Madagascar 2007


Centro-Sud del vero viaggiatore

(diario di viaggio dal 15 settembre all’8 ottobre di Paola B.)

« di 2 »

Il viaggio in Madagascar è stato una vera scoperta, non pensavo offrisse tante meraviglie. Sono stati 23 giorni molto intensi e abbastanza faticosi, però pieni di momenti allegri e commoventi.
I partecipanti a questo viaggio sono:
Ivana, la mia migliore amica, la quale sono ben 23 anni che viaggiamo assieme con i nostri mariti, ma negli ultimi 7 anni girovaghiamo per il mondo solo noi 2.
Livio: un amico conosciuto 4 anni fa tramite la trasmissione “alle falde del Kilimangiaro”
Antonella: moglie di Livio.
Claudio e Catia: marito e moglie, amici di Livio, da me conosciuti in questo viaggio, che però si sono rivelate 2 persone molto disponibili e simpatiche e adattabili a qualsiasi situazione (a parte qualche scarafaggio di troppo).
Paola: sono io quella che scrive questo diario di viaggio, se qualcuno ha bisogno di ulteriori informazioni può scrivere a:
paolaborciani@libero.it

SPESO:
VOLO AIR FRANCE (BOLOGNA > ANTANANARIVO)– € 894
VOLO FORT – DAUPHIN——————————————-  € 150
ALBEGHI + VITTO + VARI————————————–     € 1000
ASSICURAZIONE AGENZIA————————————   € 150
BARCA TSIRIBIHINA———————————————    € 109
EXTRA——————————————————————– € 100
TOTALE —————————————————————–  € 2400

LUOGHI VISITATI: ANTANANARIVO, MIANDRIVAZO, TSIRIBIHINA, BEKOPAKA, MORONDAVA, ANTSIRABE, RANOMAFANA, AMBALAVAO, ISALO, ANAKAO, ITAMPOLO, LAVANONO, FAUX-CAP, BERENTY, FORT-DAUPHIN.

IL NOSTRO APPOGGIO IN  MADAGASCAR è L’AGENZIA: maheryt@yahoo.fr

Per chi lo desidera ho i nomi dei vari hotel.

RIFLESSIONE SUL VIAGGIO IN MADAGASCAR
Sono un’appassionata dell’Africa, che ho girato in lungo e in largo dove è possibile andare senza pericoli e penso proprio che mi sia venuto il famoso “mal d’Africa“. Quando abbiamo deciso di visitare il Madagascar, pensavo che non offrisse molto, invece assomiglia in tante cose alla mia amata Africa. Quando passavamo con il fuoristrada nelle radure deserte, mi aspettavo da un momento all’altro di veder sbucare qualche leone, elefante e altri animali feroci e questo mi è mancato molto. In compenso sono rimasta affascinata dai Lemuri, pensavo fossero delle semplici e fastidiose scimmie, invece sono bestiole veramente simpatiche e affabili. Un’altra cosa che mi ha colpito in molti posti ma soprattutto al sud-ovest, è la mancanza di acqua e luce elettrica, soprattutto perché non riparando le strade (costruite dai francesi 30 anni fa) piene di buche e non asfaltate, non possono trasportare niente via terra da un posto all’altro. Addirittura in un villaggio dove ci siamo fermati in un (si fa per dire) “Ospedale” per dare loro un po’ dei nostri medicinali, la cosa più importante che ci hanno chiesto, era se avevamo dei sedativi o anestetici per quando devono operare o semplicemente togliere i denti, tutte cose che per noi sono talmente ovvie e banali, per loro sono preziose come l’oro.
Il popolo Malgascio, come del resto tutta la gente povera, ha la dignità, la semplicità, l’onestà, il rispetto gli uni con gli altri e tante altre virtù che noi “popoli progrediti” non abbiamo più già da molto tempo ed è forse per queste ragioni che spesso e molto volentieri cerco di fare i miei viaggi in mezzo a loro.
Un consiglio che posso dare a chi vuole intraprendere un viaggio in Madagascar è quello di non fare i soliti tour turistici dove tutto è comodo e preparato, ma di approfondire la visita anche in mezzo alla loro vita quotidiana, armandosi di molta umiltà e generosità.
Infine il viaggio è stato faticoso, ma tornerei a farlo domani stesso e spero di poter un giorno, non troppo lontano, di tornarci per poter vedere la parte nord dell’isola.

DIARIO GIORNO PER GIORNO
1°) giorno: Volo Bologna-Antananarivo
Ci troviamo tutti all’aeroporto di Bologna alle 6 di mattina e dopo aver fatto scalo a Parigi, arriviamo alle ore 23 ad Antananarivo, capitale del Madagascar. All’uscita dell’aeroporto conosciamo il nostro autista che ci accompagnerà per tutto il viaggio e si rivelerà una persona molto affidabile, esperta e gioviale. Per Claudio e Catia è il primo viaggio fuori dall’Italia, perciò rende ancora più difficile l’impatto con il popolo Malgascio, dove persiste una miseria estrema. Dopo aver caricato i molti bagagli (anche perché abbiamo preso con noi le tende e i sacchi a pelo, che si sono poi rivelati indispensabili), ci dirigiamo al primo hotel. Siamo talmente eccitati per il viaggio che dormiamo pochissimo.

2°) giorno: Antananarivo >Miandrivazo
Ivana ed io di solito ci alziamo sempre molto presto e quindi prima di andare a fare colazione, ordiniamo le valigie, infatti sempre per paura di perderne una, mischiamo i vari indumenti. Perciò in un borsone mettiamo tenda, sacchi a pelo, scarponi e indumenti pesanti che per ora non ci servono. Poi andiamo in un bel giardino interno dell’hotel per fare colazione. Non ci sono ancora gli inservienti, però c’è un tavolo pieno di baguette caldissime e perciò pensiamo che il viaggio si preannuncia già GUSTOSO. Mentre facciamo colazione con le baguette viste poco prima, marmellata fatta in casa, caffé (se si può chiamare caffé) e gustose crepes alla cioccolata, ci raggiunge l’autista, che ci spiega un po’ il tour che faremo nei prossimi 23 giorni. Verso le ore 09 partiamo, il clima è abbastanza buono, infatti Antananarivo è a circa 1300/1600 m. sul livello del mare. Lungo la strada, col fatto che è Domenica, possiamo vedere la gente tutta vestita a festa per recarsi alla Santa Messa e ci ricordiamo quando anche i nostri genitori o nonni facevano altrettanto. Arrivati ad Antsirabe ci fermiamo a pranzo in un Hoteli (tipici ristorantini locali molto alla buona ma dove si mangia molto bene e per soli 2/3 € a testa). In una finestra notiamo dei tendini molto particolari, praticamente intrecciano delle corde grezze e secondo me, perché non hanno di meglio. Mentre percorriamo uno dei pochi pezzi di strada asfaltata che c’è qui in Madagascar, tra una pennichella e 2 o 3 (si fa per dire) chiacchiere, come panorama dai finestrini vediamo il verde di tantissime risaie a terrazza e sembra di essere in Liguria. Man mano che proseguiamo nel viaggio la temperatura aumenta saranno circa 30°. Arriviamo a Miandrivazo ed alloggiamo in bungalow dove alla notte siamo costretti a dormire con i ventilatori a tutto gas dal caldo che c’è. Il ristorantino dell’hotel è abbastanza accogliente a parte le travi dove io, mentre fotografo, ci sbatto la testa ben 2 volte. Il mangiare è a base di pollo “molto duro” e pesce di fiume abbastanza buono.

3°) giorno: crocierina sul fiume Tsiribihina
Partiamo presto (come del resto quasi per tutto il viaggio faremo delle levatacce per poter vedere il più possibile nel migliore dei modi) percorriamo il pezzo di pista molto sconnessa che ci permette di raggiungere il fiume Tsiribihina. Qui lasciamo l’autista, (dove lo ritroveremo alla foce) per permetterci di fare una mini crociera, dove tutti noi ci siamo molto rilassati e inoltre ci sentiamo dei veri “nababbi”. Ci imbarchiamo su un battello, dove avremo a nostra disposizione il capitano, 2 cuoche e 3 ragazzi che ci permetteranno di passare 2 giorni fantastici. Caricati i bagagli ci accingiamo a ridiscendere il fiume MORA-MORA (piano piano come si dice in Madagascar) per poter ammirare le bellezze naturali della regione, come la gola del tsiribihina, dove il fiume millenni dopo millenni ha scavato nella roccia rendendo così il panorama una cosa irreale. Poi la popolazione, che usa il fiume per qualsiasi necessità, per esempio: le donne lavano il bucato, trasportano le varie mercanzie, usano l’acqua per lavorare il tabacco da loro stessi coltivato ed infine lo usano per la propria pulizia, infatti abbiamo visto tutti, anche i bambini, lavarsi perfino i denti dentro al fiume. In questa stagione  il livello del fiume è un po’ basso, perciò ogni tanto il battello si arena sulla sabbia e i 3 ragazzi del battello devono scendere e con molta fatica spingono a mano il battello fuori dalle secche. Verso sera sbarchiamo per andare a fare il bagno in una piscina naturale con tanto di cascata che ci permette di fare anche l’idromassaggio, una escursione veramente piacevole anche perché sul battello non c’è il bagno quindi possiamo fare una super doccia. Attracchiamo sulla riva del fiume e mentre le 2 cuoche preparano succulenti piatti, noi (con l’aiuto dei ragazzi del battello) montiamo le tende per la notte. Io, avendo fatto ben 20 anni di campeggio, monto il mio Igloo in 4 minuti, invece gli altri non essendo esperti ci impiegano più di un’ora. Siamo tutti molto eccitati ed euforici, infatti Ivana inciampa ben 2 volte in un tirante catapultandosi sulla tenda di Claudio, permettendo a noi tutti di ridere e divertirci. Ivana ed io, ridendo e scherzando, rimaniamo sveglie fino alle 2 di notte. Così facendo possiamo ammirare il meraviglioso cielo stellato che è sopra di noi.

4°) giorno: crocierina sul fiume Tsiribihina
Alle 6,30 dopo aver smontato le tende il battello riparte e noi, lasciandoci dolcemente cullare dal fiume sotto di noi, facciamo una succulenta colazione a base di panini caldi appena sfornati, frutta esotica di stagione, poi ci sistemiamo sui vari lettini e poltrone per gustarci in relax la navigazione. Ad un certo punto Claudio, che in questo viaggio si era ripromesso di smettere di fumare, vedendo uno dei ragazzi del battello che fumava, non ha resistito e gli ha chiesto una sigaretta. Il ragazzo, molto cortesemente, ha preso un pezzo di giornale, gli ha messo dentro un po’ di tabacco, poi con una bella ”leccata” ha chiuso la carta formando così la sigaretta e poi l’ha offerta a Claudio, questi l’ha fumata facendo i complimenti ai ragazzi. Verso metà mattina dobbiamo fermarci a riva, perché Claudio, dopo 4 giorni, si è dovuto ”scaricare di un peso naturale”. Verso le 11 scendiamo a terra per la visita di un villaggio. Prima però andiamo dietro ad alcune piante per poterci “scaricare” e quando Livio ritorna dice: “mai capitato che mentre sono alla turca con il pisello ciondolante, passa una donna, mi guarda e non fa una piega!!!!!“.
Mentre visitiamo il villaggio siamo circondati da tanti bambini che ci chiedono BON-BON, matite e altro, sono poveri anche qui, però avendo l’acqua del fiume, hanno più possibilità di coltivare vari alimenti per la sopravvivenza. Ci fanno visitare la scuola e anche dove lavorano il tabacco e sinceramente devo dire che è un lavoro disumano, mangiano tanta polvere di tabacco che sicuramente avranno i polmoni pieni. Alla sera, dopo aver montato le tende e cenato, alcuni ragazzi di un villaggio lì vicino ci intrattengono, attorno ad un falò, con balli e spettacoli vari. Alcuni bambini si sdraiano per terra e si spostano avanti ed indietro sulle punte dei piedi e delle mani, sembravano dei ranocchi. è stata una serata molto bella ed emozionante. Alle 2 di notte (prima non si può perché c’è troppa luce a causa della luna piena) ci troviamo per ammirare ancora il magnifico cielo stellato, si vedeva benissimo la via Lattea e ci viene d’istinto di allungare la mano per poter toccare una stella.

5°) giorno: Parc National des Tsingy de Bemaraha
Alla mattina, dopo aver smontato le tende ripartiamo, però dobbiamo fare delle soste in più a causa di alcune “cagarelle” fuori programma. Verso mezzogiorno terminiamo la minicrociera molto a malincuore perché ci siamo trovati tutti molto bene sia come equipaggio che come cucina veramente elaborata e squisita. Ritroviamo l’autista e caricati i bagagli ci dirigiamo verso nord su di una pista piena di buche e dopo 4 ore arriviamo a Bekopaka. Qui il nostro autista si esibisce in una vera acrobazia, fa salire l’auto su una zattera, passando su 2 passerelle inclinate, dove noi sicuramente saremmo finiti in acqua, lui invece è stato perfetto e non ha fatto una piega. Attraversiamo il fiume con il traghetto (zatterone) spinto a mano ed arriviamo poco dopo al Parc National des Tsingy de Bemaraha. Arrivati all’hotel, Livio e Claudio dormono in tenda e noi 4 donne in un bungalow. Ci saranno 35 gradi e Antonella per paura delle zanzare chiude tutte le finestre e le porte, inonda letteralmente di insetticida la camera, accende una decina di zampironi, 3 o 4 macchinette, ci avvolgiamo nella zanzariera e praticamente oltre alle zanzare, per poco non moriamo anche noi. Naturalmente anche qui, come in quasi tutto il viaggio, alle 10 di sera tolgono la luce, perché usando i generatori e avendo poco carburante, non possono lasciare la luce tutta notte.

6°) giorno: Parc National des Tsingy de Bemaraha
Alzati alle 5,30. Livio e Claudio decidono di fare il grande Tsingy. Mentre noi 4 donzelle prima facciamo un giro in piroga sul fiume tsiribihina dove vediamo alcune tombe dei primi abitanti del Mad, poi esploriamo 2 grotte e ammiriamo anche la gola del Manambolo, in una atmosfera rilassante e tranquilla. Tornati a terra con la guida andiamo al Petit Tsingy (piccoli aghi) e ci divertiamo moltissimo andando su e giù su queste specie di pinnacoli, inoltre ci sentivamo MOLTO “INDIANA JONES“ ed è stato molto entusiasmante senza essere molto faticoso. Invece quando tornano, alle ore 14,  i ragazzi, sono stremati dalla fatica. Ci dicono che è stato stupendo passare sui ponti tibetani con le imbragature a 70 metri di altezza, però molto faticoso e che è stato meglio che noi non ci siamo andate. Il pomeriggio lo passiamo riposandoci in hotel. Alla sera andiamo a fare una specie di safari notturno, dove vediamo camaleonti, iguane, ma soprattutto vediamo il Lemure più piccolo ed in effetti sembra un topolino. Poi a nanna, sempre naturalmente dopo aver adeguatamente messo i vari zampironi e macchinette per le zanzare. Siamo molto stanchi ma soddisfatti della bella e intensa giornata.

7°) giorno: Marondava (via dei baobab)
Alzati alle 4,30. Ci fermiamo lungo la strada in una locanda, dove la titolare ci prepara la colazione a base di the, caffé caldo, latte, marmellata fatta in casa e dei fantastici panini caldi appena cotti che gustiamo molto volentieri. Quando usciamo Antonella, avendo un po’ esagerato con i panini, ci dice: “Ho 4 panini che vanno su e giù dalla gola allo stomaco!!”. Traghettiamo ancora ben 2 volte su quelle specie di zatteroni, potendo così vedere ancora la bravura dell’autista. Percorriamo circa 200 km di pista molto brutta, per arrivare alla Avenue du Baobab, uno splendido viale dove ci fermiamo per fotografare un tramonto indimenticabile e vediamo anche il Baobab innamorato (2 baobab attorcigliati fra di loro). Arriviamo a Morondava e ci aspetta una cena a base di Gamberoni, gamberetti al cocco, tonno, sogliola e crepe al cioccolato. Con noi a cena c’è anche l’autista e spendiamo € 5 a testa. Non abbiamo potuto goderci il simpatico albergo, perché siamo arrivati di sera e ripartiremo alla mattina presto. Anche gli hotel sono economici, non spendiamo mai più di 15 € a testa.

8°) giorno: Antsirabe
Alzati alle 05. Colazione lungo la strada nelle bancarelle molto rustiche, Claudio ed io mangiamo ciambelle fritte e beviamo il caffé nelle tazze smaltate, (non proprio nuove!!!) gli altri fanno un po’ gli schizzinosi, ma poi la fame prevale e alla fine constatiamo che è tutto buono. Inoltre l’autista ci consiglia di comprare alcune frittelle in più, da dare ai bambini lungo la strada. Oggi ci aspetta una giornata di trasferimento, dobbiamo percorrere 420 km tra cui 200 km di pista veramente brutta, incontriamo molti villaggi e tantissimi bambini. Il caldo si fa sentire, ci saranno circa 35/40 gradi e Claudio verso sera ha la febbre, pensiamo ad un’insolazione. Arriviamo ad Antsirabe altitudine 1800 mt. quindi la temperatura si è abbassata ed è piacevole. Andiamo a cena in un locale per turisti con l’orchestra, quando ci portano i piatti con le varie pietanze, non capiamo di chi sono e perciò salta fuori la famosa frase di Ivana, che ripeteremo per quasi tutto il viaggio: ”FERMA TUTT“ (fermi tutti in Mantovano). Rientrati in hotel, Claudio, che era rimasto a letto per la febbre, ha anche la diarrea e il vomito. Purtroppo questi sono gli imprevisti dei viaggiatori, prima o dopo capita in tutti i viaggi.

9°) giorno: Parco Ranomafama
Partiamo un po’ in ritardo a causa dell’auto che ha un problema al radiatore. Poco lontano da Antsirabe andiamo a vedere un laghetto abbastanza carino, ci fermiamo a fare alcune foto. Poi proseguiamo e lungo la strada ci fermiamo per vedere gli intagliatori del legno, dove compriamo alcune cosucce carine. Alle ore 6 arriviamo al Parco Ranomafana, a causa del ritardo accumulato durante la giornata, dobbiamo fare l’escursione notturna troppo velocemente e con molta fatica saliamo in cima alla montagna dove purtroppo non possiamo vedere i lemuri notturni. Inoltre mentre scendiamo Ivana inciampa e si sloga una caviglia. Dormiamo in bungalow carini, vicino ad un fiume dove la gente del posto attraversa a guado per andare nel paese

10°) giorno: Ambalavao
Al mattino Catia ed io andiamo a fare il safari nel parco, accompagnate da ben 3 guide. Siamo molto fortunate perché possiamo ammirare molte specie di lemuri dentro ad una foresta meravigliosa. In più col fatto che non piove da 2 settimane, non ci sono le sanguisughe, le quali quando c’è umido si attaccano alle gambe. Mi dispiace per Ivana che non ha potuto venire a causa della caviglia, ma insieme a Livio, Antonella e Claudio sono andati a visitare le terme dove ha fatto dei massaggi e sta  molto meglio. Nel pomeriggio lungo la strada ci siamo fermati a vedere delle cascate. Arriviamo in un hotel a  Ambalavao dove possiamo ammirare delle siepi di bouganville fantastiche. Cenato come al solito molto bene, andiamo a dormire alle 21,15 sempre molto stanchi.

11°) giorno: Parco Ranohira
Qui ad Ambalavao vicino all’hotel dove abbiamo dormito c’è la Fabrique de Papier Antaimoro, una cartiera dove si produce la famosa carta di Antaimoro, possiamo assistere al processo di lavorazione che consiste nell’appoggiare dei fiori freschi sopra ad un impasto speciale fatto con gli arbusti di aloha e poi fatti essiccare al sole. Lasciamo gli altopiani e il panorama cambia radicalmente, dal verde lussureggiante delle risaie passiamo ad una distesa arida e priva di vegetazione. Arriviamo a Ranohira, ci riposiamo per un’oretta in hotel, poi andiamo alla Fenetre de l’Isalo. Un sistema di rocce, sembra di essere affacciati ad una finestra e da qui possiamo ammirare un tramonto fantastico. Ceniamo con Misao Special (spaghetti con pollo, verdure, carne e frittata).

12°) giorno: Parco Ranohira
Al mattino andiamo al Canyon Maki o Singes, ci fermiamo spesso per gustarci i lemuri Sifaka e Catta che fanno delle vere acrobazie tra i rami. Più avanti lungo il canyon saliamo e scendiamo da macigni enormi caduti nel fiume da millenni di anni, poi ci sono laghetti naturali e spiaggette fantastiche in mezzo ad un verde straordinario. Rimaniamo tutti a contemplare lo spettacolo che ci offre la natura e non vorremmo andarcene. Verso mezzogiorno torniamo in albergo per un breve riposino, poi al pomeriggio attraversiamo una radura molto selvatica per poter raggiungere le Piscine Naturelle. Qui rimaniamo letteralmente a bocca aperta per l’”EDEN” che si presenta ai nostri occhi. Ci tuffiamo in un laghetto contornato da palme e cascate spumeggianti, per fare un bagno che difficilmente dimenticheremo. Mentre siamo lì, una guida si tuffa da circa 10 m. nel lago e anche questo è stato bello (soprattutto la guida). Livio e Claudio proseguono la gita, andando a vedere delle altre cascate, mentre noi donne torniamo in albergo un po’ esauste. Alla sera andiamo a letto stanche per i 12 km. percorsi durante la giornata, ma contenti di aver visto cose fantastiche.

13°) giorno: Tulear > Anakao
Alzati alle 4. Facciamo colazione in camera con caffé, panini e altro che la sera prima i camerieri ci hanno portato in camera. Partiamo che è ancora buio e quindi circa alle 6 possiamo ammirare un’alba bellissima. Lungo la strada attraversiamo villaggi di cercatori di zaffiri, sembra di essere al tempo del Far- West, infatti i cercatori costruiscono loro stessi delle vere e proprie baracche, molte delle quali con tetti di lamiera, dove sicuramente con il caldo che c’è non vivono certo bene. Arriviamo a Tulear, qui lasciamo l’autista (che ritroveremo fra 3 giorni), ci fanno salire su un carretto tirato da 2 Zebù per portarci ad un motoscafo, perché essendoci la bassa marea non può venire a riva a prenderci. Percorriamo un tragitto di circa 2 ore, dove a causa del mare mosso, arriviamo ad Anakao completamente fradici d’acqua. Ci sistemiamo in bungalow carini e tutti rivolti verso un mare fantastico. L’acqua da queste parti è preziosa e perciò mettono dei secchi pieni di acqua a scaldare al sole, poi noi con dei recipienti ci facciamo la doccia. Da qui in poi cominciamo ad abbuffarci di crostacei e pesci cucinati in maniera fantastica. Infatti a pranzo mangiamo 4 aragoste, 2 calamari enormi, 1 pesce, vari contorni 1 birra e 2 bottiglie d’acqua e spendiamo € 4,50 a testa. Pomeriggio relax in spiaggia. A cena andiamo in un ristorante!!! (bettola) dove mangiamo ancora aragoste, polipi e altro al lume di 1 candela, dove praticamente non vediamo niente, ma pensandoci è meglio così. Alla notte un fortissimo vento ci fa temere che il tetto di paglia voli via, ma fortunatamente rimane tutto intatto.

14°) giorno: Nosy Ve
Dopo una buona colazione, saliamo a bordo di una piroga a vela dei pescatori Bara per andare all’isola di Nosy Ve. Arrivati facciamo subito il giro dell’isola a piedi, dove possiamo gustarci una spiaggia bianchissima e un mare dai colori più vari. Facciamo anche vari bagni, poi verso mezzogiorno torniamo dai nostri pescatori, i quali ci hanno preparato una grigliata con il pesce pescato poco prima apposta per noi. Insieme a noi ci sono anche alcuni turisti italiani di Avventure nel Mondo, così possiamo chiacchierare e confrontare i due tipi di viaggi, sinceramente constatiamo che il nostro tour è molto più avventuroso del loro. Metà pomeriggio torniamo con la piroga ad Anakao, contenti per l’escursione molto bella (ci sembrava di essere sull’isola dei famosi), ma un po’ delusi della barriera corallina perché non abbiamo visto pesci o altro come noi ci aspettavamo. Prima di sera, dal bungalow possiamo ammirare un tramonto fantastico, durante la notte ascoltare il rifrangersi delle onde sulla spiaggia, ammirare la luna piena e le stelle nel cielo. Come sono romantica, peccato però che in camera con me ci sia Ivana!!!!!! Spero che almeno le altre due copie assaporino l’atmosfera sublime.

15°) giorno: Relax
Oggi intera giornata dedicata al relax. Ci sistemiamo sulla spiaggia sotto un ombrellone di paglia, poco dopo arrivano alcune donne che ci propongono di acquistare collanine, conchiglie e di farci i massaggi. Accettiamo e ci fanno i massaggi per 1 ora al prezzo di € 2,50, Catia si fa fare le treccine a € 2,50. A mezzogiorno andiamo a pranzo da Regina, dove mangiamo le migliori e più grosse aragoste del viaggio. Pomeriggio ancora massaggi e relax. A metà pomeriggio ritroviamo l’autista che ci ha raggiunto via terra facendoci risparmiare 2 giorni di viaggio su strade pessime. Per festeggiare l’ultima sera ad Anakao tutti a letto alle 21, però bisogna dire che arriviamo alla sera talmente sfiniti che non vediamo altro che il letto.

16°) giorno: Riserva Naturelle Integrale de Tsimanampetsotsa >> Itampolo
Ricominciamo con le levatacce, sveglia alle 6. Facciamo un’abbondante colazione, poi partenza. Da qui in poi ci aspetta la cruda realtà del Madagascar cioè fame, sete, miseria e povertà che qui regna in maniera tangibile. Dopo circa due ore arriviamo alla Riserva Naturelle Integrale de Tsimanampetsotsa, dove c’è un lago dalle acque poco profonde e bianche a causa del fondo gessoso, inoltre c’è la grotta de Mitaho dove qui vive solo un tipo di pesce bianco e cieco, in questo parco inoltre vivono alcuni baobab millenari tra cui uno di più di 3000 anni che lo chiamano Nonna. La cosa più bella è una foresta dove le radici delle piante si allungano per 20/25 m. sottoterra per andare a cercare l’acqua di un lago sotterraneo. Unico inconveniente di questo parco è il caldo, circa 35 gradi. Riprendiamo la pista disastrata verso sud, possiamo ammirare la foresta spinosa i cui rami sono piegati, a causa del vento, verso il mare. Arriviamo ad Itampolo e ancora prima di sistemarci nei bungalow, ci facciamo un bagno rinfrescante in un mare fantastico. Ceniamo nel ristorantino dell’hotel sul mare, ancora una volta ci gustiamo delle meravigliose aragoste a € 3 a testa, infatti decido di farmi una scorpacciata di aragoste fin che posso ad un prezzo così basso. Prima di coricarci ammiriamo ancora il cielo stellato sopra di noi e gli scarafaggi che scorazzano sotto di noi, ma la stanchezza prevale sulla paura e ci addormentiamo ricordando la giornata appena trascorsa.

17°) giorno: Itampolo
Stamattina alzati con calma (strano ma vero) e dopo colazione, Antonella ed io andiamo a fare una bellissima passeggiata sulla spiaggia, dove non c’è anima viva nel raggio di chilometri  e possiamo ammirare le onde che si infrangono sulla barriera corallina. Ivana, Claudio e Livio decidono invece di andare a visitare il villaggio accompagnati da una ragazzina di 13 anni di nome Olga molto carina e dolce. Nel pomeriggio decidiamo di portare alcune cose alla scuola e di donare una maglietta ad Olga per ringraziarla della cortesia, ma quando la prende, gli altri ragazzi la aggrediscono per poter arraffare il misero bottino facendole addirittura del male. Purtroppo di queste scene ne vediamo spesso durante il viaggio e decidiamo che è meglio non dare ad un singolo bambino, ma di donare alle scuole.

18°) giorno:
Partiti come al solito molto presto, percorriamo circa 270 km. di pista sabbiosa. Possiamo ammirare paesaggi quasi desertici per la carenza di acqua, foreste spinose dove l’auto passandoci in mezzo si graffia per le robuste spine, passiamo letti di fiumi enormi completamente in secca, però l’autista ci dice che quando è il periodo delle piogge si riempiono talmente tanto da recare parecchi danni. Ad un certo punto il nostro autista si perde in un labirinto di piste, 3 ragazzi ci indicano la pista sbagliata apposta per poter poi salire sulle valigie sopra al tetto dell’auto e guidarci sulla strada giusta e poter così fare un giro in auto, che è il loro più grosso desiderio. Passando per i vari villaggi notiamo che molti ci chiedono l’acqua da bere e l’autista ci spiega che fanno molti chilometri su un carrettino tirato da zebù con sopra un barile, per andare a comprare l’acqua al pozzo o fiume più vicino. In quel momento mi sono vergognata molto pensando a tutta l’acqua che noi sprechiamo inutilmente. Vediamo anche le famose tombe dei Mahafaly, si tratta di costruzioni a pianta quadrata fino a 15 m di lunghezza per lato. Sono dipinte con scene tratte dalla vita del defunto ed inoltre sono ornate da teschi di zebù tanti quanti sono stati sacrificati per la morte della persona che vi è sepolta. Arrivati ai bungalow, l’autista ci prepara lui la cena “riso alla cantonese e pollo“ tutto squisito. Ceniamo sulla veranda del nostro bungalow perché da lì possiamo ammirare un tramonto favoloso sul mare. Claudio e Catia decidono di dormire in tenda a causa di qualche ”ospite“, non proprio desiderato, che è nel loro bungalow. In camera con noi, invece, dorme una gattina bianca che ci fa compagnia tutta la notte, Ivana ed io ci domandiamo da dove è entrata, perché se è riuscita ad entrare lei, cosa potrebbe ancora farci compagnia durante la notte??????. Ma ci armiamo di coraggio e riusciamo a dormire, anche se al minimo rumore siamo sveglie.

19°) giorno: Reserve de Cap Sainte-Marie e Faux Cap
Partiamo ed è inutile che ripeta di buon ora. Dopo 3 ore della solita pista, arriviamo alla Reserve de Cap Sainte-Marie e Faux Cap la punta più meridionale del Mad. Camminiamo sotto un sole ardente per circa 3 km (così ci dicono a me sembravano 30) per arrivare a delle grotte e scogliere in riva all’oceano da togliere il fiato per la maestosità e bellezza. Entrando in una di queste grotte, siamo rimasti letteralmente affascinati dalla schiuma che provocavano le onde infrangendosi sugli scogli e con la videocamera ne ho ripresa una da premio Oscar. Intravediamo in lontananza anche alcune balene. Proseguiamo lungo la costa per giungere al villaggio di Betanty. I bungalow sono veramente scadenti sia per l’igiene che per la struttura molto fatiscente e perciò ci dormono solo Ivana e Livio, io e gli altri ci montiamo le tende. Un particolare simpatico è che, mentre la solita acqua dentro i secchi per fare la doccia si scaldava al sole, un maialino si dissetava bevendoci dentro. Le uniche cose belle di questo posto sono: la tranquillità (pochi abitanti e quasi niente turisti), il mare, qui infatti molti surfisti vengono per le onde alte e spumeggianti, e il clima secco e caldo quasi tutto l’anno.

20°) giorno: Riserva de Berenty
Sempre di buon ora e su pista, arriviamo alla Riserva de Berenty. Finalmente dopo alcuni bungalow scadenti, qui troviamo un alloggio veramente gradevole. Al pomeriggio, mentre ci riposiamo, ci gustiamo i vari Lemuri Catta che si avvicinano a noi senza timore e si lasciano anche accarezzare. Al tramonto siamo letteralmente assaliti da mosche che escono da dei buchi nella sabbia. Andiamo poi a fare un safari notturno dove, in mezzo ad una vegetazione fantastica, possiamo vedere il lemure notturno più piccolo del Mad. Dopo cena ci fermiamo fuori del ristorante a chiacchierare con l’autista e se non fosse che alle 22 tolgono la luce, rimarremmo ancora in sua compagnia per farci raccontare un po’ come vivono in Madagascar.

21°) giorno: Fort-Dauphin
Al mattino mentre facciamo colazione alcuni Lemuri Catta simpaticissimi scorazzano sopra i tavoli incuranti dei vari turisti. Andiamo poi a fare un giro con la guida nel parco e possiamo ammirare bellissime tartarughe dove Catia sarebbe rimasta per delle ore ad accarezzarle e a farci il “grattino”, ma soprattutto ci divertiamo a guardare i Lemuri Sifaka che, in questo periodo hanno anche i cuccioli aggrappati al corpo, corrono lateralmente e sono veramente buffi ma spettacolari. Andiamo anche a visitare la piantagione di Sisal (acacia), poi la fabbrica dove lavorano le foglie della pianta e ci ricavano della corda robustissima. Sia il parco che la fabbrica fu istituita da Henri de Heaulme un coltivatore francese che oltre a proteggere questa magnifica foresta, dà da lavorare ad oltre 500 persone del luogo. A malincuore lasciamo il parco, per percorrere l’ultimo pezzo di pista che ci divide dalla meta finale Fort-Dauphin. Un vento incredibile ci accoglie al nostro arrivo. Nel pomeriggio andiamo a vedere una baia un po’ riparata, dove compriamo 20 ostriche a 2 € appena pescate da dei pescatori e decidiamo di rimanere a cenare in un ristorantino lì vicino, dove Ivana ha potuto gustarsi i suoi tanto desiderati granchi e noi, dopo le ostriche, ci siamo gustati ancora delle gustosissime aragoste.

22°) giorno: Fort-Dauphin
Durante la notte Ivana e Antonella stanno male (diarrea e vomito), perciò decidono di rimanere in camera. Mentre noi andiamo a Evatra e alla Penisola di Lokarno. A causa del forte vento non possiamo fare il giro in piroga sul fiume, quindi andiamo a piedi e attraversiamo delle spiagge con sabbia bianchissima, villaggi dove notiamo la vita quotidiana dei pescatori del posto, baie con il mare dai colori fantastici ed in una di queste ci fermiamo a pranzare ancora con ostriche e aragoste pescate e cotte (ancora vive) lì sul posto su un braciere fatto con rami verdi, sotto il quale brucia un po’ di sterpaglia e rami secchi, poi ci servono l’aragosta su una grande foglia verde che funge da piatto.
Inoltre la guida, mentre ci accompagna, ci dice che ha 31 anni, ha 8 figli con 3 donne diverse. Rientriamo in hotel, Ivana ed Antonella stanno ancora male e perciò anche la cena sarà senza di loro. Facciamo ”l’ultimo sforzo“ di gustarci granchi ripieni, aragoste e crepe al cioccolato. Per festeggiare l’ultima sera in Madagascar tutti a letto alle 21, anche per fare compagnia alle nostre 2 ammalate.

Domenica 07/10: Riserva di Nahampoana, volo per Antananarivo poi Italia
Ivana ed Antonella stanno meglio e andiamo tutti assieme all’ultima escursione del viaggio. Visitiamo la Riserva di Nahampoana; la caratteristica di questa foresta, molto frequentata da turisti, è che siamo ancora circondati piacevolmente da innumerevoli Lemuri che si lasciano addirittura accarezzare, da giganteschi bambù e come premio finale ci gustiamo una fantastica e rilassante gita in barca su un fiume completamente immerso in una vegetazione lussureggiante. Pranziamo in un ristorante gestito da un Italiano che vive da 3 anni in Mad e ha sposato una Malgascia. Torniamo in hotel per recuperare i bagagli, poi l’autista ci accompagna per l’ultima volta all’aeroporto. Quando lo salutiamo, siamo tutti tristi perché abbiamo passato con lui 23 giorni veramente fantastici. Inoltre si è rivelato un autista ed una guida impareggiabile e gradevole. Ora dobbiamo subirci circa 24 ore di aereo, forza e coraggio che l’Italia e la vita di tutti i giorni ci aspettano.


scrivi qui il tuo commento