Bretagna e Normandia 2008


Cronaca semiseria di un viaggio in camper di due farmacisti e barboncina

(diario di viaggio 25 agosto – 5 settembre di Daniela Cesca)

E’ la nostra prima volta….che viaggiamo così, cosa avete pensato!
Dopo lunghe e inutili  discussioni per convincere il mio compagno ad utilizzare il camper come mezzo di trasporto, finalmente folgorata da improvvisa idea utilizzo argomentazioni che non possono essere ignorate.. e quindi.. si parte, è il 25 agosto 2008 ore 8 del mattino.
Andiamo a ritirare il camper, avvertiamo  che non abbiamo esperienze precedenti e ci ragguagliano in 5 minuti…forse meno, di tutte le cose che da oggi in poi dovremmo fare! Già dopo pochi minuti è tutto scordato!
Si rientra a casa per allestirlo.. il che significa riuscire a mettere in pochissimo spazio tutto quello che può servire in questi giorni e si parla di pentole, piatti, bicchieri, posate, un minimo di spesa e poi i vestiti, le scarpe e molto altro. Sembra un’impresa quasi impossibile per noi abituati a case grandi e a grandi spazi ma alla fine il risultato è gradevole, abbiamo una nostra piccola casa su ruote che ora ha un po’ della nostra personalità e nei piccoli stipetti ha accolto tutto quanto ciò che riteniamo necessario.

Il primo giorno e il secondo saranno di trasferimento e saranno pesanti, ma ciò ci permetterà di fare confidenza con il nostro mezzo! La guida è piacevole, oserei dire quasi scattante, al raggiungimento dei 130 km  un suono ci avverte che stiamo esagerando con l’acceleratore.. ma questo lo scopriamo dopo esserci allarmati più volte e cercando di capire cosa significasse!!!! Impariamo subito anche un’altra cosa, tutti gli armadietti devono essere chiusi per bene altrimenti a turno escono e rotolano nel “lungo” corridoio alternativamente pentole…bottiglie…scarpe ecc. Per passare il tempo ci divertiamo a indovinare cosa è caduto o cosa sbatte dentro  i vani,dai vari rumori che sentiamo. Ogni sobbalzo sul percorso scatena un’infinità di suoni.. alcuni preoccupanti.. altri divertenti. Abbiamo capito che forse sarà meglio distribuire e sistemare le cose in altra maniera. Dopo lunghe ore di viaggio, superato il carissimo Passo del Frejus (44,00€) e scoperto che alcune autostrade della Francia sono gratuite e altre no (circa 23.50-25.00 € a tratta) decidiamo di fare una sosta. Abbiamo appena superato Lione siamo in autostrada e decidiamo di passare la notte in un autogrill, come prima esperienza, ci sentiamo più protetti in mezzo a tanta altra gente! E a questo punto cominciano i problemi di gestione dell’esiguo spazio. Cucinare e preparare la tavola diventano due imprese da giocolieri….per poterci muovere uno dei due con barboncina in braccio deve restare seduto al posto di guida (abbiamo scoperto che i sedili si possono girare! Questo viaggio è all’insegna delle scoperte!!) Bene o male ce la facciamo a terminare la cena…ma si devono lavare i piatti!! Tragedia…come si fa in quel “buchetto”? Ma chissà come .. ci riesco e mi gongolo nel verificare che ho una grande iniziativa e spirito di adattamento…quello giusto che ci vuole! Magari trascuro di dire che nel frattempo ho letteralmente fuso un piatto appoggiandolo nel posto sbagliato…l’unico che avevo però…e che nel chinarmi ho “sfondato” (scollato più precisamente) la porta del bagno e allagato il pavimento….. ma è solo il primo giorno. La modalità dell’oscuramento vetri ci impegna per un po’…le ventose non si attaccano, sbagliamo a prendere le coperture ….ovviamente ce n’è una per la destra e una per la sinistra!!!! Sfiniti.. ma contenti ci avviciniamo al letto…altissimo.. piccolo…ma confortevole.
“Ari (la barboncina) tu stai giù” il che tradotto significa che dopo due secondi era bella distesa a pancia all’aria tra noi due rannicchiati nel nostro piccolo posto! E così ci si ritrova al secondo giorno.. riposati e pronti per proseguire il viaggio. Ad Auxerre usciamo dall’autostrada…lunghi chilometri in mezzo a una lussureggiante e verdissima campagna. Strade vuote, dritte, poco traffico ma l’andatura è lenta e impieghiamo molto tempo per arrivare al raccordo dell’autostrada che da LE MANS ci porterà a Alencon e FINALMENTE a LIVAROT! (Calvados)
Livarot????? Già…. Livarot, dubito che sia un posto conosciuto, ma per chi ama i cavalli da trotto il viaggio fino a questo paese è come un pellegrinaggio! Abbiamo un grosso libro che dà informazioni sui vari cavalli e relative HARAS (scuderie). Ci sono dei nomi insigni tra i trottatori che sono stati evidenziati, ora sta a noi trovarli. Premetto che io, grande organizzatrice di viaggi mi ero premunita di GARMIN con scheda francese… .. che non ha mai funzionato! Girovagare tra queste verdissime colline, campi infiniti, paddok ordinati, scuderie traboccanti di fiori e cavalli è stato un gran divertimento e relax, nonostante le difficoltà nel reperire quelle che ci interessavano. Esilaranti poi le discussioni tra il mio compagno che di Francese non sa nulla e di Inglese appena un poco di più, e i vari proprietari delle haras. Sta di fatto che comunque sia, sono stati combinati forse “TRE MATRIMONI”.
A questo punto, anzi dal giorno precedente controllando la cartina, scopro che questi famosi cavalli non sono in Bretagna.. come sempre aveva detto Arrigo (il mio compagno) ma in Normandia e quindi il nostro piano di viaggio subisce un’inevitabile cambiamento! Ma che importa? Abbiamo preso il camper proprio per goderci la vacanza in piena libertà!
Passiamo la notte a LISIEAUX nel campeggio municipale  Camping de la Vallee (10,00 €).
Il giorno successivo proseguono le nostre ricerche delle Haras per poi nel pomeriggio dirigerci finalmente verso la costa della Normandia, terra di meraviglie sospese tra cielo e acqua.
A Honfleur ci sistemiamo nel Camping du Phare (15,00 €) proprio a due passi da VIEUX BASSIN dove ci rechiamo dopo cena. La cittadina sorge sull’estuario della Senna e conserva le antiche MAISONS all’interno di un’area protetta creata nel 1974. Nell’ottocento divenne un centro artistico e letterario grazie alla presenza del pittore Eugene Boudin, che riunì attorno a se nomi del calibro di Monet e Baudelaire. Camminare in questa zona illuminata a giorno da mille luci è uno spettacolo indescrivibile che ho cercato di fissare in molte foto e nel filmato. Brulicante di gente seduta ai tavolini dei rumorosi bar, un’antica giostra da un lato, i resti delle fortificazioni dall’altro…insomma un gran bel colpo d’occhio!!
Rientrati in camper, per errore sposto una leva rossa sotto il sedile che volevo girare e…voilà restiamo al buio. E ora??? Telefoniamo all’assistenza nonostante l’ora tarda, ma ci confortava il fatto che ci avevano detto essere disponibile 24 su 24. Una voce assonnata ci dà le indicazioni…e luce fu!
Il mattino seguente però…niente acqua! Ritelefonata  e il signore si scusa dicendo di aver dimenticato di dirci che ruotando la famigerata maniglia rossa andava in blocco anche la pompa dell’acqua! AH!…e chi ce l’aveva mai detto????? La ricerca del pulsante all’interno del “gavone” per i profani, il ripostiglio sotto il letto, suggerita dal tecnico, va a buon fine…ma un po’ avviliti per questi contrattempi e per aver la sensazione di essere due imbranati…cosa che non siamo…partiamo senza fare scorta di acqua!!! Ci penseremo poi! Quindi, in tuta, senza doccia e nemmeno lavato il viso come i gatti…partiamo! Scandalo se ciò succedesse a casa.  Partendo da Honfleur  il percorso si snoda attraverso Deauville e Trouville sur mer. L’una di fronte all’altra le due perle della Cote Fleurie sono separate dall’estuario del fiume Touques, Cabourg, stazione balneare ricercata da una clientela di elite e poi le cinque spiagge dello sbarco americano del 6 giugno 1944. Oggi queste spiagge costituiscono una sorta di grande museo a cielo aperto. Il vento che soffia, il silenzio, l’immensità di queste spiagge rende più facile immaginare cosa siano stati quei giorni. E si prova un reverenziale rispetto per il luogo e ci si sente tristi per tante vite spezzate. Allineate di fronte alla spiaggia di Omaha ci sono 9386 croci di marmo bianco. La sosta pranzo (va beh! essere tristi  ma la fame…è fame!) fatta su uno spiazzo fronte spiaggia ci fa assistere a un buffo rito scandito dalle maree. Mentre ormai mi appresto esperta di ogni movimento ai fornelli, vengo turbata da un insieme di rumori fatti di passi, chiacchiericci, motori di trattori. Che succede? Un gran numero di persone…direi l’intero paese, munite di secchielli, vanghe e indossando stivali si appresta alla raccolta dei molluschi rimasti sotto la sabbia e ora reperibili vista la bassa marea, che da queste parti è veramente impressionante, Ricordo i 15 Km di Mont St. Michael e la velocità di risalita del mare, a 10 Km /ora tanto da rendere estremamente pericolose, anzi VIETATE le passeggiate sulla spiaggia. La cosa più buffa un prete in tonaca lunga e nera con stivali gialli tutto indaffarato nella ricerca del prezioso bottino!
Si arriva quindi a Baieux località resa celebre dalla preziosa tela di lino ricamata con fili di lana colorata, lunga 70 metri e alta 50 cm. che in 58 “vignette” illustra lo sbarco dei Normanni sulle spiagge inglesi nel 1066. (Il primo week-end di luglio Bayeux celebra le Feste Medievali). Visitata anche la Cattedrale il cui interno gotico proteso verso l’alto porta inevitabilmente a pensare  a qualcosa di divino.
Si riparte per la meta finale della giornata Mont Saint Michael. Qui abbiamo commesso un errore tattico “grave” dovuto alla non conoscenza delle cose. Abbiamo passato la notte al Camping Saint Michael www.campingsaintmichel.com (18,40 €) situato a circa 20 km dall’omonimo luogo, per scoprire il mattino seguente che con soli 8,00 € del parcheggio si poteva sostare per 24 ore e quindi anche per la notte, esattamente di fronte all’Isola.
Di primo mattino, tempo non buono, grigio e freschino, arriviamo a Mont S.Michael, già una folla di turisti invade le strette stradine, c’è la bassa marea, gabbiani volano nel cielo plumbeo. Ci incamminiamo felici con la nostra barboncina trotterellante, ma a un certo punto, presso la biglietteria (12,00 € ) un ANTIPATICO cartello indica che i cani non sono graditi oltre quel punto. (cosa che non ritengo giusta, visto che il cane educato lo fa il padrone…e tra gli umani che si comportano da cani…se ne contano parecchi!!) Se non entra lei.. non entriamo neanche noi!!!!!! Così tra una foto e l’altra rientriamo al parcheggio e ripartiamo. La sosta pranzo in riva al mare “che se ne è andato” come dice Arrigo, si trasforma in situazione tragi-comica. Da neofiti del camper e a causa della mancanza di un se pur minimo manuale di istruzioni, l’accensione di una grossa spia rossa ci manda nel pallone. Che sarà mai?? Non si era mai accesa prima! Non vogliamo telefonare all’assistenza per salvaguardare la nostra immagine di persone “in gamba”.. e quindi facciamo vari tentativi per capire! Alla fine, rassegnati chiamiamo…ops! Non avevamo fatto rientrare il gradino elettrico prima di partire! Però, risolto questo, il camper non parte più! Arrigo si dispera e come sempre spetta a me fare la parte di quella razionale. Alla fine si risolve in maniera MOLTO FORTUNOSA il tutto, ma perdiamo una mezza giornata, un centro assistenza Fiat trovato in maniera rocambolesca ci risolve il caso.. un fusibile dell’antifurto rotto che bloccava il motorino d’avviamento! Felici ancora una volta per aver superato le avversità ci dirigiamo a St. Malò premiati da un tardo pomeriggio assolato e un tramonto da sogno. Alle porte del Rance, la visita del cuore della fortezza corsara che si chiamava Citè d’Alet, è inevitabile. La passeggiata della “corniche” intorno alla città consente di contemplare una delle più belle viste della città e della baia di Sain Malò.
Per goderci appieno il tramonto decidiamo di passare la notte nei pressi di Cancale e sistemiamo il camper in un punto panoramico vista mare! Niente campeggio! Finalmente vivo il camper come intendo io…cioè in piena libertà! Non ci spaventa l’essere da soli e nel buio più profondo quando cala la notte, sinceramente e forse da incoscienti.. non so, ma non abbiamo MAI percepito sensazioni di paura!
Sveglia in una mattinata limpida e soleggiata, espletate le formalità del mattino compresa quella di bere un bel caffè fumante con di fronte un bellissimo panorama, si parte alla volta di Dinan. La città è ancora oggi interamente cinta dai suoi bastioni, i più imponenti e antichi della Bretagna. Facciamo una piacevole passeggiata lungo la via che scende fino al porto, non incontriamo quasi nessuno, risalendo andiamo a visitare la   basilica di St. Sauveur molto particolare essendo di fondazione romanica ma rifatta in forme gotiche.
Partiamo direzione Cap Freehel sulla punta estrema della penisoletta granitica, uno dei più suggestivi luoghi della Bretagna, che sporge pittoresco sul mare a 57 m d’altezza punto panoramico dominato dalla costruzione del faro. Peccato però che dopo aver pagato 6,00 € per poter avvicinarci al faro ci siamo trovati di fronte a un parcheggio pieno di macchine che deturpava non poco l’ambiente di brughiera fiorito di eriche e di ginestre gialle. Costeggiando la penisola si incontrano belle vedute di spiagge dalla sabbia chiara e una brughiera in piena fioritura. Il sole  e il bel cielo blu aiutano non poco a rendere ancora più bello questo paesaggio selvaggio! Proseguiamo lungo la strada costiera fino a Paimpol da cui si va in motobarca alla celebre isola di Brehat, Visitiamo prima di arrivare l’Abbazia di BEAUPORT fondata nel 1202. Ne restano le romantiche rovine di netto carattere normanno. Passando per Treguier ci fermiamo per visitare la Cattedrale di St. Tugdual, la più bella chiesa gotico-fiammeggiante della Bretagna, ma purtroppo è tardi ed è chiusa e ci dobbiamo accontentare di vedere e fotografare l’esterno. La sera ci fermiamo nel bel Camping municipale di Louannec (13,10 €) dove godiamo di uno splendido tramonto sul mare.
Il mattino seguente purtroppo, il brutto tempo ci intristisce, c’è la nebbia e una leggera pioggerellina che fa sperare poco di buono. Oggi più che mai il sole sarebbe stato gradito. Dobbiamo percorrere La Cote de Granit Rose da Perros Guirec a Pleumeur-Bodou e da casa sognavo foto splendide. Lungo questa costa si snoda il Sentiero dei Doganieri, se il tempo lo avesse permesso ne avremmo percorso un po’, invece ci dobbiamo accontentare di una brevissima passeggiata tra gli scogli approfittando di un momento di timido sole, ma il vento è fastidioso e fa freddo. Ci consoliamo entrando in una brasserie e acquistando delle buonissime pastine oltre alle solite baguette che ti vengono consegnate in mano così come sono, al contrario dei dolci che vengono elegantemente inscatolati e poi incartati! Il viaggio in camper avvicina molto di più al vivere del paese che si visita, la spesa quotidiana ti mette a diretto contatto con la popolazione e gli usi e costumi di questa.
Velocemente, visto il tempo arriviamo senza soste a Morlaix dove il gigantesco viadotto della ferrovia (alto 59m e lungo 284) domina la centrale e vasta Place des Otages. A sud della piazza si diramano pittoresche stradette fiancheggiate da vecchie case di ardesia e legno. Sulla Rue du Mur c’è la Maison de la Duchesse Anne, a graticcio, della fine del 400’ ornata da intagli lignei. Parallela alla Rue du Mur corre la Grand Rue che offre uno dei più bei complessi di case antiche della Bretagna con facciate a sporto ornate di intagli lignei. Ripartiamo in direzione del giro dei Complessi parrocchiali Bretoni, itinerario di grande interesse artistico. Questi complessi o Calvari sono composti principalmente dalla Porta Trionfale, la chiesa l’Ossario e il Calvario, quest’ultimo di diversi tipi e varietà di decorazione scultorea. A Sain Thegonnec c’è un complesso parrocchiale tra i più prestigiosi della Bretagna. A Guimeliau  invece c’è quello più bello e più celebre della Bretagna con rilievi popolati da oltre 200 personaggi sormontati da un’unica Croce. Purtroppo inizia a piovere sul serio e questo scatena voglia di shopping al mio compagno che in un battibaleno si compera tre maglie “bretoni”: una di queste la indossa subito e tanto gli piace che quasi quasi ci va pure a letto!!! Ancora un lungo spostamento per arrivare alla penisola di Crozon dalle alte coste rocciose. Arriviamo in serata a Pointe de Pen Hir  un tavolato a picco sul mare tra rocce. Piove, tira un forte vento.. pensavamo di fermarci qui per la notte, ma il brutto tempo e un minaccioso cartello “divieto sosta camper” ci fanno cambiare idea. Qualche chilometro più a nord in località Lagat-Jar vediamo dal finestrino un allineamento preistorico formato da 143 menhir disposti su tre file. La nebbiolina, la pioggia, la poca luce, rendono misterioso il luogo. Scatto infreddolita e bagnandomi tutta un paio di foto. Proseguiamo alla ricerca di un camping.. ma non troviamo nulla che ci soddisfi. Terminiamo la nostra ricerca su uno spiazzo tra la brughiera fiorita, il mare di fronte, una scogliera e una spiaggia in basso dove le onde si infrangono rumorose….. la luce sta scomparendo, dalla cartina capiamo che ci troviamo nella Penisola degli Spagnoli! Ormai esperti di tutto, divisici i compiti, in un battibaleno ci sistemiamo  e rispondo a un sms di amici che preoccupati ci chiedevano che fine avevamo fatto “Siamo in un posto bellissimo e stiamo mangiando pasta al ragù!” Piove.. piove…e questo complica non poco la vita….visti gli esigui spazi, le scarpe bagnate non si asciugano, le mantelle gocciolanti appese ovunque, la biancheria umida, gli asciugamani idem. L’interno del camper sembra un bazar! A letto ci accorgiamo che il parcheggio non è dei migliori, la testa più bassa dei piedi. Nessun problema .. basta girarsi!
La mattina una bella passeggiata tra l’erica fiorita lungo la scogliera, una buona colazione e via! Un lungo percorso ci porta prima a Locronan, paesino che merita una visita. La piazza uno dei più bei complessi urbani della Bretagna, è circondata su tre lati da basse case rinascimentali del’500 e ‘600 dominata dalla chiesa di St Ronan. Giunti a Douarnenez facciamo un giro panoramico al porto ma non trovando parcheggio preferiamo ripartire.
Prossima meta Point du Raz, una lunga strada attraversa tutta la penisola di Cornovaglia ove fiorirono nel Medioevo le leggende cavalleresche note col nome di “Ciclo Bretone”. Un parcheggio a pagamento (6,00 € ci si può fermare per la notte!) ci obbliga  a fermarci. Una bassa costruzione occupata da negozi e bar deturpa non poco l’ambiente a ciò si aggiunga la possibilità, oltre a quella di andarci a piedi, di prendere un bus navetta per arrivare alla punta da dove ammirare il faro.
Noi tutte queste comodità non le condividiamo anche se sappiamo che non tutti i “turisti” hanno il nostro spirito di “sacrificio” per raggiungere le cose!
Delusi, infreddoliti visto che un vento forte ci obbliga a intabarrarci, dopo una due foto, fatto il pranzo decidiamo di puntare verso la prossima meta. Pensiamo a una deviazione, visto che la guida descrive Concarneau come un luogo interessante. Arrivati al centro del porto, dove su un’isola naturale sorge la cittadella, tra le più interessanti di Francia, tutta chiusa da spesse mura di granito a contornare l’isolotto, veniamo cortesemente invitati dall’unico poliziotto incontrato in Francia, a riprendere la via da dove eravamo arrivati. I parcheggi al centro sono SOLO per le macchine, quelli dei camper in periferia! Peccato, non potevamo permetterci di sostare a lungo, e così abbiamo dovuto rinunciare alla visita e al giro delle mura che sembrava interessante. Arriviamo a Carnac sotto una sottile e noiosa  pioggerellina ma questo non ci distoglie dalla prima visita al Dolmen de Mane Kerioned che si trova al lato della strada che stiamo percorrendo. L’umidità della pioggia fa sentire molto il profumo dei pini che circondano la zona e della resina. Poi decidiamo di cercare un campeggio per la notte. Arriviamo fino alla fine della penisola di Quiberon, penisola granitica lunga 9 km e larga da 2 a 3 km con coste alte e dirupate tormentate dal vento e dal mare specie sulla parte occidentale detta Cotè Sauvage dove poi alla fine ci fermeremo. Scopriamo  infatti che tutti i Campeggi comunali dal primo settembre chiudono alle ore 17 e quindi essendo più tardi non c’è la possibilità di accedervi. Peccato, qualcuno era proprio carino. La nostra sistemazione però non lo è da meno! Siamo su una spiaggia, facciamo una breve passeggiata con Ari sulla costa battuta dal vento, piccole calette di sabbia bianca più in basso abitate da un’infinità di uccelli che a tratti si alzano in volo facendo un gran baccano. E comincia a piovere…ma stavolta piove davvero!
Il mattino seguente la situazione è la stessa e ci domandiamo come faremo con le visite della giornata! Intrepidi pensiamo che con le mantelle.. tutto si può fare!!!
Carnac, villaggio della costa meridionale della Bretagna, al centro di una zona universalmente nota per i suoi monumenti megalitici innalzati da popolazioni bretoni tra il 6000 e il 2000 a.C.
Menec il più spettacolare (1099 menhir disposti su 11 file per 1167 m) ora visitabile solo con visita guidata parlante francese, Kermario dolmen e allineamento di 1029 menhir disposti su 10 file per una lunghezza di 1120 m e infine Kerlescan, allineamento di 594 menhir disposti su 13 file per una lunghezza di 880 m ed emiciclo di 39 menhir. Alla fine siamo lavati “come polli” e decidiamo per un’altra eroica visita a Locmariaquer. Nonostante il sopravvenuto diluvio….con grande spirito di abnegazione entriamo per vedere il Mener-Hroec’h o Grand Menhir di 20.30 metri spezzato a terra in quattro frammenti e le Table des Marchands colossale dolmen formato da un’enorme lastra granitica con tracce di sculture. Troviamo Ari triste e disperata che ci aspetta in camper e che vedendoci ridotti a un ammasso di vestiti fradici avrà certamente pensato di avere due padroni …pazzi!
Cartina in mano decidiamo che l’unica cosa possibile è di rientrare velocemente verso l’Italia sfruttando gli ultimi due giorni (che saranno sempre piovosi) per vedere qualche Castello della Loira! Altro cambio di programma quindi! Il più velocemente possibile andiamo a Nantes e proseguiamo direzione Tours. Incontriamo il primo castello, quello di Montgeoffroy, ma purtroppo è già chiuso e la visita non è possibile. Proseguiamo e a Saumur, bella cittadina una breve pausa dalla pioggia ci permette di fare un giro intorno al castello, si prosegue poi fino a Chinon dove abbiamo la fortuna di parcheggiarci nel Camping de l’Ile Auger proprio sotto il castello e in riva al fiume Vienne. Una posizione romantica quando cala la sera e le luci si riflettono sull’acqua. E piove ancora!
Il mattino seguente la situazione è la stessa, arriviamo al Castello di Azay-le-Rideau, magnifica costruzione del primo Rinascimento (1518-29) specchiantesi nelle acque dell’Indre che le fa da fossato naturale. Entriamo lasciando Ari sconsolata e triste in camper. La ricerca del Castello successivo risulta indaginosa, perché usciti dalla strada principale per l’acquisto del pane, poi non riusciamo più a ritrovarla e perdiamo un bel po’ di tempo a girovagare per stradine e chiedendo informazioni. (quanto ho odiato il navigatore che non funzionava!) Finalmente ci troviamo di fronte all’ingresso del Castello di Chenonceau detto anche Chateau des Dames. Ari è alla disperazione, ha già capito che le aspettano ancora un paio di ore da sola…ci guarda sconsolata…ma non piange. La visita è gradevole, le stanze abbellite con grandi mazzi di fiori freschi che non riesco a non fotografare.
E’ il primo pomeriggio.. piove ancora e a questo si accompagna la certezza che ormai il viaggio è alla fine e che davanti a noi ci aspettano tanti chilometri per il rientro.
La sera, di nuovo fermi in un autogrill nei pressi di Chambery, ascoltando il rumore del vento e della pioggia, riandiamo col ricordo a tutte le avventure vissute e concordiamo che ripeteremo l’avventura camper.
Piove fino al confine, passato il Frejus (36,00 €) ritroviamo il sole e il caldo. Ultimo pranzo nei pressi di Torino, poi guido io, i miei compagni di viaggio dormono tranquilli! Nel silenzio penso e ho già nostalgia di questa piccola casa che stasera svuoteremo e domani riconsegneremo vuota, pulita e in ordine. Mi mancano già le immagini di quando era un caos totale (che Arrigo non ha voluto fotografassi), di quando la porta sfondata era stata aggiustata con dell’orribile scotch nero, di quando ho fuso un piatto provocando un odore terribile, di quando ci hanno suonato per avvertirci che fuori del finestrino del bagno svolazzavano i miei slip, di quando le mantelle sgocciolavano ovunque, di quando l’acqua del secchiaio è risalita dallo scarico del bagno perché il camper era in pendenza….ecc…ecc.
E ora nella mia grande casa mi restano solo questo racconto e tante foto.. e tanti ricordi!

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