Marocco 2009


racconto di viaggio dal 10 al 25 gennaio di Roberto Buracchini

10 gennaio Casablanca
Sono le ore 22.30 quando arriviamo all’aeroporto di Casablanca e subito entriamo nel vivo del viaggio. Avevamo prenotato la prima notte presso l’hotel Ouded Dhab e ci avevano assicurati che qualcuno sarebbe venuto a prenderci.
Siamo stati circa 40 minuti a cercare il nostro contatto fino a che mi sono accorto di un foglio sul quale era scritto il nome di un hotel che mi ricordava qualcosa. Era l’hotel che si trovava accanto al nostro e che era gestito dalla stessa famiglia.
Chiedo informazioni al ragazzo che tiene il foglio alzato e dopo avermi salutato con un incomprensibile francese gira il foglio e con stupore vediamo la scritta che cercavamo: WELCOME Mr ROBERE… Un piccolissimo sbaglio sul nome ma sarebbe bastato per individuarlo subito se fosse stato posto dalla parte giusta.
Entriamo in una freddissima camera con finestre aperte e stanchi della giornata andiamo a letto.

11 gennaio Casablanca
Sveglia alle ore 8.00 dopo aver passato la notte indenni, avevamo paura del freddo. Pronti come al solito a visitare nuovi luoghi, usciamo dall’albergo e giungiamo in pochi minuti alla torre dell’orologio che sovrasta la porta che da accesso alla medina. Facciamo colazione in un piccolissimo bar situato a pochi metri dall’ingresso della medina e iniziamo a girovagare x per le viuzze strette della vecchia città.
Sembra molto presto, alcuni negozi sono ancora chiusi, ma la situazione cambierà presto. Giungiamo alla porta occidentale della medina e sotto un fioco sole ci fermiamo per prendere un gustoso the alla menta per poi incamminarci verso la moschea Assan II.
Facciamo un giro sotto il grande minareto alto più di 200 metri e poi dopo aver osservato da fuori questa moderna moschea, andiamo a spasso lungo mare, aspettando l’apertura per la visita interna.
Facciamo pranzo in uno dei tantissimi snak bar con pollo, salsicce, riso, patate lenticchie e insalata, per la modica cifra di 55 Drh.
Rientriamo verso la moschea e la visitiamo all’interno. E’ obbligatorio prendere una visita guidata e noi scegliamo per il gruppo spagnolo visto che il francese non è proprio il nostro forte e ci addentriamo nella maestosa moschea.
La moschea è stata realizzata con materie prime provenienti da diversi Paesi, tra cui l’Italia che ha fornito marmo di Carrara e vetro di Murano. La moschea Assan II è la terza moschea più grande al mondo.
Dopo essere rientrati in albergo nel tardo pomeriggio, iniziamo subito con un bel hammam. Non è molto caro, si trova a pochi centinaia di metri dall’albergo e posso dire che è stata veramente una bella esperienza, condivisa con circa 20 marocchini che avevano deciso di passare la domenica al caldo.
Facciamo cena all’angolo della strada dietro l’albergo con un paio di piatti di pesce fritto e poi per digerire la nostra cena rientriamo nella medina a fare due passi. I negozi stanno tutti chiudendo e quindi rientriamo in albergo prima delle 22 pensando già alla nostra prossima meta.

12 Gennaio Essaouira
Sono le ore 06 quando suona la sveglia e noi in pochi minuti siamo pronti per uscire e raggiungere la stazione dei bus situata poche centinaia di metri dall’albergo. Il viaggio in bus è più lungo di ciò che ci immaginavamo. Un paio di incidenti e molte interruzioni per lavori stradali ci fanno tardare più di 8 ore per raggiungere Essaouira situata a circa 350 Km sud di Casablanca.
Sono le ore 15.00 quando scendiamo dal bus e ad aspettarci fuori c’è la solita folla di giovani che ci invitano a seguirli per un buon albergo.
Ci affianchiamo ad un giovane studente dell’Università di diritto (così dice lui), e raggiungiamo la Medina del piccolo villaggio di pescatori.
Decidiamo di restare nel Riad che ci viene suggerito dal giovane marocchino, situato in una viuzza trasversale alla via principale.
Riad El Mess sarà la nostra sistemazione per i prossimi giorni.
E’ leggermente più costosa rispetto ai nostri soliti alloggi, ma vale proprio la pena rilassarsi in questo pulito e accogliente Riad, costruito su 4 piani con una bellissima terrazza da dove è possibile ammirare i tetti delle casette color bianco con le loro inconfondibili finestre e porte azzurre.
Scendiamo per strada, visitiamo le piccole e tortuose viuzze della medina e dopo uno squisito Kebab ce ne andiamo in direzione del porto per ammirare la vita quotidiana dei pescatori intenti a pulire e a vendere pesce appena pescato. Nel pomeriggio facciamo un giro per i Souq, i quartieri degli artigiani dove è possibile comprare di tutto, poi nel tardo pomeriggio rientriamo in Riad per rilassarci un po’ accompagnati dallo scorrere dell’acqua di una coloratissima fontana situata nel mezzo del cortile interno.
La serata non offre tanto più e dopo una veloce controllata alla posta elettronica ci fermiamo in uno dei tanti ristoranti della medina.
Stasera è Taijin di verdure accompagnato dal solito the alla menta.
Rientriamo in Riad dopo una passeggiata intorno alle ore 22 per goderci la nostra notte da “Mille e una Notte”.

13 Gennaio Essaouira
Questa mattina dopo una notte riposante scendiamo sul bel cortile del Riad per fare colazione dove scambiamo due chiacchiere con una coppia inglese sulle giuste destinazioni del Paese.
Usciamo in strada verso le 10 e ci immergiamo nelle viuzze della medina.
Dopo poco veniamo fermati da un gentile signore, il quale ci invita a visitare l’hammam a lato della sua casetta. Una piccola signora non più alta di un metro e mezzo ci porta in giro per stanze calde e buie e ci descrive con un orribile francese cosa accade all’interno di quell’edificio. Salutiamo i nostri conoscenti e ci dirigiamo verso la stazione dei bus e dopo aver individuato gli orari giusti per la prossima tappa, saliamo verso i bastioni della città.
Da sopra i bastioni è possibile vedere le onde dell’Atlantico scagliarsi sugli scogli e sulle mura della medina.
Poi, girovaghiamo per il porto osservando i pescatori intenti a preparare le esche per la prossima uscita in mare.
Sembra che oggi il tempo sia dalla nostra parte, ci sediamo a lato del porto per godere di quei preziosi raggi solari che ci scaldano un po’ il corpo.
Pensando al nostro caro amico Carlo, appassionato di pesce, ci sediamo in piazza su uno dei tanti ristorantini per farci una bella mangiata a base di pesce: calamari, gamberetti, seppie e insalata, accompagnati con coca-cola, sono il nostro pranzo delizioso che ci costa poco più di 15 euro.
Il pomeriggio dopo il magnifico pranzo passeggiamo lungo la spiaggia, camminiamo lungo l’immensa baia fino alle dune che delimitano il delta del fiume e poi, sulla strada del rientro, ci fermiamo a degustare l’ennesimo the in piazza. Non c’è molto da fare da queste parti, ma il paesaggio è molto suggestivo, sedersi in un qualsiasi bar per un the è il passatempo preferito dalla gente di queste zone e lo diventa anche per me ben presto.
Dopo una cena a base di baguette con pollo rientriamo in Riad pensando già alla nostra nuova destinazione, Essaouira ci rimarrà impressa nella mente, ma chissà cosa ci riserverà Marrakech.

14 Gennaio Marrakech
Dopo la colazione abbondante del riad, aggiustiamo i nostri zaini e ci dirigiamo verso la stazione dei bus.
Arriviamo giusto in tempo, il bus per Marrakech sta per partire e noi saliamo mentre il bus è già in movimento.
Sembra che il viaggio non sia tanto lungo, il bigliettaio ci ha detto TREE HOUSE !!!! Chissà cosa vorrà dire!!!!!!! Sicuramente voleva dire three hours…
Il bus è in buone condizioni, ma il problema è che si ferma a qualsiasi incrocio per far salire o scendere persone. Un po’ come accade in tutti gli altri paesi che ho visitato, soprattutto mi ricorda i viaggi assurdi in bus che effettuavo in Guatemala.
Il ragazzo berbero con il suo tipico abito incappucciato grida a squarciagola il nome della destinazione e noi facciamo fatica a capire che sta dicendo Marrakech. Il viaggio comunque resta piacevole, e le tree house che ci avevano assicurato alla fine diventano 4 ore e mezzo.
Prendiamo i nostri zaini e ci immergiamo nella vecchia città.
Mentre cerchiamo una sistemazione veniamo assaliti come al solito da innumerevoli venditori di ogni tipo di cosa. Evitiamo almeno una decina di procacciatori e finalmente dopo alcune deviazioni due ragazzi austriaci ci danno l’indicazione giusta per raggiungere l’hotel Cellah.
L’albergo è molto isolato, al di fuori dal caos anche se in 5 minuti si può raggiungere il centro; è un luogo molto rilassante con un bel cortile centrale dove si trovano 4 grandi aranci che arrivano sino ai balconi superiori delle stanze.
Ottima scelta oserei dire, servizi igienici in comune molto puliti come tutta la struttura del resto. Il nostro appetito ci invita ad uscire per un bel pranzetto il quale ci sarà servito in pochi minuti proprio sul lato nord della famosissima piazza di Marrakech: la Djema-el-Fna.
Durante la mattinata e il primo pomeriggio, la piazza non è che sia affollata, né tanto meno rende l’idea di cosa possa accadere poche ore più tardi, proprio quando il sole abbandona il cielo nascondendosi dietro la grande moschea. E’ proprio a quel punto che l’atmosfera si trasforma.
Le bancarelle per la cena iniziano ad aprire, la zona sud viene invasa pian piano da artisti di strada, venditori, medici e maghi…
C’è chi racconta storie, chi, con il suo piccolo gruppo rallegra la serata suonando e ballando. Ma tra loro ci sono anche gli incantatori di serpenti, chi porta a spasso scimmie legate con una catena al collo chi legge il futuro con carte o chi effettua giochi di prestigio per accaparrarsi qualche spicciolo da spendere a cena.
Noi ci fermiamo ad ascoltare un po’ di musica intorno ad una lampada a gas intorno alla quale si esibiscono berberi con ogni tipo di strumento.
Qualche spicciolo lanciato ai piedi degli artisti e o spettacolo continua tra danze e suoni che rievocano i tempi passati; percussioni e archi sono gli strumenti principali che intonano questa splendida melodia da mille e una notte, e noi ci facciamo travolgere dai suoni marocchini.
Vengo invitato a suonare il bongos e io non me lo faccio dire due volte, prendo lo strumento tra le ginocchia e inizio a suonare insieme agli altri.
Dopo aver condiviso un paio di melodie con i miei nuovi compagni di gruppo, facciamo cena in piazza in una delle tante postazioni per cenare.
Facciamo cena con brochette miste. Spiedini di pollo, agnello, bovino e chissà che altro ancora. Dopo due passi per la città rientriamo in albergo alle 22 circa.

15 Gennaio Marrakech
Questa mattina mi sveglio molto presto e gli uccellini svolazzano tra gli aranci del cortile rendendo più piacevole la nostra sveglia.
Oggi non sembra una bella giornata, il sole è nascosto e nella prima mattina è piuttosto freschino.
Usciamo in giro per la medina della città e ci facciamo una bella colazione a base di tè alla menta e frittelle cotte al momento, bagnate con un’abbondante porzione di miele. Subito dopo colazione ci mettiamo in giro per i vari Souq, i quartieri della medina, e arriviamo senza troppa difficoltà al museo di Marrakech.
Con lo stesso biglietto visitiamo il museo, la medersa e il koubba.
Il primo è stato da poco restaurato, ha un bellissimo cortile decorato con una miriade di piastrelle colorate (zellij) al centro del quale spicca una bellissima fontana. Il museo ospita anche una mostra di arte contemporanea ed alcuni reperti della cultura marocchina piuttosto interessanti.
Lasciato il museo, ci adagiamo sulla piazzetta di fronte al koubba con le spalle appoggiate alla moschea inaccessibile di Ali Ben Youssef.
Ci ricarichiamo con un po’ di sole, che nel frattempo si è fatto strada tra le nuvole, poi ci dirigiamo verso la scuola coranica, la medersa marocchina seconda solo a quella di Fès.
All’interno ci aspetta un bellissimo cortile con una piscina circondata da alti archi in tipica architettura berbera, poi saliamo al piano di sopra per darci un’idea di come 900 studenti vivessero tutti insieme in delle piccolissime celle con una finissima luce proveniente dall’esterno.
Visitiamo la zona delle abluzioni, dove gli studenti erano soliti lavarsi prima delle preghiere, e poi usciamo in piazza per dare un’occhiata veloce alla koubba. Niente di interessante se non fosse perché è il monumento più vecchio situato nella città di Marrakech e soprattutto l’unico sopravvissuto alle invasioni almohadi !!
Da qui, proseguiamo in direzione nord della città senza preoccuparci tanto della destinazione, un po’ a caso per perdersi nelle viuzze di questa città da mille e una notte. Usciamo dalle mura della medina e rimaniamo intrappolati in un caotico mercato oltre mura che fa un po’ da barriera per chi vuole entrare e chi vuole uscire. Come siamo soliti fare in queste occasioni, ci sediamo ad osservare la vita e il caos quotidiano dei meravigliosi mercati, ci rilassiamo un po’ bevendo un bel tè alla menta e poi riprendiamo il nostro tour. Costeggiando le mura della medina, ci dirigiamo verso il jardin majorelle (www.jardinmajorelle.com) che rappresenta un’oasi di pace per isolarsi dalla vita frenetica di Marrakech.
All’interno del giardino sembra di trovarsi distante km e km dalla caotica medina e ci dedichiamo un po’ di tempo libero tra le innumerevoli piante del jardin. E’ di proprietà di Yves Saint-Laurent il famoso stilista francese che è morto nel giugno del 2008.
Rientrati nella medina, ci fermiamo per un breve lunch a base di insalata, polpette e patate fritte per poi avvicinarci di nuovo verso l’hostel.
Nel pomeriggio, dopo le fatiche del mattino, dedichiamo un po’ del nostro tempo al corpo e la nostra destinazione si chiama Hammam Mille et une nuit.
Un po’ caro rispetto ai nostri standard, ma vale assolutamente la pena dedicarsi un paio di ore di relax dopo una giornata in giro per la città.
Lo splendido Hammam ci ricarica le batterie e usciamo per le strade della città andando nuovamente nella splendida piazza per immergerci nei profumi e colori tipici della Djeema-el-Fna.
Stasera zuppa marocchina e couscous di pollo, un bel tè per finire in bellezza la cena e due passi tra incantatori di serpenti streghe maghi e quant’altro.

16 Gennaio Marrakech
Questa mattina gli uccellini non ci svegliano; sta piovendo e gli aranci del giardino sono vuoti senza neppure un passerotto a saltare da un ramo ad un altro. Io, comunque, mi alzo molto presto; sono appena le 7 del mattino, mi metto il mio pijama ed entro nella camera n° 9 per praticare la mia ora di yoga. Al termine, la pioggia sta continuando a sbattere ininterrottamente sui tetti di lamiera delle case a noi vicine, e magari prendere un treno ed andarsene a Rabat sarebbe la cosa migliore.
Ma dopo una riflessione con Elisa decidiamo di rimanere ancora un giorno in città e in giornata visiteremo la parte sud della città.
Ci fermiamo per una colazione in uno dei tantissimi venditori di frittelle al miele e dopo aver sorseggiato il nostro tè, prendiamo la strada in direzione della kasbah. Giunti in Place des Ferblantiers, giriamo a destra ed entriamo nella kasbah e visitiamo il Palais el-Badi.
E’ un palazzo ormai in rovina ma che non oso immaginare cosa possa essere stato un tempo.
Molto grande, è abitato da una colonia di cicogne che hanno invaso le mura più alte del palazzo. Sotto una pioggia insistente, usciamo dal palazzo per dirigersi verso le tombe dei saaditi.
Ci fermiamo per un caffé sotto il minareto della kasbah mosque e dopo pochi minuti veniamo a conoscenza del fatto che le tombe riapriranno solo alle 3 del pomeriggio. Ormai ben bagnati, decidiamo di proseguire il tour lasciandoci alle spalle le tombe e ci immergiamo nella kasbah per poi uscire dalla porta sud giusto al lato del palazzo reale.
Passiamo di fronte al palazzo, che non ha niente a che vedere con il resto della città, e pian piano entriamo nel mellah, nome con cui si identificano i quartieri ebraici. Dopo aver sbagliato strada un paio di volte e dopo aver girovagato un po’ per le viuzze strette di questo quartiere, raggiungiamo il Palais de la bahia. Ma sembra che oggi non abbiamo troppa fortuna.
Anche questo palazzo, come le tombe, è chiuso; riaprirà alle 15 come le tombe, ma noi con i pesciolini che ormai nuotano dentro le nostre scarpe decidiamo di rientrare all’hostel.
Mentre io mi faccio una doccia calda per riscaldarmi un po’, Elisa sfortunatamente elimina l’unica nostra via di uscita per risolvere il problema degli indumenti ormai tutti bagnati.
Mi immagino la sua faccia quando il phon ha cessato di vivere!!!!!!
Prendendo il tutto con una ennesima risata, usciamo fuori per comprarne uno nuovo e per fortuna Elisa, che è una donna, ha la bellissima idea di chiedere al negoziante di mostrarci come funziona.
Il phon sembra fratello di quello che avevamo appena gettato nei rifiuti dell’hostel e quindi il bellissimo apparecchio azzurro non funzionante viene sostituito da uno ben funzionante ma di un color rosso sangue che mette quasi paura. Rientriamo in camera per asciugare le uniche scarpe che avevamo con noi, poi asciughiamo i nostri vestiti, e decidiamo di andare ad un Hammam anche stasera.
Andiamo allo Ziani (www.hammamziani.ma) che avevamo già visitato a Casablanca e anche se ci sono delle piccole differenze, soprattutto nei prezzi, anche questa volta esco da questa esperienza ben soddisfatto, come del resto ne ero uscito il primo giorno della mia esperienza marocchina a Casablanca.
Usciamo dall’Hammam che sono già passate le 20 e questa sera decidiamo di cenare in uno snack situato tra le viuzze della medina e di non tornare alla piazza principale.
Anche se un po’ rovinata dalla pioggia la giornata finisce in allegria pensando alla nostra prossima destinazione con in mente il buon ricordo di questa bellissima città marocchina.

17 Gennaio Rabat
Per fortuna, come già successo due mattine fa, mi sveglio con il canto degli uccellini che sono arrivati da chissà dove per giocare tra i rami degli aranci del cortile. Prepariamo la nostra roba e ci dirigiamo verso la stazione dei treni. Decidiamo di prendere un taxi, cosa che si rileva molto azzeccata visto che non avevamo controllato precedentemente gli orari dei treni diretti a Rabat. Per nostra fortuna arriviamo giusto in tempo per prendere il treno delle 09.00 senza dover aspettare sino alle 11.30. Il viaggio sarà molto piacevole; a parte la prima ora dove il paesaggio è rovinato da una fine pioggerellina, salendo verso nord il tempo cambia decisamente già prima di passare per Casablanca, il sole fa già capolino tra le nuvole ormai non più grigie. Arriviamo alla stazione di Rabat Ville con un’ora di ritardo e dopo aver chiesto informazioni sugli orari per Fès, ci dirigiamo verso la medina dove si trova il nostro albergo prescelto.
Per questa notte siamo ospiti all’hotel Dohrmi, situato proprio dopo l’ingresso della Medina. E’ una bella giornata e non facciamo in tempo ad entrare in camera che già siamo pronti per uscire di nuovo per dare un’occhiata alla capitale marocchina.
Prendiamo verso sud la larghissima e pulita Ave. Mohammed V, imbellita da due file di altissime palme e raggiungiamo la Sunna Mosque.
Aggiriamo la moschea, costeggiamo le mura del Mechouar, il quartiere che comprende il palazzo reale, e scendendo una strada raggiungiamo il Chellah.
Ben tenuto, visto da fuori, questo complesso comprende una parte che risale al periodo dell’impero romano e una seconda parte invece che è costituito dal complesso islamico con un minareto i resti di una vecchia scuola coranica e alcune tombe di re mori.
Ma la cosa più meravigliosa del complesso è la colonia di cicogne che abitano il sito ormai da diversi anni. Le rovine del minareto, le colonne della vecchia scuola coranica e tutti gli alberi che si trovano all’interno del sito, sono invasi dalle cicogne che sembrano non accorgersi assolutamente dei visitatori intenti a scattare foto ai loro nidi.
Usciamo dal complesso e rientriamo verso nord, questa volta però passando per fuori le mura, ammirando la valle sottostante nella quale scorre il fiume che divide la capitale dalla più piccola città di Salè.
Ci fermiamo per strada al monumento più famoso di Rabat: LE TOUR HASSAN!!! Un minareto mai terminato che con i suoi 44 metri di altezza domina i resti di una moschea distrutta da un terremoto e di cui sono visibili solo i pilastri.
Di fronte alla torre, sempre nello stesso complesso, il Mausoleo di Mohammad V all’interno del quale si trovano le tombe del padre e del nonno dell’attuale Re. Con il sole ormai nascosto dietro le bianche case della Medina, costeggiamo il fiume e raggiungiamo la Kasbah.
Ben tenuto, questo piccolo ma delizioso quartiere della capitale è un gioiello in confronto agli altri situati nelle altre città, ed è un vero piacere passeggiare al suo interno.
Sia per i suoi colori bianco e azzurro, sia per le sue tortuose viuzze la Kasbah merita certamente una visita. Giunti fino alla piattaforma segnaletica, ce ne stiamo un po’ seduti sul muretto, da dove è possibile ammirare la foce del fiume nonché una splendida vista sulla città di Salè.
Dopo la nostra sosta alla luce del tramonto, scendiamo fino a tornare alla medina e nuovamente ci immergiamo nel trambusto dei Souq.
Chi vende pelli, chi gioielli, chi scarpe e chi come al solito ci invita a sederci per mangiare una delle tante delizie marocchine.
Noi girovaghiamo un po’, poi dopo aver fatto una bella doccia calda, usciamo di uovo per una cena a base di kebab e coca-cola.
Solita passeggiata serale lungo il mercato e poi a letto.
Domani sveglia anticipata per raggiungere Fès.

18 Gennaio Fès
La sveglia suona che non sono ancora le 07.00 e quel suono così metallico mi riporta all’Italia e alla sveglia del Lunedì mattina. Per fortuna non è così, l’odore del the alla menta e di falafel cucinati sotto alla nostra finestra, mi fa ricordare immediatamente che siamo in Marocco.
E poi dai, mancano ancora 8 giorni prima di rientrare, e la sveglia di questa mattina ha un gusto meno amaro rispetto al solito.
Scendiamo le scale del Dohrmi hotel e visto che siamo leggermente in anticipo ci sediamo al bar che si trova proprio di fronte al nostro albergo.
The alla menta e pasta gustati con molto piacere e poi piccolo trasferimento a piedi fino alla stazione dei treni. Il treno è in perfetto orario, l’altoparlante avverte che il convoglio sta arrivando al binario 2 e noi ci apprestiamo a salire. Il treno è ben tenuto e molto pulito, e in perfetto orario arriva a Fès.
Anche qui, come al solito ci informiamo degli orari dei treni per la nostra prossima meta e poi ci incamminiamo verso la medina.
Decidiamo di prendere un bus che ci accompagna fino alla porta della Medina, ma si rivelerà un grosso sbaglio.
Aspettiamo lungo la strada per più di 40 minuti il bus n°9 che ci avrebbe dovuto accompagnare sino alla nostra destinazione, ma poi dopo varie discussioni veniamo a conoscenza del fatto che nei giorni festivi il n°9 non passa. E oggi che giorno è… Domenica.
Un signore a fianco che aspetta il bus come noi ci dice che il n° 29 può fare al nostro caso. Il problema che questo bus, invece di arrivare a Bab Bou Jeloud, la porta est della medina, arriva alla porta sud-ovest della medina.
E considerando che la medina di Fès è la più grande nonché la più intricata di tutto il Marocco lascio a voi tirare le conclusioni.
Ce ne andiamo a spasso per un’ora tra la gente e le piccolissime strade che costituiscono questa surreale città, cercando invano il nostro alloggio, fino a quando il peso degli zaini ci fa riflettere un attimo.
Meglio prendere un taxi forse…
Il taxi ci accompagna sino alla pensione Batha a pochi metri dalla porta principale per poco più di un euro… Alcune volte sono allibito dal nostro atteggiamento ostinato di non usufruire delle cose più confortevoli.
Dopo aver sistemato i nostri zaini nella stanza usciamo per un pranzo che si rileverà più caro del solito. 107 Dhr per un piatto di pesciolini fritti con un paio di contorni e un piatto di riso. Senza parlare poi della bettola in cui ci troviamo, senza acqua e con standard igienici al di sotto del normale.
Dopo questa bellissima fregatura, scendiamo giù per la medina, visitiamo la Medersa Bou Inania e poi ci immergiamo nel labirinto dei souq da dove è molto difficile uscire senza chiedere informazioni.
Raggiungiamo la piazza As-Saffarine, che avevamo già visto precedentemente, quando con gli zaini stavamo ancora girovagando per cercare il nostro albergo.
Da queste parti, ragazzini e non solo sono troppo insistenti e molto spesso non basta un semplice NO THANK YOU o NO MERCI.
Se ne stanno al nostro lato incessantemente senza lasciarci un attimo proponendosi come guide locali o come venditori di merci qualsiasi.
Un bambino di circa 6 anni ci è stato alle costole per circa un’ora offrendosi di accompagnarci in qualsiasi luogo della città e ininterrottamente ci ha chiesto soldi. Ma come al solito noi non molliamo e continuiamo la nostra visita.
In compagnia del nostro bambino raggiungiamo la zona delle concerie grazie anche all’odore acre della pelle che serve da richiamo per i turisti.
Dall’interno di un negozio, proprio sopra una terrazza, vediamo le vasche adiacenti alle case dove i lavoratori tinteggiano le pelli, in condizioni igieniche e di sicurezza a dir poco sconvolgenti.
Un odore fortissimo ci accompagna per tutta la nostra visita, lasciandoci immaginare quello che può riservare una giornata di lavoro da queste parti.
Salendo delle scale raggiungiamo un colle conosciuto come il quartiere andaluso dove troviamo la moschea e la scuola coranica.
Siamo ancora inseguiti dal bambino e a dir la verità mi sta stancando, ma lasciamo ancora perdere fino a che arrivati all’albergo ci saluta con un sorriso dicendoci che magari il giorno seguente avrebbe potuto accompagnarci come guida da qualche parte… Instancabile.
Ci facciamo una doccia e poi usciamo dalla medina dalla porta Est e ci sediamo per un buon the osservando la vita della città.
Siamo stati in piedi quasi 13 ore oggi e siamo veramente stanchi.
Stasera cena di lusso!!!!!!!!!!!
Bel ristorantino situato vicino a Bab Bou Jeloud che ci offre un buon cous- cous di manzo e un bel pollo cotto al limone.
Tutto per 70 Dhr. Ripensando al pranzo di oggi ci mettiamo a ridere per non piangere e sicuramente domani torneremo a trovare questi magnifici marocchini che ci hanno regalato un’ottima cena.

19 Gennaio Fès
Sono appena le 08 del mattino quando apro gli occhi e per fortuna fuori ci aspetta una bellissima giornata. Pian piano il sole si alza e alcuni raggi filtrano attraverso le nostre persiane sgangherate della camera.
Visto che il tempo è dalla nostra parte di fare una colazione sul terrazzo, dove conosciamo una coppia svizzera con la quale scambiamo alcune opinioni inerenti al viaggio in Marocco.
Facciamo colazione con un bel succo di arancia, un bicchiere di caffé e latte, un bel pane di semola con marmellata e burro. Così si inizia la giornata.
Salutiamo gli svizzeri e ci dirigiamo verso la Western Union per cambiare qualche soldo. Oggi il cambio è leggermente sfavorevole rispetto agli altri giorni anche se di pochi centesimi (10,595).
Decidiamo con Elisa di ritornare alle concerie, magari per comprarci qualcosa in pelle, inoltre al mattino dicono che i colori delle vasche sono decisamente migliori. Lungo la strada ci addentriamo in un souq di artigiani della pelle per ammirare come vengono assemblati i vari prodotti, come per esempio le babouches, le borse o i magnifici pouf, di cui ne abbiamo comprato un modello a Rabat. Elisa, affascinata da tutti quei prodotti, decide di comprare una borsa in pelle che certamente è lavorata a mano ed è fatta di vera pelle.
Scendiamo ancora giù per la Medina e ci fermiamo a prendere un the in uno splendido scorcio da dove osserviamo attoniti il via vai della gente.
Conosciamo due americani al piccolo bar del berbero ottantenne, i quali, dopo un primo momento di timidezza, ci svelano la loro passione per il cibo italiano nonché per la bellissima natura toscana.
Proseguendo il giro diamo un’occhiata alla Kairaouine Mosque dalla porta nord e ci rammarichiamo del fatto che non sia possibile visitarla all’interno.
Svoltiamo in direzione delle concerie e subito l’odore acre e forte delle pelli ci invita ad entrare nei negozi provvisti di terrazza per osservare i lavoratori intenti a conciare le pelli.
Il commesso di uno dei negozi ci invita a salire e seguendoci durante la nostra visita ci spiega con il suo italiano-spagnolo il processo di lavorazione delle singole pelli. Rimaniamo un po’ nella terrazza ad osservare quei poveri disgraziati rilegati nei bassifondi e poi ci diamo allo shopping.
Un po’ di buona pelle fa sempre piacere e poi per i prezzi che girano da queste parti non mi va di perdere questa occasione.
Dopo aver visitato le concerie non potevano mancare i tappeti.
Ricordo ancora quando fummo agganciati da un piccolo indiano nel centro di Old Dheli un paio di anni fa, con il quale passammo un paio di splendide ore a conoscere meglio il mondo dei commercianti di tappeti.
Anche questa volta a migliaia di Km di distanza siamo rimasti affascinati dal modo in qui ci vengono mostrati i tappeti nonché dalla bellezza stessa dei prodotti. Un vero professionista del commercio. Ma anche questa volta come quella passata in India salutiamo il nostro commerciante con una stretta di mano e un grosso sorriso, senza comprare niente ma augurandogli una buona fortuna sia nel lavoro che nella vita familiare.
Dopo aver salutato, risaliamo verso l’albergo per prendere un po’ di soldi e facciamo pranzo a base di baguette farcita con uovo e insalata, seduti su una panchina in piazza de L’istiqlal.
Poi pian piano, ci dirigiamo verso Fès El-Jdid, conosciuta anche come nuova Fès, dove visitiamo un cimitero ebraico e dove ammiriamo le maestose porte del palazzo reale. Scattiamo alcune foto lungo il percorso e poi rientriamo per un caffé di fronte a Bab Bou Jeloud. Dopo la breve sosta ci incamminiamo verso la collina che sovrasta la città.
Raggiungiamo in pochi minuti Borj Nord, da dove è possibile avere una idea delle dimensioni della Medina che caratterizza questa fantastica città imperiale. Rientriamo verso l’albergo e per strada facciamo uno spuntino con una deliziosa frittella marocchina e poi ci riposiamo sopra il letto prima di uscire per l’ultima cena di Fès. Al rientro dalla cena, passiamo un’ora abbondante con Mohammed, il ragazzo della reception che parla un buon inglese, il quale, dopo aver finito gli studi di giurisprudenza, spera di raggiungere i suoi cari amici in Francia…

20 Gennaio Mèknes
Ci svegliamo sotto una pioggia battente e ci prepariamo per la nostra prossima meta. Aspettiamo che la ragazza ci porti la colazione in camera, visto che in terrazza non è possibile, e poi usciamo in strada per rendere il primo taxi libero che si presenta nei pressi dell’albergo.
Il taxi ci porta fino alla stazione, dove compriamo il biglietto per Mèknes.
Il treno ha una mezzora di ritardo anche se si trova già sul binario n°2.
Saliamo per riscaldarci un po’, visto che questa mattina è più fresco del solito e attendiamo la partenza. In poco più di 40 minuti raggiungiamo la stazione di El-Amir Abdelkader di Mèknes e vista la pioggia, saliamo su un petit taxi di un celeste sbiadito che ci accompagna sino al nostro hostel.
Scendiamo su Rue Roumanzine e dopo aver risalito poche scale nascoste tra i vari bar della strada raggiungiamo il nostro alloggio.
Ci fermeremo al Maroc Hotel (80 Dhr per persona).
Lasciamo la nostra roba in stanza e anche se sta piovendo, decidiamo di uscire per dare un’occhiata alla città.
Per poco più di 3 euro, compriamo un magnifico ombrello che ci terrà compagnia sino all’ultimo giorno della nostra vacanza e poi salutiamo il negoziante dirigendoci verso il centro della città.
Svoltando a sinistra in fondo a Rue Roumanzine saliamo in direzione di Place El-Hedim. Il tempo certo non è dalla nostra parte e non ci aiuta a scoprire le vere bellezze della piazza, ma la imponente Bab El-Mansour non passa inosservata. Questa enorme e colorata porta, divide la piazza dalla città imperiale ed è un bello spettacolo osservarla sia da lontano che da vicino.
Entriamo nel mercato coperto situato sul lato sinistro della piazza, girovagando tra spezie dolci e polli, poi visitiamo il mercato del pesce, fino a raggiungere il lato nord della piazza.
In fondo, in un angolo della piazza, ci sediamo per un bel panino al pollo con contorno di zuppa alle fave. Da qui, facciamo pochi passi ed entriamo nel museo Dar Jamai, il quale, a parte i vari oggetti esposti, rimane un palazzo splendido da vedere. Dopo la visita al museo inizia la nostra visita alla Medina, girovagando come al solito tra i vari souq di gioielli, tappeti e migliaia di prodotti ancora, fino a ritrovarsi giusto di fronte alla Medersa.
Questa volta però decidiamo di non entrare, ormai in 10 giorni ne abbiamo già visitate 5 e a dire la verità non è che cambiano molto tra l’una e l’altra.
Passiamo di fronte alla moschea, la quale come al solito è interdetta ai non musulmani e quindi procediamo per la nostra strada visitando il resto della Medina. Ci dirigiamo verso nord, nelle piccole e fangose strade, e raggiungiamo in pochi minuti prima la moschea Berdaine, e poi Bab Berdaine, la porta settentrionale della città.
Da qui rientriamo passando per il mercato della frutta, ci fermiamo a prendere un the all’altezza di El-Jedid e poi usciamo dalle mura per vedere il mausoleo di Sidi Ben Aissa, il quale è stato appena restaurato.
Dalla piazza principale, entriamo nella città imperiale e dopo pochi metri raggiungiamo il mausoleo di Moulay Ismail dove entriamo per una breve visita. Vietato avvicinarsi alle tombe per i non mussulmani.. STRANO!!
Discendendo rue Sidi Nedjar, rientriamo in albergo dopo una giornata passata sotto la pioggia. Nel frattempo veniamo a conoscenza che a pochi passi dal nostro alloggio si trova un Hammam e quindi usciamo per raggiungerlo. Questa volta però, non si tratta di un Hammam per turisti.
Finalmente ho visto cosa si fa veramente dentro un Hammam.
Le tre immense stanze delimitate da grossi tubi in ferro, nei quali passa acqua calda e fredda, sono piene di marocchini sdraiati al suolo intenti a lavarsi.
C’è chi si lava i denti, c’è chi si fa lo shampoo, tutti indaffarati con i loro recipienti forniti dalla reception.
L’atmosfera è quasi fuori dal normale, e mi ci vuole un po’ per abituarmi a questa situazione. Una volta a mio agio però, mi sdraio al suolo anche io e cerco di imitare i miei vicini. All’interno ci sono anche alcuni bambini accompagnati dai loro nonni o dai loro padri che si preoccupano di curare e massaggiare bene i corpi dei più piccoli.
Il tempo a mia disposizione sta per finire, il BAGNO chiude alle 20:00 e quindi esco negli spogliatoi e mi preparo per rientrare in albergo.
Elisa mi sta già aspettando fuori, l’inserviente mi avvisa di tutto ciò ed io mi affretto per raggiungerla. Nella strada del ritorno scambiamo le nostre impressioni, e anche lei mi dice che al principio non si sentiva a suo agio.
Rientriamo che è ora di cena, dunque, dopo che Elisa si è asciugata i capelli, ce ne andiamo al Oumnia Restaurant, che è gestito da una coppia marocchina i quali hanno adibito la loro casa a ristorante.
Zuppa marocchina per entrambi, un tajine di manzo e un cous cous di pollo e per finire un bel dessert a base di biscotti marocchini e the alla menta.
Troppa roba questa sera, anche se per una volta può andare (150 Dhr in tutto).
Buona notte.

21 Gennaio Mèknes – Volubilis – Moulay Idriss
Stamani sembra che il tempo sia dalla nostra parte, è un po’ freschino, ma c’è un solicino che di tanto in tanto fa capolino tra le nuvole.
Dopo aver assaggiato un buonissimo yogurt e dopo aver bevuto il primo the giornaliero, ci dirigiamo verso la città nuova per cercare un grand taxi.
Per 10 Dhr a persona questi Mercedes 2.400 diesel del lontano 1980 vengono caricati come un carico di sardine e accompagnano i passeggeri fino a Moulay Idriss, la nostra destinazione giornaliera. Dopo circa 20 minuti di strada ci facciamo lasciare al crocevia sottostante alla città e da qui proseguiamo a piedi fino al sito di Volubilis. Percorriamo una piacevole strada fiancheggiata da olivi e in poco più di 30 minuti raggiungiamo le rovine.
Paghiamo i 20 Dhr d’ingresso e incominciamo la visita al sito.
Grandi frantoi situati sulla parte sud del complesso, testimoniano un’intensa attività produttiva di olio anche fin dai tempi dei romani. Poi ci dirigiamo verso ciò che rimane di antiche terme romane, fino a raggiungere prima il Campidoglio, poi il Foro e poi la Basilica, dove le cicogne sono rimaste le uniche abitanti del luogo. Passiamo attraverso l’arco di trionfo e poi saliamo lungo la strada principale per ammirare alcuni mosaici dispersi tra i resti di vecchie case, appartenenti a ricchi romani dell’antichità.
Lasciamo il sito dopo poco più di un’ora e rientriamo a Moulay Idriss con un vecchio furgone Mercedes. Saliamo per una ripida strada che ci porta in una piazza animata con decine e decine di Mercedes che aspettano di partire per villaggi limitrofi e ci sediamo in una delle tante bancarelle situata a lato della piazza. Il simpatico marocchino che ci accoglie non è che parli molto bene la lingua francese, ne tanto meno altre lingue, così ci intendiamo un po’ a gesti un po’ ad intuito. E’ molto carino, dice di essere un Berbero e ci invita subito a bere un caldo the alla menta. Per proseguire prendiamo un bel tajine di montone, 8 squisite polpette di carne condite con pomodoro e cipolla e una bottiglia di acqua fresca. Ci indica in qualche modo i punti più interessanti della città, disegnandoci una cartina della città che si rileverà inutile nel corso del nostro tour. Saliamo su per la strada che porta fino alla piazza principale e come è accaduto in qualsiasi parte del Marocco, veniamo subito inseguiti da una serie di guide che ci invitano a seguirli.
Noi lasciamo perdere, e raggiungiamo da soli il Mausoleo di Moulay Idriss, che è osservabile solo da fuori. Ce ne stiamo immobili appoggiati alla grossa sbarra che divide il mondo mussulmano da quello dei turisti e ammiriamo il lungo corridoio del Mausoleo, ornato di splendidi zellij.
Inerpicandosi su per le strette strade della città e salendo innumerevoli scalini, raggiungiamo dei punti panoramici molto suggestivi, dai quali è possibile ammirare da una vista diversa l’enorme Mausoleo con il suo minareto e i caratteristici tetti verdi. Rimaniamo un po’ ad osservare la città dall’alto e poi ridiscendiamo le piccole vie fermandoci ad osservare l’unico minareto di forma circolare di tutto il Marocco, caratterizzato da un color verde brillante e da scritte bianche circolari.
Passando per il mercato della frutta, rientriamo al piazzale dei grand taxi, e sotto la pioggia raggiungiamo il nostro amico berbero che ci accoglie nuovamente con un caldo the alla menta.
Un piccolo raggio di sole fa capolino tra le nuvole, colorando le azzurre finestre delle case di calce bianca, che caratterizzano la città.
Noi, incoraggiati da questo raggio di sole, saliamo su un grand taxi e rientriamo a Mèknes. Arrivati in città, ci sediamo su una gradinata lungo la via principale, giusto nel bel mezzo di un insolito parco.
Sono ormai le 17, e anche oggi abbiamo deciso di approfittare della vicinanza dell’Hammam per passare un paio di ore in relax.
Dopo l’Hammam, raggiungiamo la Medina per cena e ci sediamo al ristorante “mil e una nuit”.
Ottimo cibo in una splendida casa tipica marocchina, unico problema i tempi.
Abbiamo atteso due ore per avere un cous cous e un tajine con the alla menta.
Il cibo però era buonissimo.

22 Gennaio Asilah
Dopo aver salutato la piccola marocchina dell’albergo con il suo grazioso accento spagnolo, ci dirigiamo verso il bar di fronte all’albergo per l’ultima colazione di Mèknes. Poi a piedi raggiungiamo la stazione dei treni; aspettiamo circa un’ora prima di partire fino a che alle 11:29 il nostro treno arriva sul binario 1. Cambiamo treno a Sidi Kacem e raggiungiamo sotto una pioggia battente la nostra destinazione. Sono le ore 15.30 quando saliamo nel nostro taxi che ci lascia a pochi passi dall’hotel Sahara, che ha degli standard igienici mai visti fino ad ora. Ben tenuto con dei bagni in comune super puliti, resterà la nostra migliore scelta in tema di alloggio.
Ma dopo aver lasciato la nostra roba, assaliti da una tremenda fame, raggiungiamo uno dei tanti ristoranti spagnoli situati in città.
Oggi paella e birra. La pioggia continua e noi non possiamo fare altro che iniziare una breve visita della città sotto la pioggia. Ma ben presto ci scoraggiamo e rientriamo in albergo preparandoci per l’ennesimo Hammam.
Unico della città, molto economico e caratteristico, rimane il più simpatico di tutto il Marocco. Alla faccia di coloro che se ne vanno in Hammam per 50 euro… Qui con un euro rimani quanto vuoi e soprattutto puoi dire di aver visitato un Bagno marocchino.
Dopo l’Hammam, rimaniamo un po’ in albergo a parlare con il proprietario e uno strano tipo spagnolo cerca di aggirarmi inventandomi una bella storia di rapine e tante altre storie. Dice di essere rimasto a piedi perché i suoi amici spagnoli lo hanno sceso lì e se ne sono andati con il camper che li aveva accompagnati da Sevilla. Poi gli avevano rubato i soldi, i documenti e il cellulare e non sapeva come rientrare. Un po’ rimango ad ascoltarlo poi lo saluto. Per cena ce ne andiamo lungo Ave Hassan II e poi facciamo due passi lungo mare, prima di andare a dormire.

23 Gennaio Asilah
Cosa dire, proprio un finale sotto la pioggia.
Anche oggi ci svegliamo sotto la pioggia, ormai siamo alla fine del viaggio, ma decidiamo comunque di non prendercela per questo orrendo tempo.
Usciamo a mattina inoltrata dopo essere rimasti a letto ad ascoltare la pioggia e facciamo colazione ad un bar situato all’angolo opposto del nostro albergo.
Sembra che la pioggia stia cessando di intensità e noi ne approfittiamo per una visita alla città.
Tutti i siti di interesse sono chiusi, non sappiamo a cosa sia dovuta questa chiusura, ma è impossibile visitare ciò che ci eravamo prefissati. Proprio un finale con i fiocchi. A parte tutto facciamo un giro per la Medina, raggiungiamo la torre di El-Kamara, ci addentriamo per le vie del centro e arriviamo prima ai cannoni e poi al palazzo di Raissouli.
Costeggiando i bastioni della Medina, che ricordano vagamente quelli di Essaouira, saliamo sul bastione sud-occidentale da dove è possibile ammirare l’Oceano che al momento sembra piuttosto movimentato.
Da quassù è possibile dare un’occhiata al cimitero dei Mujaheddin e ad un santuario che senza più sorprenderci è chiuso ai non musulmani.
La visita sarà breve in quanto ha ricominciato a piovere con una certa insistenza; dunque entriamo in uno splendido ristorante.
Passiamo un paio di ore all’interno di questo stravagante ristorante, parlando con uno stranissimo signore che alla fine risulterà il padrone…
A parte il buon pesce di queste zone, non siamo stati molto fortunati in questi due giorni in riva al mare. Sicuramente con il buon tempo, sarà un ottimo luogo di mare con ottimi pranzi di pesce e un po’ di vita andalusa-marocchina. Salutiamo il nostro albergatore prima dell’ennesimo Hammam e poi prepariamo lo zaino per raggiungere Casablanca.

24 Gennaio Casablanca
Pioggia!!!!!!!!!!!!!!!
Come descrivere questo stupido clima… Se possibile non visitate il Marocco in Gennaio, per lo meno se siete in cerca di un po’ di caldo.
Certo che eravamo consapevoli del freddo che avrebbe fatto in questo mese, ma non per questo deve piovere 10 giorni su 15…
Il treno che parte da Asilah è in partenza dal binario 2 e alle 08:44 in punto lascia la stazione.
Raggiungiamo Casa in poco meno di 5 ore e una volta arrivati in città per fortuna il cielo si apre un po’.
Per questa ultima notte marocchina decidiamo di regalarci un alberghetto leggermente migliore ed optiamo per l’hotel Astrid.
E’ un albergo molto accogliente e non costosissimo, bastano circa 280 Drh per la notte e noi ci godiamo queste ultime ore in un comodissimo letto.
La sera usciamo per una cena alla Medina, una passeggiata per la zona centrale e facciamo i nostri soliti acquisti dell’ultima ora.
E’ sempre un piacere fare compere lungo i mercati pubblici, sia che tu ti trovi in America, in Asia o in Africa.
Una contrattazione da altri tempi, anche se alla fine rimaniamo sempre tutti contenti. Rientrando in albergo lasciamo un messaggio alla reception che puntualmente ci sveglia alle 05:00 per poter raggiungere in tempo l’aeroporto di Casablanca.
Anche questa volta si rientra con tanti pensieri e tanti ricordi.
Lasciamo un paese per raggiungerne un altro totalmente diverso e che in poco tempo ci farà dimenticare il bel tempo passato tra moschee scuole coraniche e migliaia di souq.
Ciò che rimarrà come al solito sono le persone, e le loro storie, e questa volta ciò che più mi rimarrà impresso nella mente, sarà il richiamo alla preghiera dei Mujaheddin che ci ha accompagnato in tutte le ore del giorno e in tutti i luoghi visitati…

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