Perù 2008


Viaggio “espresso” tra cultura e natura

(diario di viaggio dal 29 ottobre al 14 novembre  di Sabrina)

Partecipanti: Sabrina, Francesca, Marcella di Firenze (3 splendide quarantenni).
Volo comprato in internet sul sito dell’Iberia a 1100 euro, operato dalla Lan. Volo interno Lan, Cuzco-Lima 200 dollari comprato in internet, costo del viaggio (compresi non pochi acquisti) 750 euro.

Itinerario: Lima, Pisco, penisola di Parac, isole Ballestas, Arequipa, canyon del Colca, Puno, lago Titicaca e isola Taquile, Cuzco, valla sacra, Machu Picchu.

Arriviamo a Lima alle 7 del mattino dopo un volo con la Lan abbastanza confortevole. (le poltrone sono dotate ognuna di uno schermo dove possiamo scegliere vari films, musica e giochi) però ci attende una brutta sorpresa.. il bagaglio di Marci non arriva.. anche il nostro transfer per l’albergo non c’è..prendiamo un taxi per andare al favoloso hostal Espana (come dice la Guide du routard “l’indirizzo più surreale di Lima”, ci sono specchi, quadri, in una grande casa coloniale.. anche la spesa è minima 60 soles in una camera per 3 persone (1euro = 3,69 soles). Andiamo a cambiare i soldi in banca e con nostro disappunto.. non accettano gli euro impercettibilmente sciupati.. basta un piccolo tagliettino.. Altra cosa da stare attenti: le banconote false!! Ne è pieno il paese, a noi ce ne sono capitate per 2 volte..
Visitiamo Plaza de armas, la cattedrale con il suo museo molto bello, il museo dell’oro, interessante ma con gli oggetti presentati non molto bene e il museo Larco Herrera (non il manicomio come ci hanno detto tutti, ma un bel museo privato in una casa coloniale con un bel giardino). Abbiamo assaggiato il ceviche, la specialità limegna di pesce crudo con salsina al limone e un favoloso pezzo di torta al croccante al “Segundo muelle” di san Isidro, quartiere in di Lima, dove vediamo uomini e donne in carriera che fanno la pausa pranzo. Andiamo al rammentatissimo quartiere Miraflor al centro commerciale Larco Mar, ma non vediamo tutte ste bellezze lette nella guida, c’è una bella vista sulla scogliera e stop.. Prendiamo un combi e ci facciamo un’ora buona nel traffico, è venerdì 31 ottobre sera.. la sera di halloween, tutta la gente si riversa fuori, ci sono feste dappertutto e una anche in plaza de armas, ci riproponiamo di andarci ma crolliamo svenute nel letto.. nel frattempo con tempo e comodo è arrivato lo zaino!! La mattina prendiamo un autobus della linea “Flores” per Pisco, 3 ore di assordante frastuono con la tv a tutta canna.. Arriviamo alla polverosa  Pisco frastornate.. qui siamo assalite dai procacciatori di alberghi, scegliamo quello più carino “Tambo Colorado” per 90 soles con colazione, la padrona è molto carina e disponibile, l’accesso a internet è libero, anche se non è possibile telefonare con skype. (telefonare in italia costa su 0,01.. cent al minuto ai telefoni fissi). Fissiamo un tour “isole Ballestas e penisola di Paracas per il giorno dopo per 40 soles (la metà che ci hanno chiesto al nostro arrivo..). Ci vengono a prendere all’albergo con un pulmino e ci scaricano come bestiame all’imbarcadero.. saliamo sulla lancia e partiamo alla volta dell’isola (meglio coprirsi addosso e la testa per eventuali bombardamenti dal cielo..) nelle isole si vedono in gran quantità leoni marini, sule, pellicani e pinguini di humboldt, la razza più piccola.. carini!! L’acqua ribolle di sali minerali, l’odore non è proprio piacevole.. al ritorno osserviamo “il candelabro” questa figura tracciata sulla montagna. Visitiamo la penisola di Paracas, con i suo colore beige oro della sabbia, un deserto in riva al mare molto suggestivo con una bella scogliera.
Prenotiamo un autobus Ormeno per Arequipa.. Quale la nostra sorpresa quando ci fanno salire su un taxi che ci porta alla Panamericana, in un brutta saletta di attesa, attendiamo più di un’ora quando all’improvviso l’addetto ci fa correre sulla strada principale perché l’autobus ci stava lasciando a piedi.. finalmente a bordo ci sdraiamo nei sedili semi-cama e con questo ho detto tutto.. dormiamo per quello che possiamo.. arriviamo ad Arequipa al mattino presto, la città si presenta bene, tutta in tufo bianco sembra quasi una Lecce peruviana.. Ci stanziamo all’hotel Balcon de santa Catalina y Moral per la spesa di 100 soles con colazione. La camera è bella, con il parquet antico e delle finestrone che danno dietro alla cattedrale. Plaza de Armas è vivace, piena di piante e persone, ci sono pure gli scrittori di lettere con le loro macchine da scrivere.. Da vedere assolutamente il monastero di santa Catalina, una città nella città. Qui dovevano prendere i voti e soggiornare le nobildonne secondogenite con le loro schiave. Si dedicavano alla musica, alle feste, finché un papa non mise fine a quest’anarchia e le riportò alla clausura. Bellissima anche la chiesa della Compagnia, la facciata scolpita in un ghirigoro di simboli nel tufo bianco, all’interno c’è una cappella dipinta con mille colori,  fiori , pappagalli, simboli indios e cristiani mescolati.
Bella anche la casa Morales, esempio di casa coloniale con patio centrale,  arredata in tutti i particolari. La guida molto carina ci ha fatto notare 2 particolari nei quadri che denotavano la ribellione del pittore indio costretto a dipingere quadri religiosi: in uno c’era l’autoritratto in fondo di un viso molto alterato e simile ad un diavolo, in un altro c’erano delle dita di una mano deformate.
Fissiamo un po’ scontente un tour al canyon del Colca, tutte le agenzie offrono la stessa cosa in maniera dettagliata ma arrivare da noi al paese di partenza del canyon, Chivay, ci potrebbe far perdere del tempo prezioso. Scegliamo il meno peggio e il più economico “Hillary tour”, 2 giorni e una notte,  70 soles  che comprendono i trasferimenti in pulmino, la notte in pensione e la guida.
Partiamo la mattina alle 8 raccogliendo per la strada altri turisti. La guida ci consiglia di attrezzarsi con caramelle e  foglie di coca per superare meglio l’altitudine. Qualcuno tra di noi, sbeffeggia questo consiglio ma.. dovrà ricredersi: aiutano davvero! Il paesaggio man mano che saliamo diventa sempre più bello. I 2 vulcani,  il Misti (5822) e il  Chachani (6057), ci appaiono maestosi, mentre il paesaggio della pampa desertica si stende a perdita d’occhio. Nella laguna salata si rifocillano e  pascolano tra l’erba le vigogne. Arriviamo ad un passo a più di 4000 metri e si sentono tutti.. il mal di testa mi attanaglia. Arriviamo a Chivay dopo 3 ore di viaggio ci sistemiamo nel semplice hostal.
Chivay ha una piazza centrale con una chiesa singolare, ci sono elementi barocchi e di arte popolare. La gente è molto cordiale, sorridente, con i loro costumi particolari. Le donne indossano cappelli a bombetta ricamati.
Andiamo alle terme di acqua calda (38°), rilassandoci per qualche ora.
L’indomani  ripartiamo alle 6 con il pulmino: obiettivo osservare il condor che vola nel canyon. Il paesaggio è molto bello: terrazze coltivate degradanti verso il fondo della valle attraversata da un fiume e tutto intorno montagne.. piccoli paesini.. Aspettiamo per un’ora il condor, ma non si presenta.. stiamo ritornando al pulmino quando, fuori orario e fuori zona, svolazzano 2 condor piccoli, meno male! Sarebbe stata una grossa delusione..
Partiamo per Puno la mattina dopo con il bus extra lusso Cruz del sur (ve lo consigliamo), il paesaggio è affascinante, sono restata inchiodata al finestrino.. si passano altipiani sconfinati, laghi con i fenicotteri. Nel cielo azzurro, nuvolette di panna che contrastano con i colori caldi della terra.
Arriviamo a Puno a metà giornata, fissiamo la barca per l’escursione del giorno dopo all’isola di Taquile e ci rilassiamo passeggiando per le strade della cittadina.
Partenza alle 7.30 dall’imbarcadero, la nostra imbarcazione è già piena di pacchi e fagotti e persone. Gli uomini dell’isola indossano un copricapo di lana che di solito fanno ai ferri loro stessi.. gli sposati lo hanno di color rosso, i nubili hanno la punta bianca. spesso indossano camicie tessute a mano con la manica  larga e una borsetta coloratissima dove tenere le foglie di coca (ne fanno uso spessissimo masticandole). Le donne hanno la gonna arricciata e gonfia dai colori vivaci, un telo scuro in testa nel quale si avvolgono. Scendiamo sulle isole galleggianti per una sosta. Queste isole sono fatte di un vegetale lacustre, la totora, con la quale fanno anche le imbarcazioni. Il fatto che gli abitanti si spaccino per gli Uros quando questi si siano estinti da tempo mi dà l’impressione che tutto ciò sia diventato un fenomeno turistico.
Arriviamo a Taquile verso mezzogiorno, il sole picchia e dobbiamo salire 500 scalini.. per arrivare in cima alla montagna. Il respiro si fa affannoso e faccio tante pause.. un signore del posto ci accompagna a casa sua.. ci offre una capanna per un prezzo troppo alto. Decidiamo di guardarci in giro e trovare un altro posto. Nel frattempo si è unita a noi Amparo, un’insegnante di scuola materna di Arequipa che ci filma e ci dice che è il suo compleanno. Pranziamo insieme al Restaurante Pacha tata; ci viene servita un’ottima trota. Abbiamo notato in tutto il Perù un grande uso di amianto; chiediamo ad Amparo se è a conoscenza che è una sostanza tossica, visto che in Italia sono state bonificate le aree coibentate con l’amianto.. anche se mi dicono le mie companere che nell’ospedale di Careggi di Firenze ci sono dei padiglioni in cui è presente l’amianto!!!! Roba da non credere..
Amparo naturalmente mi dice che non sa che è pericoloso per la salute e che là lo vendono e lo usano perché costa poco.. salutiamo Amparo che deve riprendere la barca e proseguiamo il nostro peregrinare nell’isola.
Andiamo nella piazza centrale molto grande e vuota. Dal muretto di vede il lago e all’orizzonte la Bolivia. Continuiamo la passeggiata verso le rovine inca, in cima alla montagna. Per i sentieri lastricati incontriamo donne e uomini nei loro vestiti tradizionali che portano mucche e pecore. Tutti ci salutano quieti.
Torniamo al lodge, mangiamo al lume di candela perché la luce elettrica viene tolta. L’acqua corrente non c’è. Nel cielo tante stelle..
Dopo una buona colazione andiamo a cercare “La playa” e visto che era in fondo alla montagna.. mi sono scoraggiata ed ho ammirato il panorama da lì, mentre le mie compagne sono scese. Il paese  è un po’ cambiato, più affollato da gruppi di turisti giornalieri. La piazza è gremita di persone e così la cooperativa tessile, dove sono in vendita i manufatti locali. Mangiamo al ristorante “comunale” e prendiamo i bagagli per ridiscendere tutti i 500 scalini e andare al porto. A Puno avevamo fissato un autobus per Cuzco, partenza ore 21. L’aspetto non è male, tanti altri autobus in partenza sono molto peggio.
Arriviamo a Cuzco alle 4.30 di notte molto assonnate, prendiamo un taxi. L’albergo “Cotahuasi”, molto vicino a plaza Mayor, è un po’ caro per il nostro budget (60 dollari) ma vista l’ora ci fermiamo. Devo dire che c’è stato un crescendo a partire da Lima riguardo alla piazza principale.. Cuzco le batte tutte.. Sulla piazza c’è la maestosa Cattedrale, un’altra chiesa e i portici, tutto intorno svettano le montagne. La Cattedrale raccoglie tre chiese in una, molti dipinti importanti della scuola cuschegna, un coro scolpito in legno e la statua del Cristo del terremoto, diventato nero per le candele fatte ardere al suo cospetto.
Cuzco è una città piacevole con delle belle piazze e bei negozi forse con un gusto molto occidentale e direi proprio cara.. La stessa maglia d’alpaca vista ad Arequipa costava la metà; nelle strade secondarie si trova l’artigianato a prezzi ragionevoli. Attenzione! Fissate subito il treno per Macchu Picchu, preferibilmente da Ollantaytambo, perché rischiate come noi di non trovare posto. I treni sono carissimi, partono dall’economico a 30 dollari per salire in su.. Fino ad Ollantaytambo arrivano gli altri mezzi su asfalto.. dopodiché il treno! Dimenticavo.. i piedi volendo..
Escursione a Maras e Salinas. Prendiamo un autobus un po’ fuori dal centro che ci porta a Chincheros e va verso Urubamba. Ci facciamo scendere allo svincolo per Maras, dove prendiamo un taxi che ci fa fare il giro intero. Il paesaggio è dolce, collinare, sembra quasi di essere a Siena.. solo in lontananza si scorgono i picchi innevati. A Maras ci sono degli imponenti terrazzamenti inca concentrici, pare per sperimentare varie colture a diverse altitudini, mentre a Salinas viene sfruttato un corso d’acqua salmastra, terrazzando con innumerevoli vasche un fianco di una montagna. Al ritorno ci fermiamo a Chinceros, molto bella la chiesa, anche se  buia e non tenuta benissimo.
Escursione di 2 giorni: arriviamo in taxi alle rovine di Sacsahuaman, poco sopra Cuzco, la domina dai suoi grandi baluardi di pietra. Un’antica fortezza, un centro cerimoniale? dopo un giro accurato prendiamo un autobus, poco sopra le rovine, per Pisac. Arrivate a Pisac prendiamo un taxi perché le rovine sono a 8 km e ci facciamo lasciare in cima e fissiamo dopo 2 ore al parcheggio inferiore. Finalmente sembra di essere in montagna!I monti si presentano belli ripidi e su alcuni di essi sono magnifici terrazzamenti inca, i panorami sono mozzafiato, in lontananza nella valle scorre il rio Vilcanola. Terminata la visita, affamate facciamo una sosta ad un fantastico forno vicino alla piazza del mercato. Ci ingolliamo in un battibaleno 3 empanadas al formaggio per uno.. accanto al caratteristico forno a legna, allevano i maialini d’india, il cuy, piatto molto ricercato.. qui.
Riprendiamo la corriera fino ad Urubamba e da lì un combie fino ad Ollantaytambo..arriviamo alle 17.00, il sito chiude tra un’ora. Quasi per esalare l’ultimo respiro affronto l’immensa gradinata che sale sulla montagna, le mie companere più leste chissà dove sono.. un americano con enfisema riesce a esprimermi la bellezza e la magia del luogo, asserendo che hanno scoperto un sito sulle montagne molto più grande e importanrte di Macchu Picchu.. Ceniamo scoprendo il tequeno con guacamole (formaggio fritto con salsa di avocado) e poco dopo prendiamo il treno per Aquascalientes, ultimo paese prima delle mitiche rovine. Il treno arriva dentro il paese, sembra di essere in un film di Sergio Leone e un po’ a China Town, soprattutto quando arriviamo al nostro giaciglio all’Hostal los Camminantes, pulito ma squallido. Tutta la notte ci accompagna la pioggia e a tratti i tuoni. Alle 5 quando ci chiamano la pioggia cade giù incessante.. siamo molto tristi. E’ il mio penultimo giorno in Perù e soprattutto non voglio mancare la rovina per eccellenza.. Aspettiamo sul letto che spiova, poi andiamo a fare colazione. Arriviamo al sito ed è smesso di piovere, nell’aria ci sono delle nebbie bianche, ma il luogo ha il suo fascino anche così. Dalla “Casa del guardiano” mi appare la meraviglia tante volte vista in foto, ma  così emozionante dal vivo! Giriamo per diverse ore, cogliendo tutti i possibili punti di vista, meravigliandoci ogni volta di come possano aver costruito tutto questo su uno sperone di roccia.. Qui finisce il viaggio per me, il giorno dopo rientro a casa, le mie compagne continueranno fino al 29 novembre, so che sono andate a nord, ma questa è un’altra storia, se vorranno ve la racconteranno loro.. un saluto a tutti e.. buon viaggio!!

sabrinatomasella@virgilio.it


scrivi qui il tuo commento