Di Essaouira e dei feeling “a pelle”

Oltrepassi i bastioni per entrare nella Medina, e Essaouira ti appare come in un sogno, tutta bianca, blu e azzurra.
Sarà capitato anche a voi… (di avere una musica in testa? 😉 no… no…) di mettere piede in un posto e avere subito un’intesa, un feeling immediato. A pelle. Io vivo di sensazioni fisiche, e quindi queste cose le percepisco al volo.
Sono bastati i pochi minuti di cammino per raggiungere l’albergo perché questo posto mi folgorasse. Ha quell’insieme di vitalità e decadenza delle città di mare, e i bastioni fortificati tutt’attorno contribuiscono a creare un’atmosfera da avamposto sull’Atlantico.

La città non è molto grande, e la sua parte centrale, la Medina appunto, che è patrimonio dell’Unesco, diversamente da altre medine dove i vicoli si ritorcono uno nell’altro, ha una pianta prettamente squadrata. Ciò la rende facile da girare senza perdersi, come invece può succedere a Marrakech.
E’ veramente piacevole passeggiare tra i vicoli, soprattutto quelli più laterali dove finiscono le bancarelle e i negozietti, e ci sono solo le case degli abitanti; stradine strette e ombrose sormontate da archi che collegano le case, tutte dipinte di bianco blu azzurro e talvolta rosa, con le porte colorate, i muri ben tenuti in alcuni vicoli ma nella maggior parte molto scrostati dall’umidità e dalla salsedine che si insinua ovunque, è tutto un po’ diroccato e decadente, e per questo straordinariamente affascinante. E c’è una luce… è una città luminosissima, ariosa, anzi a dire il vero molto ventosa. Infatti oltre che da normali turisti è anche frequentata da molti surfisti e kitesurfers.
Su un lato della medina si trova il mercato alimentare, con i banchi di datteri e frutta secca, le macellerie con i tagli di carne appesi all’esterno alla mercé degli insetti (l’igiene è un dettaglio…), bellissimi banchi con cumuli di olive di diversi tipi disposte a piramide, e carrettini di frutta e verdura con il solito viavai di ogni mercato.
In qualche angolo si possono anche trovare chioschetti che vendono il succo della canna da zucchero estratto lì per lì, e poi immancabili ci sono i portatori di tè, che girano per le stradine a distribuire con vassoi i bricchi di tè caldo alla menta, per avventori che se lo bevono seduti in qualche angolo di strada mentre chiacchierano tra di loro.
Essaouira è anche un buon posto per comprare l’olio di argan, perché la zona principale di coltivazione di questo albero, la Valle dell’Argan, si trova proprio nei dintorni della città. Io ho preferito comprarlo qui invece che a Marrakech ma comunque mi sono fatta consigliare un rivenditore dal gestore del riad dove ho soggiornato.

La città è tutta circondata da fortificazioni e sulla parte più alta si trova una grande piattaforma affacciata sull’oceano dove si susseguono numerosi antichi cannoni che servivano per proteggere la città dagli attacchi via mare. Da lì si può godere la vista del mare, della medina e del porto. Vale la pena salirci al tramonto per vedere il sole che si inabissa nel mare.
Camminando lungo le fortificazioni si raggiunge la parte esterna dove si trova il porto. E’ bellissimo, vitale, sporco, disordinato, con alcune piccole darsene dove stazionano le barche da pesca, tutte uguali, tutte blu. Man mano che rientrano in porto scaricano il pescato e lo vendono direttamente lì al porto, per terra o su tavolinetti precari, e c’è di tutto, una grande varietà di pesci diversi e crostacei. Non forniscono solo i ristoranti o i mercati, chiunque può comprare ciò che desidera lì per lì, e volendo ci sono un paio di chioschi in cui ci si può far grigliare il pesce appena comprato, occupando un tavolo e pagando solo le bevande, a prezzi irrisori.
E poi ci sono loro, i gabbiani di Essaouira: sono loro i veri padroni della città, ce ne sono a migliaia, ovunque ma soprattutto al porto, li vedi alzarsi in volo o restare immobili come statue sulla punta di quache barca o su una rete da pesca, creando un movimento ininterrotto. Abbiamo avuto l’impressione che fossero considerati una sorta di portafortuna dai pescatori, comunque vengono nutriti con il pesce avanzato o non vendibile che viene lasciato un po’ ovunque nel porto e nessuno li caccia via quando si fermano o restano a svolazzare intorno ai banchi del pesce.

Per mangiare, oltre ai ristoranti all’interno della medina, ci sono una serie di chioschi/ristoranti situati tra la piazza e il porto, dove servono pesce freschissimo: si può scegliere quale farsi cucinare, in genere accompagnato dalla cosiddetta “insalata marocchina” (pomodori a pezzettini, cipolla, olio limone e harissa o pepe o peperoncino) e pane; alcuni di questi hanno anche vino o birra, e prima di sedersi si può contrattare il prezzo 🙂

Per dormire ci sono molti riad all’interno della medina, consiglio di sceglierne uno che abbia una terrazza, di solito c’è una bella vista sui tetti della medina e in alcuni anche sul mare. In alternativa ci sono anche alberghi e resort più grandi, al di fuori delle mura, oltre il porto lungo le immense spiagge che circondano la città.

Un’importante evento culturale di Essaouira è il festival della musica Gnaoua e musiche del mondo; si svolge ogni anno a primavera inoltrata/inizio estate. La musica Gnaoua è una musica etnica di popolazioni del sud del Marocco ma di origine dell’Africa più interna, e negli anni questo festival è diventato un importante punto di riferimento internazionale, frequentato da persone provenienti da diverse parti del mondo. Io però sono stata in città in un altro periodo e non l’ho visto.

Purtroppo ho passato in città solo poco più di ventiquattr’ore, poche per assorbirla appieno ma sufficienti per restarne ammaliata… naturalmente, la mia folgorazione immediata per questa città è sfociata in una specie di delirio fotografico, di cui qui vi mostro solo una parte.

Le informazioni su trasporti e altri dettagli potete leggerle qui: Marrakech e Essaouira: informazioni pratiche


5 commenti

  1. Pingback:Marrakech e Essaouira: informazioni pratiche - CiPiaceViaggiare

  2. Ciao ,grazie per aver creato questo articolo su Essaouira .Sono arrivata qua nel 2001 quando nessuno la conosceva.Ci vivo da 15 anni Buona giornata Silvana

  3. Avevo la sensazione che questo posto fosse speciale…e tu me lo confermi!
    Il delirio fotografico, poi, è la prova 🙂

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