Istanbul 2008


Istanbul sotto la neve

(note di un breve viaggio dal 15 al 18 febbraio di Alessandra)

Premessa: l’Alitalia, dal settembre del 2007, in occasione dei suoi 60 anni ha messo in vendita, per i suoi dipendenti, dei biglietti aerei a 60 euro tasse incluse, da usare per tutte le destinazioni europee più alcune del Mediterraneo. Questi biglietti hanno tre caratteristiche principali: scadono a settembre 2008, possono essere usati anche da persone non dipendenti dell’azienda, sono “stand-by”, cioè senza diritto di prenotazione: si parte solo se c’è posto sul volo.
Detto questo, tramite amici abbiamo potuto acquistare questi biglietti, che decidiamo di usare per andare a Istanbul, città che da tempo desideravamo vedere, e quale migliore occasione poterci andare con una spesa di soli 60 euro??
Decidiamo di partire venerdì 15 febbraio, ed essendo un periodo in cui viaggiano poche persone, non abbiamo problemi a trovare posto sull’aereo. Abbiamo anche prenotato online un albergo tre stelle, ben recensito, ad un ottimo prezzo, 81 euro la stanza, per tre notti colazione compresa (27 euro a notte!)

Partiamo quindi, venerdì mattina (erano ben 13 anni che non volavamo con la nostra compagnia di bandiera!) e arriviamo verso l’una all’aeroporto Ataturk.
Nota: ho letto su alcuni resoconti di viaggio di persone che hanno dovuto pagare il visto o cose del genere, vorrei specificare che noi ci siamo presentati al controllo passaporti con la sola carta d’identità, ci hanno consegnato un foglietto timbrato (credo una sorta di visto) che abbiamo riconsegnato alla partenza, senza pagare alcunché. Tutto qui.
Al di sotto dell’aeroporto c’è il capolinea della metro, che abbiamo preso fino alla fermata Zeytinburnu, dove c’è la coincidenza con il tram, quest’ultimo attraversa praticamente tutta la città vecchia per arrivare nel cuore della città nuova. Noi lo prendiamo fino alla fermata Gulhane, a pochi metri dall’albergo, Hotel Ilkay, che si trova a Sirkeci, nella città vecchia (praticamente il centro storico), a due passi dal palazzo Topkapi e dalla stazione dei treni.
In albergo ci danno una stanza a due letti singoli, gli facciamo notare l’errore e ci promettono di cambiarla l’indomani mattina; comunque l’albergo ci fa subito una buona impressione.
Lasciati i bagagli in camera usciamo subito per sfruttare al meglio questo pomeriggio. Fa freddino ma il tempo è solo un po’ velato, chi avrebbe mai pensato che l’indomani…
Facciamo la prima tappa nella piazza di Sultanahmet, dove ci fermiamo per un the (çay, pronuncia “ciai”) con dei dolcetti, e andiamo a visitare la cisterna basilica (ingresso 10 TRY). Si tratta di una immensa cisterna bizantina fatta costruire da Costantino, che all’epoca si trovava nel cortile di una basilica, e che serviva per rifornire d’acqua il Gran Palazzo. All’interno ci sono 336 colonne, è un posto molto suggestivo, la base è ricoperta d’acqua e le colonne sono illuminate, c’è una passerella in legno con cui si può attraversare tutta la cisterna, insomma un posto molto particolare ed interessante.
All’altro lato della strada c’è Santa Sofia, ma è troppo tardi per visitarla così ci dirigiamo dall’altra parte della piazza per vedere la Moschea Blu. Questa è sicuramente uno dei simboli di Istanbul, è bellissima già all’esterno, e all’interno poi… uno spazio immenso ricoperto da tappeti, i muri ricchi di piastrelle con bellissime decorazioni, in cui predomina il colore blu.
Uscendo dalla moschea le giriamo intorno (al di sotto c’è un piccolo bazar con alcuni negozi interessanti) e ci avviamo a passeggio per le stradine della vecchia Sultanahmet.
Lungo i vicoletti ci sono delle belle case in legno, molte delle quali ristrutturate. Ce ne sono anche un bel po’ ridotte invece in condizioni cadenti, l’ambiente è tutto sommato un po’ diroccato, ma affascinante. Gira gira arriviamo su una specie di lungomare, e più avanti rientriamo nel quartiere attraverso un altro vicoletto, fino ad arrivare alla moschea chiamata “Piccola Santa Sofia”, anch’essa un’antica chiesa bizantina, di poco precedente all’omonima più grande. Oggi è anche questa una moschea, e ci arriviamo nel momento della preghiera; comunque ci fanno entrare, restiamo un po’ in disparte per non disturbare, l’ambiente è piccolo e la visita si compie in pochi minuti.
Nella stessa zona si trova un’altra moschea, Sokollu Mehmet Pasa, suggerita dalla guida (Routard) come una delle più belle, sede anche di una scuola coranica. E’ ancora l’ora della preghiera, l’ultima della giornata, e qui invece non ci fanno entrare. Ci ripromettiamo di tornarci e proseguiamo la nostra passeggiata per tornare verso l’albergo, vicino a Santa Sofia visitiamo un antico hammam che è stato restaurato ed è adibito a centro culturale dell’arte del tappeto. E’ molto interessante sia per vedere com’era fatto un hammam anticamente, sia per gli splendidi tappeti e kilim esposti.
Rientriamo in albergo e ne usciamo poi per la cena, andiamo in un ristorante segnalato sulla Routard, Altin Kupa, vicino l’ingresso della cisterna basilica. Buonissimi gli spiedini d’agnello, porzioni un po’ scarse, prezzi medi, ambiente carino.
Dopo cena ci fermiamo per una birra in un irish pub poco distante dall’albergo.

Sabato mattina ci svegliamo e… nevica!
Andiamo a fare colazione (ottimo il buffet dell’albergo, vario e abbondante, da provare il Tahini ) e portiamo giù i bagagli, al ritorno ci daranno la stanza matrimoniale.
Andiamo subito a visitare il palazzo Topkapi (ingresso 10TRY + 10 per l’harem), fa decisamente freddo, la visita del palazzo è molto interessante con i bei padiglioni decorati, purtroppo il freddo pregiudica un po’ la visita, perché questa si svolge quasi tutta all’aperto, e ad un certo punto diventa difficile persino sfogliare le pagine della guida, talmente le dita sono intirizzite.
Finiamo la visita pochi minuti dopo mezzogiorno, e a questo punto ci sarebbe da vedere l’harem, la cui visita non è inclusa in quella del palazzo, ma si svolge ad orari prestabiliti ed è guidata. Il fatto è che la prossima visita dell’harem è prevista all’una, ciò significa che dovremmo stare quasi un’ora ad attendere fuori al freddo, non si può uscire e rientrare nel palazzo con lo stesso biglietto, decidiamo quindi di rinunciare; lo confesso, non sono abituata a questo freddo, e mal lo sopporto: per quanto mi possa “imbacuccare” sono congelata…
Andiamo a prenderci un the con dolcetti e passiamo in albergo a scaldarci un po’ e a cambiarci le scarpe che nel frattempo si sono inzuppate, sta continuando a nevicare anche se ancora non ha attaccato.
Fortuna che l’albergo è ben riscaldato, e ci hanno dato una stanza davvero carina, con due ambienti (oltre alla stanza da letto c’è un salottino con la tv e un altro letto). Ne approfittiamo per riposarci un po’, ci si stanca a girare col freddo!
Nel pomeriggio andiamo a vedere il Gran Bazar, stavolta prendiamo il tram, nevica parecchio.
Il Gran Bazar, che si trova sulla strada principale (Divanyolu caddesi) della città vecchia, è un posto veramente enorme, con strade e vicoli all’interno, dove si vende di tutto, tra cui molti articoli tipicamente per turisti, ma comunque ci sono dei bei tappeti e parecchie altre cose interessanti. E’ facile perdersi all’interno delle stradine, o ritrovarsi nello stesso posto dove si era già passati. Il giro è interessante e divertente, anche per la varia umanità che vi si incontra. E’ anche un ottimo modo per ripararsi dalla neve, ma il tempo scorre e vogliamo proseguire il nostro giro. Uscendo dal bazar ci fermiamo per il solito the con dolcetti, stavolta assaggiamo vari tipi di baklava, i tipici dolcetti turchi fatti principalmente con noci o pistacchi, miele e sciroppo di zucchero, buonissimi.
A piedi ci incamminiamo verso il ponte di Galata, vicino al quale si trova il bazar egiziano, un altro bazar più piccolo del precedente, specializzato in frutta secca, dolci e spezie, anche questo un po’ turistico però mi piace più dell’altro, adoro vedere quei banchi pieni di spezie, sentirne l’odore…
Prima di attraversare il ponte per passare dall’altra parte del Corno d’Oro, sulla città moderna (ma siamo sempre nella parte europea) ci fermiamo in una bancarella sotto il ponte a comprarci un panino col pesce, arrostito lì per lì su delle piastre, ottimo. Quando attraversiamo il ponte ci sembra di essere in una bufera, continua a nevicare ma qui sul Bosforo tira pure un gran vento, sul ponte ci siamo solo noi. Dall’altra parte prendiamo una viuzza in salita che arriva alla torre di Galata, da dove si dovrebbe godere un bel panorama, ma naturalmente col buio e questo tempo non si vede nulla, per questo motivo non saliamo all’interno della torre ma ci limitiamo a guardarla da fuori.
Proseguiamo il cammino fino a raggiungere la Istiklal caddesi, praticamente la via del corso di Istanbul, piena di gente e di negozi, bar e ristoranti. La strada è pedonale, a parte un minuscolo tram che passa a mo’ di navetta. Si cammina con una discreta difficoltà per via della neve che sta creando delle pozze e dei mucchietti di ghiaccio piuttosto scivolosi.
Ci fermiamo ancora per riscaldarci un po’, Marco prende il solito çay, io azzardo un caffé turco, lo avevo già assaggiato anni fa in Grecia, a dire il vero a me piace proprio, ci vuole solo un po’ di pazienza affinché i fondi si depositino.
Proseguiamo per la via fino alla fine, a piazza Taksim, la piazza principale della città moderna, ma dato che non ha smesso un secondo di nevicare, decidiamo di fermarci direttamente a cena qui sulla parte moderna, per poi tornare giù in albergo. Mangiamo in un ristorante specializzato in kebap, il Sutis-kebap Dunyasi, sempre sulla Istiklal, fanno vari tipi diversi di kebap; non servono alcolici. Torniamo giù con una sorta di funicolare, Tunel, che ci riporta vicino al ponte dove, anche se per poche fermate, prendiamo il tram fino all’albergo. Ci fermiamo a prendere qualche birra e dei pistacchi, e trascorriamo il resto della serata in albergo, per oggi la nostra dose di freddo l’abbiamo presa!

Domenica mattina andiamo per prima cosa a visitare Santa Sofia (o Aya Sofya, ingresso 10TRY), l’antica chiesa bizantina trasformata poi in moschea. All’esterno è tutto ricoperto di neve, ha continuato a nevicare tutta la notte e continua, l’interno, nonostante il freddo, è davvero bello, si possono anche visitare le  gallerie delle tribune (aperte e gratuite, contrariamente a ciò che menzionava la Routard). Lascio alle guide i dettagli architettonici, posso solo dire che davvero merita. Uscendo ci incamminiamo di nuovo verso Sultanahmet, approfittiamo di una breve pausa nella nevicata per andare a vedere prima la cisterna di Teodosio, un’altra cisterna simile a quella della basilica, si trova al di sotto di un edificio municipale ed è a ingresso libero. Sicuramente meno suggestiva dell’altra, ma interessante. Proseguendo lungo la strada, dove la neve sta creando una massa compatta sui marciapiedi, vediamo bambini che, naturalmente, fanno a pallate di neve, o si lanciano per le viuzze in discesa usando dei pezzi di plastica o cartone a mo’ di slittino. Raggiungiamo la moschea di Sokollu Mehmet Pasa, quella del primo giorno, in un raro momento di sole. La moschea è vuota e si può visitare, anche se dobbiamo chiedere il permesso ad una specie di guardiano, che ci fa anche da cicerone; non è molto grande ma bella e ottimamente decorata; il guardiano non ci permette di fotografare ma alla fine ci offre di comprare delle fotografie dietro un piccolo compenso; tale la sua gentilezza che le prendiamo volentieri.
Attraversiamo poi mezzo centro storico per tornare al ponte di Galata a prendere un altro panino col pesce arrosto, nel frattempo ha ripreso a nevicare copiosamente. Siamo di nuovo molto infreddoliti e dopo il panino ci fermiamo per un the, prima di rientrare in albergo per il solito cambio scarpe. Usciamo verso metà del pomeriggio per andare a vedere un posto suggerito dalla guida, dovrebbe essere una specie di antico serraglio, che si trova alle spalle del gran bazar. Non solo non riusciamo a trovarlo, ma in realtà ci perdiamo completamente per le stradine. La situazione è irreale, sul genere de “i sopravvissuti”, sembra che in tutta Istanbul ci siamo in giro solo noi, non incontriamo anima viva per un’ora buona, e passiamo per stradine dove, talmente non è passato nessuno (e sono strade dove passano anche le auto) che la neve è completamente intonsa, le prime impronte della giornata le facciamo noi… ma dov’è finito il famoso caos di Istanbul??
Cominciamo a dubitare di ritrovare la strada, sappiamo di essere alle spalle del gran bazar (che di domenica è chiuso), e alla fine riusciamo a sbucare sulla via principale. Ci fermiamo a bere l’ennesimo çay e giriamo ancora un po’ per le stradine adiacenti Aya Sofya, dove ci sono vari locali e ristoranti, pensiamo di tornare qui per cena, ma dopo essere ripassati in albergo decidiamo di cenare in un ristorante vicino, senza fare troppa strada, ha ripreso a nevicare copiosamente. Per lo stesso motivo, dopo cena torniamo all’irish pub della prima sera.

Lunedì, sveglia di buon’ora per provare a raggiungere la sponda asiatica della città. Ha continuato a nevicare per tutta la notte ed ancora, quindi, svuotate le camere e lasciati i bagagli alla reception, ci dirigiamo al ponte di Galata, dove al solito soffia anche un forte vento. Accanto al ponte c’è il molo di Eminonu dove partono i vaporetti per la sponda asiatica. Ne prendiamo uno che in un quarto d’ora ci conduce dall’altra parte, a Kadikoy.
Non so se qui gira meno gente o ha nevicato ancora di più, fatto sta che strade marciapiedi e giardini sono ricoperti da una fitta coltre di neve, che sui marciapiedi ha creato uno spesso strato compatto e pericolosamente scivoloso. In alcuni tratti alcuni addetti sono all’opera per rompere il ghiaccio, ma ci vorranno probabilmente delle ore. Facciamo una passeggiata per la zona, che appare tranquilla ma sinceramente non è che si veda granché, data la neve. Ci riscaldiamo con l’ennesimo çay  e pranziamo con un saporito kebap, prima di fare ritorno alla sponda europea.
Scesi dal vaporetto, ci fermiamo ad acquistare un po’ di spezie varie al bazar egiziano, dei dolci da riportare in Italia in una pasticceria, quindi ripassiamo in albergo a prendere i bagagli. Solo ora sembra che cominci a smettere di nevicare, ora che stiamo andando via. Riprendiamo tram e poi metro per andare all’aeroporto, anche questo breve viaggio si è concluso.

Considerazioni: bella, molto bella, da rivedere sicuramente. Abbiamo potuto visitare questa città con delle condizioni insolite (insolite per noi, che a Roma la neve non la vediamo nemmeno col binocolo, non insolita per Istanbul), e questo ci ha permesso di apprezzare degli scorci davvero suggestivi, ma allo stesso tempo è stato un po’ disagevole camminare (perché si sa, quando si visita una nuova città c’è sempre tanto da camminare!) per via del ghiaccio, delle scarpe bagnate e del freddo. Per quel poco che ci siamo stati, anche l’impatto con la gente è stato decisamente positivo. Ci sono purtroppo mancati quei paesaggi e quei tramonti per cui Istanbul è tanto famosa, motivo per ritornarci prima o poi.

Alessandra

cambio a febbraio 2008: 1 lira turca (TRY) = 0,60 €


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