Londra 2012


racconto di viaggio dal 24 al 26 marzo di Nicoletta

COLLEGAMENTI CON GATWICK IN TRENO
(I biglietti per il gatwick express si possono acquistare anche sugli aerei )

Il Gatwick Express è il modo più veloce per raggiungere il centro di Londra. I treni partono dal terminal sud dell’aeroporto di Gatwick dalle 4.35 del mattino all’1.35 del mattino successivo. I treni viaggiano ogni 15 minuti dalle 5.00 alle 23.45. La tariffa standard per un biglietto di corsa semplice è £14.90 o £26.80 per un biglietto di andata e ritorno. Il viaggio dura circa 30 minuti e collega direttamente Gatwick a Victoria Station senza fermate intermedie. Per ulteriori info vedere il sito www.gatwickexpress.com.
London Victoria – Aeroporto di Gatwick

VIAGGIARE A LONDRA
Se avete intenzione di utilizzare i trasporti pubblici di Londra, le possibilità sono due: la Travelcard (biglietto cartacei) e la Oyster card (smartcard).
Sono entrambe soluzioni più economiche e semplici rispetto ai biglietti singoli ed entrambe offrono la completa libertà di utilizzare i mezzi pubblici londinesi a vostro piacimento.
TRAVELCARD
Le Travelcard sono disponibili per uno o tre giorni e possono essere personalizzate scegliendo una qualsiasi delle nove zone in cui avete intenzione di spostarvi. Possono essere utilizzate su metropolitana, autobus, Docklands Light Rail, tram, London Overground e alcune linee National Rail in servizio nelle zone. Le Travelcard non sono valide per i servizi Airport Express. Sono disponibili Travelcard per uno e tre giorni per gli orari di punta (tutte le ore) e non di punta (dopo le 09.30 dal lunedì al venerdì).
TRAVELCARD 1 GIORNO ORARI NON DI PUNTA
–         adulti Zone 1 – 2  £ 6.60
–         adulti Zone 1 – 4  £ 7.30
–         adulti Zone 1 – 6  £ 8.00
–         adulti Zone 1 – 9  £ 11.00
TRAVELCARD 1 GIORNO ORARI DI PUNTA
–         adulti Zone 1 – 2  £ 8.00
–         adulti Zone 1 – 4  £ 10.00
–         adulti Zone 1 – 6  £ 15.00
–         adulti Zone 1 – 9  £ 18.60
Le Travelcard sono disponibili anche per sette o più giorni ma possono essere acquistate solo come Oyster card. E’ possibile acquistare le Travelcard in anticipo sul sito https://www.visitbritainshop.com o presso la rete di agenzie di Transport for London all’estero. Le Travelcard possono essere acquistate in tutta la capitale: presso le stazioni della metropolitana, i centri di informazione sui trasporti di Londra e le stazioni National Rail, ma anche presso alcune edicole locali.
OYSTER CARD
La Oystercard è la smartcard ricaricabile dei trasporti londinesi. Si può acquistare in Victoria Station al costo di £5 (cauzione che viene resa al momento della restituzione) per le zone 1 e 2,quelle centrali, con 25 sterline per 3 giorni si possono prendere Autobus, metro, ed alcuni treni come quello verso Greenwich. Gli importi prepagati consentono di aggiungere alla Oyster card l’importo desiderato, dal quale viene dedotto il costo della corsa ad ogni utilizzo. Se nel corso della giornata si raggiunge un certo numero di corse utilizzando una Oyster card, il sistema blocca il prezzo a un tetto massimo per il giorno in questione, il quale è sempre inferiore alla tariffa giornaliera di una Travelcard.
Le Oyster card possono essere caricate presso migliaia di punti dislocati nella capitale e anche cedute ad un amico oppure conservate per visite future. Nel sito visitbritaindirect.com e presso Gatwick Express e Superbreak è possibile acquistare in anticipo le Visitor Oyster card. Le tessere sono precaricate con tagli diversi e per ognuna viene addebitato un costo di £ 2.
Le Oyster card prepagate possono essere utilizzate su tutti gli autobus, tram, linee della metropolitana, DLR e i servizi London Overground e su quasi tutte le linee National Rail (questa Oysterizzazione dei servizi National Rail è entrata in vigore il 2 gennaio 2010).
Non sono valide sui treni Heathrow Express, i servizi Heathrow Connect tra Hayes & Harlington e Heathrow, i servizi veloci Southeastern High tra St Pancras International e Stratford International, o nei tragitti che iniziano o terminano al di fuori delle zone 1 – 9 o oltre Watford Junction o Grays.
DAILY
– abbonamento giornaliero SOLO per la METRO. Il costo è di £8 mentre il costo di una singola corsa è di £6.

SABATO 24 MARZO
Dall’aeroporto di Gatwick abbiamo preso il Gatwick express (prenotato via internet dall’Italia A/R € 60) e siamo arrivati dopo mezz’ora in Victoria Station. Abbiamo approfittato della mezz’ora di treno per mangiarci un sandwich e frutta acquistati da M&E in aeroporto (£10) così da poter guadagnare tempo una volta arrivati in hotel.
Arrivati a Victoria Station abbiamo fatto gli abbonamenti DAILY per la metro (3 biglietti daily per 2 persone £42) e siamo arrivati fino al nostro hotel a Bayswater.
Passeggiata pomeridiana:
Harrods
(aperto fino alle 20) per un bel giro tra i meravigliosi stand ed i capi firmati  (metro: da bayswater a fermata Knightsbridge) e dopo un paio d’ore decidiamo di meritarci una bella birra fresca con un fish & chips!
Passeggiata serale/notturna:
Zona di Piccadilly
(metro: da South Kensington a fermata Piccadilly): Piccadilly Circus (le foto sono d’obbligo). Pittoreschi gli spettacolini serali improvvisati sul marciapiede da artisti di tutto il mondo. Da Piccadilly bella passeggiata a Regent Street, Carnaby street dove si trova il mitico Hamleys (negozio di giocattoli paradiso dei bambini) e Oxford street. Assolutamente da visitare il meraviglioso Fortnum & Mason in Piccadilly street. L’antico emporio della regina fu fondato intorno al 1770 da un valletto del Re Giorgio. Ci si arriva attraversando Burlington Arcade, una delle più belle e prestigiose gallerie di Londra. Il negozio è strepitoso. Cinque piani di raffinatezza, dai prodotti alimentari al reparto profumi, dagli arredi al bellissimo ristorante e sala da the’. In zona anche Leicester e Soho.
Per cena decidiamo di fermarci a SOHO e andiamo nella famosa catena giapponese WAGAMAMA (riso al curry con pollo + noodles + birra + acqua + sakè £35). Mentre ceniamo facciamo amicizia con un italiano che vive a Londra da più di vent’anni e ci consiglia di fare una passeggiata nella parte trasgressiva di Soho e vedere il locale Madame JoJo (trans-burlesque) o il Victoria  ma dopo una veloce passeggiata decidiamo, stanchi e infreddoliti, di andare a riposarci al nostro hotel.

DOMENICA 25 MARZO
Mattina:
Dopo una abbondante colazione da Starbucks decidiamo di andare a visitare il mercato di Camden Town. Veramente da non perdere! E’ un insieme di colori, culture, profumi, suoni, cibi….indimenticabili. Giriamo tutta la mattina fra le bancarelle facendoci prendere dalla frenesia dello shopping e per pranzo ci prendiamo un Thai da asporto che mangiamo seduti sui sedili delle vespe (sparsi per tutto il mercato) guardando il fiume (£10, poca spesa tanta resa!!!).
Pomeriggio/sera:
Westminster, House of  Parliament, Big Ben, Green Park
(dove diamo le noccioline agli scoiattoli), Buckingam Palace, Torre di Londra (fermata metro London Bridge), Ponte di Londra (fermata metro Tower Hill) arrivando verso le 18:00 probabilmente si riesce ad assistere all’apertura del Ponte che avviene ogni Giorno a quell’ora!
Pausa caffè allo Starbucks per scaldarsi un po’, poi decidiamo di tornare a SOHO per cena, ma questa volta da NANDO’S, altra famosa catena portoghese, passando per Chinatown.

LUNEDI’ 26 MARZO
Solita colazione tattica da Starbucks e, con il trolley già pronto per la partenza, visita al National Gallery….. e qui mi inchino agli inglesi, sono troppo avanti: entrata gratuita e deposito borse/trolley/giacche completamente gratuito.
A mezzogiorno decidiamo di tornare a Westminster, dove avevamo individuato un bel pub/ristorante di fianco al Big Ben, al “S. Stephen’s Tavern” per birra e fish & chips e poi di corsa a prendere la metro per Victoria Station, Gatwick express e aeroporto.
Consiglio preziosissimo: fate il check in on line per risparmiare almeno 1 ora in aeroporto.

PARCHI, QUARTIERI, GITE…
Una delle cose più belle di Londra è lasciar stare per i monumenti e cominciare a girovagare per i quartieri. Brompton, e poi Notting Hill col mercatino di Portobello Road, Kensington, su a nord fino a Little Venice, non citata dalle guide ma interessante con le sue boat house sul Grand Union Canal (metro Royal Oak).
Poi c’è il fascino dei quartieri etnici, dai cinesi di Chinatown ai bengalesi di Brick Lane. E il mercato di Camden Town, nonché altri mille interessantissimi mercati.
E ancora: attraversare i ponti di Londra; ammirare il Big Ben o il London Bridge; girovagare per la City; fotografare Soho, i cartelloni luminosi di Piccadilly Circus e le insegne dei teatri nei dintorni.
E infine i parchi. Da non perdere un giro a St. James’s Park, tra uccelli acquatici e scoiattoli che arriveranno ad arrampicarsi sui vostri pantaloni per mendicare una nocciolina che magari nemmeno avete. E poi un giro ai giardini di Kensington, non prima però di aver riletto i primi capitoli di Peter Pan…
Infine, una gita di mezza giornata, se trovate il sole: imbarco sul Tamigi all’ombra del Big Ben (6,25£ con la Oystercard), e si arriva a Greenwich dopo una mezz’oretta, attraversando tutta la città. Il ritorno potete farlo coi mezzi pubblici, visto che Greenwich è ancora in zona 2. Una volta là, non si può non visitare l’osservatorio, col suo interessante museo gratuito sulla misura del tempo e delle longitudini e col suo bel panorama sulla City.

BUCKINGHAM PALACE
Il Buckingham Palace, a Londra, è la residenza ufficiale del sovrano del Regno Unito.
L’espressione Buckingham Palace o, semplicemente The Palace è diventata comune per esprimere tutto quanto attiene agli ambienti della Corte e della famiglia reale. Oltre ad essere la residenza ufficiale di Elisabetta II, Buckingham Palace è il luogo in cui si svolgono numerose cerimonie pubbliche (dai ricevimenti dei reali alle visite dei vari capi di Stato) ed è anche una notevole attrazione turistica (famoso in tutto il mondo è il cambio della Guardia). Da un punto di vista più profondo, ha sempre rappresentato un punto di riferimento per i sudditi, nei momenti gioiosi e tristi della storia del Regno.
STORIA. GLI INIZI: Il primo edificio di cui si abbia notizia, noto come Goring House, era stato fatto costruire da George Goring, conte di Norwich, nel 1633 circa. L’edificio che forma il centro dell’attuale palazzo venne invece costruito come grande residenza di campagna per John Sheffield, duca di Buckingham e Normandy, nel 1703. Buckingham fece ricostruire l’abitazione dall’architetto William Winde. Lo stile scelto fu quello di un grande blocco centrale a tre piani, con due ali di servizio più piccole ai fianchi. Nel 1762, Buckingham House venne venduta da un discendente del conte, Sir Charles Sheffield, a re Giorgio III. La nuova residenza venne destinata a residenza privata per la famiglia reale, in particolare per la Regina Carlotta, consorte di Giorgio III, piuttosto che al ruolo di palazzo reale ufficiale, che rimase a St. James’s Palace.
Ancora oggi, gli ambasciatori stranieri sono accreditati alla Corte di St. James, anche se è a Buckingham Palace che presentano alla regina le loro credenziali e il proprio staff, all’atto della nomina.
DA RESIDENZA A PALAZZO: La regina Carlotta morì nel 1818 e poco dopo, nel 1820, morì anche suo marito, Giorgio III.
Il loro figlio, Giorgio IV, dapprima decise di ampliare Buckingham House per usarlo insieme al St. James’s Palace così come aveva fatto il padre, ma nel 1826 cambiò idea e pensò di trasformarlo in un palazzo reale a tutti gli effetti, dando l’incarico a John Nash di realizzare l’opera. Il palazzo che venne edificato formava un grande cortile d’onore quadrato, con Buckingham House al centro. La facciata del nuovo edificio fu costruita in pietra di Bath, con squisiti dettagli in stile neoclassico francese. Questo palazzo è molto simile a quello odierno, ma senza la grande ala est di fronte a The Mall, che ora chiude il quadrilatero.
Dove ora sorge l’ala est, tra le due ali esterne vi era invece un arco trionfale in marmo di Ravaccione, modellato sullo stile dell’Arco di Costantino a Roma. Quest’arco, per la cui costruzione erano state spese 34 450 sterline, serviva da entrata di rappresentanza. Secondo l’intenzione di Giorgio IV, doveva avere alla sua sommità una statua equestre in bronzo che lo rappresentava, ma alla sua morte la statua non era ancora stata terminata e quando il Parlamento, seppure riluttante, dovette saldare il conto, decise di trasferirla a Trafalgar Square.
Gli interni del palazzo avrebbero dovuto essere di uno splendore incomparabile. Sir Charles Long raccomandò al re di far eseguire decorazioni interne in scagliola a colori vivaci, in lapislazzuli blu e rosa e di far decorare il soffitto con pannelli in gesso scolpiti. Giorgio IV morì nel 1830. Le stanze di rappresentanza e di semi-rappresentanza furono completate sotto il regno di Guglielmo IV, uomo di gusti più semplici e di sua moglie, la Regina Adelaide.
Alla morte di Giorgio IV, il costo crescente del palazzo non ancora terminato creava un crescente sgomento al Parlamento e alla stampa dell’epoca. Guglielmo IV licenziò Nash e assunse al suo posto Edward Blore, un architetto meno idealista di Nash ma più dotato negli affari che conservò ciò che Nash aveva completato e terminò il palazzo in uno stile simile, sebbene più uniforme e meno bizzarro. Anche se il nuovo e la nuova regina tenevano corte e ricevevano nelle stanze di rappresentanza, non vissero mai a palazzo, ma preferirono restare a Clarence House, la residenza londinese che essi avevano fatto costruire prima di salire sul trono. Il costo finale della ricostruzione di Buckingham Palace fu di 719 000 sterline.
È interessante notare che quando il palazzo del Parlamento venne distrutto da un incendio, nel 1834, il re offrì l’allora incompleto palazzo come sede del governo, un’offerta che suggerisce come egli fosse meno interessato al palazzo rispetto a suo fratello. Il Parlamento però declinò l’offerta e il palazzo del Parlamento venne ricostruito.
Molte delle stanze di rappresentanza più piccole vennero arredate in quest’epoca, nello stile cinese della reggenza, e molti mobili, suppellettili e caminetti furono fatti trasportare dal Padiglione Reale di Brighton e da Carlton House, i palazzi di Giorgio IV, dopo la morte di quest’ultimo.
LA REGINA VITTORIA: Nel 1837, con l’ascesa al trono della regina Vittoria Buckingham Palace divenne la residenza reale ufficiale. Mentre le stanze di rappresentanza erano una festa di oro e di colori, le altre stanze erano meno lussuose. I caminetti facevano tanto fumo che occorreva lasciar spegnere il fuoco e la corte tremava di freddo. La ventilazione delle stanze era insufficiente e vi era sempre cattivo odore. Quando venne deciso di installare delle lampade a gas ci si preoccupò per l’eccessivo accumulo di gas ai piani inferiori. Le cronache del tempo riferiscono inoltre che il personale di servizio era negligente e pigro e che il palazzo era sporco. Dopo il matrimonio della regina con il Principe Alberto nel 1840, quest’ultimo si preoccupò di riorganizzare il personale di servizio e degli errori di costruzione.
Nel 1840 finalmente tutto venne sistemato e i costruttori poterono lasciare il palazzo.
La grande ala est verso The Mall (che oggi costituisce la ‘facciata pubblica’ di Buckingham Palace) venne costruita dopo il matrimonio della regina Vittoria. Nel 1847, però, la coppia iniziò a pensare che il palazzo era troppo piccolo per la famiglia che stava crescendo e per la vita di corte, così fece costruire una nuova ala che racchiudeva il quadrilatero al centro del palazzo dallo stesso architetto che già aveva lavorato per Guglielmo IV, Edward Blore. Su questa nuova ala si trova il balcone da cui si affaccia la famiglia reale nelle occasioni importanti. Anche la sala da ballo e altre stanze di rappresentanza vennero costruite in questo periodo, su disegno di Sir James Pennethorne, un allievo di Nash. Prima della morte del principe Alberto la regina Vittoria amava molto la musica e il ballo, e grandi musicisti dell’epoca vennero più volte invitati a suonare a Buckingham Palace. Tra questi si ricordano Felix Mendelssohn e Johann Strauss jr con la sua orchestra, che nel 1849 compose la Alice Polka in onore della principessa Alice. Durante questo periodo Buckingham Palace divenne spesso lo scenario di balli sontuosi, di cerimonie reali, di investiture e di rappresentazioni teatrali. La regina Vittoria decise di spostare l’arco che costituiva un tempo l’entrata di rappresentanza al palazzo nella sua posizione attuale vicino allo Speakers’ Corner di Hyde Park. Dopo la morte del Principe Alberto nel 1861, la regina si ritirò dalla vita pubblica e abbandonò Buckingham Palace per andare a vivere al castello di Windsor, a Balmoral Castle e a Osborne House, mentre Buckingham Palace venne usato raramente e cadde in declino. Malgrado la regina fu in seguito costretta a tornare a vivere a Londra a causa dell’opinione pubblica, le cerimonie di corte continuarono a svolgersi al castello di Windsor, presiedute dalla malinconica regina vestita sempre a lutto.
IL XX SECOLO: Nel 1901, con l’ascesa al trono di Edoardo VII il palazzo ritornò a nuova vita. Il nuovo re e sua moglie, la regina Alessandra avevano frequentato a lungo l’alta società di Londra, e i loro amici, conosciuti come la società di Marlborough House, venivano considerati come le persone più importanti ed eleganti dell’epoca. Buckingham Palace – la Sala da Ballo, la Grand Entrance, la Marble Hall, lo scalone, i vestiboli e le gallerie ridecorati nello stile Belle époque color crema e oro che hanno ancora oggi divennero nuovamente il punto focale dell’impero inglese e lo scenario di intrattenimenti su scala grandiosa. Molte persone pensavano che la pesante nuova decorazione fatta fare da re Edoardo mal si accordasse con il lavoro originale di Nash. Tuttavia, è stata conservata per cento anni.
Gli ultimi lavori di costruzione del palazzo vennero attuati durante il regno di Giorgio V quando, nel 1916, Sir Aston Webb ridisegnò la facciata est per renderla simile in parte a quella disegnata da Giacomo Leoni per il Lyme Park dello Cheshire. La nuova facciata, in pietra di Portland doveva costituire lo sfondo del Victoria Memorial, una grande statua che rappresentava la regina Vittoria, posta fuori dai cancelli principali.
Giorgio V, che era succeduto ad Edoardo VII nel 1910, aveva una personalità più riflessiva rispetto al padre, che si rifletté nella vita di palazzo: venne posta maggiore enfasi sui ricevimenti ufficiali e sui doveri reali invece che sulle feste e sul divertimento. La moglie di Giorgio V, la regina Maria era un’intenditrice d’arte e si interessò alla reale collezione di arredamenti in parte facendola restaurare ed in parte ampliandola. Maria fece installare nuovi impianti e inserire complementi d’arredo, come i due camini in stile impero di Benjamin Vulliamy datati 1810, nella Bow Room a pianterreno, l’enorme stanza bassa al centro della facciata che dà sul giardino. La regina Maria fece inoltre decorare la Sala Blu. Questa stanza, lunga 21 m, precedentemente conosciuta come la Sala Sud, ha uno dei soffitti più belli di Nash, a cassettoni rivestiti di enormi pannelli dorati e viene definita dallo storico Olwen Hedley nel suo libro Buckingham Palace come la più bella del palazzo, più maestosa e superba perfino della sala del trono o del salone da ballo, costruito per subentrare alla funzione originale della Sala Blu.
Un altro cambiamento venne attuato nel 1938, quando il padiglione di nord-ovest, disegnato da Nash, venne trasformato in piscina.
Nel 1999 fu dichiarato che il palazzo conteneva 775 stanze, tra cui 19 stanze di rappresentanza, 52 camere da letto principali, 188 camere per la servitù, 92 uffici e 78 bagni. In totale misura 108 metri per 120 metri ed è alto 24 metri.
Se tutto ciò può sembrare enorme, è piccolo se paragonato al palazzo dello Zar a San Pietroburgo, a Tsarskoe Selo, ai Palazzi del Vaticano a Roma, al palazzo reale di Madrid o al Louvre, e minuscolo se paragonato alla Città Proibita di Pechino o a Potala Palace. La relativa piccolezza del palazzo può essere meglio apprezzata dall’interno, quando si guarda il cortile.
GUERRE MONDIALI: Durante la prima guerra mondiale il palazzo, all’epoca residenza di Re Giorgio V e della Regina Maria ne uscì senza danni. I suoi contenuti più preziosi vennero evacuati a Windsor ma la famiglia reale restò al suo posto. Il più grosso cambiamento dell’epoca alla vita di corte fu che il governo persuase il Re a chiudere a chiave, pubblicamente e con ostentazione, le cantine e ad astenersi dal consumo di alcolici per la durata della guerra, per dare il buon esempio alle classi più basse che si supponevano inebriate. Le classi povere continuarono a bere e il Re venne lasciato furioso per l’astinenza forzata. Edoardo VIII disse in seguito ad un biografo che suo padre si concesse un furtivo bicchiere di porto ogni sera, mentre la regina correggeva di nascosto la macedonia con lo champagne. I figli del re vennero fotografati in questo periodo mentre servivano tè agli ufficiali feriti nell’adiacente Royal Mews.
Durante la Seconda guerra mondiale le cose andarono peggio: il palazzo venne bombardato non meno di sette volte, e fu un obiettivo deliberato, dato che i nazisti ritenevano che la distruzione di Buckingham Palace avrebbe demoralizzato la nazione. Una bomba cadde nel quadrilatero del palazzo mentre Re Giorgio VI e la Regina Elisabetta erano nella residenza, ma anche se molte finestre esplosero, non si registrarono danni gravi. Il bombardamento più grave e pubblicizzato fu la distruzione della cappella del palazzo nel 1940, un evento trasmesso nei cinema di tutta Inghilterra per mostrare la sofferenza comune di ricchi e poveri. Il re e la regina vennero filmati mentre ispezionavano la loro casa bombardata, la regina sorridente con cappotto e cappello bianchi abbinati. Fu in quest’occasione che la regina esclamò: “Sono contenta che siamo stati bombardati. Ora posso guardare in faccia l”East End”. Solo di recente è stato riportato che in alcune visite, precedenti a questo evento, a luoghi colpiti dai bombardamenti, la famiglia reale venne fischiata e non acclamata come riportato all’epoca. Il bombardamento del palazzo fu quindi un colpo di propaganda per l’establishment britannico. È stato comunque osservato che fu il ministro che accompagnava la famiglia reale ad essere oggetto dell’ostilità pubblica, più che il re e la regina. Come riportò doverosamente il The Sunday Graphic:
«Il Re e la Regina hanno sopportato l’ordalia che li ha raggiunti. Per la seconda volta un bombardiere tedesco ha cercato di portare morte e distruzione nella casa delle Loro Maestà. Quando questa guerra sarà finita il pericolo comune che Re Giorgio e la Regina Elisabetta hanno condiviso con il loro popolo sarà una memoria preziosa e un’ispirazione negli anni.»
Il 15 settembre 1940 un pilota della RAF, Ray Holmes, centrò un aereo tedesco che stava cercando di bombardare il palazzo. Holmes aveva terminato le munizioni e prese rapidamente la decisione di speronarlo. Entrambi gli aerei si schiantarono al suolo ma i piloti sopravvissero. L’incidente venne filmato. Il motore dell’aereo inglese venne successivamente esibito al Museo Imperiale di Guerra a Londra. Dopo la guerra il pilota britannico venne nominato Messaggero del Re. Morì nel 2005 all’età di 90 anni.
Ad Eleanor Roosevelt venne accordato lo status di capo di Stato in visita, durante il suo soggiorno nel corso della Seconda guerra mondiale. La stampa britannica del tempo di guerra, ansiosa di mostrare i monarchi che condividevano le ristrettezze dei loro sudditi, annunciò che siccome i contenuti del palazzo erano stati evacuati in campagna per la durata della guerra, la Signora Roosevelt, in quanto ospite onorevole venne “accomodata” nell’unica camera confortevole rimasta, quella della Regina Elisabetta. È comunque possibile che questa storia sia apocrifa: si sa oggi che per la durata della Seconda guerra mondiale la famiglia reale spese molte notti dormendo nel Castello di Windsor per motivi di sicurezza. È improbabile che avrebbero lasciato la Signora Roosevelt da sola in un palazzo vuoto, in balia delle incursioni notturne.
Nel giorno della vittoria (8 maggio 1945), il Palazzo fu al centro dei festeggiamenti britannici, con il Re, la Regina, la Principessa (e futura regina) Elisabetta e la Principessa Margaret che apparvero sulla balconata, con alle spalle le finestre del palazzo oscurate, a raccogliere i saluti di una vasta folla raccoltasi sul Mall.
ARCHITETTURA: Attualmente il palazzo misura 108 metri per 120 metri ed è alto 24 metri; contiene 775 stanze, tra cui 19 stanze di rappresentanza, 52 camere da letto principali, 188 camere per la servitù, 92 uffici e 78 bagni.
L’edificio si sviluppa su un’area di 77.000 metri quadri.
La stanza più grande è la sala da ballo, che misura 36,6 metri per 18 metri, ed è alta 13,5 metri.
I giardini si estendono per 40 acri e ospitano circa 30 specie differenti di uccelli e più di 350 tipologie di fiori selvaggi differenti, alcuni estremamente rari.
INTERNO: Le stanze principali del palazzo sono contenute nel piano nobile dietro la facciata sul giardino rivolta a ovest sul ret ro del palazzo. Il centro di questo ornato insieme di Saloni di Stato è il Salone Musicale, il cui ampio arco è la caratteristica dominante della facciata. Ai fianchi del Salone Musicale si trovano la Sala Blu e la Sala Bianca. Al centro della serie di stanze si trova la galleria dei dipinti, che serve da corridoio per collegare i Saloni di Stato. Lungo i suoi 50 metri la galleria ospita, tra le altre, opere di Rembrandt, van Dyck, Rubens, e Vermeer. Altre stanze che partono dalla galleria sono la Sala del trono e la Sala Verde. Quest’ultima serve da vasta anticamera alla Sala del Trono, ed è parte del percorso cerimoniale verso il trono dalla Sala della Guardia in cima alla Grande Scalinata. La Sala della Guardia contiene una statua in marmo bianco del Principe Alberto in costume romano, collocato in una tribuna con arazzi. Queste sale molto formali vengono usate solo per eventi cerimoniali e ufficiali.
Direttamente sotto gli Appartamenti di Stato si trova un insieme di stanze leggermente meno grandi, note come Appartamenti semi statali. Affacciate sulla sala dei marmi, queste stanze sono usate per occasioni meno formali, come banchetti e udienze private. Alcune delle sale sono intitolate e decorate in onore di particolari visitatori, come la Sala del 1844, che venne decorata in quell’anno per la visita di stato dello Zar Nicola I di Russia. Al centro di questo insieme di stanze si trova la Bow Room, attraverso la quale passano annualmente migliaia di ospiti dei party nei Giardini della Regina. La Regina usa in privato un insieme più piccolo di stanze dell’ala nord.
Tra il 1847 e il 1850, quando Blore stava costruendo l’ala est, il Padiglione Reale di Brighton fu ancora una volta privato dei suoi arredi. Come risultato molte stanze della nuova ala hanno un’atmosfera orientale. La sala da pranzo in stile cinese rosso e blu ha arredi che una volta erano nelle stanze da musica e da banchetto del Padiglione Reale e un caminetto, anch’esso del Padiglione Reale, in stile più indiano che cinese. Il salotto giallo ha una tappezzeria del XVIII secolo che era stata ordinata nel 1817 per il salone del Padiglione Reale, e sulle nicchie del caminetto trovano posto un mandarino e un dragone alato. Al centro di quest’ala c’è il famoso balcone della Centre Room, un salone in stile cinese voluto dalla regina Maria negli anni venti, sebbene le porte laccate appartengano al Brighton Pavilion, da cui furono trasportate nel 1873. Una lunga galleria, con porte a specchio che riflettono pagode di porcellana e altri pezzi di arredamento derivanti sempre dal Padiglione Reale, conosciuta come il Corridoio principale, corre lungo tutto il piano nobile dell’ala est. Alla sua estremità sono situate le sala da pranzo cinese e la Sala Gialla, mentre al centro è ovviamente situata la Sala Centrale. I capi di stato in visita al palazzo occupano oggi la Belgian suite, una serie di stanze al pianterreno dell’ala nord che si affacciano sul giardino. In queste stanze, progettate per lo zio del principe Alberto, Leopoldo del Belgio, visse durante il suo breve regno Edoardo VIII.
CERIMONIALE DI CORTE: Durante il regno attuale il cerimoniale di corte ha subito un cambiamento radicale e non è più una prerogativa delle sole classi alte. L’abito formale di corte è stato abolito. Durante il periodo precedente, gli uomini dovevano indossare la divisa militare oppure pantaloni al ginocchio alla moda del XVIII secolo. Alla sera le donne dovevano indossare vestiti con lo strascico, e avere tra i capelli una tiara o delle piume (o entrambe). Il codice di abbigliamento del palazzo era molto rigido. Dopo la prima guerra mondiale, la regina Maria, che desiderava seguire la moda sollevando le gonne di qualche centimetro da terra, domandò ad una sua dama di compagnia di accorciare la sua gonna e di presentarsi al re, così da vedere quale sarebbe stata la sua reazione. Re Giorgio trovò la cosa raccapricciante, e gli orli delle gonne rimasero bassi a dispetto della moda. Giorgio VI e la regina Elisabetta II seguirono un po’ di più la moda e permisero che venissero indossati abiti da giorno con gonne leggermente più corte.
Nel 1924 il primo ministro laburista Ramsay MacDonald fu il primo uomo ad essere ricevuto a palazzo indossando un abito maschile da giorno; tuttavia questa concessione rimase un caso isolato, e gli abiti da sera prescritti rimasero obbligatori fino alla seconda guerra mondiale. Oggi molti uomini invitati a palazzo scelgono di indossare uniformi di servizio o soprabiti, e alla sera, a seconda della formalità dell’evento, smoking o frac. Quando è richiesto il frac, le donne indossano una tiara, anche se il codice di abbigliamento ufficialmente non è più in vigore. Uno dei cambiamenti maggiori avvenne nel 1958, quando la Regina abolì le feste delle debuttanti. Tali feste, in cui le ragazze di famiglia aristocratica venivano presentate al re, si svolgevano nella sala del trono. Le debuttanti dovevano indossare l’abito di corte e avere piume di struzzo tra i capelli. Esse entravano nella sala del trono, facevano la riverenza, camminavano coreograficamente all’indietro, quindi facevano un’altra riverenza mentre tenevano in mano lo strascico della lunghezza prescritta. La Regina, pensando che tale cerimonia fosse antiquata ed elitaria, sostituì la presentazione con delle feste nei giardini del palazzo, a cui partecipavano persone appartenenti a diverse classi sociali. Si dice che la Principessa Margaret abbia così commentato queste feste delle debuttanti:
«Abbiamo dovuto smetterla con queste cose a cui partecipava ogni puttana di Londra.»
(Thomas Blankey, You look awfully like the Queen: Wit and Wisdom from the House of Windsor.)
Oggi la sala del trono è usata per i ricevimenti della regina il giorno del suo giubileo e per le fotografie dei matrimoni reali. Le investiture, che comprendono il conferimento del titolo di cavaliere, si tengono nella sala da Ballo Vittoriana, costruita nel 1854 e lunga 37 m per 20 metri, la più grande sala del palazzo, che ha rimpiazzato la sala del trono per uso e importanza. Durante le investiture la Regina non siede sul trono, ma sta in piedi sulla pedana sotto il baldacchino di velluto (shamiana) che venne usato per l’incoronazione a Delhi nel 1911. Mentre coloro che ricevono le onorificenze si accostano alla Regina, circondati da amici e parenti, la banda militare suona dalla soprastante galleria dei musicisti. Tra i primi artisti a ricevere un’onorificenza a palazzo vi furono i Beatles.
Il ricevimento più formale e più importante si svolge a novembre, in occasione del ricevimento dei membri dei corpi diplomatici stranieri presenti a Londra. In tale occasione la famiglia reale attraversa tutte le stanze di rappresentanza, formando una processione che parte dalla galleria dei quadri nell’ala nord. Tutte le porte a specchi sono aperte e riflettono i candelabri di cristallo, creando in questo modo un’illusione ottica che raddoppia lo spazio e la luce, come Nash aveva desiderato. Il ricevimento dei nuovi ambasciatori si svolge nella sala 1884. Qui la Regina riceve anche il consiglio privato di Stato e tiene piccoli pranzi. I banchetti invece si svolgono nella Sala da musica o nelle sale da pranzo di rappresentanza. In tutte le occasioni formali sono presenti le guardie del corpo reale e altri ufficiali di corte come il Lord Ciambellano. Da quando la cappella reale venne bombardata durante la seconda guerra mondiale, i battesimi reali si svolgono nella Sala da musica, in un fonte battesimale dorato. Qui è anche stato battezzato il Duca di Cambridge, mentre il principe Harry è stato battezzato nella cappella di San Giorgio a Windsor. Durante l’anno si svolgono anche feste in giardino a cui partecipano anche 9.000 invitati, alcuni dei quali sono poi invitati a prendere il tè con la regina nella sua tenda privata.
SICUREZZA: Il palazzo è stato più volte oggetto di intrusioni. Come misura di sicurezza, non esistono mappe dettagliate moderne degli interni, e le sentinelle armate di fronte al palazzo non hanno solo scopi cerimoniali, ma anche di proteggerlo da eventuali intrusioni. Il palazzo ha un suo ufficio di Polizia e i membri della famiglia reale hanno delle guardie del corpo. A circa 275 metri dal palazzo inoltre vi è la caserma delle guardie reali, e a circa un chilometro di distanza è situata la caserma delle unità di cavalleria e delle guardie di Hyde Park e di Chelsea. Durante la seconda guerra mondiale le camere della servitù furono trasformate in rifugio antiaereo; più recentemente è stato costruito un bunker contro la minaccia del terrorismo islamico. Si dice inoltre (ma non vi sono riscontri effettivi) che vi sia un passaggio segreto che collega il palazzo alla Victoria Line della metropolitana londinese per permettere l’evacuazione della famiglia reale in caso di attacco nucleare. L’intrusione più celebre fu quella di Michael Fagan, che nel 1982 entrò nella camera da letto della Regina mentre questa stava dormendo. Nel 2003 un giornalista del Daily Mirror, Ryan Parry, riuscì a lavorare per due mesi come cameriere nel palazzo dando referenze false.
L’incidente coincise con la visita nel Regno Unito da parte di George W. Bush, permettendo così di realizzare fotografie della camera da letto di Bush e della prima colazione della Regina. Il Mirror venne citato in giudizio per lesione della privacy, dovette quindi consegnare il materiale e pagare una multa. Altre infrazioni alla sicurezza avvennero fuori dal palazzo. Nel 1974 Ian Ball tentò di rapire la principessa Anne mentre stava tornando a palazzo, ferì parecchie persone nel tentativo. Nel 1981, tre turisti tedeschi si accamparono nei giardini del palazzo dopo aver scalato il muro di cinta, credendo di essere ad Hyde Park. Nel 1993, la stessa cosa fu fatta dai manifestanti anti-nucleare. Nel 1945 un paracadutista nudo atterrò sul tetto dell’edificio. Nel 1995 uno studente, John Gillard, riuscì a scardinare uno dei cancelli, pesante una tonnellata e mezza. Infine, nel 1997, un ricoverato che soffriva di disturbi mentali fu trovato mentre passeggiava nel palazzo, il che provocò una revisione delle misure di sicurezza. Più di recente, nel 2004, un dimostrante per i diritti dei padri single, travestito da Batman, si arrampicò fino a una sporgenza vicino al balcone, mentre un secondo dimostrante, travestito da Robin, dava la scalata al palazzo; nello stesso anno, a novembre, lo stesso dimostrante si incatenò ad uno dei pilastri del cancello travestito da Babbo Natale.
Nella storia, però, altri avvenimenti hanno messo a repentaglio la sicurezza reale. Il più incredibile ma vero fu quando, nel 1837, un ragazzo di 12 anni riuscì a vivere per un anno all’interno del palazzo senza essere scoperto, nascondendosi nei caminetti. Theodore Bonnet trasse da questa storia un romanzo, “The Mudlark” (1949), da cui fu tratto un film con Irene Dunne, Alec Guinness e Anthony Steel. Degli otto tentativi di assassinio della Regina Vittoria, almeno tre avvennero in vicinanza dei cancelli del palazzo. In altre epoche altre persone si sono introdotte abusivamente a palazzo, compreso un giovane che intendeva chiedere alla principessa Anne di sposarlo, e che venne dichiarato insano di mente. Tuttavia, dal momento che la Regina è ufficialmente una figura che non riveste ruolo politico, le dimostrazioni di protesta e i cortei si dirigono di preferenza verso il palazzo del Parlamento o verso Trafalgar Square, più che verso Buckingham Palace.
Alla Guardia che assicura la sicurezza del Palazzo si è ispirato per il nome il gruppo musicale californiano attivo negli anni sessanta The Palace Guard.
USO E ACCESSO AL PUBBLICO: Oltre ad essere la residenza della Regina Elisabetta II e del Principe Filippo, Duca di Edimburgo, il palazzo offre lavoro a 450 persone. Ogni anno circa 50.000 partecipano alle feste in giardino, ai ricevimenti, alle udienze a i banchetti. A Buckingham Palace si svolge inoltre ogni giorno la cerimonia del cambio della guardia, una delle maggiori attrazioni turistiche. Nel giugno 2003, in occasione del giubileo d’oro della Regina, migliaia di inglesi vennero invitati ad un concerto di musica pop e musica classica all’interno del palazzo. Questa è stata la prima occasione a cui ha potuto partecipare gente di tutte le estrazioni sociali; normalmente gli ospiti delle feste in giardino appartengono a posizioni sociali elevate o detengono cariche pubbliche. L’apertura, negli anni Novanta, delle stanze di rappresentanza al pubblico durante il periodo estivo rappresentò un enorme cambiamento rispetto alla tradizione. Il denaro ricavato venne dapprima usato per la ricostruzione del castello di Windsor dopo l’incendio che aveva distrutto molte delle sue stanze di rappresentanza. Ogni anno, nei mesi di agosto e settembre, viene aperta al pubblico l’ala ovest del palazzo. Per far ciò vengono impiegate circa 200 persone, in maggioranza studenti. Contrariamente a quanto si crede, il palazzo non è di proprietà privata della Regina: sia il castello di Windsor che Buckingham Palace sono beni statali.
L’Admiralty Arch, che separa il Mall da Trafalgar Square, venne disegnato da Sir Aston Webb e completato nel 1911 come parte del monumento commemorativo dedicato alla Regina Vittoria, che comprendeva una grande statua scolpita da Sir Thomas Brock posta di fronte alla facciata del palazzo. Oggi l’Admiralty Arch contiene appartamenti per i funzionari pubblici di alto rango ed è una sede distaccata del Governo del Regno Unito. Gli arredamenti preziosi, i dipinti, le suppellettili (molte delle quali dovute a Fabergé) di Buckingham Palace e del castello di Windsor rappresentano la Collezione Reale di proprietà dello stato e possono essere visitati dal pubblico. La Queen’s Gallery (sorta sulla precedente cappella reale, gravemente danneggiata dalle bombe durante la seconda guerra mondiale), che racchiude una selezione di oggetti appartenenti alla collezione, può essere visitata tutto l’anno. The Mall, la via di accesso di rappresentanza al palazzo, si estende dall’Admiralty Arch fino alla piazza antistante il palazzo. Viene usata per le parate in occasione delle visite dei capi di stato e dalla famiglia reale in occasione dell’apertura annuale del Parlamento. Dietro al palazzo vi è un grande parco, il Buckingham Palace Gardens, il più grande giardino privato di Londra.
Il giardino, disegnato in origine da Capability Brown, venne ridisegnato all’epoca della ricostruzione del palazzo da William Townsend Ailton e John Nash. Il grande lago artificiale venne completato nel 1828 ed è alimentato dalle acque del Serpentine Lake di Hyde Park. Anche i giardini, come lo stesso palazzo, sono ricchi di opere d’arte. Una delle più celebri è il Waterloo Vase, una grande urna commissionata da Napoleone Bonaparte per festeggiare in anticipo la sua vittoria, che nel 1815 venne donata, incompiuta, a Giorgio IV da Ferdinando III, Granduca di Toscana. Il re incaricò lo scultore Richard Westmacott di completarla, con l’intento di renderla il punto focale della nuova sala Waterloo del castello di Windsor. Dal momento però che l’urna pesava ben 15 tonnellate ed era alta quasi 5 metri, e che nessun pavimento avrebbe potuto sopportarne il peso, venne donata alla National Gallery, che la restituì ai sovrani nel 1906. Il re Edoardo VII risolse il problema mettendo l’urna nei giardini, dove è tuttora. Nei giardini vi è anche una piccola residenza estiva, attribuita a William Kent, datata circa 1740. Adiacenti al palazzo sono le scuderie reali, anch’esse progettate da Nash, che ospitano le carrozze reali, tra cui il Gold State Coach, una carrozza dorata in stile rococò disegnata da Sir William Chambers nel 1760, con pannelli dipinti da G. B. Cipriani. Questa carrozza venne usata per la prima volta per l’apertura ufficiale del Parlamento da parte di Giorgio III nel 1762 e viene ora usata dal re o dalla regina solo in occasione dell’incoronazione o del giubileo. Le scuderie reali ospitano anche i cavalli da tiro usati durante le sfilate cerimoniali che si tengono a Londra.
BANDIERE A B.P.: Il sergente della bandiera della regina è il solo responsabile di tutte le bandiere che sventolano dagli speroni di Buckingham Palace. Fino al 1997 l’unica bandiera a sventolare è la cosiddetta Royal Standard, la bandiera ufficiale dei sovrani Bretanni ed è sul pennone solo quando i reali sono a palazzo. La Royal Standard non viene mai posizionata a mezz’asta in caso di lutto: persino quando muore il sovrano rimane in alto sul pennone, anche se accompagnata dalla bandiera del Principe di Galles. Alla morte di re Giorgio VI la bandiera di accompagnamento issata sul pennone fu quella della Regina Madre, poiché la residenza ufficiale di Elisabetta era ancora Clarence House. La tradizione cambiò nel 1997 in seguito alla morte della principessa Diana, quando la monarchia venne investita da molte polemiche per la mancata esposizione a mezz’asta della bandiera. In realtà la famiglia reale si trovava a Balmoral Castle, quindi come consuetudine non c’era la Royal Standard a Buckingham Palace, ma vista l’insistenza della gente la regina ruppe il protocollo ordinando di innalzare a mezz’asta la Union Flag fino al funerale della principessa.
Da quel momento la Union Jack viene issata al posto della Royal Standard quando la regina è a palazzo e a mezz’asta in caso di lutto reale o nazionale, ad esempio a seguito degli attacchi terroristici avvenuti il 7 luglio 2005 a Londra. In una particolare occasione è stata issata sul pennone di Buckingham Palace la bandiera dell’Unione Europea.
IL PALAZZO OGGI: Oggi Buckingham Palace non è solo la residenza della Regina e del Principe Filippo, ma anche la residenza londinese del Duca di York e del Conte e della Contessa del Wessex. Il palazzo ospita inoltre l’ufficio della monarchia e le sue funzioni associate. In confronto ad altri palazzi reali e castelli britannici, Buckingham Palace è relativamente nuovo, eppure le parole “Buckingham Palace” sono giunte a simboleggiare la monarchia britannica. Alla fine di entrambe le guerre mondiali, vaste folle si radunarono spontaneamente al palazzo, così come avvenne alla fine della seconda guerra boera. Una folla stimata in un milione di persone si riunì a Londra, molti davanti al palazzo, per vedere la regina in occasione del suo giubileo d’oro del giugno 2002. Al concerto del Giubileo d’oro il chitarrista Brian May – già dei Queen – eseguì God Save the Queen dal tetto di Buckingham Palace.

CARNABY STREET
Carnaby Street
è una via di Londra, nel quartiere di Soho, vicino a Oxford Street, e appena ad est di Regent Street. Descritta da Charles Dickens come zona malfamata in Nicholas Nickleby, divenne inizialmente popolare tra i seguaci dello stile Mod negli anni sessanta, dopo che nel 1958 John Stephen, un giovane stilista gallese, aprì il primo negozio di abbigliamento, con l’intuizione di dare, per la prima volta nella storia della moda, la stessa importanza e lo stesso potenziale economico all’abbigliamento sia femminile che maschile.
Nel 1966 la rivista statunitense Time pubblicò un primo servizio sulla Swinging London e cominciarono ad affluirvi centinaia di migliaia di turisti. Nello stesso anno, tre film si ispirarono allo stile di Carnaby Street rendendola ancora più popolare: Alfie, Modesty Blaise, la bellissima che uccide e Blow-Up. All’epoca vi si trovavano molti negozi di musica indipendente, boutique di moda, e stilisti come Mary Quant.
Oggi Carnaby Street è diventata meno alternativa, con negozi di grandi catene e ristoranti, e pochi negozietti indipendenti, ed è popolare tra i giovani e i turisti per lo shopping. Gli unici due pub, Firkin e The Shakespeare’s Head, sono entrambi nell’estremità nord della strada, vicino a Great Marlborough Street. Dal 1999 alla chiusura per bancarotta nel maggio 2000, Carnaby Street fu anche l’indirizzo della società di vendita di capi di alta moda boo.com.
Tra i vicini luoghi di interesse troviamo Broadwick Street, dove si può ancora vedere la pompa dell’acqua che venne sigillata da John Snow, per fermare un’epidemia di colera nel 1854; Regent Street; e Golden Square appena a sud, che durante l’estate si riempie di impiegati che cercano di prendere un po’ di sole. Solo pochi secoli prima Golden Square venne usata come fossa comune durante la peste nera.

COVENT GARDEN
Covent Garden
è un distretto di Londra. Il suo nome attuale è una storpiatura di “Convent Garden”: tra la fine del XII secolo e gli inizi del XIII, infatti, vi sorgeva l’orto di un convento.
Nel 1540 Enrico VIII ne ordinò l’esproprio e Covent Garden divenne luogo di mercato. In epoca più recente vi sono sorti ristoranti, musei, negozi, bancarelle d’artigianato; animato da vari artisti di strada è oggi una delle principali attrazioni turistiche della capitale britannica.
Covent Garden è anche famoso per i suoi teatri. Tra di essi la Royal Opera House spicca a tal punto che, per gli appassionati di Opera lirica, “Covent Garden” e “Royal Opera House” tendono a essere due nomi interscambiabili.
Il distretto costituisce il cuore del West End londinese, racchiuso tra High Holborn a nord, Kingsway a est, lo Strand a sud e Charing Cross Road a ovest.
La piazza che si trova al centro di Covent Garden è stata la sede di un mercato ortofrutticolo dalla metà del XVI secolo al 1974, anno in cui il mercato è stato trasferito a Nine Elms, nel distretto di Wandsworth.
In larga misura la piazza deve il suo impianto attuale al progetto che, nel 1631, fu commissionato dal quarto conte di Bedford a Inigo Jones (famoso architetto, scenografo e costumista inglese d’epoca barocca). L’idea del conte di Bedford era di partire dal progetto di Jones per dare vita a un’operazione di speculazione edilizia.
Il progetto prevedeva un sistema di arcate d’ispirazione palladiana, e imitava almeno in parte la piazza Grande di Livorno, dove, secondo alcuni, Jones aveva lavorato alla costruzione del Duomo.
L’iniziativa del conte di Bedford ebbe successo, attraendo molti ricchi mercanti e aristocratici, che nell’area fecero costruire le loro dimore. Nel giro di pochi decenni la piazza di Covent Garden diventò il mercato più importante d’Inghilterra, con prodotti esotici provenienti da lontane regioni del mondo, circondata da teatri e caffè.
Durante il XVIII secolo, tuttavia, con l’ulteriore espansione del mercato ortofrutticolo la piazza entrò in un periodo di decadenza: i residenti, i teatri e i caffè cominciarono a trasferirsi altrove, mentre Covent Garden acquisì la nomea di grande piazza di Venere, dove era consentito di tutto.
Successivamente, nella prima metà del XIX secolo, la zona fu ripulita, le baracche ivi sorte furono abbattute e nella piazza fu creato un mercato al coperto, composto da tre edifici paralleli, suddivisi in banchi di vendita e circondati da portici in stile neoclassico.
Il 7 agosto 2010 il quartiere ha visto l’apertura del più grande Apple Store della città.

GREEN PARK
Green Park
(ufficialmente The Green Park) è uno dei Parchi Reali di Londra. Esso copre un’area di circa 53 acri, ed era originariamente una terra acquitrinosa e paludosa che fungeva da luogo di sepoltura per lebbrosi del vicino ospedale di Saint James. Fu riconosciuto come parco da Enrico VIII nel corso del suo regno (1509-1547). Nel 1668 Carlo II d’Inghilterra lo elevò a Parco Reale e lo dotò di numerosi sentieri ancor oggi percorribili.
Il parco si trova nel mezzo tra Hyde Park e St. James’s Park. Forma con i giardini di Buckingham Palace e con i Kensington Gardens una zona boschiva quasi del tutto ininterrotta da Whitehall e Victoria Station sino a Kensington e a Notting Hill.
Diversamente dagli altri parchi di Londra, Green Park non contiene né laghetti o fiumiciattoli, né statue o fontane (fatta eccezione per Canada Memorial dell’artista Pierre Granche) ma è formato soltanto da prati e da zone alberate. Il parco è delimitato a sud da Constitution Hill, un’importante strada del centro della città, ad est dalla strada pedonabile Queen’s Walk, e a nord da Piccadilly Circus. Green Park confina con St. James’s Park e con il Victoria Memorial esattamente davanti all’entrata del palazzo reale di Buckingham Palace.

HYDE PARK
Hyde Park
è uno dei più ampi parchi del centro di Londra. È uno dei Parchi Reali ed è anche noto per il suo Speakers’ Corner.
Il parco è diviso in due parti dal lago artificiale Serpentine Lake ed è contiguo ai Kensington Gardens, che sono comunemente considerati come una parte di Hyde Park, anche se nella realtà i due parchi sono ufficialmente separati dal 1728, quando la Regina Carolina impose la divisione. Hyde Park copre 350 acri (1,4 km²), Kensington Gardens 275 (1,1 km²), perciò l’intera area misura 625 acri (2,5 km²).
Il parco ospitò la Great Exhibition del 1851, per la quale fu costruito Crystal Palace dall’architetto Joseph Paxton (l’edificio venne in seguito spostato a Sydenham Hill). Hyde Park è inoltre diventato sede di numerose manifestazioni politiche e culturali, come quella delle suffragette e del movimento cartista. Nel parco avvenne anche la protesta del 15 febbraio 2003 contro l’invasione dell’Iraq.
Il 20 giugno 1982 furono piazzate ad Hyde Park e a Kensington Gardens due bombe dal movimento dell’IRA irlandese, che, esplodendo, provocarono la morte di otto membri della Household Cavalry e della Royal Green Jackets, e di sette cavalli.
La zona sud-est del parco viene chiamata Hyde Park Corner.
STORIA: Cinquecento e Seicento
Nel 1536 Enrico VIII, con l’abolizione dei monasteri, si impadronì del feudo e del castello di Hyde, proprietà dei canonici di Westminster Abbey sin dal periodo della conquista normanna dell’Inghilterra. Enrico VIII fece divenire il parco una grande riserva di caccia reale, introducendovi numerosi cervi. E la zona rimase riserva di caccia ad uso esclusivo del sovrano e della corte sino a quando Giacomo I non la aprì limitatamente al pubblico, ma essa rimase in ogni caso di appartenenza alto borghese ed aristocratica. Fu invece Carlo I che, nel 1637 concesse l’entrata a tutti all’interno del parco.
Nel 1665, anno della grande peste di Londra, una parte della popolazione si rifugiò in Hyde Park per cercare di sfuggire il contatto con l’epidemia.
Nel 1689 Guglielmo III trasferì la sua abitazione da Nottingham House presso Kensington Palace; fece così costruire la Route de Roi, poi cambiata in Rotten Row, una grande corsia per far passare le carrozze. E fu la Rotten Row la prima strada inglese illuminata di notte[1]: erano stati infatti collocati, per ordine del re, trecento lampioni, data la costante presenza di duellanti e rapinatori.
Dal Settecento ad oggi
Nel 1730 la regina Carolina, moglie di Giorgio II fece sbarrare il fiumiciattolo di Westbourne per costruire il Serpentine, un lago artificiale di 11,34 ettari che ospitò, nel 1814, una rappresentazione della battaglia di Trafalgar (e uno spettacolo pirotecnico), che aveva visto trionfare la flotta inglese, comandata da Horatio Nelson, sulle flotte spagnola e francese, dirette dall’ammiraglio di Napoleone, Pierre-Charles Villeneuve.
Nella seconda metà del Ottocento, a seguito di scontri e questioni tra manifestanti e polizia (principalmente legati al Cartismo e a Edmund Beales), il Parks Regulamentation Act del 1872 stabilì la libertà di incontro e di espressione della propria opinione nei parchi, dando così origine alla tradizione dello Speakers’ Corner.
Tra i maggiori eventi ospitati dal parco nel corso della sua storia va ricordato che nell’Ottocento ebbe luogo la Great Exhibition del 1851, e che per l’occorrenza venne edificato il celebre Crystal Palace, prima spostato in un’altra zona della città e poi distrutto da un incendio il 30 novembre del 1936. Durante la Seconda Guerra Mondiale il parco venne utilizzato per il sostentamento della popolazione cittadina, soprattutto tramite la coltivazione di patate.
Da ricordare inoltre, la Peter Pan Cup, una singolare gara di nuoto ad iscrizione libera che avviene nel Serpentine Lake il giorno di Natale, ed i cui partecipanti, oltre a brillare per la resistenza, hanno in grande maggioranza superato i 60 anni d’età.
LA GRAND ENTRANCE: La Grand Entrance del parco – l’ingresso principale – fu eretta sulla base dei disegni di Decimus Burton nel 1824. Essa consiste di una schiera di colonna ioniche scanalate, con tre passaggi a volta per l’ingresso delle carrozze. L’estensione del terreno prospiciente la strada è approssimativamente di 33 metri.
I cancelli della Grand Entrance furono fabbricati da Sir Bramah e sono di ferro e bronzo. Il disegno consiste di una serie di decorazioni di caprifoglio greco.
SITI DI INTERESSE: Un sito di interesse è certamente lo Speakers’ Corner, situato nell’angolo nord-orientale del parco (non distante da Marble Arch), dove ancora oggi si possono trovare delle persone che tengono discorsi ed esprimono la propria opinione, soprattutto nel fine settimana. Poi, a sud del Serpentine Lake, ciò che rimane della Rotten Row e la Fontana in memoria di Diana, principessa di Galles, una fontana anulare di pietra, inaugurata il 6 luglio 2004.
Inoltre, a sud-est del lago si incontrano il monumento londinese alle vittime dell’olocausto e il monumento alle vittime degli attentati del 7 luglio 2005 a Londra.
Il parco presenta inoltre giardini tematici, come il Rose garden disegnato dagli architetti Colvin & Moggridge nel 1994, e certe specie di particolare interesse botanico ed estetico.
Infine di grande interesse sono, ai confini del parco, i due archi trionfali, Wellington Arch, a sud-est, e Marble Arch a nord-est.
La foto per la copertina dell’album Beatles for Sale fu scattata ad Hyde Park nell’autunno 1964.

HARRODS
Indirizzo:
87-135 Brompton Road – Knightsbridge, SW1X 7XL Tel: 020 7730 1234
Orari di apertura al pubblico: Dal Lunedì al Sabato 10.00 – 20.00 Domenica 11.30 – 18.00
Trasporti: Fermata Metro: Knightsbridge Linee: Piccadilly
Bus: 9, 10, 14, 19, 22, 52, 74, 137, 414, 452, C1
Harrods
è un grande magazzino di lusso con oggetti, abbigliamento e servizio esclusivo. Si trova in una delle zone più ricche ed esclusive di Londra, Knightsbridge, nel quartiere di South Kensington (Royal Borough of Kensington and Chelsea). Mecca dorata del consumismo moderno, fa ormai parte delle icone che rappresentano Londra, e quindi è diventato una vera e propria meta turistica, al di là dello shopping.
Il suo slogan «dallo spillo all’elefante» indica l’estrema varietà di articoli che esso pone in vendita.
ORIGINI E STORIA: Harrods iniziò le attività in Cable Street nell’East End di Londra, fondato da Charles Henry Harrod, un droghiere proveniente dall’Essex. Nel 1849 il magazzino venne trasferito nell’elegante quartiere di Knightsbridge, proprio di fronte ad Hyde Park.
Grazie al lungimirante lavoro di Charles Henry Harrod, il quale era già commerciante di prodotti alimentari e in particolare di tè e prodotti da forno, e a quello di suo figlio, gli affari nella ricca zona di Londra già a quel tempo prosperano, per merito della scelta di prodotti ad altissima qualità. Negli anni seguenti si è allargato inglobando i negozi vicini, fino alla costruzione dell’attuale edificio.
Nel 1985 Mohammed Al-Fayed ha rilevato il magazzino, pagandolo 300 milioni di sterline.
L’8 maggio 2010 Mohamed Al-Fayed ha venduto Harrods alla Qatar Holding per 1,5 miliardi di sterline (circa 1,7 miliardi di euro).
EDIFICIO: Il palazzo di Harrods, la cui superficie è di oltre 93.000 m², è formato da 7 piani (di cui due interrati) ed è suddiviso in 300 reparti.
Gli interni sono ispirati all’Antico Egitto.
Tutti i piani sono collegati da 46 ascensori, che percorrono in un anno 80 000 chilometri (quasi due volte il giro del mondo) e da numerose scale mobili. I reparti che si trovano allo stesso piano sono collegati tra di loro tramite dei corridoi e dei percorsi delimitati. Le stanze sono molto grandi e decorate.
L’esterno viene illuminato da 11.300 lampadine e l’ingresso è dotato di 10 porte.
È dotato di 300 linee telefoniche, con tremila derivazioni interne che ricevono in media 12.000 chiamate ogni giorno.
Al pianterreno dell’edificio, vicino alle scale, si trova una statua di Dodi Al-Fayed e Lady Diana, sul cui piedistallo è posta la scritta “Innocent victims” (= vittime innocenti). Poco distante è stata posta una targa recante la scritta “In memoria di Diana, Principessa del Galles, e di Dodi Al-Fayed, uccisi il 31 agosto 1997“, sotto la quale è posto un libro sul quale i clienti possono lasciare una dedica.
CURIOSITA’: Nel 1898 è stata installata qui una delle prime scale mobili del mondo.
La notorietà di Harrods è tristemente aumentata dopo il tragico incidente che portò alla morte di Lady Diana e Dodi Al-Fayed, il figlio del precedente proprietario di Harrods, Mohamed Al-Fayed. Nel piano interrato, proprio per onorare la memoria dei due giovani, è stato creato un reliquiario, l’Egyptian Monument. Sempre all’ultimo piano troviamo una statua di cera raffigurante Mohamed Al-Fayed, che lui stesso si fece realizzare dal museo delle cere Madame Tussaud’s.
In seguito alle accuse di Fayed all’establishment reale, nel 2000 Buckingham Palace ha cancellato Harrods dalla lista dei fornitori ufficiali.
Negli ultimi anni il tempio della moda è diventato il punto di riferimento per le azioni di marketing e promozione di alcune grandi aziende italiane. Basti pensare all’accordo chiuso con Fiera Milano spa, la più grande società di servizi d’Italia ed una delle più avanzate fiere nel mondo, grazie al quale sono stati promossi marchi come Ferrarelle, fiere come il Miwine ed intere regioni.
Ultima fra tutte l’esposizione dei prodotti artigianali siciliani realizzata dall’Assessorato all’Artigianato della Regione Siciliana, nelle vetrine di Harrods. I grandi magazzini londinesi fanno scuola anche nel marketing. Diventa un lusso anche essere esposti nel tempio del lusso.
Occhio all’abito: Harrods, come ogni altro posto di lusso, richiede una certa etichetta ai propri clienti. Infatti sul sito si può leggere più o meno quanto segue: “Si prega di accertarsi che i propri vestiti siano puliti e presentabili e che si portino calzature appropriate. Si prega di evitare abiti che rivelino parti intime del corpo così come vestiti che rappresentano immagini o scritte offensive“. Insomma la maschera e le pinne potete lasciarle in albergo. Provare per credere! Fate anche attenzione a non portare zaini troppo voluminosi, a non scattare foto in alcuni dipartimenti, specie in quello dei gioielli, ed ovviamente astenetevi dal mangiare al di fuori dei ristoranti e bar sparsi all’interno del perimetro. A parte questi ‘piccoli’ accorgimenti siete pronti, dopo aver controllato gli orari, per una full immersion nel regno del lusso, e anche del kitsch perchè no, che ha appassionato tante generazioni fino ad oggi.

LEICESTER SQUARE
Leicester Square
è una piazza nella zona di West End di Londra. È situata nel cuore di Soho. Si tratta di una famosa isola pedonale situata ad ovest di Charing Cross Road, a nord di Trafalgar Square e ad est di Piccadilly Circus.
Per arrivare con la metropolitana si può usare la Northern line o la Piccadilly line.
È famosa fra l’altro per le premiere dei suoi cinema: ha infatti suscitato l’attenzione dei mezzi di comunicazione di massa quando una parte del marciapiede è stata decorata con le impronte delle mani di alcuni divi.
Al centro della piazza, un piccolo parco è decorato con le statue di personalità storiche illustri.

LONDON EYE
La The Merlin Entertainments London Eye meglio nota solamente come London eye (“Occhio di Londra“), o anche con il nome di Millenium wheel (Ruota del Millennio) è una ruota panoramica costruita nel 1999 ed aperta al pubblico nel Marzo del 2000. Con i suoi 135 metri, era la più alta del mondo fino alla costruzione di The Star of Nanchang, aperto nel Maggio del 2006 e successivamente del Singapore Flyer, 25 metri più alto del London Eye.
Il London Eye è diventato l’attrazione a pagamento più popolare nel Regno Unito, con 3.5 milioni di visitatori all’anno.
Il London Eye si innalza per 135 metri all’estremità ovest dei Jubilee Gardens, sulla riva sud del Tamigi tra il Ponte di Westminster e lo Hungerford Bridge.
Il London Eye della British Airways, divenuto ormai un simbolo di Londra, è la ruota panoramica più alta al mondo che consente ai passeggeri di ammirare, in soli 30 minuti, oltre 55 famosi monumenti di Londra.
Il disegno della struttura ha voluto ricreare gli elementi della natura – aria, acqua, terrra e vento – il tema centrale e una circonferenza di luce che penetra il cielo.

OXFORD STREET
Oxford Street
è una delle strade più famose della capitale britannica, situata in parte vicino al British Museum nel centro di Londra, si estende per più di quattro chilometri da Marble Arch a High Holborn.
Si tratta di una delle più famose e attive strade commerciali del mondo e, con i suoi 300 negozi (tra elettronica, vestiti, e tanto altro ancora) è anche la più grande. Ad ogni ora freme infatti di attività ed è sconsigliabile raggiungere la zona con auto e mezzi pubblici come gli autobus, mentre la metropolitana offre numerose linee e ben quattro stazioni lungo il percorso.
La via inizia al “Marble Arch”, a nord-est di Hyde Park per concludere dopo un miglio e mezzo circa a “Tottenham Court Road”, dove prende il nome di New Oxford Street. Lungo questa strada storica vi sono numerosi grandi stores inglesi ed internazionali come il negozio Nike più grande al mondo, i magazzini Virgin e tanti altri ancora come per esempio numerosi O2 e Carphone Warehouse. Punto di riferimento è il grattacielo “Centre Point” utile anche per orientarsi in tutto il quartiere, con davanti numerosi negozi (da segnalarsi un negozio con granite famoso in tutta la città).
La Oxford Street è più volte interrotta da piccole piazze circolari come la Oxford Circus dalla quale si dirama anche la Regents Street con il famoso negozio di giocattoli Hamleys, che contiene ogni tipo di giochi (per grandi e per piccini). Altre importanti traverse sono la New Bond Street, sede dei negozi più costosi della capitale dove non è raro incontrare VIP di fama internazionale o facoltosi principi arabi.
La Oxford Street è raggiungibile tramite metropolitana con le fermate Marble Arch (per chi vuole iniziare proprio dall’inizio), Bond Street, Oxford Circus e Tottenham Courd Road (fermata Centre Point).

PICCADILLY CIRCUS
Piccadilly Circus
è il nome di una celebre piazza di Londra, nonché luogo di ritrovo, cuore morale della città, situata nella City of Westminster.
Costruita nel 1819 per collegare Regent Street con l’omonima Piccadilly (importante strada dello shopping) è diventata col passare degli anni uno dei principali punti di snodo del traffico cittadino. La sua felice posizione, nel cuore del West End londinese, e la vicinanza con importanti luoghi di interesse come i teatri di Shaftesbury Avenue o strade come Coventry Street e The Haymarket ricchissime di negozi e locali alla moda, hanno reso Piccadilly Circus un affollato punto di ritrovo, nonché una vera e propria attrattiva turistica tanto da diventare uno dei simboli stessi di Londra.
Famosa per i display luminosi e le insegne al neon posizionate su di un edificio posto al lato settentrionale della stessa e per la celebre Shaftesbury Memorial Fountain che rappresenta “l’Angelo della Carità Cristiana” (noto ai più col nome di “Eros”), la piazza è circondata da imponenti edifici quali il London Pavilion (sede di numerosi negozi e del Trocadero) ed il Criterion Theatre. Inoltre direttamente sotto il perimetro della piazza c’è l’omonima stazione della metropolitana di Londra.
STORIA: Ufficialmente Piccadilly Circus fu costruita nel 1819 per collegare con un incrocio circolare (da cui il nome “circus” che in inglese sta appunto ad indicare lo spazio aperto di forma circolare in prossimità di un incrocio) Regent Street con l’affollata via di traffico di Piccadilly. Già all’epoca le vie suddette erano infatti intasate da migliaia di persone che vi si riversavano per riempire i tanti negozi esistenti.
Singolare è l’origine del nome: a cavallo tra il 1500 ed il 1600 divennero molto di moda particolari tipi di colletti rigidi per indumenti definiti picadils. Un sarto di nome Robert Baker divenne particolarmente abile nella confezione e nella successiva vendita degli stessi, a tal punto che accumulò una immensa fortuna che gli consentì di comprare un terreno abbastanza distante da quello che all’epoca era il centro di Londra. Su questo terreno (costituito interamente da campagna) egli fece costruire nel 1626 una enorme casa conosciuta come “Piccadilly Hall” in luogo dell’odierna Piccadilly. La strada nel 1692 era nota come Portugal Street così chiamata in onore di Caterina di Braganza, regina consorte del re Carlo II d’Inghilterra. Ma già a partire dal 1743 era noto col nome di Piccadilly.
La costruzione di Piccadilly Circus si rese necessaria nel 1819 per decongestionare l’intenso traffico della zona ma in realtà la sua costruzione non fece altro che favorire l’interscambio tra le strade attigue. La sua originaria forma circolare si perse nel 1886 con la costruzione di Shaftesbury Avenue. Il 10 marzo 1906 fu aperta la stazione metropolitana di Piccadilly Circus sulla Bakerloo Line, pochi mesi dopo fu aperta anche sulla omonima Piccadilly Line. A causa dell’intenso traffico, nel 1928 furono necessari importanti lavori di ammodernamento ed ingrandimento che modificarono totalmente l’aspetto originario della stazione. La prima inserzione pubblicitaria luminosa risale al 1910.
La fontana centrale, chiamata Shaftesbury Memorial Fountain venne eretta nel 1893 per commemorare il filantropo Anthony Ashley Cooper, VII conte di Shaftesbury. La fontana è sovrastata da una statua che rappresenta l'”Angelo della Carità Cristiana” (in inglese The Angel of Christian Charity) meglio conosciuto come Eros che, tranne un breve periodo coinciso con la Seconda guerra mondiale quando fu rimosso per far posto ad allarmi anti-aerei prima e pubblicità propagandistiche poi, è stato sempre lì a dominare la piazza. La fontana si trova oggi in una posizione diversa da quella originaria visto che è stata spostata durante i lavori di ammodernamento della piazza durati dal dopoguerra fino alla fine degli anni ottanta.
A causa della sua vicinanza col quartiere di Soho, Piccadilly Circus è stata da sempre un punto d’incontro per le varie comunità omosessuali londinesi, alla ricerca di prostituzione o più semplicemente di incontri occasionali. Questo è confermato dal fatto che quando il famoso sessuologo Alfred Kinsey visitò Londra per studiare i costumi sessuali degli inglesi affermò che non aveva mai visto tanta prostituzione come quella che c’era intorno a Piccadilly Circus, eccezion fatta per L’Avana capitale di Cuba.

PORTOBELLO ROAD
Portobello Road
è una strada di Londra situata nel quartiere di Notting Hill nella parte occidentale della città.
La via deve la sua celebrità al mercato che vi si tiene quotidianamente e che attira numerosissimi turisti, particolarmente il sabato quando vi prendono parte molti espositori di antiquariato.
STORIA: Portobello Road è una struttura di epoca vittoriana. Prima del 1840-1850 era niente più che una corsia di paese che connetteva la Portobello Farm con Kensal Green, a nord, e quello che è oggi Notting Hill, a sud. Consisteva in gran parte in coltivazioni di fieno, frutteti e altra terra coltivata.
Prima del 1740, Portobello Road era conosciuta con i nomi di Green’s Lane o Turnpike Lane ed era un serpeggiante percorso di paese che conduceva da Kensington Gravel Pits, in quella che è ora Notting Hill Gate, fino a Kensal Green, a nord.
Nel 1740 fu costruita nell’area vicino a quella che è ora chiamata Gelborne Road la fattoria di Portobello (Portobello Farm). La fattoria doveva il suo nome ad una famosa vittoria ottenuta nella guerra di Jenkin’s Ear, quando l’ammiraglio Edward Vernon catturò la città di Puerto Bello (conosciuta ai giorni nostri con il nome di Portobelo), nell’attuale Panamá.
Green’s Lane divenne così Portobello Road, titolo che ottenne nel 1841.
L’area coltivata di Portobello copriva il terreno dove sorge ora il St. Charles Hospital. La fattoria fu poi venduta ad un ordine di monache quando, nel 1864, la zona fu collegata dalla ferrovia. Le monache costruirono il convento di St. Joseph.
La strada prese lentamente forma nella seconda metà del XIX secolo, annidandosi tra le grandi aree residenziali di Notting Hill e Paddington. I suoi negozi e mercati prosperano grazie all’interesse della ricca borghesia della città, ed i suoi residenti di classe operaia trovarono lavoro nell’immediato vicinato come carpentieri, costruttori, manovali, negozianti e altro.
Dopo che, nel 1864, la linea Hammersmith and City Railway venne completata e Ladbroke Grove station aperta, fu terminata anche la parte settentrionale di Portobello Road, fino ad allora ancora adibita alla coltivazione. Al posto dei campi apparvero mattoni e marciapiedi.
COME APPARE OGGI: Portobello Road è un luogo interessante per via del suo mercato: la grande varietà di costumi e l’abbondanza di ristoranti e pub la rendono vitale e cosmopolita. Gioca grande importanza anche la sua architettura, con la strada che curva con grazia lungo la maggior parte della sua estensione, diversamente dalla conformazione formale dell’area circostante. L’intimità della strada è resa piacevole dall’abbondanza di negozietti e bancarelle e dall’architettura tardo-vittoriana delle case. La campagna degli amici di Portobello tentò di salvare la strada dalla potenziale minaccia di grosse industrie del merchandising sul mercato locale. Piacevole, verso la parte terminale, il mercato alimentare con degustazione di specialità multietniche.

REGENT STREET
Regent Street
è una delle strade più importanti dello shopping di Londra ed è sita nel West End, nota ai turisti ed ai londinesi, e famosa per le sue illuminazioni natalizie. Ha preso il nome dal Principe Reggente (poi re come Giorgio IV), comunemente associata all’architetto John Nash (architetto), nonostante tutti gli edifici del tempo siano stati ricostruiti.
La strada venne completata nel 1825 e fu uno dei primi esempi di pianificazione urbanistica in Inghilterra, realizzata tagliando le vecchie strade del XVII e XVIII secolo fra le quali venne tracciata. Essa va dalla residenza del principe reggente a Carlton House a St. James’s a sud attraversando Piccadilly Circus e Oxford Circus, fino alla All Souls Church. Da lì continua poi per Regent’s Park.
Tutti gli edifici di Regent Street sono tutelati dalle norme di tutela del patrimonio immobiliare della città di Londra.
STORIA: Inizi: dal 1811 al 1825
Regent Street è stata una delle prime strade di Londra a far parte di una pianificazione urbanistica. La volontà di porre ordine nello scacchiere delle strade medioevali della città realizzate dopo il Grande incendio di Londra del 1666, quando sir Christopher Wren tracciò un piano per la ricostruzione della città sul modello classico, ma che non venne poi seguito. Soltanto nel 1811 John Nash disegnò un piano che distingueva dal punto di vista architettonico, vie di comunicazione e spazi pubblici: Carlton House Terrace su The Mall, Piccadilly Circus, Regent Street e Regent’s Park con i suoi grandi spazi. Il progetto venne sottoposto al Parlamento d’Inghilterra per l’approvazione.
Mentre le zone intorno al parco vennero individuate come residenziali, Regent Street fu intesa come zona commerciale e pertanto non vennero previsti in essa giardini o spazi pubblici. La dimensione del progetto era senza precedenti a Londra. La strada seguì il tracciato delle vie esistenti e tracciata in modo da utilizzare al meglio i terreni appartenenti alla città. Nonostante questo accorgimento, fu necessario ricorrere a molte demolizioni e fu necessario pagare grosse somme per espropri di spazi privati. Il Tesoro fu propenso a questi investimenti per dare impulso all’economia britannica molto disastrata dopo il lungo periodo delle Guerre napoleoniche, che aveva urgente bisogno di creare posti di lavoro.
Il progetto venne approvato dal Parlamento nel 1813, e la costruzione iniziò nel 1814 per terminare nel 1825. Gli edifici vennero progettati da Charles Robert Cockerell, Soane e da Nash stesso, fra gli altri. In un primo tempo la strada venne chiamata New Street, diventando una linea di demarcazione fra Soho, che era considerata meno che rispettabile, e le eleganti piazze e strade di Mayfair.
Ricostruzione: dal 1895 al 1927
Verso la fine del XIX secolo, la moda dello shopping era cambiata e gli edifici di una volta non erano più adatti alle nuove esigenze commerciali. Essi erano piccoli e di vecchia concezione e pertanto erano molto limitanti per il commercio dell’epoca moderna. Nell’era Edoardiana, i grandi magazzini erano la massima aspirazione. Dickins & Jones, Garrard & Co., Swan and Edgar, Hamleys and Liberty & Co. sorsero in quel periodo anche se gli ultimi due erano già presenti.
Peraltro, le costruzioni realizzate da Nash non erano il massimo della solidità, costruiti usando lo stucco ad imitazione della pietra; e molti edifici erano di grandi dimensioni e le loro strutture destavano qualche perplessità. Poiché i 99 anni di locazione del suolo volgevano al termine, Regent Street venne ricostruita fra il 1895 ed il 1927.
La Regent Street che vediamo oggi è il frutto di tale ricostruzione. A sud di Oxford Circus, nessuno degli edifici oggi presenti fa parte della prima costruzione.
Regent Street è un esempio di un approccio di architettura di alto livello: un insieme di grandi edifici, disegnato per produrre ed armonizzare un effetto di grandiosità. Vennero decise dal governo regole rigide per la ricostruzione. Ogni isolato doveva avere un prospetto unificato sulla strada, rifinito in pietra di Portland, con un’altezza del rivestimento di metri 19,80 da terra, escluse le mansarde. Il primo edificio ad essere ricostruito fu Regent House, a sud di Oxford Circus.
La progettazione degli edifici venne demandata ad uno sparuto numero di architetti. Fra quelli incaricati vi furono John James Burnet, Arthur Joseph Davis e Henry Tanner.
I lavori vennero ritardati a causa della sopraggiunta prima guerra mondiale e la costruzione venne terminata soltanto nel 1927, con l’inaugurazione da parte di Giorgio V e della regina Mary.
NEGOZI FAMOSI E ALTRI MONUMENTI:
All Souls Church
La All Souls Church, Langham Place, alla sommità di Regent Street, vicino alla Broadcasting House, è una chiesa con un portico circolare sormontato da una spirale in pietra. Completata nel 1823 e consacrata nel 1824, è l’unico edificio sopravvissuto di Regent Street, disegnato da John Nash.
Apple store
L’Apple retail store aperto a Regent Street nel novembre 2004. All’epoca rappresentava il primo negozio del genere realizzato in Europa, e soltanto il quarto al di fuori degli Stati Uniti (i tre precedenti erano stati aperti in Giappone, e prima di essi non ne esistevano ad di fuori degli Stati Uniti). A far data dal giugno 2009, il negozio di Regent Street è il più grande negozio al dettaglio Apple al mondo.
Austin Reed
Il negozio Austin Reed è ubicato ai numeri 103-113 di Regent Street. Il negozio è dotato di un grande atrio al centro dove sono ubicati degli ascensori in vetro che consentono la visione dei reparti sistemati nei vari piani.
Broadcasting House
La sede della BBC si trova nella Broadcasting House, il cui ingresso principale, ubicato in Langham Place, segna la sommità di Regent Street. Il palazzo, rivestito in pietra di Portland, risale agli anni trenta ed è in stile Art Decò. Di fronte all’ingresso principale è posta una scultura di Eric Gill.
Café Royal
Il Café Royal, sito al 68 di Regent Street nel Quadrant, venne aperto nel 1865 divenendo presto un’istituzione per l’alta società di Londra. L’edificio attuale, di Sir Reginald Blomfield, è stato realizzato nel 1928. Il Café Royal è stato chiuso nel dicembre 2008, in attuazione del Crown Estate plans che prevede la ricostruzione di questa parte di Regent Street.
Dickins & Jones

Nel giugno 2005 la proprietà della House of Fraser annunciò che il grande magazzino Dickins & Jones, aperto nel 1803 and e spostato a Regent Street dal 1835, avrebbe chiuso i battenti nel gennaio 2006. Il negozio aveva riportato delle grosse perdite per diversi anni, a causa della concorrenza del vicino e più alla moda Liberty. L’edificio è stato ristrutturato e trasformato in negozi di più modeste dimensioni al piano terra, mentre i piani superiori sono stati trasformati in uffici.
Hamleys
Il negozio di giocattoli Hamleys è ubicato a circa 100 metri a sud di Oxford Circus, sul lato est della strada. Alla sua apertura ubicato ad Holborn con il nome Noah’s Ark, venne trasferito all’attuale indirizzo nel 1906. Fino agli anni novanta è stato il negozio di giocattoli più grande del mondo, strutturato su sei piani dedicati interamente ad articoli per il gioco l’attuale negozio più grande al mondo è oggi Toys “R” Us a New York.
Liberty
Il grande magazzino Liberty, era un tempo noto come il miglior negozio al dettaglio di articoli in stile Art Nouveau. Fondato dall’imprenditore Arthur Lasenby Liberty, che acceso un prestito di 2.000 sterline nel 1874, acquistò il numero 218 di Regent Street. Il negozio aprì nel 1875 con soli tre commessi. Esso vendeva soprammobili ed oggetti artistici provenienti dal Giappone e dall’Estremo oriente. Negli anni venti, il magazzino in stile Tudor, venne realizzato dagli architetti Edwin T. Hall e Edwin S. Hall, utilizzando il legname di due vascelli da guerra della Royal Navy, la HMS Impregnable e la HMS Hindustan. IL negozio, ubicato in due stabili diversi, era collegato da un ponte che scavalcava Kingly Street, che collegava l’edificio Tudor all’adiacente edificio rivestito in pietra con prospetto su Regent Street. Comunque, ormai da molto tempo non occupa più quest’ultimo immobile e l’attuale ingresso si trova in Great Marlborough Street.
Stazione della Metro di Oxford Circus
Oxford Circus è il crocicchio più frequentato di Londra e si trova all’incrocio fra Regent Street e Oxford Street. Vi si trova la stazione Oxford Circus della Metropolitana di Londra, la più trafficata della città. In essa transitano tre linee, la Central, la Bakerloo e la Victoria.
Paris Theatre
Il Paris Theatre era ubicato in Lower Regent Street, vicino ad altri edifici della BBC e vi si esibivano gruppi rock di rilevante importanza.
SOHO
Soho
è il nome di un quartiere di Londra delimitata da Oxford Street a Nord, da Regent Street ad Ovest, Shaftesbury Avenue a Sud e Charing Cross Road ad Est. È noto per essere il quartiere a luci rosse di Londra, nonché il centro culturale, con la più elevata percentuale di omosessuali. È uno dei quartieri più affollati sia di giorno che di notte, in particolare il venerdì notte. A Soho si trova una delle più famose e caratteristiche piazze di Londra Piccadilly Circus.
ORIGINI DEL NOME: Il nome Soho appare per la prima volta nel XVII secolo e, secondo gli esperti]di Storia di Londra, deriverebbe dall’antico grido usato dai Tudor durante la caccia: “Soho! There goes the fox!”.
Da sempre, Soho è sinonimo di divertimento a Londra: cinema, locali gay, bar aperti tutta la notte, ristoranti e negozi etnici. È vero, Soho è proprio così. La zona di Soho sorge a nord di Westminster ed è piccola e multietnica: da almeno un secolo, immigrati italiani, francesi e cinesi ne hanno trasformato il volto, riempiendola di colori e profumi. Una passeggiata nella Chinatown di Soho vi permette di ammirare le vetrine stipate di spezie e piante delle botteghe di medicina naturale cinese e di mangiare qualcosa al volo nei tanti ristoranti asiatici. Ma Soho è anche il cuore dello shopping alternativo: qui potete scovare sicuramente un regalo originale, un vinile introvabile, un anello nei discount di gioiellerie, e una quantità di prodotti dal mondo al mercato di Berwick Street. Dalle cinque di pomeriggio, poi, i bar alzano il volume della musica e le insegne si accendono: inizia la notte di Soho, che va avanti fino al mattino. La fama notturna di questi luoghi risale al periodo tra le due guerre, quando qui sorsero i primi cinema, il circo e i night club in cui si esibivano star come Marlene Dietrich. Ancora oggi, i cinema di Leicester Square ospitano le anteprime dei film di Hollywood. Da non perdere, il Trocadero: un grande centro di divertimenti su più piani; con cinema, discoteche e sale giochi. A Soho è bello passeggiare per le strade e guardare la gente e i negozi, perché quasi tutto è insolito. Noi vi consigliamo di fermarvi a bere qualcosa seduti ai tavolini di uno dei tanti bar di Old Compton Street: i prezzi sono un po’ cari, ma vale la pena fermarsi a guardare la gente che passa. Una curiosità: a Soho c’è la sede di Agent Provocateur, uno dei negozi d’intimo più celebri della città, e uno dei preferiti dalle vip.
CURIOSITA’: Nel 1854 si sviluppò un’epidemia di colera che venne presumibilmente bloccata grazie all’intervento di John Snow, un medico che facendo una analisi pioneristica epidemiologica, identificò in una pompa d’acqua le cause del diffondersi della malattia.
”Di tutti i quartieri in quell’agglomerato strano ed avventuroso, chiamato Londra, forse Soho corrispondeva di meno al gusto dei Foryste… Disordinato, pieno di greci, di paria, di gatti, di italiani, di pomodori, di ristoranti, di organetti, di stoffe variopinte, di nomi stravaganti, di gente alle finestre, stava proprio lontano dalle vie del pubblico britannico medio”.
Così lo scrittore inglese John Galsworthy descrive Soho nel suo romanzo ”La saga dei Foryte” (1906-21), in una prospettiva borghese vagamente denigratoria che restituisce solo una parte di quell’universo eclettico e composito che gravita attorno a Soho Square, un’antica riserva di caccia, oggi il quartiere londinese più famoso per i divertimenti, cuore dei mass media di Londra.

ST. JAME’S PARK
St James’s Park
è uno dei Parchi Reali di Londra sito nella City of Westminster, a est di Buckingham Palace e a ovest di Whitehall e Downing Street. È il più antico dei Parchi reali e si estende su 23 ettari.
All’interno di St James’s Park si trova un lago con due isole, la Duck Island (riserva di anatre) e la West Island. Il ponte sul lago è sull’asse tra il Foreign Office e Buckingham e permette di osservare l’allineamento degli alberi e delle fontane tra i due edifici.
Il parco fa parte di una serie di spazi verdi che continua ad ovest con Green Park, Hyde Park e Kensington Gardens. Le stazioni della metropolitana più vicine sono St. James’s Park, Victoria e Westminster.
Storia : Nel 1532 il re Enrico VIII d’Inghilterra acquistò l’area su cui oggi sorge il Parco, che si presentava estremamente acquitrionosa e paludosa. Il re l’aveva acquistata dal Cardinale Wolsey per il fatto che sorgeva nei pressi di York Palace, sua nuova residenza. In questo modo avrebbe potuto purificare la zona, in modo da renderla degna per la dimora del Re e della sua famiglia. Quando nel 1603 Giacomo I d’Inghilterra salì al trono, ordinò l’introduzione nel parco di numerosi animali esotici quali cammelli, coccodrilli, persino elefanti, ed alcune voliere con colorati uccelli provenienti dal sud.
Successivamente il giovane Carlo II d’Inghilterra, mentre era in esilio in Francia e in Inghilterra governava Oliver Cromwell, ebbe modo di osservare e di “innamorarsi” dei giardini delle residenze reali francesi. Così una volta tornato in Inghilterra riammodernò il parco e lo aprì spesso al pubblico; egli stesso vi si intratteneva con la sua favorita Nell Gwyn. Ed in breve la fama del parco degenerò: venne considerato come un luogo di vera e propria degenerazione sessuale, come ebbe modo di testimoniare John Wilmot, II conte di Rochester nel suo celebre poema A Ramble in St. James’s Park.
Nel Settecento si ebbero altre modifiche, compresa la richiesta di una parte del canale per le parate delle Guardie a Cavallo e l’acquisto, nel 1761 di Buckingham House (poi Buckingham Palace) da parte della famiglia reale.
Un ulteriore rifacimento risale al 1827, e fu commissionato dal Principe Reggente (più tardi Giorgio IV d’Inghilterra) ed eseguito dall’architetto John Nash. Negli stessi anni Buckingham House fu allargata per creare il palazzo reale, e all’ingresso del parco fu posto Marble Arch.
Il St James Park è uno dei parchi più suggestivi del mondo, anche se è il più piccolo dei parchi reali. Curato nei minimi particolari, ordinato sotto l’ombra di alberi centenari, tra piccoli sentieri, laghetti, ruscelli e ponticelli; quando si arriva ad intravedere l’elegante palazzo reale di fronte a noi, sembra proprio d’essere dentro una bella favola. I fiori delle aiuole dei giardini, ricchi di colori e profumi colpiscono l’olfatto camminando per le stradine di questo luogo. Il parco è noto anche per la sua fauna: pellicani cigni, oche e anatre, scoiattoli, accompagnano spesso il visitatore intento in un picnic o in una semplice passeggiata.

ST. MARTINS IN THE FIELD
St. Martin-in-the-Fields è una chiesa del XVIII secolo in stile rococò situata in Trafalgar Square, nella City of Westminster a Londra.
Oggi è particolarmente nota per la sua intensa attività artistica e musicale: celebre nel mondo è infatti la sua Academy of St. Martin in the Fields fondata da Neville Marriner.
CENNI STORICI: La chiesa di St. Martin-in-the-Fields sorge nei pressi della National Gallery su un sito anticamente isolato, compreso fra Whitehall e la City, sopra i resti di due chiese preesistenti: la prima risalente al 1222, la seconda riedificata nel 1542 per volere di Enrico VIII.
Dal 1722 al 1726 si avviarono ulteriori lavori di ristrutturazione, che gli fecero assumere l’aspetto visibile ancora oggi. Il progetto di James Gibbs, all’epoca venne molto criticato per via delle sue scelte architettoniche, come la dotazione di un campanile “a pagoda” (alto 56 metri, in netto contrasto con il peristilio ed il frontone sottostanti di gusto classicheggiante. In compenso St. Martin-in-the-fields ispirò in seguito molti architetti, soprattutto americani, nella progettazione di edifici religiosi che ricalcavano un modello simile. L’interno della chiesa è in tre navate con volta a botte. Sopra le navate laterali si trovano delle ampie tribune che cingono lo spazio di quella centrale secondo una formula che Christopher Wren utilizzò per la chiesa di St James’s Piccadilly, mentre le decorazioni sono di gusto italiano, realizzate da Artari e Bugatti.
A sinistra dell’altare principale si trova la Loggia Reale (Royal Box), essendo St. Martin-in-the-Fields la chiesa ufficiale dei sovrani di Buckingham Palace, tant’è che diversi reali inglesi vi vennero battezzati, come ad esempio Carlo II, i cui resti mortali erano conservati nella Cripta (ora sono a Westminster Abbey). Qui rimangono, invece, quelli dell’amante Nell Gwynne, dell’artista William Hogarth, di Thomas Chippendale, di Sir Edmundbury Godfrey e di Jack Sheppard.
A destra dell’altare principale si trova la Loggia dell’Ammiragliato (Admiralty Box), col quale ultimo la chiesa ha un forte legame: è tradizione che le campane vengano suonate a festa ogni qualvolta venga vinta una battaglia navale. Nelle occasioni ufficiali, pertanto, può essere adornata dalla bandiera della flotta britannica (White Ensign).
Sul frontone è riprodotto lo stemma reale in quanto la chiesa si trova nel perimetro parrocchiale di Buckingham Palace. Infatti, la regina Maria fu una sua assidua frequentatrice, mentre Giorgio I era un churchwarden, ovvero un laico aderente al consiglio parrocchiale.
La Chiesa di St.Martin-in-the-Fields ospita l’Academy of St. Martin, coro e orchestra di fama mondiale, che effettua gratuitamente dei validi concerti sistematicamente ripresi dalla BBC. Inoltre, molto visitata è la cripta, il cui pavimento è in lastroni di pietra; le pareti risalgono al XVI secolo. In tale cripta si trova The London Brass Rubbing Centre, dove si trovano molte copie di ritratti bronzei che è possibile copiare ponendo fogli di carta sul metallo (brass) e comprimendo avanti ed indietro (rubbing) per ottenere una copia a ricalco.
Un negozio di ricordini, che vende diversi articoli collegati al ricalco (es. copie a ricalco già pronte, miniature delle copie a ricalco) ed un ristorantino-caffetteria, il Café in the Crypt (“Field’s” per i suoi affezionati frequentatori, che non mancano di degustare il tipico tè inglese pomeridiano, alle 17!!!), completano il quadro.
St.Martin-in-the-Fields è nota, sin dalla Prima Guerra Mondiale, per il sostegno ai senzatetto, che qui trovano vitto ed alloggio. La struttura venne utilizzata quale rifugio antiaereo durante la Seconda Guerra Mondiale.

ST. PAUL CATHEDRAL
Saint Paul
è una delle due cattedrali anglicane di Londra (l’altra è quella di Southwark), ubicata in Ludgate Hill, nella City. Chiesa madre della Diocesi Anglicana di Londra, l’imponente edificio è considerato il capolavoro dell’architetto Christopher Wren. È il secondo edificio religioso per dimensione dopo la Basilica di San Pietro in Vaticano.
LA RECENSIONE: La Cattedrale di San Paolo (in inglese St Paul’s Cathedral) si pone come una delle più interessanti architetture del barocco inglese. La grande opportunità viene offerta a Christopher Wren in seguito al grande incendio del 1666 che distrusse buona parte di Londra. Da ciò la città ricevette un parziale riscatto: la scoperta della personalità empirica di Wren espressa nella ricostruzione di San Paolo e delle cinquantuno chiese cittadine. Questo compito ne rivelò la freschezza d’invenzione e fantasia avventurosa, da non confondere con una mera imitazione.
Non esistevano in Inghilterra precedenti di chiese classiche, se si eccettua l’opera di Inigo Jones. Proprio su questo occorre aprire una piccola parentesi per capire quelle che sono state le influenze subite dal nostro architetto, poiché fu proprio Jones che agli inizi del XVII secolo, in un ambiente nordico, ancora per metà goticizzante, importò il classicismo italiano, conducendo a subitanea maturità l’architettura del rinascimento inglese.
Infatti non esistevano qui precedenti di chiese classiche, se si eccettua l’opera di Jones per la vecchia San Paolo in cui tra il 1630 e il 1640 progetta e realizza il grande portico corinzio che trasforma la cattedrale medioevale nella costruzione più “romana” del paese. Quindi è da attribuire al Jones il compito di promulgatore delle esperienze rivoluzionarie italiane a cui Wren guarda sempre con un particolare interesse.
Le sue chiese urbane vennero realizzate tutte tra il 1660 e 1686. Ed è qui che sperimenta piante estremamente varie e spesso assai ardite e originali: è St. Stephen a Walbrook (1672-1687) che prefigura San Paolo per via della presenza di una doppia galleria sovrapposta con navata e navatelle coperte a volta.
Il suo è un capolavoro nato da riferimenti colti e raffinati risultano essere i dettagli. La pianta è una chiara reinterpretazione e combinazione dell’ultimo San Pietro in Vaticano a Roma, senza trascurare tutti i progetti che ne hanno caratterizzato la storia. Qui Wren nell’impianto longitudinale, più consono per le esigenze di culto, effettua una chiara sovrapposizione e messa in evidenza della pianta centrale attraverso l’espediente della cupola posta all’incrocio delle navate con il transetto. La cupola per alcuni è tra le più maestose che esistano, sebbene C. Norberg – Schulz la definisca “una espressione piuttosto banale degli ideali dell’architettura inglese”[1]: è in stile classico nella forma, ma non nella realizzazione. Formalmente si rifà chiaramente al San Pietro in Montorio del Bramante a cui lo stesso maestro italiano si rifarà per il progetto della cupola della basilica di San Pietro, ma nella realizzazione opta per degli espedienti (cupola a calotta separata) più prettamente tardo-rinascimentali e barocchi (vedi Santa Maria della Salute del Longhena). Ciononostante per la sua classica semplicità sarà il riferimento di alcune delle maggiori opere neoclassiche, una su tutte Sainte Genevieve di Soufflout a Parigi (1757).
Ma la fecondità inventiva e l’originalità di Wren si colgono ancor meglio nelle guglie delle torri ovest dei campanili che vanno da una matrice neogotica alla fantasia borrominiana, riproponendone la drammaticità barocca.
Dunque sono evidenti le influenze barocche, oltre che nelle torri, anche nella facciata principale (chiaro il riferimento al progetto non realizzato del Gian Lorenzo Bernini) e in elementi illusionistici come nelle nicchie a falsa prospettiva delle finestre e il piano superiore falso nei prospetti laterali, destinato a nascondere i contrafforti della facciata. Facciata in cui non compaiono riferimenti riscontrabili nei disegni di progetto per San Pietro bensì, per via del portico a doppio ordine di colonne binate coronate da timpano triangolare, al progetto del Della Porta per la Chiesa del Gesù a Roma (1568).
Gli interni risultano classici, pur con diversi movimenti barocchi. Nel complesso l’opera ha un forte debito nei confronti dell’architettura italiana (e in particolar modo ai progetti per San Pietro) filtrati dal Wren con intelligenza e senza mai ricadere nella mera imitazione, ma allo stesso tempo risulta essere un importante tassello per quelli che saranno i successivi sviluppi del neoclassicismo (la cupola del Wren farà da modello oltre che per Sainte Genevieve anche per il Campidoglio di Washington).
STORIA: La chiesa pre-normanna: Fu costruita in epoca tardo romana in legno, probabilmente da Mellitus o da un altro missionario Augustiano. Venne ricostruita nel 604 in Ludgate Hill, dove si trova attualmente. La posizione della chiesa si trovava nella parte ovest della Londra Romana e nella parte est di Lundenwic. La tradizione vuole che sotto la cattedrale si trovavano dei megaliti oppure comunque delle pietre in circolo, in epoca romana venne edificato un tempio alla dea Diana, opposto a quello del dio Apollo sotto Westminster; Wren non tenne mai conto di questo durante la sua progettazione.
La nuova chiesa fu ricostruita in pietra nel 685 dal Re o da San Sebbi di Essex. Venne saccheggiata dai vichinghi nel 961, come citato nelle cronache anglo-sassoni.
La terza cattedrale venne riedificata sempre in pietra, l’anno successivo al saccheggio. Il ricostruttore fu il re Ethelred the Unready.
La vecchia cattedrale: La quarta chiesa, conosciuta con il nome di vecchia San Paolo (in inglese Old St. Paul’s), venne iniziata dai Normanni dopo l’incendio del 1087. I lavori proseguirono per oltre 200 anni, con un incendio nel 1136 che distrusse parte dei lavori. La chiesa venne consacrata nel 1240, ma le celebrazioni iniziarono solo nel 1256. I lavori finirono nel 1314, e venne consacrata definitivamente nel 1300. È la terza chiesa per tempo di costruzione d’Europa. Degli scavi eseguiti nel 1878 da Francis Penrose mostrarono le vecchie dimensioni della cattedrale, 178 m x 30 m (585 x 100 piedi), con un campanile alto 149 metri.
Durante il XVI secolo l’edificio andò in decadenza, sotto Enrico VIII ed Edoardo VI, l’abolizione dei monasteri provocò la distruzione degli interni della cattedrale: cripte, cappelle, spazi per il coro, sacrari e tutto quello dentro la chiesa. Molti dei paramenti religiosi furono confiscati e rivenduti dalla Corona.
I fedeli venivano riuniti nell’angolo nord-est del sagrato in cui si predicava e denominato “la Croce di San Paolo”. Fu in questo luogo nel 1549, che un predicatore protestante radicale iniziò a sollecitare le persone per distruggere le decorazioni interne della cattedrale. Nel 1561 la guglia venne distrutta da un fulmine e fu deciso di non riedificarla; questo evento fu interpretato dai Protestanti e dai Cattolici come un segno del dispiacere di Dio per le azioni compiute dalle varie fazioni.
Un architetto del classicismo inglese, Sir Inigo Jones, aggiunse la facciata ovest della cattedrale nel 1630, ma i lavori si interruppero a causa dello scoppio della guerra civile; gli incartamenti e i progetti vennero persi o distrutti. La cattedrale venne distrutta nel 1666 durante il grande incendio di Londra. Ne rimase solo lo scheletro in pietra. Dopo varie discussioni sulla modalità di ricostruzione se in stile antico o moderno, si optò per quest’ultimo.
PROGETTO E COSTRUZIONE: I lavori per la costruzione della nuova cattedrale vennero affidati a Sir Christopher Wren nel 1668. Il suo primo progetto fu quello di basarsi sulle fondamenta della vecchia cattedrale, ma venne rifiutato. Il secondo progetto era una chiesa a croce greca con dei quarti di cerchio negli angoli, ma anche questa venne rifiutata. In quest’occasione, Wren, per presentare al meglio i suoi progetti costruì un plastico in scala 1:24, chiamato Great Model, ancora conservato nella cripta della cattedrale. Il progetto definitivo venne accettato nel 1675. I lavori cominciarono in giugno; la prima pietra venne posata nel 1677 da Thomas Strong, il capo-mastro di Wren. Il progetto prevedeva una piccola cupola con una guglia in cima, ma il re Carlo II diede la libertà a Wren di modificare il progetto come avesse voluto. Wren riprogettò la cattedrale, che comprendeva una grande cupola centrale e due campanili nella parte ovest.
La cattedrale venne completata il 20 ottobre del 1708, il giorno in cui Sir Christopher Wren compì 76 anni. Un giovedì, il 2 dicembre 1697, dopo 32 anni e 3 mesi, un focolaio nato in una panetteria, portò Londra di nuovo nelle fiamme. L’evento venne usato per poter aprire le porte della cattedrale. La domenica successiva c’era una folla immensa ad attendere di poter entrare nella cattedrale. Alla cerimonia erano presenti il re Guglielmo III e il vescovo di Londra, Henry Compton. Il reverendo recitò il salmo 122: Entriamo nella casa del signore. La folla era divisa tra chi l’amava e chi l’odiava, anche se la maggior parte delle persone erano meravigliate e stupite dalla grande opera.
LA CUPOLA: La cupola, che in realtà è una “falsa cupola”, è impressionante ed è stata ispirata dalla Basilica di San Pietro a Roma per quanto riguarda la complessità del progetto; mentre il linguaggio sembra guardare al tempietto di San Pietro in Montorio di Bramante. La croce sulla sommità raggiunge i 108 metri di altezza, dandogli un record di altezza di Londra. Wren progettò una grossa cupola, formata da tre cupole sovrapposte.
La più alta non ha una funzione strutturale ma impressiona la vista;
La più bassa ha una funzione di decorare l’interno;
La falsa cupola in mezzo ha solo la funzione strutturale.
Tutte e tre le cupole sono degli archi di catenaria, l’utilizzo di tre archi di catenaria fu un’intuizione di Robert Hooke, che collaborò al progetto, partecipando alla ricostruzione di Londra dopo un grande incendio.
La cupola crea tre spazi distinti, chiamati gallerie, e rispettivamente sono:
La galleria dei bisbigli o Whispering Gallery, è quella più bassa, quella interna. è alta 30,2 m dal pavimento e ci vogliono 259 gradini per arrivarci. Deve il suo nome al fatto che pronunciando una parola vicino al muro, si può ascoltare da qualsiasi punto vicino alla galleria.
La galleria di pietra o stone gallery, cioè quella tra la cupola bassa e quella di mezzo.
La galleria d’oro o gold gallery, che è quella più esterna
I CAMPANILI: La cattedrale ha due campanili. La torre nord contiene 13 campane e quella a sud ne contiene 4, e include Grande Paolo e Grande Tom, messe nel 1881 quando vennero tolte dal vecchio palazzo di Westminster.
Il dopo Wren – La chiesa è sopravvissuta anche durante i bombardamenti di Londra della seconda guerra mondiale.
Una bomba caduta all’interno della cattedrale, il 12 settembre 1940 non esplose. Venne successivamente tolta da una squadra di artificeri, il cui comandante era Robert Davies. Quando questa bomba fu portata in un luogo sicuro e fu fatta brillare creò un cratere di oltre 30 metri di diametro; se fosse esplosa avrebbe sicuramente distrutto la cattedrale. Per questo Davies ricevette la George cross insieme a un commilitone, lo Zappatore George Cameron Wylie.
COMMEMORAZIONI: La cattedrale possiede una cripta con oltre 200 memoriali e le cappelle dell’Ordine dell’Impero Britannico e del tesoro. La cattedrale possiede un tesoro veramente povero, molto è stato perso e molto rubato. Christopher Wren fu il primo a essere sepolto nella cattedrale, sulla sua lapide c’è una scritta latina: “Lector, si monumentum requiris, circumspice” (Lettore, se tu vuoi vedere il mio monumento, guardati attorno)

TOWER BRIDGE – PONTE DI LONDRA
Il Tower Bridge è un ponte levatoio di Londra situato sul fiume Tamigi.
STORIA: Terminata nel 1894, quest’opera di ingegneria vittoriana divenne in breve uno dei simboli della capitale britannica. Le sue torri, con le guglie e le passerelle di collegamento, sostengono il meccanismo che solleva il ponte durante il passaggio di grandi navi e in occasioni speciali.
Il ponte ospita The Tower Bridge Exhibition, un museo che ne illustra la storia attraverso percorsi interattivi; si può vedere da vicino anche il motore a vapore che costituì la fonte di energia del meccanismo fino al 1976, quando il sistema venne elettrificato.
Il passaggio coperto, aperto al pubblico, offre una notevole vista sul fiume Tamigi. Quando fu eretto, il ponte era alto 40 m e largo 60. Nel suo periodo di massimo splendore veniva aperto fino a cinque volte al giorno. Ci sono quasi 300 gradini per raggiungere la cima delle torri anche se vi si può giungere per mezzo di un ascensore.

TORRE DI LONDRA
La Torre di Londra (in inglese Tower of London) è un complesso costruito nel Medioevo (1078) e composto da diversi edifici fortificati che nel tempo sono stati usati come fortezza, polveriera, palazzo reale e prigione per detenuti di famiglie nobili.
La Torre di Londra è protetta dai beefeaters.
È annoverata fra i patrimoni dell’umanità dell’UNESCO dal 1988.
STORIA: La Torre di Londra è stata fondata nel 1078, quando Guglielmo il Conquistatore ordinò che la “Torre Bianca”, venisse costruita all’interno delle mura nella zona sudest adiacente al Tamigi. Questa serviva sia per proteggere i Normanni dalla gente della “City of London” sia per proteggere la città stessa dagli invasori esterni. Guglielmo ordinò che la torre venisse costruita in pietra di Caen, importata dal Nord della Francia, e nominò architetto il vescovo di Rochester Gundulf.
Alcuni scrittori, tra i quali Shakespeare, nella sua tragedia Riccardo III, ipotizzano che originariamente la Torre di Londra fosse stata costruita da Giulio Cesare. Questa ipotetica origine romana è tuttavia una leggenda.
Nel XII secolo, re Riccardo Cuor di Leone circondò la torre bianca con della mura e fece costruire un fossato che riempì con l’acqua del Tamigi. Il fossato non fu particolarmente utile fino a quando Enrico III, nel XIII secolo, utilizzò una tecnica olandese nella costruzione dei fossati; egli inoltre rafforzò notevolmente le mura estendendone il perimetro, nonostante le proteste dei cittadini di Londra.
Enrico III trasformò la torre nella principale residenza reale.
La fortificazione fu completata tra il 1275 e il 1285 (fine del XII secolo) da Edoardo I il quale costruì la cinta di mura esterne, che incorporava completamente quella interna, creando quindi una doppia barriera difensiva. Chiuse il precedente fossato per scavarne uno nuovo all’esterno delle nuove mura.
La torre rimase la residenza fino ai tempi di Oliver Cromwell, il quale la demolì.
Menagerie: Una menagerie reale fu costruita all’interno della torre nel XIII secolo durante il regno di Re Giovanni d’Inghilterra, e fu probabilmente popolata con animali di una precedente managerie iniziata nel 1125 da Enrico I al Blenheim Palace di Woodstock.
La sua origine è spesso fatta risalire al 1235, quando Enrico III ricevette 3 leopardi (così furono registrati, probabilmente si trattava di 3 leoni) come regalo di nozze da Federico II del Sacro Romano Impero. Nel 1264, furono spostati nel Baluardo, il quale fu puntualmente rinominato la Torre del leone (Lion Tower), vicino all’entrata occidentale. Fu aperta come spettacolo occasionale al pubblico durante il regno di Elisabetta I. Un teschio di leone è stato datato al carbonio 14 tra il 1280 e il 1385.
Dal 1804, fu aperta regolarmente al pubblico. Questo fu il luogo in cui William Blake probabilmente si ispirò per il suo poema “The Tyger“. L’ultimo direttore della managerie, Alfred Cops, assunse il ruolo nel 1822. Trovando la collezione in uno stato disastroso, dovette ricostituirla ed inoltre produsse un catalogo scientifico illustrato.
La managerie non resistette all’avvento del nuovo “London Zoo“, da un lato per ragioni commerciali e dall’altro per le proteste degli animalisti, gli animali furono trasferiti nel nuovo zoo. L’ultimo animale fu trasferito nel 1835, e gran parte della “Lion Tower” fu demolita, tuttavia è rimasta la porta dei leoni (Lion Gate).
I Corvi: È comunemente risaputo che ci sono sempre stati almeno sei corvi all’interno della residenza.
Si sostiene che Carlo II ordinò la loro rimozione in seguito alle proteste dell’astronomo reale John Flamsteed, il quale lamentava disturbi nelle osservazioni dovuti al passaggio dei corvi. Tuttavia essi non furono eliminati poiché a Carlo fu riferita una leggenda secondo la quale, se tutti i corvi avessero lasciato la Torre di Londra (la Torre Bianca), la monarchia e l’intero regno sarebbero caduti. Carlo non se la sentì di sfidare il fato e decise di spostare l’osservatorio a Greenwich.
Tuttavia, le ricerche di Geoff Parnell, lo storico ufficiale della torre, hanno trovato che i primi documenti riguardanti i corvi nella torre risalgono al 1895.
A dispetto della leggenda, alla fine della Seconda guerra mondiale la torre era completamente priva di corvi, i quali erano stati uccisi dallo shock subito durante i bombardamenti. Negli archivi della torre è chiaramente riportato che “non ne è rimasto nemmeno uno”. Comunque, prima della riapertura al pubblico della torre il 1 gennaio 1946, ci si assicurò che una nuova comunità di corvi fosse presente.
Attualmente ci sono nove corvi, le cui ali sono state sfoltite per evitare che volino via, essi sono accuditi dai “Ravenmaster”, un compito assegnato a uno dei Yeomen Warders.
Prigionieri nella Torre: La Torre fu utilizzata come prigione per personaggi di alto rango e per dissidenti religiosi. I personaggi di alto rango erano incarcerati in condizioni di relativo comfort. Viceversa i dissidenti religiosi erano trattati più severamente e spesso torturati.
Il primo prigioniero fu Rainulfo Flambard, vescovo di Durham, nel 1100 il quale fu riconosciuto colpevole di esorcismo. Ironia della sorte, fu uno dei responsabili dei vari miglioramenti apportati alla torre dopo che il primo architetto Gundulf ritornò a Rochester.
Altri prigionieri illustri sono stati:
John Balliol, re di Scozia
Davide II di Scozia
Giovanni II di Francia
Enrico VI d’Inghilterra fu imprigionato nella torre, dove fu assassinato il 21 maggio del 1471. Una popolare leggenda accusa Riccardo Duca di Gloucester della sua morte.
Margherita d’Angiò, moglie di Enrico VI.
Tommaso Moro
Anna Bolena
Sir William de la Pole
Elisabetta I d’Inghilterra, imprigionata per due mesi nel 1554 per il suo presunto coinvolgimento nella “Wyatt’s Rebellion”.
Lady Jane Grey imprigionata e giustiziata nel 1554
John Gerard, S.J.
Walter Raleigh
Niall Garve O’Donnell
Guy Fawkes
Johan Anders Jägerhorn
Lord George Gordon
Esecuzioni: I criminali non appartenenti alla classe nobiliare, venivano solitamente impiccati in esecuzioni pubbliche all’esterno della torre.
Diversi detenuti di alto rango, come ad esempio Tommaso Moro, vennero giustiziati sulla “Tower Hill“.
Sette nobili, tra cui cinque donne, furono decapitati, lontano da occhi indiscreti, all’interno del complesso e sepolti nella cappella reale di “St Peter ad Vinculaìì”. I nomi dei sette nobili giustiziati per tradimento sono:
William Hastings, (1483)
Anna Bolena, (1536)
Margaret Pole, VIII contessa di Salisbury, (1541)
Caterina Howard, (1542)
Jane Boleyn, (1542)
Lady Jane Grey, (1554)
Robert Devereux, (1601)
La regina Anna Bolena, decapitata nel 1536 per tradimento contro Re Enrico VIII, si dice venga spesso avvistata mentre cammina attorno alla torre con la testa sotto braccio.
George, Duca di Clarence, fratello di Edoardo IV d’Inghilterra, fu giustiziato nella torre per tradimento nel febbraio del 1478, ma non per decapitazione (e probabilmente nemmeno per affogamento in una botte di Malvasia, come scrisse Shakespeare). Quando Edoardo IV morì, lasciò due giovani eredi: “I Principi della Torre”. Suo fratello Richard, il Duca di Gloucester, fu proclamato reggente, fino a quando il più grande dei due figli, Edoardo V, non avrebbe avuto l’età per regnare.
Secondo Tommaso Moro nel suo “Storia di Riccardo III”, Riccardo assoldò un killer per ucciderli, e una notte i due principi furono asfissiati con i loro cuscini. Molti anni più tardi furono ritrovati dei resti sepolti ai piedi di una scala nella Torre, i quali furono identificati come quelli dei due principi. Riccardo fu incoronato Re Riccardo III d’Inghilterra.
L’esecuzione più recente nella Torre fu quella della spia tedesca Josef Jakobs il 14 agosto 1941.
Torture: Tra gli strumenti di tortura utilizzati nella Torre troviamo la Cicogna e la Ruota.
Dagli archivi Anne Askew risulta esser stata l’unica donna sottoposta a tortura. Fu arrestata nel 1546 con l’accusa di eresia. A Sir Anthony Kingston, ufficiale della Torre di Londra, fu ordinato di torturare Anne nel tentativo di costringerla a rivelare i nomi degli altri Protestanti. Anna fu torturata con la Ruota. Kingston fu così impressionato dal coraggio e dall’atteggiamento di Anne, che si rifiutò di proseguire con le torture.
Storia recente: L’utilizzo militare della Torre come fortificazione, così come accadde per molti altri castelli, divenne obsoleto con l’introduzione dell’artiglieria, nel 1830 i fossati furono svuotati.
Tuttavia la Torre rimase, fino al 1855, il quartier generale dell’ “Board of Ordnance” (un particolare corpo militare britannico, con lo scopo di creare, testare e produrre nuovi armamenti). Inoltre la Torre fu occasionalmente utilizzata come prigione, soprattutto durante le due Guerre mondiali.
Nel 1780, nella Torre fu rinchiuso il suo unico prigioniero americano, l’ex presidente del Congresso Continentale, Henry Laurens. Nella Prima guerra mondiale, undici spie tedesche furono fucilate nella Torre. Il ribelle irlandese Roger Casement fu imprigionato nella torre durante il periodo nel quale fu accusato di tradimento nel 1916. L’ultima esecuzione, della spia tedesca Josef Jakobs, ebbe luogo durante la Seconda guerra mondiale.
Negli anni successivi, il vice di Hitler, Rudolf Hess fu imprigionato nella torre per quattro giorni, il comandante di stormo della RAF George Salaman, fu messo nella stessa cella sotto copertura, impersonando un ufficiale della Luftwaffe per poter spiare Hess. Benché sotto copertura, Salaman fu l’ultimo inglese imprigionato nella torre.
Sebbene non sia più una residenza reale, la Torre ufficialmente rimane un palazzo reale, e come tale, mantiene una guardia permanente; due sentinelle sono sempre presenti durante l’orario di apertura della Torre, una fuori dalla “Jewel House” e una fuori dalla “Queen’s House”.
Nel 1974, ci fu l’esplosione di una bomba nella “White Tower” con un morto e 41 feriti. L’attentato non è mai stato rivendicato, tuttavia la polizia che investigò sul caso ebbe diversi sospetti che l’IRA fosse coinvolta.
Amministrazione: La Torre di Londra e l’area circostante hanno sempre avuto un’amministrazione separata dall’adiacente City di Londra. Anticamente, fino al 1894, fu sotto la giurisdizione dell’ufficiale della torre, la quale si estendeva all’area circostante denominata “Tower liberties”. Ora è amministrata dal Conestabile della Torre.
Descrizione: La più antica struttura visibile è la “White Tower” (risalente all’XI secolo); sono inoltre visibili altri elementi costruiti nel corso dei secoli, molti dei quali aggiunti di recente per ragioni turistiche o di sicurezza.
Oggi la torre è principalmente un’attrazione turistica. Oltre agli edifici. sono visitabili i gioielli della corona, un’elegante collezione di armature nell’Armeria Reale, e uno scampolo delle mura della fortezza romana.
La torre è presidiata dagli “Yeomen Warders” (conosciuti anche come Beefeaters, cioè Mangiatori di carne), i quali fungono da guide turistiche, sicurezza, e sono loro stessi un’attrazione turistica.
Ogni sera, le guardie partecipano alla “Cerimonia delle Chiavi”, per rendere sicura la torre durante la notte.
Gioielli della Corona: I Gioielli della Corona furono portati nella Torre di Londra nel 1303, dopo che furono rubati dall’Abbazia di Westminster e recuperati quasi immediatamente.
Dopo l’incoronazione di Carlo II, furono rinchiusi e mostrati solo tramite il pagamento ad un custode di una tassa per la visione.
Tuttavia questa soluzione ebbe fine quando il colonnello Thomas Blood rubò i Gioielli della Corona dopo aver legato e imbavagliato il custode.
Dopo questo episodio, i gioielli furono portati in un’ala della Torre conosciuta come “Jewel House“, difesi da guardie armate.
Furono temporaneamente portati fuori dalla Torre durante la Seconda guerra mondiale, secondo i rapporti ufficiali furono portati in segreto nel caveau delle assicurazioni Sun Life a Montreal in Canada, insieme ai lingotti d’oro della Banca d’Inghilterra; tuttavia, alcune voci non ufficiali sostengono che potrebbero essere stati invece portati nella “Round Tower” del Castello di Windsor, o nel deposito di lingotti di Fort Knox, negli Stati Uniti.

TRAFALGAR SQUARE
Trafalgar Square
è una piazza di Londra dedicata al ricordo della Battaglia di Trafalgar (1805), in cui la Royal Navy di Horatio Nelson sconfisse le flotte combinate di Francia e Spagna, durante le guerre napoleoniche. In origine doveva essere intitolata a Re Guglielmo IV, ma l’architetto George Ledwell Taylor suggerì e ottenne di darle l’attuale nome.
L’area era sede delle stalle reali (King’s Mews) fin dal tempo del re Edoardo I. Negli anni ’20 del XIX secolo il Principe Reggente (il futuro Giorgio IV) assunse l’architetto John Nash per riqualificare la zona. Nash inserì la piazza nel suo progetto relativo a Charing Cross. La sistemazione odierna della piazza è dovuta a Charles Barry ed è stata completata nel 1845.
Nella piazza, che è spesso sede di manifestazioni politiche, si trova la famosa Colonna di Nelson. D’inverno, in questa piazza, viene eretto un enorme albero di Natale, gemellato con quello della Grand-Place di Bruxelles, in Belgio.
L’obelisco della piazza rappresenta l’occhio del drago che, secondo la leggenda, si pensa abbia combattuto contro Enrico VII d’Inghilterra.
La piazza ospita dal 1824 la sede della celeberrima National Gallery. A sud della piazza, inserito armoniosamente nel contesto architettonico della piazza, trova luogo l’Admiralty Arch. Progettato da Sir Aston Webb, è dotato di un monumentale cancello che dà accesso a The Mall, il viale delle parate ufficiali della famiglia reale, che conduce direttamente a Buckingham Palace. Dalla parte opposta invece parte un’altra importante arteria di Londra: lo Strand.

WESTMINSTER
Westminster è un quartiere nel centro di Londra, all’interno del distretto della City of Westminster. Si trova sulla riva settentrionale del Tamigi, a sud-ovest del distretto londinese della City of London. Il nome “Westminster” deriva dall’unione delle parole inglesi west (“occidente”, “occidentale”) e minster (in origine “monastero”, poi usata per designare chiese di particolare importanza, tra cui diverse cattedrali). Il nome era riferito inizialmente alla sola abbazia di Westminster. Al suo interno si trovano molti palazzi storici e attrazioni turistiche di Londra, tra cui il Palazzo di Westminster (sede del Parlamento Britannico), la reggia di Buckingham Palace (residenza ufficiale dei sovrani del Regno Unito), l’abbazia di Westminster (luogo tradizionale di incoronazione e sepoltura dei sovrani inglesi), la cattedrale di Westminster (che ospita funzioni religiose di rito cattolico romano) e la tipica zona londinese del West End.  Il complesso di edifici che comprende il palazzo del Parlamento, l’abbazia di Westminster e la Saint Margaret’s Church è stato designato dall’UNESCO patrimonio dell’umanità. Accanto all’Abbazia si trova la Westminster School. La zona è servita dalla stazione Westminster della metropolitana di Londra, ed è collegata al quartiere di Lamberth, sull’altra sponda del Tamigi, tramite il Westminster Bridge.

ABBAZIA DI WESTMINSTER
L’abbazia di Westminster (il cui nome completo è Collegiate Church of Saint Peter in Westminster) è una chiesa di predominante stile gotico tradizionale, sede delle incoronazioni e della sepoltura dei monarchi britannici. Essa appartiene alla Chiesa anglicana ma, a causa della sua funzione, non è soggetta all’autorità diocesana ed è una chiesa proprietaria della monarchia britannica (royal peculiar).
Si trova a Westminster, Londra, a ovest del palazzo di Westminster, sede del parlamento. Fu chiamata così per distinguerla da quella di St. Mary of the Graces situata a est (Eastminster), sede di un monastero cistercense.
Westminster Abbey è un sito patrimonio dell’umanità UNESCO.
A poca distanza sorge la Cattedrale cattolica di Westminster, assai più recente, con la quale l’abbazia non va confusa.
STORIA: L’abbazia di Westminster fu costruita tra il 1045 e il 1050 da Edoardo il Confessore, che ne intraprese la costruzione per mantenere fede a un voto che aveva fatto mentre si trovava ancora in esilio in Normandia: se Dio avesse aiutato la sua famiglia a riavere il trono d’Inghilterra, egli avrebbe compiuto un pellegrinaggio a Roma.
Quando diventò re, gli fu impossibile lasciare il paese, mandò allora un messaggero al pontefice chiedendo di essere dispensato dal voto, il papa sostituì il voto nell’impegno a costruire un monastero dedicato a san Pietro. Edoardo individuò un sito dove prima esisteva il culto a san Pietro, a Thorney Island sul Tamigi. Si trattava del luogo dove nel 616 era stato costruito un piccolo santuario dopo che un pescatore aveva avuto una visione di San Pietro. Da allora ogni anno, il 29/6 i pescatori del Tamigi portano in dono a san Pietro un salmone, che viene ricevuto dall’abate di Westminster. Attorno al 970 san Dunstano vi costruì un convento di monaci benedettini cui fu affidata la cura del santuario.
Nel 1045 re Edoardo aggiunse una grande donazione di terreni attorno e iniziò la costruzione di un grandiosa chiesa in stile romanico che fu consacrata il 28/12 del 1065,Nel 1245 fu ricostruita in stile gotico francese. Nel 1376 la navata fu completamente rifatta dall’architetto Henri Yevele, che curò anche la Torre di Londra e il Palazzo di Westminster. Fra il 1503 e il 1519, durante i regni di Enrico VII e di Enrico VIII venne costruita la Lady Chapel, chiamata oggi la cappella Enrico VII. Il Rinascimento influenzò la costruzione di questa parte dell’abbazia e vi lavorarono artisti italiani, come lo scultore Pietro Torrigiano Nel 1540, i monaci benedettini dovettero lasciare il monastero, all’interno della riforma anglicana. Vent’anni dopo,Elisabetta I rifondò il monastero dandogli una serie di regole differenti.
Il soffitto è del 1506, la facciata neogotica, invece, è stata aggiunta in seguito e comprende i due campanili c. Westminster è la Chiesa in cui dal 1066, iniziando con Harold II d’Inghilterra cognato di Edoardo il Confessore, si sono svolte tutte le incoronazioni dei reali, tranne Edoardo V ed Edoardo VII, e dove sono sepolti gran parte dei sovrani fino al 1760. Il 6/9/1997, in questo luogo furono celebrati i funerali di Lady Diana, [principessa del Galles] vittima di un incidente automobilistico sotto il tunnel del [Pont de l’Alma a Parigi]
DESCRIZIONE: L’abbazia è lunga 156 metri e larga 34 metri; la navata centrale, con il soffitto a 34 metri da terra è la più lunga navata gotica della Gran Bretagna. Dal portale occidentale si accede alla Chiesa: subito si incontra la Cappella di San Giorgio, un tempo Battistero e ora dedicata ai caduti della Prima guerra mondiale. Sulla sinistra è visibile quello che è considerato il più antico ritratto di un sovrano inglese giunto fino a noi: vi è raffigurato Riccardo II e risale al XIV secolo. Nella navata destra si incontra subito una lapide posta sul pavimento in onore del fondatore dello scautismo Robert Baden-Powell, morto nel 1941, e di sua moglie Olave. Seguono la Abbot’s Pew e una serie di busti e rilievi raffiguranti vari personaggi inglesi. Lungo la navata centrale, appena entrati nell’Abbazia, si vede la tomba del Milite Ignoto, una lapide ricorda Sir Winston Churchill. Più avanti sono collocate le tombe di alcuni architetti del XIX secolo e dell’esploratore David Livingstone. Di seguito altre tombe di artisti e militari che si distinsero nelle campagne coloniali indiane. Nella terza navata spicca il monumento di William Pitt il giovane. Tutto il transetto, a destra e a sinistra dell’altare maggiore, è occupato dalle sepolture di personaggi storici, tra cui alcuni santi. Nel Poets’ Corner sono visibili le tombe o le commemorazioni di alcuni letterati e poeti inglesi, come Shakespeare, Browning, Chaucer, Dickens e Kipling. L’altare maggiore, opera di Sir Gilbert Scott, è sovrastato da un mosaico in vetro raffigurante l’ultima cena. Dietro l’altare maggiore si trovano le Royal Chapels, delle quali la principale è quella dedicata a Enrico VII, a tre navate con una corona di cappelle. Complessivamente la cappella raccoglie un centinaio di tombe, quasi tutte di sovrani d’Inghilterra. La statua di Edoardo III, visibile nel museo, è invece la più antica statua europea in legno del sovrano. Nella chiesa abbaziale è conservata la sedia di re Edoardo (King Edward’s chair o St. Edward’s chair), il trono sul quale si siedono i sovrani nell’ambito della loro incoronazione, che si tiene tradizionalmente in questo luogo sin dal Natale del 1066, giorno dell’incoronazione di Guglielmo il Conquistatore. Nell’Abbazia si trovano inoltre anche due scuole, la Westminster School, fondata dai Benedettini nel 1179, e la scuola del coro, la Westminster Abbey Choir School dove studiano da interni i ragazzi del Choir of Westminster Abbey.

HOUSE OF PARLIAMENT
Il Palazzo di Westminster, che è sede delle camere del Parlamento fin dal 1512, è conosciuto come House of Parliament, e risale al 1042, quando era sotto Edoardo Il Confessore.
La struttura principale, che è sopravvissuta a molteplici incendi, cioè Westminster Hall, fu costruita tra il 1087 e il 1100, e rappresenta una delle più grandi stanze medievali d’Europa.
Nel 1512, a causa di un incendio, Enrico VIII decise di abbandonare il palazzo e da quella data in poi divenne la sede dei Comuni (Camera dei Comuni, Camera Bassa) e dei Lord (Camera dei Lords, Camera Alta). Le due camere non godono degli stessi diritti: è la Camera dei Comuni l’organo decisionale. La Camera dei lords ha poteri molto limitati. E’ grazie al Parliament Act che la camera dei Comuni ha acquisito prevalenza su quella dei Lord.
L’approvazione delle leggi è fatta prima dalla Camera dei Comuni e anche se il consenso della Camera dei Lord fosse negato, i Comuni possono superare il veto e riproporre la legge a distanza di un anno. Questo eccetto che per le leggi in materia finanziaria, Money Bill, dove il consenso dei Lord non è necessario.
La Camera dei Comuni è tappezzata di verde. Il Governo siede a sinistra, l’Opposizione a destra e lo speaker modera il dibattito da una sedia posta al centro. Essa è formata dai membri del Parlamento (MP) eletti dai diversi partiti politici. I Comuni formulano i progetti di legge che, prima di essere ratificati, sono dibattuti in entrambe le camere.
E’ nella Camera dei Lords che la Regina, da un trono, tiene un discorso atto a presentare i progetti del Governo.
Ingresso gratuito

BIG BEN
Big Ben
è il nome della campana principale del Grande Orologio di Westminster, sulla Clock Tower (Torre dell’orologio, dedicata a Santo Stefano), posizionata all’angolo nord-est del Palazzo di Westminster, conosciuto anche come House of Parliament, a Londra. Tradizionalmente viene chiamata Big Ben l’intera torre dell’orologio, alta 96.3 metri, costruita in stile neogotico.
Ufficialmente il nome della campana (una delle cinque dell’orologio) è però “Great Bell”. Non si hanno notizie certe riguardo all’origine del nome “Big Ben”, ma esistono due teorie in merito. La prima sostiene che il nome derivi da Sir Benjamin Hall, membro della Camera dei Comuni e supervisore dei lavori per la ricostruzione del Palazzo di Westminster. La seconda sostiene invece che il nome derivi dal nome del campione dei pesi massimi di pugilato Benjamin Caunt, che combatté il suo ultimo incontro nel 1857.
DATI DELL’OROLOGIO: La campana principale (cioè il vero e proprio “Big Ben”) pesa 13,5 tonnellate. Suona ogni quarto d’ora e il suo suono è sentito in un raggio di circa due chilometri. I quadranti misurano 8 metri di diametro, la lancetta delle ore 2,7 metri e quella dei minuti 4,3.
Dal 1994 il Big Ben è illuminato da un sistema di 112 lampadine, elaborato appositamente da Philips’QL per ridurre i costi energetici.
Gli autori del sito “Big Ben – The World’s Most Famous Clock” sostengono di aver personalmente contato i 312 pannelli di vetro, posti in ogni quadrante, smentendo così una diffusa leggenda secondo cui si crede siano installate 365 lastre, una per ogni giorno dell’anno.
Dalla sua entrata in funzione, l’orologio è stato bloccato in 3 occasioni. È invece rimasto “muto” (rimanendo cioè funzionante, ma privo del rintocco delle campane) in diverse occasioni, per ragioni di manutenzione: in particolare per due mesi nel 1934, per 6 mesi nel 1956 e per circa un mese nel 2007.
MUSICA DELLA TORRE DELL’OROLOGIO: Le campane del Big Ben copiano la melodia composta da William Crotch per la Torre della Chiesa “GREAT ST MARY’S” dell’Università di Cambridge. Il Compositore Inglese si ispira ad una frase del Messia di Haendel relativa al Salmo 37 Versetti 23 e 24.

MUSEI e MONUMENTI
Ecco il trucco: piove e non sapete dove andare? Probabilmente fra un’ora avrà smesso e sarete liberi di scegliere, ma nel frattempo… infilatevi in un museo. Gratis ovviamente!
Il British Museum si visita gratuitamente (magari uscendo lasciate un’offerta…) e non si riesce a visitare tutto in una volta. Molto meglio vederlo a rate, e gustarsi un po’ per volta gli splendidi settori (i babilonesi, gli egizi, i greci…).
Idem alla National Gallery, dove si resta senza fiato in quanto contiene una delle più grandi collezioni di dipinti dell’Europa occidentale compresi i celebri Girasoli di Van Gogh.
E’ libero anche l’ingresso alla Tate Gallery, così come è gratuito il Museo di storia naturale  e quello della Scienza.
E’ libera anche la Wallace Collection in Manchester sq., strana collezione mista, un po’ kitsch a dire il vero, ma interessante poiché permette di visitare tutta una casa arredata secondo lo stile e le abitudini del XVIII secolo londinese.
C’è anche un modo per visitare gratuitamente la cattedrale di Saint Paul, il cui interno non giustifica le 14£ del biglietto, a meno che non si voglia salire sulla cupola. Basta entrare per i vespri (ore 17.00 dal venerdì al sabato, ore 15.15 la domenica); ci si siede sulle panche, si assiste alla breve celebrazione, e se si è fortunati si sente anche il coro che canta o che prima dell’inizio fa alcune prove, creando comunque un clima molto bello… (fra l’altro tutti vestiti un po’ come se fossero gli studenti di Hogwarts… molto british, insomma).
Si paga invece  per visitare Westminster Abbey, 16£ che è tanto, ma qui vale senza dubbio la pena. Camminare li dove si è svolta la storia inglese, tra gli altari che hanno visto l’incoronazione di tutti i re, tombe dei reali e quelli dei grandi artisti inglesi (da Chaucer a Dickens, Hardy e ancora Darwin e Newton) è un’emozione unica
E poi si pagano i musei privati. Qui va a gusti… abbiamo lasciato perdere alcuni “must” come la London Tower e il museo delle cere (ma vale poi davvero la pena?), mentre ci siamo sentiti obbligati a visitare la casa di Sherlok Holmes, in Baker St. (6£).
Un pellegrinaggio, più che una semplice visita. Consigliato agli appassionati, ma anche a chi voglia respirare un po’ l’aria della Londra vittoriana.

ASSOLUTAMENTE DA NON PERDERE:
– una bella gita in double-deck bus (il classico bus a due piani) fino a Camden Town, in quartiere dove ci sono i mercati in stile suk e molte altre attrazioni
– London Eye, la ruota panoramica. Costa circa 18 sterline per mezz’ora di giro ma il panorama che si vede vale assolutamente il costo.
– passeggiata ad Hyde Park in compagnia degli scoiattoli
– Abbey Road dove ci sono le strisce pedonali dove attraversarono i Beatles 

RISTORANTI:
Non si può venir via senza aver provato una pork-pie al pub o un fish & chips. Una fetta di torta presa in una qualche caffetteria tipo Starbucks, non fosse altro per ripararsi dal freddo e dalla pioggia. I ravioli al vapore di Chinatown (allo Jen Cafè, Newport pl., metropolitana Leicester sq., ve li fabbrica sotto il naso la signora cinese, e cinesi sono la maggior parte dei clienti).
– Nando’s
: In questo locale cucinano esclusivamente pollo con contorni e salsine varie. Un piatto completo più bevande non alcoliche (si paga solo il primo bicchiere – gli altri a volonta’) ha un costo di circa 10 sterline.
La specialità di Nandos è il pollo piccante, che ti servono come un hamburger o una pita.
Non si tratta quindi delle ali fritte (le Hot Wings) che si possono gustare al KFC. Qui il pollo è infatti quasi sempre alla piastra ed è buonissimo!
Ci sono anche alcune opzioni vegetariane e di carne, ma si va lì per il pollo. Offrono anche polli interi, un quarto o metà, con patatine fritte, pane con aglio, cavolo, o ratatouille.
Ha il vantaggio di essere davvero a buon mercato, e le bevande analcoliche si possono versare nel vostro bicchiere a volontà…Avete capito bene… ogni volta che il vostro bicchiere si svuota, senza pagare alcunché, potrete riempirlo quante volte vorrete dal distributore a spina presente in sala… Coca, Seven UP, aranciata… quello che preferite…
Nando’s è una catena di ristoranti portoghesi diffusa a Londra, in Inghilterra in generale e anche in buona parte del mondo, anche se non troppo in Europa e completamente assente in Italia.
Una volta entrati nel coloratissimo ristorante, si viene accolti da camerieri (sempre stranieri e spesso Italiani!) che ti chiedono se è la tua prima Peri Peri experience o se ci sei già stato.
Se è la prima volta fatevi illuminare sulla filosofia di Nando’s.
Ti viene assegnato un tavolo con un numero che si trova su di un simpatico galletto in legno. Un volta seduti si sceglie dal menù quello che vuoi mangiare. Principalmente è pollo ma si trovano anche insalatone, hamburger vegetariani nel panino o pitta, riso piccante o altre verdure. Potrete prendere mezzo (o 1/4) pollo arrosto con un contorno a scelta tra riso piccante, patatine (non saremmo a Londra), pannocchia arrostita con burro fuso (irrinunciabile). Il tutto rigorosamente piccante. Dimenticatevi dell’olio: non esiste!
Per la prima volta vi consiglio o un Lemon and herbs (che è già un po’ piccantino) o altrimenti piccante medium (che già è mooooolto piccante per i nostri standard). Per i veri coraggiosi si può arrivare anche fino al livello very hot, che però non ho il coraggio di consigliare a cuor leggero.
Il pezzo forte è il famoso pollo portoghese alla “peri-peri”; in pratica viene messo a marinare diverse ore con questa salsa più o meno piccante (a secondo del vostro gradimento!), e poi arrostito sulla piastra rovente.
Una volta che entrate e vi viene assegnato il vostro tavolo  dovete ricordare il suo numero.
Poi quando avrete deciso cosa mangiare recatevi direttamente alla cassa  per ordinare il menù, pagate e aspettate che i ragazzi ve lo portino al tavolo.
In pratica un self service a metà, una maniera pratica che consente anche di abbreviare i tempi di attesa.
La parte più divertente è proprio il fatto che si va alla cassa, ordini il cibo e una bibita (birra, coca…ecc) e insieme alla bottiglia di birra ti danno un bicchiere che tu puoi riempire quante volte vuoi al dispenser di soft drinks, come in precedenza detto.
Anche qui si può optare per due portate a prezzo fisso più bevande extra.
Nel complesso i prezzi sono buoni e consultando il sito web potrete farvi un idea più chiara nella pagina del menù, sia  dei prezzi che dei piatti da degustare.
Il pollo può essere mangiato tranquillamente con le mani. Pensate che al centro del locale c’è anche un grande lavandino dove ci si può lavare le mani dopo aver pranzato.
A Londra i locali di Nando’s sono sparsi per tutta la città. Naturalmente, location a parte sono più o meno tutti uguali.
Con soli 10-13 euro uscirete da Nando’s sicuramente sazi e soddisfatti… Cosa non da poco considerato il fatto che siete in una città dove mangiare in modo decente è davvero caro!
Se andate a Londra quindi, anche per un week end non fatevi mancare una Peri Peri Dinner da Nando’s.
C’è persino un sito internet dove potrete trovare il Nando’s più vicino a voi! https://www.nandos.co.uk/
S. Stephen’s Tavern – Westminster: un pub tipico e molto British. Ottimo per pranzare o cenare….o almeno fermarsi per una birra!
– Al Camden Market, magari in una giornata di sole, girovagate fra le bancarelle lungo il Regent’s canal (ricordate la canzone dei Modena City Ramblers?): sarà come fare il giro del mondo in 80 piatti e 20 bancarelle. Il più autentico street food: da provare!
Awana (Sloane ave., metro South Kensington), dove per circa 40£, in un ambiente intimo e tranquillo, si possono provare interessanti piatti della cucina malese accompagnati da un bicchiere di vino e – se ne avrete il coraggio – un dolce al durian, stranissimo frutto che sa… di formaggio!
Great Eastern Dining Room (Greateastern st., metro Old st.), suggerito dagli amici londinesi, dove si cena tra sushi e zuppe eccezionali (tra cui una delle cose più piccanti che abbiamo mai mangiato!) per circa 25£ a testa.
Rist. Melati (zona Piccadilly): A Soho in Peter St 30/31. Cucina malese e indonesiana.
Whole Food (a Soho zona Piccadilly): In Brewer St. Vicino a Regent Street. Ristorante e supermercato bio.
Hawleys Arms: food & drink 7 – 20 (2 Castlehaven Rd.), il regno di Amy Winehouse a Camden Town.
The Ispiral lunch ( a Camden Town): Vegan and raw food, sulla via principale prima del Market. Piccolino, spartano ma con cibo buono e bella vista sul canale.
Haché (Camden):  un ristorantino specializzato in hamburger, consigliato anche dall’ormai famoso Gordon Ramsay, dove si vocifera facciano l’hamburger più buono di Londra. Cibo fino a scoppiare sulle 15 sterline. Per chi è stato a New York, lo paragono al famoso Corner Bistrot.
Ultima nota gastronomica: non fatevi influenzare da chi dice che le birre inglesi sono calde e sgasate. Una delle più belle cose da fare quando volete riposarvi nel tardo pomeriggio, o scaldarvi un po’, è infilarvi in un pub e scegliere una “cask ale”. Ce ne sono centinaia diverse, provengono da piccoli produttori e molti pub esibiscono un apposito cartello all’ingresso per indicare che le vendono. Divertitevi a provarne quante più possibile! Sono meno gasate rispetto alle birre che conosciamo noi, ma sono molto profumate, fruttate, sempre diverse.
E nel frattempo sarete immersi nel tipico ambiente del pub, con inglesi che si offrono reciprocamente giri di birra uno dopo l’altro.
E se invece siete proprio irrimediabilmente astemi… tralasciate i pub e infilatevi in qualche tea house. L’ambiente è tipico e anche la degustazione dei tè può riservare delle sorprese…

LOCALI:
Piccadilly: a Soho ci sono una serie di locali molto carini sia per l’aperitivo che per il post cena, attenti perché tanti sono “hard”.
Portobello Bars: per una serata in giro per locali Mau Mau Bar (265 Portobello Road, underground Landbroke Grove) – Live Music The Market Bar (240 Portobello Rd) – Live Music First Floor (186 Portobello Rd) – Restaurant e Ground Floor Bar Notting Hill Arts Club (21 Notting Hill Gate) – Live Music Beach Blanket Babylon (45 Ledbury Road) – Pub Restaurant
Camden Town: Jazz Caffé: uno dei locali di live music più famosi (020 74856834)
Questa è Londra. La multietnicità, l’ecletticità delle persone, i colori, gli odori, le sventolate sulle scale mobili dell’underground, il senso di libertà, la gente che beve e mangia per strada, alcuni supermarket aperti 24/24, l’affollamento frastornante del centro e la tranquillità soporifera dei quartieri residenziali attigui, i bus rossi a due piani e le cabine telefoniche (adesso senza telefono), gli scoiattoli dei parchi, la polizia a cavallo, la pioggerellina a intermittenza, gli italiani che affollano Harrods… L’era dei punk è finita… sostituita da quella delle ragazze con gli Hugg, leggins e maglioni inguinali. La moda si è evoluta benché il Vintage&Street Fashion Style siano comunque quasi predominanti. .
..Quando un uomo è stanco di Londra, è stanco della vita, perché a Londra si trova tutto ciò che la vita può offrire. (Samuel Johnson)

NUMERI:
Hotel € 200 + Volo € 190 + Gatwick Express € 60 + stay to London (tutto compreso: metro, cibo, acquisti) € 300 = totale € 750 (sempre e tutto diviso per 2!!!!!!)

nicolettamazzetti@tin.it


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