Marocco 2008


UN VIAGGIO EMOZIONANTE CHE HA IL SAPORE DELLA SCOPERTA

(diario di viaggio 26 aprile – 6 maggio di Daniela Cesca)

protagonisti del viaggioItinerario: Casablanca, Laayoune, Tan Tan Plage, Sidi Ifni, Tafraute, Tata, Zagorà, Ouarzazate, Marrakech

Partiamo, siamo in cinque, ho lavorato parecchi mesi per preparare nei dettagli questo viaggio e per questo mi sento particolarmente responsabile della buona riuscita. Il periodo è lo stesso pressappoco dell’anno scorso, quando in pochissimi giorni invece abbiamo messo a punto il percorso da Meknes a Marrakech che valutato ora dopo la recente esperienza risulta essere stato molto meno impegnativo, meno gratificante, anche se ne siamo rimasti entusiasti tanto da voler ripetere l’esperienza nel Paese, più sfruttato turisticamente e più scontato di questo.
La prima cosa che ho fatto è seguire per lungo tempo i voli e i costi, alla fine abbiamo speso 534,00€ a testa per andata e ritorno e volo interno.

PRIMO GIORNO: Partenza da Venezia, volo Iberia scalo a Madrid e volo fino a Casablanca, se ne va così il primo pomeriggio.
Caricati su due taxi ci facciamo portare all’hotel KENZI BASMA centrale e comodo per spostarsi anche a piedi.

SECONDO GIORNO: La scelta obbligata di questa giornata a Casablanca è stata dettata dal fatto che il volo interno per Laayoune, vero punto di partenza del viaggio, è solo alle ore 23.15 e una volta al giorno, impossibile quindi effettuare in giornata il trasferimento completo.
Un taxi solo… scassatissimo ci porta alla Grande Moschea Hassan II imponente, protesa sul mare, la seconda per grandezza al mondo, un gran colpo d’occhio, ma il costo del biglietto a persona, 12,00 € ci toglie la voglia di visitarla anche all’interno, preferiamo spendere i nostri soldi in altro modo. Con altro taxi (che non sono poi così economici!!!) ci facciamo portare a vedere la costa e la collina che sovrasta Casablanca completamente occupata da ville imponenti e giardini strabilianti, entriamo all’ippodromo e al campo di golf… non sembra proprio di essere in Marocco o perlomeno nel Marocco che noi vogliamo visitare! Non mi entusiasma tutto questo! Ci consoliamo con un pranzo luculliano a base anche di ostriche crude al Porto non facendoci scoraggiare dal tremendo odore sprigionato dalle reti ammucchiate al sole, il tutto al costo di una pizza in Italia, ristorante però FREQUENTATO dai locali, NON dai turisti, pulito, ordinato e gradevole! Giro a piedi nella Medina, entusiasti gli amici, noi un po’ meno dal momento che abbiamo visto quella di Fes, decisamente più grande e caratteristica. Per far passare il tempo con altro taxi ci facciamo portare di nuovo sulla costa per mangiare un gelato (il nome del locale VENEZIA ICE che fantasia!!!!) seduti su un bellissimo terrazzo vista oceano. Rientro in hotel per ritiro valigie, si va in aeroporto . Non ci va di rispendere 50,00€ per i taxi, quindi dopo lunga contrattazione carichiamo su una Mercedes tutti i bagagli, il taxista lega il cofano con dello spago e noi 5 ammassati dentro… quasi uno sull’altro… avete presente le Mercedes che girano da noi piene di Marocchini?????…ecco… lo stesso…! Risparmiamo però 25.00 €. E’ troppo divertente a volte essere così…risparmiosi!
Volo puntualissimo e aereo strapieno, le nostre ultime parole famose….”Ma chi vuoi che vada a Laayoune e a quest’ora?”
Formalità d’obbligo eseguite con una certa calma arrivo però velocissimo dei bagagli. E fin qui, tutto bene! All’uscita troviamo la persona che ci deve accompagnare all’hotel (Hotel Parador) e consegnare la Jeep (Toyota Land Cruiser Prado)! Caricati i bagagli sopra la macchina in breve (5 minuti ) siamo all’hotel, sistemiamo i documenti della macchina e quasi all’alba andiamo a dormire. Siamo eccitati per la vera avventura che comincerà il giorno successivo!
La macchina ci è stata portata giù perché sembra che in loco si possano affittare solo jeep con autista, cosa che noi NON volevamo, il costo del trasferimento è stato di 328,00€, l’affitto al giorno 157,00€ e il materiale richiesto per eventuali problemi di insabbiamento 11.00 € al dì. Consiglio….controllare stato delle gomme e pretendere una macchina adatta al percorso!!!!

dune Erg Chegaga Foratura

TERZO GIORNO: Finalmente… si parte veramente, un giro per il paese tutto di costruzioni rosa, pulito e ordinato, alcune case particolari ocra o gialle in stile sahariano sormontate da cupole, il guaio è che Laayoune non è proprio piccolo e non ci sono indicazioni chiare sulla direzione che dobbiamo prendere. Giriamo un po’ chiedendo informazioni e poi andiamo sperando di aver imboccato la strada giusta! Si corre in un territorio semidesertico la strada buona, poco traffico fatto di camion, ci attraversano la strada frotte di dromedari coi piccoli, non possiamo non fermarci per le prime foto ricordo. Un posto di blocco, ci chiedono documenti e motivo del viaggio, vogliono sapere se proveniamo dal Senegal! Tutto a posto, il percorso noioso e senza interesse, piatto. Finalmente si arriva a TARFAYA dopo aver provato l’emozione delle prime piccole dune che appaiono e scompaiono alla vista e i cumuli di sabbia sulla strada. Una spiaggia enorme e bellissima ci accoglie e non resistiamo alla voglia di toglierci le scarpe e camminarci sopra. E’ deserta! La gente in paese cammina tranquilla, ci guarda incuriosita, le donne avvolte in colorate stoffe…. comincio a capire che sarà difficile portare a casa questi ricordi, la gente non vuole essere fotografata e io li rispetto! Il programma sulla carta suggeriva un’altra meta per il pranzo… ma la fame ci induce a chiedere al custode di un piccolo museo se in paese c’è la possibilità di mangiare. Cortesemente ci accompagna al Restaurant RABAT. Ci mescoliamo alla gente del posto e ci adattiamo a mangiare quello che c’è…. di buono! Si avvicinano due ragazzi italiani in viaggio da un mese e mezzo, in arrivo dal Senegal… zaini in spalla e ci chiedono un passaggio! Il mio compagno è di Modena… loro della zona……NON c’è motivo per non essere gentili! Ora saremo in 7…spostiamo tutti i bagagli sul portapacchi sopra la macchina… e un po’ stipati ripartiamo. Per la coppia aver avuto il passaggio rappresenta un “affare” sia economico che “culturale”. Infatti ci seguono nelle nostre ulteriori visite con entusiasmo visto che il prendere i mezzi pubblici non avrebbe permesso loro deviazioni dal percorso principale.
Deviamo per vedere la depressione salina di SEBKHA TARZA. Tutta la zona è uno scenario di dune abbaglianti, la valle punteggiata dai coni bianchi del sale.
Poi la LAGUNA DI KHNIFIS, la deviazione dalla strada principale ( 2,5 Km ) è ben asfaltata ma a volte ingombra di sabbia. Percorsa fino alla fine godiamo di una bella vista sulla laguna.
A Akhfenir avremmo dovuto mangiare. E’ un paesetto con ristorantini lungo la strada, incontriamo poi la stazione di controllo della Marine Royal, sulla sinistra, indicato da un cerchio di pietra, un buco dove si vede il mare. Incontriamo una (o più?) stazioni di servizio dove il gasolio è a prezzi ulteriormente ridotti! Facciamo il pieno e acquistiamo acqua in bottiglia. Ponte sull’OUED OUARR, il paesaggio diventa sempre più sahariano con formazioni sabbiose, percorriamo un breve tratto sterrato e lasciata la macchina per la prima volta affondiamo i piedi nudi nella calda e morbida sabbia delle dune che sorgono numerose vicino all’oceano. E’ una sensazione bellissima sentire la sabbia avvolgere il piede e accarezzarlo. Finalmente verso sera arriviamo a TAN TAN PLAGE in un paesaggio offuscato dalla sabbia sollevata dal vento.. non è caldissimo!!!.. anzi! PERCORSI 327 Km.

incontri per strada incontro nel deserto

QUARTO GIORNO: A Tan Tan Plage abbiamo alloggiato all’Hotel Hagounia nuovo, vicino al mare, modesto, pulito ma con il grandissimo pregio di avere una cucina abbondante e meravigliosa nonché un gestore estremamente disponibile e gentile. Colazione da grand hotel!! A TAN TAN troviamo un blocco militare, ci chiedono i documenti e ci consigliano di fare delle fotocopie dei passaporti per evitare le prossime volte di perdere del tempo, restiamo fermi infatti per più di un quarto d’ora durante il quale i militari più volte si scusano del contrattempo e ci spiegano che è per la nostra sicurezza! Partenza..il programma prevede direzione Guelmine con deviazione su pista per arrivare a Plage Blanche. Bisogna fare attenzione perché la deviazione è poco segnalata! Difatti è quanto successo. Chiediamo informazioni a un posto di blocco, ci suggeriscono di arrivare fino a Guelmine e deviare poi per 80 km. fino alle spiagge. Il percorso è monotono ma scorrevole, Guelmine, la città dei cammelli, è movimentata, traffico e gente per strada ci rendono la guida un po’ difficile visto che dobbiamo cercare le indicazioni per la nostra meta. Ci aspettano 80 km. di strada bellissima, non incontriamo anima viva e poi alla fine le tanto agognate spiagge. Alcuni locali passeggiano in riva al mare e ci guardano con curiosità. Decidiamo per l’avventura… cartina alla mano, verificata la presenza di una pista in direzione Sidi Ifni (la nostra meta serale) percorriamo a velocità abbastanza sostenuta la battigia per parecchi chilometri e poi vediamo la pista che si inerpica sulla scogliera. Il paesaggio è maestoso, peccato il tempo non sia del tutto bello, dall’alto si vedono ampie spiagge ma non abbiamo il tempo per raggiungerle anche se sarebbe bello! L’euforbia, una bellissima pianta grassa, cresce e ricopre il terreno, vorrei raccoglierne una… ma la risposta è sempre…”dopo, tanto ce ne sono tante!”… e quel dopo non è mai venuto. (UOMINI!!!…) I miei compagni di viaggio sono timorosi, dopo aver sbagliato un paio di deviazioni suggeriscono di tornare indietro, una volta addirittura hanno espresso il dubbio che avessimo già superato il paese senza vederlo (è sopra la scogliera… esattamente dove eravamo noi… impossibile!) …quando poi ci siamo letteralmente incastrati dopo una curva in una pista che moriva lì… il loro panico è stato evidente……ma noi….avvezzi a questo e altro… con mille manovre e un po’ di calma siamo riusciti a riprendere la via! La velocità molto ridotta, visto il fondo non in buono stato, ci ha fatto percorrere 20 km. in un paio di ore, finalmente un cartello!!!! Siamo sulla retta via! Ma da questo momento, dopo foto ricordo e rilassati… sbagliamo pista due volte arrivando una volta direttamente in casa di una persona… la seconda, se non avessimo trovato chi ci fermava, ci saremmo di nuovo “persi” per le montagne. Gli ultimi chilometri di pista sono difficilissimi, grandi dislivelli e buche profonde, Elena si esalta e si diverte… Arrigo guida con bravura… io scendo per le riprese che devono documentare le nostre gloriose gesta… gli altri due con la scusa di dare indicazioni scendono e si fanno un pezzo a piedi! Non siamo ancora arrivati, una lunga e ottima strada asfaltata ci conduce al bel paese di SIDI IFNI dallo stile spagnolo. Carino proprio, animato e pulito, ne approfittiamo per fare un giro nel mercato del pesce e piccoli negozietti intorno. Un’ottima cena di pesce servita nel ristorante dell’albergo (Hotel Belle Vue ) dove dormiamo, ci ripaga delle fatiche della giornata.
FATTI 306 Km.

Mirleft marocc1

QUINTO GIORNO: Affrontiamo la giornata percorrendo una strada costiera che offre mirabili panorami fino a Mirleft, proseguiamo verso Tiznit dicendo definitivamente addio al mare. Tiznit è adagiata nella parte arida della pianura del Sous, ha già un carattere presahariano con le sue case di terra e fango sparse in mezzo alle palme. La città è circondata da 6 km di mura colore rosa, interessante la parte del mercato (impossibile fotografare la gente! ) mentre una delusione per quanto riguarda il Souk dei gioiellieri e dei pugnali. Molto turistico! Magnifici paesaggi di montagna ci accompagnano fino ad Assaka e al suo uadi costeggiato di palme. Seguono gole e piccoli villaggi aggrappati al fianco della montagna con campi a terrazzo. Arriviamo al Passo del Kerdous (1100 s.l.m) da dove si gode di un’ottima vista sul territorio. Mangiamo (male) nel triste e vuoto ristorante dell’albergo sul passo per scoprire subito dopo che il portellone dietro della jeep NON si chiude. Interviene, con scarsi risultati un “meccanico” recuperato gentilmente da un cameriere, risolviamo momentaneamente utilizzando un complicato sistema di tiraggio interno fatto con varie cinghie delle borse… ma in movimento, la portiera continua a sbattere e non siamo sicuri che prima o dopo a una curva si spalanchi del tutto facendoci perdere i bagagli. Finalmente dopo varie opinioni contrastanti animatamente espresse da ognuno di noi, decidiamo di fermarci in un paese dove vediamo della gente che sta aggiustando delle macchine lungo la strada. Si forma un capannello curioso di “meccanici” che dopo un consulto cominciano a smontare completamente l’interno del portellone… qualche dubbio che si giunga a un buon risultato.. lo abbiamo.. ma veniamo prontamente smentiti….. ci mettono le mani in 4-5 ognuno dice e fa la sua….attrezzi per terra in mezzo alla polvere… ma alla fine… tutto a posto! All’altezza di Jemaa Ida Oussemlal esistono due itinerari possibili per arrivare a Tafraute. Proseguiamo per la bella strada che serpeggia le valli attraversando Tizourhane e Adai dopodiché si inerpica su un incredibile deserto roccioso. Hotel Les Amandiers posto in ottima posizione panoramica. E’ prestino per cui ci concediamo un attimo di relax in piscina godendoci un panorama entusiasmante. Cena in hotel… tipicamente da “viaggi organizzati”…! FATTI 190 Km.

SESTO GIORNO: Di nuovo in macchina, stasera saremo a Tata. Purtroppo non porto con me immagini di Tafraute, l’assurda necessità di andare… andare.. fa sì che a me vengano negate le doverose soste per foto e riprese.. e questo mi fa “giurare” che tornerò per fare questo, è un vero peccato non aver immortalato un paesaggio così suggestivo. (Diversa sensibilità dei viaggiatori!!!!) Per fortuna che oggi “ho obbligato” il mio compagno alla guida.. e quindi ho un certo potere….!
Allunghiamo il percorso per visitare la Vallee des Ameln…siamo indecisi che paese vedere a fondo perché per raggiungerli dalla strada principale bisogna inoltrarsi su strade bianche verso la montagna. Decidiamo per Ait Messaud Ouamelne. Ottima scelta perché questo ci permette di vedere una particolarità che avevo visto su un documentario di Geo&Geo. Ci accoglie un fresco rumore di acque zampillanti e molteplici ruscelli scorrono ai lati della strada principale immersa in un lussureggiante boschetto. Un uomo sta armeggiando piegato, ci avviciniamo e scopriamo che è il responsabile della distribuzione dell’acqua nei vari quartieri del paese e questo avviene chiudendo con stracci e pietre alternativamente uno o più diramazioni del ruscello. La cosa mi commuove e chiedo se è possibile fotografare… anche qui un NO gentile ma perentorio. Peccato! Rubo comunque qualche immagine di schiena di donne cariche di fieno e quelle che si inoltrano nei campi. Immagini bellissime e piene di poesia. Si riparte. Si sale fino al passo Tizi-n-Tarakatine (1500m s.l.m.) attraversando desolati ma splendidi paesaggi, un cielo di un blu profondo rende tutto ancor più bello. Arriviamo a Igherm borgo privo di particolare fascino e ci fermiamo a mangiare. Per raggiungere Tata ci sono due possibilità, un percorso di 120 km su buona strada e uno di 90 km. un po’ più impegnativi. I miei appunti dicevano di privilegiare il secondo. Decisione ottima! La strada stretta ma perfettamente asfaltata attraversa paesaggi irreali, si vedono piccoli paesini con i loro Agadir in alto, la gente che raccoglie il frumento in piccoli appezzamenti terrazzati strappandolo dal terreno con le mani nude, ragazze che ci salutano e di cui si vedono solo dei profondi e nerissimi occhi… credo siano giovanissime.. mi pare di cogliere un po’ di malinconia nei loro sguardi.. ma forse mi sbaglio! Montagne dai mille colori e dai disegni curiosi.. mai viste nel resto del mondo… rimpiango di non avere conoscenze “geologiche” per poter capire di più questa opera naturale… qualche foto… poi, poiché la strada è ancora lunga procediamo. A valle palmeti e paesini con le case che spuntano qua e là tra il verde.. donne sedute coi bimbi all’ombra… restiamo a bocca aperta nel vedere queste scene di altri tempi. Il paesaggio ora si apre, una grande pianura dove le montagne restano dietro, la strada è deserta, ormai ci stiamo abituando a questo, l’arrivo a Tata ci fa scoprire un’animata cittadina.. e si comincia a sentire il vero caldo… 41 gradi! Hotel Les Relais des Sables. Carino le nostre stanze spartane ma pulite, la piccola piscina ci aspetta per un tuffo ristoratore.. poi ci viene chiesto se possibile di spostarci in altri alloggi… per esigenze della direzione… ci danno TRE SUITE con aria condizionata! Meglio di così!!! Usciamo in paese sul tardi.. ormai i negozietti sono chiusi e quindi non ci resta che andare a letto. Il giorno dopo sveglia presto! FATTI 190 KM.

Villaggio Des AmelnSETTIMO GIORNO: Sveglia anticipata, la giornata è impegnativa, i programmi prevedevano la visita dei siti rupestri in zona accompagnati da una guida, ma ciò significava doverla poi riportare a Tata e non c’era il tempo per farlo, ci siamo informati se ci fosse la possibilità di trovare da soli la zona, ma non è segnalata in nessun modo e quindi nonostante molta attenzione lungo la strada al km che ci avevano segnalato come inizio pista, non siamo riusciti a vedere nulla di certo. Quindi si prosegue nonostante la mia delusione! La strada asfaltata è facile e piacevole, in vista di Tissint lo oued a sinistra regala delle forme di erosione spettacolari. Insisto finché convinco il guidatore a una retromarcia per inoltrarci in una pista che ci porta proprio sul bordo di questo strano posto. E allora foto di tutti noi con questo particolare sfondo. La natura… che gran artista è! All’ingresso di Tissint c’è un posto di blocco della Gendarmerie Royale, girando a sinistra dopo 200 m. si trovano le cascate D’Attiq, tappa d’obbligo. Dobbiamo acquistare un telo di plastica e degli elastici per proteggere le valigie dalla sabbia quando tra poche ore affronteremo il deserto. Ci fermiamo nella piazza di quello che sembra un paesino più grande. Veniamo subito circondati dal passaggio di più asini cavalcati da vocianti bambini, da una parte un barbiere sta lavorando all’aperto, altri vendono verdure a un angolo… qualcun altro ci guarda curioso! Nessun acquisto! Si prosegue, la strada è ancora lunga per arrivare a Foum Zguid dove troveremo la nostra guida. All’ingresso del paese sulla sinistra c’è l’Hotel Iriki dove dovremmo trovarla. Dopo un difficoltoso scambio di informazioni che non portano a nulla, prendo il cellulare e chiamo Ahmed Zouine, la guida. Arriva in motorino dopo qualche minuto vestito di blu e col turbante… proprio come si vede nei film…. e insieme a lui andiamo ad acquistare ciò che serve e a pranzo. Mangiamo bene nella piazzetta dove la vita quotidiana ci scorre accanto offrendoci degli affreschi marocchini piacevoli. Si parte, fatta scorta di acqua, sistemato il bagaglio sul portapacchi imbocchiamo la pista ben segnalata… la polvere si solleva abbondante… comincia la vera avventura, quella che aspettavamo da giorni! Ci aspettano più di 100 km. Tracce di macchine si alternano a destra e a sinistra e con piccoli gesti la guida ci fa girare a destra o a sinistra a seconda di come il terreno permette un più agevole tragitto. Una sosta per vedere su un’altura i fossili marini… sul cruscotto della jeep il termometro segna come temperatura esterna 51 gradi….ma col vento non si sentono tanto! Inizia ad alzarsi la polvere e veniamo investiti da una tempesta di sabbia (non programmata …ma ci ha dato una scarica di adrenalina in più!)..non si vede oltre il cofano della macchina, sbagliamo più volte direzione, a volte ci ritroviamo sopra i cespugli, a volte slittiamo sul fondo, anche la guida è preoccupata, l’andatura è lenta e dobbiamo arrivare al campo tendato prima del tramonto. Sceglie un percorso alternativo più lungo ma spera di avere più visibilità facendo una pista sassosa! Verso sera, stanchi e sballottati arriviamo in vista delle alte dune e ci dimentichiamo del percorso pesante fatto, la guida chiede in un campo dove dobbiamo andare e finalmente… passando sopra le dune e divertendoci con la macchina nel fare questo, arriviamo in vista del nostro. Er Chegaga La caravane du sud. Scaricati i bagagli mi tolgo le scarpe e salgo la duna vicina. La sabbia è calda mi rilassa, mi stendo ignorando il fatto che mi entrerà dappertutto e guardo il cielo… sento pace intorno a me. La cena servita in una tenda ben allestita, è buona e abbondante, siamo seduti su cuscini intorno a tavole ben preparate.. è molto suggestivo. Dopo, un piccolo spettacolo musicale intorno al fuoco fatto dagli inservienti, insieme a noi un gruppo di 10 spagnoli. Cala la notte, il silenzio e milioni di stelle sopra di noi. Ora la sabbia delle dune è fresca e distesa insieme al mio compagno mi godo questo momento assolutamente romantico e irripetibile. Il silenzio è ciò che colpisce di più.. quel silenzio che nel “nostro mondo” non esiste più! Una breve notte perché la sveglia sarà prima del levar del sole! FATTI 227 Km.

Tarfaya Tissint

OTTAVO GIORNO: Sono le 5, ci svegliamo per salire sopra la duna più alta per salutare il levar del sole. Nella realtà non è come nei film o i documentari, una bella nebbiolina impedisce di vedere il disco del sole spuntare da lontano, questo ci toglie i colori aranciati che aspettavo per fare le foto e le riprese. Pazienza! La scalata della duna è faticosa ma raggiunta la cima la fatica è dimenticata dal panorama che ci offre. Restiamo minuti in silenzio, ognuno immerso nei propri pensieri. Bellissimo scendere di corsa, vedere sparire le nostre impronte immediatamente, sentire la sabbia ancora fredda sulla pelle. Bello! Dimentico quasi la delusione delle fotografie mancate. Doccia spartana, colazione e si riparte. La guida chiede istruzioni, sembra che la tempesta del giorno prima abbia reso molto difficoltosa la pista di sabbia e si decide per un’alternativa. Partenza.. siamo tutti gasati…. visitiamo una piccola oasi.. commovente la piccola pozza di acqua zampillante dalla quale nasce la vita… ci sono ranocchi.. grilli… fili di erba….e palme. Dopo alcuni chilometri e alcune deviazioni diamo dell’acqua a due persone che sono con un motorino in panne a 60 km dal primo paese e in mezzo al deserto (???)… e poi……….. contemporaneamente… scoppia una gomma e si buca un’altra!!!!!!!!!! TRAGEDIA! La guida si mette le mani in testa disperata… ma dice a noi di stare tranquilli. Il mio compagno si agita e parte “mormorando” in direzione… vuoto, noi quattro restiamo per un attimo in silenzio. La preoccupazione è di non essere sulla pista giusta… difatti vediamo la polvere di altre jeep ma molto lontane da noi… la guida dice che prima o poi qualcuno passerà.(??????!!!) Elena si ricorda dei due marocchini fermi con la moto… i nostri cellulari di cui uno satellitare non hanno campo. Raggiunti i due… spiegata la situazione a gesti….con nostra sorpresa vediamo uno di loro salire sopra una duna e chiamare col cellulare il meccanico. Arrivano poi altre jeep e praticamente in mezzo al deserto tutte le varie guide parlano e discutono tra loro.. noi non capiamo! Alla fine noi tre donne con due jeep di francesi veniamo accompagnate a Mhamid mentre i nostri uomini attendono il soccorso. Che avventura… ci ricongiungiamo ore dopo….in gran corsa perché i meccanici non avevano portato delle ruote giuste e quindi avevano tamponato alla meglio aggiustando quella bucata e gonfiando quella di scorta che però.. perdeva. Il percorso Mhamid Zagorà è stato fatto a velocità supersonica (perdendo il piacere di vedere il paesaggio e i paesi veramente belli, visti sfrecciare dai finestrini) perché le gomme si sgonfiavano e a ogni pompa di benzina bisognava fermarsi per gonfiarle. Ma ci è andata bene….alla fine.. quante risate! A Zagorà la giusta ricompensa per una giornata così. Riad Lamane…bellissimo. Io e Arrigo abbiamo avuto l’onore della stanza N.19 una suite stupenda che non dimenticherò facilmente. Lasciati i compagni in albergo, io e Arrigo andiamo da un meccanico SERIO e comperiamo una gomma, facciamo aggiustare bene quella bucata facciamo pulire il radiatore perché ormai in macchina all’accensione dell’aria condizionata …entrava solo sabbia.. altro che fresco!
Finalmente un tuffo in piscina.. una doccia un po’ di riposo e una buona cena. FATTI 259 km.

NONO GIORNO: Oggi il percorso è abbastanza breve e agevole per cui decidiamo di affrontare la giornata con un po’ di calma. Torniamo indietro di 20 km per visitare Tamegroute un villaggio di terra rossa. Entriamo per la prima volta in un negozio di ceramica dove gentilmente ci viene offerto del tè alla menta… ma gli uomini fuori in macchina dopo 10 minuti scalpitano per cui ce ne andiamo a mani vuote.. le contrattazioni per gli acquisti sono lunghe e laboriose.. e divertenti! Lasciata la macchina sulla piazza grande, accompagnati da una guida visitiamo la Biblioteca della Scuola Coranica (interessante e abbastanza ben tenuta) e le vie sotterranee. Ci aspetta il mercato di Zagorà. Molta gente e merci esposte in bell’ordine o alla rinfusa… colori e rumori da immortalare.. ma anche qui mi viene negato questo piacere. Rubo qualche immagine.. perché proprio non ce la faccio a rinunciare totalmente. Visitiamo lo Ksar di Tissergate e percorriamo la Valleè du Draa godendoci i paesaggi e la natura prorompente. Ci fermiamo per pranzare nella piazza di AGDZ che offre molti ristorantini all’aperto..c’è caldo umido fastidioso. Affrontiamo il passo del Tizi-n-Tinififft, la strada è allargata e perfettamente asfaltata. Belle viste! Arrivo a OUARZAZATE nel tardo pomeriggio e ci buttiamo subito in piscina dell’Hotel Tichka Salam. Visto che è la seconda volta che vengo qui, mi sento quasi a casa, riconosco le strade e i posti e mi sembra strano. Cena e poi passeggiata nella piacevole piazza. FATTI 168 km.

DECIMO GIORNO: Visita alla KASBAH de Taourirt, al Museo del cinema e poi partenza per Hait Bennhaddou. Vista la disavventura dell’anno scorso (siamo rimasti impantanati nel letto del fiume a causa di una incauta “guida” (?) che si era offerta di accompagnarci) che ci aveva impedito di visitarlo… quest’anno ci tengo particolarmente.. è una questione di principio!!!! Guadiamo… a piedi questa volta, il fiume accompagnati da bimbi che ci offrono la mano (ma che poi chiedono soldi!) Una guida che parla italiano ci accompagna fino al punto più alto dal quale si gode una vista a 360 gradi del territorio… bello! Ci aspetta una lunga strada fino a Marrakech e soprattutto il Passo del TIZIN-n-Tichka che ricordo come “tremendo”. Ci fermiamo a mangiare a Taddert..esattamente come l’anno scorso.. stesso “ristorante” per scoprire che ora ci sono due camerieri, il proprietario ha un blocchetto stampato con la sua pubblicità per fare i conti (l’anno scorso ce l’aveva fatto su foglio a quadretti con disegnati da lui tanti fiorellini)…si mangia peggio e si spende di più. Effetti benefici(?) del turismo! Ci fermiamo durante la discesa dal passo (che forse perché già fatto mi è sembrato meno impegnativo) per gli acquisti di vasi e piatti da uno dei tanti negozietti lungo la strada. Arriviamo nella caotica Marrakech, l’impatto col traffico dopo tanti giorni in cui era inesistente, ci confonde, salgo su un taxi per farci accompagnare all’hotel che si trova nella Medina. Riad KARAM. Il taxista ci lascia a un angolo della strada dal quale non si può proseguire in macchina. Scendo e con Elena seguo le indicazioni del Riad..le stradine si fanno sempre più strette e buie finché ci inoltriamo in una viuzza buia e cieca. Suoniamo a due porte.. non ci apre nessuno.. poi compare una gentile signora che ci apre una terza porta. MERAVIGLIA! Dal buio entriamo in un ambiente luminoso.. colonne bianche su due piani intorno a noi una fontana e petali di rosa ovunque. Restiamo a bocca aperta. Le stanze poi!!!!!!!! Torniamo dai nostri compagni di viaggio e siamo curiose di vedere le loro facce quando entreranno!!!! Consegniamo la macchina e ci vengono riconosciute senza difficoltà le spese sostenute per la riparazione. La sera candele e luci soffuse ovunque.. ci siamo solo noi, ceniamo serviti benissimo in un salottino all’aperto. Troppo bello. Usciamo dopo cena per andare a piedi, siamo vicinissimi a Place Jemaa-el-Fna . La piazza brulicante di gente, capannelli di gente attorno alle varie attrazioni, musica.. confusione.. qui NON si può fotografare… ma se paghi POI puoi fare tutte le foto che vuoi! Mangiamo datteri, noccioline, arachidi, mandorle comperate dalle bancarelle.. beviamo spremute di pompelmo e arance.. ci stiamo ingozzando….ma domani queste buone cose non ci saranno più! Rientriamo soddisfatti nel nostro bellissimo Riad! FATTI 218 Km.

UNDICESIMO GIORNO: Svegliati con calma facciamo una mitica colazione e lasciamo con molti rimpianti il nostro alloggio. Con il taxi del Riad facciamo l’ultimo giro per la città, ritorniamo alla Piazza Jemaa-el Fna per gli ultimi acquisti e troviamo il coraggio di andare a vedere da vicino gli incantatori di serpenti. Poi ci aspetta il nuovo aeroporto di Marrakech e il volo di ritorno.

Tutto questo è stato possibile anche grazie alla collaborazione con Alessandra Bravin titolare dell’Agenzia Cobratours di Marrakech.Un grazie anche a lei.

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