Grecia e Turchia 2009


racconto di viaggio dal 3 al 23 giugno di Cinzia

grecia010Camper: Riviera GT 7 posti

Chilometri percorsi: 7112
Gasolio: 779.00 euro
Autostrade: 115.00 euro
Musei e Siti archeologici: 183.00
Parcheggi: 22 euro
Carta verde e visti ingresso Albania: 38.00 +10 euro (valevole 3 settimane)
Visto ingresso Montenegro: 10.00 euro

3.6.2009
Si parte per questa nuova avventura alle ore 15, primo lungo viaggio soli soletti, senza figli ne amici…Ci adoreremo o ci scanneremo per tutto il percorso?
Prima fermata per la notte in Croazia, in un autogrill lungo l’autostrada, sono le 22, abbastanza presto per le nostre abitudini, ma Luca ha lavorato…e poi siamo finalmente in vacanza!
Del resto abbiamo già varcato 2 frontiere: Slovenia e Croazia.

4.6.2009
Si riparte alle 8.30, sotto un acquazzone che ci seguirà per ben 2 ore e pensare che per pigrizia non abbiamo neanche cambiato i tergicristalli che funzionano male.
Quando incomincio a guidare io, come per miracolo spunta il sole,  è sempre così, sono fortunata!
Proseguiamo sull’autostrada, con la speranza che arrivi fino a Dubrovnik, come indicano i vari cartelli stradali. Purtroppo no, subito dopo Spalato l’autostrada finisce e proseguiamo per una statale che sale e scende dalle montagne e ci rallenta parecchio.
Vediamo Dubrovnik dall’alto, ma prima di quello passiamo la terza frontiera, Bosnia Erzegovina, una ventina di chilometri vista mare, prima di rientrare in Croazia.
Dopo la Croazia, eccoci in Montenegro, dove ci fermiamo a dormire in un’area di servizio.
Evviva qui il gasolio costa molto meno, ci affrettiamo a riempire il serbatoio che piange!
Il gasolio costa poco, ma la tassa di ingresso in frontiera di 10 euro, quasi pareggia i conti.

5.6.2009
Attraversiamo buona parte del Montenegro su strade piuttosto brutte, fra valli e montagne. Andando piano però, possiamo apprezzare meglio il paesaggio che è veramente spettacolare. Poche abitazioni, tanta natura, zone paludose piene di uccelli e ninfee in fiore.
Le strade attraversano foreste di melograni in fiore e la popolazione è quasi inesistente.
Quale delusione il passaggio della quinta frontiera con l’Albania.
Qui le strade sono veramente pessime e la velocità già modesta, si riduce ulteriormente, alcuni tratti, per evitare le innumerevoli buche, li percorriamo a 20, 30 chilometri l’ora.
Strade strette, pochi paesi, ma tanta spazzatura lungo i margini…Il primo impatto è veramente deludente, perlomeno fino alla Città di Shkoder, che a vedere dalle numerose moschee e dall’abbigliamento delle persone deve essere in prevalenza musulmana.
Dopo questa città le strade incominciano a migliorare e il paesaggio diventa più interessante.
Percorriamo tutta l’Albania, passando da Tirana dove regna un caos infernale, poche indicazioni stradali, ma persone molto disponibili, comunque ne usciamo con un sospiro di sollievo!
La strada prosegue sempre per monti e valli, finché non raggiungiamo il National Park  Galicica, dove sembrano esserci i laghi più antichi d’Europa e forse i più grandi.
Questo Parco è conteso da tre Paesi: Albania, Macedonia e Grecia ed è qui che varchiamo la sesta frontiera, quella con la Macedonia.
Vorremmo fermarci a dormire sulle rive del lago, ma non riusciamo a trovare un accesso alla costa. Durante il tragitto però notiamo una Fortezza presso la piccola città di Ohrid, parcheggiamo sotto le sue mura e ci accingiamo a trascorrere la notte.
Il parcheggio è silenzioso, dalle mura si ammira il lago in tutta la sua bellezza e la fortezza non è da meno.
All’interno della cinta muraria ci sono abitazioni con giardini curatissimi e multicolori, rovine romane e una chiesa di tipo bizantino
C’è pace e tranquillità e dopo un colloquio con il “filosofo” del luogo che si offre come guida per visitare le rovine, si va a nanna per il meritato riposo.

6.6.2009
Anche il viaggio in Macedonia, offre paesaggi mozzafiato. Le strade non sono molto belle, ma nulla in confronto con quelle albanesi, le persone che incontriamo sembrano dignitosamente povere.
La popolazione è in parte cristiana e in parte musulmana, fra i cristiani notiamo la strana usanza di fare i picnic sulle tombe del cimitero, come per condividere il pasto con le persone care che sono morte.
Percorriamo tutta la Macedonia, beandoci dei suoi paesaggi fino ad arrivare alla nostra settima frontiera, quella con la Grecia.
Giunti finalmente alla meta, siamo  salutati dal garrire delle rondini che colonizzano i tetti della dogana e dal volo maestoso di una cicogna che ha fatto il suo grandissimo nido su un palo della luce lungo la strada.
Ci avviamo pian piano in direzione Edessa, dove ci proponiamo di visitare cascate e città vecchia.
Le cascate sono abbastanza belle e la città vecchia, è proprio “vecchia”, senza per questo essere particolarmente interessante.
Comunque è una bella passeggiata, il sole è caldo e abbiamo la possibilità di sgranchirci le gambe dopo il lungo viaggio.
Per la notte ci fermiamo nel parcheggio di Pella, le rovine si vedono molto bene anche da fuori, per cui risparmiamo i 3 euro dell’ingresso curiosando qua e la dalla recinzione.
Prima di arrivare al sito, abbiamo salvato una tartaruga che con il suo proverbiale passo lento, si destreggiava nel traffico cittadino. L’iniziativa non è stata ben accolta dagli automobilisti di passaggio che hanno provveduto a farci capire con gestacci e improperi in greco cosa pensavano della nostra iniziativa…Comunque noi, sentendoci paladini di questa indifesa creatura, armata di becco e unghioni affilati nonché di numerose zecche, l’abbiamo prelevata e depositata sana e salva nel prato adiacente al parcheggio.

7.6.2009
Questa mattina ci dirigiamo a Tessaloniki, che per fortuna, essendo domenica, non è troppo trafficata.
Luca con la sua solita fortuna, trova un parcheggio in centro in barba alle altre 2000 macchine parcheggiate,  lui è fortunato nei parcheggi, io nel clima, per cui insieme facciamo un team imbattibile!
Una passeggiata di circa due ore ci permette di ammirare le bellezze del luogo che non sono molte, dopo di che si riparte, direzione Turchia.
Verso le 16.30 ci fermiamo vicino ad Alessandropoli, per un pomeriggio al mare.
Parcheggiamo a 3 metri dal mare e ci buttiamo nell’acqua pulita e non eccessivamente fredda.
Nanna cullati dalle onde.

8.6.2009
La Turchia l’abbiamo visitata abbastanza bene 2 anni fa, sempre in camper in compagnia dei figli, però avevamo un po’ trascurato Istanbul, perdendoci il Palazzo Topkapi e quello del Sultano perché chiusi in quei giorni. Ed allora, visto che la Grecia è a due passi da lì (ebbene si, noi ragioniamo un po’ così, sulla cartina misuriamo le spanne!), ci riproviamo.
Il passaggio in frontiera è più veloce della volta precedente, forse perché entriamo dalla Grecia, anziché dalla Bulgaria, forse per lo stesso motivo non paghiamo neanche il visto d’ingresso.
Arriviamo a Istanbul nel pomeriggio, previa sosta al mare per abbassare la temperatura corporea e troviamo il solito traffico caotico. Dopo un’ora di frenetiche ricerche, scopriamo che a causa di una imminente manifestazione culturale, hanno chiuso tutti i campeggi della città.
Ci dirigiamo verso il centro, sperando nel solito colpo di fortuna ed infatti troviamo un comodo parcheggio custodito a 2 chilometri dalla Moschea Blu al modico prezzo di 5 euro al giorno.
E’ vicino ad una strada con molto traffico, ma a parte il rumore, è ben riparato, fronte mare e c’è addirittura una striscia di parco con attrezzi ginnici per tenersi in forma.
E’ veramente insolito vedere donne velate e con il tipico abito lungo in scarpe da tennis, correre, fare step o esercitarsi sull’asse d’equilibrio e gli anelli..
Un giretto serale ci porta a visitare la Moschea Blu che è sempre bellissima, soprattutto alla tenue luce del crepuscolo.
Al ritorno una famiglia di turchi si è accampata vicino al nostro camper per una cena all’aperto, due chiacchiere amichevoli e ci ritroviamo invitati al loro desco, noi contribuiamo con spaghetti all’italiana e in un dialogo fatto da parole in almeno 5 lingue diverse, trascorriamo piacevolmente la serata.

9.6.2009
Oggi la prima destinazione è il Palazzo del Sultano…Ci dicono che è a 4,5 chilometri, ma noi ormai conosciamo il senso delle misure dei turchi, per cui non ci crediamo!
Ci concediamo il piccolo lusso di prendere il taxi che per 5 euro ci porta all’ingresso del Palazzo: ben 10 chilometri in mezzo al traffico cittadino.
Il taxista, contro il suo interesse, ci dice che c’è un filobus che percorre e si ferma in tutti i luoghi turisticamente interessanti della città e grazie a questa informazione per i prossimi spostamenti ci serviremo di questo comodo mezzo di trasporto.
La visita al Palazzo costa 10 euro per ognuno, ma ne vale la pena, perché è bellissimo.
La guida parla solo inglese e corre come se si stesse allenando per le olimpiadi, ma noi rallentiamo il ritmo, unendoci di volta in volta a gruppi diversi, però purtroppo nessuno con guida in italiano!
Usciti dal palazzo, con il filobus arriviamo a Santa Sofia,  anche qui l’ingresso è 10 euro, decisamente i prezzi sono aumentati negli ultimi 2 anni!
E’ una visita molto interessante e i vari stili architettonici sono ben conservati.
Prossima meta la Cisterna Sotterranea, tutti posti che nel viaggio precedente avevamo trascurato.
Come dicono le guide, questo luogo è molto suggestivo, la penombra, il luccichio dell’acqua e la musica, creano degli effetti molto romantici, peccato solo l’ingresso di un numeroso gruppo di veneti che con il loro inconfondibile accento, commentano la visita in modo decisamente “entusiastico”, questo rovina un poco l’atmosfera!
La più grossa moschea di Istanbul, progettata dallo stesso architetto che ha costruito la Moschea Blu, purtroppo è in restauro, per cui ci consoliamo visitandone altre 2 o 3 che sono di strada e percorrendo i giardini dell’Università.
Prossima meta il Grande Bazar. Sempre molto caratteristico ma decisamente meno economico, si staranno preparando all’arrivo dell’Euro?
Malgrado ciò, abbondiamo lo stesso negli acquisti, soprattutto nel mercato delle spezie, Luca è un ottimo cuoco e si lascia incantare da tutti questi colori e profumi. Io invece mi perdo in quello dei fiori, altrettanto colorato e profumato. Tutti e due invece rimaniamo a bocca aperta ad ammirare quello degli animali, dove con abilità alcuni individui applicano delle sanguisughe contenute in voluminosi recipienti pieni d’acqua, a vittime consenzienti.
Torniamo al camper stanchi morti e scopriamo che un altro piccolo camper italiano ha parcheggiato vicino a noi. Più tardi conosceremo Paola e Goffredo, due neopensionati (beati loro) molto simpatici, che per dimostrare la frase “quanto è piccolo il mondo”, guarda caso abitano di fianco a mio fratello.
Mangeremo con loro pasta fatta in casa e chiacchiereremo fino a tardi.

10.6.2009
Oggi finalmente visita al Palazzo Topkapi.
Con Paola e Goffredo ci accingiamo alla visita del famoso Palazzo. Saggiamente visitiamo prima l’Harem, 7,50 euro, sommati ai 10 dell’ingresso. Dico saggiamente perché dopo 2 ore sarà così pieno di comitive da non riuscire più a muoversi. L’harem è veramente bello, con pareti in maiolica colorata e soffitti dipinti, decisamente più interessante del Palazzo che in sostanza è un piccolo museo molto affollato.
In compenso il giardino è veramente bellissimo con platani secolari e cipressi su cui sono stati fatti degli innesti con fichi e botulari.
Tre ore di visita ben spesa, salutiamo i nostri nuovi amici, scambiandoci indirizzi e mail e ripartiamo per la Grecia.
Sosta per la notte a Makri, in un parcheggio libero con pineta. Il mare è limpidissimo e caldo e anche se ormai è il tramonto, non rinunciamo a farci un bel tuffo.

11.6.2009
L’itinerario di oggi, prevede la Penisola di Sithonia, dove dovremmo trovare un bel posticino consigliatoci da Paola.
Due ore di tornanti, ma ne valeva la pena, l’acqua è di tutte le sfumature dell’azzurro e talmente limpida che anch’io con la sola maschera riesco a vedere dei bellissimi pesci farfalla sul fondo.
La spiaggia di sabbia finissima è bianca come del resto le rocce che sono state scolpite da uno scultore in varie forme, sirene, donne distese al sole, delfini, ecc. C’è pure un isolotto, modellato dal mare a forma di mammella con tanto di capezzolo, su cui siedono i pochi bagnanti.
Il camper sta al fresco sotto la pineta con tanto di scoiattoli.
Si raggiunge questo angolo di paradiso venendo da Tessaloniki. A 5 chilometri da Sardi, a destra lungo la strada c’è una roulotte probabilmente stanziale, esattamente di fronte, ossia a sinistra, una strada sterrata si inoltra nella pineta sino a raggiungere il mare.
Ci hanno detto che questo posto ad Agosto è improponibile, perchè i camper riempiono completamente la pineta che è molto grande, fino a raggiungere la strada. Visto che le spiagge sono molto piccole, penso che l’affollamento tolga tutta la poesia di questo luogo.

12.6.2009
Due giorni fermi al mare, sono troppi per noi che siamo dei viaggiatori coatti. Non riusciamo a stare fermi a lungo, quando c’è tutto un mondo intorno da visitare!
Per cui nel pomeriggio ripartiamo per raggiungere la Penisola del Pilio.
La strada è molto lunga e arriviamo verso le 18.30, parcheggio ad un metro dal mare e ovviamente ne approfittiamo..
Il programma originale era di percorrere tutta la Penisola, ma optiamo per visitare Atene, anche se in origine volevamo evitarci il caos della città…Ma come possiamo rinunciare alla capitale?

13.6.2009
Questa mattina è nuvoloso, per cui non è un grosso sacrificio rinunciare al mare per percorrere la lunga strada che ci porterà ad Atene.
L’autostrada che da Salonicco porta alla Capitale è a pagamento, a differenza di quella che conduce in Turchia, forse perchè la seconda è di recente costruzione e non hanno ancora approntato i caselli-balzelli…
Il traffico del sabato pomeriggio non è particolarmente intenso anche se gli autisti greci sono decisamente più incivili dei turchi, anche le indicazioni lasciano molto a desiderare, pur essendo la capitale, molte scritte sono in caratteri greci e giusto per complicare ulteriormente le cose, il carattere del corsivo è diverso dal maiuscolo, per noi che non abbiamo alle spalle studi classici, l’orientarsi diventa veramente difficoltoso.
Alla fine riusciamo a raggiungere l’Acropoli con l’aiuto di un’autista di furgone che ci fa da apripista fino al parcheggio del sito.
La sosta ci costa 7 euro, ma la cosa mi puzza di bruciato, da nessuna parte c’è scritto che il parcheggio è a pagamento…Sarà mica un abusivo?
Altri 12 euro per l’ingresso all’Acropoli, tale biglietto comprende anche la visita al Museo, che però, guarda caso, senza una spiegazione comprensibile è chiuso.
Il sole è potente e il riverbero sulle rovine bianche lo rende ancora più accecante, in compenso un vento impetuoso, mitiga il grande calore.
Ci arrampichiamo sul Partenone attenti a non scivolare sulle pietre lucide, visitandolo in lungo e in largo. Ai nostri piedi si estende la città bianca di Atene e lontano si vede l’azzurro del mare.
Tutto sommato, come hanno detto in molti, la visita non non valeva la cifra spesa, ma si sa, un po’ di esperienza diretta ci vuole.
Uscire da Atene per arrivare a Corinto, è altrettanto complicato, dopo parecchi giri e numerose imprecazioni da parte di Luca ci riusciamo, fermandoci un po’ prima per la nostra solita sosta notturna in riva al mare.

14.6.2009
Attraversiamo lo Stretto, facendo foto a destra e a manca, poi proseguendo lungo la strada raggiungiamo la Corinto antica, visto che sono proprio quattro sassi, rinunciamo alla visita e all’ennesimo ticket e ci arrampichiamo sulla rocca il cui ingresso è miracolosamente  gratuito.
Il panorama è bellissimo, siamo gli unici visitatori e camminare in mezzo alle rovine con il frinire delle cicale e un leggero venticello, è veramente rilassante.
Da qui raggiungiamo Micene, dove per il modico prezzo di 8 euro a persona, visitiamo un mucchio di massi ciclopici accatastati uno sull’altro, che con molta, ripeto molta immaginazione, dovrebbero riprodurre la pianta della città.
Il museo invece è molto interessante.
Dopo le due scarpinate, prima alla rocca e poi a Micene, sotto il sole cocente, decidiamo di andare al mare passando per Nafplio che dicono sia una città carina con i suoi vicoletti e la rocca che si raggiunge salendo 999 gradini.
Rinunciamo volentieri alla Rocca e anche questa città la attraversiamo velocemente, resi alquanto “nervosetti” dalle  indicazioni stradali o inesistenti o fuorvianti.
Raggiungiamo la spiaggia di Tolo, dove ci rilassiamo per tutto il pomeriggio.
In serata ci spostiamo nel bellissimo parcheggio di Epidauro, per essere pronti alla visita domani mattina.

15.6.2009
Come sperato siamo i primi ad entrare e subito ci dirigiamo al famoso Teatro in cui si dice che facendo cadere una monetina nel centro, il suono si diffonda fino al circolo più alto di sedili.
In effetti è vero, l’acustica è veramente definita e dopo aver fatto questa importante constatazione, Luca si esibisce in una sua versione canora di “o sole mio”, che viene applaudita dagli operai al lavoro, che si fanno anche una bella risata.
Per il resto null’altro di riconoscibile, solo una tranquilla passeggiata in un bel parco.
Il biglietto di 6 euro come in altri luoghi, comprende la visita al museo che come in altri luoghi  troviamo chiuso, aprirà dalle 11 alle 14, considerando che le rovine sono aperte dalle 8 alle 20…Forse è un po’ poco!
Da Epidauro ci spostiamo a Mystras e qui i 5 euro di ingresso sono veramente ben spesi.
Per 3 ore saliamo e scendiamo per scalinate in mezzo al verde per visitare circa 15 chiesette ortodosse risalenti al 1200, con ancora i dipinti originali bizantini.
Anche il convento con solo 6 suore che si trova in cima alla montagna è bellissimo per le decine di fiori multicolori da loro coltivati.
Proprio in cima a tutto ci sono le rovine della rocca, ma non ce la facciamo più e rinunciamo alla visita.
Esausti dopo questa scalata da capre, riprendiamo il nostro camper per raggiungere la prossima meta: Monemvasia, sul primo (o ultimo?) dito del Peloponneso.
E’ stata descritta come una piccola Mont St. Michel, ma quando ci arriviamo in un primo momento rimaniamo delusi.
Dopo 2 ore di tornanti si vedono le solite rovine di castello su un isolotto collegato alla terra con una strada.
Stiamo già dandoci per vinti…Niente bagni perchè il vento molto forte rende il mare burrascoso e neanche sito interessante come da guida… Invece troviamo un piccolo molo riparato dal vento con acqua calma e cristallina, dotato anche di doccia calda perchè riscaldata dal sole.
Questa pausa, ci dà la forza di andare al di là delle apparenze e visitare le mura diroccate del castello, superata una porta, scopriamo che nascosto all’interno c’è uno stupendo paesino in roccia, pieno di negozietti di artigianato e fiori ad ogni balcone.
Dormiamo ai piedi della Rocca, “cullati” da un vento che somiglia molto alla Bora tanto è potente.

16.6.09
Oggi giornata di mare, la mattina presso il dito di mezzo, la penisola del Mani, dove acquistiamo altre 2 piante grasse da aggiungere alla collezione. Ne abbiamo già prese altre 4 e considerando il tipo di strade e il mezzo di trasporto, spesso la convivenza con loro è piuttosto “spinosa”!
Non sto neanche a parlare della caletta che ci ospita, decisamente in Grecia il mare è veramente bellissimo.
Nel pomeriggio percorrendo una strada strettissima i cui tornanti non si contano, su e giù per le montagne e attraversando paesini in cui i balconi delle case sfiorano  il tetto del camper, percorriamo in 2 ore gli 80 chilometri che ci dividono da Kalamata.
Ci fermiamo a 5 chilometri dalla città in un paesino quasi disabitato.
Luca ha un’interessante conversazione con una ragazza greca che parla italiano, dove gli viene illustrata la grave crisi politico-economica in cui versa la Grecia, spiegando il perchè di tutte queste case abbandonate dai proprietari che non potendo più permettersi il mutuo, si sono visti sequestrare la casa dalle banche.

17.6.2009
Giornata faticosa. Prima tappa Olimpia, ingresso 6 euro e rovine a nostro parere deludenti.
Sopravvive qualche colonna, il resto giace per terra semicoperto da terra ed erba.
Pensiamo che con tutto il materiale sparso e apparentemente dimenticato, forse si potrebbe ricostruire ancora qualcosina, però forse per carenza di fondi, o forse perchè è più caratteristico così, tutto rimane indisturbato in balia della natura.
Il fatto che visitiamo il sito alle 13, non contribuisce ad allietarci, in quanto fa un caldo così eccezionale che più che visitare le rovine, saltiamo da un’ombra all’altra dei fortunatamente molti alberi.
Di nuovo in camper, direzione Delfi, ci andiamo con poche speranze visto che dei camperisti che hanno visitato entrambi i siti, hanno commentato che Olimpia è bellissima e Delfi “così, così”, ma si sa che ognuno vede le cose con i propri occhi ed in base alle precedenti esperienze.
Comunque visto che Delfi è di strada per raggiungere le Meteore, decidiamo di visitarla.
La strada è lunga ma abbastanza bella, attraversiamo il ponte di Patrasso, 11.70 euro, e appena troviamo una piccola spiaggia, ci buttiamo a mare per un po’ di tregua dal caldo torrido.
Arriviamo a Delfi alle 19.30, il paesaggio è stupendo, ma le rovine…. Bè direi che non vale la pena di pagare l’ennesimo oneroso biglietto d’ingresso.
L’intenzione è comunque di dormire qui nel parcheggio, ma prontamente arriva una macchina della polizia che ci manda via, dicendo che la sosta è vietata (ma dove sono i cartelli?). Non stiamo a discutere, ma visto che siamo molto stanchi, decidiamo di trovare un campeggio, anziché ritornare sui nostri passi ai piedi della montagna.
Ci informiamo su prezzo del campeggio: dalle 22 alle 8, senza attacchi di corrente al modico prezzo di 45 euro…Salutiamo il gestore e ritorniamo giù, parcheggiamo vicino ad un supermercato e anche se l’ambientazione è meno romantica delle precedenti, dormiamo lo stesso pacificamente.

18.6.2010
Parte della giornata la utilizziamo per il trasferimento alle Meteore, solite strade brutte e pessime indicazioni, però ci arriviamo.
Dalle varie descrizioni, ci aspettavamo una zona più vasta, in realtà questi insoliti pinnacoli sono racchiusi in un territorio abbastanza limitato e circondato da alte montagne.
I monasteri da visitare sono 6 e ci aspettano in cima a ripide scalinate.
Nel pomeriggio riusciamo a visitare i primi 4, gli altri 2 apriranno domani.
La cosa più bella comune a tutti, è la vista, dalle loro balconate il paesaggio intorno è veramente notevole.
All’interno le chiese sono tutte affrescate con immagini di santi e quasi tutte rappresentano le innumerevoli torture subite dai martiri per conquistarsi il regno dei cieli. Evidentemente non è sufficiente fare su e giù  sugli innumerevoli scalini con vari carichi sulle spalle!
L’ingresso ad ogni monastero è di 2 euro e compreso nel prezzo ti danno un gonnellone per coprirti le gambe. Le donne non possono indossare neanche pantaloni larghi, solo gonne lunghe.
Quando sulle montagne si fa sera e siccome anche questo è un posto in cui i camperisti che sostano non sono ben accetti, decidiamo di risalire lungo la strada in cerca di un ristorante che ci nutra e che ci ospiti per la notte nel suo parcheggio.
Il ristorante Eagle’s nest direzione Vlachava, fa al nostro caso.
Bel parcheggio, cena pantagruelica a prezzo modico.
Appena usciti, inizia un acquazzone che durerà almeno un’ora, ma noi stanchi del viaggio e delle scalinate e godendo del bel freschino, dormiremo per 12 ore filate!

19.6.2009
Oggi visitiamo gli ultimi 2 monasteri, stesse ripide scalinate, stesse immagine truculente, ma ci eravamo riproposti di visitarli tutti e così abbiamo fatto.
Verso le 12.30 ripartiamo. Luca fa la sua buona azione quotidiana, aiutando a cambiare la ruota buca a due signore e un vecchietto che viaggiano su una macchina scassatissima  e poi, direzione Albania.
Mentre all’andata siamo passati all’interno di questa nazione, il ritorno decidiamo di farlo sulla strada costiera, sperando che le strade siano migliori e che si possa accedere al mare.
Strade brutte, sia in Grecia che in Albania ci fanno arrivare a Kruje in tarda serata, per la precisione intorno alle 21.30.
Abbiamo scoperto questa cittadina, leggendo un diario di bordo, dove ci consigliano di visitarla per la sua bellezza e per un grosso mercato dell’antiquariato molto economico.
Stanchi e nervosi come siamo, imprechiamo numerose volte mentre percorriamo la strada strettissima e in salita che ci porta fino al castello.
Qui ci viene indicato una specie di parcheggio che nella sua modestia ci offre un valido riparo per la notte al prezzo di 4 euro. Sempre meglio del campeggio di Delfi.
La notte ci abbraccia con un bel tramonto su una moschea e sul castello con il canto del muezzin che ci fa da ninna nanna.

20.6.2009
Occorre dire che è valsa proprio la pena di fare questa sosta a Kruje.
A parte la dormita di gusto nel fresco e nel silenzio, oggi nel farci un giro abbiamo visto un bellissimo museo dedicato ad un eroe albanese che ha sconfitto i turchi, dico bellissimo perchè allestito in modo intrigante con dipinti murali molto vividi, statue, vetrate colorate, tutto per il modico prezzo di 1.50 euro.
Per altri 2 euro abbiamo visitato il museo etnografico, anche questo allestito molto bene e ricco di oggetti tradizionali ambientato nella casa di un ricco Pascià, con tutti gli orpelli del caso.
Poi abbiamo visitato un’antica moschea. La guida un musulmano di una corrente moderata, ci spiega che in questo paese convivono pacificamente musulmani, cattolici e ortodossi, senza bisogno di veli o di sudditanze strane da parte delle donne.
Un vero paese illuminato.
Camminando per le strade spacca caviglie perchè in pendenza e composte di ciottoli arrotondati, visitiamo i negozietti di prodotti tipici e di antiquariato a prezzi veramente concorrenziali.
Qui Luca si è regalato due oggetti che desiderava da tempo ma non si era mai voluto permettere: un grande vassoio in legno di ulivo lavorato a mano e un braccialetto d’argento, che ha portato per un giorno, quando un’eruzione di bolle allergiche l’hanno fatto desistere…Che sia fondamentalmente un vampiro?
Le persone sono gentili ed ospitali e ci fanno proprio una buona impressione.
Riprendiamo la via verso il Montenegro, stupendoci come all’andata del gran numero di macchinoni costosissimi che viaggiano per queste strade malconce. Ma dove trovano i soldi per acquistarle e mantenerle visto che in genere la popolazione ci sembra abbastanza povera?
Bisogna dire che i benzinai e i lavamacchine non si contano e benzina e gasolio sono molto economici rispetto all’Italia.
Un piccolo inconveniente presso un distributore di benzina il cui addetto passa per sbaglio 3 volte la carta di credito, viene prontamente risolto nel giro di mezz’ora. Il proprietario del distributore arriva prontamente per restituirci i soldi prelevati in più, scusandosi per il disagio e offrendoci da bere.
Un perfetto esempio di onestà che difficilmente avremmo trovato in Italia, considerato che è anche sabato.
Purtroppo la strada costiera non è migliore e nei punti dove si avvicina al mare è praticamente invasa da alberghi di recente costruzione a pochi metri dalla costa, un vero scempio della natura, fatto che abbiamo osservato anche in Croazia.
Arrivati in Montenegro la strada scorre fra due laghi così grandi da sembrare un mare, montagne e boschi fanno da contorno al tutto.
La strada è stretta e con molto traffico, senza aree di sosta per ammirare queste meraviglie, per cui non riusciamo a goderci in pieno questo paesaggio veramente notevole.
Dall’alto il mare non ha niente da invidiare a quello greco, purtroppo arrivati alla costa scopriamo che anche qui le spiagge sono tutte urbanizzate e dopo aver cercato per 2 ore un punto in cui sostare ed esserci infilati in numerosi vicoletti senza uscita che hanno fatto aumentare di molto la quota di capelli bianchi di Luca, riusciamo a trovare un parcheggio libero solo intorno a sera.
Noncuranti della tarda ora ci facciamo un bel bagno e poi cena con cozze e cibo locale.

21.6.2009
Oggi trasferimento a Kotor, questa notte c’è stato un grosso temporale e la mattina, non promette meglio.
Riusciamo a visitare questa interessante città, approfittando degli sprazzi di sole. E’ una città fortificata che si affaccia su un golfo, è veramente piacevole passeggiare per i suoi vicoli, unico neo, troppi turisti.
Nel pomeriggio invece relax in camper (anche perchè ricomincia a piovere!) per prepararci al rientro vero e proprio che incomincerà domani.
In tarda serata ricomincerà il temporale con raffiche di vento così forti da far oscillare paurosamente il camper…Ebbene si, la Bora ci ha raggiunto.

22.6.2009
Nel rientro siamo perseguitati dalla pioggia e dal vento.
Arrivati in Croazia, decidiamo di fare una sosta per visitare Dubrovnik che io avevo visto nel periodo precedente alla guerra in Iugoslavia.
Pessima decisione, ignorando stupidamente il gran numero di macchine parcheggiate lungo la strada principale, ossia lontanissimo dalla città antica, tentiamo fiduciosi di scendere per trovare un parcheggio più vicino…Del resto è una città turistica no? Le strade strette, le macchine parcheggiate malissimo, nonché i divieti di transito segnalati quando ormai sei incastrato nei vicoli, renderanno l’impresa impossibile e Luca aggiungerà al suo bagaglio già ricco di colorite imprecazioni, altre ancora più fantasiose.
Decidiamo di rinunciare alla visita e ce ne andiamo con la coda tra le gambe.
Stiamo tornando con calma sull’autostrada, quando una folata di vento improvvisa mi fa sbandare paurosamente. Subito dopo, all’imbocco di un cavalcavia ci ferma la polizia che ci fa uscire.
Scopriremo in seguito che a causa del forte vento di Bora, l’accesso all’autostrada è stato vietato a tutti i mezzi alti, con rimorchio e alle moto, sembra per la nostra sicurezza in quanto il vento è talmente forte da costituire un pericolo alla viabilità.
Il problema è che la strada su cui ci fanno deviare, è pericolosissima. Stretta, dissestata e sale e scende dalle montagne dell’interno.
Nel frattempo arriva il tramonto e la pioggia. Un vero inferno.
A peggiorare la situazione c’è il fatto che anche se volessimo fermarci per ripartire il giorno dopo, non ci sono campeggi e in Croazia non è consentito il campeggio libero.
Potremmo fare i furbi, ma noi che amiamo il campeggio libero abbiamo già avuto esperienze in precedenza sulla prontezza della polizia croata nel venirti a “pizzicare”… Per cui resistiamo, raggiungiamo Rijeka, rientriamo il autostrada e finalmente ci fermiamo in autogrill, siamo totalmente esausti soprattutto Luca che ha subito per 6 ore l’impatto di curve e vento.

23.06.09
Per fortuna l’ultima tappa del viaggio è più tranquilla e senza grandi problemi e si ritorna a casa giusto all’orario della partenza.
Rileggendo questo resoconto di viaggio, mi rendo conto delle numerose note critiche che ho espresso, soprattutto nei confronti della Grecia.
In effetti questa nazione ci ha un po’ deluso. Probabilmente siamo partiti con molte aspettative: mare stupendo, prezzi modici, cibo caratteristico, la culla della nostra civiltà…Insomma tutti i racconti di amici e parenti, nonché i diari di viaggio che abbiamo letto in internet, ci hanno fatto  pensare al paradiso terrestre.
Non che il mare non sia veramente stupendo, ma io mi chiedo come devono essere quelle piccole insenature isolate a luglio ed agosto quando cala l’orda dei turisti.
Pur avendo girato in lungo e in largo la Grecia, non abbiamo mai avuto l’opportunità di comprare dai contadini o nei piccoli spacci di paese, solo cibo confezionato a prezzi altissimi tanto che, dopo una prima esperienza in un negozio locale, siamo andati appena possibile alla disperata ricerca dei discount della Lidl, che per lo meno avevano gli stessi prezzi italiani.
Che dire della nostra passione: i siti archeologici? Molto costosi rispetto alle aspettative, musei chiusi, niente guide, reperti trascurati…Insomma si parla molto della poca tutela dei beni archeologici italiani, ma persino Marocco e Turchia superano in attenzione la Grecia.
E poi le persone…In genere il bello del viaggio è anche fermarsi a parlare con la gente, il chiedere un’informazione può diventare un momento di condivisione. Ci si ferma a fare quattro chiacchiere, a bere un the, o semplicemente ci si fanno delle sane risate da entrambe le parti nel il tentativo di esprimersi in idiomi diversi.
In Grecia abbiamo respirato un’aria diversa, a parte poche eccezioni, le persone con cui abbiamo parlato ci sono sembrate molto schive e diffidenti, in alcuni casi anche ostili.
Rispetto la riservatezza di ognuno e non chiedo di fare conversazione a tutti i costi, ma avremmo gradito che non ci girassero le spalle indispettiti quando ci fermavamo a chiedere informazioni stradali. E poi, tutti sappiamo riconoscere le parolacce anche in un’altra lingua!
Sarà che abbiamo una faccia antipatica? Può anche essere, ma l’impressione che abbiamo avuto, è che i turisti itineranti non siano molto graditi, il che può anche essere comprensibile quando ce ne sono troppi, ma a giugno non si può dire che ci fosse poi così tanta ressa…
Comunque la nostra opinione non è certo vincolante, chi viaggia sa benissimo che lo stesso luogo può essere visto con occhi diversi a causa dell’umore, dei pregiudizi o anche del tempo atmosferico.
L’importante è viaggiare, adattarsi e non permettere che qualcosa ci tolga la voglia di conoscere e vedere ciò che ci sta’ intorno.


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