Sri Lanka 2013


racconto di viaggio dall’8 al 26 gennaio di Roberto Buracchini

L’ITINERARIO
08 GENNAIO SINALUNGA – ROMA – BANDARANAIKE INTERNATIONAL AIRPORT SRI LANKA
09 GENNAIO AIRPORT – NEGOMBO – KURUNEGALA
10 GENNAIO KURUNEGALA – ANURADHAPURA – MIHINTALE – ANURADHAPURA
11 GENNAIO ANURADHAPURA – VAVUNIYA – JAFFNA
12 GENNAIO JAFFNA – KARAITIVU ISLAND – JAFFNA
13 GENNAIO JAFFNA – VAVUNIYA
14 GENNAIO VAVUNIYA – TRINCOMALEE
15 GENNAIO TRINCOMALEE – NILAVELI – UPPUVELI – TRINCOMALEE
16 GENNAIO TRINCOMALEE – DAMBULLA
17 GENNAIO DAMBULLA – SIGIRIYA – DAMBULLA
18 GENNAIO DAMBULLA – KANDY
19 GENNAIO KANDY – HAPUTALE (BY TRAIN)
20 GENNAIO HAPUTALE – DAMBATENNE – LIPTON’S SEAT – HAPUTALE
21 GENNAIO HAPUTALE – WELLIWAIYA – TISSAMAHARAMA – KATARAGAMA – TISSAMAHARAMA
22 GENNAIO TISSAMARHAMA – MATARA – MIRISSA BEACH
23 GENNAIO MIRISSA BEACH – GALLE – WELIGAMA – MIRISSA BEACH
24 GENNAIO MIRISSA BEACH – POLHENA BEACH – MATARA – MIRISSA BEACH
25 GENNAIO MIRISSA BEACH – COLOMBO – AIRPORT
26 GENNAIO BANDARANAIKE INTERNATIONAL AIRPORT SRI LANKA – ROMA – SINALUNGA

Costi per 2 persone – Cambio ufficiale al momento del viaggio 1€ = 163.5Rs
Lo Sri Lanka ci è risultato un Paese piuttosto economico dove se viaggi in autonomia utilizzando mezzi pubblici, mangiando nei locali tipici conosciuti con il nome di HOTEL e usi pernottamenti in Guesthouse economiche puoi cavartela con meno di 20 euro al giorno, soprattutto al nord. Come al solito, i prezzi dei pernottamenti indicati nella guida utilizzata (rought 2012) erano aumentati almeno del 40% ma restano comunque economici. Una doppia con bagno da noi utilizzata si aggirava sulle 2000Rs. Le tariffe dei trasporti sono economicissime, più o meno mettete in conto di spendere circa 50Rs circa, per ogni ora di viaggio. Se scegliete gli intercity più o meno uguali a quelli standard potrete spendere qualche Rs in più. Se utilizzate i minivan con A/C si parla di almeno 100Rs o più per un ora di viaggio. Per mangiare, se vi limitate ai pasti locali tipo rice and curry, dosa, fried rice kottu etc. nei loro locali (HOTEL) non spenderete più di 200Rs a testa. La cosa che costa di più sono i siti turistici che vengono pagati profumatamente: vedi sotto.

PERNOTTAMENTI TOT 31.600Rs (il più caro Tissa 3.000 – il più economico Anuradhapura 1800RS)
TRASPORTI BUS TOT 5.060Rs (i bus sono economicissimi 29€ per tutto il giro in 2)
TRASPORTI TRENO TOT 420Rs (il treno utilizzato solo da Kandy ad Haputale)
TRASPORTI TUKTUK TOT 2.650Rs (Utilizzati per spostamenti brevi. Contrattare sempre)
ATTRAZIONI TOT 14.600Rs (Sigiriya 7500, Mihintale 1000, Kandy 2000, Dambulla 3000)
MASSAGGI TOT 16.400Rs (3000Rs per un ora full body massage, 2500Rs per shirodara)
SHOPPING TOT 11.830Rs (Tè – Vestiario – regali vari)
PASTI E VARIE TOT 38.950Rs
SPESE IN LOCO TOT 121.511Rs/163.5€ = 743€ per due persone 17 giorni
VOLO SRI LANKAN TOT diretto 557€*2 = 1.114€ comprati 4 mesi prima
VISTO TURISTICO TOT 15€*2 = 30€ Applicato on-line
TOTALE SPESE 1.887€ 2 PERSONE
TUTTO COMPRESO: 943€ A PERSONA
DAILY BUDGET PER PERSONA: 21.8€

ALCUNI ESEMPI:
Bagni pubblici 10rs
Acqua piccola 45Rs
Acqua grande 70Rs
Tazza di tè 30/40Rs 60/80Rs se preso in Guesthouse
Teiera di tè in Guesthouse 100Rs
Birra 180Rs 250/300Rs se presa in Guesthouse
Paruppu vadai (polpette ceci) 50/100Rs al sacchetto circa 6 unità
Patatine fritte per strada 50Rs all’hg
Samosa fish/meat 40Rs
Rolly fish/meat 35Rs
Plain hopper 10/20Rs
Eggs Hopper 30/40Rs
Rice and curry 150Rs 400Rs nei ristoranti turistici e Guesthouse
Kottu veg/egg/chiken 150Rs
Fried noodles 150Rs
Ananas grande/piccolo 150/100Rs
Mango grande/piccolo 80/30Rs
Mandarini 100Rs per 4 unità
Banane 100Rs per Kg
Curry fish 300Rs
Chiken curry 300Rs
Dosa con verdure 80Rs
Fish and Chips 600Rs in Guesthouse
Scodella Curd and honey 180Rs grande per due persone
Grill/fried fish fresco 1800Rs al Kg +/-

SI PARTE!!!

08 GENNAIO SINALUNGA – ROMA – BANDARANAIKE INTERNATIONAL AIRPORT SRI LANKA

Dopo la prima partenza falsa di sabato scorso, oggi riproviamo a prendere l’aereo della Sri Lanka Airlines, che ci ha fatto rimanere in Italia 3 giorni in più, per non aver portato con noi la carta di credito con la quale avevamo comprato il biglietto. E’ vero che era scritto sui Terms and Conditions, ma io non avevo mai sentito dire di qualcuno rimasto a piedi per non aver mostrato la carta di credito. Inoltre da segnalare che dopo 3 giorni, al check-in nessuno ci ha chiesto di mostrare la famosa carta di credito. Diciamo che anche se è stata una nostra dimenticanza, abbiamo avuto molta, ma molta sfortuna a trovare un bel ROMPICOGLIONE sabato scorso. Comunque l’importante è partire e finalmente, alle 15.45 del giorno martedì 8 gennaio decolliamo da Fiumicino per raggiungere l’aeroporto internazionale di Bandaranaike in Sri Lanka.

09 GENNAIO AIRPORT – NEGOMBO – KURUNEGALA

Arriviamo alle 5.30 a destinazione senza grossi problemi e in perfetto orario, anzi con qualche minuto di anticipo. Dopo aver compilato il formulario abbiamo raggiunto l’immigrazione, e con il visto effettuato on-line dall’Italia entriamo in Sri Lanka. Recuperiamo lo zaino di Elisa e usciamo dall’aeroporto, sotto un caldo umido infernale; nonostante l’ora mattutina. Ci informiamo all’info point della navetta gratuita che ci avrebbe dovuto accompagnare alla stazione dei bus, ma sembra che da un paio di mesi non esista più. Non so se è vero o se è la solita ricerca di fregare il viaggiatore del momento, fatto sta che senza perdere tanto tempo, saliamo su un 3 wheels (tuktuk) e raggiungiamo con 100Rs la Bus Stand di Avariwatta Junction. Da qui, prendiamo il bus diretto a Negombo che raggiungiamo in meno di mezz’ora. La nuova stazione di Negombo è ben attrezzata e non c’è pericolo di sbagliare, ma il nostro problema è che ancora non abbiamo deciso dove andare, e dopo qualche consultazione saliamo sul primo bus in partenza verso nord-est, lasciando immediatamente la costa e le città più affollate. Il nostro bus pubblico della S.L.T.B. parte alle 8.20 con destinazione finale Kurunegala, dove l’idea è di cambiare per qualche meta più conosciuta. I segni delle ultime piogge e degli allagamenti sono ben visibili e la campagna è tutta allagata, soprattutto nella fascia costiera. Lasciando la costa e inerpicandosi pian piano verso il centro del Paese, la situazione cambia, ma la strada è in pessime condizioni con molte interruzioni per lavori di manutenzione, sempre dovuti alle piogge di novembre e dicembre, che hanno interessato questa parte del Paese (a dicembre sono morte 28 persone causa alluvioni). Con circa un’ora di ritardo rispetto alle nostre aspettative raggiungiamo Kurunegala, ma invece di proseguire, decidiamo di fermarci una notte in questa modesta cittadina, situata nell’angolo sud-occidentale del triangolo culturale. Pernottiamo al Ranthaliya New Guest House (2200Rs doppia con bagno) giusto a lato del lago cittadino, con splendida vista sulle formazioni rocciose e sul gigantesco Buddha situato alla sommità di una delle rocce. Dopo la notte passata in bianco in aereo, ci dedichiamo giusto un’oretta  per riprenderci, sia dalla stanchezza che dall’improvviso caldo incontrato al nostro arrivo. Poi, usciamo lungo le rive del lago e alle 13.30 siamo in centro città, se così si può chiamare. Ci fermiamo per un primo pranzo tipico ad un vegetable Hotel e con 260Rs soddisfiamo i nostri corpi, mangiando Dosa e vegetable curry. Dopo aver pagato il nostro salato conto, raggiungiamo la torre dell’orologio e ci incamminiamo verso la vetta dell’elephant rock, dove siede l’enorme Buddha accompagnato da due splendide antenne telefoniche. Il paesaggio tropicale di questa zona, è caratterizzato da queste rocce calcaree che sembrano voler proteggere la città e la sua diga sottostante. Con una passeggiata di circa un’ora, raggiungiamo la vetta, da dove si gode di una splendida vista a 360° su tutta la zona. Al rientro, ci fermiamo a visitare il tempio Indù dedicato a Shiva, situato proprio dietro la nostra Guesthouse. Stanchi e con molte ore di sonno da recuperare, andiamo a dormire molto presto, per poi risvegliarsi alle 23.00 per una birra e una partita a carte. Finalmente alle 24.00 andiamo definitivamente a dormire fino al mattino seguente.

10 GENNAIO KURUNEGALA – ANURADHAPURA – MIHINTALE – ANURADHAPURA

Ci svegliamo di buon’ora e fuori ci attende un bell’acquazzone. Fermiamo al volo un 3wheels dal gabbiotto di guardia della Guesthouse e ci facciamo accompagnare alla bus stand. Saliamo sul bus diretto ad Anuradhapura che parte dopo pochi minuti e in meno di 3 ore raggiungiamo la nostra destinazione. Non ha mai smesso di piovere durante tutto il tragitto e il paesaggio circostante è piuttosto allagato. Alle 11.00 siamo alla LakeView Tourist Guesthouse (2000Rs doppia con bagno) molto pulita e buon rapporto qualità prezzo. Se qualcuno volesse risparmiare qualche centinaio di rupie ci sono anche camere con bagno in comune a 1600Rs. Giusto il tempo di un tè e finalmente smette di piovere. Prendiamo Main Street a piedi e ci fermiamo insieme alla folla dei locali alla fermata dei bus e saliamo sul primo bus in direzione di Mihintale. Dopo qualche Km, ricomincia a piovere e una volta raggiunto l’incrocio per il sito storico, ci ripariamo in un piccolo bar dove ne approfittiamo per un altro tè e un paio di biscotti. Dopo circa 30 minuti spiove, e il tempo ci permette di visitare nel pomeriggio il sito di Mihintale. Il comprensorio di Mihintale è senza dubbio meno importante di quello di Anuradhapura ed è anche più piccolo, ma non per questo non è dotato del suo fascino soprattutto perché tra le rovine e i templi si avvistano poche unità di turisti. Per la visita, c’è da superare circa 1000 scalini ma dall’alto, la vista ripaga il piccolo sforzo, anche se oggi le nuvole e la foschia non ci aiuta molto. Visitiamo la zona inferiore conosciuta con il nome di Medamaluwa Monastery e poi saliamo fino alla terrazza superiore. Ci liberiamo delle scarpe e ci immergiamo nella spiritualità buddista del sito, tra palme di cocco, dagoba, Buddha e pilastri sacri. Alla fine il tempo è stato dalla nostra parte, permettendoci di visitare il sito senza doversi bagnare sotto la pioggia, e lasciamo Mihintale soddisfatti della visita. Alle 16.30 rientriamo ad Anuradhapura, dove ci informiamo dei bus per Jaffna. Dalla Bus stand rientriamo con una lunga passeggiata al nostro alloggio, per poi riuscire a cena per le strade della città. Stasera Fried fish noodles.

11 GENNAIO ANURADHAPURA – VAVUNIYA – JAFFNA

Sveglia presto come accade sempre; sono appena le 6.00 e dopo una buona colazione al Lake View ci dirigiamo verso la New Bus Stand di Anuradhapura, che è ancora in costruzione. Saliamo sul bus per Vavuniya che parte alle 8.00 in punto. Dopo pochi km entriamo nella regione nord del Paese attraverso la statale A9 che collega Kandy alla cittadina di Jaffna nostra meta finale di oggi. Alle 9.20 siamo a Vavuniya, che visiteremo al ritorno dall’estremo nord, sosta pipì con doccia occasionale offerta da un simpatico locale che svuotava il gigantesco water tank e ripartiamo verso nord. Dopo pochi km dalla città di Vavuniya, c’è un check-point, dove si scende dall’autobus e si consegna il passaporto per registrare la visita nella regione. Solo formalità, pochi minuti e siamo di nuovo in cammino. Da qui inizia il territorio Tamil, la regione più remota del Paese e attraversiamo la regione conosciuta con il nome di THE VANNI, dove si sono svolte le più cruenti battaglie durante gli ultimi 20 anni di guerra civile tra Cingalesi e Tamil. Qui, l’esercito di liberazione dello Sri Lanka e le Tigri Tamil si sono scontrati con un bilancio stimato sulle 100.000 vittime delle quali la maggior parte civili Tamil. Immense pianure con alte palme da cocco ci accompagnano lungo questa strada in fase di restauro fino a raggiungere quella che fu la roccaforte delle Tigri: Kilinochchi. Questa modesta città adagiata lungo la statale A9, è stata l’ultima ad essere liberata dall’esercito. Un enorme cubo di cemento trafitto da un gigantesco proiettile ricorda la passata guerra civile, ma ciò che testimonia maggiormente il cruento passato, sono gli edifici distrutti e la torre dell’acqua cittadina, abbattuta durante le ultime fasi della guerra. Attraversiamo l’Elephant Pass il punto strategico con base militare, porta d’ingresso nella penisola di Jaffna. Raggiungiamo a piedi l’Aster Guest House (2500Rs quadrupla con bagno) alle 13.00 e dopo una doccia usciamo fuori, tra le strade della città. Pranzo nei pressi dell’ospedale, e poi visita al forte della città. Costruito dagli olandesi per difendere la città, è oramai un ammasso di pietre se non fosse per la parte restaurata che guarda la laguna. Camminiamo sopra i suoi bastioni per ammirare la laguna e le isole in lontananza, poi rientriamo verso il centro città passando per la biblioteca e il monumento a CHELVANAIYAKUM, il primo leader del fronte di liberazione Tamil. Da Main Street, prendiamo un 3wheels e raggiungiamo il Nullar Kandaswami Kovil, il più importante tempio indù. L’unico di tutta l’isola a poter competere con quelli indiani, spicca con la sua torre Gopuram color Tennè (marrone-giallastro) e le sue pareti esterne a strisce bianche e rosse. Il tempio è un importante Istituzione sociale per il popolo Tamil del nord e ogni sera viene preso d’assalto dai pellegrini per le pujas serali. All’arrivo, è in corso una delle 3 pujas che si svolgono tra le 17.00 e le 19.00 e noi assistiamo a bocca aperta alle venerazioni dei vari pellegrini. Anche se ci sentiamo fuori luogo, l’esperienza è unica. I pellegrini girano intorno al tempio un itinerario ben preciso fermandosi di volta in volta di fronte ai vari luoghi sacri. Lasciamo questo posto surreale per rientrare in città, e dopo una doccia usciamo per cercare qualcosa da mangiare su Hospital Road. Non c’è molto in giro, ma alla fine troviamo un posticino FOLKLORISTICO, come lo chiamerebbe una nostra amica e ci sediamo sotto gli occhi sgomenti dei locali. Cena con Eggs Samosa e vegetable curry per un totale di 160Rs

12 GENNAIO JAFFNA – KARAITIVU ISLAND – JAFFNA

Oggi giornata alla scoperta dei dintorni della città di Jaffna. Nonostante ci siano altri due templi importanti nelle vicinanze, decidiamo di dedicare la giornata di oggi ad una delle isolette situate di fronte a Jaffna. Il sole è già piuttosto forte oggi, e alle 8 del mattino sembra di essere in pieno pomeriggio tropicale. Saliamo su un bus diretto a Karainagar,  per visitare l’isola più settentrionale dell’arcipelago chiamata Karaitivu. Dopo qualche km tra strette strade e casette mezze allagate, raggiungiamo, attraverso la stretta striscia di terra sulla laguna, la nostra destinazione. Ci facciamo lasciare lungo la strada e continuiamo a piedi per circa 1km. Incontriamo tanta bellissima gente che ci saluta e che ci invita a chiacchierare con loro e tra una conversazione e l’atra ci avviciniamo a Casaurina beach. Gli ultimi km li facciamo in 3 wheels. A parte la spiaggia e il mare poco invitante, il bello della zona è la natura e il selvaggio paesaggio, con campagne allagate e palme che spiccano verso un cielo terso e sereno. Le previsioni meteorologiche per il nord non erano alquanto rassicuranti, ma stiamo avendo una grossa fortuna. Approfittiamo del gran caldo per un tuffo in mare, nonostante le onde e la non limpidezza del mare; dopotutto ha piovuto per più di un mese e il mare sembra il nostro tirreno durante l’inverno. Passeggiamo lungo la spiaggia incontrando simpatici pescatori che ci invitano a visionare il loro pescato, ma per sfortuna, loro non possono cucinarcelo e dobbiamo abbandonare l’idea di comprarlo direttamente da loro per un pranzo in riva al mare. Nei pressi del parcheggio, intanto, sono arrivati molti locali, che stanno giocando a palla e si stanno bagnando in mare; noi ci sediamo ad un tavolo nell’unico esercizio aperto della zona e facciamo pranzo con rice and fish curry. La nostra giornata continua con una visita al tempio indù nascosto tra la vegetazione circostante, che si trova a un km circa dalla spiaggia, lungo una strada che costeggia una laguna. Il tempio, dai colori vivacissimi, fa capolino tra le palme da cocco e manghi di dimensioni gigantesche. Soliti incontri con locali all’entrata del tempio e poi ci incamminiamo per rientrare a Jaffna. Sulla strada del ritorno fermiamo un furgone, che ci fa salire sul cassone, all’interno del quale ci sono centinaia di scatoloni con cracker. Dopo il passaggio, ci viene regalato anche un paio di sacchetti di cracker e noi dopo aver ringraziato calorosamente i nostri autisti, saliamo al volo su un bus diretto in città. Dopo una passeggiata al mercato di Bazar Road, di un giallo stucchevole, ci attende una piacevolissima sorpresa. Una signora si siede vicino al nostro tavolo, mentre stiamo sorseggiando il nostro tè. Le solite presentazioni, dove andiamo, come ci chiamiamo, da dove veniamo, da quanto tempo siamo arrivati e via così con la conversazione. Pochi minuti per ritrovarsi seduti nel divano di casa di Mahira e sorella per l’ennesimo tè e torta al cocco. La signora è la moglie del proprietario del bar dove stavamo bevendo il tè, e non ha voluto assolutamente che pagassimo il nostro conto. Dulcis in fundo, ci saluta con una borsa contenente alcuni snack, come  ringraziamento della nostra visita. Per fortuna che qualcuno ci aveva detto che il nord era meno accogliente… chissà quando arriveremo al sud!!! Ci scambiamo generalità e contatti e lasciamo la dolce famiglia alla sua vita quotidiana. Nel rientrare in Guesthouse, ci fermiamo a visitare il Varatharaja Perumal Kovil, meno vistoso del Nallur, ma non per questo meno interessante, soprattutto durante le ore di pujas. Per la cena, abbiamo dovuto dialogare a gesti stasera, e la gente che entrava era molto sorpresa di vederci là dentro: cena con Eggs Hopper.

13 GENNAIO JAFFNA – VAVUNIYA

Alle 6.00 del mattino suona la nostra sveglia e ci prepariamo per lasciare l’estremo nord; con dispiacere direi io. Facciamo colazione con mango e banane e alle 6.50 siamo in stazione. Puntualissimo, il nostro bus per Trincomalee parte in direzione sud. A differenza dell’andata, la strada è più libera, non c’è molto traffico, e soprattutto non siamo stati fermi per molto tempo nelle varie interruzioni per lavori in corso. Fatto sta che in meno di 3 ore raggiungiamo la nostra meta: Vavuniya. In questa città, al limite tra la regione Tamil e quella Singalese, non c’è molto da fare, ma per una notte saremo ospiti di un cooperante internazionale di Faenza. Tra l’altro a noi piacciono molto i luoghi non turistici e qua nelle 24 ore che siamo stati a parte il faentino, non abbiamo visto nessun western. Alle 10.45 siamo già a casa di Cesare, e dopo le presentazioni, e alcune chiacchiere, lasciamo Cesare al suo lavoro e noi usciamo per esplorare Vav; come la chiamano i locali. All’arrivo in centro, ci informiamo per il bus per Trinco, anche se oramai abbiamo ben capito che non avremo nessun tipo di problema con i mezzi di trasporto. Ci sono autobus ad ogni momento, senza dover aspettare più di tanto per qualsiasi destinazione. Ci dirigiamo verso Bazar Road, dove ci addentriamo nell’animato mercato cittadino, scambiamo le solite parole con i locali, gustiamo una fresca acqua di cocco, e poi raggiungiamo la moschea. L’edificio di color turchese, con le sue cupole dorate, sembra veramente fuori luogo, ma rimane comunque il fulcro della vita quotidiana di questa strana cittadina. Grazie alla solita ospitalità, diamo un’occhiata all’interno della moschea e poi ci fermiamo sul lato opposto della strada per un buon pranzo a base di fried rice. Dopo il tè, ci incamminiamo verso il museo archeologico, che in realtà non ha niente da offrire, a parte il simpatico addetto che insiste ad indicarci le  esposizioni con gesti delle mani senza spiccicare una parola di inglese. Raggiungiamo il Tank cittadino, dove i locali sono intenti a lavare il proprio 3 wheels, facciamo due passi in zona, e poi con un passaggio fortuito raggiungiamo Temple Road, da dove rientriamo a casa. Usciamo di nuovo per comprare pesce al mercato e birra al Bottle Shop ed entro in contatto per la prima volta con i bar tipici (ci sono dei bei personaggi tipici che si scolano bottiglie intere di Arrack, distillato tipico ricavato dalla palma da cocco). Avrò modo di ritrovarne altri in giro per l’isola. Durante la cena lunga conversazione con Cesare e tanta birra, ascoltando le affascinanti avventure del cooperante in giro per il mondo. Una cosa è certa: se c’è un posto dove non ritornerebbe è senza dubbio la KOREA DEL NORD. Ringraziamo dell’ospitalità offertaci e ce ne andiamo a dormire sotto il rumore assordante dei petardi. Inizia il Thai Pongal  festività indù per celebrare la fine dei raccolti.

14 GENNAIO  VAVUNIYA – TRINCOMALEE

I festeggiamenti del Thai Pongal sono durati tutta la notte e al nostro risveglio ogni tempio o piccola abitazione, è preso d’assalto dai pellegrini per celebrare il raccolto passato, e propiziarsi tanta fortuna per i quelli futuri. I petardi continuano a risuonare per le strade di Vav, mentre noi consumiamo la nostra colazione a base di frutta e yoghurt. Alle 8.30 ci facciamo accompagnare da Cesare alla stazione dei bus e alle 9.00 in punto partiamo per Trincomalee. La prima parte del viaggio sembra ottima,  ma non appena raggiungiamo l’incrocio tra la statale A29 e A12 all’altezza del villaggio di Horowupotana, la situazione cambia decisamente. La strada si riduce ad un’unica corsia stretta e piena di insidie, con buche in ogni dove e dossi ai bordi della strada. Saranno 2 ore di sballottamenti continui e le nostre schiene ringraziano per il massaggio gratuito. Il problema sembrano essere state le piogge di Dicembre che hanno distrutto gran parte della strada, e in molte parti mezza carreggiata non esiste più. Alle 12.00 arriviamo a Trinco, centro urbano di media importanza sulla costa nordorientale del Paese. Il meteo continua ad esserci d’aiuto, normalmente non è buona stagione per queste zone, ma il sole continua ad essere ben alto nel cielo, e non c’è assolutamente minaccia di piogge. Alloggiamo al Silver Star Guest House (2000Rs doppia con bagno) dove organizzano anche matrimoni nella grande e buia Lunch Room. Ci facciamo una doccia rinfrescante ed usciamo in direzione del Fort Frederick. Lungo Koneswar Road, ci fermiamo per una breve visita al mercato ittico, dove gruppi di Tamil stanno cercando di vendere gli ultimi tonni della giornata. Raggiungiamo l’entrata principale del forte che è in uso militare, e ci incamminiamo verso la collina dov’è situato il Koneswaram Kovil. Il tempio si trova in vetta alla Swami Rock, dove a dominare è senza dubbio la grossa statua dorata di Shiva. Facciamo le solite conoscenze con i locali, che ci chiedono come al solito di fotografarsi insieme nei luoghi sacri, e dopo la vista al tempio scendiamo nuovamente verso Dutch Bay. Da prima, la spiaggia è deserta, solo qualche bimbo gioca con il suo aquilone. Poi, il cielo terso di Trinco si riempie di coloratissimi aquiloni di varie forme e i locali prendono d’assalto la spiaggia. Sono le 6.00, è il tramonto, una bambina gioca di fronte a noi con il suo palloncino e le battaglie tra gli aquiloni si intensificano. L’odore delle frittelle e dei samosa raggiunge noi tutti e ci accingiamo ad assaporare le specialità tipiche. Aspettiamo che cali l’oscurità, poi lasciamo i locali a godersi le ultime ore del Thai Pongal, mentre pian piano i pellegrini entrano al Kali Kovil. Dopo la cena a base di curry fish, ce ne andiamo a passeggio per le strade della città deserta e al rientro rimaniamo a conversare con una simpaticissima famiglia di Negombo (sono Tamil e uno di loro è arrivato sino in Bulgaria via terra per scappare al massacro degli ultimi anni).

15 GENNAIO  TRINCOMALEE – NILAVELI – UPPUVELI – TRINCOMALEE

Questa mattina ci svegliamo con più calma. Cambiamo dei soldi alla popolar bank a pochi passi dal nostro alloggio e facciamo colazione con yoghurt e frutta fresca. Attraversiamo la strada e ci accingiamo a prendere un bus diretto a nord e con la precisione a Pulmoddai, anche se la nostra destinazione sarà molto più vicina. Infatti, dopo circa mezz’ora di strada, ci facciamo scendere all’altezza del lussuoso Nilaveli Beach Hotel, considerato uno dei migliori alloggi di tutta l’isola e ci incamminiamo verso la spiaggia attraverso la strada rossa. Giunti alla spiaggia, di fronte a noi si intravede Pigeon Island, ottima per lo snorkeling, durante la stagione secca. Noi ci limitiamo a stendere i nostri sarong e ne approfittiamo della bella giornata per un paio di bagni e qualche minuto di sole. Dedichiamo un paio d’ore a questa bellissima spiaggia che nella stagione secca deve essere ancora più bella; poi ci addentriamo tra la vegetazione dietro la spiaggia e cerchiamo qualcosa per mangiare. Ci sediamo al Nilaveli Garden Inn, una bellissima e pulitissima struttura a 5 minuti dalla spiaggia. Facciamo pranzo con un buonissimo Rice and curry fish, che non ha assolutamente niente a che vedere con tutte le altre specialità incontrate fino ad ora per la strada. Ottimo e delizioso, ringraziamo i proprietari chiedendo informazioni per futuri soggiorni nella costa est (camere doppie a 3500Rs). Grazie ad un passaggio fortuito di un camionista, ci avviciniamo a Trinco, ma per la strada il nostro Tamil, si ferma per comprare una bottiglia di coca da dare come mazzetta al posto di blocco che troviamo qualche km dopo. Ci lascia all’incrocio per Kanniya, dove lui proseguirà per il suo posto di lavoro, mentre noi saliamo su un bus e copriamo quei pochi kilometri che ci separano da Uppuveli. Giunti alla spiaggia di Uppuveli, dove il mare è agitatissimo, decidiamo di fare una lunga passeggiata fino al centro città, e incontriamo pescatori e locali che ci invitano a chiacchierare con loro e a scattare qualche foto ricordo. In circa un’ora e mezzo, rientriamo in città anche se prima di lasciare la spiaggia ne approfitto per un ultimo bagno sul mare dell’est, prima di lasciare la costa per addentrarsi verso l’interno dell’isola. A pochi passi dalla Guesthouse, ci fermiamo sull’Esplanade dove gruppi di giovani ragazzi sono intenti a giocare a Cricket. Basta sedersi a lato di uno di loro per iniziare una lunga conversazione sullo sport ufficiale del Paese e di tante altre cose interessanti, tipo la discriminazione razziale che ancora imperversa nelle regioni Tamil. Alcuni dei giovani ragazzi ci raccontano che da quando è finita la guerra, non hanno ricevuto nessun aiuto da parte del governo centrale, il campo di cricket è inutilizzabile, le strade nei dintorni di Trinco sono quasi tutte inagibili, insomma uno sfogo contro Colombo e il suo governo. Come non poter ascoltare questi giovani, che hanno passato i primi 30 anni della loro vita in guerra. Una generazione sprecata! Salutiamo i giovani Tamil, mentre il richiamo della preghiera ci invita a spostarci di qualche centinaio di metri fino al Kali Kovil, dove sono in corso le pujas serali. Cena a base di chiken curry  e poi entriamo a visitare un altro bar tipico, dove però ad Elisa non è stato permesso di entrare. Volevo fermarmi per una birra insieme ai locali, che sembravano i protagonisti di una puntata di guerre stellari, ma poi abbandono l’idea per ricongiungermi con Elisa e rientriamo in Guesthouse.

16 GENNAIO  TRINCOMALEE – DAMBULLA

Con il bus delle 07.45 diretto a Kandy, ci allontaniamo dalla costa nord occidentale dell’isola, avvicinandoci al cuore del Paese. Dopo circa 3 ore, una sosta per mangiare qualcosa e una mia COMICA caduta nei pressi di un bagno pubblico, raggiungiamo Dambulla, dove alloggeremo al Healty Tourist Inn (2000Rs doppia con bagno). Quasi tutte le sistemazioni di Dambulla sono situate ai bordi della strada principale, quindi per diminuire al massimo il rumore del traffico, cercate di optare per una camera che non abbiao finestre vista strada. Lasciamo la nostra roba in camera, prendiamo un tè offerto dai simpatici signori della Guesthouse e poi ci incamminiamo verso il Golden Temple e le Caves Temple. Dambulla non è molto grande, è una cittadina che si estende lungo la A9 ed è visitabile  a piedi senza grossi problemi. Dopo pochi minuti siamo all’entrata del Golden Temple, paghiamo il ticket d’ingresso per le grotte e ci apprestiamo a salire i gradini che portano sino alla vetta. Accompagnati dalle immancabili scimmie, e anche da tanti altri turisti, raggiungiamo la sommità, dove ci chiedono di mostrare il nostro biglietto. Le grotte sono 5 e tutte sono adornate da statue del Buddha, sdraiati, seduti, in piedi e chi più ne ha più ne metta. Il sito è molto interessante e le grotte si trovano disposte al lato di un lungo e bianco porticato. Partiamo dall’ultima grotta, per poi rientrare pian piano verso la prima, dove risiede il più grande dei Buddha sdraiati dell’intero sito. Dedichiamo qualche minuto alle foto, giusto il tempo di riposarci un po’ sulle gradinate, e poi ridiscendiamo verso la strada principale. Sono le 14.00, e prima di visitare il museo, decidiamo di attraversare la strada e sedersi su un modesto Hotel per mangiare un delizioso Fried Eggs Rice. Rientriamo nel sito, e dedichiamo una mezz’ora circa al modesto ma interessante Golden Temple Museum. Usciamo dal museo sotto un sole cocente, e decidiamo di fermarci in Guesthouse per una doccia rinfrescante. Usciamo poi per le strade di Dambulla, e soprattutto ci perdiamo tra i grossisti del Wholesale Market, dove acquistiamo squisite ananas e qualche mango. Ancora una passeggiata notturna fino alla clock tower e poi pian piano rientriamo alla nostra Guesthouse, dove in compagnia di due cinesi facciamo cena a base di frutta fresca.

17 GENNAIO  DAMBULLA – SIGIRIYA – DAMBULLA

Questa mattina ci svegliamo ancora prima, per approfittare delle prime ore mattutine e visitare la roccia di Sigiriya; magari sperando anche di incontrare meno turisti e soprattutto evitare i grossi pullman provenienti da Kandy carichi di giapponesi o americani. Ma come al solito, nessuna cosa può essere programmata quando si viaggia in autonomia. Infatti, arriviamo in stazione qualche minuto prima delle 07.00, ma sembra che il bus sia già partito, addirittura in anticipo rispetto all’ora di partenza. Bene allora ci sediamo per una colazione a base di tè e pancake aspettando il bus delle 07.30. Ma, alle 07.40, ci sorge il dubbio che i bus per Sigiriya, con frequenza di 30 minuti, abbiano avuto delle variazioni. Chiediamo in giro, e ci confermano che ci sono trasporti ogni 30 minuti, a parte tra le 7 e le 8. Bene, aspettiamo dunque quello delle 8, mentre un paio di 3wheels ci stanno aspettando al varco come gli avvoltoi fanno con i cadaveri nel deserto. Noi resistiamo fino alle 8.00 ora in cui dovrebbe finalmente partire il nostro bus, ma a differenza di quello delle 7.00 non parte in anticipo, anzi parte con 15 minuti di ritardo (unico bus a partire in ritardo in tutto il viaggio). Dopo oramai km e km fatti sulle strade dell’isola ci eravamo abituati ad autisti spericolati a zigzagare tra le strade del Paese; oggi, sembra che il nostro autista sia una mosca bianca e impiega ben 80 minuti per coprire i 15 km che separano Dambulla da Sigiriya. Non che non sia contento di un viaggio in sicurezza rispetto a tutti gli altri, ma come al solito mai fare programmi, e mettendo da parte i nostri pensieri raggiungiamo la nostra meta alle 10 del mattino. Per fortuna ci siamo alzati alle 6.00 e soprattutto per fortuna dovevamo compiere un tragitto di soli 15 km. Comunque a parte tutto, ci apprestiamo a raggiungere l’ingresso del sito, che come immaginavo a quest’ora è già preso d’assalto da centinaia di turisti; attraversiamo i due fossati, rifiutando da una parte e dall’altra le guide ufficiali e non che si offrivano per una visita in compagnia ed entriamo nei Water Garden. Davanti a noi, si innalza la maestosa roccia di Sigiriya e pian piano ci avviciniamo alla base della stessa. Iniziamo a salire lungo le scalinate e dopo le prime rampe di scale, raggiungiamo le famose Damigelle di Sigiriya, affreschi che si trovano all’interno di una stretta grotta ricavata nella parete della Roccia. Scendiamo dalla grotta e fiancheggiamo il Mirror Wall, per poi giungere, dopo due ulteriori rampe di scale, The Lion Platform. In questa terrazza ci sono due grosse zampe che delimitano una scalinata per la terrazza superiore. Le zampe sono tutto ciò che è rimasto di un enorme leone, simbolo del predominio Singalese. Le ultime scalinate in ferro fiancheggiano quella che era una volta le vecchia via per salire, e con un ultimo sforzo, raggiungiamo la sommità. Dalla terrazza superiore, si gode di una vista mozzafiato su tutta la regione; le rovine del palazzo di Kassapa e del vecchio insediamento sono oramai poca roba rispetto a ciò che regala la natura circostante. Ci godiamo il momento con un paio di turche con le quali ci scambiamo delle foto, poi ridiscendiamo passando per una strada alternativa, passando per la Cobra Cave. Al parcheggio, come immaginavo, pullman pieni di giapponesi che stanno degustando la loro acqua di cocco offerta dal tour operator. Ci incamminiamo verso il piccolo insediamento, dove ci sediamo per un buon succo di ananas e saliamo al volo su un bus per rientrare a Dambulla. Durata della corsa 25 minuti; da confrontare con l’ora e 20 dell’andata. Ci facciamo lasciare all’altezza della clock tower, dove consumiamo la nostra porzione giornaliera di Rice and Curry, poi contrattando con un guidatore di 3wheels, ci facciamo portare per 200Rp all’ingresso del Popham Arboretrum, un piccolo giardino creato dal piantatore di tè Sam Popham. Ci accompagna per la passeggiata nella natura il minuto J. Amarasinghe (questo nome lo sentiremo spesso durante il viaggio) che ci illustra le piante e le capacità curative di ognuna. Ce ne fa provare alcune, una in particolare per la mia macchia di psoriasi dell’ombelico, poi ci lascia un sacchetto con foglie di Tamarindo, Magosa, Neem e tante altre di cui non ricordo il nome. Ognuna con la sua caratteristica. Dopo un’ora di passeggiata salutiamo Mr J. e rientriamo in Guesthouse per una doccia rinfrescante. Anche stasera usciamo per comprare dell’ottima frutta fresca al mercato, facciamo alcune compere nei pressi della torre dell’orologio e rientriamo in alloggio pronti per la prossima destinazione.

18 GENNAIO  DAMBULLA – KANDY

Per sfruttare la bellissima giornata, alle 7.00 siamo già sul bus in direzione sud. Dopo un paio d’ore, raggiungiamo Kandy, la più famosa e turistica città dell’intera isola. Ci facciamo lasciare dal bus su temple road all’altezza del lussuoso Queens Hotel. La tentazione è tanta, ci pensiamo su un pochino ma poi decidiamo di lasciar perdere, attraversiamo la strada e raggiungiamo la nostra simpatica ed economica Pensione. Alloggeremo per una notte al caratteristico Hotel Olde Empire (1200Rs doppia con bagno in comune) che non ha niente a che vedere con il Queens di fronte a noi, ma ci accontentiamo e ci godiamo la bellissima street view che ci offre la terrazza dell’albergo. Questo è un albergo strategico, soprattutto per chi ha intenzione di visitare la zona dei templi e poi proseguire per il resto del viaggio. Infatti, l’hotel è sulla strada del tempio del dente e tutte le altre attrazioni principali della città. Prima di scendere per le strade di Kandy, prendiamo un tè in terrazza, e poi usciamo alla scoperta delle maggiori attrazioni che ci offre Kandy. Appena pochi passi dal portone del Olde Empire, entriamo nel tempio del dente, che ci accoglie con la piccola torre ottagonale conosciuta con il nome di Pittirippuva. Paghiamo il nostro ingresso, attraversiamo il fossato principale, e ci accingiamo alla visita interna del tempio. Gli addetti alla sicurezza ci invitano a sbrigarci per poter ammirare dal vivo la famosa reliquia del dente del Buddha. Non che sia questione di vita o di morte, comunque ci aggreghiamo ai pellegrini e riusciamo a  vedere, anche se per pochi secondi la famosa reliquia. Restiamo all’interno del tempio un bel po’, ammirando la particolare architettura e le varie decorazioni, poi visitiamo lo Sri Dalada Museum, uscendo in prossimità della sala delle udienze. Ci sediamo tra i pilastri della Hall e ammiriamo il via vai dei pellegrini. A questo punto, visitiamo i due templi adiacenti al Royal Palace, il Pattini Devale e il Natha Devale. Dopo la full immersion tra i templi di Kandy, usciamo lungo King Street e ci mangiamo una squisita Dosa in compagnia di un numeroso gruppo di pellegrini provenienti da Negombo, tutti vestiti di bianco. A pensarci bene, la città avrebbe tante altre cose da proporre al turista medio, ma è molto caotica rispetto al resto del Paese che abbiamo visto fino ad ora e decidiamo di spostarci l’indomani per qualcosa di più tranquillo, come per esempio Haputale o zone limitrofe. Ci informiamo dei treni e decidiamo di prendere quello delle 8.20 con scambio a Peredaniya e destinazione finale Badulla. Domani mattina decideremo la nostra destinazione finale. Intanto, nel pomeriggio inoltrato, facciamo una bellissima passeggiata intorno al lago e visitiamo il modesto Royal Palace Park, da dove si gode di ottima vista sul lago e sul complesso dei templi. Giunti alle 18.00 decidiamo di farsi un bel regalo, visto che fino ad ora abbiamo rispettato ben oltre le nostre aspettative il budget di viaggio. Un’ora e 40 di Ayurvedic Massage con Shirodara e bagno di vapore; un tocco sano per le nostre schiene abituate oramai alle strade dell’isola.  Cena nei pressi della moschea in un Hotel gestito da musulmani.

19 GENNAIO  KANDY – HAPUTALE (BY TRAIN)

Oggi giornata di spostamento; ma che spostamento. Alle 7.30 siamo alla stazione di Kandy e aspettiamo l’apertura della biglietteria, che non avviene prima delle 7.50. Decidiamo di comprare un ticket per Haputale un po’ spinti dalla curiosità offerta dai nostri amici viaggiatori che ci sono già stati. Il treno sul quale saliamo giunge da Matale con 10 minuti di anticipo e dopo un quarto d’ora raggiungiamo la stazione ferroviaria di Peradeniya, dove attendiamo il treno proveniente da Colombo, che giunge con un’ora circa di ritardo. Il treno è pieno, molti ci spiegano che dipende dal fatto che il treno del sabato è sempre pieno, sia di locali che di western che vivono magari a Colombo, e salgono sulle colline per un paio di giorni di relax. Per fortuna si libera un posto dopo le prime due fermate e con Elisa facciamo a turno per sedere un po’. Dopo pochi kilometri, il panorama esterno cambia notevolmente e si incominciano ad intravedere le prime piantagioni di tè. Giunti alla stazione di Hatton, dove molti scendono per raggiungere l’Adam’s peak, finalmente ci accomodiamo entrambi per gustarci meglio le ultime ore del viaggio. Il treno attraversa le bellissime piantagioni, che si interrompono solo con il sopraggiungere delle Horton Plants, una regione ricca di vegetazione tropicale e tantissime piante di cui molte endemiche. Foreste, cascate e tanta bella natura, ci accompagnano fino alle porte della Hill Country meridionale, e alle 15.30 raggiungiamo la nostra meta finale: Haputale. Un signore all’uscita della stazione ci chiede se siamo diretti alla Sri Lake View Holiday Inn, e saliamo con lui e altri due giovani inglesi per raggiungere la nostra Guesthouse. La posizione di questo alloggio è ottima, con una spettacolare vista sulla valle circostante e un ottimo rapporto qualità prezzo (2000Rs doppia con bagno). Dall’inizio del nostro viaggio senza dubbio è la nostra migliore sistemazione anche se non sembrano essere della stessa opinione due giovani ragazzi italiani incontrati qua. Per loro è la peggiore. Che modo differente di vedere le cose!!! Dopo un tè sulla terrazza esterna, usciamo per una prima visita del villaggio con le sue verdi colline ricoperte di piante di tè. Con qualche ora di ritardo, pranziamo con un paio di Eggs hopper e poi ci incamminiamo lungo la ferrovia, per raggiungere la parte ovest del villaggio, dove sono o situate le altre Guesthouse. I soliti bellissimi incontri lungo la ferrovia, con le solite domande e ulteriori risposte. Con qualche grado centigrado in meno rispetto  alle altre sere, recupero dal fondo dello zaino il mio maglione e passiamo una piacevole serata in compagnia della coppia inglese conosciuta alla stazione di Haputale. Birra a volontà.

20 GENNAIO  HAPUTALE – DAMBATENNE – LIPTON’S SEAT – HAPUTALE

Il sole non ha ancora fatto capolino da dietro le colline ma io sono già fuori, in terrazza a godermi lo spettacolo che offre la vallata e le nuvole sottostanti. Pian piano il sole si alza e la giornata sembra promettere buon tempo. Per prima cosa, facciamo colazione nei pressi della stazione dei bus e saliamo al volo su un autobus diretto a Dambatenne. In 15 minuti circa, raggiungiamo l’enorme fabbrica di tè che non rimane certamente inosservata in questo verdissimo paesaggio. Visitiamo la fabbrica e riceviamo tutte le informazioni possibili dal gentilissimo addetto alle visite, osservando per la prima volta tutte le fasi della lavorazione di questo pregiato prodotto. Dall’arrivo delle foglie, all’impacchettamento. A differenza di quello che diceva la nostra guida Rought, possiamo comprare del tè all’interno della fabbrica e noi ne approfittiamo, visto il buon prezzo e la decantata qualità. Una volta usciti dalla fabbrica, iniziamo la nostra lunga passeggiata attraverso le piantagioni. La strada inizia a salire tra un tornante e l’altro e il panorama è sorprendente; non so perché ma mi ricorda la nostra visita dell’anno scorso alla valle di Cocora in Colombia. Facciamo dei bellissimi incontri lungo la strada, di tanto in tanto ci fermiamo a parlare con le famose raccoglitrici, poi, pian piano, saliamo verso il Lipton’s seat. Dopo i primi 3-4 kilometri, saliamo su un trattore che ci accompagna fino al alla sbarra del Lipton’s seat e da qui proseguiamo a piedi per l’ultimo km. Ringraziamo l’anziano trattorista e paghiamo le 100Rs per entrare. La vista, purtroppo è rovinata dalle nuvole, ma il posto è molto bello, ne vale decisamente la pena, camminare fin quassù attraverso il verde delle piantagioni. Se siete interessati alla vista che offre il lookout, meglio salire con un tuk-tuk nelle prime ore del mattino per poi ridiscendere a piedi. Un buon tè al bar con spuntino e dopo aver salutato il collezionista di moneta estera, ridiscendiamo verso Dambatenne. Per scendere, impieghiamo molto meno tempo, attraversiamo le piantagioni scendendo gli scalini di roccia, e ci fermiamo ad osservare la pesa dei sacchi. All’interno della pesa, un gruppo di raccoglitrici ci guardano con i loro sorrisi smaglianti e ci invitano a scattare qualche foto; non so perché ma non riesco a rubare questi scatti indimenticabili e mi godo la loro compagnia mentre i sacchi di tè passano dalla pesa al trattore. Salutiamo tutti e raggiungiamo giusto in tempo Dambatenne; sta incominciando a piovere e noi saliamo sul bus per rientrare ad Haputale. Passiamo le ore serali all’interno della nostra Guesthouse, approfittando del maltempo per mandare qualche messaggio di saluto in Italia; aspettiamo fino a notte che spiova, ma inutilmente e rimaniamo a cenare e a bere in compagnia di due simpatici polacchi i quali sono molto interessati alle nostre storie del Nord. Alla fine decideranno di abbandonare l’idea di scendere a sud per salire fino a Jaffna, i nostri racconti sono stati molto efficaci.

21 GENNAIO  HAPUTALE – WELLIWAIYA – TISSAMAHARAMA – KATARAGAMA – TISSAMAHARAMA

Senza grossi progetti, questa mattina decidiamo di scendere ancora più a sud, verso la costa, ma senza aver deciso ancora la  meta. Il primo spostamento, dopo la colazione, è un lento e tortuoso viaggio fino a Wellawaya, 90 minuti di strada in discesa che pian piano ridiscende le strade delle colline. All’altezza delle Diyaluma Falls, una breve sosta del bus ci permette di scattare un paio di foto alla terza cascata per altezza dell’isola. Dopo la pausa toilette alla stazione di bus, saliamo su un bus diretto a Matara, ma nel frattempo decidiamo di farci scendere a Pannegamuwa Junction da dove raggiungiamo Tissamaharama in pochi minuti. Molti turisti raggiungono questa cittadina per visitare lo Yala National Park, forse il parco nazionale più famoso dell’intera isola. Noi, dopo aver lasciato gli zaini al Lake Side Tourist Inn (3000Rs doppia con bagno), saliamo sul bus in direzione di Kataragama, la città sacra per Buddisti, Induisti e Mussulmani. La città è uno dei 3 siti religiosi più importanti dello Sri Lanka, insieme a Kandy e l’Adam’s Peack. La peculiarità di questa città resta comunque unica, visto che è molto difficile capire dove inizia una religione e dove finisce l’altra. Infatti, il Presidio Sacro di Kataragama è formato da 10 siti di culto, tra cui una verdissima moschea, tempi buddisti, il tempio di Shiva, quello dedicato a Ganesh, e chi più ne ha più ne metta. Iniziamo la nostra visita dalla moschea, dove l’Imam ci offre una visita guidata e una bellissima conversazione con relativo scambio di e-mail e foto. Salutiamo il curioso musulmano e ci incamminiamo lungo la strada principale, presa d’assalto dalle solite scimmie. Il sito è ben curato, con il viale centrale tenuto ben pulito dai tantissimi spazzini. Dopo qualche piccolo tempio a destra e a sinistra, raggiungiamo il Maha Devale. Questo è il complesso principale, con un portale d’ingresso affiancato da due file di elefanti e coloritissimi pavoni. Non è ora di pujas, ma i pellegrini sono comunque già  in giro con le loro offerte. Visitiamo l’interno del tempio con le piccole cappelle dedicate a Buddha, Ganesh e Kataragama, il Dio che non viene rappresentato con nessuna immagine se non con un semplice tridente. Da qui, raggiungiamo la parte posteriore del tempio, dove due enormi alberi, sono venerati dai buddisti. Lasciamo il sito dalla porta posteriore e raggiungiamo il Kiri Vihara. E’ sostanzialmente una grossa dagoba bianca, un luogo silenzioso, dove i devoti stanno già pregando alla base della struttura. Pian piano rientriamo verso il paese, mentre la gente sta arrivando, è ora di pujas, campane, flauti e tamburi risuonano nell’oscurità di Kataragama; è ora di pregare e fare offerte per gli Dei, noi lasciamo il sito per una cena anticipata in paese. Verso le 19.30 saliamo su un bus diretto a Colombo e ci facciamo lasciare di fronte alla nostra Guesthouse. Doccia fredda e birra calda. Non proprio il massimo direi; comunque non ci lamentiamo, sempre meglio che a lavorare direi io !!!

22 GENNAIO  TISSAMARHAMA – MATARA – MIRISSA BEACH

Sveglia ore 06.30, La voglia di giungere in una bellissima spiaggia tropicale è forte, dopo 2 settimane in giro per il Paese. Saliamo sul bus delle 7.10 diretto a Matara e dopo meno di 3 ore, raggiungiamo la cittadina situata sulla costa meridionale; da qui, si raggiunge facilmente la bellissima Mirissa beach. Alloggiamo a qualche minuto di cammino dalla spiaggia, in una pacifica Guesthouse immersa nella natura, tra uccelli e scimmie. La Amarasinghe Guesthouse (2000Rs doppia con bagno) sarà la nostra sistemazione per le ultime 3 notti nell’isola. Non c’è molto da raccontare della giornata di oggi, a parte qualche bella passeggiata nella baia a mezzaluna e qualche bagno rinfrescante. La spiaggia è molto frequentata dai turisti, sia da quelli che si fermano solamente qua per una settimana, rompendo la routine europea, sia altri viaggiatori alla fine del proprio tour per l’isola. Nonostante ciò, non ci sono grandi resort a rovinare la spiaggia e la baia di Mirissa. Oltretutto è un buon punto di partenza per le famiglie che desiderano un po’ di relax in compagnia dei propri figlioletti e magari fare qualche uscita nel cuore dell’isola. Per la cena, se qualcuno ha un centinaio di rupie in più da spendere, al calar del sole, la spiaggia si riempie di casse con pesce fresco pronto da assaporare. Aragoste, calamari, gamberoni e gamberi, magnifici red snapper e chi più ne ha più ne metta. Per la prima sera, noi ci accontentiamo di un buon rice fish curry lungo la strada.

23 GENNAIO  MIRISSA BEACH – GALLE – WELIGAMA – MIRISSA BEACH

Questa mattina, optiamo per una breve gita verso ovest, lungo la costa. Dopo una colazione a base di curd and Honey lungo Sumanasaara road, saliamo su un bus diretto a Galle. Impieghiamo circa un’oretta per raggiungere la stazione cittadina dei bus ben organizzata e molto meno confusionaria di tante altre. Prendiamo un tè a lato della stazione e poi ci dirigiamo verso The Fort. Di fronte a noi, i tre bastioni meglio conservati del forte, con la porta principale, ci invitano ad entrare nella cittadina coloniale. La torre dell’orologio svetta nei pressi del Moon Bastion e noi iniziamo la passeggiata lungo le mura, osservando dall’alto la parte nuova della città. Dai bastioni settentrionali ci dirigiamo verso il sentiero dei Western Bastion e raggiungiamo il Sudharmalaiya Vihara, il tempio buddista che ha veramente ben poco da spartire con la restante atmosfera coloniale del forte. Sempre camminando sopra le mura, raggiungiamo la Flag Rock, il bastione meridionale del forte, da dove si gode di un’ottima vista sull’oceano indiano da una parte e del forte dall’altra. La piccola e bianca moschea, dai lineamenti cattolici, svetta lungo Ramper Street, strada che ci conduce fino al point Utrecht Bastion, alla cui sommità svetta il bianco faro cittadino. Risaliamo verso nord lungo Hospital road per raggiungere la Court Square, dove bellissimi ed enormi Rain Trees  decorano la piazza del tribunale. Giusto qualche metro dalla piazza, la vecchia porta con i due leoni alla sommità. Giriamo l’angolo a lato della Queen’s House e la ottocentesca All Saint Church padroneggia sulla stretta Church street. Ci lasciamo andare tra le varie viuzze del forte, fino a ritrovarci di nuovo alla porta principale. E’ molto bello ammirare l’architettura coloniale su questo dedalo di vie del forte e perdersi nelle varie strade ci intriga molto. Lasciamo definitivamente il forte per raggiungere la zona della Bus Stand, dove assaporiamo un delizioso kottu ai piani superiori. Saliamo su un bus diretto a Matara e prima di raggiungere Mirissa, ci facciamo lasciare proprio di fronte all’isola Toprobane, dove il francese De Maunay costruì la sua dimora intorno agli anni ’30. La spiaggia di Weligama è deserta, solo coloratissimi catamarani interrompono la solitudine della baia. Camminiamo fino alla zona orientale della spiaggia e dopo un bagno rinfrescante ci sediamo per rinfrescarsi con una buona Lion. A parte qualche surfista in attesa di qualche onda, la spiaggia è tutta per noi. Rientriamo a Mirissa all’ora del tramonto, proprio mentre sta iniziando a piovere. Raggiungiamo la Guesthouse e ci godiamo il nostro trattamento ayurvedico prenotato alla mattina. Ceniamo in Guesthouse visto la pioggia con fried Fish and Chips.

24 GENNAIO  MIRISSA BEACH – POLHENA BEACH – MATARA – MIRISSA BEACH

Questa mattina decidiamo di spostarci verso est, ma solo per pochi km. Raggiungiamo in pochi minuti Matara e ci facciamo lasciare lungo Galle road all’incrocio con Balasuriya mawatha. Da qui con un 3wheels raggiungiamo il piccolo insediamento di Polhena beach dove passeremo l’intera mattinata. Facciamo conoscenza di un simpatico ragazzo di Matara che rimarrà quasi tutta la mattina con noi, parlando di lavoro famiglia viaggi ecc etc. Lui studente all’università, parla un ottimo inglese e ci spiega che vorrebbe tanto trasferirsi per un breve periodo a Londra per poter studiare e seguire un Master. Ci lascia i sui contatti, just in case, poi se ne va a casa a preparare il pranzo per le sorelle che torneranno a breve dal college. Noi rimaniamo ancora un po’ in spiaggia e poi ci spostiamo per un pranzo a base di red Snapper ammirando le tartarughe marine che nuotano sotto di noi nel limpido mare. Alle 15.00 rientriamo a Matara con il solito mezzo di fortuna e dedichiamo un paio d’ore a questa caotica cittadina. Visitiamo lo Star Fort, di poco interesse a dire la verità, poi ce ne andiamo al mercato situato a pochi metri dalla stazione dei bus e ci sediamo lungo mare ad osservare i pellegrini attraversare il ponte per raggiungere il tempio buddista. incontriamo i simpatici inglesi di Haputale che sono appena arrivati dal Uda Walawe National Park, e saliamo sul bus in direzione di Mirissa. All’arrivo, saliamo le scale che ci conducono al tempio che domina tutta la baia, alcuni scatti per immortalare il bel momento, anche se sta incominciando a piovere di nuovo e poi scendiamo alla spiaggia. Falso allarme, non piove più, ci sdraiamo un’ora sulla soffice sabbia di Mirissa, con un paio di birre e poi rientriamo in Guesthouse. Stasera conosciamo due simpatici italiani di Torino, con i quali passiamo una bellissima serata a chiacchierare dei nostri viaggi passati e futuri.

25 GENNAIO  MIRISSA BEACH – COLOMBO – AIRPORT

Ultimo giorno in Sri Lanka, anche se il nostro volo partirà solo questa notte alle 01.20. Usciamo per una deliziosa colazione a base di cocco pancake e poi approfittiamo delle ultime ore per gli ultimi bagni nell’oceano indiano. Rimaniamo in spiaggia fino alle 11.00, poi rientriamo per preparare i nostri zaini, salutare i simpatici gestori della Guesthouse e decidiamo di farci un ultimo regalo. Andiamo in spiaggia e ci sediamo su uno dei tanti ristorantini lungo mare. Pesce e birra a volontà prima di ripartire in direzione di Colombo. Salutiamo Mirissa e saliamo su un bus che ci porterà fino a Colombo. Lungo il percorso intravediamo ogni tanto i resti di alcuni edifici distrutti dallo tsunami del 2004 e quando oramai il sole è tramontato raggiungiamo la stazione centrale dei bus della capitale (in realtà la capitale amministrativa sarebbe Sri Jayewardanapura Kotte). Attendiamo pochi minuti lungo la strada e saliamo su un bus diretto all’aeroporto. Dopo un’ora e 45 minuti, il bus ci scende in mezzo ad un incrocio dove ci dicono di proseguire a piedi per altri 800 metri. Noi visto che siamo leggermente in anticipo entriamo per l’ultima volta in un Hotel e assaporiamo l’ultimo rice and curry e il mio piatto preferito: eggs kottu. Alle 21.30 raggiungiamo l’aeroporto accompagnati da un 3wheels e iniziamo la nostre procedure di check-in e di imbarco.
Spendiamo le ultime rupie in qualche delizia locale e in perfetto orario, partiamo in direzione Roma.

26 GENNAIO  BANDARANAIKE INTERNATIONAL AIRPORT SRI LANKA – ROMA – SINALUNGA

Raggiungiamo Roma con qualche minuto di ritardo dopo una notte passata tra un pisolino e una partita al solitario. Ritiriamo i nostri bagagli e alle 12.30 di sabato 26 Gennaio entriamo nella nostra calda casetta a Sinalunga.

CONCLUSIONI:
Erano oramai 5 anni che non tornavamo per un viaggio in Asia, dopo Sudamerica e Africa. A dir la verità ho scoperto un Paese affascinante, con mille colori, tanta storia e tanta voglia di riemergere dopo 20 anni di guerra civile tra le due diverse etnie e dopo il devastante tsunami del 2004. Lo Sri Lanka non mi è parso un Paese povero, non posso catalogarlo trai Paesi del terzo mondo, ma la differenza tra il sud, oramai in piena crescita, e il nord, abbandonato dal governo centrale, si nota moltissimo. Il viaggio è stato semplice, spostarsi autonomamente attraverso l’isola è una cosa da ragazzi per i viaggiatori zaino in spalla, ma è vero che spesso ti senti l’unico in giro. Infatti sono in pochi che utilizzano i mezzi pubblici, soprattutto al centro nord. I turisti, tra cui molti americani russi e giapponesi, optano per l’autista e la guida per poi sdraiarsi sulle splendide spiagge del sud. Io consiglio a tutti di entrare in questo Paese con gli occhi ben aperti e le braccia pronte ad accogliere qualsiasi dono offerto dal popolo dello Sri Lanka, ma soprattutto invito tutti i  viaggiatori autonomi a scoprire l’identità nascosta dell’estremo nord.

BUON VIAGGIO

SRI LANKA  IN  POCHE  CIFRE:
POPOLAZIONE               20.859.949
SUPERFICIE                     65.610
PIL pro capite                 5.220 $ (2010)  109º    posto
INDIPENDENZA             4 Febbraio 1948
LINGUE UFFICIALI        Singalese – Tamil – Inglese.
ANNI DI GUERRA         26 ANNI PER SAPERNE DI Più: http://www.tamilaction.org/

LIBRI LETTI IN VIAGGIO: AMORI E FOGLIE DI TE’ di  V.V. GANESHANANTHAN

…………..AYUBOWAN…………..

http://robertoburacchini.blogspot.it/


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