Sulawesi e Bali 2013


Indonesia: Sud Sulawesi e Bali + poche ore a Singapore

(racconto di viaggio dal 15 aprile all’11 maggio di Susanna)

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Costo viaggi aerei:
Biglietto aereo Lufthansa A/R: Firenze/Francoforte/Singapore € 568,69 (on line direttamente dalla Compagnia aerea).
Biglietto aereo Lion Air solo andata: Singapore/Jakarta Jakarta/Makassar € 107,19 (on line da Ticketindonesia prima della partenza).
Biglietto aereo Lion Air solo andata Palu/Makassar Makassar/Bali €81 circa (comprato a Palu 8 gg. prima della partenza).
Biglietto aereo AirAsia solo andata Bali/Singapore € 52 circa (on line direttamente dal sito AirAsia prima della partenza).
Assicurazione Care Allianz Global Assistence fatta on line € 67,20

Volo più che confortevole, visto che l’Airbus A380 (mamma, come è grande) che ci porterà da Francoforte a Singapore è semivuoto e quindi ciascuno di noi (siamo in 4) avrà una fila di sedili tutta per sé ed il sonno comodo sarà assicurato.
All’aeroporto di Singapore (sempre bello ma avendolo già visto 13 anni fa non mi ha entusiasmato più di tanto, ad oggi ce ne sono altri che reggono ampiamente la concorrenza) cambiamo 50€ in rupie indonesiane in previsione del pagamento tassa uscita da Jakarta, visto che avremo poco tempo a disposizione prima del volo interno. Cambio 1€ x 11.400RP.
Il volo è abbastanza confortevole, addirittura ci spostano di posto, in quanto Sandro ha le gambe molto lunghe e ci danno i sedili all’uscita di sicurezza, chiedendoci se parliamo Inglese, in caso di “necessità”. E qui i primi scongiuri… Notiamo poi che su ogni sedile c’è un foglietto con preghiera rivolta a tutti gli dei delle religioni più importanti per la “Protezione” durante il volo. La prendiamo a ridere che è meglio… (Qualche giorno fa, un aereo della Lion è andato a finire in mare a Bali, in fase di atterraggio, meno male senza vittime).
A Jakarta si paga il visto 20€ ad uno sportello poi sa va ad un altro desk a farlo attaccare e timbrare sul passaporto e poi di corsa a ritirare e riconsegnare subito dopo i bagagli senza fare ulteriore check in. La tassa di uscita non ce la fanno pagare in quanto siamo in transito per Makassar. Preso bus esterno gratis che ci porterà al ns. terminal, tutto questo di corsa perché ci hanno anticipato il volo per Makassar di 50’ ed i tempi sono molto stretti.
Il volo per Makassar è strapieno e l’aereo molto scomodo, siamo gli unici non asiatici.
All’arrivo, avendo prenotato le camere più il transfer dall’aeroporto su Booking.com, usciamo baldanzosi, ma il ns. entusiasmo si sgonfia dopo aver aspettato un bel po’ qualcuno con un cartello con i ns. nomi. Non ci resta che prendere un taxi prepagato e si parte alla ricerca, che si rivelerà lunga, del ns. Hotel.
Nota di demerito per Booking.com: a parte il mancato transfer, la cosa peggiore è l’albergo, in quanto a differenza di quanto visto in foto, trattasi di un edificio più che squallido e sporco, adibito ad ospitare signorine che stazionano al suo ingresso in attesa di clienti, ma soprattutto non hanno registrato la ns. prenotazione e dobbiamo discutere a lungo anche sul prezzo e vista la stanchezza, la cosa ci fa molto incavolare. E pensare che avevamo prenotato il tutto da casa per avere un impatto notturno più soft. Sono le due del mattino e siamo in viaggio da 30 ore.
Il prezzo della camera è 169.000 Rp con colazione.

17/4 SULAWESI
Ci siamo accordati con Manar, il tassista che ci ha portato stanotte, per il trasferimento di oggi verso Pantai Bira e alle 10 si parte con il seguente ruolino di marcia:
1)  Banca BCA per cambio (1 € = 12.557 Rupie Indonesiane)
2) Acquisto SIM Card Indonesiana SIMPATI Rp 10.000 – 100.000 ricarica e 1.000 commissioni (che si rilvelerà cosa molto utile per internettare)
3)  Un buon caffé (vista la qualità scadente della colazione offertaci dal ns. hotel).
Alle 12 si parte e per fare 150 Km ci mettiamo 5 ore (compresa una veloce fermata per mangiare qualcosa lungo la strada). Da ora iniziamo a temere che quanto letto in rete sui trasferimenti è tristemente vero. Arriviamo a Bira e paghiamo all’ingresso della città una tassa di 20.000 Rp a persona (tipo la ns. tassa di soggiorno).
Soggiorneremo al Bira View Inn, 225.000 Rp a bungalow, compresa la colazione. La location è molto suggestiva, ma obbiettivamente le abitazioni sono molto “sgaruppate“ per il prezzo richiestoci.
Comunque ci staremo 3 notti, anche perché il mare è bello e necessitiamo di un po’ di relax e tempo per ambientarci. In questi due giorni avremo modo di conoscere la gente del posto (insieme ad altre 2 coppie, siamo gli unici turisti occidentali in tutto il paese e praticamente sono tutti al ns. servizio), assaggiare la cucina locale (che non mi ha conquistato più di tanto) fare  dei bei bagni in acque calde e trasparenti e  fare una piccola escursione in barca ad una isoletta di fronte al paese.
Avremo anche modo di provare qualche bell’acquazzone e soprattutto la velocità con cui il tempo cambia da queste parti.

20/4
Stamani si parte alle 8 con auto + driver prenotata in paese, che, con un viaggio di 9 ore e 1.200.000Rp in 4, ci porterà a ParePare.
Pernotteremo all’Hotel Gandaria 135.000 Rp con colazione. Cena per la strada ad un Warung con pollo e verdure fritte veramente squisite.

21/4
Un taxi ci porta dove partono i Kijang (monovolume collettivi) per Polewali (3 ore e 70.000 RI in quattro). Poi altro Kijang a 50.000 RI a persona per Mamasa, che parte appena ha raggiunto il pieno carico di 8 persone, sono le 11,30 ed il percorso da fare è di 96 Km, ma la strada non è delle migliori e la pioggia ci mette lo zampino. Arriveremo dopo le 18 e ci sistemeremo, molto bene alla Tongkonan Wisma 200.000 RI con colazione e tè e caffé a volontà a tutte le ore. L’acqua per lavarsi è solo fredda, ma a richiesta ci portano pure dei secchi di acqua caldissima. Del resto a Sulawesi le docce come le intendiamo noi sono cosa rara, qui si usa il Mandi, ovvero un recipientone da dove si attinge l’acqua con un pentolino e ci si butta addosso.
Il meteo non è dei migliori, praticamente la sera piove sempre e fa freschino, meno male che le mattinate sono soleggiate e quindi possiamo godere a pieno delle meraviglie di questo posto, ancora così poco contaminato (forse la ragione è la strada tremenda da Polewali a qui, per ora unica possibilità per raggiungere il paese). Ci tratteniamo 3 notti ed i relativi 2 giorni li passiamo ad esplorare il villaggio ed i dintorni.

22/4
Oggi c’è il mercato a Mamasa ed è piacevole girellare fra gli ortaggi stesi per terra ed i poveri oggetti in vendita. Mi piacerebbe comprare qualcosa pur d’intavolare un discorso, magari a gesti con i venditori, ma veramente non trovo niente da acquistare. Già la ricerca della carta igienica (non viene fornita dalla GH) è problematica, però serve intanto ad iniziare un minimo di conversazione. Un signore ci chiede se abbiamo bisogno di qualcosa  e ci propone di prendere un caffé in un locale in mezzo al mercato. Il posto è molto buio, ma il caffé (non sapevo che la qualità indonesiana e soprattutto del territorio Toraja  è molto alta) con una specie di piccole brioche tiepida non è per niente male. Parliamo del ns. possibile itinerario e ci viene offerta la possibilità di spostarci verso Rantepao in auto ad un prezzo da contrattare.
Visto che di autobus non ne abbiamo visti in giro e visto anche che la strada che ci ha portato qui (non c’è alternativa, dobbiamo ridiscendere a Polewali) non è delle migliori, decidiamo di fare questa contrattazione ed il prezzo viene fissato a 1.000.000 RI tutto compreso, partenza il 24/4. Nel resto della mattinata ci dirigiamo a piedi verso RanteBuda (circa 3Km) per vedere un Tongkonan di 300 anni fa (sono le case caratteristiche di questa zona, con il tetto a barca, tutte di legno e bamboo e decorazioni bellissime) e devo dire che fa una certa impressione, poi visitandola all’interno (è tuttora abitata) ci si rende conto di come si svolge la vita qua. Riesco a comprare un piccolo mestolo di bamboo fatto da uno degli abitanti della casa. Nel frattempo il cielo si oscura ed inizia a piovere, meno male non troppo forte e ce la facciamo a rientrare senza bagnarci troppo.
Notizia pratica: all’ATM di Mamasa funziona la Visa prepagata ed il PostePay, mentre la Mastercard alla prima prova no, il giorno seguente si. La linea telefonica va a singhiozzo, l’internet point è di una lentezza paurosa (30’ solo per avere il collegamento).

23/4
Il muezzin picchia duro (in questa zona predomina la religione mussulmana, anche se ci sono varie chiese cristiane) e alle 5 siamo tutti svegli, ne approfittiamo per fare il punto della situazione e decidere il programma di oggi, il tempo pare variabile ed allora decidiamo di andare a Orobua approfittando dei motorini/taxi che ci portano in loco in 30’ e 15000 RI ciascuno. Effettivamente questi ragazzi sono dei bravi drivers; e nonostante le buche con e senza acqua lungo tutto il percorso, riusciamo ad arrivare illesi e senza schizzi di fango alla meta. Visitiamo un’altra casa antica, ed il piccolo raggruppamento di tombe lì vicino. Rifacciamo i 9 km verso Mamasa a piedi, godendo di panorami insoliti e veramente belli. Durante il percorso ci fermiamo a visitare a Tawalian un piccolo cimitero cristiano/animista in mezzo ad una risaia, poi andiamo a pranzo, praticamente in una casa privata, dove il cibo non è il massimo, ma la cordialità tanta ed il prezzo pagato minimo (l’equivalente di meno di 1euro a persona). Facciamo in tempo a rientrare in paese che si scatena il finimondo, sono le 15,30 e pioverà di seguito fino a domani mattina con una violenza inaudita. Siccome domani partiamo il proprietario della GH ci propone di cenare in casa per farci assaggiare le specialità del posto ed effettivamente vale la pena sia per il gusto che per il prezzo (80.000 RI in due). Buonissimo il riso al limone ed il maialino stufato con verdure, e di cui non ricordo il nome.

24/4
Stamani alle 7 si parte per un viaggio lunghissimo, la pioggia di ieri ha contribuito a far franare la strada in diversi punti e guidare non è facile, ci vogliono più di 12 ore per arrivare a Rantepao ed il viaggio non confortevole ci tiene svegli e attenti alla strada. A Rantepao pare che ci sia più gente, in quanto per trovare alloggio dobbiamo fare tre fermate, finalmente hanno posto al Wisma Monica (super lusso 350.000 RI con colazione a buffet). Nella sala d’ingresso parliamo con Samuel una guida del posto che si offre per accompagnarci a visitare la zona dei Toraja con relativo funerale, ma messi sull’avviso da amici che ci sono stati precedentemente ed hanno fatto le stesse cose senza nessuna guida, decliniamo l’offerta e ci facciamo solo accompagnare in un locale per cenare, vista l’ora tarda e che la maggioranza dei ristoranti sono già chiusi. Qua la vita inizia all’alba e le attività iniziano a chiudere non appena fa buio.
Annotazione: la visita guidata con auto compresa ci sarebbe costata in 4 RI 1.000.000 al giorno.

25/4
Colazione molto ricca con un caffé super ed un  eccellente succo di Tamarella (frutto mai assaggiato prima: è una specie di pomodoro dolce con polpa gelatinosa e tanti semini). Poi con un Kijang si va a Lemo (3.000 a persona) e poi a piedi visita del sito dei TauTau, tombe rupestri con statue in legno a misura naturale a rappresentare il defunto (molto suggestive e fotogeniche), poi a Kambira, sempre sfruttando un passaggio in Kijang, per vedere le Baby graves, ovvero gli alberi che fungono da tomba per i morti/bambini (commoventi) e poi a piedi a Tampangallo per visitare le grotte con tanti TauTau e di seguito a SuaY e poi a Makale, infine rientro a Rantepao in Kijang. Per visitare i suddetti siti si paga per ciascuno un biglietto di 20.000 RI a persona.
Alle 17,30, in ritardo rispetto agli altri giorni, inizia a piovere a dirotto e continuerà fino a tarda notte. Ma siccome abbiamo prenotato la cena alla GH Pia’s Poppies per assaggiare il Pa’Piong (piatto molto particolare che fanno solo qua, consigliatomi dall’amico Marco, di cui parleremo in seguito) non ci resta che farci portare con il becak (una specie di risciò a pedali, dove il trasportato sta davanti  e, credetemi, agli incroci fa un certo effetto) 10.000RI in due. La cena è stata buona, con molta atmosfera, il maialino con verdure cotto nella canna di bamboo, portata chiusa e vuotata nel piatto direttamente al tavolo, vale l’assaggio anche se il prezzo rispetto alla media locale ci pare un po’ alto (240.000 in due).

26/4
Oggi prenotiamo biglietti bus per Tentena, partenza domattina (120.000RI a persona) poi con un Kijang andiamo a Ketekesu (forse il posto più fotografato di Tana Toraja, ma stranamente non c’è nessuno) Ingresso sempre 20.000 each. Devo dire che visto così senza turisti è molto suggestivo e le “casone” decorate e così imponenti mi fanno un certo effetto, peccato che le mie foto non rendono giustizia ai luoghi. Son contenta di aver visitato il villaggio ed il “cimitero” adiacente. Ripensandoci bene abbiamo visitato molti luoghi funebri però abbiamo notato che il rapporto con la morte di questa gente è molto diverso dal nostro, praticamente è una fase della vita da vivere normalmente. Probabilmente è  la ns. religione che ci porta a drammatizzare tutto e vorrebbe  farci vivere con la paura dell’aldilà.
Non abbiamo assistito ai funerali che durano 4 giorni ed in cui il momento clou è lo sgozzamento degli animali offerti in memoria del defunto, un po’ perché io, in particolar modo, non avrei retto allo “spettacolo” e soprattutto perché la cosa ci è sembrata un po’ troppo sfruttata, turisticamente parlando…
Rientriamo in Bemo (specie di bussino collettivo RI 2.000 each) a Rantepao per dirigerci al Terminal Bolu dove speriamo di trovare un mezzo collettivo che ci porti a Batutumonga, paesino in collina famoso per le piantagioni di riso a terrazze, ma non se ne parla o prendiamo la moto o dobbiamo noleggiare un charter (auto privata con guidatore che ci riporterà poi a casa per 300.000RI in 4. Decidiamo per la seconda opzione e facciamo un viaggio molto comodo con tante fermate a richiesta per fare foto (paesaggi delle risaie sottostanti meravigliosi, momenti di vita di tutti i giorni nei piccoli villaggi che attraversiamo). Al ritorno incrociamo su di uno stradello sterrato un camion carico di sassi che arranca su per la salita e la bravura ed il sangue freddo del ns. driver alla fine di una manovra a millimetro con dirupo dalla ns. parte, ci porta a complimentarci con lui ed offrirgli da bere.
Ed anche oggi all’ora di cena diluvia e questa volta la prendiamo tutta per andare e ritornare dal ristorante più vicino al ns. alloggio. Non ci sono mezzi disponibili in quanto stasera al campo sportivo c’è una manifestazione religiosa (non abbiamo capito di quale religione) con musica e canti a tutta canna, ed il movimento umano è notevole, nonostante il diluvio universale. Al rientro il ns. albergatore ci spiega che presenziando alla suddetta cerimonia il credente potrà ottenere indulgenze e salvacondotto per l’aldilà. Non capiamo se lo ha detto in senso ironico…

27/4
Alle 8 passa il bus (25 posti) delle Autolinee Katy a prelevarci dalla GH e dopo aver raccolto gli altri passeggeri alle 9 si parte, ignari che ci vorranno 13 ore per raggiungere la meta. Ci fermiamo ufficialmente 4 volte, due per rifornimento e due per alimentazione più tutte le fermate a richiesta di carico e scarico merci e, come al solito, la strada non è delle migliori e piove.
All’arrivo ci lasciano al buio lungo la strada, meno male che la pioggia si è indebolita e che ci sono delle moto e una macchina ad aspettare. Veniamo contesi fra i drivers, ma scegliamo noi l’auto senza indugio e ci facciamo portare all’Hotel Pamona Indah, anche questo visionato su Booking.com, e anche questo molto deludente… 275.000RI con bagno con acqua calda. Effettivamente l’acqua calda c’è e fa comodo, magari manca il resto… La camera è sporca, mal ridotta e soprattutto umida (appoggiamo un libro in terra e al mattino lo ritroviamo accartocciato per l’umidità assorbita). Ma la stanchezza è tanta che riusciamo a dormire saporitamente tutta la notte.

28/4
Rimpiangendo il buon caffé Toraja, dopo una striminzita colazione ed un colloquio con una pseudo guida che ci propone escursioni che non ci interessano e quindi viene licenziato, partiamo per un giretto a piedi nei dintorni.
E’ domenica e non si vede anima viva, ci viene spiegato poi dall’impiegato dell’ufficio del turismo che essendo la popolazione di religione cristiana (qui molto sentita, da aver generato una quasi guerra civile fra mussulmani e cristiani in epoche non tanto lontane) sono tutti alle funzioni e ci passeranno gran parte del giorno. Tramite il suddetto ufficio noleggiamo una macchina con driver per farci portare alla Cascata AirTerjunSalopa (ingresso 5.000RI each).
E’ veramente un bel posto e poco frequentato di questi tempi, quindi ce lo godiamo in pieno facendo foto a sfare.
La tappa seguente è Suri Beach, un villaggetto turistico con spiaggia bianca sul lago di Tentena. Veramente un posticino gradevole e ben attrezzato per il turismo, infatti, essendo ora di pranzo ci sono tante famiglie a fare picnic sulla spiaggia e veniamo chiamati da tutti perché ci vogliono far assaggiare i loro cibi e le loro bevande. Ed anche qui il turista occidentale è cosa rara.
Visitiamo anche i bungalows sulla spiaggia e facciamo il paragone con il ns. alloggio: stesso prezzo ma qualità ben diversa. Dopo fermata per il pranzo proseguiamo in auto la ns escursione fino a che non comincia a piovere e decidiamo di rientrare. E’ stata una piacevole gita, abbiamo visto e fotografato tanti bei paesaggi e visto da vicino piantagioni di Cacao e Chiodi di Garofano.
Devo ringraziare, per averci suggerito questa zona, Fabrizio Dharmabum con cui sono in contatto via internet e che spero d’incontrare a breve, visto che sta finendo il suo viaggio in questa zona..
Stasera ottima cena sul lago con pesce pescato al momento e cotto alla griglia con condimenti piccanti (Ekur Ikambakar). Al rientro troviamo la veranda del ns. alloggio invasa dai ranocchi che ci saltellano fra i piedi tranquillamente.

29/4
Stamani si parte per Palu con Minibus (8 posti) della Rosalind line 100.000 RI each. Alle 9 ci vengono a prelevare e dopo un’ora per aspettare gli altri viaggiatori si parte. Nell’attesa della partenza osserviamo il guidatore che carica nel portabagagli 2 ruote di scorta così lisce che luccicano, ma, ignari del loro futuro utilizzo, non ce ne preoccupiamo più di tanto. Sandro ed io siamo nella fila davanti, io sono accanto al guidatore, e non m’immagino neppure lontanamente quello che sarà la mia occupazione per quasi tutto il viaggio…
Nelle vicinanze di Poso ci fermiamo per mangiare e vediamo l’autista che controlla le gomme e ne cambia una (acc… è una delle due messe nel portabagagli!!). Nel pomeriggio “as usual” comincia a piovere ed inizia lo sterro ed il fondo stradale non è dei migliori, ci sono varie interruzioni per frane e viaggiamo a passo d’uomo, anche perché il tergicristallo funziona male (viene sollecitato con due martellate) e il vetro davanti è perennemente annebbiato. E qui entro in funzione io, armata di appositi cenci, devo provvedere a spannare il vetro per avere un minimo di visibilità. Questo fra i risolini ammiccanti degli altri passeggeri, anche perché il guidatore imbarazzato cerca di ricompensarmi offrendomi parte delle sue vettovaglie (buoni i dolcetti di banane). Comunque il ragazzo è molto bravo e paziente (gli asiatici in questo sono fenomenali, avrei voluto vedere un nostrano nella stessa situazione!). Ed anche quando foriamo, non mette tempo in mezzo e toltosi maglietta e pantaloni esce e cambia la ruota sotto il diluvio universale, facendoci rimanere tutti dentro all’asciutto. Mi pare di sentirlo imprecare, ma ripensandoci ora, forse cantava…
Alle 19 arriviamo a Palu e dopo aver scaricato tutti, l’autista, molto gentilmente si offre di accompagnarci al ns. Hotel, di cui abbiamo letto qualcosa in rete e sappiamo l’indirizzo. La prima cosa che ci conforta è vedere che le strade sono asciutte e quindi è vero che da queste parti piove meno.
L’hotel City Palu è buono e merita le 300.000 RI per la camera con AC, perché qui fa finalmente caldo.
Ceniamo in un locale davanti all’albergo e poi decidiamo di entrare in una agenzia di viaggi per informarci del volo che ci dovrà portare a Bali, dopo il ns. soggiorno a Tanjung Karang (località marina nei paraggi di Palu consigliataci sempre da Fabrizio). Dovevamo andare alle Isole Togean, ma visto il meteo inclemente abbiamo cambiato direzione.
Volo acquistato per il 6/5, con Lion Air faremo scalo a Makassar e poi voleremo verso Denpasar. Il tutto per 1.022.000RI a persona.

30/4
Dopo affannosa ricerca di una banca che cambi gli Euro, ci viene suggerito di andare da un cambiavalute autorizzato, dove troviamo un cambio di RI 12.560 per 1 euro. A Palu non esiste una Banca che cambi gli Euro, forse si può trovarne una con il cambio del dollaro. Intanto ci siamo informati su come raggiungere Tanjung K. ed abbiamo fissato con un ragazzo che guida un Bemo scassatissimo di venirci a prendere all’Hotel alle 11, e dopo un po’ di acquisti di prima necessità (vedi carta igienica, zampironi e biscotti vari) rientriamo a casa per chiudere bagagli e partire.
Puntuale il ragazzo si presenta e in 1 ora e mezzo e 250.000RI in quattro ci porta passando da Donggala, che è il villaggio principale, alla spiaggia di Tanjung Karang (Penisola di Corallo) dove prendiamo alloggio al Natural Cottages Donggala e ci troviamo a sorpresa Fabrizio, senza aver combinato questo incontro.
Felici di conoscersi di persona, anche perché fino ad ora ci eravamo contattati solo in rete, festeggiamo cenando insieme da Andika, che poi sarà il ns. punto fisso per colazione pranzo e cena. Fabrizio inizia domani il suo viaggio di ritorno verso l’Italia.
Il bungalow dove siamo alloggiati è sulla spiaggia, molto spartano, ma pulito. Con il bagno privato e Mandi, non c’è acqua calda ma non occorre, il clima qui è veramente equatoriale. Il costo è di 200.000 RI senza pasti ma con caffé e tè a volontà su ns. richiesta, servito sia in camera che sulla spiaggia.
La spiaggia è bianchissima ed il mare azzurro trasparente e caldo, insomma un bel posto! Unico neo negativo, la brutta abitudine di buttare a mare l’immondizia, così che nuotando trovi nell’acqua di tutto e la barriera corallina che arriva praticamente sulla spiaggia è imbrattata dai rifiuti. La cosa ci fa molto incazzare e proviamo a parlarne sia al gestore dei bungalows sia alla ns. ristoratrice, cercando di spiegare che il tutto nuoce anche ad un futuro sviluppo turistico, ma sembra che non si rendano conto, in fondo loro hanno sempre fatto così e non capiscono che prima i rifiuti erano ecologici ed ora non più.
Le ns. giornate al mare passano fra tanti bagni, qualche escursione alla barriera corallina prendendo in affitto al ns. resort maschere e pinne (15.000RI al giorno each) o andandoci con la barca con il fondo di vetro (50.000RI each), una  serata al Club di diving tedesco che scopriamo in fondo alla spiaggia, i cui bungalow costano dalle 700.000 a 1.200.000 di RI, senza a prima vista valerle (comunque un caffé costa 6.000 RI ed un cocktail 55.000 RI) fino a che non si arriva alla domenica, giorno in cui partiremo nel pomeriggio per Palu.
La domenica è un giorno molto particolare per Tanjung K. in quanto arrivano i turisti locali per passare il giorno festivo al mare. Per cui dobbiamo lasciare il bungalow molto presto, perché si trasformerà in casa/cabina per la tanta gente che lo occuperà dalla mattina alla sera e fin qui tutto regolare, però la ns. sorpresa è nello scoprire che tutta questa moltitudine di gente non viene qua per fare il bagno o godersi la spiaggia, ma bensì per fare il Karaoke. Quindi dalle 10 di mattina musica a tutto spiano e ricche bevute. Noi ci spostano con tutte le ns. mercanzie in una casa di legno molto grande su palafitte, che diventerà appena finita il ristorante del resort. Ci stiamo benissimo perché molto ventilata e ne approfittiamo per fare gli ultimi bagni. E meno male che sono gli ultimi, perché mentre sguazzo da sola nell’acqua vedo muovere sotto di me qualcosa e pensando alle solite plastiche gettate a mare non mi preoccupo, ma ad una seconda occhiata mi accorgo che la cosa è un bel serpente marino a strisce bianche e nere (mi verrà detto poi che è velenosissimo). Praticamente credo di aver volato sull’acqua e così ho salutato il mare di Tanjung Karang.
Rientriamo a Palu con taxi fissato in precedenza e alloggiamo allo stesso Hotel.

6/5
Ci alziamo all’alba e con taxi andiamo all’aeroporto dove alle 7,10 parte il ns. volo per arrivare a Makassar alle 8,15, dopodichè si riparte alle 9,10 e arriviamo all’aeroporto di Denpasar alle 10,30 e qui inizia l’avventura Balinese.

6/5 BALI
Con taxi prepagato andiamo al Gran Kumala Hotel a Legian (prenotato con Booking ma questa volta sicuri di cosa avremmo trovato perché ci è stato consigliato da Alessandra di Cipiaceviaggiare), compagna di Marco, il quale è a Bali da qualche giorno e staremo insieme fino alla ns. partenza.
Abituati ai soli rumori della natura il primo impatto con il traffico di Denpasar ci lascia molto perplessi, meno male che la confortevole camera dell’hotel Gran Kumala con balcone sulla piscina ci rincuora un po’… (costo della camera con colazione a buffet 350.000RI).

7/5
Oggi giornata turistica, noleggiamo un taxi ed andiamo a visitare Pura Luhur Batukaru, tempio indù meta di tantissimi pellegrinaggi, sotto la montagna omonima (2276mt). La zona è molto tranquilla e tutto infonde serenità e misticismo. All’ingresso con il biglietto ci danno un sarong da indossare sopra i ns. vestiti, anche se non siamo vestiti indecentemente, forse così incassano qualche rupia in più (tutto il mondo è paese) e leggiamo un cartello in cui si dice che alle donne in periodo mestruale, o in stato interessante o che abbiano partorito da poco è proibito l’accesso, in quanto impure. La cosa mi lascia un po’ perplessa e mi viene da pensare che le donne ovunque, sono sempre discriminate. Considerazioni mie a parte, tutto il complesso del tempio è molto bello, anche se intorno c’è tutto un ambaradam molto turistico commerciale che un po’ disturba. Ma siamo a Bali e qui lo sviluppo turistico è  al massimo e non ci dobbiamo meravigliare se troveremo venditori di souvenir dappertutto (del resto anche da noi funziona così). Magari nelle zone più remote, ancora si può trovare qualche sito meno contaminato.
Seconda tappa del ns. tour è Pura Tanah Lot, e questo sì che è turistico ed anche se abbiamo letto che non è più la struttura originale ed è stata ricostruita tutta la base dobbiamo ammettere che è molto caratteristico e particolare, così a picco sul mare. A differenza del precedente tempio qui è pieno di turisti fotografi (effettivamente lo scenario si presta) e l’atmosfera mistica non si percepisce.
Rientriamo alla base comunque contenti di questa prima visione dell’isola, i paragoni con Sulawesi non si possono fare, questa è un’altra realtà, ma sono convinta che al nord si possono trovare ancora posti “selvatici”. Vorrei ritornare per accertarmene.

8/5
Oggi giornata da veri turisti, shopping (le occasioni non mancano) e massaggi (c’è l’imbarazzo della scelta). Nel pomeriggio noleggiamo uno scooter e proviamo a districarci nel caos del traffico cittadino. Stasera Marco ci ha portato a mangiare da Biku, locale caratteristico e molto raffinato dove abbiamo mangiato molto bene piatti della cucina balinese.

9/5
Giro in scooter nella penisola di Bukit, Marco ci guida alle spiagge di Balangan, Padang Padang e Uluwatu, dove visitiamo anche il tempio invaso da Macachi, molto impertinenti che saltano addosso alle persone e tentano di portare via quello che è a portata delle loro zampe. Il sito è molto bello e fotogenico ma di più mi entusiasma la scogliera e la relativa spiaggia famosa per il surf. Effettivamente è uno spettacolo e potrei stare a lungo a guardare questo onde giganti e tutte le acrobazie che riescono a fare i surfisti. Peccato che non abbiamo tempo per andare a visitare anche altre località, dobbiamo rientrare perché la sera il traffico s’intensifica e ci vorrà tempo e pazienza per tornare a casa. Stasera pizza da Sasà, molto buona.
Considerazione sui ristoranti: Bali è veramente internazionale e vi si trovano cucine di gran parte del mondo, su cui non posso dare giudizi, ma posso sulla ristorazione italiana e devo dire che è molto buona e di qualità. Mi è mancato il tempo di andare a provare il ristorante Made in Italy, che mi ispirava molto e di cui avevo letto buone recensioni. Peccato sarà per la prossima volta.

10/5
Ultimo giorno indonesiano dedicato alla spiaggia di Legian (tanto lunga e tanto profonda), agli ultimi acquisti e soprattutto ai massaggi. (Tutti i giorni ne ho provato un tipo diverso e mi è piaciuto molto farmi coccolare, visto che a questi prezzi me lo sono potuto permettere).
Il tempo è volato ed il soggiorno a Bali è stata una toccata e fuga, peccato perché sono convinta che meriti un approfondimento e come ho già detto penso che ci siano posti da “scoprire”. Del resto la parte esplorativa del viaggio l’avevamo già fatta e questi 4 gg. li avevamo programmati più turistici, per un avvicinamento più soft al rientro, che sarà duro comunque.

11/5
All’alba si parte in taxi per l’aeroporto di Denpasar, da dove raggiungeremo Singapore con volo AirAsia prenotato dall’Italia. Il volo per l’Italia è alle 23 circa per cui decidiamo di lasciare gli zaini al deposito bagagli ed andare un po’ in giro per la città. Ma vuoi per il caldo umido notevole (forse a Bali era meno o c’era la brezza marina) e per la stanchezza (ci siamo alzati prima delle 4) la metropoli non ci entusiasma. Si, i grattacieli sono imponenti e tutta la zona di Marina bay fa la sua bella figura, ma sinceramente tutto mi sa di artificiale e di stile di vita da formiche (è tutto sottoterra, la metro ti scarica direttamente nei centri commerciali e volendo il cielo non lo vedi mai). Comunque qualcosa abbiamo visto andando a piedi dal Merlion park al quartiere arabo, ma niente di sensazionale per me. Diciamo che preferisco altre situazioni e per quanto riguarda l’etnicità dei quartieri, avendo visto qualcuno dei paesi di cui sono originari, il confronto non regge. Magari se mi capiterà di ripassare da Singapore mi documenterò prima su cosa vale la pena vedere o no.

12/5
Dopo un volo non altrettanto comodo come all’andata, ma abbastanza confortevole, sempre sull’Airbus 380 arriviamo la mattina presto a Francoforte e con breve attesa prendiamo il ns. aeroplanino per Firenze e alle 9 poco più siamo a prendere un espresso al bar di Peretola.

Conclusioni:
L’Indonesia (ovvero la piccolissima parte che ho visto) mi è piaciuta anche perché si è rivelata totalmente diversa da come me l’aspettavo. Di Bali ho già spiegato che il primo impatto non mi ha soddisfatto in pieno in quanto ho visto la parte più turistica dell’isola ed io preferisco posti un po’ meno contaminati, però sono sicura che ci sono e basterebbe dedicare un po’ di tempo alla ricerca.
Di Sulawesi, forse ho visitato zone abbastanza fuori circuito e la cosa mi ha entusiasmato molto. Mi è rimasta la curiosità di vedere altre realtà per poi fare i paragoni. Chissà che il prossimo viaggio non ci riporti ancora in quella zona…


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