Dubai e Emirati arabi 2009


Dubai, Emirates e “Le mille e una notte”

(diario di viaggio dal 7 al 15 marzo di Letizia)

Dubai e “Le mille e una notte” … vedo questa pubblicità su un ritaglio di giornale .. Dubai .. ormai è un MUST ! … e quando mi ricapiterà di andare in questi posti?!!
Decido subito che questa è un’occasione imperdibile e mi adopero subito per trovarmi compagni di ventura.
L'”occasione” è un pacchetto della Costa Crociere, volo andata e ritorno da Milano (compagnia neos), imbarco a Dubai su nave Costa Victoria e una settimana all-inclusive in giro per il Golfo Persico (ed oltre), ogni giorno un porto diverso … cose da mille e una notte!
Una crociera, proprio una “cosa da pensionati”!! .. ma come si fa a “cadere tanto in basso” dopo anni di avventure fly & drive in cima e in fondo al mondo?
In realtà Dubai è tranquillamente visitabile da soli (anzi, sto già pensando di ritornarci ..), ma le altre località sono già meno mondane e, trovandosi tutte sulla costa, sono raggiungibili al meglio via mare.
Inoltre in questo modo spero di poter sfruttare il tempo al massimo: azzerati i tempi di trasferimento, la nave si sposta la notte e ogni mattina scendi e sei già pronto … per nuove avventure!
Alla fine, poi, magari anche una crociera può piacere, è sicuramente un’esperienza nuova, anche se ancora non riesco a rendermi conto bene di come potranno funzionare tante cose … per esempio, come si farà a sbarcare (e re-imbarcarsi) tutti e 2500 passeggeri?
Come sempre ho cercato conforto nelle guide turistiche (“Oman, Yemen, EAU” e “Dubai, incontri”, entrambe Lonely Planet – attenzione, nella prima manca il Bahrein) e su Internet. Sul sito tripadvisor.it c’è un intero forum specifico su questa crociera (Costa fa partenze ogni settimana) dove viaggiatori rientrati ed in attesa di partire si scambiano “dritte” utili. Così apprendo che, in effetti, l’età media si avvicina ai 70 .. ma alla fine pare sia un’opportunità: molti neanche sbarcano mai .. e così per gli altri le operazioni “logistiche” dovrebbero essere più agevoli … boh!
Anche la stessa Costa mi ha mandato parecchia documentazione, invitandomi comunque sul loro sito per soddisfare tutte le curiosità e “personalizzare” il mio viaggio; sì perché il pacchetto è inclusivo di aereo, vitto ed alloggio, ma non delle varie escursioni “a terra”.. nel caso si decidesse di scendere!!
In un post su TripAdvisor leggo che in questa escursioni organizzate “è come essere in gita scolastica”; d’altra parte le giornate a terra sono corte: sbarco alle 9 e ripartenza della nave dal porto alle 18 (un giorno alle 13 ed un altro alle 19).. si rischia di perdere la maggior parte del tempo ad organizzare il da farsi ed alla ricerca dei posti da visitare.
Ancora una volta, forse a Dubai sarà diverso, taxi ovunque e poi pare che abbiano anche il sightseeing con i bus a due piani, e tra poco inaugureranno la monorotaia (la tranvia è arrivata anche qui!!!).
La mia sensazione è confermata dall’operatrice della Costa (vabbè che loro devono vendere…): queste escursioni sono ormai supercollaudate e calcolate al minuto sui tempi di sbarco e re-imbarco della nave.. fra l’altro non mi sembrano neanche eccessivamente care, circa 50-60 eur per 4-6 ore, al max 115 eur quando includono la cena.
Cerco di informarmi anche sull’aspetto “telecomunicazioni”: sembra che le navi Costa siano un po’ succursali viaggianti del nostro Paese, durante la navigazione si telefona con apparecchi GSM TIM e, volendo, da un numero di casa in Italia facendo il 170 ci si può far passare la nave ed il numero di cabina desiderati.
Trascorro l’ultimo venerdì pomeriggio al telefono con Costa e QNSC (è l’agenzia con la quale ho fatto la prenotazione telefonica/on line) con l’ultima lista di domande (meno male che hanno il numero verde!!) e poi decido di “abbandonarmi” tra le braccia della mega organizzazione di questo colosso internazionale del turismo da crociera (oggi Costa è controllata al 73% dal gruppo statunitense Carnival).
Anche il timing dei voli aerei sembra essere stato pensato per chi ha tempo che avanza e predilige le comodità: partenza da Milano di sabato alle 16:10 e rientro la mattina della domenica successiva alle 8:10 … in pratica si perdono 2 giorni, ma niente levataccia e rientro a casa per l’ora del thè.
Dalla stazione di Milano andiamo a Malpensa con il solito pullman (7 eur a testa, circa 45 mins – il treno costa 11 eur, uno scandalo di queste lobbies del trasporto su gomma!) che si prende lì davanti… uno dopo l’altro, partono appena riempiti.
Al check-in riceviamo subito il benvenuto di una hostess Costa che ci aiuta per le formalità e mette una speciale etichetta alle nostre valigie: le ritroveremo a bordo della nave, direttamente nella nostra cabina.. wow!!!
Volo aereo standard, apparecchi medi (file da 6 posti), drink di benvenuto, snack e cena.. durata complessiva 5 ore e mezza, c’è anche il tempo di vedersi il film.
Gli EAU (Emirati Arabi Uniti) sono 3 ore avanti rispetto a noi: non ho mai viaggiato ad Oriente e francamente apprezzavo la sveglia alle 4 del mattino negli Usa o in Messico, dove le giornate erano letteralmente scandite dal sole (a letto con le galline ..), qui sarà “levataccia” per una settimana, e la sera sarà dura prender sonno .. vabbè che su questa nave le attrattive non mancano .. e poi dovrò scrivere il diario, voglio cristallizzare ricordi, pensieri e sensazioni di queste giornate.

Domenica 8 marzo – Dubai
L’aereoporto di Dubai è.. enorme!! (non hanno certo faticato a trovare una zona pianeggiante..) ..è ancora parzialmente in costruzione, come tutto il resto qui!
All’aeroporto di Dubai ci accolgono impiegati dell’immigrazione vestiti col tradizionale abito bianco candido (thobe o dishdasha) e l’ampio fazzoletto (gutra) tenuto dall’agal (il cordone nero, anticamente utilizzato per legare i cammelli di notte)… sa un po’ di messinscena, ma crea subito l’atmosfera.
Saliamo sulla la navetta Costa che dopo 20 minuti ci scarica a Port Rashid, il porto turistico di Dubai, tra la foce del Creek (sembra un fiume, ma in realtà è un lembo di mare che ha riempito questa profonda frattura in mezzo al deserto) e l’inizio del lungomare, la Jumeirah Road.
Le operazioni di imbarco sono abbastanza complesse, si ha la sensazione che siano tutti in preda a paranoia da sicurezza… in realtà poi scopriremo che negli Emirates delinquenza, microcriminalità etc non esistono: gli “indigeni” (30% delle popolazione) sono tutti parecchio ricchi ed orgogliosi della loro quiete e benessere (ci sono sanzioni per chi litiga per strada); mentre gli immigrati si suddividono tra dipendenti di multinazionali (che vivono in gated communities) e poveri cristi che lavorano come schiavi negli enormi cantieri (prevalentemente indiani, pakistani e filippini) e che sono sottoposti a rigide regole locali (chi non lavora o “disturba” viene subito rimpatriato.. come da noi, insomma!).
Ci “sequestrano” il passaporto, dandoci in cambio una fotocopia che dovremo tenere con noi per tutta la settimana ed esibire ad ogni sbarco ed imbarco. Inoltre – indispensabile per tutto ciò che riguarda la vita di bordo – in cabina troviamo le nostre Carta Costa: documenti identificativi, strumenti di pagamento, pass di accesso etc. (una versione sofisticata delle collane di palline del Club Med).
La nave ha 10 piani + terrazza con piscina, 2 adibiti a sottocoperta “di servizio” (sale macchine, alloggi equipaggio etc.) per cui si entra e si esce dal 3° piano.
Ovunque ristoranti, buffet, grill, pizzerie, tea rooms che si alternano no-stop  sulle 24 ore… noi infatti arriviamo che sono le 2 di notte e ci viene subito offerto uno “spuntino” di benvenuto.
Benissimo!!!… adoro aver la possibilità di mangiare quando ho fame (ora poi, con 3 ore di differenza sarebbe dura ..) e soprattutto poter vedere prima di scegliere …
Io vorrei sempre provare tutto, ma dopo aver ordinato fegato in Svizzera ed una zuppa di frattaglie in Portogallo (il piri-piri, ci allettava il nome..) preferisco verificare almeno l’aspetto!!
Alla fine dormiamo solo 3 ore, ma davvero non posso pensare che siamo al porto di Dubai, vedere dal ponte i suoi incredibili grattacieli e non precipitarmi giù!
Dalla documentazione e le varie guide mi sono fatta l’idea che sono tre le aree di maggior interesse di Dubai: il nuovo quartiere sul lungomare (Jumeirah) che arriva fino al mitico Burj Al Arab (la “vela”) e le due zone della città vecchia separate dalla foce del Creek: Bur Dubai e Deira.
Decidiamo di partire “dal passato”, saltiamo su uno dei taxi che aspettano ai piedi della nave e ci facciamo scaricare nel cuore di Bastakia (antico quartiere fondato da ricchi mercanti persiani provenienti da Bastak, Iran meridionale), presso la stazione degli abra, le imbacazioni di legno che fungono da taxi e da attrattiva lungo le acque del Creek.
Qui i grattacieli si stagliano solo in lontananza, mentre la vita del quartiere è ancora legata al fiume, ai commerci dei souq (o souk, mercatini artigianali) e dei mille negozi di tessuti ed ornamenti tradizionali che riempono questo labirinto di vicoli.
Dice che questo sia l’unico quartiere sopravvissuto al tempo (ai primi del ‘900 Dubai era solo un villaggio di raccoglitori di perle) perché per le sue costruzioni furono scelti materiali più resistenti rispetto al tradizionale legno di palma: pietre di corallo e conchiglie, impastate con gesso e calcare.
Ma ovviamente quello che colpisce è l’architettura .. tutti gli edifici hanno tetto a terrazza, verdi e freschi cortili interni, ma soprattutto bellissime decorazioni murarie, dipinte ma più spesso realizzate con graticci, intarsi e “trine” nella pietra.
Passeggiamo anche lungo il Creek-font … da un lato sfrecciano abra stracolmi (solo uomini !!), dall’altra si alternano moschee (una, iraniana, completamente rivestita di mosaico verde smeraldo) e bei palazzi con le caratterische “torri del vento” (antesignane degli odierni sistemi di condizionamento aria), mentre sullo sfondo troneggiano i due modernissimi grattacieli Rolex.
Alle 11 “chiudiamo il giro” del quartiere e, visto che ci resta ancora un po’ di tempo prima che la Costa Victoria molli gli ormeggi, ne approfittiamo per rendere omaggio al Burj Al Arab (letteralmente “Torre gli arabi”, ma conosciuta al mondo come “la vela”).
Il tassista percorre tutta la Sheikh Zayed Road, la strada principale di Dubai, intitolata all'”architetto” degli Emirati Arabi Uniti (e suo Presidente dal 1971 al 2004) Sheikh Zayed bin Sultan Al Nahyan: in questa zona del Golfo, dopo la scoperta del petrolio alla fine degli anni ’50, una sola generazione ha creato il nuovo “ombelico del mondo”, la New York asiatica, il posto dove tutti voglio andare – a lavorare, a far shopping, anche solo a vedere – almeno una volta nella vita (si stima che dei 1.4 milioni di abitanti, circa il 90% sia rappresentato da immigrati provenienti da oltre 160 paesi). La Sheikh Zayed Road è famosa anche per la sua sfilata di grattacieli dalle incredibili architetture, alcuni finiti, molti altri ancora in costruzione… leggo che il 76% delle gru mondiali sono attualmente a Dubai.
Il Burj Dubai (www.burjdubai.com), destinato ad essere l’edificio più alto al mondo (quasi 1 km), cresce di un piano ogni 4 giorni e sarà in parte arredato da Giorgio Armani che vi aprirà un suo hotel.
La futuristica Rotating Tower del fiorentino (?) David Fisher, detta anche “Green Tower” (dotata di  48 pale eoliche, produrrà energia pulita in quantità superiore al proprio fabbisogno) è anche considerata il primo esemplare di “Dynamic Architecture” (i suoi 68 piani potranno ruotare autonomamente dando così all’edificio l’idea di continua mutevolezza).
Siamo senza parole e non sappiamo dove girarci, mentre il taxi sfreccia in mezzo a questa moderna meraviglia… ma la fine della corsa ci riserva il meglio, “la vela”, il primo albergo a 7 stelle del mondo: le malelingue sostengono che questa categoria sia solo una trovata pubblicitaria, ma è chiaro che si tratta di qualcosa decisamente sopra le righe … non fosse altro per il suo “menu” di 13 diversi tipi di cuscini da poter scegliere per dormire a 2,000 Eur a notte … proprio il caso di dire “sogni d’oro” !!!
Il “gioiello” è mega-blindato, gli addetti alla sicurezza aprono la sbarra solo a chi ha prenotazioni per l’albergo o i suoi ristoranti e locali (1 caffé 60 €) … ai comuni mortali non resta che goderselo dalla spiaggia pubblica che si raggiunge in 10 minuti a piedi, oltrepassato lo splendido Jumeirah Hotel (ha la forma di un’onda in procinto di infrangersi).
Mentre siamo lì, intenti ad immortalarci accanto a questo monumento al futuro (c’eravamo anche noi !!!), la nostra attenzione cade sulla curiosa scena che sta andando in onda in spiaggia: ragazze occidentali in bikini prendono il sole o giocano con gli amici mentre – sul muretto lungo la strada – una schiera di “indigeni” in contemplazione con sguardi allupati, sgomita e (si intuisce) s’intrattiene con battute da spogliatoio.
Lì troviamo anche il taxi che ci riporta all’imbarco… meno male, perché è ormai già tardi e per arrivare a Port Rashid ci vuole circa mezz’ora.
Per l’intero giro della mattinata (3 passaggi) abbiamo speso circa 100 Dirham, mance incluse (20 €), ma senza contrattazione, perché a Dubai i taxi hanno tutti il tassametro.
Questa “botta di civilizzazione” però non è ancora arrivata ai mezzi elettronici (neanche in Italia, se è per questo… ma per motivi fiscali!) e quindi si paga solo per contanti.
Del resto, se si decide di “scendere a terra”, qualche spicciolo ci vuole ….. ma è incredibile come, con questi viaggi mega organizzati dalle multinazionali del turismo, le opportunità di trasferire soldi alla popolazione locale siano praticamente azzerate.
All’imbarcadero di Dubai c’è l’ufficio cambio, ma gli Emirates hanno ciascuno la propria valuta e, teoricamente, ogni tappa della crociera richiederebbe monete diverse… per fortuna si capisce presto che dollari ed euri sono più che ben accetti ovunque (chiaramente ad un “tasso sommario”) …. mi ero già vista tornare a casa con una collezione numismatica !!
Saliamo a bordo stanchi, accaldati (ci sono 21-26°, ma il sole scotta parecchio) e affamati ma soddisfatti.. per il tempo che avevamo ci sembra di aver fatto miracoli .. e comunque avremo ancora un altro giorno e mezzo in questa città, alla fine della crociera.
Pranzo a buffet … ci portiamo il vassoio sulla terrazza coperta di poppa e mangiamo con la vista di Dubai che si allontana  … la nave ha lasciato il porto e i grattacieli sfumano nella foschia dell’afa desertica.
Peccato che questa atmosfera da cinema sia disturbata dalla martellante musica del bar: finisco più velocemente possibile e fuggo via … ne approfittiamo per fare un giro panoramico della piscina .. lettini prendisole ovunque che non si sa quasi dove mettere i piedi .. eccoli i vacanzieri da crociera!!
Ma questa volta ci facciamo contagiare, la stanchezza e l’abbiocco post-prandiale hanno il sopravvento e così stramazziamo collassati anche noi …. mi abbandono al  sole e alla brezza di questa insolita quanto improvvisa atmosfera da “paradiso terrestre” (ieri eravamo a Firenze con -2) quando un altoparlante mi riporta bruscamente sulla terra (anzi, sul mare!) informando dell’imminente esercitazione di sicurezza che coinvolgerà obbligatoriamente tutti, passeggeri e membri dell’equipaggio. …. fa molto “Titanic”, ma meno male che si scherza: dobbiamo prendere il salvagente dalla nostra cabina, indossarlo e recarci ad appositi punti di raccolta dove ci schierano come per salire sulle scialuppe per l’ammaraggio.
Il tutto si conclude con avvisi in 5 lingue diverse e poi ognuno può riprendere i propri “ozi” .. noi dobbiamo tornare subito in  cabina a darci una sistemata .. ci è toccato il 1° turno per la cena, quello delle 18:30, meno male, almeno così per le 19 si mangia … non voglio neanche immaginare quelli delle 20:30 !!
La sera, infatti, non c’è il buffet ma si cena à la carte (scegliendo fra tre alternative per ogni portata) nel salone del ristorante principale ad un tavolo pre-assegnato. Parecchia scena, come immaginabile, con tanto di sfilata di dame in mises improbabili e sciami di fotografi di bordo che vogliono immortalarti di fronte ad ogni pietanza (senza obbligo di acquisto).
I tempo dilatati di queste cene (io in genere mangio in 10-15 mins .. anche al ristorante!) mi lasciano il tempo di riflettere su come le crociere siano ancora oggi uguali a loro stesse.. da 200 anni.. forse di più: evidentemente il cliché del “lusso”, degli spaghetti, di RaiUno anche a 5 mila km da casa, delle serate di gala con gli animatori che invitano a ballare le signore ospiti, è ancora vincente … ma magari ad un certo punto la Costa dovrà adeguarsi alla nuova generazione di “pensionati” che – se il loro reddito consentirà ancora di andare in crociera – forse preferiranno pizza a taglio, ma vorranno il wi-fi in cabina !
Comunque anche adesso Internet a bordo non manca, basta pagare! Al 12° piano, c’è un lussuosissimo Internet Point al quale si accede con la mitica carta Costa…. (8 € per mezz’ora).
La serata si conclude con buffet di pasticceria a mezzanotte: dolci e frutta di ogni genere, ma soprattutto … incredibili fiori e sculture di frutta… proprio roba da 1000 e una notte !!

Lunedì 9 marzo – Oman
Il giornalino di bordo “Today” (che ogni sera ci viene fatto trovare in cabina con il programma del giorno) ci informa che per l’escursione di questa mattina “Muscat la mistica” siamo attesi a raccolta alle 9 al Teatro.
Sebbene le partenze per le diverse mete siano state scaglionate ogni 15 minuti, “ovviamente” i nostri pensionati si precipitano tutti alla stessa ora e così si crea un po’ di ingorgo … ma niente rispetto a quanto temevo quando cercavo di immaginarmi lo sbarco di migliaia di persone… 🙂 .. per ogni tour ci sono più gruppi da 30-35 persone… ci attaccano un numerino tipo badge al quale ci dobbiamo affidare per l’intera giornata, è sul nostro autobus e sulla paletta sventolata dalla guida.
Parte la “carovana”… è vero, può sembrare una gita scolatica, ma non credo proprio che in 5 ore saremmo riusciti a fare così tante cose, poi la guida ha spiegato e raccontato per tutto il tempo.. direi 55 € spesi bene.
Il porto di Muscat (che in arabo significa “ancoraggio”, capitale dell’Oman, siamo usciti dagli EAU) al quale siamo attraccati ha alle spalle la città vecchia, mentre più nell’entroterra – in mezzo a spettacolari scure colline di origine vulcanica – si trovano Ruwi e Mutrah, nuove zone residenziali piene di concessionarie auto internazionali (la guida puntualizza orgogliosamente che ci sono anche Ferrari e Lamborghini).
Qui macchine e benzina costano poco.. l’intero Paese è in mano alle compagnie petrolifere (Shell in particolare), la popolazione non conosce povertà e non c’è tassazione personale. Tutto questo “per gentile concessione” del sultano Qabus che, nel 1970, dopo studi in Inghilterra, fu “aiutato” dai britannici (un colpo di stato) a succedere al padre “troppo conservatore” (e probabilmente ostile alle politiche anglosassoni ed agli interessi delle multinazionali degli idrocarburi).
Ma per ora la cosa ha funzionato, ed almeno finché dura il petrolio si può immaginare che la popolazione locale continui a godersi il proprio “rinascimento” sul percorso di modernizzazione ed apertura internazionale iniziato con l’attuale capo di stato (nel 1998 Qabus ha ricevuto l’International Pace Award dal Consiglio Nazionale per le Relazioni tra gli Stati Uniti ed il mondo arabo).
La nostra prima tappa è la Grand Mosque, una delle poche moschee visitabili da noi “infedeli” qui nella zona del Golfo … guarda caso, donata da Qabus al suo popolo in occasione dei 30 anni sultanato.
Le donne devono coprirsi braccia, gambe e capelli e passare al vaglio di un apposito servizio di “vigilanza islamica”, poi ci leviamo le scarpe e siamo dentro: la sala di preghiera degli uomini (le donne hanno una zona diversa, più piccola, perché loro non sono neanche obbligate ad andare alla moschea … causa incombenze domestiche, possono pregare da casa).
Il sultano, che ha voluto dar sfoggio della propria “mondanità”, l’ha arredata con mega lampadari Swarosky, marmi italiani, legno norvegese, finestre francesi .. per fortuna il mix è stato fatto con un certo buon gusto, ma in ogni caso l’attenzione è all’incredibile tappeto… uno dei più grandi del mondo (70×60 mt), realizzato da donne persiane in 4 anni.
Rientriamo a Muscat porto e ci immergiamo nel tradizionale souq dove siamo letteralmente trascinati in ogni negozietto .. davvero un’impresa! I prezzi sono davvero abbordabili, loro “ci sanno fare” (da veri mercanti arabi), e così usciamo con incenso, mirra, profumo, un taglio di stoffa, un ciondolo in argento ed un tradizionale copricapo (quello a forma di colbacco, ma di cotone bianco ricamato)…. e giusto perché non trovo il mio numero per le scarpine con la punta all’insù !!
Meno male che la guida ci ha richiamato a raccolta dopo 45 minuti … rimontiamo sul pullman destinazione Museo Bait-Az-Zubair, una collezione di utensili, gioiello e abiti della tradizione omanita.
All’uscita ci vengono offerti datteri (è un must locale, pare ce ne siano di tantissime varietà) e Qahwa, un caffé corretto con cardamonio, zafferano e acqua di rose (ritenuto maleducato non berne almeno due tazze con l’ospite) .. mah, in questo momento preferirei quello della Illy !!
L’ultima sosta è all’esterno del palazzo Al-Alam, una delle 5 diverse dimore del Sultano (oltre ad un mega-yacht che troneggia nel porto di Muscat, proprio accanto alla nostra nave).
La posizione di questo colorato ed originale edificio degli anni ’70 è suggestiva: su una spianata di marmo tirato a lucido e aiuole fiorite; sullo sfondo fanno da cornice le solite montagne laviche sulle quali si stagliano numerosi fortini secolari.
Rientriamo alle 2 passate con una gran fame… ma prima che l’abbiocco prenda il sopravvento risbarchiamo di nuovo (la Victoria salperà alle 19 per Fujairah .. alle 18:30 tutti a bordo!)
Avevo letto che a poca distanza dal porto c’era un interessante acquario e così negoziamo un passaggio con un tassista … qui non ci sono i tassametri di Dubai ..
Purtroppo è tutto sprangato, il lunedì chiude alle 14 .. meno male che almeno abbiamo fatto una bellissima strada fiorita che si insinua tra queste montagne scure .. su quella che domina il porto c’è un’enorme incensiera-monumento.
Tornando indietro ci facciamo lasciare a souq .. casomai ci fosse sfuggito qualcosa stamattina !!! … in realtà ne approfittiamo per fare anche un giretto per i vicoli della città vecchia: un po’ sgarrupati ma nel pieno di un’ondata di ricostruzione a tappeto .. forse tra qualche anno ..
Questa sera avrei voluto telefonare, ma non c’è campo .. non è affatto vero che TIM subentra appena siamo in navigazione .. in realtà pare che sia necessario anche essere al largo, mentre qui la rotta è praticamente sempre sotto costa.
Mi informo per chiamare dalla cabina: 6,5 € / min … allora meglio Internet !!

Martedì 10 marzo – Fujairah
Entriamo nel porto di Fujairah alle 7… oggi la giornata sarà forzatamente più corta, salperemo per Abu Dhabi già alle 16 …. vorrà dire che ne “approfitteremo” per fare un po’ di vita di crociera !
La solita navetta sottobordo ci scarica al parcheggio dei taxi in una zona polverosa in mezzo allo scalo portuale; uno sciame di tassisti si precipita e si accapiglia per offrirci la corsa .. sembrano tutti della stessa compagnia, per cui confidiamo che si mettano d’accordo tra loro .. invece, già a bordo di un’auto, assistiamo ad un’accesa discussione che ad un certo punto sembra sfociare in rissa .. momento di panico, poi il nostro autista minaccia di investire un suo “collega” che gli blocca la strada, questi desiste (si vede che qui “fanno sul serio”) e così siamo in viaggio verso il Forte di Fujairah, una costurzione del 1500 che sovrasta la vecchia cittadella al bordo di un’oasi di palme da dattero.
Fortino e villaggio, manco a dirlo, sono in ristrutturazione (un po’ troppo a mio avviso, rischiamo di apparire “finti”), ma nell’insieme l’architettura è comunque notevole.
Ci avventuriamo nell'”oasi” .. forse dovrà essere “ristrutturata” anche questa, per il momento è una selva di palme in un fitto sottobosco di zolle, arbusti e … spazzatura..
Da una parte c’è un “accampamento”, non tende ma baracche di lamiera e plastica.. ma con decine di enormi parabole !! un gruppo di uomini intorno al fuoco (ci sono 30 gradi !!) bevono caffé e .. oziano.  In alcuni recinti tengono degli animali: capre, un toro ed alcune mucche, di quelle indiane con la “gobba”: scattiamo un po’ di foto e loro ci fanno cenno di avvicinarci  … così alla fine li immortaliamo, lasciamo 20 Dirham (4 €) e ci congediamo tra vari salam… (qui salve si dice as-salàm aleikum,…..ora capisco l’origine della nostra espressione “salamelecchi” per indicare un ridondante rituale di convenevoli).
Costeggiamo il Fujairah Museum, ma ne abbiamo abbastanza di ritratti di tutte le dinastie dei regnanti, e così saltiamo su un altro taxi e ci facciamo portare al mercato del pesce. Questo è sicuramente autentico, anche se non siamo gli unici turisti ad aggirarsi tra i banchi, dietro gli sguardi perplessi e un po’ seccati dei venditori e delle donne coperte dai tradizionali abeyya (la lunga veste, generalmente nera) e burqa (il velo che copre il viso) che lasciano intravedere solo misteriosi occhi scuri.
C’è veramente di tutto, anche pesci “nostrani” ma qui hanno dimensioni mai viste … qua e là squaletti agonizzanti (molto usati nella cucina locale) e nell'”agorà” schiere di “pulitori di pesce” muovono velocissimi affilati coltelli, pettini desquamatori ed altri tradizionali attrezzi del mestiere.
Fujairah è famosa per le sue spiagge, così – incuriositi – attraversiamo la corniche (il lungomare) per affacciarci sul lido … niente di che, ma sicuramente siamo nella zona sbagliata .. qui anche Costa ha nel proprio carnet un’escursione in un resort sul mare, per ben 63 € a testa.
Ci rimane ancora un po’ di tempo e così ci facciamo contagiare dalla febbre da shopping, quello “serio” da Mall !! (c’è chi ci s’era fatto portare fin da questa mattina presto..).
Il taxi ci scarica di fronte al Lulu Hyperkarket (è una catena negli Emirates), palazzone con bandierine e megaparcheggio regolamentari … (qui i parcheggi hanno tutti la copertura … d’estate si sciolgono anche le macchine !!)
In realtà non si tratta di un vero e proprio mall come quelli ai quali ci siamo ormai abituati: supermercato al piano terra e sopra abbigliamento e varie.. sembra più una Standa di periferia…. solo lo stand dell’abbigliamento femminile tradizionale vale davvero la pena di una sosta (e di acquisto), un trionfo di colori, strass, paillettes, ricami e decori vari su questi “completi” (veste più o meno lunga, pantaloni e sciarpa coordinati.. quest’ultima per coprire i capelli in “assetto da moschea”).
Molti sono davvero kitch (anche se stupendi da guardare), altri belli anche da indossare… ne acquisto uno sul verde smeraldo, tutto ricamato, per soli 55 € !!
Lo shuttle della Costa ci riporta direttamente sottobordo, oggi niente fuga ! .. la nave salpa alle 16 spaccate sulle note (a tutto volume) di “Partirò” di Andrea Bocelli.
Ci sdraiamo un po’ sui lettini in relax, mente giù in piscina si alternano attività di tutti i generi: lezione di merengue, acquagym, pittura su ceramica … val proprio la pena venir fin qui !!
Nel Teatro di bordo assistiamo ad un’introduzione di Dubai, tenuta da uno degli animatori .. (casomai avessimo qualche dubbio su quanto incredibile e pazza sia questa città !) e poi andiamo speranzosi all’appuntamento ufficiale per i giocatori di Bridge nella sala da gioco: putroppo non si presenta nessun altro, solo l’animatrice con carte e bidding box. Non è che non ci siano giocatori, ma vediamo in giro tavoli di briscola, burraco e qualche altro gioco tedesco … ma bridgisti nessuno !!
Strano davvero, avrei detto che il popolo dei crocieristi coincidesse parecchio con quello degli amanti del grande slam !
Stasera doppiamo di nuovo lo Stretto di Hormutz, direzione Abu Dhabi (capitale degli EAU): dalla nave si intravedono i profili montuosi dell’Iran e, in mare, una lunga fila indiana di navi .. tutte una dopo l’altra, sembrano formiche !! Questo è il “rubinetto” geopolitico del petrolio: in più occasioni l’Iran ha minacciato di bloccare il transito al 70% dell’oro nero mondiale.

Mercoledì 10 marzo – Abu Dhabi
Saliamo sul ponte per la colazione che la Costa Victoria si sta avvicinando al mega porto industriale di Abu Dhabi. A differenza di Dubai, che già da tempo sta diversificando i propri affari (parecchio nel turismo), questa città si trova nella zona più ricca di petrolio degli Emirati ed è ancora completamente ed esclusivamente dedita all’industria degli idrocarburi e del suo indotto.
Anche qui sono tutti devoti alla famiglia dello Sheikh Zayed bin Sultan Al Nahyan (quello della strada di Dubai) che negli anni sessanta fu protagonista della fondazione degli Emirati Arabi Uniti (con “l’aiuto” degli inglesi) e diede il via al “rinascimento” di quest’area del Golfo.
Il pulman sfreccia sui larghi viali e subito salta all’occhio la ricca e curata vegetazione di palme, bassi alberi fioriti, aiuole coloratissime e, lungo il mare, anche mangrovie.
In generale qui c’è parcchio più verde .. ma come fanno con l’acqua??! (piove in media 5 volte l’anno). La guida ci spiega che il maggiore approvvigionamento viene dai desalinizzatori (1 lt di acqua dolce da 6 lt di acqua di mare), poi Abu Dhabi beneficia di una sorgente sotterranea, ed infine i liquami cittadini vengono processati chimicamente e poi usati per annaffiare (e concimare !) prati e aiuole… non si spreca neanche una goccia di “oro blu” che qui, letteralmente, costa più del petrolio.
L’enorme city si trova in cima ad una penisola.. una selva di grattacieli bellissimi … dal mare lo skyline ricorda New York o Chicago, anche se qui il panorama è spesso tradito da centinaia di gru.
In effetti l’interà città è work-in-progress: la nostra guida sottolinea con orgoglio che qui fino a 50 anni fa (prima della scoperta del petrolio) c’erano solo deserto, palme e qualche tenda. Oggi nessuno vive più nel deserto, ma i locali amano andarci a fare le “scampagnate fuori porta” con amici e parenti … nel ricordo dell’antico tempo che fu.
I cantieri sono davvero ovunque… chissà come sarà a tornare qui anche solo tra un paio d’anni .. sono già affascinata dalle gigantografie che coprono i lavori e mostrano i progetti di queste autentiche opere d’arte: si dev’essere concentrato qui tutto il meglio dell’architettura mondiale !!
Lasciamo il centro (dove, ci dicono, vivono solo gli immigrati stranieri) per entrare in una zona più verde e tranquilla dove gli indigeni abitano in sontuose ville (tipo Beverly Hills, ma senza colline ..), poi all’improvviso si staglia davanti a noi la Moschea Bianca, veramente incredibile !! …. Noi pensavamo di aver già visto la più grande, la più bella, con i migliori lampadari e tappeti di tutto il mondo arabo, ma questa le batte tutte, sotto ogni profilo; anche in termini di organizzazione, visto che vengono forniti abbeya e velo neri a tutte le signore .. molto coreografico…
Questa escursione si chiama “Viaggio nella Abu Dhabi culturale”, per cui non poteva mancare una tappa alla Fondazione Culturale: nella sua moderna ed elegante sede sono ospitati la biblioteca (più di 20 mila volumi, alcuni antichi e preziosi, come una bibbia manoscritta), sale per teatro, conferenze e concerti, mostre contemporanee ed un curioso centro per lo sviluppo ed il sostegno dei “giovani talenti” (in tutti i campi) .. una specie di mecenatismo moderno.
Dopo questa pausa di sobrietà, l”‘itinerario del turista” prevedere una tappa all’Emirates Palace, un’incredibile albergo in mezzo ad un parco da mille e una notte che sembra proprio il palazzo del sultano delle fiabe (114 cupole, 2000 persone di staff… se penso che la Costa Victoria ne ha 800..).
Il gruppo si sposta poi sulla Lulu Island (ho scoperto che “lulu” vuol dire perla .. tutti gli Emirati un tempo basavano parte delle propria econonomia su raccolta e commercio delle perle), anche quest’isola è rigorosamente “comparsa” dopo gli anni ’50 (è artificiale): è il punto più panoramico per vedere l’intera City, e noi facciamo un photo-stop proprio sotto l’enorme bandiera che celebra la firma dei trattati di creazione degli EAU.
Tornando indietro percorriamo un tratto della suggestiva corniche e finiamo “in bellezza” all’Abu Dhabi Mall: è proprio un mega mall internazionale (non come quello di ieri !), anche la guida ci avverte che non avrà molto senso fare shopping delle nostre marche (qui anche ad un prezzo analogo), ma vale la pena dare un’occhiata per farsi un’idea, anche solo dell’architettura.
In realtà è abbastanza standard, sa veramente di poco, ma trovo Starbucks (!) e la possibilità di poter gustare un “sigle espresso” ridà subito senso a quei quaranta minuto spesi tra Zara, Bata, Tommy Hilfiger etc.
Fine del tour ufficiale e rientro in nave, dove ci attende un gustoso buffet a tema orientale (cambia tutti i giorni).
Oggi la Victoria salpa alle 18, e così ne approfittiamo per evadere di nuovo… solita navetta fino a fuori dal porto e taxi (questi non possono entrare nei porti, solo a Dubai è loro consentito).
Ci facciamo portare al “Palace Fort”, la costruzione più antica di Abu Dhabi (1761), un tempo residenza della famiglia regnante … dice sia molto bello, ma adesso – tanto per cambiare – è in fase di restauro e chiuso al pubblico.
Decidiamo di salutare Abu Dhabi dalla sua corniche, dove arriviamo attraversando il bellissimo Al Markaziyah Garden, un parco con tanti fiori, fontane e giochi per bambini, affacciato sul mare e circondato dai più bei grattacieli della city.
Nel mondo islamico esistono parchi “normali” come questo, ma anche molti giardini per sole donne (con bambini maschi fino a 7 anni di età): all’interno di altissime mura le signore possono “liberarsi” di abeyya e burka (anche se negli Emirates la maggior parte delle donne copre solo i capelli) e sfoggiare minigonne ed altri vestiti alla moda (rigorosamente firmati).
In realtà, parlando con le guide ed altre persone locali, sembra che le donne arabe non si sentano affatto costrette nei loro abiti ipercoprenti, così come quasi tutti gli uomini indossano con disinvoltura la loro veste bianca: pare sia un modo per non distinguersi in pubblico, per essere tutti uguali e non venir giudicati per l’aspetto fisico, l’abito etc. … secondo loro siamo più noi occidentali ad essere schiavi delle mode e dell’apparenza ! (… interessante punto di vista, non fa una grinza … )
Sul lungomare troviamo anche un incredibile e bellissimo sottopasso, con luci, fontane, fiori e mosaici .. non avrei mai immaginato di ammirare e fotografare una cosa del genere !
Stasera sulla nave c’è uno spettacolo organizzato dallo staff di bordo… in realtà la maggior parte di loro sono quelli che già si esibiscono al piano bar .. bravi, ma niente di più di una carrellata di canzoni famose. Invece, più tardi, gli animatori fanno dei veri e proprio giochi con il pubblico… proprio roba da villaggio-vacanze anni ottanta !! Il tutto si conclude con un mega buffet di mezzanotte con incredibili sculture di frutta e di ghiaccio (!) e una valanga di cibo di ogni genere, disposto lungo l’infinito corridoio interno delle cucine .. anche un modo per mostrare ai passeggeri dove vengono preparati tutti i loro pasti, e dare una sorta di riconoscimento ai cuochi che osservano fieri le loro ultime creazioni.
Mi viene da pensare che, forse, anche su questa “abbondanza” le crociere dovranno ridimensionarsi: senza necessariamente dover far pagare 1 € per l’uso del W.C. (l’ultima trovata di Ryanair – la compagnia aerea “no-frills” per eccellenza), ma anche qui dovrà prima o poi essere applicata la logica del pay-per-use. In effetti credo che chiunque avrebbe preferito pagare questo viaggio 1,000 € anziché 1,300 € e non avere buffet 7/24, cene di gala tutte le sere e tanto di quel cibo a disposizione che dopo ogni pasto sembra che nessuno abbia mangiato. La logica del “visto che ho pagato, sfrutto !” non è più sostenibile, sia perché l’all-inclusive costa, sia perché origina abusi e sprechi che davvero offendono …
Fra l’altro, non è neanche detto che queste formule accontentino tutti, come anche per gli spettacoli che vengono “offerti” a bordo: non si può scendere, non ci sono alternative, per cui, già che siamo qui e dobbiamo ammazzare il tempo serale ci si accalca alle attività previste dallo staff dell’animazione… tanto non si paga! Vorrei vedere quante persone si presenterebbero se queste iniziative costassero anche solo 1 € ad ingresso !! … e forse a quel punto i clienti vorrebbero giustamente scegliere secondo i loro gusti, anziché accettare passivamente quello che viene propinato gratis (suona sinistramente simile a quanto avviene per la TV..)
Del resto, una parte del cambiamento è già avvenuta con le escursioni: una volta non c’erano, non si sbarcava praticamente mai .. poi qualcuno ha iniziato a richiedere questi servizi che, allora, vengono pagati solo da chi ne usufruisce e può scegliere tra alternative completamente diverse (un museo, lo sci, il deserto, lo shopping).
A proposito, visto che domani saremo nel Bahrein, c’è anche chi si è prenotato per la visita al circuito di Formula Uno !

Giovedì 11 marzo – Bahrein
… Noi invece abbiamo optato per una tour più classico, legato alla tradizione locale. Fra l’altro, se negli Emirates qualsiasi “tradizione” risale al max a 50 anni fa, nell’arcipelago del Bahrein (33 isole di origine corallina e sedimentaria, alcune collegate fra loro da spettacolari ponti), la civiltà è presente fin dall’epoca preistorica, e dal 3000 a.c. è stato il fulcro di un impero commerciale (tra Mesopotamia ed India) durato per 2000 anni.
Non bisogna tuttavia aspettarsi antiche cittadelle e paesaggi caratteristici, perché l’antica cività era distribuita in piccoli villaggi: oggi Bahrein City (isola di Manama) sembra ancora più nuova di Dubai e Abu Dhabi: a parte pochi bellissimi edifici ultimati, il resto appare come un unico grande cantiere. Ma è qui che sorge il grattacielo, a mio avviso, più suggestivo, futuristico e spettacolare del Golfo, il World Trade Center: una coppia di torri ricurve che evocano due spade islamiche incrociate, unite da 3 turbine eoliche che provvedono al 15% del fabbisogno energetico dei palazzi (non che qui ce ne sia proprio bisogno, con la benzina a 0,30 cent € al litro, ma si vede che Shaun Killa, l’architetto sudafricano che l’ha progettato, era già “avanti” !).
Dal design alla religione … il pullman ci porta alla Bait Al-Quar’an (letteramente “casa del corano”), una delle raccolte di testi coranici più importanti al mondo.
Queste pagine esposte (molte pergamene) sono davvero bellissime: già la scrittura araba è affascinante e coreografica in sé, ma qui viene abbellita con devozione estrema da decorazioni, dorature, e incredibili colori naturali.
Per la gioia del racconto del turista, la collezione include il corano più grande e quello più piccolo al mondo: versetti scritti su un chicco di riso, leggibili con una lente d’ingrandimento.
C’è poi la prima copia stampata, in Germania con il metodo Gutenberg nel 1500.
Infine, sebbene l’Islam voglia che il corano sia letto e studiato esclusivamente in lingua araba, esistono inevitabilmente copie tradotte in molte altre lingue, a partire dal greco e latino, fino al cinese ..
Per restare in tema ci spostiamo alla moschea Al-Fatih (anche questa la più grande, la più capiente e preziosa del paese, etc. .. ora abbiamo capito come fuziona ..). Esternamente niente di speciale (ma dopo la moschea bianca di ieri, sarà difficile trovarne un’altra che ci lasci a bocca aperta), mentre all’interno, nella sua estrema sobrietà, appare decisamente bella ed originale (anziché lampadari Swarosky di 1000 colori ci sono tantissime sfere di vetro sorrette da cerchi di ferro battuto).
Qui comunque l’attrattiva è la guida locale, il classico insegnate arabo con l’abito tradizionale, barbetta, occhialini e sguardo furbo. Si capisce subito che ci tiene parecchio ad indottrinarci, ma anche la nostra curiosità è tanta, e così ci immergiamo nel mondo dell’Islam.
Questa religione si basa su 5 pilastri (rappresentati da altrettanti minareti che sovrastano le cupole delle moschee), precetti per il devoto:
1- Testimonianza della fede (shahada): “non c’è altro Dio all’infuori di Allah e Maomento è il suo profeta”
2- Preghiera (salat) 5 volte al giorno, verso la Mecca, tutti gli uffici ed i centri commerciali hanno appositi locali per pregare
3- Elemosina (zakat) obbligatoria, una certa percentuale del reddito… da qui nascono spesso polemiche sul finanziamento del terrorismo e della jihad
4- Digiuno ed altre astinenze – dall’alba al tramonto – nel mese del Ramadan (ricorda il periodo del 610 d.c. quando Maometto ricevette la sua prima rivelazione).
5- Pellegrinaggio alla Mecca (hajj), almeno una volta nella vita .. in cambio si ottiene il perdono di tutti i peccati commessi fino a quel momento
Finalmente riesco anche a capire perché nei vari paesi dell’Islam si vive la religione con diversa “intesità”. Dipende al tipo di governo dello stato.. il Bahrein per esempio è una monarchia costituzionale (stile inglese), ed anche gli EAU risentono dell’influsso anglosassone che ha “aiutato” a separare il potere secolare da quello spirituale.
Per questo motivo qui le donne non sono obbligate a portare il velo per strada (ma lo mettono all’ingresso della moschea), non ci sono leggi dello stato su questo, solo precetti religiosi … li segue solo chi ha fede ed è praticante (come da noi andare a messa la domenica).
L’Iran e l’Arabia Saudita, invece, sono stati (repubblica o monarchia) islamici, dove vige la shari’a: qui non c’è distinzione tra legge dello stato e religione, la vita è regolata da principi che vengono direttamente da insegnamenti del Corano.
Queste differenze non mancano di generare paradossi ed incoerenze, specialmente tra paesi confinanti. E’ proprio questo il caso del Bahrein e dell’Arabia Saudita; con il pulman percorriamo una parte dello spettacolare ponte autostradale di 25 km fino al confine tra i due stati, dove si trova un gigantesco ufficio immigrazione: ogni fine settimana (venerdì e sabato) deve gestire più di 26 mila automezzi di sauditi che vengono a “straviziare” dove la shari’a non potrà raggiungerli.
L’autista, mentre aspetta di ricondurci al porto, si accomoda sulla scaletta del pulman e, con la disinvoltura di chi da noi si accenderebbe un cicchino, appoggia in terra un narghilè di ottone e si mette a fumare la shisha (tabacco aromatizzato) dal lungo bocchino snodato. Questa antica usanza del mondo arabo sta diventando molto trendy anche fra gli stranieri frequentatori dei locali più “in” del Golfo, a Dubai ce ne sono moltissimi.

Venerdì 12 marzo – Dubai
Oggi lunga traversata, la nave entra a Port Rashid all’ora di pranzo .. mattinata di ozio forzato ! Ma il resto della giornata sarà intenso .. safari sulle dune con cena in un accampamento stile beduino nel deserto.
Le auto 4×4 ci aspettano sottobordo … saranno 100 !! .. una vera carovana si snoda prima per gli ampi viali cittadino, poi via via sempre più in periferia.
Lungo l’autostrada Oud Metha Road ad un certo punto costeggiamo il Ras Al-Khor Wildlife Sanctuary: una palude di mangrovie proprio in fondo al creek, dove risiede una colonia di oltre 3000 fenicotteri rosa .. sullo sfondo i grattacieli di Dubai City !!
Continuiamo verso il niente (ovviamente monti e colline zero, punti di riferimento nessuno..) e dopo poco più di un’ora ci siamo: solo sabbia e qualche arbusto a perdita d’occhio; qui – a differenza del deserto africano – l’acqua è praticamente assente, non ci sono oasi né forme di vita, solo qualche cammello “al pascolo”.
Lasciamo la strada per addentrarci tra le dune .. oggi è venerdì e il deserto è … parecchio affollato !  Auto private e tantissimi quads si arrampicano come ragni sulla sabbia; noi, dopo un po’ di montagne russe naturali, arriviamo all’accampamento “Costa” (con tanto di bandierine della compagnia); un “pezzo” di nave in trasferta e un po’ artificiale, ma nel complesso sono riusciti a creare un’atmosfera piacevole e rilassante. C’è anche la possibilità di cavalcare un cammello, scendere le dune con lo snowboard, fumare la shisha o semplicemente ascoltare la musica ed il canto del nostro intrattenitore, nell’attesa della cena.
Quasi tutto il cibo è già stato preparato a bordo della Victoria e trasferito qui in contenitori professionali, ma i numerosi cuochi indiani si danno un gran d’affare intorno al mega barbecue .. questa carne e le altre specialità arabe sono buonissime !!
Dopo il tramonto, tutti seduti su cuscini colorati intorno ad un enorme tappeto persiano… assistiamo ad un tradizionale spettacolo danzante (anche se la ballerina è russa .. ma si sa, la globalizzazione ..).
Rientro “alla base” alle 21:39 .. giusto per fare un salto in cabina a cambiarsi e poi giù di nuovo per continuare a godersi la Dubai Night.
Questa volta chiediamo al tassista di portarci al Madinat Jumeirah: la ricostruzione (con molto buon gusto) delle “vecchia” cittadella (madinat, da medina?) araba di Dubai, con tanto di Creek ed abra; all’interno sono perfettamente inseriti alberghi, esercizi commerciali tradizionali (souq) e moderni (arredamenti “da urlo”) e tantissimi locali cool. Quest’area sarà sicuramente bella anche di giorno, ma la sera il sapiente gioco di luci si fonde con l’acqua e l’architettura esaltandone al massimo le caratteristiche. Se poi si pensa che sullo sfondo domina “la vela” del Burj Al-Arab (da qui sembra di poterla toccare..) che cambia colore a rotazione, è facile intuire come questo luogo sia considerato uno dei più magici e suggestivi di Dubai.

Sabato 12 marzo – Dubai
Oggi è prevista un’intensa full-immersion di Dubai .. finalmente !! Abbiamo l’intera giornata (siamo già qui da ieri, la navetta che ci porterà all’aereoporto è alle 22:30) e non abbiamo prenotato escursioni Costa (qui non ha proprio senso..).
Gireremo con il Big Bus, il sightseeing locale .. qui l’autobus è marrone e non rosso tradizionale, ma le stesse caratteristiche: 2 piani, aperto sopra e con gli auricolari in 8 lingue diverse (anche l’italiano).
Il biglietto si acquista ad un banchetto all’imbarcadero (il tendone dove c’è anche l’ufficio cambio) al prezzo di 200 Dirham a testa, per l’intera giornata. Conviene comprarlo il giorno prima, appena si attracca, perché il banchetto è aperto solo dalle 9 alle 17:30, mentre la prima navetta che immette nel circuito parte da sottobordo (dove ci sono anche i taxi) alle 8:30 (consigliato “sgommare” appena possibile, il passaporto originale si può ritirare a partire dalle 6).
Qui il traffico è feroce ed i tempi di percorrenza parecchio dilatati .. specialmente per noi che siamo abituati ad attraversare enormi città in poco tempo con la metropolitana.
Il Big Bus ha 2 linee: la rossa va nella parte “vecchia” di Dubai, da ambo i lati del Creek (Deira e Bur Dubai); la blu percorre tutto il lungomare, fino a Palm Jumeirah (l’isola artificiale a forma di palma).
La navetta ci porta al Wafi Center (da dove partono entrambe le linee, ogni 20 mins circa): un intero isolato in stile egiziano sovrastato da un albergo a forma di piramide (come quello di Las Vegas), con elegantissimi centri commerciali, souq arabo, zona espositiva in mezzo a statue, colonne dorate, aiuole fioritissime e specchi d’acqua .. fintissimo quanto bellissimo !
Decidiamo di completare la visita della città vecchia (iniziata domenica scorsa al quartiere di Bastakia), così prendiamo la linea rossa e scendiamo a Shindagha, dove visitiamo la Sheikh Saeed Al Maktoum House, la casa del nonno dell’attuale sceicco di Dubai (biglietto d’ingresso incluso nel prezzo del bus): belle architetture (ma mi è piaciuta di più quella di Bastakia) di questo palazzo (sembra un fortino) completamente vuoto, a parte alcune esposizioni di foto e monete antiche della zona del Golfo .. 15 minuti al massimo, giusto il tempo per aspettare il bus successivo, affacciandosi sul Creek e attraversando l’Heritage Village lì accanto.
In realtà sembra ancora tutto parecchio in allestimento, sicché magari tra qualche tempo ci sarà anche qualcosa di più da vedere..
Il bus ci porta a Deira attraversando un tunnel che passa sotto il Creek e sbuca proprio di fronte al mitico Golden Souq, considerato il miglior mercato dell’oro al mondo.
C’è veramente di tutto, più che altro si apprezza l’incredibile realizzazione artigianale di questi manufatti …meglio che a un museo !! Mi chiedo da dove nasca la tradizione orafa nella zona del Golfo, perché non mi risulta che vi siano miniere … vabbé che con i soldi si compra tutto …. e comunque leggo nella guida che secondo le antiche usanze (ancora in voga) qui le spose devono essere ricoperte d’oro (nuovo) il giorno delle nozze …. e poi la passione continua per la rubinetteria delle dimore di lusso, gli orologi da polso, i cellulari (all’aereoporto c’è una pubblicità della Motorola – testimonial Beckamp – del “modello Emirates” in oro massiccio, proprio un oggettino di gusto !!).
A Deira i souq sono un po’ come i nostri distretti industriali, concentrati e specializzati per genere, per cui al mercato dell’oro segue quello del tessile e poi quello delle spezie. Quest’ultimo vale davvero un giretto… oltre agli incredibili aromi, si resta incantati dai colori e dalla varietà: non solo erbe, ma legumi, fiori e frutti essiccati, bacche, e tanti altri prodotti misteriosi…
Le spezie principali qui sono zafferano (preziosissimo, costa più dell’oro) e cardamonio (quelli usati per “correggere” il caffé arabo), poi cumino, timo, cannella, chiodi di garofano, sesamo (per cucinare) e infine incenso e mirra. Questi non sono bruciati solo per deodorare gli ambienti, ma anche per impregnare gli abiti (maschili e femminili) prima di essere indossati. Si tratta proprio di una fissazione locale: tutti usano cospargersi di pozioni oleose (chiaramente l’alcool è bandito) .. ti passano accanto per strada lasciando scie profumatissime.
Il souq delle spezie si affaccia sul Creek, nei pressi della stazione degli abra; sul molo sono ancorati decine di dhow, i tradizionali velieri di legno, strapieni di ogni genere di mercanzia: cisterne d’acqua, tappeti, poltrone, sacchi di civaie) .. proprio come due secoli fa portano i loro carichi in giro per il Golfo, dal Kuwait all’Iran, e talvolta si spingono fin sulla costa dell’Oceano Indiano.
L’autobus ci scappa davanti agli occhi e così, anziché aspettare il prossimo (fa già parecchio caldo) ne approfittiamo per una mini-crociera sul Creek: per 1 Dirham un abra ci traghetta dall’altro lato, proprio in corrispondenza di un’altra fermata, questa all’ombra di un gruppetto di palme da dattero. Ci godiamo il sightseeing lungo il Creek-front, in direzione degli avveniristici grattacieli della city, facendo alcune fermate davanti a famosi malls, templi dello shopping locale (senza scendere !) e chiudiamo il cerchio rosso al Wafi, proprio all’ora di pranzo.
In questi giorni non abbiamo mai acquistato cibo e bevande a terra, un po’ perché negli orari dei pasti eravamo sempre a bordo, ma soprattutto per paura di possibili distrurbi gastointestinali (non siamo abituati… io sono stata male anche in Sicilia !!); ma a Dubai non credo proprio si corrano simili rischi.. qui anche i microbi sono finti !! … e poi non si può proprio andar via senza aver assaggiato almeno una volta kebab e pane arabo originali !!
Così scendiamo nel souq davanti alla piramide (ha una magnifica corte interrata) e ci godiamo l’atmofera di un ristorante tipico (di lusso): sotto un lucernario variopinto, tavolini in ferro battuto e ceramica, alle pareti volte e porticati rivestiti di maioliche decorate, al centro un chiosco con frutta e nettari tropicali … tanti colori e mille profumi ! Camerieri con l’abito tradizionale si aggirano tra l’elegantissima clientela internazionale, che conversa in tutte le lingue, gusta cose mai viste e .. si rilassa fumando shisha.
Mi piacerebbe abbandonarmi a questa atmosfera, ma oggi è l’ultimo giorno qui (e praticamente anche l’unico) .. così ordino e pago come se fossi in un fast food .. ma poi quando arriva la pita decido che è davvero il caso di fermarsi un attimo: questi panini non sono solo tondi, sono … sferici !!  .. il tradizionale vuoto interno (spesso usato per la farcitura) è gonfiato dal calore della cottura, mentre la superficie è nello stesso tempo soffice ma ruvida di farina grossa … Allah è grande !!
La siesta la faremo sul bus della linea blu che copre distanze notevoli lungo la zona costiera di Jumeirah, in mezzo ad un traffico infernale.
Passiamo di fronte alla Jumeirah Mosque (si può visitare, ma solo in giorni / orari specifici), il grande parco lungomare, il Jumeirah Beach Hotel e la spiaggia pubblica che arriva fino ai piedi della “vela” del Burj Al-Arab (dove eravamo domenica scorsa).
Non possiamo permetterci di scendere neanche al Madinat Jumeirah, la prima destinazione di questo itinerario è il Palm Jumeirah resort (la forma di palma di questa isola artificiale è stata scelta per moltiplicare la superficie di spiaggia disponibile – 520 km aggiuntivi – in partica ogni “inquilino” ne ha la sua parte privata).
Il bus attraversa il ponte che la collega alla costa, passando proprio accanto ai piloni dell’avveniristica monorotaia che la percorrerà per tutti i suoi 9 km di lunghezza.
In lontananza vediamo avvicinarsi l’enome arco dell’Hotel Atlantis … ricorda il castello dei cartoni animati della Walt Disney.. poi, (sorpresa !), il bus imbocca un tunnel sottomarino: l’albergo sorge su un’altra isola artificiale di fronte a The Palm.
Sembra un po’ di essere a Gardaland (che per l’appunto ha un’area tematica dedicata al mito di Atlantide) ma non si può non restare incantati dalla fantasia e dalla ricchezza con cui sono stati realizzati questi ambienti. C’è anche un acquario “incastonato” in un percorso di grotte artificiali decorate con oggetti e sculture ad evocare la leggendaria civiltà perduta.
Vasche enormi dove sfrecciano coloratissimi pesci tropicali, vi si aggirano nervosamente grossi predatori oceanici e volano elegantemente razze e mante.
L’ingressso all’acquario costa 100 Dirham .. e non è neanche tanto grande .. secondo me ne vale comunque la pena, ma una di queste vasche si può vedere (gratis) dalla hall dell’hotel, accanto all’enorme ostrica aperta (arriva alla balconata del piano superiore) nella quale un’ingegnoso gioco d’acqua fa ruotare una grande perla … !!
Ma il delirio non finisce qui .. lasciandosi alle spalle il quartiere di New Dubai, con la sua Marina e Waterfront (una selva di grattacieli che coprirà una superficie pari a 4 Hong Kong) facciamo rotta sul Mall of the Emirates, dove ci attende l’esperienza più pazza di questa città: lo Sky Dubai.
Un tubone del freddo (-2°) per 400 metri di piste di varia difficoltà, una seggiovia a 4 posti, un circuito di bob e giochi sotto la neve per bambini. Con una cifra ragionevole (circa 40 €) è possibile improvvisarsi sciatori per un paio d’ore …l’attrezzatura è inclusa, ad eccezione dei guanti … portateli da casa, insieme al costume da bagno !!
Ovviamente intorno alla “stazione sciistica” è stata ricreata l’atmosfera alpina … il St. Moritz cafè arredato in legno e tendine tirolesi, con tanto di caminetto (con fuoco finto .. ma verosimile !!).
Ormai è buio fuori (dopotutto anche qui è inverno .. c’è pure la neve!), anche l’autobus blu si avvicina al capolinea … ci facciamo lasciare al Dubai Mall, servito dalla navetta Costa per Port Rashid.
La guida del nostro auricolare ci fornisce dati da brivido su questo che sembra essere il centro commerciale più grande del mondo (lo dice anche Wikipedia … una superficie di 700 x 600 mt con più di 1200 negozi e 16 mila posti auto).
L’ingresso è senz’altro spettacolare, con le palme che scintillano di migliaia di led (come quelle delle nostre strade a Natale) ed un enorme arco illuminato con luce d’oro .. anche qui dentro c’è una vasca-acquario enorme, e sul soffitto è stato ricreato uno struggente e verosimile cielo stellato (roba da planetario !).
Siamo “costretti” ad entrare perché la fermata della nostra navetta è dalla parte opposta .. così buttiamo un occhio qua e là nei vari negozi .. anche qui ci sono tutte le grandi marche internazionali ma, davvero, qui i prezzi sembrano essere più bassi (ci dicono che non ci sono tasse sui prodotti importati… una sorta di dumping !)
Saliamo a bordo della Victoria per l’ultima volta giusto in tempo per la cena d’addio, con tanto di brindisi, canzoni napoletane, sfilate dello staff della cucina e girandole accese nella penombra della sala .. proprio un saluto in grande stile !
Sarà dura tornare all’inverno, all’ufficio, ai nostri aeroporti e strade decadenti … sarà proprio come svegliarsi da un sogno .. da mille e una notte !!


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