarvi 1000 volte per chiedere indicazioni (una dura prova per i signori uomini, per loro natura avversi a questa attività !), incluso il “double-check” di verfica.. non ve ne pentirete e risparmierete molto tempo.
… a questo punto ripensavo a chi decide di girare il Mex in autobus…… mica scemo !!

ITINERARIO
Giorno 1 – gio 15 feb – FIRENZE – MADRID – CITTA’ DEL MESSICO

Arriviamo alle 20:30, in orario; i bagagli non ci sono … rimasti a Madrid .. speriamo di farci capire … alla fine l’addetto ci assicura (in italiano!) che ce li porteranno il giorno dopo e si fà dare il recapito di dove saremo …. speriamo bene !
Così “alleggeriti”, constatiamo l’ora (di pranzo, per noi !) e, dopo aver prelevato valuta locale – pesos (sono indicati con $ come i dollari USA, ma valgono un centesimo di USD) al bancomat (ce ne sono quasi ovunque), cerchiamo un posto per magiare dentro l’aereoporto.
Troviamo subito una specie di saloon tex-mex (mica lo sapevo io che il Texas è stato parte del Messico fino al 1836 !) dove iniziamo subito a degustare la cucina locale, sotto un maxischermo LCD che trasmette un fantastico concerto dei Bee Gees (forse da Las Vegas) che propongono i loro successi in versione folk: ci sentiamo subito nell’atmofera giusta … !
Fin dall’inizio avevamo deciso di evitare completamente Mex City ….. fra l’altro non siamo amanti dei musei e, da quanto avevo capito, è per il museo di antropologia che i turisti si avventurano in questo inferno da 20 milioni di abitanti (il 20% dell’intera popolazione del Messico … come 1/3 di tutti gli Italiani !!) .. il centro urbano più grande e incasinato del mondo.
Però, prima di iniziare il nostro giro verso sud, volevamo visitare il sito archeologico di Teotihuacàn che si trova a circa 50 km a NE della ciudad .. praticamente sopra l’aereoporto che sta ad est del circuito interior (una specia di raccordo anulare).
Così, sempre via Expedia, avevamo prenotato la prima notte (per le successive ci siamo improvvisati via via con l’aiuto della guida Mondadori) all’Hotel Fiesta-inn (Eur 101 in due): albergo 3 stelle ma che ne vale sicuramente 4, con la sua piscina in mezzo al giardino tropicale interno, il letto kingsize, la mega colazione a buffet (non inclusa, come quasi mai negli alberghi del Mex).
Veramente ottima scelta, perché fra l’altro questi alberghi fanno tutti servizio gratutio di navetta da e per l’aereoporto (praticamente nonstop) e quindi l’abbiamo utilizzato anche la mattina seguente per tornare a prendere la macchina all’Europecar.

Giorno 2 – ven 16 feb – CITTA’ DEL MESSICO – TEOTIHUACAN – TEMIXCO
Ritiriamo l’auto, una Hunday berlina 4 porte con cambio automatico (ve lo consigliamo, e comunque spesso non c’è scelta, ma anche se non siete abituati ve lo spiegano in un attimo, non c’è il problema della frizione ..) e cerchiamo di dirigerci verso Teotihuacàn: direi che il nostro battesimo dell’auto in Mex è iniziato nel peggiore dei modi, visto che per fare questi 50 km ci abbiamo messo 2 ore, perdendoci più volte per una strada terribile, con un traffico e dei guidatori veramente inimmaginabili, neanche per noi italiani … Lorenzo ha dichiarato che si è trattato dell’esperienza di guida più estrema della sua vita !
Comunque pare che tutti quelli che vanno in auto da quelle parti riportano le stesse avventure ed opinioni, per cui mettetelo in conto …. però il sito vale veramente la pena ma… è enorme !!  Fra tutto considerate 4 ore: l’arrampicata sulle piramidi a 2300 mt di altitudine richiede calma e svariate soste .. ci vuole l’ossigeno !!
Nota: all’interno dei siti  in genere non c’è mai niente: servizi, negozini, comedores (trattorie, comer = mangiare) e barretti sono sempre solo all’ingresso, per cui prima di entrare a Teotihuacàn compratevi parecchia acqua fresca (rigorosamente confezionata) perché, a differenza degli altri siti da noi visitati (che sono in mezzo al verde perché recuperati dalla jungla), questo è in una piana assolata dove al massimo si trova qualche bella “foresta” di cactus.
Sono inoltre indispensabili: cappello, occhiali da sole e crema protettiva ad altro fattore perché non sembra, ma ci si ustiona ! (noi con la protezione 50 siamo tornati neri comuque).
All’uscita dal sito riprendiamo la macchina per dirigerci verso SE, tra circuito interior, periferico (è un’ulteriore anello più esterno), varie avenide (viali) e strade provinciali, facciamo davvero una gran fatica a trovare l’autostrada “del sol” Città del Mex – Acapulco (MXC 95.. in un punto arriva a 3100 mt slm !) che dovrebbe portarci a Temixco, dove domani parteciperemo al matrimonio della nostra amica (fra l’altro, speriamo che ci portino i bagagli, siamo ancora con i vestiti del viaggio e dopo una giornata cosi… !!!)
Temixco è a meno di 100 km da Città del Messico, ma da Teotihuacàn ci mettiamo 4 ore (di cui due di altro traffico infernale) ed arriviamo all’albergo prenotato per gli invitati giusto all’ora di cena: siamo talmente stanchi che ci facciamo portare una pizza in camera e ci addormentiamo dopo averne mangiato ¼ a testa.

Giorno 3 – sab 17 feb – Matrimonio all’EX-HACIENDA DE TEMIXCO
Durante tutta la giornata rimaniamo nei pressi della sposa (Lorenzo è il fotografo ufficiale dell’evento e si deve preparare tecnicamente e spiritualmente ..), ma altri invitati hanno visitato alcune località nella zona degne di nota: Taxco, città dell’argento (per le miniere), Cuernavaca (una delle più antiche città del Mex), Puebla (famosa per le ceramiche) e Xochicalco (sito archeologico, noto per la piramide del serpente piumato).
Il matrimonio si celebra alle 18:30 nella chiesetta di Nostra Signora di Guadalupe, cappella appartenente alla Ex-Hacienda di Temixco.
Queste haciendas messicane, a mezzo tra fattorie ed aziende agricole del periodo coloniale, sono state in gran parte ristrutturate ed adibite ad albergo, ristorante di lusso, o utilizzate per eventi da favola …. come questo !
e in effetti, a partire dal tramonto, nel parco semi-tropicale circondato da mura altissime e vigilato da squadroni di “security men” con ricetrasmittente, tra piscine, vasche ornamentali, fiaccole, fiori profumati, si susseguono il cocktail, la cena e poi … musica e danze fino a tarda notte. Un luogo ed un’atmosfera veramente incredibili per noi “stranieri”… 🙂 … e un giorno davvero indimenticabile !

Giorno 4 – dom 18 feb – TEMIXCO – ACAPULCO
Domenica cerchiamo di alzarci presto per partire ad un’ora decedente, nella speranza di arrivare ad Acapulco in mattinata.
Dopo aver salutato i pochi superstiti incrociati nel parco dell’albergo (andavano a dormire o si stavano svegliando ?..) riusciamo miracolosamente a riprendere l’autostrada (MXC 95) al primo tentativo e, dopo 5 ore (circa 300 km) siamo al “casello”: Acapulco è tutta circondata dalle montagne, per cui per arrivare alla baia dobbiamo attraversare un lungo tunnel (a pagamento, ma il viottolo alpestre è sconsigliato..).
Il centro baneare classico è sicuramente da evitare: architettura decadente con palazzoni anni 50-60, tutte le catene commerciali americane, turisti USA al 90% e  USD come valuta “ufficiale”. Ad ogni modo si tratta sempre di un posto mitico e, visto che si trovava sulla nostra rotta, decidiamo di farvi tappa, se pur “defilandosi” almeno un po’; così, seguendo il suggerimento della guida, ci dirigiamo a nord della baia, all’Hotel El Mirador, arroccato (3 piscine su altrettanti livelli) sulla famosa scogliera de La Quebrada, dove tutti i giorni a partire dalle 17:30 ad ogni ora i tuffatori si esibiscono in spettacolari carpiati da 38 mt. I clienti del Mirador possono accedere gratuitamente alla piattaforma panoramica sottostante… noi poi continuiamo a vedere gli shows successivi dalla terrazza del ristorante dell’albergo (La Perla), durante la cena.
Nel pomeriggio, invece, andiamo alla vicina Laguna de Coyuca (Loc. Pia de la Cuesta, circa 20 km ancora più a nord de La Quebrada), dove hanno girato Tarzan, La Regina d’Africa e Rambo II …. facciamo un bellissimo giro in barca che si traduce in un safari fotografico tra mangrovie, pelicani e tantissimi uccelli della palude (zanzare neanche l’ombra !).

Giorno 5 – lun 19 feb – ACAPULCO – PUERTO ESCONDIDO
La mattina lasciamo a malincuore El Mirador e decidiamo di vedere la Acapulco classica attraversando i 7 km di baia (da Nord a Sud) sul “lungomare” (il mare si vede poco perchè ci sono gli alberghi ..). Ci fermiamo solo davanti all’Hyatt per affacciarci su una spiaggia abbastanza affollata e piena di vigilantes … giusto 10 minuti per farsi un’idea e poi rimontiamo in macchina per andare a prendere la statale MXC 200 che percorre tutta la costa del Pacifico.
Niente di particolare nota su questa strada che attraversa zone agricole piene di palme e villaggi poverissimi … verso l’ora di pranzo ci fermiamo ad un comedor sulla strada “in the middle of nothing” (inutile proseguire nella speranza di un cambiamento di scenario…): caldissimo, deserto, cani sdraiati che sembrano morti, tanta polvere … come Acapulco insomma ! Ci attirerebbe qualcosa di fresco, ma ogni alimento non cotto è sconsigliato (specialmente lì !), così prendiamo pollo asado (alla griglia, cucinato in strada) e Pepsi in bottiglia sin hielo (senza ghiaccio) e con 160 pesos ce la caviamo (11 Eur in due).
A proposito, in tutte le strade che abbiamo percorso è evidentissima la “colonizzazione” da parte della Coca-Cola, con scritte e insegne ovunque (addirittura in una zona il cartello con il nome del paese all’inizio del centro abitato è sponsorizzato), tuttavia la mitica coke è praticamente introvabile qui… tutti ti rispondono “pepsi !” … dev’essere qualche forma di ribellione culturale …
Sono circa 300 km fino a Puerto Escondido, su questa strada per fortuna non ci si perde … ma non finisce mai !  .. è sulla costa, ma ci sono ugualmente tantissime curve ed è tutto un continuo di paesini e, quindi,… topes !!
Alla fine stiamo in macchina tutto il giorno e arriviamo quando è già buio … facciamo fatica anche a vedere dove sono gli alberghi ! ….. mentre consulto la guida ci imbattiamo nel Santa Fe, il più caro della lista, ma davvero non ce la sentiamo di andare ancora in giro e prendiamo una stanza in stile coloniale intorno ad un bellissimo giardino tropicale con piscina. Giusto il tempo di un tuffo rinfrescante e poi, a piedi, attraversiamo la stradina davanti all’hotel e ci ritroviamo sulla spiaggia / porticciolo di Puerto Escondido, dove ceniamo insieme agli americani in uno dei tanti ristorantini all’aperto. Al ritorno è talmente buio che quasi ci perdiamo ….altro tuffo in piscina e a letto cottissimi alle 9.

Giorno 6 – mar 20 feb – PUERTO ESCONDIDO – HUATULCO
Con il sole tutto sembra diverso …. almeno si vede qualcosa !
Ritorniamo ai ristorantini sulla spiagga dove facciamo colazione davanti alle barche dei pescatori che rientrano, scaricano le reti, puliscono e distribuiscono il pesce con l’aiuto delle loro donne che si allontanano con le ceste piene sulla testa .. il tutto sotto, l’occhio attento dei pellicani che sono arrivati per … “ripulire”.
L’atmosfera è tranquilla e rilassante … meno male che questo puerto è rimasto solo per la pesca “artigianale” e qualche sport acquatico, mentre lo scalo industriale e commerciale è più a nord, in zona non frequentata dai turisti.
Dopo colazione attaversiamo di nuovo tutta la spiaggia, oltrepassiamo una specie di punta con una terrazza panoramica sopraelevata ed entriamo nella mitica Playa Zicatela, paradiso dei surfisti.
Restiamo un po’ a guardare qualche evoluzione tra le onde mentre discutiamo per decidere definitivamente la destinazione della nostra tappa successiva.
L’idea iniziale era di arrivare fino a Puerto Angel e da lì prendere la strada MXC 178 che, attraverso la sierra per circa 170 km di curve porta, in 5-6 ore (!) a Oaxaca / Montalban; ma l’impresa ci era stata sconsigliata dai messicani stessi: strada terribile e pericolosa ! Così, dopo due belle giornate di mare, non ci dispiace tanto dirottarci ancora sulla costa ….. qualche bagno in più …
Proseguendo sulla Mxc 200 arriviamo comunque a Puerto Angel, dove pranziamo sulla spiaggia all’ombra dei cocchi, poi andiamo in “pellegrinaggio” alla vicina Playa Zipolite (o Playa dell’Amor): leggendaria meta di tutti i fricchettoni durante gli anni ’60, dove ancora oggi i nostalgici si abbandonano a discipline orientali, nudismo, trattamenti “olistici” .. e forse anche a qualcos’altro ! Quando arriviamo  noi però la spiaggia è deserta, forse perché tira un vento fortissimo … ma comuqune si tratta di un luogo suggestivo, anche se abbastanza remoto e selvaggio.
A Puerto Angel, quindi, non lasciamo la carrettera del pacifico, ma continuiamo verso sud con l’idea di far tappa ad Huatulco.
Secondo la guida, questa località balneare pare sia destinata a diventare la Nuova Acapulco .. fatto sta che è ancora in gran parte un cantiere, e le colline che nascondono le sue 9 baie (parecchio bene, perché non le abbiamo trovate !) la rendono un posto abbastanza dispersivo  .. per dare dei punti di rifermento l’area è stata suddivisa in zone contrassegnate da lettere .. ricorda un po’ The Truman show ! Ad Huatulco la guida suggerisce solo il Barcelo Resort, “solo” 2500 pesos a notte …. così, mentre giriamo per capire dove sia il “centro” del paese, ci imbattiamo nell’Hotel  Marina, appunto presso la “marina”, ovvero il porticciolo commerciale. La sera, invece, ci riappacifichiamo con la guida e ceniamo al ristorante El sabor de Oaxaca (accanto allo zocalo – piazza principale) dove ci portano un’ottima parrilla locale (grigliata di carne mista con salse varie) ed una brocca di sangria.

Giorno 7 – mer 21 feb – HUATULCO – TUXTLA GUTIERREZ
Giornata di passaggio, dalla costa (si lascia la Mxc 200) si inizia ad andare verso l’interno, fino ad arrivare ai confini del Chiapas (Mxc 190): tantissimi chilometri, villaggi, topes .. arriviamo a Tuxtla alle 17 e ci accampiamo all’Hotel Bonampak (nel cui ingresso sono riprodotti i murali maya di questo sito archeologico ai confini con il Guatemala). Tuxla è veramente terribile, va bene giusto come punto d’appoggio per tappe successive, ma non ha proprio niente da offrire: la sera, per ingannare il sonno che incombe, facciamo un giretto a piedi fino allo zocalo, dove “ammiriamo” la cattedrale restaurata negli anni … ’80  (con quello stile !) … ci guardiamo intorno e ci rendiamo conto di essere gli unici turisti… per cenare ci tocca tornare nella zona hotelera, e finiamo in un grill argentino con due televisioni che trasmettono la partita di calcio di non so quale coppa del centro america … a tutto volume !!

Giorno 8 – giov 22 feb – TUXTLA GUTIERREZ – SAN CRISTOBAL DE LAS CASAS
Ci lasciamo alle spalle Tuxtla, proseguendo sulla MXC 190 in direzione est e, dopo pochi km, arriviamo a Chiapa de Corzo dove cerchiamo l’imbarcadero per la gita nel Canyon del Sumidero. Il posto è notevole, e queste due ore in barca (specialmente dopo giorni di macchina) sono piacevoli; si ha occasione di vedere una natura per noi insolita, “montano/tropicale”: foreste e roccioni a picco, ma anche coccodrilli, uccelli esotici e piccolissime scimme.
Al rientro siamo affamati e così cediamo alle insistenze dei “buttadentro” dei comedor lungo l’imbarcadero per farci un taco (tortilla arrotolata ripiena di carne alla griglia) e una quesadilla (calzone fatto con tortilla,  ripieno di formaggio) con camarones (gamberetti). Bruttissima idea: ogni comedor ha uno xilofono e una batteria, ed appena arrivano i clienti, pensando di fargli cosa gradita, attaccano a suonare arie nazional-popolari a volume da discoteca.. tutti insieme !!  .. Io e Lorenzo dobbiamo urlare per far conversazione .. uno dei pranzi più veloci della vacanza !
Ci rimettiamo quindi in macchina e dopo circa 80 km (2 ore), sempre sulla strada MXC 190, arriviamo a San Cristobal de las Casas: questo paese montano indio/coloniale è molto caratteristico e, nonostante tutto, poco inflazionato.
Abbiamo alloggiato all’Ex-hacienda Santa Clara, all’angolo con lo zocalo, bellissimo ambiente coloniale con corte (con pappagalli colorati enormi !) e giardino con piscina interni.
Dopo un po’ di relax, facciamo un giretto per il paese e troviamo la strada pedonale con negozi e localetti che parte alla sinistra della facciata della caratteristica cattedrale (imperdibile quando la sera è illuminata). Per cena la guida ci consiglia “El Fogon del Jovel”, dalla parte opposta subito dietro lo zocalo: grande ricchezza di piatti e bevande tipici, serviti da camerieri in costume tradizonale; solita comitiva di pensionati americani e, purtroppo, anche solito xilofono che attacca …non appena ci sediamo..! Ma nel complesso ottimo, e spediamo anche il giusto.

Giorno 9 – ven 23 feb – SAN CRISTOBAL DE LAS CASAS – PALENQUE
Appena alzati ci mettiamo alla ricerca della mitica “Casa del Pan”, consigliata in tutti i diari di viaggio che avevo letto… così facciamo una colazione “bio” presso questa associazione naturistica/ayurvedica/culturale che, in un bell’ambiente coloniale, dispensa pasti, massaggi, corsi e cinema impegnato (apre alle 8 .. con calma…).
Boh, se devo dire, le nostre colazioni sono state eccellenti ovunque .. oltre alle tipiche combinazioni Continental (caffe/te con pane, burro e marmellata) / American (si aggiunge l’uovo strapazzato con bacon/prosciutto) abbiamo sempre avuto succhi e macedonie fresche di frutta tropicale buonissime (prezzo medio  50-80 pesos a testa).
Per “digerire” ci immergiamo nel tipico e famoso mercato degli indios che vivono sulle montagne intorno a San Cristobal e che, ogni mattina, migrano con tutta la famiglia (bambini anche piccolissimi portati dalle madri nel caratteristico telo legato a marsupio) per vendere gli oggetti del loro artigianato: seguendo i consigli di tutti, è qui che abbiamo fatto un po’ di acquisti … a prezzi davvero sorprendenti.
Dopo il mercato (… ma l’atmosfera ed i colori di questo posto ci sono rimasti nel cuore !) riprendiamo la macchina (in tutti gli alberghi abbiamo sempre trovato il parcheggio riservato, più sicuro e, in alcuni casi, indispensabile..) e ci rimettiamo sulla MXC 190 per la tappa più impegnativa del nostro viaggio: 190 km per arrivare a Palenque in 5 ore !!
Non ci credevamo, ma purtroppo ci vogliono tutte … si percorre un altipiano (bellissimo) e quindi non ci sono salite o passi da fare, ma migliaia di curve e tante topes rendono il tragitto interminabile.
Ne vale comunque la pena, anche perché dopo i primi 150 km (3 ore e mezzo) si può riprender fiato alle magnifiche casacate di Agua Azul: la struttura turistica è ben organizzata, ma nello stesso tempo sobria; è stato fatto un sentiero lastricato di pietre che risale a lato il fume per un bel pezzo, in mezzo ad un bosco tropicale (tantissimi cocchi e banani), con continue terrazze panoramiche sulle cascate più belle.
La posizione, la luce e le caratteristiche del suolo danno a quest’acqua un colore turchese che sembra irreale …… ma molto suggestivo..
Dopo circa un’altra ora di strada, sempre verso Palenque, merita un’altra fermata la cascata di Misol-ha: l’acqua qui fa un salto di 30 mt (ci si può passare dietro) e forma una bella piscina naturale in mezzo alla foresta tropicale.
Sia ad Agua Azul che a Misol-ha è possibile fare il bagno … ed anche consigliato, visto che dal clima abbastanza fresco di San Cristobal  qui si piomba all’improvviso in un ambiente caldo e umido (ma zanzare .. nessuna !).
Da Misol-ha in meno di un’ora si arriva finalmente a Palenque, cittadina che ha ancora meno da dire di Tuxla Gutierrez, ma base per l’incredibile ed enorme sito archeologico che si trova all’interno di un parco naturale, a circa 8 km dal centro abitato.
Ci fermiamo per 2 notti all’ Hotel Maya Tulipanes – Palenque (una catena locale), veramente non male … solito giardino tropicale con piscina e ristorante con tavolini all’aperto obreggiati (e silenziosi !!), soliti gruppi di pensionati, ma ambiente pulito e rilassante al prezzo di 750 peso a notte. Inoltre è in una posizione strategica: subito fuori Palenque, al crocevia delle strade che portanto al sito archeologico da un lato, ed a Campeche – nostra tappa successiva – dall’altro).

Giorno 10 – sab 24 feb – PALENQUE
Trascorriamo tutta la mattina in questo bellissimo sito archeologico (fanno tutti orario 8-17, in questo periodo) .. ad un certo punto è veramente caldo ma, per fortuna, il tutto si trova in mezzo al verde (le costruzioni sono state rinvenute in mezzo alla foresta tropicale, e molte altre sono ancora semi o completamente ricoperte dalla jungla) e ci sono moltissimi punti per sedersi al fresco “in contemplazione”.
Quello che dispiace un po’ in queste visite archeologiche è che non è più possibile salire sugli edifici principali e, soprattutto, entrare e scendere a vedere le tombe e le stanze affrescate: pare che i deterioramento indotto dal turismo stesse diventanto troppo “aggressivo” …. così ora è tutto lì ma non può vederlo più nessuno !
Usciamo dal sito verso le 2, abbastanza “provati”, comedor al volo sulla strada che ci riporta verso il centro e poi relax totale in piscina.
In serata ci mettiamo alla ricerca di una laundrette, perché il nostro sacco della biancheria sporca sta già esplodendo e … miracolo ! alle 19 riusciamo a trovarne una che per le 21 (ora di chiusura) ci riconsegna 5 kg di roba lavata, asciugata (secada) e ripiegata in un sacchetto di cellophane caldo .. per solo 50 pesos !!
Qui sembra che i lavaggi a gettone non esistano, ma in questo modo è sicuramente meglio, visto che nell’attesa siamo andati a cena a La Selva, un posto a metà tra giardino e locale coperto da un enorme tetto di paglia .. qui, in compagnia dei pensionati, abbiamo mangiato molto bene (sono riuscita a farmi portare anche un piatto di verdura mista a vapore … finalmente verdura !!) con una musica che sembrava quella dell’intervallo alla TV degli anni ’70…

Giorno 11 – dom 25 feb – PALENQUE – CAMPECHE
Accantoniamo definitivamente l’idea dell’escursione a Bonampak/Yaxichilan (partenza ore 6:30 e rientro alle 19, con pulmino + barca per il tratto sul fiume Usumacinta che qui segna il confine con il Guatemala) che richiederebbe un’ulteriore notte a Palenque: staremo un giorno in più sul Mar dei Caraibi !!
Così prendiamo la strada MXC 186 in direzione NE, una bella tirata di circa 380 km che ci fa lasciare il Chiapas alle nostre spalle (sicuramente la zona che più avremo nel cuore) e ci porta a Campeche in 4-5 ore.
Questa bella cittadina costruita dagli spagnoli nel 1500 è racchiusa in una cinta muraria circolare con baluartes (bastioni) che si affiacciano sul mare del Golfo del Messico. All’interno le case sono dipinte di colori pastello, tutti diversi; mentre le strade si dispongono a griglia e sono numerate: dispari da nord a sud e pari da ovest ad est).
Seguendo la guida troviamo alloggio all’Hotel Baluartes (650 pesos, con colazione a buffet inclusa)  che si trova veramente in in posizione strategica sull’avendia di palme che corre lungo l’oceano e davanti alla “Porta di Mare” di accesso alla città vecchia.
Al tramonto prendiamo un piccolo autobus turistico travestito da trenino che, in un’ora, ci fa fare il giro lungo i bastioni ed anche fuori dalle mura, sul lungomare, dove ci sono alcuni monumenti “degni di nota” (come quello con tre statue – un soldato spagnolo, un guerriero maya e un missionario con tanto di crocione – che ricorda l'”integrazione culturale” compiutasi a quell’epoca).
Il posto consigliato per la cena è il Marganzo, nella città vecchia proprio davanti alla “Porta di Mare”: ci sarebbe anche il tipico pan de cazon (taco ripieno di carne di pescecane), ma preferiamo scampi (loro li chiamano sempre camarones, ma sono più grandi dei nostri gamberetti) impanati al cocco … ovviamente un po’ dolciastri, ma buonissimi. Durante tutti questi giorno Lorenzo è rimasto fedelissimo alla birra (cerveza, Corona da esportazione, Sol locale, ma anche la Boemia pare sia da assaggiare..), mentre io dopo un po’, stanca della solita pepsi, ho scoperto l’aqua chinada (o aqua de china), l’equivalente della nostra acqua tonica, veramente buona !

Giorno 12 – Lun 26 feb – CAMPECHE – CHICHEN-ITZA
Uscendo da Campeche cerchiamo la strada che porta a Merida passando per l’interno (MXC 261) perché è lungo questo percorso – in mezzo al nulla – che si trovano tutti i siti archeologici.
Il primo è quello di Edznà, non molto grande (si vede in meno di un’ora), ma dopo un breve sentierino in mezzo alla jungla (troviamo le zanzare !!) rimaniamo senza parole di fronte allo scenario che ci si apre: un enorme prato all’inglese ombreggiato da tamarindi pieni di uccelli canterini; in mezzo a templi e rovine regnano indisturbate tantissime iguane di tutte le misure …. ci siamo solo noi (e loro ..) e l’atmosfera è veramente surreale.
Dopo Edznà, che si trova un po’ a parte, proseguiamo verso NE per quella che viene chiamata Via PUUC (dal nome dello stile Maya tardo periodo, caratterizzato da colonnati e balze decorate con maschere grottesche dei loro dei), una zona con decine di siti archeologici, tra i quali decidiamo di visitare i consigliati Sayil e Kabah: ci sono solo un paio di edifici per sito, ma sono vicini alla strada e ne vale veramente la pena.
L’ultima tappa archeologica della giornata è Uxmal (80 km prima di Merida): non grandissimo (un paio d’ore al max) ma, a detta di Lorenzo, il più bel sito visitato durante il nostro viaggio; la Piramide dell’indovino (a base ovale !) ed il Quadrangolo delle monache, con il loro stile Puuc, lasciano veramente incantati.
La strada da qui in avanti sembra abbastanza buona e scorrevole, così decidiamo di tagliare fuori Merida (abbiamo “già dato” con Campeche, che sicuramente era meglio..) e di provare ad arrivare a Chichen-Itza (si pronuncia Cicen-iza) per visitare l’area archeologica subito la mattina successiva, sfruttare il fresco ed avere una migliore angolazione della luce… per il fotografo esigente (che si “rifiuta” di scattare tra le 12 e le 16). Ce la facciamo, ma arriviamo alle 19, quando è già buio (fortunatamente l’ultimo tratto è di autostrada, per cui almeno ci sono i catarifrangenti) …. rischiamo di perderci alla ricerca dell’albergo: la guida cita “presso zona archeologica” (infatti si chiama Villas Arqueològicas) ma arriviamo fino all’ingresso del sito senza aver trovato niente .. chiediamo ai tassisti lì davanti e, dopo aver vagato al buio ancora un po’, scopriamo che tutti gli alberghi (zona hotelera) si trovano lungo la strada di accesso posteriore al sito (l’altro era quello principale, ma da nessuna parte si capiva che avesse 2 ingressi !!). Comunque anche per oggi … è fatta ! .. e per le 20 entriamo nella nostra stanza che si affaccia sul solito giardino tropicale con ristorante / penisola sulla piscina … wow !!
Il Villas Arqueològicas appartiene al Club Med, e quindi niente pulmann di pensionati USA, ma famiglie e coppie (è un posto da luna di miele), per lo più francesi, che sussurrano nella penombra dei tavoli, su una bassa melodia da training autogeno … fra l’altro, incredibile, questo è l’unico albergo con camere senza televisione (in tutti gli altri sembra un bene primario, insieme alla chiave ti danno il telecomando per il quale, a volte, è richiesta anche una cauzione)
….non sembra più Messico, ma siamo talmente stanchi che il tutto aiuta il nostro relax: di TV e xilofono a tutto volume stasera ne facciamo anche volentieri a meno !

Giorno 13 – Mar 27 feb – CHICHEN-ITZA – VALLADOLID
Con la luce scopriamo che questo accesso secondario al sito è praticamente riservato agli alberghi della zona (e in ogni caso gli autobus giornalieri che vengono dalle località circostanti – specialmente da Cancun – iniziano a scaricare turisti solo dopo le 9:30) per cui alle 8 non c’è quasi nessuno ….. questo, insieme alla luce tersa della mattina, rende la visita particolarmente suggestiva. Peccato che, anche in questo caso, non si può salire/entrare da nessuna parte !!.
Usciamo alle 11:30 e ringraziamo ancora tutti quelli che ci hanno avvertito di evitare Chichen-Itza dopo le 12: a parte la luce “inappropriata” ed il caldo, c’è una ressa incredibile, ed anche all’ingresso secondario si crea un’imbottigliamento di autobus in arrivo … così abbiamo un po’ di problemi per la “fuga”…
Quando finalmente riusciamo ad avere la meglio sull’ingorgo, riprediamo la libre per Valladolid .. ci sarebbe anche la quota, ma è lungo questo tratto di circa 50 km che si trovano i più importanti cenotes (pozzi naturali formati da fiumi sotterranei, dov’è possibile fare il bagno tra i pesci .. anche se un po’ inquietante). Noi decidiamo di vedere quelli di Ik-il (a cielo aperto, con ottimo comedor a buffet annesso) e di Dzitnup (o Xkekén, abbiamo scoperto che sono la stessa cosa) che, invece, è dentro una grotta con solo un piccolo foro in altro dal quale filtra la luce e passano gli uccelli che fanno il nido sul soffitto. Un altro cenote è anche nel sito di Chichen-Itza – Cenote Sacro – dove pare facessero sacrifici umani.
Studiando la guida avevamo visto che in ben due località di questa zona ci sono lagune con i fenicotteri rosa: Chetumal (vicino Merida, sulla costa del Golfo) e Rio Lagartos (all’estrema punta nord dello Yucatan, 103 km a nord di Valladolid). Non volendoci perdere questa opportunità fotografica, scegliamo Rio Lagartos che, fra l’altro, si trova più sulla nostra rotta ed all’interno di una “biosfera naturale protetta”.
Arriviamo lì alle 15, senza contanti, con l’idea di prevelare al bancomant e, magari, restarci per la notte, dopo l’escursione in barca nella laguna (2 ore) … però ci rendiamo subito conto che a Rio Lagartos non c’è nulla !!! … mentre lo scafista ci conferma di accettare solo effectivo (800 pesos, tour privato – anche perché non c’è un’anima) pensiamo di aver fatto un viaggio a vuoto … se non che, incredibile! ..il tipo si offre di farci fare l’escursione “sull’onore”, e poi di venire con noi alla prima località dove poter prelevare contanti (un posto orrendo chiamato Tizimin, a 50 km a sud, dove siamo riusciti a perderci anche sulla strada principale che la attraversa, causa una deviazione) per ritornarsene indietro con l’autobus delle 20:30 .. affare fatto !! …. tanto era chiaro che lì non avremmo potuto restare neanche per dormire, e così non ci disturba la prospettiva di dover tornare indietro la sera stessa .. e ci dispiaceva essere arrivati fin lì per nulla..
Questa laguna dall’acqua salatissima (il sale fa la schiuma), si trova in una zona con spiagge di sale e di argilla dove il barcaiolo può fermarsi per farti fare il bagno. Intorno, le solite mangrovie … solo che qui molte sono morte (diventano bianche seccandosi) a causa di un tornado che ha colpito l’area qualche anno fa … per cui l’atmosfera è un po’ spettrale .. ma i fenicotteri rosa sono bellissimi !!! … ovviamente .. foto al tramonto !
Al rientro (17:15) speriamo di riuscire a rifare i 103 km che ci riportano a Valladolid (dormire a Tizimin non se ne parla !) prima che sia completamente buio… il solito “incubo” di fine giornata …
Per i primi 50 km ci accompagna “the captain”, che a Tizim ci guida fino alla banca: prelevo e mi sento talmente in colpa per il sacrificio che ha dovuto fare (tornerà a casa tardi ..) che gli lascio 1000 pesos; poi lo ringraziamo ancora e lo lasciamo lì nello zocalo.
Noi proseguiamo per Vallodolid, dove arriviamo giusto per l’ora di cena e ci dirigiamo diretttamente all’Hotel “El Meson del Marques”, proprio in centro, dove stramazziamo a dormire dopo un ottimo pasto.

Giorno 14 – Mer 28 feb – VALLADOLID – PLAYA DE CARMEN
Al nostro risveglio sappiamo già che la nostra vacanza in Messico è terminata: ci aspettano 3 giorni sul Mar dei Caraibi (o Riviera Maya), ma siamo già stati avvisati da tutti che troveremo una succursale di Las Vagas in queste zone ….
Così, sebbene Cancun rimanga a soli 150 km (2 ore al max) da Valladolid, decidiamo di tagliarla dall’itinerario, lasciandola proprio all’ultimo giorno (quando avremo l’aereo nel primo pomeriggio – così al max potremo dire di aver buttato solo una mattinata !): sulla quota MXC 180 che porta a Cancun prendiamo la deviazione che porta a sud (direzione Aereoporto) ed una volta sulla costa raggiungiamo Puerto Morelos in 10 minuti.
A poche centinaia di metri a nord del porticciolo (con zocalino e negozietti) troviamo l’ingresso per la Playa del Sol: sabbia bianca, palme, mare smeraldo, bar / ristorante attrezzato (affitta sdraio & ombrelloni ed ha anche la piscina – può essere utile quando il mare è troppo agitato e pericoloso) … peccato che la musica del bar sia quella di MTV e che l’affitto dello sdradio costi 10 USD !!! … si stupiscono quasi quando chiediamo di pagare in pesos … vabbé, comunque ci godiamo questo scenario da film e passiamo il pomeriggio in totale relax.
Info utile: di tutti i posti della costa che abbiamo visitato – da Cancun a Tulum – solo da Puerto Morelos si vede la barriera corallina dalla spiaggia (pare sia la seconda al mondo per estensione) … ed infatti accanto al baretto c’è un centro che organizza uscite per snorkeling ed immersioni “serie” a prezzi ridicoli.
Ricordandoci che il sole tramonta anche ai Caraibi, e che non abbiamo un posto dove dormire, a metà pomeriggio leviamo le tende ed in mezz’ora (30 km sulla MXC 307 che collega Cancun a Tulum, praticamente un’autostrada) siamo a Playa de Carmen.
Sarà che nel frattempo la brezza mattutina si è trasformata in vento forte, rendendo mare e spiaggie impraticabili, per cui ci troviamo “confinati” nell’area cittadina, ma Playa de Carmen è davvero un’altro mondo: il tutto ruota intorno alla 5a strada, zona pedonale piena di fast food, ristoranti internazionali, negozi di tutte le marche “globali”, locali dalle architetture incredibili … vabbé, magari passeremo una serata diversa … e in effetti lo è stata, visto che che qui l’atmosfera si scalda sul tardi e la musica a tutto volume dura ufficialmente fino alle 4 del mattino ! (ora alla quale riusciamo ad addormentarci..)

Giorno 15 – Giov 1 mar – PLAYA DE CARMEN -TULUM
La mattina ci conforta l’idea di andarcene da questa “follia collettiva” …. arriveremo fino a Tulum, dove ci attenderà l’ultimo sito archeologico della nostra vacanza.
Lungo la strada che porta a Sud-Ovest abbiamo già previsto un’ulteriore sosta balneare ad Akumal (35 km da Playa de Carmen), un’altra località fortemente consigliata dalle guide: la spiaggia effettivamente è molto bella, ma il vento di ieri non si è placato ed è praticamente impossibile stendersi a causa della sabbia finissima che entra velocemente ovunque e ti punge la pelle; inoltre, sebbene tutto il bagnasciuga delle coste messicane sia libero (come da noi), essendo bassa stagione ci è praticamente impossibile trovare infrastrutture dove accamparci (tipo quelle di Puerto Morelos), sicchè dopo un giretto ce ne andiamo un po’ delusi.
Il sito archeologico di Tulum è particolarmente famoso perchè è l’unico con rovine che si affacciano direttamente sulla scogliera (El Castillo, il monumento principale, serviva come faro per i naviganti), inoltre qui siamo ad Est ed il sole sorge dal mare proprio davanti …. uno scenario imperdibile all’alba !
Così, come già fatto a Chichen-Itza, alloggiamo all’Andrea’s Tulum, un posto anonimo (comunque consigliato anche dalla guida, in particolare per il ristorante) al crocevia tra la Mxc 307 ed il bivio per l’area archeologica, in modo da essere il pole position la mattina dopo.
Concludiamo la serata in un Internet Point … il Messico sembra il posto più connesso al mondo ! ovunque, ma davvero ovunque, ne abbiamo trovati tantissimi, ben attrezzati e con costi di navigazione bassi (circa 1,5 Eur l’ora).

Giorno 16 – Ven 2 mar – TULUM – CANCUN
La colazione all’Andrea’s Tulum a ritmo di Salsa e Bachata ci riporta in Messico … sembra proprio che la “zona americana” non arrivi fin qui, ed infatti abbiamo trascorso la notte nel silenzio e nel buio più totali.
In 10 minuti siamo dentro al sito e, come atteso, restiamo affascinati dalla sua posizione così a picco sul mare: l’area archeologica è piccola e sicuramente non delle migliori, ma la spiaggia sotto la scogliera de El Castillo fa restare senza fiato  !!
Anche in questo caso, meno male che siamo arrivati presto… in un’ora questo luogo da sogno si riempie di turisti urlanti … forse è l’ora di andare …
Avendo “esaurito” le spiaggie della zona (almeno quelle consigliate) e volendo rimandare più possibile il nostro rientro “negli States”, decidiamo di passare il resto della giornata nella riserva naturale attrezzata di Xel-Ha (sempre sulla Mxc 307, 16 km da Tulum in direzione NE Cancun): una serie di lagune collegate tra loro, situate tra rocce, grotte e fiumi sotterranei (tipo quelle dei cenotes). Il tutto è organizzato sullo stile del parco acquatico, ma la natura è reale (lasciata abbastanza incontaminata) e nel complesso nel vale la pena.
A metà pomeriggio ci avviamo verso Cancun …. visto che arriviamo da sud e che il sole sta tramontando, ancora prima del centro abitato (in prossimità delle indicazioni per l’aereoporto) decidiamo di deviare a destra per attraversare subito i 20 km della zona hotelera, all’esterno della laguna … boh, ovviamente il mare non si vede, gli alberghi (i soliti di tutto il mondo) sono tutti davanti, il traffico ed il rumore sono terribili…
Qui la guida consiglia solo hotel a 5 stelle, e fra l’altro resta difficile vedere qualcosa di più modesto ….. così finiamo quasi tutto il giro e, subito dopo l’imbarcadero (a nord della laguna) troviamo la camera più cara della vacanza (1600 pesos) all’hotel Aquamarina: ovviamente bellissimo, con 2 piscine, spiaggia privata, area Iacuzzi (idromassaggio) all’aperto, animazione ecc. Avevamo provato anche in altri posti accanto, ma è … tutto esaurito !!!
Fra tour della laguna e ricerca dell’alloggio in quel traffico infernale abbiamo fatto veramente tardi e sono affamatissima … non ce la faccio ad aspettare di uscire di nuovo per la cena, e così ci facciamo portare un club sandwich (è lo snack base in tutto il Messico: pane a cassatta tagliato a spicchi, ripieno di formaggio, pollo ecc. tostato, con contorno di patate fitte) in camera.
Dopo mangiato la poca voglia di visitare questo posto … cala a picco ! … ma visto che non possiamo perdere questa “opportunità”, ci facciamo forza e riprendiamo la macchina per gettarci nel mezzo di quello che, passando, ci sembrava essere il fulcro della vita notturna …. che nel frattempo è esplosa in tutte le sue manifestazioni peggiori !! … per la prima volta, dopo aver passato 15 giorni tra i pensionati, ci sentiamo vecchi … e sicuramente fuori posto ! … finiamo la serata (molto presto) a bere espresso e frappuccino allo Starbucks, unico locale che sembra aver conservato un minimo di sobrietà anche in questo luogo (ed infatti è deserto).
La mattina dopo decidiamo che di Cacun ne abbiamo vista abbastanza … restiamo tra la spiaggia e la piscina dell’albergo (e comunque di riprendere la macchina in questo posto non se ne parla !) aspettando l’ora per andarcene.

Giorno 17 – Sab 3 mar – CANCUN – MADRID – FIRENZE
Completando il giro intorno alla laguna ritroviamo il bivio per l’aereoporto dove riconsegnamo l’auto e, sombrero in testa, iniziamo le procedure per il nostro rimpatrio.
Forse gli ultimi 3 giorni “lontano dal Messico” ci hanno aiutato a ripartire con meno rimpianti da questo Paese, ma i suoi luoghi. i colori e le persone più vere visti ed incontrati in questo viaggio ci rimarranno nel cuore.


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