Amsterdam 2011


racconto di viaggio dal 2 al 5 giugno di Nicoletta

Amsterdam è la capitale e la maggiore città dei Paesi Bassi, nella provincia dell’Olanda Settentrionale. Patrimonio dell’Unesco, il comune di Amsterdam ha 755.269 residenti (al 30 ottobre 2008) di oltre 170 nazionalità, mentre la popolazione che risiede nell’area metropolitana è di circa 1.450.000 persone. Dal momento che la sede istituzionale del governo è situata a L’Aia, spesso quest’ultima viene confusa con la capitale, che invece è Amsterdam. I Paesi bassi sono uno dei pochi stati la cui sede governativa non coincide con la capitale. Sembra che la storia della città sia iniziata verso il 1205, alla confluenza dell’Amstel e dell’IJ, quando Gijsbrecht van Amstel vi edificò un castello. Nel 1222, per contenere le paludi dello Zuiderzee, le prime comunità costruirono la prima diga (dam o dijk) tra la riva sud del fiume IJ e l’Amstel; nacque così un modesto villaggio di pescatori chiamato Amstelledamme, “diga sull’Amstel”, da cui poi il nome di Amsterdam. La Zeedijk, una via del centro storico, ne conserva ancora il ricordo. Queste comunità innalzarono ben presto altre due dighe che corrispondono oggi ad alcune vie della città come la Kalverstraat e Nieuwendijk da un lato, la Warmoesstraat dall’altro. Su questi argini gli uomini, costruirono alcune file di case interamente in legno e per favorire lo sviluppo commerciale, fu installata una chiusa nei pressi dove oggi si trova il dam, per permettere alle piccole imbarcazioni di poter venire a scaricare le loro merci sulle banchine della città. L’Amstel venne diviso in due bracci e la sua diga funzionava come una chiusa, che permetteva al fiume di gettarsi nell’IJ quando non c’era pericolo di inondazione; questo fece sì che nel 1275, l’agglomerato di case fu identificato come città. Dopo che il commercio fu ben avviato, si cercò di allargare gli argini (burgwal) delle prime dighe per ottenere più terraferma e questo si protrasse poi nel tempo. Nel 1420, Amsterdam si trovò ancora con mancanza di spazio e si costruirono canali paralleli agli argini di terra e nel 1540, il centro della città si era già formato, delimitato oggi dalla stazione centrale al nord, dal Geldersekade e dal Kloveniersburgwal ad est, dal Singel a sud e ad ovest. Nel 1586, la città decise d’iniziare i lavori, davvero colossali, del Grachtengordel, vasto anello di 4 canali che prevedeva l’allargamento del Singel e lo scavo dell’Herengracht, del Keizersgracht e del Prinsengracht; nel 1665 le grandi opere erano terminate e la superficie era raddoppiata. Questo sviluppo provocò lo spostamento dei confini della città lungo il Singelgracht e le nuove mura presero il nome delle città vicine, da nord a sud. Prima del XVII sec., le acque salmastre dei canali erano controllate dalle chiuse che le separavano dall’IJ e le maree ne garantivano la pulizia. A partire dal XVIII sec., le chiuse dell’Amstel fornirono l’acqua dolce per pulire i canali di Amsterdam; l’apertura del canale del Mare del Nord nel XIX sec. e la creazione delle chiuse di Schellingwoude nel 1872, isolarono la città dall’influenza delle maree. Lo Zuiderzee, l’ampio braccio di mare che separa in due la Frisia, nel 1932 è stato chiuso dalla gigantesca Afsluitdijk, una diga lunga 30 Km. e larga 90 metri, formando un vasto bacino d’acqua dolce, l’IJsselmeer, che mantiene il clima temperato. Emblema della convivenza tra la città e l’acqua, sono i canali che disposti a semicerchio, coprono in lunghezza 75 Km., dando vita a una novantina di isole urbane. Le oltre 2500 case comprese in questo reticolo, si reggono su palafitte profonde dagli 11 ai 18 metri; alte e strette, hanno di solito da tre a cinque piani e le facciate in stile barocco, rinascimentale o classico. I principali canali (grachten) sono quelli del Nord: il Singel, l’Herengracht (canale dei Signori), il Keizersgracht (canale dell’imperatore Massimiliano I d’Asburgo) e il Prinsengracht (canale del principe Guglielmo II d’Orange) come già detto in precedenza. Il Singel è il più antico e fu scavato nel XIV sec. a scopo difensivo, affiancandogli un muro di cinta, di cui restano due torri fortificate, la Muntorren nella Muntplein e il Waag nella piazza del Nieuw Markt; in seguito furono costruiti gli altri 3 canali. Questi canali oggi si percorrono su agili battelli turistici, che hanno base in più punti del Centrum; nel Damrak, nel Rokin e nel Damrakburg. I rondvaart, i giri in battello, mostrano un aspetto particolare della città vecchia, mentre se si vuole osservare i canali da terra, il mezzo migliore forse è la bicicletta. Quando si parla di Amsterdam, parliamo della città che in Europa, usa di più la bicicletta (sono circa 600 mila); a differenza di altri posti dove l’acqua è dominante come Amburgo, Venezia, Stoccolma, Amsterdam infatti non ha gradini o scale che disturbano il ciclista e i 1281 ponti che attraversano i suoi 165 canali, hanno sempre carattere di continuità con le strade. Amsterdam si trova in gran parte sotto il livello del mare e si capisce perché dal XIII sec. a oggi, il controllo del livello dell’acqua sia stato così importante. L’aeroporto di Schiphol, per esempio, è a -4,5 metri, sul fondo dello Haarlemmermeer, un bacino prosciugato nel 1852; la metropolitana è a circa -11 metri; il Vondelpark, 50 ettari di verde nel cuore della città, fu creato nel 1877 prosciugando una zona acquitrinosa ed è a -2,5 metri sotto il livello del mare. Queste terre, rubate per modo di dire al mare, mediante pompaggio, sono chiamate Polder. I Paesi Bassi furono uniti alla corona spagnola fino al XVI secolo, quando terminò la guerra d’indipendenza. Tra le conseguenze dell’indipendenza, venne introdotta nello stato la libertà di religione. Amsterdam rimase una città cattolica, religione preponderante nella città ancora oggi. Numerose tuttavia furono le chiese convertite alla fede protestante. Mentre le guerre di religione imperversavano per l’Europa, Amsterdam divenne un rifugio per molte genti perseguitate o timorose di persecuzioni per via della loro religione. Vi giunsero ebrei dalla Spagna e dal Portogallo, mercanti da Anversa in fuga dal saccheggio degli spagnoli e gli ugonotti dalla Francia. Il XVII secolo fu l’età d’oro di Amsterdam. Le navi olandesi salpavano per il nord America, l’Indonesia, il Brasile e l’Africa, creando un impero coloniale. Rembrandt visse in questo secolo. La città si espanse attorno ai canali. Amsterdam divenne il porto più importante del mondo e un centro di finanza internazionale. Il XVIII e il XIX secolo videro un declino nella prosperità di Amsterdam. Le guerre contro la Gran Bretagna e la Francia misero a dura prova la città e il commercio si spostò verso Londra. Alla fine del XIX secolo, la Rivoluzione Industriale raggiunse la città. Nuove rotte sull’acqua verso il mare e verso il fiume Reno fecero nascere nuove rotte commerciali con l’estero. Le condizioni di Amsterdam migliorarono di nuovo, ma la città non raggiunse più gli splendori del passato. In questi anni fu costruita la Stelling van Amsterdam, un anello di 42 forti e di terre che potevano essere alluvionate, messo a difesa della città. La prima guerra mondiale non portò distruzioni perché i Paesi Bassi rimasero neutrali. Il commercio e l’industria soffrirono comunque le conseguenze di un’Europa devastata. Tra le due guerre gli Olandesi costruirono dei muri che separarono Zuider Zee dal Mare del Nord, creando il cosiddetto IJsselmeer (lago IJseel). Le distese d’acqua ad est di Amsterdam divennero così d’acqua dolce, non più salata, e poterono essere usate dagli abitanti. Durante la seconda guerra mondiale le truppe tedesche occuparono la città a partire dal 15 maggio 1940 e deportarono quasi 100.000 ebrei, facendo quasi scomparire la loro comunità. Anna Frank era una di loro. Prima della guerra, Amsterdam era il centro più importante per il commercio dei diamanti. Poiché questo commercio era per la maggior parte nelle mani di affaristi e gioiellieri ebrei, esso scomparve. Oggi Amsterdam ha ancora un ruolo nel commercio dei diamanti, ma il suo posto di centro mondiale è stato preso dalla città di Anversa in Belgio. Negli anni Sessanta e Settanta Amsterdam divenne di nuovo famosa, per ragioni diverse: la politica di tolleranza verso le droghe leggere rese la città una destinazione popolare per gli hippie. Diventarono frequenti le occupazioni di edifici vuoti e gli scontri con la polizia. Gli anni Ottanta iniziarono in modo convulso: nel 1980, mentre la Regina Beatrice veniva incoronata, una protesta si svolse fuori dalla chiesa. Il motto dei protestanti era ‘Geen woning, geen kroning’ (niente casa, niente incoronazione). Il sindaco e il consiglio comunale alla fine dovettero chiamare l’esercito per riprendere il controllo della situazione. Durante gli anni seguenti crebbe grandemente il numero degli immigrati, soprattutto dal Suriname, dalla Turchia e dal Marocco. Molte persone si trasferirono nelle città vicine, tra cui Purmerend ed Almere. Quartieri come Pijp e Jordaan, precedentemente abitati da operai, divennero ambite mete per i nuovi Yuppie abbienti e per gli studenti. Negli stessi anni avvennero grandi cambiamenti amministrativi: la città fu divisa in distretti (oggi 15), responsabili per molte delle attività che erano precedentemente assegnate al governo centrale. L’idea fu quella di avvicinare l’amministrazione alla gente. Gli anni novanta furono anni di boom economico. Il vecchio centro storico fu quasi del tutto restaurato e molte infrastrutture vennero completate. Nel 1995 il governo nazionale propose la creazione di una “provincia cittadina”, comprendente Amsterdam e le città vicine. La popolazione respinse l’idea in un referendum. L’opposizione non era tanto contro la provincia cittadina, ma contro la divisione della città in parti. Dopo il referendum la proposta venne archiviata, ma a partire dal 1995 alcune parti della città divennero comunque più autonome, e alcune città vicine sono state inglobate da Amsterdam, sia politicamente che economicamente. In un certo senso la provincia si è formata lo stesso, sotto forma di “Grande Amsterdam”. L’inizio del nuovo millennio ha portato problemi economici per la città. La disoccupazione è cresciuta. L’integrazione degli immigranti arrivati due decenni fa è ancora problematica, come mostrato dall’omicidio del regista Theo van Gogh. Gli 800 anni di storia di Amsterdam hanno comunque mostrato che la città è capace di risollevarsi da periodi del genere.

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Per visitare Amsterdam è logicamente sconsigliata la macchina e non vi rimane quindi che usare l’eccellente rete di trasporti pubblici, noleggiare una bicicletta o eventualmente andare a piedi. Il tram è senza dubbio il vostro migliore mezzo di trasporto per spostarsi in città e in periferia, eccetto nella zona dei canali e il sevizio dispone di 17 linee; dal 1997 c’è una linea, la n° 20, che raggiunge la maggior parte dei posti da vedere e che ha ben 31 fermate numerate. La metropolitana, poco sviluppata, permette con le sue 3 linee, di raggiungere la stazione di Amstelstation e il quartiere di Bijlmermeer (soprattutto lo stadio dove gioca la grande squadra di calcio dell’Ajax). Il treno serve esclusivamente per recarsi all’aeroporto di Schiphol, partendo naturalmente dalla stazione centrale o da altre stazioni limitrofe e per raggiungere i dintorni della capitale. Per girare ad Amsterdam conviene munirsi della dagkaart (o Circe-Amsterdam ticket) che è un biglietto valido per una giornata, oppure della Strippenkaart che è valida sull’intero territorio nazionale e comprende 15 o 45 biglietti, acquistabile negli uffici dell’Azienda municipale dei Trasporti, nelle stazioni, negli uffici postali e in molte tabaccherie, o ancor meglio l’Amsterdam Pass, una carta elettromagnetica che è allo stesso tempo un biglietto e una guida che dà ingresso gratuito a quasi tutti i musei, a diverse attrazioni, nonché all’accesso gratuito ai mezzi pubblici, giro in battello gratis ed è valida 24, 48, 72 ore.

GIOVEDI’ 02/06/11
Il viaggio inizia lasciando l’auto al PARK TO AIR a Bologna (4 gg € 24 parcheggio scoperto – custodito). I ragazzi del parcheggio sono molto carini e disponibili. Si arriva al parcheggio (vedi istruzioni sul sito) e, sbrigate le formalità, ti caricano sul bus per portarti in 3 minuti all’aeroporto. Inoltre ti danno un biglietto con un numero da contattare appena si ritorna dal viaggio. Si telefona e in 3 minuti sono già in aeroporto per riportarti all’auto!!!!
Voliamo con Lufthansa, prenotato on-line un paio di mesi prima e pagato € 180.

DA SCHIPHOL (aeroporto di Amsterdam) ALLA STAZIONE CENTRALE
L’aeroporto di Schipol è il principale dei Paesi Bassi. Si trova a Sud di Amsterdam, ed è parte dell’Haarlemmermeerpolder, area che, prima della metà del XIX secolo, era occupata da un grande lago. Schiphol nasce come base militare all’inizio del XX secolo ed oggi aspira a diventare uno dei principali aeroporti (sia passeggeri che merci) d’Europa. Schipol possiede un solo terminal e le aree di arrivo e partenza sono divise in tre zone (Arrivals 1, 2, 3 e Departures 1, 2, 3). Al piano terra c’è la zona arrivi, al primo piano invece ci sono zona partenze con i banchi dei check-in e aree d’accesso ai gates. Le aree per fumatori (sia ai gates sia ai café e ristoranti) sono contrassegnate dall’apposita segnaletica. Non è consentito fumare al di fuori di queste aree. Schiphol è pensato anche per i bimbi, con numerose aree-gioco per i più piccoli. Esclusiva per i viaggiatori è anche la possibilità (gratuita) di ammirare alcuni capolavori pittorici dei maestri olandesi del Secolo d’Oro, in mostra fino al 2010 tra il settore E ed F grazie ad una collaborazione con il Rijksmuseum di Amsterdam. Come in ogni aeroporto, è bene arrivare al check almeno due ore prima della partenza del proprio volo. Inoltre il tragitto per arrivare al proprio Gate è solitamente piuttosto lungo (a volte anche mezz’ora), quindi si consiglia di tener conto di queste tempistiche per evitare stress prima del viaggio. L’aeroporto possiede anche un centro commerciale ad esso collegato, lo Schiphol Plaza, con negozi, café e ristoranti. Sempre all’interno dell’aeroporto, nella zona adiacente alla shopping area, vi sono gli accessi alle piattaforme sotterranee dei treni.
Trasporti dall’aeroporto: treno
Il treno è un mezzo conveniente per raggiungere direttamente la Stazione Centrale di Amsterdam. Il biglietto di sola andata costa 3,60 Euro e la durata del viaggio è di circa 20 minuti, vi sono collegamenti ogni circa 15 minuti, mentre dopo mezzanotte e fino alle 5 del mattino ogni ora.  Attenzione! I biglietti del treno in Olanda non possono più essere acquistati a bordo (le multe sono di 35 Euro + il prezzo del biglietto per chi viene trovato non munito di biglietto); oltre alle biglietterie, i biglietti possono essere acquistati anche attraverso gli appositi distributori automatici.
Bus dall’aeroporto
È possibile raggiungere il centro di Amsterdam dall’aeroporto e viceversa anche attraverso la linea bus pubblica numero 370 (Interliner), che ferma in posti strategici della città quali ad esempio Leidseplein e Museumplein. La fermata si trova nel piazzale esterno all’aeroporto. La corsa dura in media 30 minuti (si sconsiglia l’uso del bus nelle ore di punta, per ovvi motivi di traffico). La corsa singola costa 3.10 Euro.
Shuttle dall’aeroporto
Amsterdam.info ha come partner Dutch Business Limousine company che mette a disposizione un veloce mezzo di trasporto (a partire da 35 Euro/sola andata) per raggiungere il centro: la compagnia ha uno speciale Vip-pass che permette loro di parcheggiare il più vicino possibile alla zona arrivi. Per evitare disguidi nella ricerca dello shuttle, potete prenotarlo on line, in tal modo l’autista vi attenderà alla zona arrivi con un cartello riportante il vostro nome.
COME ACQUISTARE I BIGLIETTI DEL TRENO
Come usare i distributori automatici per l’acquisto dei biglietti del treno: A chi visita Amsterdam per la prima volta, il primo approccio con la realtà olandese riguarda sicuramente l’acquisto del biglietto del treno all’aeroporto per recarsi nel centro cittadino. Dal 2004 se si acquistano i biglietti alle apposite biglietterie, il prezzo viene maggiorato di 50 centesimi per il servizio. Questo non avviene se i biglietti vengono acquistati alle apposite macchinette automatiche (che sono di due tipi: quelle che accettano moneta – e solo monete – , e quelle che accettano carta di credito e/o bancomat). Questi distributori però hanno le istruzioni per l’uso esclusivamente in Oladese! Ecco allora una breve guida all’utilizzo con la traduzione dei termini principali per l’acquisto:
Operazione 1: le fermate sono codificate con le 4 cifre presenti sui pannelli delle macchinette. Digitare quindi le 4 cifre corrispondenti alla destinazione da raggiungere: il codice per la stazione centrale è 1000; il codice per l’aeroporto di Schipol è 1117.
Operazione 2: premere il pulsante “2e Klas” se si vuole viaggiare in 2a classe oppure “1e Klas” se si vuole viaggiare in 1a classe (nota: in Olanda c’è una differenza minima tra le due classi, essendo i treni piuttosto confortevoli).
Operazione 3: premere il pulsante “Vol Tarief” per la tariffa piena; “Korting” è solo per chi possiede speciali carte sconto di solito della validità di un anno e adatte ai viaggiatori frequenti.
Operazione 4: premere “Alleen Vandaag Geldig” se il viaggio avviene il giorno stesso o “Zonder Datum” se si vuole acquistare un biglietto con data aperta (nota: specialmente la seconda opzione se volete acquistare il biglietto per l’aeroporto il giorno prima per evitare ritardi dell’ultimo minuto o se avete il volo ad esempio all’alba, ora in cui si può avere accesso alla stazione centrale dopo aver presentato il biglietto al personale di guardia alla stazione, che è sorvegliata per combattere la delinquenza tutta la notte).
Operazione 5: premere il pulsante “Enkele Reis” per un viaggio di sola andata o “Retour” se si vuole acquistare un biglietto di andata e ritorno valido fino a 5 giorni dalla data del viaggio di andata.
Operazione 6: Inserire la cifra necessaria per l’acquisto del biglietto (nota: in Olanda il treno e in generale i trasporti pubblici sono molto più cari che in Italia!).
Operazione 7: prelevare il biglietto e l’eventuale resto dallo spazio che si trova ai piedi della macchinetta. Buon viaggio!
Attenzione: I biglietti emessi senza data di viaggio (opzione: “Zonder Datum”) devono essere convalidati nelle apposite obliteratrici (“Stempelautomaat”) prima di recarsi al binario del treno.

STAZIONE CENTRALE DI AMSTERDAM
La stazione centrale, con la sua imponente struttura dallo stile neorinascimentale unito ad influenze gotiche (il progetto è dall’architetto Petrus Cuyper, autore anche del Rijksmuseum), fu costruita su tre isole artificiali (sostenuta da più di 8000 pali) ed inaugurata nel 1889. Degna di nota (al piano superiore, binario 2) l’ex sala d’attesa di prima classe in stile Liberty, ora Grand Café. La parte moderna (il retro della stazione) si affaccia sul porto (Het Ij), dal quale partono diversi piccoli traghetti che collegano il centro al nuovo complesso residenziale firmato da famosi architetti (Java Island) e all’area nord (Noord), quest’ultima un quartiere con nessuna attrattiva turistica e del quale sconsigliamo vivamente la visita. Polo della rete dei trasporti ferroviari nazionali ed internazionali (lo sportello apposito si trova anch’esso al binario 2), la stazione è tutt’oggi il cuore della rete dei trasporti pubblici di Amsterdam; infatti, treni regolari, con frequenza di 15 minuti circa durante il giorno e di un’ora durante le ore notturne, collegano la stazione con l’aeroporto di Schipol. All’entrata principale della stazione, e in direzione dell’accesso dei binari, due monitor elencano i treni in partenza; quello di destra è in particolare dedicato agli orari dei treni per l’aeroporto. Appena fuori dalla stazione si trovano le fermate dei tram, ben due piazzali per i bus (rispettivamente per i collegamenti all’interno della città e per collegamenti con altri paesi/città dell’Olanda, questi ultimi gestiti dalla compagnia Connexxion), e la stazione della metropolitana. Ben due sedi dell’ Ufficio Turistico sono situate alla stazione centrale: la principale al binario 2 e la secondaria all’uscita appena attraversati i binari del tram.  Snackbar e negozi (tra i quali giornalai dove è possibile acquistare le apposite Strippenkaart per viaggiare sui mezzi pubblici) sono situati vicino alla biglietteria e lungo il corridoio di accesso ai binari. Fuori dalla stazione il servizio Taxi è attivo 24 ore su 24. È anche presente un punto di noleggio biciclette. Avviso ai fumatori: appositi cartelli e posacenere indicano le aree dove è consentito fumare in stazione.

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Arriviamo in stazione e in 10 minuti a piedi siamo in Piazza Dam dove si trova il ns hotel. E’ il NH GRAND HOTEL KRASNAPOLSKY (prenotato su booking.com). Purtroppo ci dicono di essere al completo e non si spiegano come mai la prenotazione non è stata inserita, così per sistemare le cose ci danno, senza aggiunta di spese extra, un appartamento (sempre della catena NH) nuovissimo proprio di fianco al Bulldog…..eheheh……con una vista mozzafiato sul canale. Doccia al volo, cena al MEXICAN (bistecca, patatine, tacos, birra e acqua = tot € 45) e via alla scoperta di Amsterdam.

Quando si giunge ad Amsterdam si ha la sensazione di essere in un enorme villaggio più che in una metropoli: nonostante accolga milioni di visitatori ogni anno, riesce a conservare quasi l’atmosfera di una borgata, ed è proprio questo che le dona fascino. Amsterdam è accogliente, vitale. Il trambusto cittadino si mescola alla rete dei canali, alle tranquille strade alberate, agli edifici bizzarri (lo stile architettonico è originale, e passeggiare lungo le strade di questa città è quasi come sfogliare le pagine di una rivista d’arredamento!). Ma Amsterdam è anche la città simbolo dell’eccesso: il suo successo come prima meta europea per il fine settimana è sicuramente legato alla larga disponibilità di stupefacenti e sesso. Qui gli spacciatori e le prostitute non fanno parte di un mondo “sommerso”: ci sono, si vedono, sono “rispettabili contribuenti” le cui opinioni contano nella società. Questo atteggiamento di “tolleranza” verso le minoranze non è cosa recente: già nel Seicento la città accoglieva liberi pensatori in materia religiosa, rifugiati ebrei, la libertà di stampa veniva incoraggiata, le case chiuse autorizzate. Ecco, la mentalità “liberale” di Amsterdam si può riassumere così:
“Pur non approvando il tuo comportamento, lo tollero. Non ho il diritto di interferire con i tuoi diritti, se non voglio che tu interferisca con i miei”.
Sarà anche questa apertura mentale il motivo della consistente presenza di molteplici gruppi etnici: una grossa fetta di popolazione proviene da Paesi quali Turchia, Pakistan, Cina, Indonesia, Vietnam, Suriname, Caraibi… Ciò si constata soprattutto dalla presenza di moltissimi ristoranti, bancarelle e negozi tipici di tali etnie.
Amsterdam è suddivisa in 2 zone. La NIEUWE ZIJDE e la OUDE ZIJDE – Il Nieuwe Zijde (lato nuovo) forma, insieme all’Oude Zijde (lato antico), il centro storico di Amsterdam; i due quartieri hanno entrambi, nonostante i loro nomi possano far pensare al contrario, più o meno la stessa età, cioè quella della città. Il Nieuwe Zijde è la parte occidentale del centro, mentre l’Oude Zijde quella orientale; delimitato dalla Spui, dalla Spuistraat, dal Damrak e dal Rokin. Il Nieuwe Zijde è formato da strette stradine, assorbito completamente dal turismo e dalle attività commerciali.
L’Oude Zijde invece accoglie tra l’altro il noto quartiere a luci rosse (Walletjes) che vale certamente la pena di essere visitato soprattutto per le sue bellezze architettoniche e storiche; inserito in una stretta rete di canali e di stradine, questo quartiere è famoso in tutta Europa.
La Leidstraat, che taglia i principali e più caratteristici canali della città, porta nella Nieuwezijde (parte nuova) e nella Kalverstraat, le 2 aree commerciali dello shopping, dove centinaia di negozi (di cui buona parte di abbigliamento e scarpe) vengono ogni giorno presi d’assalto da una marea di turisti e olandesi, grazie anche ai prezzi più vantaggiosi che in Italia.
Il Nieuwe Zijde (Quartiere Nuovo) è il centro di Amsterdam, un mix caotico di tram, biciclette, artisti di strada e organetti. I contrasti si susseguono, estremi: dalle maestose chiese ai negozi di profilattici. La grandiosa Centraal Station (Stazione Centrale) è la porta d’ingresso alla città: ha le sembianze di un castello, in mattoni rossi, con due torri imponenti che sovrastano l’entrata principale, e rilievi raffiguranti scene di mercanti. Ma questa stazione fu costruita soltanto nel 1889: un tempo qui c’era il porto, qui i velieri provenienti dall’Indonesia, dalla Tasmania e dalle Americhe scaricavano le loro preziose merci. Ora il porto si trova alle spalle della stazione.
Amsterdam è una città sull’acqua, e davanti alla stazione moltissimi battelli attendono i turisti per un primo tour attraverso i canali della città. Il trasporto sui canali è per lo più riservato ai turisti, mentre i residenti se ne servono raramente, preferendo spostarsi tramite la bicicletta (laggiù è quasi una religione, ce ne sono migliaia! E i ciclisti possono contare su una fitta rete di piste ciclabili, con incroci e semafori appositi).

VENERDI’ 03/06/11
Il nostro bell’appartamento è fornito di macchina espresso così ci facciamo un bel caffé e poi andiamo a fare colazione al COFFEE COMPANY (i muffin sono giganteschi e il cappuccino al caramello è da favola!!!). Compriamo la IAMSTERDAM CARD 24H (€39) e iniziamo il ns tour iniziando da PIAZZA DAM, la più importante della città, nella quale centinaia di persone si ritrovano. Il nome “Dam” significa “diga”, e infatti la piazza fu edificata nel luogo dove sorgeva l’originaria diga sul fiume Amstel (che dà il nome alla città).
Qui sorge anche il KONINKLIJK PALEIS (Palazzo Reale). Fu eretto tra il 1648 ed il 1662 per servire da Palazzo Comunale ed è retto da 13.659 pali di legno; è lungo m. 80 e largo 56. Tra le numerose stanze e sale, valgono una visita la Sala del Tribunale (Vierschaart) dagli straordinari rilievi e cariatidi, in cui venivano pronunciate le sentenze di morte; la gigantesca ed impressionante Sala dei Cittadini; la Camera di Giustizia nella quale il condannato veniva condotto prima di essere giustiziato su un patibolo di legno posto sulla piazza.  Oggi il palazzo non è più la sede della regina (la residenza ufficiale della Regina Beatrice si trova a L’Aia), ma viene utilizzato per occasioni solenni. Inoltre da PIAZZA DAM si può vedere anche:
– La NIEWE KERK: La Chiesa Nuova o Nieuwe Kerk, ha per gli Olandesi un’importanza simile a quella dell’abbazia di Westminster per gli Inglesi; in questo santuario avviene infatti l’incoronazione dei sovrani. L’edificio è così chiamato perché si tratta della seconda chiesa della città; la prima era la Oude Kerk, la Chiesa Vecchia. L’architettura di stile gotico della Chiesa Nuova contrasta piacevolmente con l’aspetto massiccio e freddo del vicino Palazzo Reale. Il suo interno è elegante e luminoso e rischiarato da settantacinque finestre; il pulpito è notevole e la tribuna è la più grande del mondo. La chiesa possiede due organi e regolarmente vi si tengono dei concerti.
– L’Amsterdam Diamond Center: non poteva che essere situato di fronte al Palazzo Reale; questo edificio storico, da ben 4 secoli ospita la più grande collezione cittadina di diamanti e gioielli, oltre a orologi delle marche più prestigiose del mondo. I suoi tagliatori e i suoi orafi creano opere su misura, anche su disegno dell’acquirente.
– Il National Monument (il Monumento Nazionale della Liberazione): è stato inaugurato il 4 maggio 1956 e dedicato alle vittime olandesi della II guerra Mondiale; è un obelisco di alabastro di 22 metri, fiancheggiato da due leoni araldici.
– Il MAGNA PLAZA: Dietro il Palazzo Reale si innalza l’edificio progettato per l’ufficio centrale della Posta, costruito su 4560 pali di sostegno e che dal 1992 accoglie il centro commerciale Magna Plaza; quaranta negozi fiancheggiano le sue eleganti gallerie ad arcate. Ottimo per lo shopping.
Imboccando Kalverstraat, la via pedonale piena di negozi e, in una strada secondaria, si incontra il BEGIJNHOF. Si entra da una piccola porta a nord dello Spui, tra la Kalverstraat ed il Nieuwezijds, e ci si trova nel luogo più celebrato e suggestivo della Amsterdam medievale. Il beghinaggio si trova in pieno centro cittadino, eppure è una vera oasi di pace; è un complesso di piccole case come fosse un paese  con la chiesa cattolica nascosta per via della persecuzione protestante. Il cortile-quartiere fu costruito nel 1346 come residenza per le Beghine, donne nubili o vedove provenienti da famiglie benestanti che appartenevano a un ordine cattolico vivendo nella preghiera e nella castità. Sebbene non avessero preso i voti monastici, in cambio dell’alloggio all’interno del complesso, queste pie donne si prendevano cura degli ammalati e dei poveri. L’ultima vera beghina morì negli anni ’70 del 900. Il complesso è tuttora abitato da donne single e l’atmosfera che si respira con i giardini verdi e curati porta il visitatore in un’altra dimensione. All’interno del complesso si può vedere, al n. 34, l’unica antica casa di Amsterdam in legno ancora esistente datata 1420, le altre sono state costruite dal 1600 in poi.
Uscendo ci si trova sul SINGEL. E’ il più antico della cerchia dei canali che circonda la città, costituisce il limite geografico tra la Amsterdam medievale e l’estensione urbana avvenuta tra il XVI e il XVII sec. Gli edifici che ne fanno parte, soprattutto nel primo tratto, nacquero per lo più come magazzini per lo stoccaggio delle merci in arrivo alla chiusa di Harem. All’inizio del canale, sulla riva sinistra, c’è la Ronde Lutherse Kerk (chiesa luterana), oggi conosciuta con il nome di Sonesta Koepenzaal ed è proprietà dell’Hotel Renaissance. Da segnalare la Swaanhuis, la “casa dei delfini” del 1605 circa; poco oltre il Torensbrug (ponte della Torre), il più largo ponte cittadino. Più avanti la Muntplein (tra il Singel e il fiume Amstel, la piazza della Zecca con la Munttoren (torre della Zecca) costruita tra il 1480 e il 1490, era all’origine una torre d’angolo dell’antica Porta dei Regolari (Regulierspoort); su questo canale, troviamo al n° 7 anche la casa più piccola della città e al n°166 quella con la facciata più stretta.
Si può andare a visitare la OUDE LUTHERSE KERK che, per quanto buia, è davvero particolare e l’unica ad essere ricca di arredi. E’ l’Antica Chiesa Luterana, terminata nel 1633 e somigliante al Vergulde Pot (il Vaso dorato), un deposito situato nello stesso luogo. L’edificio ricevette un nuovo nome quando fu costruita la Nuova Chiesa, oggi proprietà dell’Università di Amsterdam.
A seguire si trova il pittoresco BLOEMENMARKT (il Mercato dei fiori galleggiante). Qui si tocca con mano la passione degli olandesi per i fiori. Decine di chioschi (che in realtà sono chiatte galleggianti ormeggiate sul canale Singel), un mix multicolore di fiori, vasi, bulbi e piante ornamentali. Re incontrastato è il tulipano, simbolo d’Olanda, di svariate qualità e colori, esportato in tutto il mondo. Una curiosità: la passione olandese per questo fiore risale al Seicento, quando, fra tutte le merci esotiche di cui i mercanti olandesi rifornivano la città, ben poche erano pregiate come i bulbi che venivano dalla Turchia. I cittadini di Amsterdam mettevano insieme collezioni di tulipani, come fossero monete o francobolli. Il desiderio dei collezionisti di possedere gli esemplari migliori era tale che i bulbi erano quotati alla borsa merci di Amsterdam. Verso gli anni ’30 del Seicento – all’apice della “febbre del tulipano”- i bulbi spuntavano cifre più alte degli smeraldi! Oggi naturalmente non è più così, ma al tulipano è riservato un posto d’onore permanente nella cultura olandese. Se avete in mente di acquistare i bulbi di tulipano la scelta è immensa. Un sacchetto con 10 bulbi costa circa 3 euro.
Come già accennato, giungendo ad Amsterdam, una delle cose che balza subito all’occhio è l’originalissima architettura: le case hanno spesso la stessa larghezza e altezza, sono alte e strette e con enormi vetrate. Ma ogni dimora è “personalizzata”, differente dalle altre: nella parte superiore i frontoni sono elaborati e decorati con disegni e motivi che in passato stavano ad indicare che l’edificio apparteneva a una determinata categoria (ad esempio, se la casa apparteneva a un ricco mercante venivano disegnate velieri, balle di seta, pesci, ecc..). Più il proprietario della casa era benestante e più gli ornamenti stilistici erano sofisticati. Anche più in basso, al di sopra della porta di ingresso, venivano inserite lastre rettangolari con scolpiti disegni che identificavano il nome, la casa o la professione del proprietario.
Un altro elemento che colpisce l’attenzione del visitatore è la presenza – nella parte superiore degli edifici- di un enorme gancio. Oggi questi grossi ganci servono per issare pesanti mobili attraverso le finestre, ma in passato servivano a issare le merci (infatti le case avevano spesso gli uffici al pianterreno e i magazzini nelle soffitte). Inoltre, per impedire che le merci issate sbattessero contro pareti e finestre, molte case venivano costruite con la facciata inclinata in avanti di un paio di centimetri. Il reddito pro-capite di Amsterdam è elevatissimo (ai massimi livelli dell’Unione Europea), e lo status symbol più ambito è un’elegante casa sul canale nel centro storico. Ma una cosa bizzarra è che migliaia di persone vivono in case galleggianti: case insolite, centinaia, ormeggiate lungo i canali. Un modo di vivere originale e alternativo che risale agli anni ’70, all’epoca degli hippy, oltretutto non è per niente economico: a parte il fatto che occorre sottostare a rigidi limiti di altezza e lunghezza e a svariati obblighi di manutenzione, i costi delle licenze di ormeggio sono parecchio cari. Se poi si considerano le imposte, i costi del carburante, acqua, corrente, elettricità, telefono e tv, allora vivere sull’acqua non è tanto più conveniente che vivere sulla terraferma.
Decidiamo di fare il TOUR IN BATTELLO lungo i canali (dura circa un’ora e mezzo al costo di circa 11 € – gratis per i possessori della Amsterdam Card) così da farci un’idea precisa dell’architettura della città, del sistema dei canali, delle case galleggianti, in particolare confrontare i vari tipi di frontoni e le travi sporgenti (argani) che sono gli elementi tipici degli edifici, e che consentono di datare gli edifici, i più antichi sono i frontoni a becco, a gradoni e a campana, alcuni di questi presentano cornici e sculture e altre decorazioni, caratteristiche che sono riportate anche nelle costruzioni più recenti.
Terminato il tour decidiamo di assaggiare un tipico prodotto locale “le patatine fritte” al VLAAMS FRITIES HUIS. Non si può dire di essere stati ad Amsterdam se prima non si sono mangiate le mega patatine!!!!
Poi dritto al VAN GOGH MUSEUM (€ 13 a persona – gratis per i possessori della Amsterdam Card e in più con il diritto di ingresso preferenziale saltando così kilometri di fila). Per andare verso la zona musei le linee sono la 2 e la 5, fermata hobbemastraat. Il VAN GOGH MUSEUM varrebbe da solo una visita ad Amsterdam: S-T-U-P-E-N-D-O!!!. Il Museo Van Gogh è situato sul Museumplein; l’entrata si trova in Paulus Potterstraat 7. Il museo è facilmente raggiungibile con i mezzi pubblici (tram 2, 3, 5 e 12 ed autobus 170, 171 e 172). Orario d’apertura: Tutti i giorni 10-18 venerdì 10-22 / Cassa tutti i giorni 10-17.30 venerdì 10-21.30 / Negozio tutti i giorni 10-17.45 venerdì 10-21.45 / Ristorante tutti i giorni 10-17.30 venerdì 10-21.30.

111_1Vincent van Gogh un breve profilo
Vincent van Gogh (1853–1890) è uno degli artisti olandesi più famosi di ogni tempo. La sua atti-vità artistica è durata appena dieci anni, dal 1880 fino alla sua morte avvenuta nel 1890. La sua qualità di lavoratore instancabile e la sua grande passione gli hanno permesso di produrre, in quell’unico decennio, un corpus di opere che potrebbe fare invidia a numerosi artisti molto più longevi. Van Gogh ci ha lasciato più di 840 dipinti e più di 1000 disegni, oltre a molti acquerelli, litografie e schizzi fatti sulle lettere. Van Gogh scrisse centinaia di lettere al fratello Theo, ad altri parenti e ad amici. Le lettere, oltre ad assolvere un’importante funzione comunicativa, fungevano anche da valvola di sfogo. Attualmente esse sono una preziosa fonte d’informazione per la ricerca storico-artistica; infatti molto di quanto sappiamo della vita dell’artista, del suo retroterra, delle sue letture, di ciò che vedeva e pensava ci è noto grazie alla sua ‘autobiografia’: le lettere.
Come pittore Van Gogh era più che altro un autodidatta, che aveva imparato il mestiere in modo tradizionale con l’aiuto di libri, alcune lezioni seguite presso le accademie di Bruxelles ed Anversa, le visite ai musei e i consigli di amici artisti. Il contatto con le correnti moderne della pittura francese lo spinse ad intraprendere nuovi esperimenti. Nel corso degli anni sviluppò un proprio, unico stile con pennellate espressive e colori limpidi, forti che avrebbe ispirato ed influenzato numerosi artisti delle generazioni seguenti. Dopo la morte di Van Gogh molti subirono il fascino delle sue opere ma soprattutto della sua drammatica vicenda umana, con i suoi amori infelici, il mancato riconoscimento – secondo quanto l’artista si immaginava– dell’importanza del suo lavoro, la sua malattia ed il suicidio.
Olanda: Nel 1880 Vincent van Gogh decise di diventare artista: aveva 27 anni e già una serie di occupazioni alle spalle – presso un mercante d’arte, come maestro, predicante laico – che però aveva intrapreso senza alcun successo. Agli inizi della sua carriera artistica si esercitò nel dipingere paesaggi, vedute cittadine e soprattutto nel disegnare da modelli. Abitò a Bruxelles, quindi a Etten (presso i genitori) e dalla fine del 1881 all’Aia, dove fu allievo di Anton Mauve, un suo cugino acquisito. La sua relazione con Sien Hoornik, una donna incinta e già madre di una bambina ma nubile, lo portò tuttavia a scontrarsi sia con i suoi genitori che con Mauve. Nel settembre 1883 ruppe questo rapporto e partì per il Drenthe con l’intenzione di dipingere il paesaggio ed i contadini al lavoro, ma rimase solamente tre mesi in questa scarsamente popolata regione dell’Olanda settentrionale. La solitudine e la scarsità di materiale e di persone che volessero posare per lui lo spinsero a tornare dai genitori, che nel frattempo si erano stabiliti nel paesetto di Nuenen nel Brabante. A Nuenen Van Gogh si dedicò a raffigurare tessitori e contadini al lavoro. Come il suo grande esempio, Jean–François Millet (1814–1875), egli voleva rappresentare la vita di questa gente semplice, che lavorava duramente. Fece anche quadri e disegni dei paesaggi nei dintorni in colori scuri, cupi. Nell’inverno del 1884–1885 Van Gogh dipinse più di 40 studi di teste di contadini e contadine, cercando di coglierne i tratti caratteristici. Questa serie era una preparazione al suo primo grande quadro con figure umane, I mangiatori di patate (aprile 1885). L’artista voleva creare un dipinto estremamente realistico della vita contadina, in cui la realtà non venisse idealizzata. Per mostrare la sua abilità, scelse una composizione difficile. L’opera ricevette soprattutto critiche, mentre egli aveva sperato di ottenere il successo.
Allo scopo di perfezionare la sua capacità di ritrarre figure umane, verso la fine del 1885 Van Gogh si recò ad Anversa, dove studiò per qualche mese all’accademia. Le lettere del fratello Theo, che lavorava da alcuni anni come mercante d’arte a Parigi, risvegliarono sempre più la sua curiosità per i recenti sviluppi della pittura, tanto che dopo l’inverno Van Gogh partì per la capitale francese.
Parigi: Il periodo parigino di Van Gogh è contrassegnato dallo studio, dal rinnovamento e dalla sperimentazione. Dalla primavera del 1886 abitò presso il fratello a Montmartre, nel quartiere degli artisti. Nell’atelier del pittore francese Fernand Cormon fece per alcuni mesi studi di statuette in gesso e disegni di nudo e di modelli. Lì incontrò giovani artisti come Paul Signac e Henri de Toulouse–Lautrec che condividevano i suoi ideali. Nei due anni che trascorse a Parigi, Van Gogh dipinse ben 27 auto-ritratti. Non avendo denaro per pagare i modelli, utilizzò il proprio viso per sperimentare con il colore e la tecnica. Sotto l’influenza della pittura neoimpressionista, in quel periodo componeva i suoi quadri con piccoli tocchi e tratti di pennello in colori chiari, brillanti. Anche le xilografie giapponesi che l’artista collezionava furono un’importante fonte d’ispirazione. In qualche dipinto Van Gogh ha copiato queste stampe mentre in altre opere la loro influenza è riconoscibile nella particolarità della composizione, nei colori forti e nei contorni marcati.
Arles: La stanchezza della febbrile vita parigina e il desiderio di calore e tranquillità spinsero Van Gogh a trasferirsi nel febbraio 1888 ad Arles, una cittadina nel meridione francese. In questo luogo il pittore si lasciò ispirare dal paesaggio e dalla luce del sud e – come durante il suo periodo olandese – dalla vita in campagna. Dipinse gli alberi da frutto in fiore ed i campi di grano appena fuori città. Intanto continuava a coltivare l’ambizione di diventare un vero pittore di figure umane ed ad Arles trovò, dopo qualche ricerca, persone disposte a posare per un ritratto. Nella ‘Casa gialla’, che aveva affittato dal maggio 1888, Van Gogh intendeva fondare una colonia di artisti assieme all’amico Paul Gauguin e ad altri pittori. Per decorare la casa dipinse vari quadri, tra cui le famose nature morte con girasoli. Dopo molte insistenti richieste Gauguin arrivò in ottobre, ma ben presto nacquero degli attriti e alla fine dicembre ebbe luogo un drammatico litigio in cui Van Gogh minacciò l’amico con un coltello ed immediatamente dopo, in un attacco d’ira, si tagliò un pezzetto d’orecchio. L’artista crollò e per ristabilirsi dovette essere ricoverato nell’ospedale di Arles. Più tardi si saprà che Van Gogh soffriva di una forma di epilessia.
Saint-Rémy: Dopo ripetuti attacchi della sua malattia Van Gogh decise nell’aprile 1889 di farsi ricoverare nell’ospedale psichiatrico di Saint–Rémy, una cittadina vicino ad Arles. Il medico che lo ebbe in cura gli permise di continuare a lavorare. Van Gogh disegnò e dipinse il mondo che per lui era accessibile in quel momento: i corridoi, le sale ed i pazienti dell’istituto, il giardino e la vista dalla sua finestra. Quando il suo stato di salute lo consentiva, poteva anche lavorare fuori dall’ospe-dale. Così nacquero i paesaggi con cipressi ed alberi d’olivo, in pennellate vivaci che rendono l’idea di movimento. La tavolozza che impiegò era generalmente composta da tinte più morbide, più smorzate di quelle adoperate nei dipinti fatti ad Arles. Quando non si sentiva abbastanza in forze per lavorare all’aperto, Van Gogh si concentrava su altri soggetti: studiò riproduzioni di famosi maestri come Millet, Rembrandt e Delacroix. Copiò queste stampe nel suo stile personale e con la sua tavolozza di colori. Tra gli attacchi del suo male ebbe periodi estremamente produttivi, in cui dipinse capolavori come Campo di grano con mietitore e Natura morta con iris.
Auvers-sur-Oise: Van Gogh voleva lasciare l’ospedale psichiatrico e desiderava ardentemente dirigersi verso il nord. Nel maggio 1890 si stabilì a Auvers– sur–Oise, un paese di artisti vicino a Parigi. Lì fece conoscenza con il dottor Gachet, un medico che dipingeva e collezionava opere d’arte. I due uomini fecero amicizia e Gachet aiutò Van Gogh, quando era necessario, con consigli medici e gli insegnò la tecnica dell’acquaforte mentre Van Gogh, per sua parte, fece diversi ritratti dello stravagante amico e della figlia di lui. Van Gogh era molto entusiasta del suo nuovo ambiente: ‘[…] è veramente molto bello, è proprio la campagna, caratteristica e pittoresca’, scrisse in una lettera a Theo. Ispirato dai vigneti, dalle vecchie case con il tetto di paglia e dai campi di grano fece in breve tempo numerosi dipinti e disegni, di cui un paio di paesaggi di formato largo come il Campo di grano con corvi rappresentano il culmine. Nonostante la sua produttività ed i primi riconoscimenti ottenuti dalle sue opere, Van Gogh fu spesso molto abbattuto nel corso delle ultime settimane di vita ad Auvers. Theo, che con il suo stipendio manteneva la propria famiglia, il fratello e la madre, stava considerando la possibilità di licenziarsi ed iniziare un’attività in proprio. Vincent temeva un futuro incerto per tutti loro e scrisse a Theo di sentirsi un peso, per lui e per la sua famiglia. Il 27 luglio 1890 Van Gogh si sparò al petto e morì due giorni dopo per le ferite riportate. Theo era presente alla sua morte. Sarebbe morto anch’egli sei mesi più tardi. I fratelli sono sepolti l’uno accanto all’altro nel cimitero di Auvers–sur–Oise.

207_1Curiosità
Il famoso pittore, inoltre, veniva canzonato con il nome di lunatico; per la sua particolare tecnica di disegno, e soprattutto per l’opera:”Notte stellata”.
Sulla mutilazione di Van Gogh, ancora adesso le fonti sono discordanti. Il dottor Rey che lo curò ed il poliziotto che fu chiamato in soccorso dalle prostitute la notte fatale del 23 dicembre affermavano che l’orecchio era completamente mutilato (questa è la versione anche di Gauguin, sebbene lui abbia rivisto l’amico solo quando esanime e già fasciato); ma il figlio del dottor Gachet, così come la moglie di Theo e Signac affermavano che si fosse tagliato soltanto il lobo. Secondo il dr.Rey, l’orecchio mutilato fu portato in ospedale con ritardo, troppo tardi per tentare una sutura. Il dottor Peyron di Saint-Remy, nel referto di ammissione di Vincent nel manicomio, scrisse che il paziente s’era mutilato “recidendosi l’orecchio”.
La prostituta Sien, dopo essersi separata da Vincent, tornò sulla strada. Ad inizio del XX secolo contrasse un matrimonio di convenienza con un uomo altolocato “per dare ai suoi figli un nome”; poi, in preda all’alcool e alla depressione, si suicidò annegandosi.
Ad Auvers sur-Oise è ancor oggi vivo il ricordo del soggiorno di Van Gogh. A tal proposito, gli è stato dedicato un piccolo parco con una statua in bronzo scolpita da Ossip Zadkine. Inoltre, è possibile ancor oggi identificare i luoghi dipinti dall’artista grazie a delle riproduzioni dei quadri stessi in loco.
Nonostante sia stata da lui ritratta più volte, la moglie del postino Roulin confiderà anni dopo alla figlia Marcelle di aver sempre provato un certo timore in presenza dell’artista.
Il celeberrimo Ritratto del dottor Gachet fu venduto da Christie’s a New York nel maggio 1991 per la cifra di 82,5 milioni di dollari, e detenne per quasi un decennio il primato per il prezzo più alto mai pagato per un quadro.
Contrariamente a quanto si pensa, quando morì Van Gogh aveva la barba rasata. Un disegno fattogli dal dottor Gachet sul letto di morte (replicato poi in numerose acqueforti) ed oggi conservato al Museo d’Orsay lo conferma.
La grandezza di Van Gogh venne riconosciuta all’unanimità solo negli anni dieci del XX secolo, e per giunta non nella natia Olanda, bensì in Germania. A prova di ciò, sta il fatto che la casa natale dell’artista a Zundert venne abbattuta nel 1903.
Spesso a corto di denaro, Van Gogh era solito dipingere nuovi quadri su tele già utilizzate in precedenza e delle quali non era soddisfatto. Varie sue opere, esaminate con i raggi X, lo confermano.
Alcune opere dell’artista sono andate purtroppo distrutte in guerra (Il pittore sulla via di Tarascona, una versione dei Girasoli). Altre hanno subito numerose vicissitudini, quali furti (I mangiatori di patate, ritrovato, Spiaggia a Scheveningen), danneggiamenti, falsificazioni. Il Ritratto del Dottor Rey fu talmente disprezzato dalla madre del medico, da essere usato per tappare un buco nella rete di un pollaio.
In omaggio al grande pittore, un gruppo spagnolo pop si chiama La Oreja de Van Gogh (L’orecchio di Van Gogh); un altro gruppo rock serbo si chiama Van Gogh.
Recentemente (2010), un Ritratto d’uomo attribuito da sempre a Van Gogh ed esposto a Melbourne s’è rivelato un falso, realizzato probabilmente da qualche contemporaneo del pittore. Negli stessi giorni, una prima versione di Burrone a Saint-Remy è stata ritrovata sotto l’originale, conservato ad Otterlo.
Il 21 agosto 2010 è stato rubato in un museo de Il Cairo il quadro “I Papaveri” (valutato più di 39.000.000 di Euro).
Aperto nel 1973, il museo Van Gogh è nato da un accordo tra la fondazione Van Gogh, Stato e Comune di Amsterdam per dare la possibilità a tutti di vedere questo favoloso patrimonio della Fondazione che annovera circa 230 dipinti e 550 disegni del grande maestro, la collezione Theo Van Gogh, fratello del pittore, le lettere scritte tra i due fratelli e incisioni da giornali illustrati dell’Ottocento.
Vincent Van Gogh nacque il 30 marzo 1853 a Zundert, nel Brabante settentrionale; maggiore di sei fratelli, era figlio di un pastore e ben tre dei suoi zii erano mercanti di quadri. Nel 1880 prende la decisione di diventare un’artista e potremmo dividere la sua vita in periodi, a seconda dei suoi spostamenti, a partire dal periodo della Drenthe (1883); il periodo di Nuenen (1883-85); il periodo di Anversa (1885-86); il periodo di Parigi (1886-88); il periodo di Arles (1888-89); il periodo di Saint-Rémy (1889-90) ed infine il periodo di Anvers-sur-Oise (1890), ultimo atto della stagione di Van Gogh. Di questo artista colpiscono i suoi colori, la particolare tecnica, la sfortunata vicenda umana. In quelle pennellate quasi ossessive emerge tutto il tormento di un artista che era un genio e non seppe mai di esserlo: il successo arrivò postumo; niente riconoscimenti per lui in vita, poche soddisfazioni. E una depressione lo stroncò: all’età di 37 anni, credendo di essere un fallito, si suicidò. Si rimane incantati a pochi centimetri di distanza da opere che, riprodotte sui libri o nelle stampe, rendono un decimo della loro reale bellezza… Colori intensi, abbaglianti, vitali… Il messaggio che esprimono… Da cui traspare una sensibilità non comune. Il Museo è stato inaugurato nel 1973, ma nel corso degli anni si sono resi necessari ampliamenti per far fronte al sempre maggior numero di visitatori. Dall’esterno ha l’aspetto di un cubo bianco; ha tre piani, circa 200 opere di Van Gogh più un gruppo di opere dei suoi contemporanei. Le code per accedervi sono lunghe. Il Museo è organizzatissimo. Una volta entrati si ha la possibilità di usufruire dell’audioguida in svariate lingue, indispensabile per comprendere il significato delle varie opere. Le opere di Van Gogh iniziano dal primo piano. All’ultimo piano c’è anche una sala multimediale per chi volesse dedicarsi agli approfondimenti; al piano terra c’è un fornitissimo emporio che vende stampe di ogni dimensione, cartoline e moltissimi gadgets raffiguranti le opere dell’artista. Il venerdì sera il museo resta aperto fino alle 22.
Il Van Gogh Museum si trova nel Quartiere dei Musei, a sud della città. Qui un grosso spazio verde ospita ben tre musei: oltre al Van Gogh, vi sono anche il RIJKSMUSEUM (Museo Statale prezzo € 12,50 senza IAm card, su due piani, ben suddiviso in base ai periodi artistici di pittori come Rembrandt e Metsu) e lo Stedelik Museum (Museo Comunale). Il Rijksmuseum, le cui opere (dipinti, sculture, oggetti antichi) parlano della storia olandese. In particolare, spiccano le opere di Rembrandt: qui la società del ‘600 è ritratta non senza doppi significati, e con volti al limite della caricatura. Tele enormi, ritratti dagli sguardi penetranti, attenzione maniacale verso i particolari, ricerca della luce giusta, effetti tridimensionali… Tra le opere più ammirate: “La ronda di notte” e “I sindaci dei drappieri”. Il museo nazionale è uno dei più celebri e ricchi e le sue origini risalgono al 1728. Il grandioso edificio che lo ospita è in stile neorinascimentale con inserti gotici e ha come attrattiva maggiore la vasta collezione di pittura dalle origini al Seicento. Nel corso dell’Ottocento, le numerose donazioni private (tra cui molte opere di Rembrandt) hanno fatto si che il patrimonio oggi ammonta a circa 5000 quadri, 30.000 opere di scultura, 17.000 cimeli e 3000 opere di arte orientale oltre a stampe e disegni. Il museo è da considerarsi senza dubbio uno dei più grandi e importanti del mondo.

Terminata la visita al museo decidiamo di di andare all’HEINEKEN EXPERIENCE (prezzo €15 sconto per i possessori di IAm Card del 25%) che si trova proprio dietro al museo Van Gogh; Visita interessante perché dà la possibilità di vedere le varie fasi di produzione della famosa birra oltre che conoscere la sua storia ed assaggiare gratuitamente 2 bicchieri di birra media + 1 piccolo. Un tempo la fabbrica era la principale della città. Oggi questo edificio, che ha 135 anni, ospita un omaggio del XXI secolo ad una delle birre più amate del mondo.  Ogni locale ha conservato un’atmosfera particolare. Nella sala originale sono state conservate le impressionanti caldaie di cottura. Se camminate tra i vecchi silos in cui veniva raccolto il malto, notate lo spessore dei muri per apprezzare il lavoro di ricostruzione. E’ un museo interattivo e fra le cose più divertenti ci sono 2 sale in cui ti fanno letteralmente immedesimare. Nella prima sei una bottiglietta di Heineken che viene lavata, indirizzata, riempita, tappata, inscatolata, spedita e bevuta il tutto su una sorta di tapis roulant. Nella seconda sei un turista a bordo del carretto, trainato da cavalli, che porta a spasso per il centro storico le bottiglie di birra. E’ stato il momento più stancante e abbiamo dovuto fare file interminabili per tutto…tanto era pieno di gente. Pertanto concluderei dicendo che è un’esperienza carina solo se non c’è tanta gente altrimenti “è più la fatica che il gusto”!
Uscendo decidiamo di andare da Mac Donald’s per placare la fame, una doccia veloce e poi fuori ancora per le vie dell’Amsterdam…notturna!
Ovviamente Amsterdam è meta obbligata per chi cerca la “trasgressione”: come non citare il quartiere a luci rosse – accanto alla OUDE KERK, la Chiesa più antica di Amsterdam dedicata a San Nicola costruita in stile gotico nel 1306 (in mattoni); la guglia ottagonale che sovrasta il campanile alto 36 m, offre un panorama spettacolare e accoglie un carillon di 47 campane. L’interno, piuttosto spoglio, è a 3 navate con grandi finestre a vetrate istoriate e sopra l’ingresso si trova un maestoso organo barocco del 1700, utilizzato per i concerti. Il pavimento è praticamente costituito da pietre tombali. Come dire, sacro e profano insieme..- dove la prostituzione è legale e “in funzione” 24 ore su 24 e i coffee shop, dove si può consumare qualsiasi tipo di droga leggera – ma dove è proibito fumare e il più delle volte non si vendono alcolici.
Tornando alla Stazione Centrale, sulla sinistra (e parallela alla Damrak) sorge un’altra importante e movimentata via: la Warmoesstraat (“Strada degli Orti”), che si trova al confine con il Quartiere a luci rosse. Anche qui è tutto un susseguirsi di ogni genere di ristorante – dalla cucina malese a quella del Suriname, dalla vietnamita a quella del Bahrein.., e poi ancora piccoli hotel, negozietti – tra questi ultimi, uno dei più pittoreschi è senza dubbio la Condomerie Het Golden Vlies (Negozio di profilattici “Al Vello d’Oro”), un serissimo negozio che vende un’inimmaginabile gamma di preservativi in confezione regalo.
Sempre sulla Warmoesstraat – ma è così in tutta Amsterdam- sorgono moltissimi Coffee-shop, i famosi locali in cui svariati tipi di marijuana e hashish vengono venduti in tutta tranquillità, anzi, vengono ampiamente pubblicizzati lungo le strade. Nei coffee-shop si possono trovare anche tortine (i celebri muffin) alla marijuana, mentre altri prodotti a base di marijuana (caramelle e dolciumi vari) si trovano in appositi punti vendita, così come ecstasy, funghi “magici” e afrodisiaci chimici, ma a determinate condizioni: è vietata la vendita di droghe pesanti, si possono vendere massimo 5 grammi di sostanza a persona per volta, non sempre è consentita la pubblicità dei prodotti in vendita, di solito i minori di 18 anni non possono entrare né acquistare droghe, non si possono vendere bevande alcoliche, esclusa la birra. Attenzione: esistono alcuni tipi di droghe leggere più forti di altre (come ad esempio la skunk). Se non siete fumatori esperti, non eccedete nel consumo. Lo stesso vale per il consumo di spacecake (torta alla marijuana): ingerirne una piccola porzione e controllarne l’effetto (ci vogliono dai 45 minuti ad un’ora e mezza) prima di ingerirne altra. Se vi sentite male fatevi dare dell’acqua zuccherata e uscite all’aria fresca.
Fino a poco tempo fa era vietato consumare questi prodotti all’esterno dei Coffee Shop, ora, soprattutto nei dintorni della stazione ferroviaria, si sente l’odore dolciastro degli spinelli. Il governo non ha ancora preso decisioni in merito, ma è probabile che prevalga la tolleranza, che da sempre caratterizza questo popolo.
L’atteggiamento “disinvolto” degli olandesi è dovuto al fatto che essi ritengono che l’utilizzo di droghe leggere non sia dissimile dall’alcool (una specie di droga “ricreativa”), e anzi sostengono che chi è dedito al bere registra un più alto livello di danni rispetto a chi “fuma”.
CURIOSITA’: Hash Marihuana Hemp Museum – Oudezijds Achterburgwal, 148 – Museo interamente dedicato alla cannabis (storia della pianta, modi di coltivazione e produzione).
FUMARE BENE IN AMSTERDAM: Old Style Coffe Shops – Martelaarsgracht 24.
Addentrandosi oltre la Warmoesstraat si entra nel quartiere universitario dell’OUDE ZIJDE (parte vecchia), più famoso e frequentato per la RED LIGHT ZONE (il Quartiere a luci rosse), che per la Waag, l’unica porta medioevale rimasta/pesa pubblica chiusa tra cinque torri, oggi caffè-ristorante (nella piazza del Nieuwmarkt che malgrado il suo nome  è il più antico della città) o per la Zuiderkerk (“kerk” significa chiesa), che con la sua torre è l’emblema della città e la Oude Kerk (Chiesa Vecchia).
Il termine “a luci rosse” venne registrato per la prima volta negli Stati Uniti e deriva dalla pratica di collocare una luce rossa alla finestra per indicare ai clienti la natura del posto e del commercio che vi si conduce. Ci sono diverse spiegazioni del perché le luci rosse acquisirono questo particolare significato. Secondo una teoria, ci si rifarebbe alla storia biblica di Rahab, una prostituta di Gerico che aiutò le spie di Giosuè e identificò la sua casa con una corda scarlatta. Altri sostengono che derivi  dalle lanterne rosse usate dai lavoratori delle ferrovie, che venivano lasciate fuori dai bordelli quando gli operai vi entravano. Un’altra storia vuole che le prostitute che lavoravano ad Amsterdam cercavano di adescare i pescatori con le loro luci, e poiché le luci bianche si mischiavano troppo con le altre, usarono della stoffa rossa per dare alle loro luci un altro colore.
Dalle case di appuntamento ai locali spogliarello e lap-dance, dai gay bar ai cinema, dai negozi di video hardcore ai sex-shop, per arrivare fino ai musei: una vera e propria “Disneyland del sesso” sempre affollata di turisti. In città ci sono ben 3 Quartieri Rossi: l’area WALLETJES (la più famosa e frequentata, nelle vie tra la Stazione Centrale e Nieuwmarkt), l’area in SINGEL (tra Raadhuistraat e la Stazione Centrale) e l’area nel quartiere PIJP (nelle vicinanze del Rijksmuseum). Qui è tutto un peregrinare di turisti curiosi e goliardiche compagnie tra le vie e i canali su cui si affacciano decine di vetrine dietro le quali donne più o meno giovani offrono (a pagamento) il proprio corpo. Non è difficile incontrare coppie di genitori degenerati che portano in questo tour anche i figli di pochi anni per ammirare le “case aperte” e i numerosi sexy shop con tanto di mercanzia in bella vista. Nonostante la zona sia ben pattugliata dalla Polizia, numerosi sono i pericoli, specie sul tardi, rappresentati da borseggiatori, ubriachi e spacciatori. Fatte attenzione, se fumare marijuana nei coffee shop è consentito, assumere qualsiasi tipo di droga al di fuori di essi è severamente punito! Meglio non accettare niente da nessuno, specie se vi vogliono offrire “cioccolata”. Ricordatevi che in questa zona è vietato fare foto e bere alcolici fuori dai locali. Inoltre evitate di fare pipì per strada perché la multa è salatissima e non pensate di fare una “pisciata” gratuita al Mc Donalds perché qui, come in ogni altro locale o grande magazzino della città, vi faranno pagare 30-35 cent, anche se siete clienti. Una cosa positiva che ha invece fatto il governo olandese è di vietare, dal luglio 2008, di fumare nei locali pubblici. La zona, con le sue case malfamate e il numero infinito di distillerie, ha svuotato le tasche dei marinai sin dal XIV secolo. Ora le distillerie sono scomparse ma le prostitute in mostra nelle vetrine sotto luci rosse al neon, i buttafuori davanti ai teatri del sesso che adescano i passanti, i live show, fucky-fucky podium (palcoscenici con scene di sesso dal vivo) e i sexy shop non lasciano nulla all’immaginazione, anche se durante il giorno sembra un rione come gli altri. La città ha riconosciuto l’industria del sesso, scegliendo di portarla allo scoperto, piuttosto che fingere che non esista. La prostituzione è autorizzata, e in questo quartiere le prostitute hanno ciascuna una loro vetrina, hanno una regolare licenza e la loro salute viene controllata; il loro reddito viene sottoposto a verifica e tassato. Hanno anche le loro rappresentanti alla Camera di Commercio.
La prostituzione di strada è illegale, quindi le turiste donne non vengono automaticamente prese per prostitute, ma sarebbe comunque meglio per tutti usare il buon senso come in ogni grande città: non fotografare le prostitute e non farsi coinvolgere in conversazioni con gli spacciatori di droga (che comunque venderebbero soltanto robaccia). Ad Amsterdam c’è un atteggiamento di “tolleranza zero” verso il degrado urbano: gridare o disturbare la quiete pubblica, parcheggiare senza aver pagato il biglietto, urinare per le strade o passare col semaforo rosso sono comportamenti puniti con pesanti multe. Invece fare uso di droghe leggere o visitare una prostituta, è considerato irreprensibile.
CONSIGLI:
1) Se la vostra morale può rimanere offesa da questo tipo di intrattenimento, non visitate questo quartiere.
2) Vietato scattare fotografie alle ragazze in vetrina e al quartiere. Non fatelo o potreste trovarvi nei guai e con il rullino sequestrato.
3) Attenzione ai borseggiatori e ai malintenzionati. Questa è un’area sempre molto affollata pertanto si consiglia di non visitare il quartiere da soli, soprattutto a notte fonda.
Se anziché in un Coffee-shop si entra in un Bruin-cafè, si potranno gustare le bevande tipiche del luogo. I Bruin-café sono una peculiarità di Amsterdam, sono piccoli, hanno un’atmosfera particolare e accogliente, come un salotto pubblico in cui rilassarsi, chiacchierare, socializzare. Anche l’arredamento è particolare: rivestimenti in legno, pareti dal colore caramellato, soffitti scuri, stufe antiche. I tavolini sono ricoperti da tappeti orientali e ciò ha il significato di “ospitalità” e di intimità.
La bevanda tradizionale che viene qui servita è il jenever (gin olandese), ma caratteristico è anche il Koffie verkeerd, ossia il caffé “malfatto” o “sbagliato”, che altro non è se non caffé fatto con il latte: c’è infatti l’idea che il caffé chiaro sia qualcosa di “sbagliato” e inferiore al caffé nero.

SABATO 04/06/11
Dopo la solita colazione a base di Muffin giganteschi al Coffee Company decidiamo di andare a ZAANSE SCHANS per vedere i mulini a vento. L’Olanda è la patria dei mulini a vento e non si può dire di essere stati in Olanda se non si va a vedere almeno un mulino a vento. In città non se ne vedono più, ma basta allontanarsi di poco e percorrere le campagne circostanti per ammirare splendidi paesaggi contornati da colorati campi di tulipani e vecchi mulini a vento (es. ZS).  Esistono vari modi per raggiungere Zaanse Schans. Il modo più diffuso, ma anche il meno economico, è quello di affidarsi ad uno dei tanti tour operator locali che organizzano delle visite guidate in autobus. Il costo si aggira intorno ai € 30. Un metodo più economico è il treno. Dalla stazione centrale di Amsterdam si prende il treno direzione Alkmaar e si deve scendere alla fermata Koog Zaandijk (Biglietto A/R 5 €). Si arriva in circa 20 minuti poi si deve seguire la segnaletica verde e il villaggio si trova a circa 20 minuti a piedi.  Oppure ci si arriva con l’autobus che è la scelta che abbiamo adottato noi. Appena usciti dalla stazione, sulla sinistra, si trovano degli autobus rossi della compagnia Connexion e il n. 91 ha prorio Zaanse Schans come capolinea e quindi non si può sbagliare. Prezzo del biglietto € 2,50.
Se qualche vostro amico di ritorno dall’Olanda vi dice di aver visto il paradiso con tanta gente felice, un sacco di paperelle e “le caprette che facevano ciao” o ha frequentato troppi coffe shop o è stato a Zaanse Schans! Un caratteristico villaggio disteso sulle rive del fiume Zaan dove in un campo verdissimo si allineano casette in legno e 6 antichi mulini a vento ancora funzionanti. Circa 250 anni fa, su questo piccolo pezzo di terreno furono costruiti quasi 800 mulini a vento che venivano utilizzati per svolgere una serie di attività svolte oggi da macchinari industriali. La conversione alle nuove tecnologie ebbe inizio quando a partire dal 17° secolo e dopo l’invenzione della macchina a vapore, molte delle attività artigiane furono sostituite dalle fabbriche. Cornelis Corneliszoon di Uitgeest, un inventore che visse agli inizi del secolo d’oro applicò il principio la prima volta nel 1954 in una segheria di un mulino. Questo portò Zaanstad ad essere uno dei primi agglomerati in Europa ad essere industrializzato. Lungo le sponde dello Zaan venne a crearsi una zona industriale prevalentemente attiva nel settore dell’energia eolica, grazie all’utilizzo di migliaia di mulini industriali, tra i quali quelli dotati di seghe di legno, per soddisfare le esigenze dei numerosissimi cantieri navali che sorgevano sul territorio. I due elementi che in questa zona sono presenti in abbondanza, l’acqua e il vento, ricoprono un ruolo cruciale. I mulini a vento convertiti contribuirono ancora una volta allo sviluppo economico del territorio segnando di fatto il progresso industriale. Si trovano ancora oggi numerosi magazzini e fabbriche che testimoniano come un tempo questa regione sia stata il magazzino mondiale del riso e del cacao. I mulini che si possono vedere oggi in questa zona sono 6, di cui 2 visitabili al loro interno. Il costo per l’ingresso è di € 3 a persona ma si entra gratis con la Amsterdam Card. Uno è una antica segheria, un altro è usato come colorificio, due sono frantoi, in uno si produce mostarda e l’ultimo è utilizzato per mantenere costante il livello dell’acqua nei polders, ossia i terreni prosciugati e strappati al mare. Le caratteristiche che risaltano alla vista di questi mulini sono la cura, i colori e la grandezza. Il più carino di aspetto in particolare è il mulino chiamato Poelenburg, di un colore verde pisello che osservato di fronte sembra avere un aspetto “umano” con dei cerchietti al posto degli occhi e una corona in basso che sembra una bocca. L’aspetto che ha il mulino all’interno è quello di un antico negozio in legno, con un grosso ingranaggio che attraversa i 3 piani del mulino attraversati da scalette ripidissime. Uscendo dal mulino si può prendere un battello e fare una escursione per vedere il paesaggio da un altro punto di vista. Le casette del villaggio sono tutte simili, in legno, di colore verde e col tetto spiovente, le tipiche case degli olandesi fedelmente riprodotte in questa sorta di macchina del tempo che fa ritornare indietro al tempo del Secolo d’Oro olandese. Attraversando il piccolo ponticello bianco si arriva in un caseificio dove vendono il formaggio e mostrano come lo producono; le piccole forme di formaggio Gouda, sono avvolte in carte colorate sistemate in fila per colore sugli scaffali, poi ragazze con la tipica cuffietta bianca sulla testa offrono dei vari assaggi. Se da un lato  della strada ci sono queste casette e i negozi dall’altro c’è uno stagno di colore “verde stagno” in cui sguazzano piccole ochette e anche qualche cigno, il tutto per la felicità dei bambini che rincorrono le povere paperelle che si azzardano ad uscire dallo stagno. Diversi ponticelli caratteristici passano su questi stagni e portano ad altre casette di una bellezza unica, con piccoli giardinetti con tavolo e sedie e annessa barchetta a remi.

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A pranzo decidiamo di restare nel paese delle favole e mangiarci un Pancake Olandese (mah) a base di prosciutto e formaggio (+birra e acqua per un totale di € 25) e poi ripartiamo per Amsterdam.
Uscendo dalla Stazione Centrale ci si immette sulla DAMRAK, l’arteria principale della città, la via più turistica e affollata, tutto un susseguirsi di negozietti, chioschi, ristoranti e alberghetti che rendendo difficile immaginare che un tempo lì c’era il porto storico della città. Lì si trova anche il SEX MUSEUM che ovviamente decidiamo di andare a visitare. E’ aperto tutti i giorni dalle 10 alle 23 e costa € 4 a persona. Arte ed erotismo viaggiano dal sempre a braccetto; non occorreva certo venire fin qui per apprenderlo, ma solo Amsterdam ha voluto ricordarlo in modo ufficiale. In base alla vostra esperienza, ignoranza o sete di conoscenza, potrà capitarvi di ridere a crepapelle o restare affascinati. Una vasta collezione storica di letteratura e arte pornografica ed erotica, assieme ad un’estesa biblioteca video e fotografica riuscirà a soddisfare ogni tipo di preferenza sessuale: sculture erotiche giapponesi in avorio, templi devozionali greci, moderni indumenti feticci, opere, fumetti erotici e Kamasutra. I piccoli separè ovattati sono in grado di offrire ai visitatori la privacy necessaria per visionare i film trasmessi di continuo. Davvero curiosa una delle tre poltrone vibranti dalla forma sagomata lunga circa due metri. La raccolta è stata messa insieme dai proprietari e viene esposta in un edificio che risale al XVII secolo. Il tempio di Venere ha aperto i battenti nel 1985. Un periodo emozionante, in quanto la collezione iniziale si limitava ad una piccola raccolta di oggetti erotici risalenti al XIX secolo. Questi vennero esposti al pubblico in un paio di vetrine, ma nessuno sapeva se l’idea avrebbe raccolto consensi. Le reazioni dei primi visitatori furono però talmente entusiaste che fu deciso di ampliare la collezione esistente. Il pubblico era rimasto affascinato dal nuovo museo. Visto a posteriori, il successo avuto sembra un po’ scontato. Infatti, prima dell’apertura del Tempio di Venere era possibile trovare un museo dedicato a quasi ogni tema, mentre al contrario, il lato artistico della sessualità era rimasto trascurato, nonostante si tratti di un argomento intrigante per (quasi) tutti, e su cui c’è tanto da dire. Perché quella che è definita “la cosa più naturale del mondo” è, al tempo stesso, anche “l’argomento più storicizzato del mondo”. Il gioco d’amore nel corso dei secoli ha ricevuto mille e una forma, e sono proprio queste forme che vengono illustrate e mostrate nel Museo del Sesso. La collezione viene esposta in un edificio che dà sulla strada e due edifici posteriori, collegati da una scalinata appositamente progettata per metterli in comunicazione. Il risultato è un eccitante labirinto di camere e corridoi, che offre al visitatore degli scorci sempre sorprendenti. Questo, insieme alla collezione sempre più notevole di oggetti provenienti da culture ed epoche diverse, offre a chiunque delle ore di piacere visivo e uditivo. Prendiamo come esempio l’antichità classica. Di “Cleopatras lussuriosa” è noto che abbia condiviso il talamo con un intero reggimento di uomini, non ultimo Giulio Cesare. Gli antichi greci “lo facevano” spesso e volentieri, senza formalizzarsi sul sesso dei partner, e preferibilmente alla “Greca”.  Ma i romani danno dei punti a chiunque altro, e non a caso la parola “sesso” deriva dal latino. Naturalmente ci sono anche stati dei periodi in cui il sesso, per usare un eufemismo, venne sottoposto a restrizioni. Nel Medioevo, per esempio, il piacere veniva visto come opera del demonio. Chi si abbandonava alle passioni veniva perseguitato dalla Chiesa e spesso finiva sul rogo, per cui chi era saggio cercava di tenere i propri piaceri nascosti… Ma già nel corso dei secoli bui i costumi divennero lentamente più liberi. All’epoca dell’amor cortese l’erotismo visse una vera fioritura, sublimato in forma letteraria dai più grandi poeti del tempo. Il culmine venne raggiunto nel XVIII secolo, con le leggendarie imprese di Casanova. Il sesso non è più qualcosa di cui vergognarsi e delle avventure erotiche si parla apertamente. Per un certo periodo soffia un vento puritano, proveniente dall’Inghilterra: nell’epoca Vittoriana il sesso è un tabù. Per fortuna nel XX secolo tale pruderie ha fine, tutti vogliono sapere tutto, e soprattutto fare di tutto. Sia gli uomini che le donne esigono di poter essere liberi nelle proprie scelte, e la parità la si vuole raggiungere anche a letto. La (seconda) rivoluzione sessuale è un dato di fatto!

Dopo la visita al Sex Museum ci dirigiamo verso la Casa di Anna Frank. I biglietti li avevo fatti direttamente dal sito del museo (€ 9 a persona) così abbiamo saltato la fila di almeno un paio d’ore. L’ingresso riservato per i possessori dei biglietti on-line si trova a sinistra dell’ingresso principale.
A nord della città, nel quartiere JOORDAN (molto particolare per le case e le grandi vetrate che permettono di vedere l’interno delle case, l’arredamento e le scene di vita quotidiana), sul Prinsegracht (Canale del principe) al n° 263, c’è una casa come tante altre, modesta e di esigue dimensioni. E’ l’edificio più visitato di Amsterdam: la CASA DI ANNA FRANK. 80 mila visitatori l’anno vengono qui a ripercorrere la storia commovente della ragazzina che nel suo diario ha documentato come nessun altro gli orrori del Nazismo. All’interno purtroppo non è possibile fare foto. E’ di forte impatto camminare su quei pavimenti, vedere quelle porte, entrare in quella che fu la sua stanza e osservare i ritagli originali che lei era solita attaccare alle pareti… Attori hollywoodiani del tempo, fiori, orsacchiotti… Perchè Anna era una ragazzina, e come tutte le ragazzine aveva sogni e speranze per il futuro… E poi la sua scrittura, pagine e pagine di inchiostro fittissimo e accurato, e contornato da tante foto e commenti… E da quella scrittura così tesa e spigolosa emerge tutta l’angoscia e la preoccupazione che era in lei. Attraverso scale ripidissime si sale in diversi piani e si può vedere quel famoso armadio girevole (o meglio, la sua ricostruzione) grazie al quale Anna e la sua famiglia riuscirono a star nascosti e a sfuggire alle SS per ben 2 anni, fino alla “soffiata” e al tragico epilogo. Non si seppe mai chi fu a far la spia e a far catturare la famiglia Frank. Furono tutti deportati in differenti campi di concentramento (Anna finì a Bergen Belsen, dove morì di tifo, tristemente un mese prima della liberazione avvenuta il 15 aprile ’45 ad opera degli Inglesi). Una particolarità è che secondo la testimonianza di un’ex compagna di scuola che si trovava con lei a Bergen Belsen, Anna riteneva che tutti i familiari fossero morti.
L’amica crede che, se solo Anna avesse saputo che suo padre era ancora in vita, avrebbe trovato la forza per sconfiggere la malattia. Otto Frank fu infatti l’unico sopravvissuto a quell’orrore, colui che ritrovò il diario di Anna e che – dopo qualche iniziale ritrosia- lo propose agli editori facendolo diventare il bestseller che è tuttora.
Annelies Marie Frank, detta Anne, nome italianizzato in Anna Frank, (Francoforte sul Meno, 12 giugno 1929 – Bergen-Belsen, 31 marzo 1945), è stata una ragazza ebrea tedesca, divenuta un simbolo della Shoah per il suo diario scritto nel periodo in cui la sua famiglia si nascondeva dai nazisti e per la sua tragica morte nel campo di concentramento di Bergen-Belsen. Visse parte della sua vita ad Amsterdam nei Paesi Bassi, dove la famiglia era riparata dopo l’ascesa al potere dei nazisti in Germania. Fu privata della cittadinanza tedesca nel 1941, divenendo così apolide.
I primi anni
Seconda figlia di Otto Heinrich Frank (12 maggio 1889 – 19 agosto 1980) e di sua moglie Edith Frank, nata Hollander, apparteneva ad una famiglia di patrioti tedeschi che prestarono servizio durante la Prima guerra mondiale. Aveva una sorella maggiore, Margot Elisabeth Frank (16 febbraio 1926 – 9 marzo 1945). Nel 1933, Adolf Hitler vinse le elezioni in Germania. Il crescente numero di manifestazioni antisemitiche al seguito della vittoria di Hitler indussero Otto Frank a cogliere al volo l’occasione di trasferirsi ad Amsterdam, in Olanda. Lì avviò una ditta producente pectina per la realizzazione di marmellate, la Opekta Works. Nel 1938 Otto avviò una seconda ditta, per la distribuzione di sale da conservazione, erbe e spezie, la Pectacon.
La clandestinità
Nel 1940, l’esercito tedesco invase l’Olanda. I Frank sono costretti a sottostare alle leggi razziali.
Il 12 giugno 1942, Anne riceve per il suo tredicesimo compleanno un quadernino nero rilegato, sul quale Anne inizierà a scrivere il Diario.
Meno di un mese dopo, il 6 luglio 1942 dovette nascondersi con la famiglia nell’Achterhuis (alloggio segreto, letteralmente “retrocasa” dall’olandese), un piccolo spazio a due piani posto sopra i locali della Opekta di Otto, in seguito ad un invito a comparire inviato alla sorella di Anne, Margot, da parte della polizia tedesca. L’alloggio segreto era situato in un vecchio – ed abbastanza tipico – edificio sul Canale Prinsengracht, nella parte ovest di Amsterdam, a circa un isolato dalla Westerkerk. La porta d’ingresso dell’Achterhuis venne in seguito nascosta dietro una libreria girevole.
Nel nascondiglio trovarono rifugio otto persone: i quattro componenti della famiglia Frank (il padre Otto, la madre Edith, Anne e la sorella Margot; Fritz Pfeffer, un dentista ebreo (30 aprile 1889 – 20 dicembre 1944) (chiamato Albert Dussel nel Diario); Hermann Van Pels (31 marzo 1890 – 6 settembre 1944), un macellaio dipendente della Pectacon di Otto Frank (Hermann Van Dann nel Diario); Auguste Van Pels (29 settembre 1900 – ?), moglie di Hermann van Pels; Peter Van Pels (8 novembre 1926 – 5 maggio 1945), figlio di Hermann e Auguste Van Pels.
La famiglia Van Pels raggiunse i Frank il 13 luglio 1942; il dentista Pfeffer nel novembre dello stesso anno.
I clandestini erano aiutati da persone esterne: Miep Gies, Jan Gies, Johannes Kleiman, Victor Kugler, Bep Voskuilj, il signor Voskuilj (padre di Bep) e la moglie di Kleiman, quasi tutti collaboratori nelle ditte del padre di Anne. Portavano ai clandestini cibo, notizie e ogni cosa di cui avessero bisogno, rischiando la vita. Tali persone erano anche le uniche ad essere al corrente del nascondiglio dei clandestini.
Durante il periodo di clandestinità, Anne scrive il celeberrimo Diario, descrivendo con considerevole talento le paure causate dal vivere in clandestinità, i sentimenti per Peter, i conflitti con i genitori e gli altri compagni di sventura e le sue aspirazioni di diventare scrittrice.
L’arresto
Dopo più di due anni, il 4 agosto 1944 la Gestapo fa irruzione nell’alloggio segreto, in seguito ad una segnalazione da parte di una persona che non è mai stata identificata. Tra i sospettati vi è un magazziniere della ditta di Otto Frank, Willem Van Mareen. Anne nel Diario, in data giovedì 16 settembre 1943, afferma esplicitamente che Van Maaren nutriva dei sospetti sull’Alloggio segreto, e lo descrive come “una persona notoriamente poco affidabile, molto curiosa e poco facile da prendere per il naso” .
Le due famiglie vennero arrestate e trasferite al campo di smistamento di Westerbork. Kleiman e Kugler vennero anch’essi arrestati e portati al carcere di Amersfoort. Miep Gies e Bep Voskuilj, presenti al momento dell’arresto, scapparono mentre la polizia arrestava i clandestini (restando nei paraggi della palazzina); dopo la partenza della polizia tornarono alla palazzina mettendo al sicuro più materiale possibile (primo tra tutti il Diario), prima del ritorno della polizia per la perquisizione.
Prigionia e destino dei rifugiati
Il 2 settembre Anna Frank e gli altri clandestini vennero caricati sull’ultimo treno merci in partenza per Auschwitz, dove giunsero tre giorni dopo.
Edith Frank Hollander morì di inedia il 6 gennaio 1945.
Hermann Van Pels morì in una camera a gas di Auschwitz il giorno stesso dell’arrivo, secondo la Croce Rossa, o poche settimane più tardi, secondo Otto Frank.
Auguste Van Pels passò tra Auschwitz, Bergen-Belsen e Buchenwald arrivando a Theresienstadt il 9 aprile 1945. Deportata altrove, non si conosce la data del decesso.
Peter Van Pels subì una Marcia della morte il 16 gennaio 1945 che lo portò da Auschwitz a Mathausen (Austria), dove morì il 5 maggio 1945, appena tre giorni prima della liberazione.
Fritz Pfeffer, dopo essere passato per i campi di concentramento di Sachsenhausen e Buchenwald, morì nel campo di concentramento di Neuengamme il 20 dicembre 1944.
Margot e Anna passarono un mese ad Auschwitz-Birkenau e vennero poi spedite a Bergen-Belsen, dove morirono di tifo esantematico nel marzo 1945, solo tre settimane prima della liberazione del campo.
Kleiman fu liberato un mese dopo l’arresto, il 18 settembre 1944 a causa dello stato di salute. È morto ad Amsterdam nel 1959.
Kugler venne deportato in più campi di concentramento, sino al termine della guerra. Sopravvissuto, morì a Toronto nel 1989.
Solo il padre di Anna, tra i clandestini, sopravvisse ai campi di concentramento. Rimasto sempre ad Auschwitz, il campo venne liberato dall’esercito russo il 27 gennaio 1945; il 3 giugno 1945 tornò ad Amsterdam dopo tre mesi di viaggio. Miep gli consegnò il diario e, dopo aver scoperto il destino degli altri clandestini, egli ne modificò la grammatica e la sintassi, omettendo alcune parti perché considerate troppo private, in modo da renderlo adatto per la pubblicazione.
Il diario venne pubblicato nel 1947 con il titolo di Het Achterhuis.
Otto Frank morì a Basilea, in Svizzera dove viveva sua sorella, il 19 agosto 1980.
Il diario di Anna Frank
Inizia come una espressione privata dei propri pensieri intimi, manifestando l’intenzione di non permettere mai che altri ne prendessero visione. Descrive candidamente la sua vita, la propria famiglia ed i propri amici, e del ragazzo di cui si innamorò nonché appunto la sua vocazione a diventare un giorno scrittrice affermata di racconti. Durante l’inverno del 1944, le capitò di ascoltare una trasmissione radio di Gerrit Bolkestein— membro del governo Olandese in esilio — il quale diceva che, una volta terminato il conflitto, avrebbe creato un registro pubblico delle oppressioni sofferte dalla popolazione del Paese sotto l’occupazione nazista. Menzionò la pubblicazione di lettere e diari, cosa che spinse Anna a riscrivere sotto altra forma, e con diversa prospettiva, il proprio.
Esistono quindi tre versioni del diario:
-la versione A, l’originale di Anna, che va dal 12 giugno 1942 al 1 agosto 1944, della quale non è stato ritrovato il quaderno che copriva il periodo 6 dicembre 1942 – 21 dicembre 1943;
-la versione B, la seconda redazione di Anna, su fogli volanti, in vista della pubblicazione, che copre il periodo 20 giugno 1942 – 29 marzo 1944;
-la versione C, scritta da Otto Frank basandosi sulla versione B, apportando modifiche e cancellazioni.
Una recente edizione critica del diario compara queste tre versioni. La casa dove Anna e la famiglia si nascondevano è ora un museo. Si trova al 263 di Prinsengracht, nel centro della città, raggiungibile a piedi dalla stazione centrale, dal palazzo reale e dal Dam.
Nel 1956 il diario venne adattato in un’opera teatrale che vinse il Premio Pulitzer, nel 1959 ne venne tratto un film, nel 1997 ne fu tratta un’opera di Broadway con materiale aggiunto dal diario originale.
I negazionisti della shoah hanno tentato a più riprese di mettere in forse l’autenticità del diario, ma questa è stata provata oltre ogni ragionevole dubbio da Simon Wiesenthal, il quale riuscì persino a ritrovare il poliziotto che aveva eseguito l’arresto.
Nel 2004 nei Paesi Bassi è stato pubblicato un nuovo libro, intitolato Mooie zinnen-boek (libro delle belle frasi). Seguendo il consiglio del padre, Anna copiava brani e brevi poemi che l’avevano colpita in modo particolare, tratti dai molti libri che aveva letto durante la permanenza nell’Achterhuis.

Attenzione:
In alta stagione si formano spesso lunghe code per la visita del Museo, si consiglia pertanto la visita verso il tardo pomeriggio (da aprile ad agosto l’apertura è prolungata fino alle 21:00), quando l’affluenza di turisti è minore.
Il Museo non è dotato di guardaroba e l’accesso con zaini non è consentito.
La visita al Museo è, per via delle ripide scale, difficoltosa ai portatori di handicap e solo in parte accessibile a persone su sedia a rotelle.
Non è consentito filmare e fare fotografie nel Museo.
Orari d’apertura
Tutti i giorni dalle 9:00 alle 19:00
Da Aprile fino al 31 Agosto: dalle 9:00 alle 21:00
Il 1 Gennaio: dalle 12:00 alle 17:00.
Il 4 Maggio: dalle 9:00 alle 19:00
Il 24 Giugno:dalle 9:00 alle 19:00
Il 22 Dicembre: dalle 9:00 alle 17:00
Il 25 Dicembre: dalle 12:00 alle 17:00
Il 31 Dicembre: dalle 9:00 alle 17:00
Come arrivare
Tram 13, 14, 17 – Westermarkt stop.
Bus 21, 170, 171, 172 – Westermarkt stop.
La ‘Museum Boat’ ferma direttamente davanti alla Anne Frank House.
15 minuti a piedi dalla Stazione Centrale.

Uscendo si può continuare il giro tra i canali del JOORDAN, prolungamento dei quattro canali centrali, costruito all’inizio del XVII sec. Quartiere di gente modesta, operai e artigiani, ha conquistato oggi con la sua atmosfera pittoresca studenti e artisti, ma anche persone benestanti che contrastano con le origini del luogo. Nonostante i cambiamenti, ha conservato parte della propria identità con le sue case ottocentesche, piccoli negozi di antiquariato e caffè-ristoranti assai accoglienti che non sono ancora invasi del tutto dai turisti. Ad Amsterdam ci si può perdere facilmente perchè le strade sono intrecciate come la tela di un ragno, ma è davvero piacevole perdersi tra canali, fiori, gente d’ogni dove, anche se spesso la nostra aria sognatrice svanisce quando stiamo per essere investiti dalle bici che qui regnano sovrane, e che non si fermano davanti a nulla, che sia freddo, pioggia o turisti. Le bici sono il simbolo dell’Olanda e sono onnipresenti, sono parte della loro vita quotidiana, la usano per andare a lavoro, a scuola, per passeggiare, per cui con molta disinvoltura sfrecciano tra i turisti, ingiuriando contro chi occupa la pista ciclabile.
Stremati fisicamente e psicologicamente decidiamo di rientrare al nostro appartamento per rinfrescarci e rilassarci un po’ e poi fuori di nuovo.
Andiamo a vedere il REGULIERSGRACHT,  il canale con le case pendenti e dei sette ponti a schiena d’asino, le cui arcate si riflettono sull’acqua formando cerchi perfetti, e si va in estasi, perchè si ha davanti le immagini di Amsterdam che si vedono in foto. È veramente la “Venezia del nord”, con i ponti ed i canali sui quali si affacciano le eleganti dimore borghesi del ‘600, con la struttura asimmetrica, i caratteristici frontoni con i paranchi per issare i mobili (per questo motivo le facciate sono protese in avanti, per non far battere i mobili contro la facciata), le grandi finestre con le tende sempre aperte e le immancabili biciclette. Passeggiando lungo le rive dei canali si gode di uno spettacolo unico al mondo che fa innamorare di Amsterdam; il secolo d’oro risplende in vie come l’HERENGRACHT (il canale dei Signori) – Luogo privilegiato dalla ricca borghesia del Secolo d’Oro (circa la metà del sec. XVII), l’Herengracht esiste dal 1586. Il canale dei Signori, che deve il suo nome agli Heren XVII della Compagnia delle Indie Orientali, è il canale su cui si affacciano sontuose dimore patrizie ed è, ancora oggi, la zona dove risiedono le persone più ricche della città. Come per il Singel, per il Keizersgracht e per il Prinsengracht, la numerazione incomincia a partire da nord e risale verso l’Amstel. Da segnalare a nord del Gomito d’oro, il Theaternmuseum, l’Huis Bartolotti, splendida casa del 1622, l’Huis Van Brienen, casa dall’elegantissima facciata in arenaria e il Beulingsloot, il più piccolo e stretto canale della città. Oppure il PRINSENGRACHT o Canale del Principe che è il più lungo e il più esterno dei quattro canali che circondano il centro di Amsterdam e deve il suo nome a Guglielmo di Nassau, principe d’Orange. Creato nel 1612 come il vicino Keizersgracht, questo canale è probabilmente meno interessante degli altri tre, tuttavia il gran numero di vecchi laboratori, le diverse chiese antiche, le caffetterie e le numerose case galleggianti, rendono sicuramente il quartiere molto animato. Il canale del Principe, accoglie anche numerosi cortili interni (gli Hofies). Sul Prinsengracht sorge la “chiesa occidentale” WESTERKERK, la più grande chiesa protestante olandese, accompagnata da un campanile (Westertoren) di m85, il più alto della città, che possiede un notevole carillon di 47 campane; dopo una salita faticosa, si gode una splendida veduta sul Jordaan. Si affaccia sulla WESTERMARKT la piazza sulla quale proprio a destra della chiesa si trova la statua di Anna Frank.
Passeggiando tra i canali con lo sguardo all’insù si passa per AMSTELVED ed il MAGERE BRUG,il ponte magro, il più famoso tra i 1400 ponti di Amsterdam. Si tratta di un ponte levatoio costruito attorno al 1670. Questo doppio ponte ha subito numerosi ritocchi, pur mantenendo il suo funzionamento manuale. Veramente suggestivo! e la LEIDSEPLEIN. Sia di giorno che di notte questa piazza è uno dei centri più frequentati della città, con un flusso continuo di passanti e di tram. L’American Hotel che si affaccia sulla piazza è quasi un’istituzione della vecchia Amsterdam risalente alla Belle Epoque; qui troviamo anche il Teatro Municipale (Stadsschouwburg) in stile rinascimentale, molto noto per la qualità dei suoi spettacoli. Nella piazza, animata da molti locali e coffe shop, si concentra la vita notturna della città. Decidiamo di fermarci a cena in un ristorante Thai: MAI THAI KORTE LEIDSEDWARSSTRAAT, 99. Involtini primavera, pollo e manzo al curry, riso bollito, birra e acqua per un totale di € 47.
Uno sguardo veloce (prima di andare a dormire) alla REMBRANDTPLEIN  – Questa piazza molto amata dagli abitanti di Amsterdam è una delle 2 principali piazze con la maggior concentrazione di pub, bar e coffee shop, anche se le insegne luminose ne rovinano un po’ l’aspetto. E’ la piazza dove è stato rappresentato con statue bronzee il dipinto “La Ronda di Notte” di Rembrandt e al centro si erge la statua di Rembrandt. Non lontano dalla piazza, troviamo Stoeltie Diamonds, una notevole quantità di diamanti da acquistare al dettaglio, montati o meno; la visita guidata  (in italiano) è gratuita.

DOMENICA 05/06/11
A malincuore ecco arrivato il momento della partenza ma non posso non fare un elogio alla gentilezza degli olandesi. In altre città non ho trovato la medesima disponibilità nel fermarsi e dare informazioni, o semplicemente salutare spontaneamente e darci il benvenuto in città. Nei negozi, nei ristoranti, in treno: “You’re welcome!”. Proprio una bella accoglienza.

ALTRE INFO
NEGOZI:
Per chi ama il Natale, proprio di fronte al mercato galleggiante dei fiori si trova il Christmas Palace, un negozio dedicato esclusivamente alle decorazioni natalizie. Per altri acquisti potete andare in Kalvestraat (parte da Piazza Dam), la via dello shopping.
CAPITOLO CIBO:
Non esiste una cucina vera e propria , ma vale la pena assaggiare alcuni prodotti tipici come il formaggio edam, le salsicce e le aringhe affumicate o crude, con cipolle o patate; da provare anche lo Snert, passato di piselli molto denso,lo Stampoot, spezzatino di patate, carne e verdure  e in genere tutte le varie zuppe, il salmone, i panekoeken dolci o salati, le krokketten (frittissime), bitterballen (altrettanto fritte). Sa non perdere le patate fritte che vendono in alcuni punti dislocati per la città (deliziose quelle di Vlaams Frites Huis, è una bettola ma è una meta irrinunciabile per chi viene ad Amsterdam o al “Mannerkempis” best frites van nederland) e un gelato alla famosa gelateria che si trova in piazza Rembrandt.
In giro per la città, si trovano i carretti degli ambulanti che vendono degli ottimi panini (brodjes) con aringhe, gamberi o salmone.
Gli olandesi fanno un unico pasto alla sera, per cui al mattino consumano una colazione molto abbondante, mentre a pranzo si saziano con pane e formaggi, la cui scelta è molto vasta.
I ristoranti dalla cucina tipicamente olandese non sono facili da trovare ma, come leggerete su tutte le guide, Amsterdam è così multiculturale che è possibile trovare ristoranti di qualsiasi natura.
Per uno spuntino veloce: Bagelsbeans. In centro, posto tranquillo, all’insegna del relax. La bagel è questa ciambella salata (anche al sesamo) farcita di ciò che si vuole. Ragazzi giovani, si pranza in questo locale dalle tinte colori pastello .. tavolini piccoli.. la gente seduta che legge, mangia, parla…
Ristoranti:
– Al grande magazzino che si affaccia su piazza Dam, al quinto piano, c’è il ristorante con cucina a vista e varie specialità, dove si può mangiare a prezzi contenuti, in un ambiente molto elegante e trendy.
– De Brakke Grand: in Nes 43, è una brasserie belga con un’atmosfera deliziosa, personale gentile e serve piatti (pochi) tipici fiamminghi, molto curati, in uno stile “cucinadellanonnachic” davvero adorabile
– da Kantjil: sulla Spuistraat, si mangia molto bene anche se è un po’ troppo turistico.
– Hemelse Modder: (Oude Waal 9), lungo un canale a est del red light, è elegante, il cibo ottimo, l’ambiente raffinato e il servizio impeccabile
– The Mexican: sulla strada che collega piazza Dam al Red Light district. Grande abbuffata di carne, tortillas e zuppe.
– Gaucho restaurant: travesa di Piazza Dam. carne argentina, bel luogo, cucina a vista – pulitissima. (posto elegantino, buon vino! Buon trattamento  in due con vino, cena completa circa 100,00)
– Steak House Madre Maria: traversa piazza Dam, verso la stazione. Posto rustico, carne argentina divina. Se si ha la carta, si ha il 25% di sconto. Senza sconto, cena completa = 70,00 in totale.
– De Maria: in Rembrandtplein nr. 38, ottima la carne ed il pollo, prezzi nella media
– Rancho: ristorante argentino in Korte leidsdwarsstraat (una traversa di Leidschplein – sconto con I Am Card) ma attenzione all’acqua, la fanno pagare più del vino
– At James: sul Damrak: ottima grigliata di carne, personale molto gentile e posto tranquillo e carino.
– Brasserie & Grill at James: ristorante argentino sul Damrak,  si posso gustare le immancabili patatine fritte con insalata e dell’ottimo pollo grigliato, il tutto condito dalla gentilezza e disponibilità del personale
– De Keuren Van 1870: vicino alla stazione in Nieuwe Zijde è un’antica mensa per i poveri di cui conserva ancora i tavolini in legno e la cucina a vista, il cibo è buono, economico e soprattutto olandese: ottimi il riso con pollo e verdure e lo stamppot, piatto misto di carne e purè di verdure ricoperto di cubetti di pancetta croccante.
– Tisfris: locale molto carino che si trova proprio di fronte alla casa di Rembrandt al 142 di St Antoniesbreestraat. Ottimi panini in un atmosfera rilassante e cordiale.
Per la colazione consiglio i Coffee Company, che sono un po’ in tutta la città e hanno dei muffin incredibili, mentre per un semplice panino a pranzo consiglio il caffè Katoen, lungo il canale a ovest di Muntplein, ma soprattutto lo splendido caffè Hofje Van Wijs, in Zeedijk 43: un’atmosfera incredibile con il cortiletto per le bici e l’arredamento shabby chic!
– un caffé al famoso “Cafè Schiller” in Rembrandtplein 24. Arredato in arte d’eco offre al visitatore un’oasi di pace e tranquillità

Consigli pratici per un viaggio ad Amsterdam:
– Il clima è atlantico, quindi sottoposto all’influenza del mare con inverni abbastanza miti ed estati assai più fresche che in Italia; attenzione alle piogge improvvise e al vento, a volte veramente fastidioso. Quindi portare sempre con sé un ombrellino (non piove continuamente ma il cielo è spesso coperto), e portare qualche indumento un po’ più pesante perchè alla sera fa freschino;
– Amsterdam è una città cara. Nelle vie principali una bottiglietta d’acqua da mezzo litro può costare anche 3 euro;
– AMSTERDAM CARD: La I amsterdam City Card è la ‘chiave’ per il soggiorno ad Amsterdam. Pratica e vantaggiosa, la tessera offre numerosi sconti e garantisce l’ingresso gratuito in più di 37 musei, una escursione in battello lungo i canali nonché l’utilizzo di tutta la rete di trasporto pubblico (tram, bus e metropolitana dell’azienda municipale GVB) senza mettere continuamente mano al portafoglio.
Amsterdam Card va passato davanti ai lettori situati presso tutte le porte: attenzione, la lettura del biglietto va fatta sia ad inizio corsa che al termine, appena prima di scendere. Attenzione a salire dalla porta giusta!!!
I Amsterdam City Card offre sconti in più di 50 attrazioni turistiche, bar e ristoranti cittadini. La tessera rappresenta un sistema già introdotto con successo in molti altri paesi europei e consente di usufruire di sconti speciali uniti a una praticità unica. Insieme alla tessera I amsterdam City Card si riceve anche un biglietto GVB per utilizzare gratuitamente il trasporto pubblico dell’intera città (bus, metro e tram) e una pratica guida in italiano in cui sono illustrati tutti i vantaggi. Si può acquistare la tessera online scegliendo la durata di validità più adatta al periodo di visita (24, 48 o 72 ore).
Tessera I amsterdam City Card con validità 24 ore – € 39,00
Tessera I amsterdam City Card con validità 48 ore – € 49,00
Tessera I amsterdam City Card con validità 72 ore – € 59,00

Usufruendo dei seguenti servizi:
Trasporto pubblico gratuito
Tram, bus e metro dell’azienda municipale di trasporti GVB. Attenzione: la tessera I amsterdam City Card non è valida sui treni della linea ferroviaria da e per l’aeroporto internazionale di Schiphol.
Giro in battello lungo i canali
Blue Boat Company, Holland International Rondvaart.

Ingresso gratuito presso i seguenti musei:
Museo Allard Pierson Museum
Museo Het Rembrandthuis
Museo Amsterdam (prima noto come Amsterdams Historisch Museum)
Museo Museum Het Schip
Museo Amsterdam Tulip Museum
Museo Museum Ons’ Lieve Heer op Solder
Museo Museum Van Loon
Museo della Bibbia Bijbels Museum
Museo Museum Willet Holthuysen
Museo della Resistenza Verzetsmuseum
Ex cattedrale della Nieuwe Kerk
Museo di arte fotografica FOAM_ photography-museum Amsterdam
Basilica della Oude Kerk (esposizione World Press Photo inclusa: 23 aprile – 20 giugno)
Museo Hermitage Amsterdam
Sinagoga portoghese
Giardino botanico Hortus Botanicus
Galleria nazionale Rijksmuseum – Mostra “The Masterpieces”
Museo delle case galleggianti Woonboot museum
Museo della scienza NEMO
Museo Huis Marseille
Museo delle borse Tassenmuseum Hendrikje
Museo di Storia Ebraica Joods Historisch Museum
Museo dei tropici Tropenmuseum
Museo Molen van Sloten e Museo dei vecchi mestieri Kuiperijmuseum
Museo Geelvinck
Museo Van Gogh (puoi accedere alla corsia preferenziale senza dover fare la fila!)
Museo del diamante Amsterdam Diamantmuseum
Pressmuseum
Cobra Museum Amstelveen
Amsterdam Arena – Ajax Museum
Het Grachtenhuis
Stadsarchief Amsterdam
Molenmuseum Koog aan de Zaan
Het Jonge Schaap Houtzaagmolen – Zaanse Schans
De Kat Verfmolen – Zaanse Schans
De Zoeker Oliemolen – Zaanse Schans
Bakery Museum Zaanse Schans

Omaggi
Amsterdam Diamond Group (sorpresa omaggio)
Heineken The City (apribottiglie gratuito)
De Bazel Cafe en Conferentiecentrum (tazza di tè gratuita)
Holland Casino Amsterdam (ingresso gratuito)
De Bijenkorf (sorpresa omaggio)
La Place (tazza di caffè gratuita)
Van Dobben Sandwichbar (panino con crocchetta gratuito)
De Drie Fleschjes (degustazione di liquore gratuita)
Varen op de Zaan (traghetto Zaanse Schans)
Restaurant Fifteen (JO cocktail gratuita)
Thinking of Holland (regalo gratuita)
Restaurant Wereldeethuis Bazar (libera il caffè e baklava)

Riduzione del 25% presso le seguenti attrazioni turistiche, esercizi commerciali e di ristorazione:
Sala Concertgebouw: biglietti di ingresso last minute (eventi selezionati)
Sala Muziekgebouw aan ‘t IJ
The Muziektheater Amsterdam
Karos Citytours (noleggio carrozze)
The Amsterdam Dungeon
Museo Tatuaggio di Amsterdam
Kooijman Souvenirs & Gifts (fabbrica degli zoccoli)
Giardino zoologico Artis Royal Zoo
Amsterdambike
Museo delle cere Madame Tussauds Amsterdam
Boom Chicago (teatro di varietà in lingua inglese)
Hop on hop off Museumline (battello turistico della compagnia Lovers)
Canal Bike: noleggio pedalò
Museo dello Sport Olympic Experience
Canal Bus
Canal Motorboats
Parco giochi per bambini Tunfun
Giro turistico in battello a lume di candela di Holland International Canal Cruises
Nave della Compagnia delle Indie Orientali VOC & Museo Marittimo Olandese
Fattoria-caseificio Catharina Hoeve (Zaanse Schans)
Cheese Gift Shop Magna Plaza
Noleggio autovetture Hertz
Noleggio biciclette Mac Bike
EYE Cinematografica Istituto Paesi Bassi
Scooter experience (noleggio scooter)
Heineken Experience
Hollandsche Manege (Scuola di equitazione)
Titolo di viaggio dell’azienda di trasporti Arriva per la zona del Waterland
Club Rain: oltre all’ingresso gratuito al locale, ulteriore 25% di sconto su pranzi e cene (bevande escluse).
House of Bols
XtraCold Icebar
Caulils delicatessen & catering
Fun Forest Amsterdam
Reypenaer proeflokaal
Segway Tours
Traghetto IJburg – Pampus
VIP Watertaxi Amsterdam
De Saense Lelie – Zaanse Schans
Pescheria Jonk Haringhandel
Amsterdam Outsider Art
ARCAM
Stedelijk Museum Amsterdam

Sconto del 25% presso moltissimi bar e ristoranti:
Brasserie Schiller
Brasserie De Poort
Beurs van Berlage Cafe
Restaurant Guadalupe
Heffer, Brouwerij Stamhuis & Stadscafé
Heffer, Café de Ambassade
Restaurant, Café In de Waag
Letting Breakfast & lunchroom
Restaurant Manzano
Molly Malones Irish Pub
Grand Café Ovidius
Restaurant Panagia
The Pancake Bakery
Pancakes! Amsterdam
Pannenkoekenboot
Restaurant Pasta e Basta
Restaurant & Club Rain
Restaurant Rancho Argentinean Grill
Lunch restaurant Caffe Ristretto
Restaurant Selecta
Restaurant IJ-kantine
Restaurant de Hoop op d’Swarte Walvis
Riduzione del 25% ingresso de Stedelijk Museum Amsterdam

ALTRI QUARTIERI (che non abbiamo visitato per mancanza di tempo):
AMSTERDAM HISTORISCH MUSEUM. – Il Museo Storico di Amsterdam, da cui si può accedere direttamente dal Begijnhof o da Kalverstraat, è stato allestito nell’antico orfanotrofio cittadino Burgerweeshuis (XV sec.); la storia della città si evolve lungo le 23 sale del Museo, in ordine cronologico e tematico. Una pianta elettronica illustra il gigantesco sviluppo della città, interamente costruita su terreno sabbioso.
BIJLMERMEER – Situata a sud-est della capitale, Bijlmermeer è stata oggetto di un enorme sviluppo urbanistico negli anni ’70 e si estende all’interno di un largo rettangolo delimitato dalle autostrade d’accesso alla città. Periferia un po’triste, ha l’orgoglio però di avere lo stadio dell’Ajax (famoso club di calcio) inaugurato nel 1996 con una capienza di 50.000 posti e che viene usato anche per concerti rock e altre grandi manifestazioni popolari.
GRIMBURGWAL. –  Questo canale segnava il limite sud della città; alla fine di questo secolo furono creati altri due fossati. Alla confluenza di questi tre fossati, divenuti poi canali, si trova la bella casa dei tre canali, costruita nel 1609 con mattoni e pietre da taglio e con le vetrate delle finestre i cui disegni sono i migliori della città.
ROKIN. – Questo bacino costituisce l’ultimo tratto dell’Amstel, la cui foce è stata colmata nel 1936 per lasciare spazio all’omonima via, una delle strade principali della città e al Damrak, ambedue molto ampi; alla fine del bacino s’innalza la statua equestre della regina Guglielmina. Il Damrak, un tempo porto interno, oggi è un’arteria animata che unisce la stazione centrale al Dam; lo domina il monumentale Palazzo della Borsa (Beurs).
ALLARD PIERSON MUSEUM. – Questo museo dell’architettura neoclassica, presenta la notevole collezione archeologica dell’Università di Amsterdam e porta il nome di un importante professore di Storia dell’Arte e di Lettere moderne.
SPUI. – La piazza , molto animata, collega il Rokin al Singel; al centro si innalza Het Lieverdje (1960), bronzo dello scultore Kneulman, che rappresenta un monello di Amsterdam. Sulla piazza sono presenti librerie, due caffé tra i più frequentati della città e vi si trova anche uno dei due accessi al beghinaggio.
IL GOMITO D’ORO. – Questa zona dell’Herengracht deve il suo nome all’immensa ricchezza degli armatori e dei mercanti che vi risiedevano e ai loro palazzi con le facciate in stile Luigi XIV, XV e XVI che denotano l’influenza francese. Nell’ultimo tratto del Gomito d’oro troviamo la ABN-AMRO BANK, un edificio gigantesco largo 100 m. che si estende fino al Keizersgracht. A sud del Gomito d’oro da segnalare il Museum Willet-Holthuysen, allestito in una dimora signorile costruita tra il 1685-90; questo museo esibisce una bella porta del XVIII sec. e conserva delle stanze elegantemente ammobiliate.
JAVA – EILAND – Il quartiere nord delle isole orientali (Oostelijke Eilanden), conquistato all’IJ usando materiale di riporto, è da alcuni anni oggetto di un’intensa attività edilizia, particolarmente nell’isola di Java, a nord dello Zeeburg. Questa isola lunga e sottile è parallela all’Oostelijke Handelskade, dove attraccano le navi da crociera.
L’IJ. – Braccio dell’antico Zuiderzee, l’IJ ha dato i natali ad Amsterdam quando la riva sud del fiume fu arginata. Nel 1876 questo canale fu sistemato e ridotto per diventare il canale del Mare del Nord.
KEIZERSGRACHT – Questo canale (1612) fa parte del Grachtenngordel e porta questo nome in onore di Massimiliano I, futuro imperatore del Sacro Romano Impero. Lungo 4 Km. e attraversato da 14 ponti, il Keizersgracht è uno dei più bei canali di Amsterdam; come i tre canali paralleli, la numerazione comincia a partire da nord e risale verso l’Amstel. Tra le dimore più interessanti la Huis met de hoofden (Casa delle teste, 1622), così chiamata per le sei teste che ne decorano la facciata e la De Rode Hoed (il Cappello rosso), una casa risalente all’inizio del XVII sec. che trae il suo nome da un cappellaio che abitava nelle vicinanze.
STEDELIJK MUSEUM. – Il museo municipale è uno dei più importanti musei di arte contemporanea del mondo e ha sede in un grande edificio neorinascimentale in pietre e mattoni del 1892-95. L’immenso patrimonio (pitture, sculture, disegni, fotografie, video, manifesti, ecc.) copre un arco di tempo che va’ dal 1850 alle ultimissime tendenze. Qui si potranno vedere sia tele d’artisti famosi come Manet, Picasso o Mondrian, sia manifestazioni di arte contemporanea come installazioni minimaliste o design industriali.
CONCERTGEBOUW. – L’edificio costruito nel 1888 si è poco a poco confuso con quello della prestigiosa orchestra da esso ospitata; presenta l’esterno in stile neorinascimentale, mentre all’interno, nella vasta sala dall’acustica straordinaria, si esibisce come già detto, l’orchestra del Royal Concertgebouw, una delle migliori al mondo.
La Borsa (Beurs van Berlage), un edificio in mattoni rossi, finito di costruire nel 1903, è il più bell’intervento di architettura moderna in città; decorato  all’interno dai maggiori artisti olandesi, è utilizzato oggi per concerti e mostre.
OOSTERDOK e dintorni – L’Oosterdok è un bacino che fiancheggia il Prins Hendrikkade; i suoi dintorni sono caratterizzati da laghetti e da piccoli canali che circondano le isolette conquistate al mare durante i tempi della Compagnia delle Indie. Una volta da qui le navi prendevano il largo, cosa resa impossibile oggi, a causa della costruzione della stazione centrale che ha isolato la città storica dall’IJ che si getta nel Mare del Nord.
NEDERLANDS SCHEEPVAART MUSEUM (Museo della Storia Navale dei Paesi Bassi).
Questo è uno dei più importanti musei navali del mondo, con il vascello Amsterdam (copia del Batavia che affondò nel 1629), ormeggiato nel bacino dell’Oosterdok a fare da attrazione. Il museo di Storia Navale di Amsterdam si trova dal 1973 in un antico magazzino dell’Ammiragliato del 1656 e poggia su 18.000 pali conficcati nel letto dell’Oosterdok. Le circa 30 sale del museo, presentano un panorama assai vasto sulla Marina Mercantile, quella Militare e sulla pesca con quadri, atlanti, armi, mappamondi, strumenti e documenti scritti e sonori.
ARCAM. – Sorge leggermente arretrato rispetto al fronte della baia dell’IJ, questo centro per l’architettura; è un padiglione che verso la città è rivestito di metallo, mentre sul retro si trasforma in una grande parete vetrata e che ospita mostre a tema.
NEMO. – Sembra una nave pronta ad essere varata, questo museo della scienza e della tecnologia dell’architetto italiano Renzo Piano, realizzato nel 1997 e che si inserisce perfettamente nel contesto ambientale del porto; si trova proprio accanto all’Arcam. Anche le zone relax sul tetto praticabile, a gradoni discendenti, riproducono perfettamente l’atmosfera dei ponti delle navi e offrono un balcone privilegiato sulla città. Un sinuoso ponte lo unisce alla Stazione Centrale; all’interno del museo, svariate sezioni didattiche applicano ai temi della fisica e della scienza, l’interattività del gioco.
DE PIJP – Situato a sud del centro cittadino, questo quartiere  è delimitato dall’Amstel ad est, dal Singelgrach a nord, dal Boerenwetering ad ovest e dal canale dell’Amstel a sud; si tratta quindi di una specie d’isola collegata ai suoi dintorni da 16 ponti. Da sempre popolare, De Pijp si è lentamente trasformato da quartiere operaio a quello di immigrati, tanto da prendere il nome di quartiere latino. Qui si trova l’Heineken Brouwerij, la famosa birreria fondata nel 1864 e conosciuta in tutto il mondo.
PLANTAGE – Situato ad est del centro della città, il quartiere di Plantage ha accolto a lungo la parte più borghese della comunità ebraica; deve il suo nome ai suoi ombreggiati parchi, fra cui il Wertheimpark, il giardino botanico, Artis e il suo giardino zoologico.
La nascita dell’Orto botanico risale al 1682 e fu creato per coltivare le piante medicinali importate dalla Compagnia delle Indie; oggi vi si trovano numerose piante tropicali ed un rarissimo cactus.
Il parco dell’Artis, il cui nome proviene dalla Società fondatrice, Natura Artis Magistra, fu inaugurato nel 1838 e comprende uno Zoo, lo Zoologisch Museum e un museo geologico. A sud del parco, sul canale, si trova la Muiderpoort, porta della città del 1771, dove si può osservare lo stemma della città.
WATERLOOPLEIN – La grande piazza è completamente occupata dallo “Stopera”, complesso in riva all’Amstel che comprende lo Stadhuis e il Muziektheater, sede dell’Opera Nazionale e della compagnia di Balletto. All’angolo tra il fiume e lo Zwanenburgwal si trova una stele commemorativa in ricordo degli ebrei deportati. Dietro lo Stopera, si tiene ogni giorno il “mercato delle pulci”, qui trasferito nel 1873; in precedenza il mercato del quartiere ebraico si teneva in altre strade. All’angolo nord-orientale di Waterlooplein, sorge la Mozes en Aaronkerk, la chiesa cattolica di Mosé e Aronne che ospita spesso mostre e concerti. Nei pressi della piazza si trova anche Gassan Diamonds, antica taglieria di diamanti risalente al 1878, dove l’arte dell’orafo viene ancora praticata; un’esposizione permanente racconta la storia di circa 400 anni di commercio di diamanti. In zona Waterlooplein c’è la REMBRANDTHUIS (Casa-Museo di Rembrand prezzo € 9,00 per i non possessori di IAm card) – Pochi mancano una visita alla casa di Rembrandt, dove il grande pittore visse per quasi vent’anni. La magnifica casa-museo su quattro piani espone oltre che ad alcuni dipinti del pittore anche la sua collezione privata di animali imbalsamati e ospita anche mostre di incisori contemporanei e nel 2006 celebrerà i 400 anni dalla nascita dell’artista.
SLOTEN – Questo luogo esisteva già nel XI sec., anche se la maggior parte delle costruzioni risale al XIX sec.; nel 1921 Sloten è stata annessa ad Amsterdam.
MOLEN VAN SLOTEN. – Un tempo, in questo posto, c’era un mulino edificato nel 1636, chiamato Slotermeerpolder, da cui prende origine il vicino lago di Sloterplas. Se si vogliono vedere ancora dei mulini funzionanti, è qui che il turista può avere l’occasione di capire come funziona un “ mulino di polder”.
VONDELPARK – E’ il parco più frequentato e più bello della capitale olandese, esteso per quasi 50 ettari, è lungo circa 1,5 Km e prende il nome del grande poeta Van den Vondel; fu creato nel 1877 e abbellito con canali, isolotti, chioschi per la musica, monumenti, giardini e giochi d’acqua. Qui troviamo il Filmmuseum. ricco di materiale storico e con varie proiezioni.  A sud-est del parco corre l’Amstelveenseweg, il grande viale che porta all’Olympia stadion, capace di ospitare 60.000 persone, eretto nel 1928 per i giochi olimpici.
WESTERDOK – E’ il bacino più occidentale del centro cittadino, a cui viene dato il nome di Gouden Reael (il dorato Rael). Situate a nord dell’Haarlemmerbuurt e dei canali principali, troviamo tre isole artificiali che formano le isole occidentali dell’IJ.

nicolettamazzetti@tin.it


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