Marrakech express

012_1Sono partita per questo breve viaggio con non molto entusiasmo. Non perché non mi incuriosisse il Marocco anzi, tutt’altro, è un paese che da anni desideravo visitare.
Ma per una serie di problemi e difficoltà personali e familiari questo periodo non era proprio il più promettente per godere appieno di un viaggio, anche se breve.
Sono partita più che altro per la voglia di staccare un po’, ma nonostante pochi giorni non bastino per assorbire molte emozioni, alla fine mi è piaciuto, non è stato come andare cinque giorni in Europa, è comunque un mondo completamente diverso.

Martedì 21 aprile, io e Marco siamo arrivati a Marrakech nel primissimo pomeriggio. Dopo aver raggiunto la famosa piazza Jemaa el Fna in autobus dall’aeroporto, ci siamo subito addentrati nei vicoli della medina per cercare il Riad che avevo prenotato. I riad sono vecchie case in stile marocchino col patio centrale e le stanze intorno, e moltissime sono state ristrutturate e trasformate in piccoli alberghi, alcuni davvero deliziosi, molti di proprietà di cittadini stranieri.
Naturalmente, nonostante avessi la mappa inviata dal responsabile del riad, ci siamo persi immediatamente nella medina.
Chi è stato a Marrakech sa di cosa parlo: la Medina è un intrico ingarbugliatissimo di vicoli e vicoletti tutti uguali, tutti con gli stessi negozi e botteghe, che girano su se stessi e si incrociano (un po’ come i vicoli di Trastevere ma molto più intricati), e al primo approccio, a meno che non si abbia un accompagnatore, ci si perde. Inevitabilmente.
Al terzo giro, e dopo aver chiesto informazioni a praticamente chiunque, siamo riusciti a trovare il nostro Riad.
Molto contenti della scelta (per la prima volta mi sono basata sulle recensioni di booking.com) abbiamo posato i bagagli e siamo usciti subito in esplorazione. Ci siamo un po’ persi di nuovo ma siamo riusciti a raggiungere la piazza, dove durante il giorno è pieno di intrattenitori di vario tipo, incantatori di serpenti, tipi con scimmiette che mollano addosso ai turisti per foto a pagamento, donne velate (o trans?) che fanno tatuaggi all’hennè, cartomanti, carretti a cavallo e varia umanità. Sarà che abbiamo l’aria un po’ disincantata ma nessuno insiste più di tanto per offrirci i propri intrattenimenti. Interessanti sono i numerosi chioschi che vendono spremute di frutta fresca (arance, pompelmo, mandarino…) a prezzi bassissimi.

20150421_203712Il primo impatto non è totalmente positivo, non per il luogo, ma per la grande quantità di turisti; siamo abituati a posti meno frequentati mentre questa città è totalmente turistica. Facciamo un giro attorno alla moschea della Koutoubia, la principale della città e poi ci inoltriamo in un’altra zona della medina, perdendoci tra negozi di spezie e vicoli di artigiani, nelle stradine dove vivono i cittadini e dove turisti in giro non ce ne sono per niente. La gente ci guarda in modo strano, pensando che abbiamo sbagliato strada, qualcuno ci indica altre direzioni, altri ci fermano curiosi per fare due chiacchiere.
Prima di cena torniamo al riad per rilassarci un po’ sulla terrazza con vista sui tetti della medina e… sorpresa delle sorprese… al di là dei tetti e della città, in lontananza, si vedono le montagne dell’Alto Atlante tutte ricoperte di neve! Che spettacolo, pensando che siamo in Africa…

Per cena040_2 vogliamo fare l’esperienza di cenare in uno dei famosi chioschi della piazza Jemaa el Fna, chioschi che aprono nel tardo pomeriggio proprio per la cena, alcuni tipicamente per turisti altri per marocchini. Scegliamo uno dei secondi, hanno meno scelta ma prezzi decisamente più bassi, e mangiamo un misto di verdure e pesci fritti oltre al Tajine, una sorta di stufato di carne e/o verdure. Poi facciamo di nuovo un giro della piazza, che la sera si popola di centinaia di persone e di spettacolini vari, musicisti, la pesca delle bottiglie, cantastorie e narratori, esibizioni di danza del ventre e molto altro. Mi sono fatta l’idea che, soprattutto riguardo ai cantastorie e ai musicisti, riproducano nella piazza ciò che facevano i popoli del deserto nelle lunghe notti nei loro accampamenti sotto le stelle.
Dopo cena invece saliamo sulla terrazza di uno dei ristoranti intorno alla piazza per gustarci il panorama dall’alto, bevendo l’ottimo tè alla menta che viene servito ovunque e a qualsiasi ora. La nota negativa, per me personalmente, è che (a meno che non si risieda nella parte moderna della città) non si riesce a trovare una birra fresca, che onestamente dopo cena sarebbe molto meglio del tè 😉

044_1La Medina delle città arabe è il vecchio nucleo fortificato, qui a Marrakech (ma suppongo in tutte le medine) c’è una cinta muraria che circonda la zona. Le strade all’interno sono tutte vicoli, alcuni con abitazioni altri con negozi e souk. Le auto non possono entrare, circolano solo bici e motorini. Le merci vengono portate con carretti a mano o trainati da asinelli. Alcune parti sono molto confusionarie ma altre tranquillissime, soprattutto i vicoletti laterali in cui si trovano di solito i riad, stradine strettissime (curate e pulite) con mura alte dove si trovano solo le porticine delle case, il tutto con la funzione di mantenere ombra e frescura soprattutto nei mesi caldi, quando la temperatura raggiunge facilmente i 50°C. Spesso agli angoli di questi vicoli si trovano le porte delle numerose moschee, sempre chiuse quando non ci sono le funzioni in atto. Il canto dei muezzin dai minareti è tutto sommato discreto, soprattutto la notte, niente a che vedere con gli altoparlanti a volume esagerato delle moschee di certe città dell’Indonesia.

Mercoledì 22 è l’unica giornata che passiamo interamente a Marrakech.
110_1Dopo la buona e abbondante colazione del riad, ci incamminiamo verso la città nuova in direzione della stazione ferroviaria. E’ una lunga camminata in cui ho modo di notare che la città è piuttosto ben tenuta e piena di bei giardini rigogliosi e molto curati. Alla stazione facciamo il biglietto del pullman per Essaouira del giorno dopo, e poi in taxi raggiungiamo i giardini di Majorelle. Questo è un posto secondo me assolutamente da non mancare per chi visita la città. Si tratta di un bellissimo giardino ricco di piante tropicali provenienti da tutto il mondo e con all’interno, in quella che una volta era la casa di Yves Saint Laurent (e prima ancora lo studio di pittura di Jacques Majorelle, ideatore del giardino) un piccolo museo della cultura berbera. Inoltre c’è un caffè/ristorante e una libreria e negozio di souvenir del museo; insomma un bel posto da visitare e anche per rilassarsi un po’ fuori dal caos della città, leggere all’ombra degli alberi o passeggiare…
Per la storia del giardino e altre informazioni, questo è il sito http://www.jardinmajorelle.com/ (ingresso 50D solo giardino, 75D giardino e museo).

Dopo aver pranzato nei dintorni prendiamo un autobus per tornare verso la medina.
Proseguiamo il nostro giro andando a visitare la Madrasa Ben Youssef, un’antica scuola coranica dalle belle architetture
http://it.wikipedia.org/wiki/Madrasa_di_Ben_Youssef (ingresso 10D) e proseguiamo camminando per le stradine lì intorno fin quando un ragazzo vuole convincerci a visitare le concerie. Siamo un po’ curiosi ma al tempo stesso non ci va di camminare con uno che ci si incolla e ci mette fretta: soprattutto nelle strade meno turistiche dove si può osservare la vita normale della gente mi piace andare lentamente, fermarmi a fotografare, lui invece ci sollecita. Quindi dopo un po’ ci stufiamo, anche perché c’è un bel po’ da camminare ancora e noi camminiamo dalla mattina… lo molliamo lì e torniamo indietro; si stranisce un po’ ma a me tutte queste manfrine e queste palle raccontate per portarmi da qualche parte mi infastidiscono. Mi dirà poi al ritorno un amico che tutto sommato valeva la pena vederle, le concerie, ma va bene così, ci andrò la prossima volta. Di ritorno al riad (perdendoci di nuovo) andiamo di nuovo a rilassarci e prendere un po’ di sole sulla terrazza. C’è una pace… 157_1
Per cena tentiamo nuovamente di andare in uno dei chioschi della piazza, ma desistiamo. Sinceramente, è un’esperienza da fare ma una volta basta. C’è troppa confusione, tavolini piccolissimi e scomodi circondati dal personale che strilla in continuazione per richiamare l’attenzione di possibili avventori, e il fumo delle griglie dove cucinano che arriva addosso senza possibilità di evitarlo. Quindi cambiamo idea e scegliamo uno dei ristoranti intorno alla piazza. Senza salire sulle terrazze, ce ne sono alcuni dove si mangiano le stesse cose dei chioschi (e anche meglio) ma a prezzi più bassi, seduti a tavolini comodi con i camerieri che servono e senza confusione pur essendo molto frequentati. Molto meglio secondo me, insomma. Passeggiamo ancora un po’ per i vicoli prima di tornare al riad. La sera è molto tranquillo, c’è sempre gente in giro e si può girare senza timore di episodi sgradevoli. Ho avuto la sensazione di posti abbastanza sicuri.

Giovedì 23 in tarda mattinata abbiamo il pullman per la città di Essaouira, situata a circa 180km di distanza, sull’Atlantico. Torniamo a Marrakech nel pomeriggio di venerdì 24 e facciamo qualche spesuccia lungo la strada di ritorno dalla stazione prima di tornare al riad. Ancora relax in terrazza e a cena in un altro dei ristoranti intorno alla piazza. Ancora qualche passeggiata per i vicoli prima di andare a dormire.

L’indomani ci svegliamo con calma e ci prepariamo per andare in aeroporto, abbiamo il volo all’ora di pranzo quindi possiamo prenderci tempo.

144_2A distanza di giorni piano piano riemergono le sensazioni, è stata una bella esperienza e la città mi è piaciuta. E’ meglio organizzata di quanto credessi e la nota positiva è stata il poter girare senza troppe rotture di scatole. Lo dico perché prima di partire più persone mi avevano parlato di eccessiva insistenza dei negozianti della medina, di gente che ti si appiccica per portarti qui o là ma tutto sommato non abbiamo subito fastidi, anzi abbiamo incontrato molte persone gentili e con voglia di chiacchierare. La città ha un suo fascino particolare, vi si incrociano culture del deserto e delle montagne, influenze mediterranee e atlantiche. Poi io non sono una grande conoscitrice del mondo arabo/islamico, ero stata solo al Cairo (che non mi entusiasmò), quindi questa è stata un’esperienza molto piacevole, soprattutto perché siamo potuti andare anche a Essaouira che mi è forse piaciuta anche di più, ma ne parlerò in un altro post.

Tutte le informazioni dettagliate e pratiche su costi cibo pernottamento ecc, potete leggerle qui: Marrakech&Essaouira informazioni pratiche