Florida e Louisiana 2008


diario di viaggio dal 10 al 25 giugno di Deborah

Voglio raccontarVi il viaggio che abbiamo organizzato la scorsa estate in Florida e Louisiana.
Siamo partiti da Roma con volo diretto Delta/Alitalia per Miami il 10 giugno e siamo rientrati sulla stessa tratta il 25 giugno. Come periodo non è dei più indicati per la Florida, però vi posso dire che nonostante sia piovuto parecchio, il caldo non è asfissiante, il clima è molto ventilato e contemporaneamente si può fare un po’ di mare oltre alla comodità di viaggiare con una valigia veramente ridotta all’osso: sandali, ciabatte, pantaloni corti, canottiere, niente giacchetti, magari una camicia o una felpa per l’air conditioned.
Il volo è costato circa 600 euro a testa e lo consiglio vivamente: niente scali, meno tempo perso, meno rischio valigie.
Siamo partiti alle 9.30 e alle 16.00 eravamo già a Miami Beach, automuniti. L’unico tempo perso è quello alla dogana statunitense: nonostante siano efficienti, i controlli sono scrupolosi, devi lasciare le impronte digitali di tutte le dita e la foto digitale. Se avete intenzione di recarvi negli Usa, consultate gli aggiornamenti continui sulle modalità del programma Visa Waiver, che permette l’ingresso degli italiani senza visto, ma a determinate condizioni.
Il nostro viaggio in pillole accompagnati dalla nostra insostituibile guida Routard:

10-12 giugno: Miami e dintorni
13 giugno: verso le Keys
14 giugno: Key West
15-16 giugno: Everglades
17 giugno: mare a Naples e Captiva Island
18 giugno: Orlando – Animal Kingdom
19 giugno: Orlando – Universal studios
20 giugno: Orlando – Typhoon lagoon
21 giugno: Cape Canaveral – Kennedy space center
22 giugno: volo Orlando – New Orleans
23-24 giugno: New Orleans
25 giugno: New Orleans – Miami – Roma

10 giugno
A Miami Beach abbiamo soggiornato al Bestwestern Atlantic Beach, bella struttura con piscina, direttamente sulla spiaggia e sull’oceano: unico neo, si trova un po’ a Nord della movida e occorre la macchina per spostarsi perché non ci sono trasporti adeguati.
Appena arrivati, ci siamo subito diretti nel cuore della città ovvero su Ocean Drive, un lungo viale lungospiaggia brulicante di palme e contornato da caratteristici palazzi in art decò. E’ qui che si trova Casa Casarina, la tristemente famosa dimora di Gianni Versace, replica dell’Alcazar di Cristoforo Colombo a Santo Domingo.

11 giugno
Il giorno successivo abbiamo optato per un giro a Fort Lauderdale, una ventina di chilometri a Nord di Miami, chiamata la ‘Venezia americana’ per i canali che si diramano attorno al suo downtown. Abbiamo fatto un giro sullo Water bus, con il quale si possono ammirare le splendide ville tutte fiorite lungo il canale e dove si respira un’aria di pace e tranquillità… non a caso è qui che gli americani si trasferiscono quando vanno in pensione! Abbiamo fatto una sosta a Las Olas riverfront, dove ci sono negozietti, pizzerie, colorati bar e la vecchia Fort Lauderdale. Nel pomeriggio siamo stati investiti dal primo acquazzone tropicale del nostro viaggio. Cena a Miami beach, all’ 11th street diner.

12 giugno
Abbiamo deciso di fare un po’ di mare e ci dirigiamo alla spiaggia davanti a South Pointe park, la punta più a Sud di Miami beach, con alle spalle ancora gli edifici art decò. L’acqua è calda anche se non meravigliosa dal punto di vista estetico: non sono proprio i Caraibi! Caratteristiche sono le casette di legno rialzate tipo Baywatch con la jeep gialla parcheggiata accanto. All’ora di pranzo intravediamo un fronte di nuvoloni neri arrivare dal mare: facciamo appena in tempo a lasciare la spiaggia, che tuoni, fulmini e acqua a catinelle si riversano dal cielo. Come ho già detto, siamo vicinissimo ai Tropici e il clima ne risente. Decidiamo per un giro in macchina nei quartieri della Miami vera e propria, e gironzoliamo per Little Havana, Coral Gables fino ad arrivare a Key Biscane, l’isola più a sud della baia, caratterizzata all’estremo sud dal bellissimo Bill Baggs Cape Florida State park. Anche qui il paesaggio è dominato da palme e spiaggia, ma anche da eucalipti e da ibis che scorrazzano liberi qua e là. C’è anche un faro dal quale si ha una bella vista sullo skyline di Miami. La sera è dedicata alla scoperta di Miami by night lungo la centralissima Lincoln road, strada pedonale.

13 giugno
Oggi lasciamo Miami e ci dirigiamo verso sud, verso le Keys, una catena di circa 800 isole e isolotti compresi tra l’oceano Atlantico e il golfo del Messico. Queste isolette sono unite dalla Overseas Highway (US1), una strada lunga 110 miglia e composta da 42 spettacolari punti nel blu dell’oceano. Meno male che il tempo oggi è bellissimo perché non avrei voluto trovarmi in mezzo a un temporale su questa strada! La prima tappa è Key Largo, la prima isola e non certamente la più bella però vale la pena la fermata al John Pennekamp Coral Reef State park: è un parco marino che si può visitare facendo snorkeling o con la barca con il fondo di vetro, ma noi abbiamo optato per un giro in canoa lungo un canale di mangrovie. L’esperienza (che era la prima di questo tipo) è stata divertentissima ma le mangrovie sono dure … parecchio! Ci siamo finiti contro diverse volte! Occhio al sole che picchia parecchio. Al rientro, abbiamo mangiato un panino in compagnia degli ibis, anche qui. Continuiamo la nostra tappa di avvicinamento a Key West e ci fermiamo a fare un bagno a Sombrero beach sull’isola di Marathon. La spiaggia sarebbe bella, ma era piena di alghe quindi non molto allettante. Decidiamo di continuare e ci fermiamo al Bahia Honda State park, sulla spiaggia di Calusa beach, e qui si che il paesaggio è incantevole. L’acqua brilla sotto il riflesso del sole, le palme arrivano quasi a toccare il mare, il ponte della vecchia ferrovia ormai in disuso fa da cornice a questo bello scenario, e un’iguana con la lunghissima coda si gode il tepore incurante di noi turisti. Ripartiamo e finalmente quando il sole sta per tramontare arriviamo a Key West, dove dormiamo una notte in un motel all’ingresso del paese.

14 giugno
Oggi giornata dedicata alla scoperta di Key West, questo angolo di passato con villette in legno e giardini tropicali. Noleggiamo le bici, che sono il mezzo migliore per girare il paese tanto è raccolto. Raggiungiamo Southernmost Point, distante solo 90 miglia da Cuba, e poi la casa di Ernest Hemingway. Qui siamo costretti a fermarci perché comincia a piovere a dirotto, ma dopo un po’ che piove senza intenzione di smettere, decidiamo di acquistare dei poncho e con quelli sfidiamo qualunque temporale! Tanto l’acqua è calda! E’ stato il miglior acquisto della vacanza, molto più comodo del K-way. Arriviamo a Mallory Square, il posto più turistico dell’isola, ma anche la piazza più carina, con splendida vista del tramonto sul mare e sull’isolotto di Sunset Key. La sera, lungo Duval street (arteria principale del paese) incappiamo in una Gay parade: sfilano jeep gialle e suv rosa agghindati con fiori, bandiere, pennacchi e dalle auto vengono lanciate collane di perle(!) colorate! Key West è famosa per essere patria della popolazione gay.

15 giugno
Partenza presto al mattino, perchè dobbiamo ripercorrere tutta la Overseas highway e raggiungere Florida City Homestead dove c’è un ingresso alle Everglades. Everglades significa ‘acqua erbosa’ in lingua seminole e noi, prima di entrare, ci fermiamo all’Alligator farm dove facciamo un giro con l’airboat su questa acqua erbosa. E’ un’esperienza spettacolare: l’airboat sfreccia veloce e sembra che voli sul manto sottostante. Il pilota si diverte a fare svariate esibizione e il risultato è che quanto scendiamo siamo tutti bagnati. All’arrivo facciamo il nostro primo incontro con un alligatore che si avvicina pericolosamente alla barca.
All ‘interno delle Everglades percorriamo due trail, l’Anhinga e il Gumbo. Il primo si snoda lungo uno stradello asfaltato pieno di cavalletto enormi e gialle (bleah) che costeggia un fiumiciattolo pieno di alligatori nascosti tra le frasche. Il percorso continua su un pontile di legno fino ad arrivare alla palude, dove si avvistano tartarughe, cormorani e alligatori. Questi sono buffi, perché si scorgono soltanto gli occhi che sbucano dal pelo dell’acqua! Il Gumbo trail non è niente di eccezionale, è ricco di flora tropicale ma anche di zanzare!
Dormiamo al Best Western Gateway to the Keys di Florida City e rimandiamo a domani la visita del resto delle Everglades.

16 giugno
Al mattino rientriamo nel parco delle Everglades e percorriamo la strada fino a Flamingo, fermandoci al Pa-hay-Okee (acque verdeggianti in lingua indiana) overlook, sentiero che finisce con una torre di osservazione sullo Shark river, vero e proprio fiume d’erba. Il consiglio è di non fare – come noi – tutta la strada fino a Flamingo, perché non è poi tanto interessante, bensì prediligete l’ingresso da Shark Valley, più a nord. Occorre andarci presto, perché alle 18 chiude e dalle 16 in poi non noleggiano più biciclette e non c’è più il tramway. Noi, purtroppo, siamo arrivati lì nel pomeriggio, e abbiamo percorso a piedi un tratto della lunga striscia d’asfalto (24 km.) che corre in mezzo all’erba-sega, ed abbiamo visto più alligatori qui che in tutto il resto delle Everglades. Un alligatore grosso e nero era sull’erba al bordo della strada, sembrava un copertone! Poco più in là 4 cuccioli di alligatore a bocca spalancata… non ci siamo avvicinati troppo, in caso la mamma fosse nelle vicinanze. E’ stata veramente un’esperienza emozionante. All’uscita dal parco ci ha attraversato la strada una lontra. La sera abbiamo dormito a Naples, sulla costa occidentale della Florida.

17 giugno
Stamani riposo e mare, sulla bianca spiaggia di Naples, e nel pomeriggio altro mare sull’isola di Captiva, unita alla terraferma da un ponte a pagamento. A Captiva island, lo sport nazionale è la caccia alle conchiglie, che con la bassa marea affiorano sulla superficie. Anche qui mare caldo, spiaggia che sembra talco, palme e cielo azzurro. Ultima tappa della giornata ad Orlando, dove alloggiamo al Confort Inn Lake Buena Vista, una struttura enorme ma funzionale, con ampio parcheggio gratuito, grandi sale per la colazione e prezzo abbordabile. Purtroppo a Orlando gli alberghi sono tutti presi d’assalto dai turisti che – come noi del resto – arrivano a frotte per andare ai parchi di divertimento, per cui le strutture ricettive sono tutte più o meno dei mega alberghi.

18 giugno
Oggi, compleanno di Massimo, abbiamo festeggiato ad Animal Kingdom, l’ultimo nato fra i parchi Disney e l’unico in tutto il mondo. E’ un parco carino e divertente, diverso dagli altri. E’ diviso in zone rappresentanti alcuni continenti; nella parte dedicata all’Africa c’è il Kilimangiaro safari, che porta i turisti a bordo di pulmini tipici a vedere gli animali come in un vero safari. Ai bambini piace moltissimo. Nella parte dedicata all’Asia, molto divertenti sono l’Everest, specie di montagne russe, e le Kali river rapids, dove ci si bagna assai. Ma tanto in Florida è sempre caldo! Purtroppo anche oggi il nostro acquazzone quasi quotidiano l’abbiamo avuto.

19 giugno
La giornata di oggi è dedicata agli Universal Studios e Islands of Adventure. In questo parco c’è molta meno gente che ai parchi Disney ed è veramente carino. C’è una riproduzione del pier 39 di San Francisco che è una vera chicca, e si respira proprio un’aria da set cinematografico. Immancabile la foto davanti al globo terrestre che rotea all’ingresso degli Studios. Molto carine sono le attrazioni di Jurassik park e de La Mummia. Sopravviviamo ad un terremoto e ad un ciclone (!) e passiamo ad Islands of adventure. Qui formidabili sono le Dueling dragons rollercoster e Incredible Hulk rollercoster… per chi ha il fisico. Molto carina è anche la passeggiata in City walk, piena di negozi, bar stravaganti, musica, colori, giochi, risate… Una bella giornata, anche qui bagnati assai, anche se oggi dal cielo non è caduta nemmeno una goccia.

20 giugno
Oggi Typhoon lagoon, parco acquatico con decorazione caraibica. E’ veramente divertente, con una enorme piscina centrale che ogni 10 minuti genera onde alte 1,80m. Ci sono attrazione per tutti i gusti, scivoli con o senza gommone, e una vasca dove poter fare snorkeling avvistando i pescecani (mansueti)! La nostra attrazione preferita sono le Cusher’n gusher (o qualcosa di simile), una specie di montagna russa acquatica a bordo di un gommone bi o triposto. E’ fantastica! Dopo l’acqua delle piscine ecco anche l’immancabile acqua dal cielo con il suo bel contorno di lampi e tuoni… Ormai ci siamo abituati. La sera abbiamo fatto una passeggiata per Disney Downtown, dove ci sono delle costruzioni fatte con il Lego che sono spettacolari e imponenti: un enorme drago verde esce dall’acqua, una famigliola a grandezza naturale porta a spasso dei cani… e tutto con questi famosi mattoncini. L’America è bella anche per queste stravaganze.

21 giugno
Oggi abbiamo abbandonato i parchi di puro divertimento e siamo stati a Cape Canaveral, sulla costa est della Florida, un’ora circa da Orlando, per visitare il Kennedy space center, sede della Nasa. Abbiamo visto le piattaforme di lancio, un giardino fatto con i razzi, lo stabilimento dove assemblano lo Shuttle… Molto suggestiva l’aria che si respira. Al centro Apollo/Saturno V c’è la sezione del Saturno V, il più grande apparecchio volante mai concepito. Al soffitto sono appesi gli stemmi delle varie missioni spaziali, e si può assistere alla proiezione di filmati d’epoca che ripercorrono lo sbarco sulla Luna e altre missioni precedenti.

22 giugno
Volo aereo in tarda mattinata da Orlando per New Orleans, la capitale del jazz e del vudù. Qui il clima è diverso che in Florida, la cappa di umidità è notevole, considerata anche l’estrema vicinanza del fiume, ma la città – e soprattutto il suo French quarter – è talmente bella che il resto passa in secondo grado. Una precisazione: ho sentito molte persone dire che non merita più visitare New Orleans perché è tutta ricostruita. Vorrei far presente che nel French quarter l’uragano Katrina del 2004 non ha fatto grossi danni, soltanto qualche allagamento, e quindi la città non è stata ‘ricostruita’. Inoltre nei dintorni, come nelle Plantations, la ricostruzione è invisibile e non ci sono più le ferite che questo uragano aveva inferto alla popolazione. Loro – gli abitanti di New Orleans e dintorni – sono felici se il turismo riparte, anche se sanno che purtroppo gli uragani ci sono stati e ci saranno ancora… non si fanno comunque piegare e vanno avanti a testa alta! Detto questo andiamo avanti. Alloggiamo all’Holiday Inn French Quarter in Royal street, proprio una parallela di Bourbon street, nel cuore del French quarter o Vieux Carrè. E’ il cuore pulsante di New Orleans. Ci facciamo subito un giro per il quartiere, per capire che aria si respira; è domenica e si respira aria di festa, giochi e musica ovviamente! Visitiamo Jackson square, la vecchia Plaza de Armas del dominio spagnolo, cuore del French quarter, sulle rive del Mississippi. Sulla piazza si affaccia la cattedrale di Saint Louis, simbolo della città. Come cala la sera, nella piazza al posto dei giocolieri e dei mimi troviamo tavolini illuminati da una candela dove si legge la mano, le carte, i fondi di caffè e chi più ne ha più ne metta! I negozi vendono bamboline corredate di spilloni, in vetrina troneggiano enormi scheletri che suonano il pianoforte, giocano a carte, alligatori imbalsamati… Questa è New Orleans! In Bourbon street c’è la famosa Preservation Hall dove orchestrine di jazz ce la mettono tutta per fare musica.

23 giugno
Oggi abbiamo fatto una rilassante passeggiata lungo le rive del Mississippi che è veramente imponente, abbiamo preso il River-front Streetcar che è un tram aperto, tutto colorato, tipico della zona e abbiamo fissato una gita per il pomeriggio sul Natchez steamboat, battello a pale che funziona a vapore. Il giro non è un granché poiché il paesaggio non è spettacolare, ma l’emozione di navigare questo fiume storico è tanta.

24 giugno
Giornata bellissima di sole dedicata alla scoperta delle Plantations; avete presente Via col Vento e le sue case lussuose circondate dai campi di cotone? Ecco, le plantations sono le dimore tipiche dei ricchi possidenti del Sud degli Stati uniti, sviluppate sul corso del Mississippi che fungeva da irrigazione e da autostrada per il cotone e la canna da zucchero qui prodotti. Se ne vedono di belle anche dalla strada, ma quella che abbiamo visitato noi e – a parer mio – la più bella almeno come insieme. Si chiama Oak Alley plantation ed è facilmente riconoscibile per il viale formato da 28 imponenti querce che portano all’ingresso dell’abitazione: veramente uno spettacolo maestoso. La casa è stata costruita nel 1839 ed è circondata da 28 colonne di mattoni, quante sono le querce del viale. La visita è guidata da uomini e donne in abbigliamento d’epoca, e sembra proprio di essere tornati indietro nel tempo.

25 giugno
Ultimo giorno di vacanza… Lo dedichiamo tutto alla scoperta della natura della Louisiana, che non è meno bella di quella della Florida, anzi… In Louisiana tipico è il bayou, un insieme di acque poco profonde, leggermente mosse dalla corrente o completamente stagnanti, dove trovano il suo habitat tartarughe, cormorani, aironi, ma soprattutto gli alligatori, the gators. Lungo i bayous, che si possono visitare sia in barca sia a piedi laddove ci sono i sentieri costruiti sull’acqua, ci sono i tipici alberi barbuti, ricoperti da una lanigine muschiata chiamata Spanish moss, barba spagnola. Sono veramente caratteristici. Abbiamo visitato un bayou a Slidell, con la Swamp tours che organizza giri in barca. Abbiamo visto l’albero della gomma che cresce tranquillamente in mezzo all’acqua, e in mezzo al verde depositato sull’acqua stessa ogni tanto spuntavano due occhietti vispi… gli alligatori. E’ bello sapere che loro sono giù e tu sei al sicuro sopra la barca! Tornando verso New Orleans ci siamo fermati al Jean Lafitte national park, dove abbiamo girato a piedi per il bayou e spettacolare è stato il Coquille trail: abbiamo visto la differenza tra lo swamp (che è l’acqua ricoperta di erba e vegetazione e qui è bellissima perché è rossa!) e il marsh, che è una specie di savana fittissima e verdissima. Il contrasto fra il verde e il rosso di questi due ambienti crea un gioco di luce degno dell’ultimo giorno di vacanza!

26 giugno
giornata di viaggio: siamo partiti la mattina presto da New Orleans per Miami, dove siamo stati fino alla sera a gironzolare per Miami downtown in attesa del ns. volo Alitalia che ci ha riportato a Roma…

max.brac@alice.it


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