Tsarabanjina 2007


Madagascar – un sogno nel cassetto

(diario di viaggio 9 – 16 ottobre di Roberto B.)

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E’ un po’ che penso ai miei viaggi fatti per lavoro su e giù per l’Africa e tutta l’Italia peninsulare (fortuna questa, viaggiare per lavoro si conosce tutto di un paese) e recentemente però mi è frullata per la testa di sostituire il sogno che avevo nel cassetto da anni (rivedere Khartoum che è stata per me e per molti altri che ho sentito la città che più ti rimane nel cuore se giri l’Africa) con un altro; mettere una targhetta col mio nome nel banco del bar a Tsarabanjina; ci si riesce in un solo modo, bisogna alloggiarvi per 3 volte almeno nella vita; scommetto che farò di tutto per riuscirvi. E’ appena tornato un mio amico di Verona; ce l’ho spinto io a forza sull’aereo, non voleva andarci a tutti i costi; l’idea di stare 8 giorni in uno stesso  luogo e per giunta piccolo lo terrorizzava. Io non oserei mai insistere con una persona in quel modo perché magari dopo uno torna e prendi parole, in questo caso l’ho fatto conscio che avrebbe visto l’isola più bella al mondo. E’ tornato con un Cd che adesso ti fanno a Tsara con presentazione e alcune tue foto intervallate e mentre lo guardavamo gli brillavano gli occhi. Pensate che io nell’ottobre 2007 venivo da una vacanza di 10 giorni ad Ankazoberavina che io ho definito unica per tanti fattori. Io ci tornerei ad Anka, specialmente se ci fosse giù quel fenomeno di Mario però Tsara potrei raggiungerla perfino via nave. Quando sono arrivato proveniente da Anka dopo 4 ore di navigazione, l’accoglienza non era adatta ad un tipo grezzo come me, sapete 5 persone che vi accolgono, uno parla inglese, un altro francese, un altro italiano, vi offrono immediatamente un drink di benvenuto; ho pensato qui non è il mio posto, troppe cose da vips; quando ho visto il mio bungalow, stessi pensieri. Ero abituato ad Anka dove non c’era l’acqua potabile, la doccia si poteva fare solo alla sera, e qui mi trovo un letto con figure di serpente fatte con i pareo e fiori di frangipane, ceramica per terra, bagno da 5 stelle, imbarazzante. Dopo un attimo di smarrimento mi affaccio davanti al bungalow e vedo quel panorama che si vede sulla foto. E’ stata una folgorazione, cose di tale bellezza non pensavo esistessero in natura. Ho preso immediatamente la maschera e mi sono immerso nella spiaggia nord di Tsara; sotto a pochi metri dalla riva c’è un giardino di coralli molto bello però affaticato perché ha subito il ciclone del 2004 e molti coralli sono morti. A mezzogiorno pranzo a buffet da non credere; diciamo che in media si può scegliere tra un 15 piatti tra cui non manca mai il pesce e la cucina è un misto tra francese ed italiano non troppo speziata come si usa in Mada. Il giorno seguente so che un’imbarcazione porta fuori tutte la mattine la gente che vuol fare snorkeling ed io e mia moglie ci accodiamo. Tsara a 300 mt. dalla riva è tutto un giardino di coralli ed ogni giorno si cambia posto per vedere nuove meraviglie; io l’ho trovato semplicemente incantevole anche perché Cecile, una ragazza francese che ci faceva da guida era molto brava ad indicare i punti più nascosti dove poter vedere i pesci più belli ed i  coralli. Alla fine della passeggiata marina del primo giorno, ho domandato a Cecile: ma tu come fai a stare 365 giorni all’anno in un’isola per di più piccola e lei mi ha risposto “Guarda“ indicandomi il mare. Il giorno dopo con Nadia, una ragazza di Vicenza che vive da 9 anni in Mada, abbiamo fatto l’escursione alla grande Mitsio. E’ stato tutto molto bello, le canne d’organo un’esplosione di forme e di colori da mozzare il fiato, l’isola di Ankarea dove ci siamo fermati per una nuotatina incantevole ma non come Tsara; la passeggiata di circa 2 ore all’interno dell’isola a vedere gli abitanti e i villaggi incantevole. Mi ha ricordato molto l’Africa del golfo di Guinea che conoscevo. I giorni successivi ho fatto quello che più mi piace fare, snorkeling a non finire e credetemi i colori che vi attorniano non esistono in nessun’altra parte; li definirei colori per un quadro impressionista.

Due pecche di Tsara 1- i viottoli interni spaccapiedi, sono fatti con sabbia bianca; 2- il prezzo abbastanza proibitivo. Io per 7 giorni ho speso 3100 € però credo non rimpiangerò mai quella spesa; se vado in un posto che dista 10 ore di volo dall’Italia dovrò fare uno sforzo per vedere il meglio, anche se pensandoci su, uno ci può stare 3 giorni. Adesso che l’ho fatta così lunga termino il mio riassunto di viaggio con un sospirone e con una idea: se sopravvivo sicuramente ci tornerò. Ciao gente

roberto.buttura@gmail.com


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