Irlanda 2009


IRLANDA fly&drive in 8 giorni

(diario di viaggio dal 30 maggio al 7 giugno di Letizia)

Avevo cercato di andare in Irlanda diversi anni fa quando, agli albori dell’Interrail, fu offerta una speciale combinazione treno + traghetto… i biglietti andarono ruba – sold-out – e così dovetti limitare la mia vacanza da backpacker alla “sola” Inghilterra.
In realtà, già allora interpretai l’accaduto come segno di un destino ben più saggio di noi viaggiatori: ma come si fa a girare l’Irlanda in treno?? .. non credo che le principali attrattive siano nei pressi delle stazioni .. senza mezzi propri dev’esser dura, a meno di non aver davvero tanto tempo a disposizione.
Fatto sta che poi la cosa è sfumata nel tempo, e ormai l’Irlanda, come le altre destinazioni europee, non è più vista come meta per una “vero viaggio”: raggiungibile in poche ore, sempre lì a portata di mano e di tasca dopo l’avvento dei voli low cost.
Ed infatti il “ritorno di fiamma” c’è stato in occasione ad un ponte del 2 giugno particolarmente felice (martedì): 8 giorni pieni di viaggio con 3 soli di ferie !
Fra l’altro si tratta di una festa nazionale italiana, per cui delirio assicurato sulle nostre strade e località turistiche, ma all’estero ancora non è neanche alta stagione…. una volta decollati da Pisa dovrebbe essere fatta !!
Il volo, ovviamente, Ryanair Pisa-Dublino, mentre per l’auto abbiamo trovato più conveniente la AutoEurope, perché cercavamo una vettura con aria condizionata (forse inutile .. ?) e cambio automatico (molto utile, quasi indispensabile per la guida a sinistra, già sperimentata altrove).

Sabato 30 maggio – Pisa / Dublino
Partiamo da Pisa alle 17:30 di sabato pomeriggio … abbastanza inefficiente per un viaggio di 1 settimana, ma il venerdì il volo è alle 6:30 del mattino (!!) …. non potevamo sganciarci dal lavoro così in anticipo, e comunque – come sperato – ci consoliamo con una partenza relativamente tranquilla: l’orda dei ponteggianti ha ormai abbandonato le città !!
Atterraggio puntuale con tanto di applauso al pilota e … piacevole sorpresa, clima totalmente estivo .. non c’è una nuvola, l’aria è fresca ma si sta bene in maglietta e c’è la solita incredibile bellissima luce di tutte le isole (chissà perché ….. un giorno bisognerà che me lo faccia spiegare da qualcuno ..).
Andiamo a prendere la macchina ….. non è la Nissan Note (una specie di monovolume) che avevamo “prenotato” ma una Tida color avorio … la classica 3 volumi, bruttissima, boh, ma tanto è sempre così con queste auto “civetta”. Ci offrono anche il navigatore (conviene averlo) ma, finalmente, questa volta possiamo utilizzare il servizio Telnav del BlackBerry … in tutte le altre nostre vacanze le mappe delle località non erano “ancora” disponibili.
Dublino sembra molto piccola, con i classici problemi di parcheggio (anche se ci sono molti garage a pagamento in punti strategici) e un buon servizio di trasporti pubblici: tantissimi autobus e anche … la tramvia!! (dopo Dublino e Dubai, ora manca davvero solo a Firenze !)
Alloggeremo 2 notti al Victoria House (Drumcondra Road Upper, in pratica sui “viali”), a metà strada tra il Centro e l’aeroporto dal quale si raggiunge in 15 minuti senza problemi. Giusto il tempo di prender possesso della stanza e poi di nuovo in macchina, direzione downtown per la cena.
La nostra “ospite” ci ha detto che in questo week-end la città è più tranquilla del solito perché lunedì è bank holiday (festa anche da loro !), molti sono andati via  … sembra che si riesca anche a trovare posto per la macchina, ma per sicurezza ci facciamo navigare (che pacchia !) fino al Clerys Park, praticamente dietro O’Connel Street, una delle strade principali della città.
Una delle uscite del parcheggio accede all’O’Connel proprio all’altezza del The Spike, un incredibile ago di acciaio alto 120 mt, ormai diventato il nuovo simbolo di Dublino (come la ruota panoramica di Londra ..).
In effetti c’è un bel deserto di macchine e persone, a parte qualche gruppetto di turisti appena scaricati dai voli low cost come noi; negozi – ovviamente – tutti chiusi (sono le 21) ma anche a guardarsi intorno alla ricerca di pub per mangiare lo scenario è abbastanza sconcertante: niente, a parte TUTTE le catene conosciute (e sconosciute) di fast food !! … ma magari siamo nella zona sbagliata ?
Camminiamo un po’ verso sud e raggiungiamo quasi subito il fiume Liffey (taglia a mezzo la città orizzontalmente, sembra in nostro Arno) e qui c’è già un po’ più di vita. Fish&Cips e Irish Stew (lo stufato irlandese, una specie di spezzatino con verdure in brodo), acqua tonica e birra al Fitzgeralds Pub (sull’Aston Quay) per 23 € in 2 .. niente male (sullo scontrino osservo divertita che le bevande non alcoliche, i c.d. soft drinks, sono censite come “baby”).
Mentre usciamo, il classico menestrello da pub attacca con una melodia country-gaelico .. ma qui la cosa non è affatto eccezionale, ovunque nei locali c’è musica dal vivo. Poi effettivamente è sabato sera e ora siamo proprio in una delle zone clou: giriamo l’angolo in Temple Street e troviamo … il mondo !!! (ecco dov’erano tutti !!)
Letteralmente una folla di gente (nessuno sobrio, a livelli diversi) si aggira tra locali, musicanti ed artisti di strada… molti/e agghindati in modo alquanto improbabile: tantissime ragazze decisamente sovrappeso strizzate in minivestiti fosforescenti ondeggiano su sandali tacco 12, altre addirittura portano stole di piuma, toulles, coroncine colorate… fuori da un un pub vedo due ragazzi con un abito impeccabile, ma con gli shorts !!  Insomma, l’atmosfera è quella del nostro Carnevale, tanti colori, musica bellissima ovunque, wow, non ci si aspettava un inizio così !!
Ma oggi è stata una giornata lunga, e dopo un po’ abbandoniamo quest’orda di folla pazza per incamminarci verso il parcheggio… ma, strano: sono le 23 (mezzanotte in Italia) e c’è ancora tantissima luce.. sarà come in Islanda ? (in effetti siamo abbastanza alti .. e comunque, benissimo, una volta tanto non dovremo fare le corse contro il sole che tramonta alle 5 !!).

Domenica 31 maggio – Dublino city tour
Sveglia all’alba (ma non eravamo restati in Europa per non avere il jetlag ??), nel vero senso della parola … chissà a che ore sono, ma apro gli occhi e mi trovo la stanza invasa dal sole !!! Sappiamo che non è sempre così, ma noi ricorderemo Dublino come la città dal sole perenne 🙂  …. altro che Belpaese !!
Oggi giornata dedicata alla visita della città; dalla nostra strada ogni autobus porta in Centro in pochi minuti .. ma bisogna avere le monete contate prima di salire !!! (l’autista non dà il resto).
La nostra prima tappa è la Guinness Storehouse, tempio mondiale della birra scura irlandese (come per i vini, ci sono varie qualità per colore, ingredienti e modalità di fermentazione, questa è di tipo Stout o Porter).  Conviene arrivare presto, apre alle 9:30 (1 milione di visitatori l’anno, pare sia la principale meta turistica di Dublino). Ingresso 15 € a testa, un po’ caro, ma li vale tutti … si tratta di una mostra / museo adiacente all’antica brewery che, per l’appunto, quest’anno celebra 250 anni di storia.
L’allestimento è fantastico: vetri, acciaio, illuminazione, fanno contrasto nel classico ambiente da fabbrica stile Rivoluzione Industriale.
Il percorso interattivo (e multisensoriale) sale in verticale all’interno di un gigantesco boccale di vetro e si articola nelle varie tappe dell’intero processo produttivo, così come si è evoluto nel corso di questi 250 anni: ingredienti (luppolo, lieviti, acqua, orzo), tostatura, miscelazione,  conservazione, imbottigliamento, distribuzione, pubblicità e … degustazione finale !
E’ proprio l’orzo che dà alla Guinness il colore scuro ed il caratteristico retrogusto e, fra l’altro, tutto lo stabilimento è impregnato dall’aroma della tostatura di questo cereale.
L’esperienza termina al 5° piano al Gravity Bar, un ambiente circolare completamente vetrato al quale si può ammirare l’intera città a 360°… imperdibile.
Lasciata la Guinness attraversiamo il Mellowes Bridge per ritrovarci nel quartiere di Smithfield: un tempo in decadenza, è stato ristrutturato negli anni ’90 ed oggi è una delle zone più trendy della città.
Anche qui bellissime architetture, sul tutto domina alla vecchia chimney, la ciminiera della Old Jamesson Distillery .. siamo ancora in tema enologico, ma questa volta si tratta di whiskey (in gaelico “acqua di vita”).
Breve sosta con spuntino nella piazzetta davanti alla distilleria: posto magico ma il cibo è un po’ deludente: saranno gli ingredienti o il modo di cucinare, ma questo porridge (avena bollita nel latte) e il french bread (una specie della nostra mozzarella in carrozza, senza mozzarella) con salmone non mi sono piaciuti ma – del resto – se si vuole assaggiare tutto …. !
Camminiamo verso est fino ad incontrare la Corte di Giustizia (Four Courts) nel famoso edificio neoclassico a forma di mezza cupola, immagine che tutti associano alla città di Dublino (prima che arrivasse The Spike).
Attraversiamo di nuovo il Liffey dall’ O’Donovan Rossa Bridge e visitiamo le due cattedrali di Dublino: la Christ Church Cathedral e la St.Patrick Cathedral (San Patrizio è il patrono d’Irlanda) entrambe in stile normanno/gotico, costruite alla fine del 1100 d.c. … belle ma un po’ troppo rifatte. L’insolita compresenza di 2 cattedrali nella stessa città viene spiegata dalla da un’antica storia di antagonismi e fazioni …  già a quell’epoca, sembra proprio un destino quello irlandese !
Arriviamo al Dublin Castle con grandi aspettative, ma restiamo delusi: non è un edificio (un castello …), ma un intero isolato di palazzi di stili diversi (e anche abbastanza moderni) intorno ad un cortile rettangolare dove vengono tenute cerimonie di Stato.
In Dome Street, invece, ammiriamo le belle architetture dei palazzi che si susseguono  fino alla Bank of Ireland (anche questa in stile neoclassico, pare si possa visitare, ma oggi è domenica) sul College Green, l’area di accesso al famoso Trinity College.
Paghiamo 10 € per un tour guidato del quale capiamo ben poco: lo studente che ci accompagna parla velocissimo e con un accento al quale non siamo assolutamente abituati) ma diciamo che …. “ci siamo fatti un’idea”; soprattutto vogliamo vedere il mitico Book of Kells e la Old Library per i quali l’accesso non è libero.
Quello di Kells è un libro miniato intorno all’800 d.c. dai monaci dell’ordine di San Colombano, considerato il migliore del suo genere per dimensioni, varietà e colori delle decorazioni; sinceramente non rimaniamo tanto impressionati, ma ormai siamo abituati a tutto !!
L’antica libreria è invece notevole e di grande atmosfera: un lungo corridoio fiancheggiato di busti marmorei dei “grandi” della Storia (da Socrate a Mills) attraversa “filari” in di rovere ove sono custoditi 4 milioni di volumi (!), alcuni rarissimi e preziosi, tanto che in passato c’erano le “gabbie di consultazione” e alcuni tomi erano incatenati agli scaffali.
Uscendo dal Trinity, guardiano la mappa cittadina e facciamo un bilancio della giornata: sono le 16, abbiamo già visto molto, ma siamo un po’ stanchi …  così optiamo per il sightseeing tour (15,25 € a testa) che per 1 ora e mezzo ci porta in giro sul caratteristico bus rosso a due piani: l’autista fa da cicerone in “irlandese”, ma questa volta ha un po’ di pietà e almeno parla un po’ più lentamente .. alla fine ho quasi la sensazione di capirlo !!
Partendo da College Green, il tour ha come prima tappa il quartiere dei musei (che ancora non avevamo visitato): Istituto Araldico, Galleria Nazionale, Museo Nazionale e di Storia Naturale … benissimo venirci “ruotati”, a meno che non se ne voglia visitare qualcuno … e comunque sta già cominciando a chiudere tutto, la maggior parte delle attrattive al pubblico hanno orario 9-17 .. bisogna organizzarsi !
Il bus ci riporta anche verso la zona ovest, dopo lo stop alla Guinness attraversa il Liffey e si dirige al Phenix Park, il parco cittadino più esteso d’Europa (si vede anche dalla mappa, sembra più grande dell’intera City !) dove si trova anche lo zoo.
Completiamo il giro al Trinity College e da lì ci buttiamo in Grafton Street, l’affollata via pedonale (è il tempio dello shopping locale) fino a St.Stephen’s Green (altro bel parco cittadino, con tanto di laghetti e aiuole fiorite). C’è un bel sole caldo (ancora altissimo) e sembra che tutti gli irlandesi stati tirati fuori di casa da questo clima insolito… sono tantissimi per strada e sui prati a godersi questa giornata festiva “mediterranea”.
All’angolo tra Grafton ed il parco c’è il bellissimo St.Stephen Mall, un centro commerciale costruito come un enorme giardino d’inverno con una struttura di ferro verniciato di bianco, vetri e tantissimi fiori. Peccato che chiuda alle 19, speravo di trovarci qualche posto cool per la cena…
Ricorro alla guida e “scopro” che in effetti abbiamo lasciato completamente fuori l’intera zona est, il Channel Basin, dov’è segnalato l’imperdibile Ocean che si affaccia proprio sulle acque del canale. (da Grafton il taxi ci porta in 2 minuti).
Lo scenario è proprio suggestivo, costruzioni futuristiche illuminate dal sole che sta tramontando si specchiano su questa insenatura del fiume Leffey; ci ricorda un po’ Amburgo (con con 20° in più !): i docks, le imbarcazioni, i cantieri navali in lontananza, i colori “nordici”.
Il locale si riconosce subito, grande affollamento di ragazzi, anche qui tutti fuori a grogiolarsi al sole, unica variante: bicchiere di Guinness in mano.
La cucina di pesce dell’Ocean è ottima … ma abbiamo la sensazione di essere praticamente gli unici a mangiare; al bancone c’è sempre la fila (ordinatamente british !) per la birra alla spina e i camerieri non fanno che riportare dentro pile interminabili di bicchieri.. sembrano giocolieri da circo !!!

Lunedì 1 giugno – Dublino / Kinvara / Clareview House
Lasciamo Dublino per quello che sembra, almeno all’inizio, un viaggio a ritroso nel tempo … la prima tappa è Casteltown House (circa 20 km ad ovest, sulla N6), secondo la guida si tratta della più antica, più bella dimora palladiana (‘700) d’Irlanda.
Arriviamo molto presto e … ci siamo solo noi !!  La luce radente del sole sull’intonaco dorato e le bianche colonne, con davanti una distesa di campi fioriti oltre il cortile decorato con cespugli di bosso .. l’atmosfera è davvero suggestiva.
Riprendiamo la N6 per lasciarla quasi subito per la R158 che ci porta verso nord fino a Trim (50 km NE di Dublino). Qui, su una bella collina verde che scende fino al fiume Boyle, è adagiato l’omonimo castello anglo-normanno (1172, circa 500 anni indietro) … vale sicuramente la deviazione e la visita.
Ma l’apice del passato si tocca al sito cristiano di Clonmacnois (intorno al 550), circa 10 km a sud di Athlone (è il centro geografico d’Irlanda).
Posto davvero magico: su una collinetta affacciata sull’ansa del fiume Shannon, sorgono i resti di un monastero (ben conservati, manca solo il tetto), di una cattedrale ed altre chiesette, in mezzo ad un “bosco” di maestose croci celtiche in pietra.
Tre di queste (la croce “delle Scritture”, la croce “del Sud” e la croce “del Nord”) sono addirittura state clonate e gli originali sono ora a disposizione dei turisti nello splendido allestimento del Centro Visitatori.
E’ ancora presto (sono le 14), non credevo che saremmo riusciti a coprire questa distanza in così poco tempo, escursioni incluse: avevo letto su molti diari di viaggio che spesso la tratta Dublino-Galway è intasata da un traffico infernale ….
Così allunghiamo un po’ il nostro coast-to-coast deviando a sud – direzione Portumna – e ci fermiamo a Clonfert, dove si trova la cattedrale romanica più importante d’Irlanda (è in mezzo a niente … e anche abbastanza difficile da trovare ..).
Proseguiamo ancora lungo il corso dello Shannon, fino al suo grande estuario e, proprio a Portumna, visitiamo l’ultimo castello della giornata o, come dice la guida “una casa fortificata” risalente all’inizio del XVII sec. Lo stile è ancora diverso, molto bello il giardino rinascimentale ricostruito sul davanti (a luglio vi fioriscono rose settecentesche).
Da qui la N65 ci riporta verso NO, in direzione Kinvara (via N6, N66, R347), meta d’arrivo per la serata.
Lungo la strada facciamo però un’ulteriore sosta (già che ci siamo …) a Loughrea dove – secondo la guida – non dobbiamo assolutamente perdere le vetrate della cattedrale, opera di un famoso gruppo di artisti che a metà del secolo scorso aveva dato l’avvio ad un revival dello stile decorativo celtico (… mah ! giusto se di passaggio)
Da Loughrea prendiamo la solita “scorciatoia” in mezzo al niente suggerita dal Telnav, una stradina stretta fra il verde … ogni tanto si aprono radure tra pascoli, fattorie bellissime e …. siamo a Kinvarra dopo poco.
Il nostro alloggio (Clareviewhouse) è proprio una di queste fattorie, arriviamo che il mandriano sta tornando con le mucche dal pascolo per la “notte” (sono le 5 del pomeriggio e il sole è ancora incredibilmente alto).
Giusto il tempo di una doccia (anche oggi è caldissimo… ecco il vero global warming !!) e poi subito downtown (siamo a 3km dal porticciolo): un piccolo gruppo di case colorate si affaccia su una calma insenatura verde/azzurra, sovrastata dal vecchio Dunguaire Castle (VII sec.).
Per completare il quadretto da “marina”, cena di pesce da The Pier Head, un po’ caro ma ne vale la pena (e poi non è che qui ci sia tanta scelta) … unico “neo”: si mangia all’interno del locale e non fuori al tramonto sulla baia (che via via che passano i minuti assume colori sempre più spettacolari), ma immagino che condizioni atmosferiche come oggi qui ce l’hanno solo una volta a stagione !!
Vabbè, la “notte” è giovane (ed il sole alto), abbiamo tutta la serata per goderci il bellissimo panorama e fare foto….. e proprio quando “l’occhio contemplativo” si fa pesante per il sonno (stavamo per desistere), il sole si decide ad andare giù (sono le 22 ora locale !) e ci regala un tramonto che infuoca tutta la baia.

Martedì 2 giugno – Inismore (Isole Aran)
Questa mattina sveglia presto … dobbiamo raggiungere il porto di Rossavel a 70 km da qui, ma a causa del traffico intorno a Galway (e l’ora di punta) ci hanno detto di partire da Kinvarra alle 7:30-8:00 max. Il traghetto è stato prenotato dall’Italia (ce l’avevano consigliato a causa di un manifestazione velica che sta monopolizzando la zona); doveva partire alle 10, ma quando arriviamo al porto ci informano che c’è da aspettare mezz’ora.. mi arrabbio un po’, ma tanto non c’è niente da fare …
Lasciamo la macchina al parcheggio del porto: sulle Aran non ci sono auto, si circola solo a piedi, in bicicletta, con bussini turistici e .. in carrozze trainate dai cavalli !!
La traversata fino a Inishmore (è l’isola più grande) dura 40 minuti circa, quello da Rossavel è il tratto più breve (peculiarità molto apprezzata in caso di mare mosso); sbarchiamo praticamente davanti al nostro B&B The Pier House, anche questo prenotato da casa: era straconsigliato da molti e in effetti è estremamente comodo, visto che siamo a piedi con 2 valige (se pur con le ruote) e che domattina il ferry riparte da qui alle 8:15.
Qui tutti offrono tours dell’isola e noleggio biciclette .. noi le affittiamo direttamente al The Pier House, dove ci fanno anche lo sconto-ospiti (8 € anziché 10); macchina fotografica al collo, zaino in spalla, scorta d’acqua e mappa dell’isola .. non ci resta che pedalare !! Ma è decisamente caldissimo, l’isola è praticamente piatta, ma anche le più piccole salitine sembrano vette himalayane … credo che questo tempo sia proprio eccezionale da queste parti, sono solo un po’ preoccupata che non abbiamo neanche un cappellino (avevamo portato ombrelli e impermeabili…) e qui ombra zero: se stiamo così tutta la giornata stasera ci ricoverano !!
Quest’isola è veramente selvaggia e affascinante, talmente spartana che – ci accorgiamo presto – non ha “punti di ristoro” lungo il percorso turistico (malgrado le rassicurazioni del nostro albergatore), ovvero niente acqua e niente cibo … l’acqua per fortuna ce l’abbiamo e, francamente, mi sento talmente affaticata che l’idea di mangiare per ora non mi alletta.
Alla fine, nei pressi del sito principale, il Dun Aengus (un forte con un triplo semicerchio di mura a picco sul bordo di una scogliera alta 90 mt.) troviamo il Centro Visitatori, con tanto di tavola calda e negozietti di souvenir … è la salvezza !! .. stavo quasi pensando di tornare a Kilronan, rendere la bicicletta e dire che avevamo scherzato …. per poi riprendere il tour dell’isola con i bussini pubblici che ci vediamo sfrecciare lungo la strada .
Mega-insalata (ci voleva proprio !!) ed acquisto di cappellini da sole .. davvero indispensabili per proseguire !!
Ora che siamo attrezzati e sappiamo di poter contare su una lunghissima giornata, optiamo per il “giro largo” … avventurandoci su stradine poco battute tra prati fioriti e centinaia di muretti a secco preistorici in mezzo ai quali pascolano tranquille mucche, pecore e capre. Anche i siti archeologici “ufficiali” sono notevoli, ma ciò che colpisce di più è l’atmosfera di questo luogo, i colori e la “drammaticità” dello scenario .. poi piano piano la temperatura scende un po’ e anche l’aria si fa davvero piacevole.
Completiamo l’anello principale verso le 18:30, il sole – manco a dirlo – è ancora altissimo… così nell’attesa del tramonto andiamo a cena.
Il nostro The Pier House passa anche per un ottimo ristorante ma, come quello di ieri, ha solo una sala interna .. non si può non star fuori con questa serata, e io ancora non sono stanca di fish&chips ! Così andiamo all’O’Malley’s@BayView (un nome un programma ! … posto davvero consigliato) un pub-ristorante che si affaccia sul porticciolo con una terrazza di tavolini e ombrelloni (ce n’è bisogno, oggi mi sono scottata le braccia in bicicletta e il sole mi brucia !!).
Vorremmo vedere il tramonto sul mare, ma purtroppo Kilronan è a ovest, di fronte alla costa irlandese del Connemara; così riprendiamo la bici, pedaliamo fino a Killeany (sud-est) e da lì saliamo a piedi sulla collina fino al crinale dove sorgono le rovine di un vecchio sito monastico  (490 circa), è rimasta solo una piccolissima chiesa in pietra senza tetto (è lunga 5 mt.)
Il posto è davvero suggestivo, ma ci rendiamo conto che anche da lassù il tramonto sul mare non riusciremo mai a vederlo … a parte il fatto che mancheranno ancora 2 ore, ma poi l’innumerevole serie di muretti a secco (qui abbastanza alti) impediscono la vista sull’altro versante. E comunque a questo punto siamo davvero stanchi e così ce ne ritorniamo al porto e andiamo a nanna dopo una delle migliori docce della vacanza (forse la più desiderata :-)).

Mercoledì 3 giugno – Tour del Connemara / Cliffs of Moher
Il Connemara non era del tutto previsto nell’ipotesi di viaggio iniziale … solo come strategia alternativa nel caso in cui avessimo dovuto aggirare il maltempo.
Però il traghetto per le Aran ci ha portato fino a Rossavel … sembra proprio un segno del destino …. e poi tutti dicono che questa zona è imperdibile, così viriamo a nord-ovest per fare il tour della regione in senso orario.
Passiamo Cashel e Roundstone.. come immaginato, i paesi non dicono proprio niente, ma la natura è strepitosa !!! All’inizio attraversiamo pianure verdi sassose con centinaia di laghetti e ruscelli color cobalto … poi subito dopo il secondo paese si apre davanti a noi la Dog Bay, una baia di forma perfetta con sabbia bianchissima, acqua trasparente .. tipo Polinesia .. chi l’avrebbe mai immaginato !! E invece gran parte della costa del Connemara è ricco di spiagge bellissime.
Proseguendo verso Clifden (“capoluogo” della regione, 3 strade in tutto: Main St., Market St. e Bridge St.) iniziamo a vedere enormi cespugli (foreste !!) fioritissimi color rosa/viola .. è pieno ovunque !! .. poi scopro che anche questa è una caratteristica del Connemara .. cerco di capire di che piante si tratti, sembrano un mix tra rododendri e oleandri, poi l’intuizione: sono enormi azalee selvatiche !!!
Sosta-pranzo al Pub Mannion’s di Clifden (consigliato dalla guida, in Market St., non male, conviene prendere il piatto del giorno a 9,95 €) e poi “arrampicata” per la magnifica strada panoramica (non per nulla si chiama Ski Road) che sale tra la baia ed il fiordo strettissimo di Steamstown.
Ma il clou della zona è la Kylemore Abbey, un’incredibile castello ai piedi di una collina fiorita che si specchia in un laghetto… proprio un’atmosfera d’altri tempi !!
Ci sono anche una piccola chiesa neogotica ed un giardino vittoriano nascosto in mezzo al verde (ci va una navetta in partenza dal Centro visitatori ogni 10 minuti).
Chiudiamo il cerchio del Connemara nei pressi di una specie di tangenziale che, aggirando il centro abitato di Galway, ci porta sulla N6 per Dublino e poi subito dopo incrocia la N18 per Limerick: adesso destinazione Sud !
La giornata è stata molto lunga, ma stasera non vogliamo perderci il tramonto in uno dei posti più suggestivi dell’isola: le Cliffs of Moher, le famose scogliere (sono anche immortalate sulla copertina della nostra guida). Distano da Galway un centinaio di km, sono le 18, tempo stimato circa 2 ore; così a metà strada facciamo tappa per cena a Ballyvaughan, sulla costa: entriamo nel pub sul porticciolo (The Monk, ricorderemo solo dopo di aver visto i cartelli per strada fino da 10 km prima, neanche tanto “subliminale” come pubblicità !) ….bell’ambiente, ma molto caro, servizio scadente … e poi non riusciamo neanche a mangiare fuori perché si è alzato un freddo vento nordico … dopo tutto siamo in Irlanda !
Pernotto al Cross Wind B&B sulla strada per Doolin / Cliffs of Moer, subito fuori Linsdoonvarra: posizione strategica perché siamo vicini alle scogliere, ma anche già sulla strada interna dalle quale vorremmo iniziare domattina per raggiungere Kilfenora (segnalato come sito archeologico).
Arriviamo alle Cliffs che sono le 21 … il parcheggio è chiuso, nel senso che si lascia la macchina senza dover pagare gli 8 €; stesso discorso per l’accesso al sentiero che sale la scogliera (4,95 € a testa) .. tutte le strutture chiudono ufficialmente alle 18, strano, il momento più bello è sicuramente questo, anche se di tramonto – ovviamente – ancora non se ne parla !
Restiamo in attesa “ancorati” alla piattaforma della torre… il vento che porta via .. arriva parecchia gente con macchine fotografiche, filti, cavalletti etc. ma nel momento in cui il sole va giù dietro le Aran (ore 22 circa) le scogliere non si arrossano come sperato .. era più bello prima !
Tornando indietro ci fermiamo alla “famosa” Doolin: un posto un po’ da fricchettoni, niente di speciale, ma il fatto che ci arrivino gli autobus, partano i traghetti per le Aran e vi siano diversi ostelli, ne hanno fatto meta di tantissimi backpackers.
In realtà ho letto che la musica tradizionale irlandese sembra essere nata proprio da queste parti (tutta la contea del Clare è piena di centri musicali) e noi abbiamo anche la “fortuna” di sentirla al mitico O’Connors pub: Doolin ci era apparsa buia e deserta, ma … sono tutti qui !!! .. ci sediamo proprio vicino ai suonatori (violino, flauto traverso e fisarmonica) e stiamo un po’ a farci ipnotizzare dalla melodia .. le ballate sono lunghissime e sempre con lo stesso “giro”… questa è progressive gaelica !

Giovedì 4 giugno – Loop Head & Dingle peninsula
La meta principale di oggi è la penisola del Dingle (contea del Kerry settentrionale), una bella “tirata” !
Da Linsdonvarna facciamo 5 km a sud-est fino a Kilfenora: ci vengono segnalati i resti di una vecchia chiesa, ma l’unica vera attrattiva è la copertura del tetto, rifatta con una struttura di acciaio e vetro … un contrasto veramente azzeccato.
La strada costiera che va verso sud attraversa innumerevoli “ridenti cittadine” di villeggiatura, ciascuna con la sue bianche spiagge protette da profonde insenature…. alcune sembrano fiordi ! Ma l’unica località davvero degna di nota è Kilkee: le casette colorate degradano dalla colline verso una spiaggia a mezzaluna perfetta, mentre sulla costa fuori dalla baia imponenti faraglioni sorgono davanti ad altissime scogliere coperte da prati fioriti e pascoli.  Forse questa costa è ancora più bella delle Cliffs of Moher.
Da Kilkee arriviamo fino al Loop Head, in cima alla penisola, ma non c’è molto da vedere (il meglio era prima) .. a saperlo avremmo tagliato subito per Kilrush / Killimer (a sud-est sulla N67) e risparmiato un paio d’ore abbondanti.
A Killimer c’è il “caronte dello Shannon”, un ferry che in 15 mins (18 € con l’auto) ti porta fino a Tarbert .. basta guardare la cartina della zona per rendersi conto di quanta strada consente di tagliare, volendo andare a sud.
La tratta Tarbert-Listowel-Tralee sulla N69 è scorrevole e si arriva abbastanza presto all’inizio del Dingle.
Tralasciamo Castlegregory (pare essere una famosissima meta per surf e windsurf, sig !) perché poi saremmo costretti a fare il Connor Pass per arrivare alla cittadina di Dingle: magari bello, ma sempre un passo di 600 mt su una montagna del tutto anonima; così passiamo di sotto e arriviamo a Dingle alle 17, con il sole ovviamente ancora altissimo.
Oggi siamo stati parecchio in macchina e vorremmo sfruttare la serata per vedere qualcosa, così imbocchiamo subito la Slea Head Road (R559 circolare, la strada panoramica che fa il giro della punta della penisola) in direzione Gallarus Oratory.
Si tratta di una piccola chiesa paleocristiana di 1300 anni fa, ma ancora praticamente intatta nella sua semplice forma a “mezza Viennetta Algida” (con rispetto parlando per l’oratorio ..); in effetti fa la sua figura, ma più che altro grazie al contesto circostante ed alla bellissima illuminazione offerta dal sole a quest’ora.
Ci mettiamo anche alla ricerca della fortezza ad anello di Ballynavenooragh che dovrebbe trovarsi qui vicino, oltre il Brandon Creek (un porticciolo da dove – si dice – nel VI sec. sia salpato San Brendano “il navigatore” alla volta delle lontane americhe, … comunque il posto non è niente di speciale).
Vaghiamo un po’ e alla fine, presi dalla disperazione, suono il campanello di una casa per chiedere indicazioni (qui “passanti” non esistono): sarebbe stato davvero impossibile trovarlo da soli, anche perché qui tutto è scritto quasi solo in gaelico (per questo la guida spesso fornisce entrambe le versioni);  il modo più semplice per arrivarvi è cercare il Bòthar pub (è anche B&B) in località Cuas/Ballidavid (è sulla strada che dal Brandon Creek ritorna a Dingle, la parallela alla R559) e da lì chiedere .. comunque si sale per una stradina proprio davanti al Pub, per meno di 1 km verso la collina (gli ultimi 200 mt a piedi). Ma ne valeva la pena, la “fortezza” ha un’architettura che evoca civiltà d’altri tempi (e d’altri luoghi) e, come l’Oratorio, si trova in una posizione davvero incantevole.
Ripassiamo per Dingle, ma proseguiamo sulla Slea Head Road in senso orario fino a Ventry, dove facciamo sosta per cena al Pàidi ò Sé’s pub: il locale è di un ex giocatore di calcio gaelico (popolarissimo in questa zona) .. ambiente caratteristico (ricordi, trofei, foto..) e buon cibo da pub.
Quando usciamo il sole “sembra” già tramontato, a causa dell’alta montagna che sovrasta questa parte della costa .. ma non appena doppiamo lo Slead Head ci ritroviamo investiti dalla luce … la restante parte del giro, fino a Ballydavid (dove dormiamo al Ard Na Carraige B&B) sarà una corsa all’inseguimento del sole in uno scenario da sogno.

Venerdì 5 giugno – Ring of Kerry
Venendo dal Dingle torna più comodo fare l’anello del Kerry in senso antiorario; noi ci “entriamo” sulla N70 da Killorglid, che attraversa un paesaggio rurale abbastanza standard fino a Cahersiveen, dove usciamo temporaneamente dal ring per visitare Valentia Island. Dal lato nord-est è raggiungibile in pochi minuti con un ferry (5 € con l’auto .. questi vecchi traghetti di ferro verniciato fanno tanto “mare del nord”) mentre a sud-est è collegata a Portmagee da un lungo ponte.
L’isola offre un bel panorama ed alcune attrattive specifiche: Valentia Slate Quarry, la cava da cui proviene l’ardesia (la pietra grigia a scaglie) usata per la House of Parliament di Londra; e il Tetrapod Trackway, un sito archeologico sugli scogli dove pare sia rimasta impressa la camminata di un tetrapode (il primo animale a quattro zampe uscito dai mari) di 350 milioni di anni fa  … secondo me la cosa è un po’ inventata .. su queste rocce si vedono delle piccole incavature, ma da lì a dargli un significato antropologico ….
Restiamo sulla stradina costiera secondaria fino alla baia di Ballyshellings: fin qui le scogliere si sono alternate a belle spiagge.. ma niente di particolare, forse con l’idea del “famoso” Ring of Kerry si erano alzate un po’ troppo le aspettative …
Finalmente arriviamo in un gran bel posto, la baia di Derrynane (anche in questo caso occorre uscire un po’ dalla N70) con una meravigliosa spiaggia allungata su un verde promontorio; alle spalle un parco naturale con al centro una delle residenze di O’Connor (quello della strada di Dublino, del Pub di Doolin, etc… sempre lui, il “liberatore”, politico ed eroe delle guerre d’indipendenza del secolo scorso).
A 4 km in direzione est si trova la deviazione per lo Staigue Stone Fort, un’altra fortezza ad anello di oltre 2000 anni fa, e anche ben conservata.
Seguiamo il consiglio della guida e, anziché proseguire fino a Kenmare (ci passeremo domani), a Sneem tagliamo all’interno sulla R588 verso Moll’s Gap ed il Parco Nazionale di Killarney.
Attenzione: 3 km prima di Moll’s Gap, sulla sinistra, c’è lo Strawberry fields, un locale che serve pancakes fatti in casa (dolci e salati) e caffè .. ILLY (!) in un giardinetto che sembra uscito da Alice nel paese delle meraviglie … è un must !!
Nei pressi del Parco il paesaggio cambia completamente, non più mare e spiagge caraibiche, ma montagne, boschi di conifere e laghetti glaciali … forse è questa la bellezza del Ring ?
Sosta d’obbligo al Ladies View, un passo con vista panoramico sulla vallata, davvero mozzafiato, e poi giù per i tornanti fino a Muckross: pare fosse un convento, ma a vedere il palazzo, il parco (a perdita d’occhio sul lago), i giardini fioriti (foreste di azalee anche qui) sembra più una tenuta reale .. magari queste guerre di religione
Completiamo l’anello a Killarney, che attraversiamo e lasciamo velocemente: è la Cortina D’Ampezzo irlandese, pienissima di alberghi e resort di lusso, negozi eleganti, golf clubs etc… bella eh, ma non il tipo di posti per cui siamo qui !  Invece la nostra ultima tappa della giornata è il Gap of Dunloe, segnalata come una delle principali attrazioni naturalistiche della zona.
Poco dopo Killarney, verso ovest sulla N72 si trova un bivio che porta al Kate Kearney’s Cottage: una stradina percorre (per 7 km) il fondo di una strettissima gola tra prati, ruscelli, laghetti, pecore …. sembra la valle incantata !!!
Attenzione: in alta stagione, e quando c’è più gente, la strada viene chiusa alle auto, si prosegue solo a piedi, in bicicletta o con i calesse a cavallo che partono dal Cottage; sarebbe quindi meglio di andarci in tarda serata, ma così si rischia che il sole sia già andato oltre le montagne … con la luce è tutto un altro spettacolo !!
A proposito, in cima al Gap of Dunloe scopriamo una strada che riscende alla Black Valley .. che finisce al Mool’s Gap ! .. in effetti sembrava di poter fare un anello del Killarney National Park, anziché fare su e giù per la N71 .. a saperlo… arrivare dalla Black Valley al Gap deve essere davvero suggestivo !!
Restiamo al Kate Kearney’s Cottage per cena: la signora del nostro B&B (Invicta) ci ha detto che ci sarà musica dal vivo, ed infatti c’è già un trio che sembra davvero bravo; usano tantissimi strumenti tradizionali diversi e – per chi riesce a capirli – c’è anche tutta la spiegazione tra un brano e l’altro …. sono proprio dei cultori !! Compriamo anche il loro CD, ci servirà per fare la base dello slideshow dalle foto e, perché no, allietare il viaggio in macchina di domani, e fare ancora più atmosfera nella campagna irlandese.

Sabato 6 giugno – Killarney / Kinsale
Continuando ancora verso sud ci fermiamo a Kenmare, dove si trova un famoso circolo di pietra (un piccolo parente “parecchio minore” di quello inglese di Stonehenge); per il resto la cittadina è graziosa ma abbastanza uguale a tutte le altre sinora attraversate: casette tutte in fila dipinte di colori diversi, infissi di legno, fiori alle finestre e vetrine di vecchi pub con stemmi, lanterne, lavagna con il menù del giorno etc. Abbiamo pranzato quasi sempre nei pub, cercando quelli più caratteristici .. i piatti non sono molto vari, ma sicuramente diversi dalla nostra dieta mediterranea per cui, per una settimana, ci si può anche “stare”: il piatto forte ovunque è il fish&chips, con il pesce che può essere cod (merluzzo, ma qui non è asciutto come cartone, sembra burro !!) o lemon sole (una specie di sogliola), quasi sempre si trova anche il chowder (una vellutata più o meno densa, ai frutti di mare) ma servita nella scodella anziché nell’enorme panino (l’avevamo vista per la prima volta in Islanda, ma sembra una ricetta tradizionale della cultura anglosassone).
Seguono i vari burgers, gli open sandwiches (come bruschette con grandi fette di pane a cassetta tostato) e le insalate miste (alcune molto interessanti, di pesce – salmone, polpa di granchio – o con formaggio di capra (spesso grigliato come il nostro tomino, ma più leggero… buonissimo !!!).
“Chiaramente” …. montagne di coleslaw ovunque !! Alla vista appare come un’insalata russa, è fatta con cavolo bianco, carote julienne, senape, mayonnaise, zucchero e aceto … messa così sembra una cosa stucchevole, in realtà è un contorno molto gustoso e leggero … il segreto sta nelle dosi ! (Continuo a non capire perché ormai si trovi ovunque fuorché in Italia … un po’ come il mitico Starbucks !!)
Da Kenmare la N71 attraversa un bel paesaggio “montano” (c’è anche un passo a 460 mt con alcuni tunnel nella roccia) fino all’enorme Bantry Bay; ora siamo entrati nella contea di Cork.
Consigliati dalla guida andiamo subito alla Bantry House (XVIII sec.), un’incredibile tenuta appartenente ai vari eredi della dinastia del Conte di Bantry (ingresso parco, villa e giardini 10 €). Il palazzo si affaccia sul mare della baia con un giardino pensile ornato da aiuole piene di gigli gialli, un campo da tennis in erba ed uno da cricket; sul retro invece una scalinata di 100 gradini e terrazze fiorite seguono il pendio della collina.
L’ultima tappa sulla N71 ci porta a Skibbereen (tristemente nota per l’incredibile numero di morti durante la Grande Carestia del 1849: 1/3 dei 100 mila abitanti) dove prendiamo R595 per Baltimore, il punto più a sud del nostro viaggio.
Baltimore ha una magnifica piazzetta con molti locali sul porticciolo dominato da una casa-torre duecentesca che fu dimora di una famosa famiglia di pirati (gli O’Driscoll).
Già questa mattina il tempo aveva iniziato ad alterarsi, nel cielo erano apparse minacciose nuvole nere, ma ora sembra proprio cambiata la stagione: un vento freddissimo sposta le nuvole a gran velocità, facendo alternare sole ed ombra con qualche goccia di pioggia.
In questo “vero clima irlandese” dall’imbarcadero vediamo uscire in mare i ragazzini della scuola di vela (avranno 8-10 anni, alcuni anche meno !), a coppie sui loro piccoli laser .. qualcuno si ribalta e finisce in acqua (dice che quella polare non ghiaccia perché è salata) …. penso alle mamme italiane….
La nostra meta finale di oggi è Kinsale, perla turistica marina a sud della città di Cork; ci arriviamo dalla R600 dopo aver attraversato una zona costiera davvero bella e piena di attrattive. Si vede subito che non siamo più nella selvaggia Irlanda, ma in località di lusso .. dopo il boom economico degli anni ’90 (indotto da un regime fiscale estremamente favorevole che ha attratto qui tutte le multinazionali) quest’area (come quella di Dublino) ha vissuto il proprio “rinascimento”.
Facciamo una sosta al “lago” Hyne: in realtà è collegato al mare da uno stretto corridoio, la sua acqua è salata e questa particolarità ne ha fatto un’importante riserva naturale marina (più di 1000 specie diverse per km quadrato !).
Arriviamo poi fino a Drombeg procedendo lungo i bordi di molti “fiordi” (ma qui la costa è bassa) o sui ponti che li attraversano (bellissimo quello di Union Hall): qui c’è un altro circolo di pietra, più grande di quello di Killarney di stamattina, e sicuramente in posizione migliore: da questa collinetta si vedono campi patchwork di tanti colori, pascoli fioriti ed in fondo il mare .. anche all’età del bronzo non si trattavano poi tanto male !
Ci fermiamo anche a Timoleague, ma ormai il cielo è completamente coperto e piove a vento; peccato, qui proprio sulla baia svettano i resti di una abbazia francescana del XIII secolo: erba e fiorellini gialli sono cresciuti ovunque sulle mura ancora in piedi  … e lo spettacolo richiederebbe un po’ più di attenzione e qualche foto, ma la visitiamo praticamente di corsa sotto l’acqua.
L’arrivo a Kinsale è ancora più drammatico, ci “accoglie” una tempesta di pioggia e vento .. stasera non è pensabile andare a passeggio per questa Portofino irlandese, così cerchiamo subito un B&B per farci una doccia calda.
Come per tutte le altre notti, abbiamo preferito alloggi fuori dai centri abitati, questa campagna irlandese va vissuta !! La housefarm di oggi si chiama Harbour Hill (in effetti abbiamo una camera con vista sul porticciolo).. si trova subito fuori Kinsale, vicino alla R600 che va verso l’aeroporto di Cork… strategico per noi, siamo già sulla rotta di domani mattina !
Per tornare a Kinsale per la cena mi metto addosso tutto quello che ho … parcheggiamo al porto e facciamo una corsa fino alla vicina Cork Street dove c’è stato segnalato il Crackpots (44 € in 2, prendendo due antipasti ed un piatto principale da dividere, ma si può spendere molto di più in questo locale raffinato da nouvelle cuisine); è anche una galleria d’arte e si possono acquistare i piatti di fattura artigianale dove vengono serviti i pasti.
Ci piacerebbe anche sentire un po’ di musica dal vivo in qualche locale, ma oggi sembra che un’importante partita di calcio gaelico abbia monopolizzato tutti i pubs… siamo anche stanchi, e poi temiamo che qualsiasi performance non regga al confronto di quella di ieri sera, e così ce ne ritorniamo al nostro B&B in cima alla collina .. hanno acceso anche il riscaldamento !!

Domenica 7 giugno – Kinsale / Cashel / Dublino
Giornata di rientro … taglieremo completamente l’angolo sud-est dell’Irlanda, che pare essere anche il meno interessante, e comunque in una settimana ci sembra di aver già fatto abbastanza !
E’ smesso di piovere e ci sono incoraggianti sprazzi di sole tra le nuvole, sempre spostate velocissime dal vento; ne approfittiamo per visitare il Charles Fort prima di lasciare Kinsale .. si trova sul lato opposto del porto (ovvero proprio sotto la “nostra” collina): è una vera e propria fortezza così come la conosciamo noi, con la sua tozza struttura a stella ancora oggi domina maestosamente l’ingresso della baia che un tempo era chiamata a difendere.
La rotta verso Dublino è quella “standard”, con soste a Cahir, Rock of Cashel e Kilkenny… sembra la giornata dei castelli !! Quello di Cahir (che in gaelico significa, per l’appunto “fortezza”) non è male: una costruzione anglo-normanna del XIII sec. in una bella posizione sul fiume Suir che attraversa la cittadina. Nei pressi (a circa 2 km percorribili a piedi con una bella passeggiata sul fiume) ci sarebbe lo Swiss Cottage, come una dependance del castello, segnalato dalla guida come interessate attrattiva, ma purtroppo è visitabile solo con un tour guidato e noi non abbiamo tutto questo tempo da dedicargli.
La Rock of Cashel è davvero imponente … un castello-abbazia (metà del 1200) edificato in cima ad un roccione che s’erige in mezzo alla campagna pianeggiante della contea di Tipperary, si inzia a vedere dalla N8 già da parecchio lontano.
E’ sicuramente affascinante, ma dopo la Guissess Storehouse di Dublino è il posto più affollato di questa vacanza: tutto intorno alla rocca è pieno di parcheggi, autobus che fanno manovra e gruppi di turisti … c’è un clima da santuario nei giorni di festa ! Arriviamo all’ora di pranzo e vorremmo mangiare qualcosa prima di entrare nel complesso (non abbiamo idea di quanto tempo richieda) e, vista tutta questa folla, siamo un po’ preoccupati di trovare posto da qualche parte ma – incredibile – ci rendiamo subito conto che è TUTTO chiuso, non solo i negozi (è domenica), ma anche i ristoranti, i pub, gli alimentari …. magari i tour operators lo sanno e gestiscono i gruppi di conseguenza, ma noi siamo veramente presi alla sprovvista !
Non vogliamo rassegnarci e così facciamo un giro per il “paese” di Cashel ai piedi del castello e – miracolo – troviamo come un diner aperto (che chiaramente si riempie alla svelta… non siamo proprio gli ultimi malcapitati !) dove pasteggiamo con una fresca insalata greca e un caffè … ILLY !! (comincio a pensare che ce ne siano più in Irlanda che a Firenze).
La rocca vale davvero la visita: notevole la cattedrale gotica, la torre circolare, i resti della Cappella di Cormac ed il cimitero con le caratteristiche croci celtiche in pietra (ormai è una costante); suggestivo anche il panorama a 360° sulla verde vallata sottostante, peccato solo per l’enorme affluenza di gente, toglie parecchia atmosfera alla visita a questo importante luogo di culto.
Cashel era proprio la nostra ultima tappa di questo viaggio, la scorrevole N8 in direzione nord-est ci porta sparati a Dublino (160 km di autostrada) dove ci immettiamo sul ring della tangenziale M50 (si evita l’attraversamento del centro cittadino) fino all’uscita 4 per l’aeroporto; giusto il tempo di riconsegnare l’auto, mangiare una bagel (buona !!) e siamo sull’aereo che ci riporterà a casa.

Considerazioni finali
– noi abbiamo avuto una settimana di tempo spettacolare, ovvio che con il sole è tutto più bello…. (e alla fine ci ha fatto parecchio comodo anche l’aria condizionata)
– le strade non sono affatto in cattive condizioni (contrariamente a quanto c’era stato detto), in alcune zone rurali e montane sono a carreggiata unica, ma come da noi !
– anche i distributori di benzina si trovano ovunque senza problemi (altra “leggenda metropolitana”, ci avevano addirittura consigliato di portare delle stagne di scorta …) e – “chiaramente” – la benzina costa meno che in Italia
– i B&B sono davvero dappertutto e ce n’è per tutti i gusti (costo medio 65 € camera doppia con abbondantissima colazione, quella irlandese è famosa per essere ancora più ricca dell’american breakfast): non importa prenotare in anticipo ed è anche più divertente fermarsi alla casa che “ispira” di più sul momento
– il Ring of Kerry, considerato da tutti il must del turismo irlandese, non ci ha fatto impazzire (a parte il Gap of Dunloe): molto molto più bello il Connemara.
– resta confermata la mia idea di partenza: l’Irlanda non si può visitare con mezzi pubblici, ci vuole un’auto (penso anche a quando piove …), ma ad avere un po’ di tempo in più è sicuramente consigliato alternare la guida con escursioni a piedi ed in bicicletta: il diverso ritmo della “giornata a pedali” sull’isola di Inishmore ha sicuramente contribuito a farmi ricordare le Aran come il posto più magico e affascinante di questa vacanza.


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