Sudafrica 2019


Sudafrica 2019

(racconto di viaggio di Fulvio P.)

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Il mio viaggio a Cape Town.

Dedico quest’esperienza a Valerio ed Abby, senza di loro questo fantastico viaggio non si sarebbe mai potuto organizzare.

Tutto ha inizio nel mese di Settembre, quando il mio amico Valerio mi propone di fargli da testimone per il suo matrimonio in Sudafrica, logicamente non potevo declinare un tale invito e appena sono riuscito ad organizzarmi con il lavoro ho prenotato il biglietto aereo.
Sono atterrato a Cape Town il 24 novembre 2019, volo ottimo e spostandomi nell’altro emisfero dove stava iniziando l’estate, anche la temperatura si è rivelata davvero piacevole.
I miei due amici, che si era già sposati anche in Italia, mi aspettavano fuori dall’aeroporto, così la mia avventura sudafricana stava iniziando.
Cape Town è una città davvero enorme, è una delle quattro capitali del Sudafrica, non ha molti più abitanti di Roma, ma è sviluppata in larghezza, e la distanza ed il traffico sono stati delle problematiche da affrontare durante questa vacanza.
La zona centrale di Città del Capo non ha nulla da invidiare alle migliori capitali europee, con grattacieli girevoli, super ville vista mare con ascensori privati e attici lussuosissimi, ma la vera Cape Town è fuori nei suburb, quartieri dove si puo’ passare dal lusso alla povertà  più assoluta nel giro di una curva di strada.

Nel Sud Africa si parlano ben 11 lingue ufficiali e solo in Cape Town 3 diverse, per fortuna fra queste tre c’è l’inglese che parlano veramente bene, l’altra è l’afrikaans, una lingua che è stata riconosciuta recentemente ed è un incrocio tra inglese e suono tipici africani.
La prima cosa a darti all’occhio una volta che circoli sulle immense strade della città, sono le case e le costruzioni in generale. Infatti, tranne che nelle favelas, tutte le case hanno alti muri di cinta dove in cima è posto del filo spinato o elettrificato, e a tutte le finestre ci sono ampie inferriate, praticamente dei piccoli fortini. Questo fra presagire quanto la periferia sia pericolosa, nonostante Cape Town sia considerata la città meno pericolosa del Sudafrica.
La povertà nei suburb è ben visibile e purtroppo gli strascichi dell’apartheid ancora si fanno sentire.
Diciamo che inizialmente sono rimasto negativamente stupito, perchè vero che stavo visitando una città molto civilizzata, con acqua potabile (che per alcuni standard africani è già tanto), con impianto fognario funzionante, ospedali e stadi per i mondiali di calcio, ma a tratti di Africa aveva ben poco, anche per via del clima mediterraneo della penisola che, con vegetazione sempreverde, di fatto non aiutava a rispecchiare il continente che vedevo in Tv principalmente desertico, ma ricco di vita.

Una delle prime cose che abbiamo deciso di fare con Valerio è andare a visitare il porto. Io e Valerio studiammo insieme al liceo nautico, quindi tra navi porti e stelle siamo abbastanza affascinati. A proposito, essendo la mia prima volta nell’emisfero Australe, sono rimasto incantato la notte a guardare le stelle, che sono differenti dal nostro emisfero, e finalmente ho potuto vedere la famose Croce del sud. L’equivalente della nostra Stella Polare, ma che seguendola ti conduce a Sud.
Nel porto della città è stato costruito il Waterfront, dove sono presenti numerosi ristorantini, coffee shops, negozi e un bel centro commerciale. Tutto accompagnato da numerosi artisti di strada, che con i loro canti e ritmi africani ti allietano la giornata. Questa è una delle aree più sicure della città con tantissime guardie private, più le polizie locali. Alle spalle del Watefront c’è la Table Mountain, questo massiccio supera i 1000m e direttamente dal centro città c’è una teleferica che ti porta in uno dei punti più alti, purtroppo io non ho avuto modo di salire, ma al tramonto è davvero caratteristico. Inoltre spesso nel pomeriggio i venti oceanici fanno condensare le nuvole in cima all’altopiano della montagna formando la “Table clothe” ovvero ”la tovaglia”. Oltre alla Table Mountain ci sono altri numerosi picchi e montagne minori dove si possono organizzare numerosi trekking, ma occhio ai babbuini!!
Dal porto, inoltre, partono numerose gite e attrazioni, come il traghetto per Robben Island, l’isola dove è stato prigioniero Mandela, whales watching, vari charter e gite all’interno delle acque portuali dove tra l’altro vive una colonie di foche.

Il nostro alloggio era in Muzemberg, un quartiere abbastanza tranquillo pieno di surfisti e sito ad ovest della Table Mountain, all’inizio della penisola del Capo. Logicamente ho surfato, non nego la mia preoccupazione per gli squali bianchi, che su quelle coste sono di casa e che vengono segnalati con bandiere, torrette di avvistamento e cartelli, ma la voglia era tanta, e fortunatamente è andato tutto bene.
Dopo i primi due giorni io, Abby e Valerio ci siamo trasferiti a Stellenbosch. Una cittadina ad una cinquantina di chilometri all’interno di Cape Town. Questo paesino è famosissimo per le wine farm, infatti nel passato molti europei si trasferirono qua per coltivare la vite, e numerose farm sono ancora oggi proprietà francesi ed italiane. I paesaggi sono più simili alle valli trentine che all’Africa in questa regione, con queste piantagioni di vite a perdita d’occhio e le montagne spoglie che le sovrastano.
A Stellenbosch nei giorni precedenti il matrimonio, siamo andati a visitare una crocodile farm, dove tra le altre cose ho assaggiato il temibile rettile, e devo dire che era niente male. Nel pomeriggio abbiamo avuto il piacere di fare un wine tasting, che consiste in un assaggio di 5 tipi diversi di vini prodotti localmente, di cui gli ultimi tre, in questo caso rossi, accompagnati da billtong, che è la tipica carne secca più o meno di tutti gli animali possibili. Quel giorno in ordine c’era il kudu, la gazzella e manzo, davvero è un’esperienza che consiglio a tutti.

Il 29, finalmente, grande cerimonia nuziale di Venerdì, e in barba ai nostri noiosi matrimoni, erano presenti fra pastore ed invitati vari, circa 7/8 religioni diverse.
Lo sposo cristiano, la sposa protestante olandese sposati in una chiesa battista da un pastore evangelista. Si sembra una barzelletta, ma almeno da questo punto di vista hanno probabilmente un’apertura mentale migliore della nostra.
È stata una cerimonia fantastica, così tante culture, religioni e con il fatto che i miei amici lavorano sulle navi erano presenti ospiti da svariate zone del mondo. Inoltre ho potuto conoscere la generosità e l’umiltà della famiglia della sposa, qualcosa di straordinario che ti arriva al cuore.
Il menù dell’evento era halal, per rispetto di tutte le religioni. La location era fantastica nel mezzo di una vallata con tutti vitigni, laghetti dove durante il tramonto il profilo delle montagne veniva rispecchiato.

Il weekend successivo i festeggiamenti sono proseguiti con un Braai a casa dello zio della sposa. Il Braai è un mega barbecue dove vengono arrostiti numerosi tipi di carni, roosterdbrood, un pane tipico cotto alla brace, vino, birra e dolci.
E un altro pranzo a casa della mamma della sposa, con un loro menù natalizio, che con la scusa che a Natale tra sposi e invitati non ci sarebbe stato nessuno, hanno colto l’occasione per anticiparlo.

Da lunedì ho iniziato a esplorare e visitare meglio l’area intorno a Città del Capo, infatti abbiamo prenotato un safari a 300 km nell’interno, ed era uno dei più vicini, in una tenuta privata chiamata Aquila reserve. La tenuta è anche un resort abbastanza lussuoso, io non amo queste cose, ma il vino bianco freddo con 34 gradi l’ho apprezzato.
Il safari per me era un sogno che si avverava, anche se sicuramente lo rifarò in un vero parco nazionale come il Kruger o il Kalahari, ma comunque vedere la maggior parte degli animali del continente nero nel loro habitat naturale è stata un’emozione fantastica.

Il giorno successivo abbiamo visitato la penisola del Capo, purtroppo sempre per il discorso distanze non abbiamo raggiunto il Cape Point, che distava più di due ore di macchina a tratta, ma ci siamo accontentati di mangiare un famoso fish and chips in una tavernetta a Kalk Bay, un colorato porto di pescatori. Qui abbiamo incontrato la colonia di pinguini africani a Boulders Beach. Questi simpatici uccelli si sono adattati al caldo africano e ormai per tutto l’anno vivono sulle spiagge della penisola.

Purtroppo la mia vacanza stava per finire, l’ultimo giorno tra shopping e un tour più approfondito del centro città con le casette colorate del quartiere malese e artigiani vari, siamo riusciti a visitare anche il museo del district 6. Un museo dedicato all’apartheid di Cape Town e di come la città si è evoluta da quando i bianchi decisero di occupare questo distretto dove le persone colored e nere vivevano in simbiosi e sfrattarli nelle baracche nei suburb ai margini della città.

Per noi turisti europei il Sudafrica è una meta molto economica, la moneta è il Rand e 1 euro vale circa 16 Rand. Il cibo è veramente buono ed è stato influenzato negli anni dalla cucina malese, inglese e olandese. Non vengono usate molte spezie come in altri paesi africani ed il pesce è ottimo specie nei porti dove lavorano pesce locale.
Sono sicuro che tornerò presto a Cape Town, ormai ho affetti e persone a cui sono legato, e inoltre non sono riuscito a visitare tutto ciò che mi ero prefissato, ma è stata una vacanza vissuta da non turista che mi ha particolarmente arricchito a livello culturale e affettivo.


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