Australia 2009/2010


racconto di viaggio dall’11 novembre al 29 gennaio di Annalisa

Come inizia un’avventura di due mesi e mezzo in Australia?

Una sera di Ottobre, il mio migliore amico Andrea mi propone un viaggetto di qualche settimana agli antipodi. Chiedo l’aspettativa dal lavoro e dopo un mese ci troviamo su un aereo diretto a Perth.

L’11 Novembre, dopo un viaggio di oltre 24 ore, atterriamo su suolo australiano. Fuori dall’aeroporto ci accoglie l’aria calda e umida della capitale del Western Australia e ci stravolge. Impieghiamo una settimana per ambientarci e organizzare il tour e trovare un mezzo di trasporto. Alla fine adottiamo Milk&Sugar un mini VAN presso la Wicked  Campers, al modico prezzo di 90$ al giorno … da moltiplicare per 43 giorni. E abbiamo scelto una delle più economiche!!! Comunque è accogliente e pulito, sufficientemente grande per dormirci comodi e attrezzato di angolo cottura!

E’ già il 19 Novembre quando lasciamo Perth.

Centro di Perth_1Guida stradale alla mano prendiamo direzione Est. … I pappagalli volano da un albero all’altro attraversando la strada e davanti a noi si stende  l’orizzonte … La pioggia ha portato il fresco e nonostante sia pieno giorno i canguri escono alla scoperto … ma non tutto è poi così perfetto! Infatti  i primi due  wallaby li abbiamo visti stecchiti sul ciglio della strada e anche un bel pappagallo, di quelli color verde smeraldo, era spiaccicato come una cavalletta sull’asfalto! In tre ore raggiungiamo Hyden per esplorare Wave Rock: una parete di granito alta 14m e lunga 110m che milioni di anni di intemperie hanno modellata fino a farle prendere la curiosa forma di un’onda.

Qualche curiosità sull’Australia: è la più grande isola della terra, è l’unica isola ad essere un continente ed è l’unico continente ad essere una nazione ed è l’unica nazione ad essere nata come prigione; ma quest’ultimo particolare innervosisce gli australiani!

20/11/2009
Ieri sera ci siamo fermati in un area di sosta a Ravensthorpe … era già buio e noi eravamo senza fonti luminose!!! Per  fortuna avevamo tra i bagagli una candelina profumata, così abbiamo preparato riso con tonno e caffè e sistemato le cuccette tutto a lume di candela. La notte è stata tormentosa: ha piovuto molto e il ticchettio delle gocce su un tetto di metallo non è l’ideale per prendere sonno! Alla fine ci siamo svegliati alle 8 infreddoliti e umidi … su vetri e pareti interne di Milk & Sugar  si era formata la condensa!!! Mentre bolliva l’acqua per il tè ci siamo vestiti e ci siamo lavati i denti con l’acqua della tanica. Alla prima road house per  il rifornimento abbiamo anche acquistato una torcia calamita!… Ormai da ieri mattina i cellulari non prendono, tanto meno la chiavetta per collegarsi ad internet …
Più  a Sud la strada ci porta ad Esperance dove facciamo una breve sosta, giusto il tempo per prendere un caffè da Coffe Cat un furgoncino parcheggiato davanti al pontile. Decidiamo di fare quattro passi sul molo e mentre camminiamo notiamo un fagotto sulla spiaggia. Normalmente mi aspetterei un sacco nero di immondizia, invece è un leone marino in ozio che si gode qualche raggio di sole.
Lasciamo Esperance, l’ultimo posto con un po’ di segnale che ci ha permesso di connetterci e usare il telefono. Ora ripercorriamo alcuni km in direzione nord, passiamo da Norseman e dirottiamo verso est. Ci aspetta la 90 MILE STRAIGHT, ovvero 146 km di asfalto privo di curve e la sosta per la notte è doverosa.

21/11/2009 Solo Km e Km di NIENTE
…percorsi su un nastro di cemento srotolato in mezzo al deserto. Efficace descrizione per spiegare la pianura del NULLABOR. Non fatevi trarre in inganno, non è un nome aborigeno, bensì  latino e significa senza alberi! Ad Eucla passiamo la dogana. Già diversi Km prima, alcuni cartelli ci invitavano a consumare la frutta o la verdura perché  è proibito trasportarla da una regione all’altra. Vale anche per il miele, ma noi non lo sapevamo e ce l’hanno sequestrato. Ora lasciamo il South Est del Western Australia per entrare nel South Australia. Sulla via verso Port Augusta facciamo sosta in uno dei belvedere dai quali si può  ammirare l’oceano. Questo tratto di costa, è uno dei passaggi migratori preferiti dalle balene, ma solo tra maggio e ottobre e noi siamo a Novembre!!!! Percorriamo più o meno 700Km incrociando qualche TIR, poche auto, una decina di moto, un sidecar e 2 pazzi in bici!!! La guida in solitaria rende gli autisti solidali e quando ci si incontra o ci si sorpassa  è inevitabile scambiarsi un cenno di saluto confortante sollevando indice e medio dal volante. Siamo fortunati; non c’è il sole che spacca, anzi  è piuttosto nuvoloso  e ogni tanto piove  per qualche minuto così non schiattiamo dal caldo e queste condizioni atmosferiche che alternano nuvoloni e sole con piogge sparse ci regalano l’apparizione di spettacolari arcobaleni.
E i canguri?? A questo punto del viaggio ne abbiamo incontrati molti, moltissimi ma tutti sfracellati al suolo! E i corvi e le mosche banchettano …  Vivi ne abbiamo visti solo due perché questi simpatici mammiferi usano uscire dopo il tramonto e attraversano la strada senza troppi complimenti. Per noi che pilotiamo un piccolo VAN non è prudente viaggiare in quelle ore … ma i TIR, con i bull bar montati sul paraurti,  possono permettersi di rischiare e vincono sempre.
Concludiamo gli ultimi Km per arrivare in prossimità del Nullabor  Motel. Prepariamo la nostra cena a base di fagioli e tonno in scatola e alle 20-21 a nanna. P.S. domani  sarà il terzo giorno senza doccia …. l’argomento igiene personale verrà affrontato più  avanti 😉

 cangurino on the road (3)_1

22/11/2009
Stamattina, dopo un veloce caffè, abbiamo percorso il resto della piana del NULLABOR PLAIN e attraversata la valle di Yalata, il cui nome per esteso è YALATA ABORIGENAL LAND, siamo giunti a Ceduna, il primo paese con addirittura 3.400 abitanti (il che non è male visto che fino ad ora abbiamo incontrato solo Road House, che contano al massimo una decina di lavoratori). Ora percorriamo le strade della Eyre penisola  sempre seguendo la Stuart Hwy. A nord di questa regione  ci si inoltra nell’outback del South Australia. Noi non siamo equipaggiati per affrontare questi territori che comprendono il Simpson Desert  e il Sturt Stony Desert. Il Simpson Desert: deve il suo nome ad una imprenditore, precisamente un produttore di lavatrici: il signor Alfred Simpson che decise di finanziare una spedizione aerea su questi 260mila km quadrati di terra arida. Arida è un eufemismo se si considera che la temperatura può raggiungere i 50 gradi centigradi… Comunque fino al 1930, circa un’ottantina di anni fa, una zona del mondo così vasta non aveva ancora un nome!

Aborigeni a spasso23-24/11/2009
Siamo ripartiti da Port Augusta  in direzione Nord. Già a qualche km dal centro ci siamo resi conto di essere davvero nel deserto! Ci eravamo preparati con scorte d’acqua, serbatoio pieno fino all’orlo, viveri in scatola in abbondanza, pronti  al peggio per sopravvivere al NULLABOR! E pensavamo di aver affrontato chissà quale avventura! Ma qui è molto peggio!! Vegetazione sempre più rada e poche occasionali aree di sosta sguarnite e neanche un alberello sotto il quale ripararsi… niente road house dove rifornirsi e bere un caffè… niente di niente!!! Il caldo e le mosche sono così insopportabili che non scendiamo dal van neanche per mangiare. A turno ci prepariamo un panino e mentre uno guida l’altro sbocconcella… Quasi a secco dopo 500 e rotti Km abbiamo raggiunto Cober Pedy. Eravamo  pieni di aspettative! Finalmente il centro famoso per le miniere dalle quali estraggono gli opali. La definizione più diplomatica che si può usare per descriverla è: inospitale. La sensazione è quella di essere proiettati in un’era post atomica. Oltre ai migliaia di pozzi scavati tutto intorno, anche la città è un groviera di  abitazioni sotterranee chiamate dugout. Vengono così costruite perché  sottoterra la temperatura è costante e chi le abita è protetto dal clima impietoso di questi territori, caldo fino a 50 gradi nelle giornate estive e gelo durante le notti invernali. Fuggiamo via. Saranno le 17 circa e viaggiamo belli tranquilli, godendoci il meraviglioso paesaggio  di terra rossa e ascoltando musica. Avvistiamo la dog fence una recinzione metallica che fu posata per isolare i dingo lungo un perimetro di alcune migliaia di Km. All’improvviso vediamo un fagotto in mezzo alla strada… ”la solita carcassa di canguro”, abbiamo pensato, ma intorno c’era  troppo fermento !!!!!  Vicino, sempre più  vicino, e finalmente ci siamo resi conto che un gruppo di aquile stava allegramente banchettando con il cadavere di un Emu….Ora non so quanto per voi sia normale incontrare 3 aquile che cenano con la loro preda… bhè a noi è venuto un coccolone! Naturalmente abbiamo inchiodato!!!!… Purtroppo si sono impaurite e appena ci hanno visto hanno preso il volo abbandonando il piatto; solo una, meno timida, si è lasciata immortalare prima di raggiungere le altre e posarsi a qualche metro da noi… Tutte e tre ci hanno tenuto d’occhio mentre facevamo le foto. Questa esperienza ci ha insegnato che dobbiamo usare la tecnica del cowboy… ma invece della pistola noi possediamo una digitale. Saremo i ragazzi dal CLICK facile, attenti ad ogni minimo movimento…
Fermi nei pressi di Marla stanotte dormiamo al freddo in mezzo al deserto  e senza doccia!!!! Che novità!

 Doccia veloce..._1 on the road (2)_1

25-26/11/2009  Sensazioni
E qui ci separiamo! Nel senso che la visita ad Uluru procura sensazioni secondo la  sensibilità  personale, così abbiamo deciso di scrivere ognuno il proprio articolo.

Annalisa:
siamo a Yulara nel Voyagers  Ayers Rock Resort: punto di riferimento per  chi vuole visitare il parco nazionale. In definitiva è un complesso che contiene diverse soluzioni di alloggio, noi siamo i poveretti del campeggio! Il caldo è infernale. Il campeggio  sembra il parcheggio in terra battuta e i pochi alberelli  non sono sufficienti a proteggerci dai raggi del sole! E’ carissimo per quello che offre, ma siamo in mezzo al deserto, prendere o rinsecchire! Per fortuna c’è la piscina, contornata da un pratino d’erba….di plastica “naturalmente”! Alla reception del campeggio riserviamo l’escursione con cena ad ULURU circa 140$. Ci vengono a prendere alle 18 con un pullman già mezzo pieno di altri turisti e ci fanno allacciare le cinture!!!!!!!!!!!!!  In 20 minuti siamo su un rilievo dal quale si ammira Uluru  lunga 3,6km e alta 350m; ma è solo la punta dell’iceberg, infatti pare che ¾ del monolite siano nascosti sotto la sabbia. E’ il momento del tramonto, ma soprattutto dell’aperitivo, anche Andrea ci da dentro con i drink  e infatti è particolarmente ciarliero, così attacca bottone con 2 spagnoli. Io intanto faccio un po’  foto in attesa  che la luce del sole abbia qualche effetto sul monolite. Mi guardo intorno e sono tutti impegnati a conversare e a farsi riempire il bicchiere di spumante. Andrea broccola con la barista. Neanche i giapponesi sono impegnati quanto me a scattare foto a quello che sembra un enorme pandoro! Delusa dal tramonto su Uluru  dirigo l’obbiettivo sui monti OLGAS o KATA TJUTA intanto arriva l’ora di cena. L’ambiente è bellissimo, il buffet discreto e mi sono impegnata ad assaggiare tutto, anche per voi! Ho riempito il piatto con straccetti di coccodrillo (poteva essere gallo o pollo duro), brasato di canguro (non male il sapore, tipo manzo, ma un po’ fibroso e filetto di pesce barramundi  (una specie di barracuda che all’età’ di 5 anni cambia sesso!); nulla mi ha entusiasmata al punto da spingermi a superare l’orrore di ingurgitare queste carni  senza pensare agli animali di appartenenza… allora mi sono servita insalata, pane e burro, e naturalmente ho onorato con entusiasmo  tutti i dolci. Andrea  intanto si caricava di vino rosso e proseguiva il broccolamento con due  giapponesi sedute al tavolo con noi. Ad un certo punto hanno spento le poche luci e la volta celeste è divenuta protagonista …. il cielo era così “pieno” di stelle da far male agli occhi. Un ragazzo, ben preparato ed equipaggiato di torcia, ha tenuto un’estroversa  lezione di astronomia. Poi con dei telescopi potentissimi ci hanno fatto vedere Jupiter e la Luna! Ho visto proprio i crateri!!!!!! I buchi, la superficie butterata!!! Ma che bello!!!!!!!!!!!!!! Alla fine Uluru non  è stato un gran che, ma la serata è stata piacevole e abbiamo fatto amicizie!
Ma non è finita, Andrea mi ha convita che ULURU può dare di più e quindi la mattina successiva sveglia alle 4.00 per vedere l’alba. Noooo, ancora il pandoro!?!!? E dobbiamo anche pagare l’ingresso al parco, 25$ a testa! (vale 3 giorni). Vabbè, arriviamo in loco e penso: eccolo proprio come l’ho lasciato ieri sera, immobile, asettico, inutile. Certo questa volta eravamo vicini e la soggezione per  le dimensioni è stata forte! Una pianura infinita con questo enorme monolite piazzato lì in mezzo …. piuttosto curioso!! Ma l’alba era a pochi secondi dall’avvenire e il primo raggio di sole ha bloccato il mio ennesimo sbadiglio a metà. Quando la luce ha raggiunto il Pandorone  il miracolo è avvenuto. Il gioco di chiari e scuri, prodotto dai fasci solari che giocavano con le ombre prodotte dalle cavità, è stato sensazionale;  il colore cambiava man mano che passava il tempo  in simultaneità  con il sole che faceva capolino da est. I minuti passavano e il rosso si intensificava. Oscurità e luminosità … Difficile da spiegare e arduo da rendere con le foto.  Solo il sole e l’atmosfera  rendono  giustizia e dignità ad Ayers Rock.
Quindi  ora sono qui, a fare pubblica ammenda:  ULURU scusa se questa miscredente  non ha confidato  nella potenziale magia che ti avvolge e perdonami se ti ho chiamato pandoro. Tu sei  il nido del serpente arcobaleno e meriti  tutto il rispetto!

Andrea e la matematica dei sogni:
Se io ora vi chiedessi: “quanto fa 2+2?” Bene … posso facilmente immaginare che il 90% di voi abbia risposto 4, mentre un 10%, per poter credere di essere “diverso”, avrà risposto 5. La risposta giusta ovviamente è 4! Fin dal giorno della creazione, il famoso big bang, la risposta è sempre stata questa e così rimarrà per sempre. Nel preciso istante del grande Bang si sono formate tutte le leggi che regolano l’universo e tutte sono riconducibili, con ultima istanza, alla matematica. Eppure esiste un piccolo posto dove le leggi della matematica non si applicano … un posto vicino ad ognuno di noi …Stare vicino ad Uluru per me è esattamente quel piccolo posto dove la matematica non si applica. Ero già stato qui … qui di fronte … non è la prima volta per me, e forse non sarà nemmeno l’ultima (ma questo non posso saperlo)…Oggi non vi scriverò quello che ho fatto, o quello che ho visto o quello che ho sentito. Oggi vi voglio dire qual è quel posto dove le leggi della matematica non si applicano …
È il vostro cassetto! Si il cassetto dei sogni, quello dove tutti noi teniamo nascosto dentro quelli che sono i nostri desideri più segreti … quello dove ci sono i sogni che un giorno realizzerete. Beh.. io non sono abituato a tenere dentro troppi sogni … io ho bisogno di realizzarli. Con questa mia visita ad Ayers Rock si chiude il cerchio … le emozioni provate di fronte al monolite non sono cambiate ma, forse, sono cambiato io… Che sia riuscito a trovare qualche risposta in più rispetto alla volta precedente? Chi lo sa?Tuttavia quello che non posso fare è chiudere il cassetto … e dentro c’era anche questa.
Il viaggio continua …

27-28-29/11/2009 Aridità
Continuiamo il cammino e giungiamo al Alice Springs. Il caldo è torrido e viaggiare non è facile. Arriviamo in città. Alice Springs sorse per ospitare uno dei numerosi e risoluti telegrafi disseminati su suolo australiano, ed ora è una prospera città nel mezzo dell’outback. Pare che sia sede della più numerosa comunità di spie della CIA. Noi ci fermiamo solo una notte al campeggio  G’DAY MATE  che vuol dire buon giorno amico. Da queste parti l’accento australiano si fa nasale e le parole si contraggono sempre di più e per noi diventa  sempre meno comprensibile.

La mattina del 27 decidiamo di passare la giornata in città fino al pomeriggio sperando che rinfreschi. Vaghiamo per il centro ma è deserto  allora compriamo della frutta  e ce ne andiamo in un parco a pranzare sotto gli alberi tra i pappagalli e i canguri! Che pace! Prima di partire tentiamo il riparo dal sole in una specie di centro commerciale … ecco dove erano tutti! Anche gli aborigeni! A godersi l’aria condizionata dei negozi! Ovviamente fuori il caldo non molla ma ci mettiamo al volante e i pochi km che percorriamo sono uno strazio. Ci trasciniamo fino ad un’area di sosta a Barrow Creek che ospita un pub frequentato da  tosatori di pecore. Ceniamo, nanna e prima dell’alba sveglia!

E’ il 28 Novembre, ci saranno quasi 38 gradi, le labbra sono secche, il naso è secco, gli occhi sono secchi, la pelle è secca.  Abbiamo quasi finito i contanti e le carte di credito hanno finito il credito, e fino al 1 Dicembre non le potremmo usare. Percorriamo 740Km a 80 all’ora per risparmiare carburante … l’aria condizionata ci fa consumare di più ma non possiamo morire riarsi! L’orizzonte è disseminato da termitai giganti. Nonostante le mosche e il calore le Karlu Karlu, o  devil‘s marbles, meritano una sosta. Sono massi di granito enormi tondeggianti e levigati; sembrano le installazioni di qualche artista moderno. Così impilate sono una sfida alla legge di gravità e all’equilibrio distribuite su 1800 ettari! Non c’è un ingresso da pagare, non c’è un ristoro, non c’è nessuno!!! Si trovano in un area di sosta come le altre che abbiamo incontrato è solo un po’ più ampia e con qualche cartello esplicativo!
Si riparte. Ultimamente ci nutriamo di pomodori, Philadelphia, pane tipo mulino bianco, mango, anguria, yogurt  e caffè. Ci siamo concessi un piatto di spaghetti al pomodoro, ma solo accendere il fornello per cucinare è un supplizio con queste temperature, e anche lavare piatti e padelle  senza lavandino è una gran rottura, inoltre dobbiamo centellinare l’acqua della tanica per lavarci. Intanto il paesaggio è migliorato e la vegetazione è alta e viva, o almeno lo sarebbe se gli incendi di qualche giorno fa non avessero annerito quasi tutto!
Questa notte ci ospita una road House a Larrimah sempre sulla Stuart HWY. Passiamo un’altra notte pressoché insonne su Milk & Sugar, ora il clima è un po’ più umido ma comunque caldissimo. Ci rimangono 125$. Dobbiamo fare ancora 600Km per arrivare a Darwin, passando per Katherine e probabilmente ce la caviamo con un pieno di circa 70-80$. Oggi è domenica e se arriviamo in città non sappiamo se rimanere senza contanti per dormire in campeggio oppure dormire on the road gratis ma ancora senza servizi, in attesa di martedì 1 e usare i pochi $ per nutrirci con qualcosa che non sia scatolame. Per ora viaggiamo, piano, perché  Andrea è ripartito con il portellone posteriore  aperto senza accorgersene! E siamo saltati giù a chiuderlo in mezzo alla strada, e anche perché Andrea ha deciso di non fare benzina  quindi ci aspettano 46km fino alla prossima pompa con la lancetta che indica la riserva quasi sotto il sedile! Volete sapere le sue ultime parole famose pronunciate in Italia prima di partire??? : ”l’importante è fare gasolio ogni volta che possiamo! “

 Karlu Karlu_1 MontiOlgas_1

30/11 – 1-2/12/2009  TOP END nella fascia tropicale.
Siamo a Darwin: 120 mila abitanti circa. Fu fondata nella metà del 1800 ma quello che vediamo oggi è frutto della ricostruzione seguita alla distruzione provocata da Tracy. Era il 25 Dicembre del 1974 e alla fine di quel Natale poche centinaia di case su circa 12 mila resistettero alla furia del ciclone. La temperatura varia nel corso dell’anno da una massima di 32 gradi ad una minima di 23 gradi. Umidità: mille mila %! Vi aggiorno su quello che abbiamo passato… Dunque siamo arrivati qui a corto di spiccioli e per non rischiare di rimanere veramente senza ci siamo accampati in spiaggia ma i cartelli parlano chiaro: da Ottobre a Marzo non fate il bagno perché ci sono i coccodrilli e le “cubo meduse”…  Poi abbiamo mangiato delle cose in scatola …. e ci siamo riparati in un parcheggio pubblico per fare la nanna ma l’ansia di essere scoperti a campeggiare in aree proibite e il caldo ci hanno donato ore insonni ovviamente! Ma il mattino ha l’oro in bocca e mia sorella ci ha spedito i soldini via telematica! E via, in campeggio a lavarci!! E ce ne andiamo pure a cena fuori …. Darwin è una città piuttosto viva, c’è una via centrale con un bel po’ di locali carini dove si può mangiare dal sushi al thailandese o anche solo bere qualcosa, possibilmente una birra che è la bibita alcolica preferita dagli australiani. I pub sono pieni tutte le sere… Probabilmente il motivo sta nel fatto che buona percentuale degli avventori  sono ragazzi come noi (chiamati backpackers ovvero zaino in spalla) e si crea una bella atmosfera di festa. Infatti ci facciamo coinvolgere da due belle cowgirls  che ci tirano dentro al bar più frequentato … la serata offre il taglio dei baffi! E’ un modo per sensibilizzare i ragazzi giovani per la lotta contro il cancro. Praticamente i maschietti si fanno crescere i baffi e poi se li fanno tagliare dalle cubiste lasciando una mancia che andrà come beneficenza agli enti preposti. Andrea se li era tagliati giusto nel pomeriggio e si è mangiato le mani … Ma che caldo ragazzi!! Quanto ad Alice Springs ci si secca, tanto qui si suda! Il monsone australiano è puntuale come un orologio svizzero … sono 2 sere  che alla stessa ora si presenta minaccioso all’orizzonte con le sue nubi livide e che in pochi minuti sovrastano la città. Diventa tutto buio, il vento si placa, la temperatura si abbassa lievemente e in pochi secondi scrosci d’acqua a non finire! Raffiche di vento e acqua a secchiate … non dura molto, circa mezz’ora o poco più,  ma è proprio una tempesta tropicale di quelle con rombi e lampi improvvisi  lampi che rischiarano per una frazione di secondo il cielo e a seguire crepitano i tuoni certe volte così potenti che ti lasciano sgomento! E terminata  la furia subito splende il sole. Le foglie, i fiori, gli alberi si sono lavati e sfavillano nei loro colori tirati a lucido. E noi? In tutto questi ci rifugiamo tra le accoglienti pareti di metallo di Milk&Sugar… L’Anna ha rovesciato 2 volte il caffè  in zona sedile e Andrea ha fatto cadere la carta igienica fuori dal portellone.. tempo zero e il rotolo si è spappolato sotto la pioggia battente. Combiniamo guai e aspettiamo che il temporale passi in fretta. Ma il prezzo da pagare per questi minuti di frescura lo si capisce subito. L’umidità nell’aria raggiunge livelli inquietanti … così non ci resta che calzare le pinne e NUOTARE  fuori dal VAN!

Giardino botanico a Darwin_1Una delle avventure che abbiamo deciso di affrontare qui a Darwin, è una delle maggiori attrattive turistiche: il cocrodile feeding … Cercheremo di rendervi  partecipi e di coinvolgervi.
Seguite le istruzioni: salite su una barca, di quelle coperte solo da un tetto, terrà 20 30 posti, ci siete voi e una decina di vecchi ciccioni inglesi. Due Ranger  accompagnano: un uomo alla guida dell’imbarcazione e una donna che comincia a spiegare. Guardate fuori bordo … l’acqua è verde marcio, il fiume da sponda a sponda sarà 150-200 metri e gli argini sono invisibili, completamente nascosti dalla vegetazione. I rami degli alberi si spingono in fuori fino a sfiorare l’acqua per accontentare l’esigenza di luce delle foglie e i tronchi che sorreggono tutto si piegano e si inarcano per sostenere il peso della chioma. Si parte controcorrente, una lieve brezza vi scompiglia (per chi li ha) i capelli; gli occhiali da sole premono sul naso; le mosche fanno a gara per spaccarvi la pelle (mettete  la retina per proteggervi se volete); nessun odore vi colpisce particolarmente a parte lo spray di quei due davanti che seguitano a spruzzarsi l’antichissàqualecavolodiinsetto fra le decine che ci ronzano intorno! Non dimenticate l’afa quindi siate appicicaticci come non mai. Il ronzio del motore attira subito i nostri ospiti … quei tronchi si muovono verso di noi … si staccano dagli argini e vengono verso la barca … Sono i coccodrilli!!!! La ranger li chiama per nome, il che vi toglie il sale dalla sorpresa; ma si sapeva no? I rettili riconoscono le vibrazioni del motore e si avvicinano sapendo già che li aspetta un bel pezzo di coniglio o pollo in cambio di un paio di salti. La ranger li ingolosisce e usando una canna con lo spago tuffa la carne nell’acqua torbida. Loro famelici  arrivano e lei li prende un po’ in giro alzando e abbassando davanti al loro muso  l’innocua esca. Il croc di turno salta fuori dall’acqua per raggiungere il boccone e il ludibrio è generale!!!. Anche voi esultate di piacere e fotografate … Non c’è che dire, nonostante sia un balletto bello che pronto la visione dei coccodrilli da vicino è eccitante. Vero?  Ecco che nuotano scodinzolando verso di voi, vedete benissimo le squame e i loro occhi … freddi e verdi con la pupilla a spicchio … vi fissano!!! E non tradiscono  sentimenti, non hanno mimica facciale, orecchie o naso o sopracciglia che ci permettano di interpretare le loro intenzioni. Ma la sentite benissimo, è la paura atavica!!!! Qualcosa vi suggerisce che la cerniera perfetta dei loro denti si aprirà per TRANCIARE ED INGHIOTTIRE e se il cibo sarà un uccellino, un pesce o una mano … cavoli vostri!!!!!! Comunque il rischio più grande che abbiamo corso è stato sfuggire all’attacco delle terribili formiche gialle e verdi. Una caparbia colonia si era insediata nelle fessure del portellone e abbiamo dovuto frustarle con degli stracci cercando di evitare i loro morsi. Ma non è stato sufficiente, percorsi alcuni km a più di 90 all’ora alcuni stoici insetti resistevano agganciati al parabrezza! La sensazione di sentirle camminare addosso è durata per ore!

buon appetito Koala_1

Ultimo giorno a Darwin: andiamo al parco botanico … due volte! Certo, è spettacolare e ne varrebbe anche la pena, ma la verità è che l’Anna ha lasciato la macchina fotografica accesa tutta la notte!!! E ora che è il momento di eternare su scheda di memoria le meraviglie di questo giardino tropicale non si può e tardiamo di un paio d’ore la partenza per ricaricare la batteria. Poco male, ci spariamo un delizioso yogurt gelato al mango e al passion fruit. Ve lo abbiamo detto che Darwin si chiama così in onore del famoso naturalista??? E non ci ha neanche mai messo piede!!!!!!!! La storia narra che John Clements  Wickahm capitano della nave HMS Beagle e Darwin fossero diventati  grandi amici durante una spedizione precedente. Trovandosi  per la prima volta su queste nuove terre il capitano, decise di onorare il suo illustre amico e gli dedicò quella che ora è una bellissima città.

Andrea: Gli unici pensieri che ho da aggiungere è che i coccodrilli fanno davvero paura, ma in fondo sono un po’ uguali a noi … L’altro giorno, ad Uluru, stavamo stuzzicando delle tartine di coccodrillo e io pensavo: “cibo, cibo, cibo!” Ieri ero sulla barca e il coccodrillo pensava: “cibo, cibo, cibo!” Forse tutti noi siamo un po’ coccodrilli … e un po’ cibo!!! Altra piccola cosa: sì, venire a Darwin ne vale la pena, tutto l’anno temperature medie molto alte e due stagioni. La secca e l’umida. Tutto l’anno in ciabatte e le ragazze vanno in giro con i pantaloncini corti e la canottiera. W Darwin!

Seguiamo la Victoria HWY  e domani arriveremo a Kununurra, dove cambieremo fuso orario e la differenza con l’Italia sarà di solo 7 ore. KM percorsi fino ad ora 6.757

Kununurra_12-3/12/2009 Relax
Abbiamo fatto uno stop a Kununurra … in un simpatico campeggio con  piscina e angolo idromassaggio. Non pensiate che si paghi molto. Qui i campeggi sono molto belli ed attrezzati e le piazzole grandi e ben ombreggiate, lo standard è alto e la spesa media varia dai 25 ai 30 $ per piazzola con l’attacco luce. Poi ci sono cucina comune con tutto e di più (microonde, tostapane, frigorifero) bagni grandi e puliti e piscina. Proprio ieri sera abbiamo conosciuto una coppia di Italiani. Due ragazzi sardi che sono qui da due anni a lavorare ma a Marzo devono tornare in Italia quindi hanno deciso di passare gli ultimi mesi a spasso come noi. Hanno avuto un problema con l’auto e stamattina li accompagniamo a prendere il bus che li porterà  dal meccanico nel paese prima di Kununurra, cioè a 200Km da qui!!!  Diamo loro un passaggio fino alla fermata del bus ma per noi la destinazione è Hall Creek, seguendo la Great  Northen HWY. Hall Creek è un paese sperduto nel mezzo delle Kimberley dove si narra spariscano un sacco di persone, alcune ritrovate morte.. altre mai ritrovate.

4-5/12/2009 Notte di ORRORE
L’idea era quella di sostare ad Halls Creek e visitare il cratere formatosi dall’impatto di un meteorite migliaia o forse milioni di anni fa. Questo paese è famoso anche per un altro motivo: diversi anni fa un serial killer faceva fuori i backpakers … qualcuno è stato ritrovato, morto naturalmente, qualcuno è scomparso nel nulla …. considerando il territorio, il clima e i numerosi animali saprofagi la cosa non meraviglia. Ci fermiamo a far rifornimento e al  momento di pagare il commesso ci propone di controllare olio e cambiare il filtro, decliniamo l’offerta e lui insiste un attimo “non si sa mai cosa può capitare lungo la strada e quando troverete un’altra area di sosta!”…. ”no, no grazie siamo a posto.” E prendiamo la via per l’ufficio informazioni. Qui un signore molto affabile ci spiega che con il nostro Milk&sugar non è possibile raggiungere il meteorite perché la strada è agibile solo con le 4wd. L’alternativa è andarci con un piccolo aereo ma è caro 270$ a persona … Ci racconta che la settimana precedente  2 VAN come il nostro si sono avventurate e solo una è tornata! Rinunciamo. E’ così che nostro informatore si premura di suggerirci dove andare a campeggiare gratis: a 100Km da qui c’è un’area di sosta attrezzata (toilette chimiche e tavolini da pic nic) molto bella. Bene grazie! In poco meno di un’ora raggiungiamo il posto, sono le 17.30 e inizia a far buio. Non è male in effetti e oltre a noi c’è un’altra auto con un tizio, gli passiamo vicino ma lui ci ignora. Parcheggiamo poco lontano e mangiamo yogurt  fragole e un po’ di pane con formaggio. Ma siamo inquieti. Che strano questo tizio, cosa fa qui da solo? E lo sentiamo parlare, ma con chi ce l’ha? Guardiamo bene ma non vediamo altri che lui, ma ancora borbotta, forse è al telefono?? No impossibile, qui non prende! avrà una radio? Ma non ci sono antenne!!! Insomma con chi caspiterina sta dialogando sto tizio? Poi mettiamo insieme i pezzi: il ragazzo della stazione di rifornimento che ci vuole manomettere il motore, il tizio dell’ufficio informazioni che insiste per farci dormire proprio qui, dove ci troviamo, e ora questo esaurito! Sono tutti d’accordo e ci vogliono fare la festa, e nel senso criminale del termine! Ci vediamo già: narcotizzati e catturati, ci risvegliamo imbavagliati e fatti su come salami nel retro di un furgone macilento mentre ci portano chissà dove per farci chissà cosa! Nessuno sa dove siamo e come trovarci! Oppure, nottetempo, lo psicopatico (o presunto tale) si avvicina occulto al nostro VAN e ci fa fuori con un AK47 maciullandoci! Ci ritroveranno giorni dopo spalmati per la piazzola di sosta come marmellata su una fetta biscottata. Prendiamo una decisione! Azzardiamo  guidando al buio e rischiando di investire i canguri piuttosto che dormire con il killer che trama l’agguato.. e via facciamo su baracca e burattini e scappiamo. Ci guardiamo alle spalle, magari ci insegue. Non dovrebbe essere difficile capirlo, la strada è deserta e due fari nell’oscurità si noterebbero subito. Dopo aver evitato 5 canguri, diversi uccelli e spiattellato una serie infinita di chissaquanticavolidiinsetti, ci fermiamo in un area di sosta riservata ai TIR … saltiamo giù circospetti in attesa di veder arrivare l’auto con il tizio, ma nulla. Tiriamo un sospiro di sollievo. Ci sediamo … è buio, la luna deve ancora spuntare e il cielo è pieno di stelle … non si può raccontare, bisogna esserci e vederle! Non si può spiegare il “sound of silence” nel deserto, bisogna viverlo ….. e noi siamo vivi!

Andrea Say:
Ovviamente tutto quello che avete letto è realmente accaduto e i fatti si ispirano a persone note… ma… c’è come sempre un’altra visione dell’accaduto… Allora è vero che arriviamo ad Halls Creek e il benzinaio si offre di cambiarci il filtro dell’olio e fa la battuta riportata dall’Anna. È anche vero che il tipo dell’ufficio informazioni è simpatico ed affabile e ci indica l’area di sosta gratuita. Ma questi sono solo aspetti del carattere bonario e simpatico dell’australiano medio. Arrivati all’area di sosta tiriamo giù i tavolini e le sedie e mangiamo, ma noto che l’Anna è inquieta … le chiedo spiegazioni e mi dice che a lei la cosa puzza … vabbè … io me sto a bere la mia birretta … Però giustamente noto anche io il tizio strano, ma lo giustifico con il fatto che anche io spesso parlo da solo (cioè non è che parlo, faccio dei commenti a voce alta). Comunque visto che lei non si sentiva serena a stare li mi sembrava giusto darle credito… e così… me tocca guidà!!! 30 Km nel buio più buio che conosca … schiviamo 5 cavolo di canguri e prendiamo milioni di insetti fino a che l’area di sosta ci fa capolino … Beh in effetti sarebbe un’area per i road train ma noi decidiamo che la possiamo usare! Scendiamo, prendiamo le sedie e iniziamo a contare le stelle cadenti.

Arcobaleno5-6-7-8/12/2009 Bighellonando…
Quasi una vacanza, ci siamo lasciati alle spalle gli orrori di Halls Creek per tuffarci nei piaceri di Broome. Siamo sulla costa occidentale della penisola di Dampier, precisamente a Broome. Una tranquilla cittadina del Western Australia sul mare, pulita… conta circa 17 mila abitanti che nell’alta stagione divengono 80mila!!! Noi siamo capitati in bassa stagione, per fortuna, e riusciamo a goderci tutte le sue bellezze in tranquillità. Certo rischiamo i cicloni che qui colpiscono da 6 a 10 volte per circa  sei mesi a partire da Dicembre, ma pare che almeno in questo la sorte ci sorrida perché il tempo è stupendo! Chinatown, ovvero il centro del paese, che non  ha nulla di cinese, è una bel quartiere con locali, negozi e ristoranti. Le Gioiellerie che vendono perle si sprecano, infatti uno dei motivi di attrazione di questa località sono proprio loro … se ne trovano di ogni tipo, anche “economiche”…. però mai abbastanza per le nostre tasche! La seconda interessante attrattiva di Broome si trova in un sito che ci è piaciuto moltissimo, è la zona del faro dove una scogliera rosso fuoco nasconde le tracce di un dinosauro che pare sia passato di qui 120milioni di anni fa …. noi ci siamo impegnati a rendere visibili nelle foto le impronte ma il sole era allo zenit e la luce appiattiva le forme … solo più tardi abbiamo scoperto che quelle che avevamo visto erano i calchi di quelle originali, che non si possono vedere se non con la bassa marea … e noi naturalmente eravamo lì  durante la alta! Abbiamo fatto il bagno a Cable Beach…. L’oceano indiano qui è mosso e caldissimo ma soprattutto balneabile e la spiaggia è immensa … ci meraviglia di quanto sia poco frequentata, noi ci siamo stati di sabato, domenica e lunedì, ma potevi contare i presenti sulle dita di una mano ….La gente australiana è strana, hanno abolito tramite referendum il cambio dell’ora legale e solare … cosicché alle 4 del mattino è già giorno e alle 18 è buio pesto … Mah!

attenzione Eighty mile beach_1

9-10/12/2009 La tartaruga
Ci troviamo ad Eighty Miles Beach, traducibili in 150Km di spiaggia deserta!  Abbandoniamo la statale e dopo 10minuti di sterrato … (e con un VAN come Milk&Sugar non è cosa da poco)…. arriviamo al campeggio che si trova praticamente sulla spiaggia, ma non è un gran che, ci sono tante mosche e insetti vari contro i quali abbiamo dovuto lottare per il potere in cucina. Ecco cosa è successo: entriamo nella zona comune, siamo solo noi ad usarla…anche perché ci saranno non più di 5 VAN oltre al nostro. Quindi ci mettiamo a fare la pasta, ma veniamo mitragliati da una serie di chissaquanticavolidiinsetti attirati dalla luce: dalla cavalletta gigante, agli scarrafoni biblici e non per ultime le formiche divoratrici dell’impossibile. Insomma si scagliano all’interno spatasciandosi contro le pareti e mentre Andrea difende la porta armato di scopa, l’Anna salvaguarda il rancio nelle retrovie…una battaglia che vede diversi scarafaggi scaraventati modello baseball e alcune locuste lanciate stile golf. Ne usciamo vincitori ma stremati, questa cena ce la siamo guadagnata!!! La natura un po’ prende un po’ da’…poche ore prima di questa epica battaglia ci trovavamo in spiaggia ad ammirare una super tartaruga che avanzava lentamente fuori dall’acqua per andare a depositare le uova e proprio all’ora del tramonto… momenti impagabili. La poverina ha arrancato a fatica per un po’ di metri, spingendo il suo corpo pesante a forza di pinnate sulla sabbia e le pinne, si sa, non sono il sistema di locomozione più idoneo alla terraferma. Ogni 4 o 5 bracciate sostava qualche secondo a riprendere fiato, si guardava intorno e forse sentiva il nostro odore (eravamo in 4) anche se eravamo a debita distanza… Arrivata ad un certo punto, dopo quella sgobbata, cosa fa? Torna indietro!!!!!!!!!!!! Chissà che cavolo le è preso? Sta di fatto che si gira e se ne torna in mare!!! Forse era presto, troppa luce! Infatti noi, solerti scopritori della natura, abbiamo puntato la sveglia alle 2.30 di notte… il motivo principale era poter vedere la via lattea, che qui è spettacolare (tanto per cambiare) ma la luna era quasi piena e quindi nulla e anche le tartarughe ci hanno gabbato, siamo arrivati tardi e l’unica cosa abbiamo potuto ammirare erano le loro orme che salivano dal mare e le tracce delle buche nelle quali avevano deposto le uova…

Broome  Cable beach Cable beach

Ripartiamo per raggiungere Port Samson…una località di mare molto carina ma praticamente desolata in quanto bassa stagione, siccome è presto ci concediamo un paio d’ore di sole e di bagni tra i gabbiani e le conchiglie. Scambiamo quattro chiacchiere con la barista di un chiosco e ci dice che è atteso un ciclone per Natale cioè tra un paio di settimane e si stanno già preparando… Noi pensiamo ma che bel regalo! E neanche a sorpresa! Nel pomeriggio siamo a Karratha, nel cuore della regione del Pilbara. Conta più di 12mila abitanti ed è poco distante dal mare. Fu fondata negli anni 60 per ospitare gli operai che lavoravano nelle miniere di ferro, gas e minerali vari di cui questi regioni sono ricchissime. Troviamo un campeggio e ci chiedono 44$! Noi guardiamo la tipa stupefatti e lei ci spiega che è per via delle miniere, quindi essendo sempre pieni in ogni stagione approfittano e alzano i prezzi soprattutto per i lavoratori le cui compagnie ricchissime pagano i pernottamenti … ma voi siete turisti no? Che intuito la ragazza!!!? Cosa ti sembriamo, minatori in infradito??? Ah!!! allora vi faccio lo sconto, sono 39$… che sforzo! Le piazzole sono tutte occupate da lavoratori in tuta blu e arancio….c’è talmente tanto di quel testosterone che l’Anna rischia di rimanere incinta respirando… beh c’è anche qualche donna… Oltretutto un posto bruttino… senza piscina, cucina sguarnita e come se non bastasse mentre stanotte Andrea usava il pc è partito l’impianto di irrigazione e ha lavato lui e il computer.!!! AH AH AH!  Ora si ride ma fino a questa mattina momenti di panico perché  il monitor era morto, poi il miracolo ed ha ricominciato a funzionare!!!! Ora cerchiamo di arrivare da qualche parte, un po’ meno costosa e un po’ più  interessante.

la cucina ad Exmouth_110-11-12/12/2009 CORAL COAST
Approdati a Exmouth! Carina, sì, sì … primo fra tutti il campeggio, è della stessa catena di quello di Karratha, dove c’erano i minatori, ma questo costa la metà ed è bello il triplo!… Merita subito una foto la cucina, è bellissima e quando ci abbiamo messo piede la Cuccarini ci ha accolti come fossimo in una Scavolini!!! Il paese è piccolo, ci sono un numero imprecisato di Emu che vivono qui e girano liberamente per le strade; uno ha tentato di rubarci l’attrezzatura, appoggiata ad asciugare, sul tavolino in campeggio. Il centro consiste in una piccola zona commerciale con  una decina di negozi e tutti seguono una politica ecologica: da un anno non usano sacchetti di plastica. Abbiamo fatto un po’ di shopping nel diving centre e di gran carriera ci siamo diretti nel parco marino di Cape Range Nationl Park ad esplorare diverse baie, ingresso 10$ ad auto. La più soddisfacente è stata Tourquaise Beach … Tuffatevi  con noi: l’acqua è gelida, non pensavamo vero?  C’è un po’ di corrente e il vento spinge ma il sole picchia di brutto e un bel tuffo nell’oceano, inaspettatamente freddo, è corroborante quanto una cioccolata calda a Dicembre davanti ad un camino (questo vale se è Dicembre in Italia…!). Nuotiamo ed esploriamo il fondo, diversi pesce pappagallo enormi e  dai colori sgargianti, pesce ammiraglio, carangidi, persino un polipetto che Andrea  ha scovato sotto uno scoglio…Il fondale non è profondo, in qualunque momento potremmo appoggiare i piedi  e sollevarci fuori dall’acqua, quindi siamo tutti tranquilli, ma è proprio una porzione di barriere corallina e questi organismi così delicati risentirebbero subito dell’incomodo quindi si nuota  a pelo d’acqua senza fatica ma il freddo si fa sentire; torniamo a riva?? Andrea che è un abile nuotatore è avanti, è lui che scova le cose più interessanti, l’occhio allenato dalle tante immersioni… Ma noi abbiamo la fortuna del principiante… un paio di grossi chissacchetipodipescesarannomai, attirano la nostra attenzione perché si stanno azzuffando sul fondo… ci passiamo bellamente sopra cercando di mettere a fuoco la situazione…e all’improvviso realizziamo!! “Un attacco di panico” Abbiamo appena scavalcato, pinneggiandoci sopra allegramente, una pericolosissima RAZZA! Sta muovendo il fondale con le sue ali e alza la sabbia per occultarsi. La prima cosa che abbiamo notato sono gli occhi!!! Ai lati della “faccia” due buchi neri, grossi come palle da biliardo che si muovono girando…oddio, il cuore in gola!! “Andreaaa” urliamo!! Nuota e non sente! …”Andreaaaaa!!” Come dei pazzi stiamo lì in piedi gridando contro vento, con il timore di perdere l’attimo e la paura della Razza …. chi l’ha detto che per le strade ci si perde ma in cielo e in mare no???? “Andreaaaaaa!!” Lui nuota …”Andreaaaaaaaaaa” e finalmente alza le testa si gira;  sarà ad una ventina di metri da noi … muoviti torna qui!! Non afferra il perché, ma parte in quarta contro corrente. Arriva e cerchiamo da sott’acqua di fargli vedere cosa c’è! Ma lui non scorge subito e si avvicina incautamente…lo tiriamo per la manica della sua bella e nuova maglietta così si ferma e concretizza! Oddio….come fare? E’ pericolosa, lo sappiamo, una di queste ha ucciso Steve Irwin il famoso naturalista australiano, un po’ matto, ammaestratore di coccodrilli, avrete sicuramente visto uno dei suoi documentari! Ma un’occasione così non si spreca, dobbiamo stare attentissimi! Le giriamo intorno, sarà lunga più di due metri dalla coda alla punta del becco  e larga altrettanto…è romboidale, piatta, sembra grigia ma è un po’ nascosta dalla sabbia e la situazione non è limpida … E gli occhi! Gli occhi sono la cosa più  impressionante, come li rotea! Ci guarda? Sembra tranquilla, sta ferma, ondeggia le ali come un nastro di quelli che usano le ginnaste….cerca di infilarsi il più possibile sotto il fondale…ad un certo punto ci allontaniamo anche noi…un po’ impauriti e felicissimi; la lasciamo in pace. Torniamo a riva storditi, ci guardiamo intorno e non c’è nessuno a cui raccontarlo! Solo Voi e Noi.
Chiudiamo il nostro soggiorno ad Exmouth con colazione con pappagallo!!!
Pochi Km ci separano da Coral Bay dove prevediamo di passare un paio di notti. Questa località altro non è che una spiaggia meravigliosa intorno alla quale sono state costruiti due campeggi,  un minimarket, qualche bar e altri negozietti. Prima tappa: in mare, armati di pinne, maschera e boccaglio, un rapido tuffo per capire un po’ la situazione…fondale ricchissimo di coralli di ogni forma e colore! Acqua fresca e cristallina! Un paradiso!

13-14/12/2009 Mille bolle blu
Siamo riamasti isolati dal mondo per qualche giorno … eravamo in paradiso e in paradiso i telefoni non funzionano!!!  Coral Bay…150 anime tra i 25 e i 35 anni … tutti impegnati come istruttori subacquei o nei campeggi o nei bar ristoranti e market. D’estate la situazione si anima e tra una settimana, quando le scuole chiuderanno per le vacanze di Natale (che qui corrispondono anche con le vacanze estive), saranno invasi dai turisti. In campeggio stringiamo amicizia con Luigi e Lorenza; Luigi ha partecipato all’iron man e Andrea è andato fuori di testa! Ha trovato un idolo…l’ha tempestato di domande, poverino! Passiamo un po’ di tempo a chiacchierare con loro e poi facciamo un giro. Prima tappa: diving center dove conosciamo Marianna, una ragazza di Rimini che si è trasferita in Australia ed è una sub. Prenotiamo senza esitazioni le nostre immersioni….Alle 8.30 del giorno dopo siamo già pronti sulla barca…

Anna:
Erano 8 anni che non usavo le bombole per scendere in mare ed ero un po’ timorosa; ma dopo un rapido refresh e grazie alla pazienza di Matt, il dive master che mi ha seguita nella prima immersione, ho ripreso subito confidenza con l’attrezzatura e allora giù!!! Che sensazione! Scendo piano, compensando e respirando e in pochi minuti ero sotto 15 metri d’acqua, immersa in un panorama alieno e circondata da pesci dai colori imprevedibili….. Mi sono trovata in una conca con coralli e scogli e ho avuto un incontro con tre pescecani non più grandi di 2 o 3 metri: loro giravano facendo capolino tra le rocce…erano vicini e noi galleggiavamo quasi inginocchiati sul fondo fermi ad osservarli girare intorno a noi e io ero al “settimo cielo”. A dire la verità Matt mi ha ancorata, perché per i primi secondi ero così agitata che non riuscivo a stare ferma, poi ho preso il controllo del fiato e ho trovato l’assetto. L’unico rumore di sottofondo era provocato dalle bolle del mio respiratore…una magia! Poi si sono defilati, e ho continuato la mia esplorazione tra pesci palla, pesci angelo, pesci ammiraglio, pesci pappagallo, carangidi, barracuda, pesci pigiama….e non so che altro!…La seconda immersione la faccio da sola…cioè senza istruttore, ma con il gruppo dei sub più esperti; non si scende mai da soli in immersione!!! E anche se si è in gruppo, viene sempre affidato un compagno con il quale ci si aiuta sopra e sotto l’acqua. Io scendo con Andrea, che per una serie fortuita di eventi riesce ad ottenere la custodia per portare giù la macchina fotografica! Io non la uso molto perché devo concentrarmi troppo sull’assetto…se no appena mi distraggo “volo via”, però me la cavo e riesco ad immortalarlo e a fare un video, tutte le altre foto sono opera sua… io mi sono gustata i panorami!…50 minuti passano in fretta ed è ora di risalire comunque la soddisfazione di aver visitato i fondali della barriera corallina australiana che non ha paragoni al mondo.

15-16/12/2009
Siamo sulla Nort West Coastal HWY verso Denham. Tira un ventaccio che ci spinge fuori strada, sarebbe meglio che Andrea invece di salutare tutti quelli che incrociamo, come se fosse il papa, tenesse entrambe le mani sul volante!!!! Stiamo lasciando Carnavon che ci ha ospitati per due giorni in un comodo campeggio a 700m dal centro per 27$. Carnavon conta 8mila anime circa e quasi tutti sono impegnati nell’agricoltura. Infatti rifornisce una buona percentuale delle esigenze di frutta e verdura dell’intero continente! La receptionist ci indica una bella spiaggia per nuotare, bella sì, ma forse non lo sa che il suo paese offre di meglio!! La suddetta spiaggia è un sudario di alghe!!!  Forse non è stagione e comunque non ci aspettavamo molto da questa cittadina. Tolti i negozietti, la spiaggia poco accogliente e la frutta rimane solo una mega parabola. Fu costruita dalla Nasa per alcune indagini spaziali e venne coinvolta nella missione Apollo … ora è in disuso. Quindi che si fa? Per fortuna abbiamo la linea e prende Vodafone e Andrea si impegna a produrre un bel video, visto no? L’Anna se ne sta in piscina! Sole e brezza marina, un clima ottimale per il dolce far nulla, parola d’ordine: relax!  Facciamo comunella con un gruppo di ragazzi provenienti da diversi paesi, anche un italiano, che sono qui per l’università.
Ce la godiamo insomma e l’ozio, padre dei vizi, si fa accompagnare dal peccato di gola: ci stiamo ingolfando di smoothie!! Gli Smoothies sono dei frullati di frutta fresca con yogurt o latte o altri ingredienti a piacere, noi li prediligiamo al mango! Anche lo yogurt al mango è buono, e pure il calippo al mango non scherza, per non parlare del mango vero e proprio.

Sulla strada per Denham ci aspettano due tappe: gli STROMATOLITI e Shell Beach. E’ da quando programmiamo il viaggio che aspettiamo questo momento. Parcheggiamo nell’area di sosta  di un camping sulla spiaggia e ci avviamo per conoscere gli stromatoliti. Se non sapete cosa sono andate a cercarlo su wikipedia….vabbè dai non sforzate le meningi, siamo di buon umore e ve lo spiegheremo noi…non vorremmo che per lo sforzo  vi cogliesse una febbre celebrale!! Gli stromatoliti sono gli organismi più antichi della terra ancora viventi….qualcuno potrebbe rimanere deluso nel trovarsi di fronte delle semplici rocce…escrescenze che spuntano dal fondale durante la bassa marea. Ma che ci crediate o no, senza di loro, noi non saremmo qui. Sono stati i precursori di tutti i produttori di ossigeno! Capite la loro importanza? Si svilupparono 3,5 bilioni di anni fa in un ambiente ostile, troppo salato, troppo caldo e senza aria e per milioni di anni furono l’unica forma di vita che riuscì a colonizzare il pianeta Terra, costituendo un vero impero. I cyanobatteri che li compongono sono i responsabili dei processi chimici che, in condizioni sfavorevoli per qualunque altra creatura, portarono alla formazione dell’ossigeno!!!!! Pensate che crescono non più di un cm ogni 30 anni e il loro sviluppo avviene sul modello delle piante superiori… quindi formando degli anelli circolari come fossero tronchi. Questo permette agli scienziati di risalire alla loro età, basterebbe segarne uno e la matrice risulterebbe essere millenaria. Insomma loro sono stati i primi “ossigenatori” e hanno aperto la strada allo sviluppo di… tutto, tutto quello che vediamo intorno a noi e noi stessi!!! Come non essere riconoscenti?? Non come quel maleducato che una sessantina di anni fa ci passò sopra con il carretto schiacciandone un po’ ed ora si vedono ancora le tracce delle ruote!! Noi ci camminiamo intorno, percorrendo un pontile, discretamente imbarazzati di fronte ai nostri “antenati” più antichi.
Il secondo stop, lo dedichiamo a Shell beach. Shell vuol dire conchiglia e beach vuol dire spiaggia … Ebbene, è proprio una spiaggia senza sabbia ma costituita soltanto da minuscole conchiglie piccole, piccole e tante! L’acqua ha una salinità elevata che ha permesso la proliferazione di questi molluschi, in quanto i suoi predatori naturali, non sono riusciti ad adattarsi. Si può scavare fino ad una profondità di 10m e trovare solo gusci!
Si prosegue per Denham con il vento in poppa ma non è un eufemismo, la brezza marina che distingue questa località si è trasformata in un vento furioso. Arrivati in campeggio sulla spiaggia di Monkey Mia  ci informano che un ciclone si sta abbattendo su Broome e scende verso di noi. Proprio quello che aveva pronosticato la barista incontrata a Port Samson! Non arriverà fin qui ma ne subiremo i venti di coda nei prossimi giorni. Passiamo la notte sotto le coperte di lana perché con il tramonto e l’aria così forte la temperatura si è abbassata notevolmente… sembra Dicembre!!!
Monkey Mia è famosa per gli incontri puntuali con i delfini che si avvicinano alla spiaggia per essere nutriti. Prenotando per tempo si può proporsi come volontari e lavorare a fianco dei ranger e assistere i delfini per due settimane. 6.30 a.m. : suona la sveglia, si corre in spiaggia ad aspettare che arrivino i delfini e i ranger che li nutrono… ci sediamo e aspettiamo. Siamo tra i primi e con calma arrivano gli altri speranzosi spettatori… 7.00 a.m.: .. nulla… qualcuno sbadiglia 7.30 am: ci corichiamo sulla sabbia… 8.00 am: ma non è ora di colazione!!!??? Lo stomaco brontola… 8.30 am: … pancake con maple syroup e sti cavoli ai delfini!!! Pochi stoici rimangono sulla spiaggia ad attendere, ma invano.. niente delfini. E te pareva!! Per oggi nulla!! Per fortuna ci sono i pellicani che si lasciano avvicinare si si mettono in posa per farsi fotografare. C’è una rete da beach volley e abbiamo tempo fino alle 16 per sfruttare il campeggio, quindi individuiamo due ragazzi francesi con una palla, iniziamo a giocare in 3 e finiamo in 10; poi tutti in acqua a rinfrescarci e finalmente sotto le palme con uno smoothie!! Tra un paio d’ore si riparte. 11500Km percorsi!

17-18/12/2009
Kalbarri 7000 cittadini …piccolo paese….ci abbiamo passato solo 24 ore. Siamo sulla costa occidentale a Nord di Perth, la prima città che si incontra da qui è Carnarvon a circa 300km di distanza. Per rendere l’idea su 13mila km di costa non si trovano più di 40 centri abitati. Ci siamo dedicati allo snorkeling alle Blue Holes  ma abbiamo evitato le consigliatissime e faticose sedute di canoa lungo il fiume e tra le gole del parco. Abbiamo anche onorato la cucina, iniziando con le buonissime Brioches al burro farcite di burro e accompagnate da burro per finire con una cena a base di calamari fritti e piccanti contornati da patatine fritte e verdure in pastella ….Volete sapere del campeggio? Struttura così così … ma i bagni strepitosi! E comunque dopo aver passato una notte in una rest area tutti i bagni sembrano belli!!! Bello anche il tramonto che abbiamo goduto da una piccola altura sulla spiaggia.

20-12/2009
Ci troviamo a Geraldton … addirittura 20000 abitanti!!!!!!!!! Le spiagge, in questo periodo, non sono il massimo. Questa zona è una di quelle amate dai surfers e dai kiters per via del vento. C’è qualche locale e un po’ di vita, così per una volta tanto ci dedichiamo alla vita notturna …e comunque siamo costretti a fermarci fino a Lunedì… Per forza! Lo sportello bancomat ha ritirato la carta all’Anna e dobbiamo aspettare che riapra.
Geraldton…9.27 di Lunedì mattina. Sono sul piede di guerra davanti alla banca che mi ha ciucciato la carta di credito! Aprono puntuali alle 9.30. Entro: la guardia giurata sorride e saluta, arrivo allo sportello e mi accoglie una biondina con il cerchietto a corna di renna…la sua collega porta degli orecchini con le palle di natale, l’altra ha un fiocco in testa che non teme confronti con la cometa della natività….come fai ad arrabbiarti con questa gente? Sono tutti sorridenti e quando chiedo la carta me la restituisce in men che non si dica….esco dalla banca contenta…? Ci meritiamo i Pancake con lo sciroppo d’acero!!!! Comunque la prima impressione su Geraldton era stata sfavorevole, e non è cambiata molto, non c’è gran che  vedere, è una città portuale e sembra un cantiere; le spiagge sono grandi ma infestate dalle alghe, solo quella in centro è ben attrezzata, con giochi d’acqua per i bimbi sul lungomare. C’è un po’ di gente (20 o 30 persone!!!) e una frotta di piccoli aborigeni, ma non è male, un bagnetto ci sta. Il centro città segue il modello degli altri paesi sul mare: consiste di una zona pedonale nella via principale che corre interna e parallela al lungo mare. Ha qualche negozietto, bar, take away, ristoranti per ogni palato, minimarket, librerie … Come struttura segue il modello di Darwin, ma molti negozi sono chiusi e trascurati … nel pomeriggio di domenica si è svolta la parata del tour mondiale di vela.. che ci siamo persi perché Andrea si è addormentato in spiaggia! Il campeggio è sul mare ma è uno dei più brutti che abbiamo visto, forse il più brutto e scomodo in assoluto… Cerchiamo di rifarci uscendo a cena…l’unico posto aperto è un pub irlandese piuttosto carino. Quando arriviamo la serata è già animata: una tavolata di amici che si scatena a ritmo di rock’n roll….le signore vestono  gonne anni ‘50 e ballerine con calzette bianche, e come volteggiano!!!!!…Ci godiamo lo spettacolo mentre aspettiamo i nostri piatti: pollo alla parmigiana e filetto di canguro…buoni!!! Nel frattempo l’Anna ne combina una delle sue! Spiego: qui in molti posti funziona un po’ self service…vai al banco, ordini, ti porti bere e posate al tavolo, ti assegnano un piedistallo con un numero e poi arriva la cameriera con i piatti…  Siccome il tavolino che occupiamo è bagnato, prendo uno straccetto che trovo li vicino…e lo asciugo e dopo pochi istanti … non arriva mica uno dei signori danzanti e ci si deterge il sudore? Povera me! Che figura!!! Ma le sue amiche del tavolo di fianco non mi hanno detto nulla!!!! Che ne sapevo io??!!!  Comunque la festa si anima sempre più, ai ballerini si aggiungono gli equipaggi delle barche a vela, una trentina di ragazzi… e il pub si riempie  come mai nella sua storia!!!

21/12/2009  Pinnacle Desert
Questo è un luogo misterioso, reso particolare dalle escrescenze calcaree che spuntano dalle dune di sabbia. Emergono dal  terreno per innalzarsi nelle forme più ambigue fino a raggiungere 5 o 6 metri di altezza. Gli studiosi suppongono che il luogo sia stato popolato da una foresta le cui radici, con un lungo lavoro, abbiano eroso il terreno duro creando gli spazi sabbiosi tra le rocce sotterranee. Con i millenni pioggia e vento hanno spazzato i residui friabili realizzando il Deserto dei pinnacoli.
Giungiamo a Perth.  12300Km percorsi … finalmente un letto vero!  Ma Mercoledì si riparte…passeremo il Natale al mare nella zona di Margareth River.

23-24/12/2009 Civiltà
Il primo paese nel quale ci fermiamo è Rockingham, non abbiamo dovuto percorrere neanche 50 Km per raggiungerlo. … quando arriviamo è ora di pranzo e passiamo tutta la giornata sul lungomare, ma niente bagno, tira un vento!!!  Ci sono famiglie e ragazzi che godono di questi spazi verdi attrezzatissimi: bagni puliti, zone B.B.Q. e panchine con tavoli all’ombra, volendo si possono organizzare grigliate con tutti i comfort. La cosa che più ci sorprende è il senso civico di queste comunità: nessun atto vandalico deturpa parchi e corredi! L’unica nota negativa se la merita il campeggio che per 30$ al giorno non ci fornisce neanche la cucina, e i bagni non sono un granché!
Il giorno successivo ci spostiamo a Bunbury che vanta un grande centro commerciale, spiagge bellissime invase da surfers e kiters … soprattutto durante il pomeriggio quando il vento la fa da padrone! I tempi delle strade desolate e delle Road house sgangherate ci sembrano lontanissimi…qui c’è traffico, semafori, bei negozi e le città, piuttosto popolose, distano poco l’una dall’altra…
Azzarderemmo ad associare questa regione ad una costa balneare italiana durante il periodo estivo…Strano però, sarà che è Natale o che qui usano così ma i ragazzi sono tutti i giro a fare shopping! E le spiagge sono deserte!!!!!!!!!… Per quanto ci riguarda il 25 lo passeremo in spiaggia … e forse anche la notte!

25-26-27
Da Bunbury ci siamo spostati a Busselton … la città dove si è svolto l’iron man qualche settimana fa … la cui attrattiva principale è il molo. Infatti è il più lungo di tutto l’emisfero australe…2 Km! Peccato che non si possa percorrerlo fino in fondo perché, a causa del restauro, è interrotto a poche centinaia di metri dalla riva. Poi ci siamo spostati verso Margaret River. Non pensavamo di trovare posto in campeggio, invece la reception era aperta … cioè era chiusa ma il titolare era dentro e ci ha aperto … così ci siamo sistemati anche per questa notte e possiamo usare internet. Siamo stati a visitare una bella spiaggia, suggestiva ma poco praticabile a causa degli scogli e del forte vento …. queste zone sono davvero il paradiso dei surfers e dei kite surfers. E anche per gli amanti del buon vino! Infatti quest’area è conosciuta come la migliore del Western Australia per il vino e tutte le strade sono costellate di vigneti e vinerie che offrono escursioni guidate con assaggi dei loro prodotti!!! Ma è Natale anche per loro e ovviamente sono tutte chiuse.
Il 26 Dicembre…ovvero  il BOXING DAY come lo chiamano qui…ci siamo diretti ad Augusta sulla punta più estrema del sud ovest  d’Australia, dove si incontrano l’oceano indiano e l’oceano meridionale…Il tratto di costa che sporge stretta verso il mare ha mietuto numerose vittime tra le navi ma dal milleottocento e qualcosa ospita un bellissimo faro….Io vi racconterei anche tutta la storia di questo posto e i personaggi protagonisti ma credo che non ve ne importi un fico secco e se non mi avessero piazzato in mano un depliant esplicativo in inglese, che mi sono impegnata a tradurre per allenamento, non ne saprei mezza neppure io! Non siamo neanche saliti sul faro, l’abbiamo visitato solo passeggiandoci intorno. E’ che quando siamo arrivati c’era una comitiva di una trentina di coreani, indiani e giapponesi e ognuno di loro possiede due ascelle….ed erano tutti stipati nella biglietteria e pronti per  sudare ulteriormente sulle scale…abbiamo desistito…. Dopo la visita Cape Leeuwin  ci siamo diretti verso Yallingup. Per raggiungere Yalligup dal Sud la strada attraversa una vera e propria foresta. Non possiamo evitare una breve sosta per goderne i profumi.

27-28-29/12/2009 ADDIO MILK&SUGAR…
Finite le feste, gli ultimi giorni li abbiamo trascorsi a Yallingup. Tornando verso Perth ci siamo fermati per l’ultima notte a Bunbury. Sì, ci siamo tornati perché a causa del vento non avevamo avuto modo di gioire della spiaggia, e poi l’Anna ne aveva fatta un’altra…Aveva lasciato parte del guardaroba nel bagno del campeggio nel quale avevamo passato la notte del 26…e inaspettatamente abbiamo ritrovato tutto; gentilmente conservato in un sacchetto dallo staff del campeggio. Grazie J.
La prima sosta a Perth è stato l’autolavaggio! Milk&Sugar era proprio zozzo!!! Mamma mia! Ci voleva davvero una bella lavata dentro e fuori. Pronto, tutto splendente l’abbiamo riportato “a casa” nel parcheggio tra gli altri VAN … e i ragazzi dell’autonoleggio ci hanno fatto i complimenti per averlo pulito così bene!!! Ci eravamo affezionati, e anche a lui, dopo averci ospitato tra le sue lamiere per 42 giorni, è scappata una lacrima dal tergicristalli…

al lavaggioI primi giorni del 2010 a Perth
Vorrei raccontarvi qualcosa di interessante, per chi di voi è curioso di scoprire usi e costumi degli australiani e degli espatriati che, anni fa, hanno deciso di venire a popolare questa terra. Saremo la voce pubblica della prima generazione di italiani trapiantati nel nuovo continente. Gente che desidera parlare del loro passato: dei disagi e del duro lavoro, della nostalgia per la madre patria e degli inconvenienti che hanno dovuto affrontare. Quasi tutti hanno in comune una traversata oceanica di quindici giorni, dalla quale si esce con qualche kg in meno e tanta voglia di terra..
Ci raccontano delle giornate trascorse nelle cambuse a giocare a carte e a cantare. Alcuni sono arrivati soli, con poche lire in tasca, magari vinte proprio durante quelle partite in mezzo al mare…Altri  con solo metà del nucleo famigliare e  pronti a tirarsi su le maniche e creare le basi per  il ricongiungimento  con i cari rimasti in Italia. Le condizioni di vita e di agiatezza non erano certo le stesse che ci sono ora. Non avevano una casa e si accontentavano di dormire in stanze comuni, con altri connazionali. Lavoravano come manovali, operai o contadini e in breve tempo riuscivano ad accumulare sufficiente MONETA (così usano dire) per pagare il viaggio a moglie e figli o fratelli poi si compravano un terreno e ci costruivano la casa. Investivano e  risparmiavano per permettere ai figli il “futuro migliore” che si spera per la propria prole…e per garantirsi una posizione rispettabile nella nuova società. Certo, sotto alcuni punti di vista, a quei tempi, era più facile….la richiesta di manovalanza era altissima, acquistare terreni e rivenderli era meno complicato e ottenere la cittadinanza non era certo un problema.
Ma questi personaggi sono solo una piccolissima porzione della comunità di italiani che ha contributo a costruire quello che ora è l’Australia in tutti i suoi aspetti….dai grattacieli a specchio all’orticello nella back yard….
Quello che ci diverte di più quando passiamo le serate con questi nostri ospiti è ascoltarli parlare quel linguaggio misto tra dialetto e inglese. Vi facciamo qualche esempio di alcuni termini che sono al limite della grammatica e della comprensione linguistica:  Checca che deriva da cake cioè torta. Parkare cioè parcheggiare. Il magazzino è sul tavolo: magazine ovvero rivista. Germanese! Che deriva da German, tedesco. Farma e farmista: fattoria e contadino. Ho smessciato il carro! Traducibile con: ho fatto un incidente in auto! Per sicurezza, prendete appunti, così non sarete impreparati se, durante un viaggio, chiedendo  informazioni stradali ad un calabro australiano, vi sentirete rispondere:  “turna (turn) a sinistra alla terza luce (light=semaforo)”

Freemantle
A 20 km a sud di Perth si trova Freo, come viene chiamata qui in Australia, sorge alla foce dello SWAN River. E’ molto caratteristica e frequentata da ragazzi e famiglie. I locali, per tutti i gusti, sono bellissimi e affollati, e poi c’è un mercatino un po’ hippie e decisamente da visitare per lo shopping e per i personaggi che ci si trovano…. Peccato per la spiaggia…c’è il porto e quindi il paesaggio ne risente, soprattutto se si decide di cenare con fish &chips proprio in riva al mare…in compenso c’è un bel parco e comunque a pochi km dal centro ci sono delle zone per nuotare meritevoli!

Perth
Il cigno nero, tipico di questa zona, è il simbolo di questa metropoli. Ne vediamo molti nei laghetti dei parchi che frequentiamo, come ad esempio Lake Monger che raggiungiamo in bici e giriamo di corsa. E’ una città moderna ma a dimensione uomo; le spiagge sono bellissime e ben attrezzate, ce ne sono anche di riservate ai cani!!! Basta spostarsi  nei sobborghi di Subiaco e Cottesloe e ci si dimentica in fretta di trovarsi in una delle più popolose città australiane. Scarborough Beach è la spiaggia che frequentiamo più volentieri, forse meno turistica me decisamente più affascinate! Anche  durante l’anno il clima consente a che ci vive e a chi la visita di godere della natura di questa capitale. Ad esempio si può organizzare un tiepido pic nic a Kings Park, il giardino botanico più grande del famoso Central Park di NY e forse non lo supera  solo in dimensioni! La vegetazione è lussureggiante e ci si possono trovare più di 2 mila specie botaniche. Si può raggiungere facilmente perché si trova in centro e con il RED CAT, il bus rosso, si arriva proprio davanti all’ingresso. Il centro è riservato ai grattacieli e nei  quartieri come Northbrige e le  passeggiando sulle Mall principali si trovano i negozi più turistici i locali più in voga. E’ qui in centro che abbiamo festeggiato la mezzanotte con migliaia di australiani, tra risse, concerti e danze!

Sydney Dal 19 Gennaio al 28 Gennaio
Arrivederci Perth … abbiamo salutato la famiglia di Tony e di Antonietta …e ci siamo imbarcati sul volo diretto a Sydney…
Capitale del New South Wales, è in espansione; qualcuno la definisce una baby N.Y., certamente è affollata, trafficata, frettolosa, turistica al 100%… Ci troviamo sulla costa opposta del continente quindi sostituiamo i bucolici pic nic con tramonto sul mare con cene sofisticate in locali trendy. I negozi sfoggiano i brand italiani e stranieri. Il ritmo è quello di una qualsiasi grande capitale europea, adattata al turismo.
L’esempio lampante è Darling Harbor che consiste in una serie infinita di negozi, ristoranti e caffè concentrati in questa zona del porto, a misura di turista. Circulary Quay è il centro dei trasporti pubblici di Sydney ma anche una zona di ricreazione con ristoranti, negozi e prati calpestabili….Proprio da qui si può prendere un traghetto per  girare intorno all’ Opera House, la moderna icona di Sydney se non dell’Australia intera. Il pezzo forte è però a nostro parere  Harbour Bridge, detto il vecchio attaccapanni. 153 metri di metallo, pietra e cavi d’acciaio. Lo si può attraversare a piedi in auto in bici o passarci sotto in traghetto…
Brutta idea quella di indossare le tennis dopo mesi di infradito! Per fortuna il Royal botanic gardens ci ha accolti con un cartello che invita chiunque a camminare sull’erba, annusare i fiori, parlare agli uccelli e abbracciare gli alberi….Bhe se lo dicono loro allora si va a piedi nudi! Anche per  visitare il Taronga Zoo, abbiamo scarpinato altre 4 ore. uesto zoo ospita migliaia di specie animali e vegetali ben sistemati. Abbiamo visto finalmente i koala! Lo sapevate che se vogliono spiccano dei salti notevoli per passare da un ramo all’altro?
Qui giriamo esclusivamente con i mezzi, anche di sera, quindi ci siamo muniti di un biglietto settimanale che ci permette di usufruire illimitatamente di tutti i veicoli pubblici, compreso il battello. Ma parliamo di King Cross. E’ il quartiere “zozzo” di Sydney. Di giorno si svolgono normali attività commerciali, ma di sera si accendono le insegne dei locali sexy e dei negozi porno. Una via con due facce tipo Dr. Jekill  & Mr.  Hide…Le signorine discinte passeggiano come se nulla fosse sui marciapiedi, la polizia anche… ma non sono le ragazze ad adescare! Bensì i security guard dei bar a luci rosse, che cercano di convincerti ad entrare a bere qualcosa.  Siamo stati anche testimoni della leggendaria 4 stagioni in un giorno! No, non è una pizza!! Ma il cambiamento climatico improvviso che avviene da questo lato dell’oceano…ti svegli in primavera, pranzi d’estate, ceni in autunno e vai a dormire d’inverno.

 Bondi Harbour Bridge_1

L’ultima cosa che ci è rimasta da fare: visitare le spiagge di Sydney…
Ci è costata fatica, dobbiamo ammetterlo, NON STIAMO SCHERZANDO!!! Non potete capire la sfacchinata per spostarci da una parte all’altra della città….e siamo stati costretti ad affrettarci a causa del maltempo. Domenica ha piovuto ed è stato nuvolo per tutta la mattina del giorno successivo; si prevedeva cattivo tempo fino al giorno della nostra partenza, invece siamo stati graziati e già Lunedì  pomeriggio ci trovavamo stesi sulle sabbie di Bondi Beach. Bondi, vi dice qualcosa?…E’ una delle spiagge più note in Australia, soprattutto tra gli amanti del surf. E’ probabilmente la più turistica fra quelle che abbiamo visitato, con molti negozi, quasi tutti specializzati nella vendita di articoli per surfisti, e fast  food per tutti i gusti.  Belle onde e tanti ragazzi, ma nulla di eccezionale, anzi l’acqua era piuttosto sporca e non ci sono le docce. Non vogliamo smitizzare il mito, ma come diceva il vecchi amico Einstein: tutto è relativo…in questo caso tutto è  soggettivo…. e a noi due  non è piaciuta o, quantomeno, non la reputiamo all’altezza della sua fama… Dopo cena ci siamo diretti verso Coogee, la valutazione non è stata facile perché la visita notturna non rende, ci sono più locali serali che fast food e il prato antistante è più accogliente. Peccato aver perso l’ultima corsa del mezzo che ci avrebbe riportato a casa! L’alternativa era o 10Km a piedi o spendere qualche dollaro per un Taxi… vabbè  che siamo sportivi ma abbiamo preferito investire 10$ e non consumare le suole delle scarpe. Anche di giorno Coogee ci è parsa accogliente, anche se il panorama, come a Bondi, è deturpato dalle costruzioni che arrivano quasi fino alla spiaggia…La terza meta è stata Bronte Beach. La Lonely Planet  la annovera tra le più belle della zona  ed in effetti  ci è piaciuta. E’ ben servita dai mezzi, ha i bagni pubblici con le docce le cabine per cambiarsi, una paio di chioschi per nutrirsi di “porcherie” e ci sono diverse zone B.B.Q. con tavolini e aree pic-nic….Ci abbiamo trascorso la giornata del 26 Gennaio l’Australian Day. Una marea di gente spalmata sui prati e sulla sabbia e bagnanti di ogni età che si tuffavano fra le onde alte…Il sole picchia e molliamo il colpo nel già nel primo pomeriggio, doccia e via sui bus in direzione centro dove  si prevedono 2milioni di persone assiepate in occasione di concerti, giochi d’acqua e dei fuochi d’artificio…

il porto_1 Marouba (2)_1

Ma facciamo un attimo un salto nel passato: siamo nel 1788 e Capitan Cook getta l’ancora in uno dei porti più grandi del mondo, ora conosciuto come Circular Quay. In quei giorni dalla nave di Cook sbarcarono un migliaio di persone, quasi tutti prigionieri. Quasi tutti disgraziati. Fra di loro nessuno aveva le capacità pratiche e scientifiche per affrontare la situazione. Gli aborigeni non sempre erano amichevoli, il clima era inusuale, erano privi di materiali edilizi, senza abbigliamento, senza animali domestici e da soma, nessun attrezzo agricolo, niente coperte, niente teli, carta e poco cibo. Eppure dalle baracche che 200 anni fa ospitavano gli sfortunati  profughi ora è sorta una delle città più moderne del mondo!

Ultimo giorno a Sydney, lo dedichiamo a Marouba…è il nome aborigeno della spiaggia che più ci ha affascinati, poco frequentata, con servizi e docce nuove e una scogliera praticabile. Il panorama è notevole e il mare niente male più adatto al windsurf e al kite che non al surf per via del vento. Purtroppo il pomeriggio ci sorprende con un temporale e torniamo a casa presto, poco male dobbiamo prepararci per partire; anche psicologicamente! Infatti ci aspettano quasi 40 ore di viaggio tra voli, soste in aeroporti, bus, metropolitane, treni e auto. Partenza il 28-01 ore 7.00 da casa di Maria (la cugina dell’Anna che ci ha ospitati) arrivo previsto per le 12.00 del 29-01.

Vigevano 1 Febbraio 2010.
Volete sapere come finisce la storia? Volete particolari sulle ultime ore? Siete curiosi di conoscere i tempi del rientro? Il viaggio tedioso, il sonno accumulato, le turbolenze in volo, il cibo rivoltante, lo sconforto provato atterrando tra la nebbia e il gelo. Abbiamo freddo, siamo frastornati, ma anche euforici. Questo blog è dedicato a tutti coloro i quali ci hanno seguito in questa avventura, a tutti quelli che abbiamo incontrato durante il percorso, alle persone che ci hanno aiutato, agli sconosciuti con cui abbiamo scambiato poche parole.  Al mirabolante cielo notturno, alle albe e ai tramonti, al sole impietoso e alle piogge scroscianti; al caldo soffocante e al freddo umido. Alle maledette mosche e alle irritanti formiche, ai canguri (anche quelli stecchiti, pace all’anima loro) e a tutte le creature bellissime, improbabili, indisponenti e odiose … All’oceano profondo, alle onde inarrestabili e a quello che ha inventato le bombole per la subacquea … Ai fiori, agli alberi, ai frutti (soprattutto al mango!) Grazie alla chiavetta internet e ai chattatori (come noi) indomabili. Agli amici al completo e alle nostre famiglie che ci aspettavano a casa. …Grazie ai parenti di Sydney, altruisti e indimenticabili. A Milk & Sugar, il nostro infallibile VAN … Ma soprattutto grazie  a Tony e Antonietta e al loro “clan”  che ci hanno sorpresi e commossi con la loro generosità.

Lode ad ogni cosa che ha reso speciale questo viaggio. Ne abbiamo vissuto ogni attimo e l’abbiamo condiviso con voi che leggete. Un’esperienza  indimenticabile e speriamo non unica, perché per noi c’è sempre la fiducia di poterla replicare …

Evviva l’Australia …

TO BE CONTINUED…


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